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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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una giacca quadrettata, e ha un impermeabile sul braccio: «l’altra» è in crêpe de Chine<br />

azzurro, con guarnizioni in pelliccia.<br />

Una scenataccia: «Che eleganza, veste proprio bene la mantenuta». Claretta risponde:<br />

«Non sono una mantenuta, appartengo ad una famiglia benestante».<br />

Interviene il duce, che ordina al tenente delle SS, indifeso testimone: «Se mia moglie<br />

insulta la signora Petacci imponetele di tacere».<br />

Niente da fare.<br />

«La mantenuta» segue il suo uomo fino al cancello dove lo aspetta un plotone di<br />

partigiani. Quando le propongono di scappare in Spagna, e c’è già l’aereo pronto a<br />

decollare, rifiuta: «Non mi guarderebbe più in faccia». Nessun tribunale equanime<br />

potrebbe mai condannarla più che a una multa per eventuali «abusi in beneficenza<br />

pubblica».<br />

Enzo Biagi<br />

Radiografia della Repubblica Sociale Italiana<br />

I padroni dell’Italia sono i tedeschi. Sono loro che comandano, ammoniscono,<br />

impongono, reprimono, legiferano, arrestano, fucilano, requisiscono: i manifesti dei loro<br />

comunicati (Bekanntmachung) e delle loro ordinanze (Verordnung) occupano ormai tutti<br />

i muri del paese. La prima ordinanza, quella dalla quale discenderanno tutte le altre, è<br />

dell’11 settembre 1943 e firmata da Kesselring. Il feldmaresciallo decreta che non solo<br />

Roma ma tutto il territorio italiano è dichiarato «territorio di guerra» e, pertanto,<br />

soggetto alle leggi di guerra tedesche: «Le truppe italiane che oppongono resistenza<br />

agli ordini germanici verranno trattate come franco-tiratori… ». La stessa sorte è<br />

riservata a chi non aderisce al servizio obbligatorio del lavoro: constatato che a Napoli,<br />

su 30.000 precettati in quattro quartieri cittadini, se ne sono presentati soltanto 150, il<br />

comandante tedesco colonnello Scholl annuncia che «cominciando da domani farò<br />

fermare gli inadempienti. Coloro che, non presentandosi, hanno contravvenuto agli<br />

ordini pubblicati, saranno fucilati senza indugio».<br />

Tutti i giorni un nuovo bando, con nuove minacce: per chi ascolta radio straniere,<br />

cambia domicilio, possiede armi o esplosivi, percorre determinate strade, usa<br />

apparecchi per trasmissioni radio, ottiche o telefoniche, circola in bicicletta dopo una<br />

certa ora, sosta senza motivo nelle stazioni ferroviarie, scatta fotografie. C’è una lista<br />

degli obblighi: obbligatorio apporre nell’ingresso di ogni casa una lista con i nominativi<br />

degli inquilini, obbligatorio cedere ai comandi tedeschi i mezzi motorizzati civili (i<br />

venditori verranno pagati con i «marchi di occupazione», al cambio di dieci lire ogni<br />

marco), obbligatorio consegnare qualunque oggetto già appartenente all’esercito<br />

italiano, obbligatorio notificare i trasferimenti di residenza.<br />

C’è anche una lista dei divieti: è vietato aumentare i prezzi, è vietato aumentare i salari,<br />

è vietato assentarsi dal lavoro, è vietato disegnare per la strada, è vietata la<br />

corrispondenza privata, è vietato ritirare il denaro dalle banche, è vietato possedere<br />

piccioni viaggiatori. Per ogni violazione la condanna capitale: pena di morte per chi<br />

imbosca merci, non esegue i compiti di sorveglianza affidatigli dai tedeschi o li effettua<br />

in modo insufficiente; pena di morte per chi disturba le comunicazioni telefoniche o<br />

telegrafiche; pena di morte per chi cerca di sollevare movimenti di protesta o ribellione.<br />

Dopo il bastone, la carota: «… Ognuno resti al suo posto di lavoro, continui il suo<br />

lavoro», esorta un Bekanntmachung affisso a Milano il 23 settembre 1943 dal Comando<br />

Piazza. «Vengono garantite le attuali razioni viveri, gli attuali mensili e le attuali paghe…<br />

Dispiacerebbe alle truppe germaniche essere costrette a severe contromisure».

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