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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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Così osserveremo subito che le «sabbie del deserto» per la maggior parte non sono<br />

vera e propria sabbia, ma polvere. Il geologo le definisce i «prodotti meccanici<br />

dell’erosione sub-aerea dovuta allo sfaldamento e all’abrasione del vento». […]<br />

Lontano, a sud, si stende il Grande Mare di Sabbia, noto agli arabi come il «Paese del<br />

Diavolo», quasi intransitabile per tutti fuorché i cammelli, ma in quella parte del deserto<br />

dove le truppe si batterono vi sono vaste zone dove affiora la roccia, alternate ad ampie<br />

distese di pietre e sabbia. Per gran parte questa immensa distesa ha un colore ocra<br />

chiaro sfumato di rosa, ma vicino al mare, dove predomina il calcare, assume una tinta<br />

molto più pallida, punteggiata di pietre biancastre e sulla costa stessa, dove<br />

Montgomery, Leese e Cunningham avevano i loro quartier generali mobili, e dove<br />

Winston Churchill e i soldati dei due eserciti si bagnavano quando se ne presentava<br />

l’occasione, la sabbia di un bianco accecante spicca contro il vivido azzurro del<br />

Mediterraneo.<br />

Per alcuni chilometri verso l’interno continua a predominare la roccia, coperta da un<br />

sottile strato di sabbia, di modo che era estremamente faticoso per i soldati scavare<br />

anche la più piccola trincea o il riparo per un cannone. A mano a mano che si procede<br />

verso l’interno la sabbia prende il sopravvento e diventa sempre più molle, sempre più<br />

profonda, cosicché è facile scavare fosse, ma è sempre più difficile guidare un veicolo.<br />

Qua e là il deserto erompe in basse protuberanze di roccia nuda, come la cresta di<br />

Ruweisat, la cresta di Miteiriya e la collinetta di Tel el-Eisa, dove si svolsero alcuni dei<br />

più aspri combattimenti della guerra e dove la roccia scabra si coprì di cadaveri<br />

decomposti dal sole e sommersi sotto neri sciami di mosche. A queste piccole alture si<br />

contrappongono numerosi deirs o «depressioni», che solcano la superficie del deserto<br />

come profonde cicatrici. Sono vaste zone di terreno eroso e spazzato dal vento. Alcune<br />

sono poco profonde e a forma di piatto, come il Deir el-Shein, dove la 18ª brigata<br />

indiana si batté aspramente contro i carri armati tedeschi. Altre hanno pareti scoscese<br />

simili a scogliere, come la depressione di Munassib, una specie di fortezza naturale che<br />

può venire attaccata soltanto da truppe molto agguerrite.<br />

La depressione più grande è quella di Qattara, che si estende per parecchie migliaia di<br />

chilometri quadrati. Il fondo si trova a circa centotrenta metri sotto il livello del mare, è<br />

formato in gran parte da una palude salmastra e poiché lo si poteva attraversare<br />

soltanto con le jeep, rappresentava una barriera per gli ampi movimenti aggiranti che,<br />

nelle prime battaglie del deserto, erano stati la manovra preferita delle divisioni<br />

corazzate sia britanniche che tedesche.<br />

Eccetto queste rare alture rocciose e depressioni irregolari, la maggior parte del deserto<br />

appare quasi piatta all’occhio di un osservatore occasionale. Non così, però, all’occhio<br />

esperto del soldato, al quale un’ondulazione di appena un metro o due poteva fornire<br />

un riparo dall’esplorazione nemica; ed era appunto dall’abilità dimostrata nel trarre<br />

vantaggio da queste minime asperità del terreno che si riconoscevano i veterani. «Il<br />

deserto non è piatto» dicevano ai «novellini» smentendo quello che sembrava evidente<br />

ai loro occhi inesperti.<br />

Il possesso di queste semplici increspature del terreno, spesso così insignificanti da non<br />

essere riportate nemmeno sulle carte a grande scala, era di estrema importanza poiché<br />

permetteva di dominare il territorio nemico. Per la stessa ragione, le linee delle<br />

«postazioni avanzate» dei due eserciti avversari erano sovente assai distanti fra loro,<br />

talvolta a parecchi chilometri l’una dall’altra.<br />

Arido, austero e monotono il deserto è anche molto caldo. Vicino al mare la ferocia del<br />

sole è un po’ mitigata, ma nell’entroterra si raggiungono spesso i 48° all’ombra,<br />

sebbene sull’altipiano settentrionale dove ebbero luogo i combattimenti di rado si<br />

superano i 37° dovunque capiti di trovare un po’ d’ombra. Tuttavia, nonostante il caldo,

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