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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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serenamente dice: «Dovete liberare questi uomini, sono innocenti, io soltanto sono<br />

responsabile dello scoppio di ieri; ho messo l’ordigno perché colpisse chi entrava nei<br />

locali della caserma di Palidoro». Petter ha uno scatto di rabbia: probabilmente neppure<br />

lui crede all’attentato, sa soltanto che «deve» bestialmente applicare la legge della<br />

rappresaglia.<br />

I ventidue ostaggi vengono allontanati, solo il vicebrigadiere rimane in piedi, sopra la<br />

fossa. Gli altri lo vedono piegarsi e cadere senza un lamento alta scarica di<br />

machinepistole. Poi Petter, quando già D’Acquisto è nella fossa, gli spara ancora alcuni<br />

colpi di rivoltella. Tutto si svolge in pochi minuti. I paracadutisti tedeschi buttano alcune<br />

palate di sabbia sul corpo dell’ucciso, caricano sul camion gli ostaggi e li riportano a<br />

Torre in Pietra, liberandoli.<br />

Diciannove giorni dopo i resti di Salvo D’acquisto vengono recuperati e sepolti nel<br />

cimitero di Palidoro. Ora riposano nel Mausoleo di Posillipo. All’eroico vicebrigadiere<br />

verrà concessa nel dopoguerra la Medaglia d’Oro alla memoria.<br />

Gianfranco Romanello<br />

Come si vive nel «Regno del Sud»<br />

Il giorno stesso in cui, da Radio Monaco, Mussolini parla agli italiani, nel Sud liberato gli<br />

anglo-americani affidano al governo di Vittorio Emanuele III l’amministrazione delle<br />

province di Bari, Brindisi, Lecce e Taranto «tanto per conservargli quel poco di dignità<br />

che gli è rimasta dopo l’ignominiosa fuga da Roma». Nasce cosi quel «Regno del Sud»<br />

che il presidente Roosevelt, nelle conversazioni confidenziali col Primo Ministro inglese<br />

Churchill, chiamerà «l’Italia del re». Gli Alleati hanno difatti una sola alternativa: o<br />

accettano il governo della monarchia attraverso Badoglio, riconoscendolo sia come<br />

l’unico governo legittimo d’Italia sia come cobelligerante, oppure lo spazzano via e<br />

instaurano un governo militare alleato su tutta l’Italia liberata.<br />

La scelta, evidentemente, è politica ma i militari – come il generale Dwight Eisenhower,<br />

comandante supremo alleato – raccomandano il riconoscimento della legittimità e della<br />

cobelligeranza perché, fin dai giorni immediatamente seguenti l’armistizio, le loro truppe<br />

hanno ottenuto ampia assistenza in Sardegna, in Corsica e altrove dall’attiva<br />

cooperazione delle forze italiane che ancora obbediscono al re. Churchill lo dichiara<br />

apertamente in un discorso alla Camera dei Comuni: «La popolazione e le forze militari<br />

italiane si sono ovunque mostrate sfavorevoli o attivamente ostili ai tedeschi; esse si<br />

sono rivelate ovunque ansiose di obbedire sino ai limiti delle loro possibilità agli ordini<br />

del nuovo governo del re d’Italia». Nei motivi che spingono gli anglo-americani ad<br />

appoggiare il «Regno del Sud» c’è anche la convenienza politica di contrapporre «l’Italia<br />

del re» alla Repubblica di Salò: «Ora che i tedeschi hanno messo il duce a capo del<br />

cosiddetto governo fascista repubblicano», scrive Churchill a Stalin, «è importante<br />

parare questa mossa facendo tutto il possibile per rafforzare l’autorità del re e di<br />

Badoglio».<br />

L’Italia antifascista non può conservare re Vittorio Emanuele III<br />

Ma il governo di Vittorio Emanuele III non ha vita facile. I sei partiti antifascisti risorti<br />

nel Sud (liberale, democratico cristiano, democratico del lavoro, d’azione, socialista,<br />

comunista) ritengono che non si possa avere un autentico governo nazionale, capace di<br />

ispirare fiducia al paese e di fare attorno a sé quella unanimità di consensi necessaria<br />

per la condotta della guerra contro i nazisti e i fascisti, e capace, insieme, di trattare

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