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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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ecarsi a trattare con i militari che hanno catturato le SS e lo accompagna, nella<br />

missione, l’industriale Vassallo con un’auto guidata da Vittorio Luigi Dalmasso. In<br />

località Castellar, i parlamentari ottengono la restituzione dei prigionieri, dei loro<br />

bagagli, della vettura e della salma della SS caduta ma, tornati a Boves verso le 15,<br />

vengono trattenuti da Peiper.<br />

Nello stesso tempo i mezzi corazzati nazisti, risalito il vallone Colla, aprono il fuoco<br />

contro le posizioni dei militari italiani mentre a Boves, bloccate le uscite del paese,<br />

comincia la strage. Gruppi di SS penetrano nelle abitazioni (anche quelle, isolate, dei<br />

dintorni), vuotano taniche di benzina sulle masserizie e appiccano il fuoco. Oltre 350<br />

case vengono date alle fiamme e uno dopo l’altro 22 abitanti vengono uccisi: Carlo<br />

Peano di 70 anni, Francesco Dalmasso di 47, Luigi Pepino di 45, Antonio Dotto di 53,<br />

Giacomo Felice Masino di 36, Paolo Giuliano di 33, Michele Agnese di 72, Angelo Grossi<br />

di 27, don Mario Ghibaudo di 23, Bartolomeo Olivero di 68, Paolo Francesco Cerato di<br />

63, Riccardo Maccario di 28, Benvenuto Re di 16, Lorenzo Lingua di 28, Caterina Bo di<br />

86, Bartolomeo Ghinamo di 46, Pasqualino Fornari di 48, Michele Marro di 60, Angelo<br />

Marro di 43, Carlo Adriano di 43, Stefano Vallauri di 32, Giovanni Battista Dutto di 71. I<br />

corpi delle altre due vittime – don Bernardi e Vassallo – vengono ritrovati l’indomani,<br />

carbonizzati, nel cortile di uno stabile di via Trieste 4, anch’esso incendiato dai tedeschi.<br />

La denuncia contro Peiper, presentata da Biancani e Prunotto il 23 giugno 1964 al<br />

Procuratore di stato di Stoccarda, Schneider, non è un generico esposto. Con la<br />

consulenza legale degli avvocati Faustino Dalmazzo e Robert Kempner – già accusatore<br />

americano ai processi di Norimberga – elenca elementi di prova di estrema gravità: su<br />

24 vittime una sola, Stefano Vallauri, risulta colpita da granata mentre tutte le altre<br />

sono state assassinate una per una; le uccisioni sono avvenute in località differenti,<br />

distanti anche chilometri l’una dall’altra: gli incendi alle 350 e più case sono stati<br />

appiccati «metodicamente» e «alle spalle» dello schieramento tedesco, fino al<br />

concentrico di Boves; l’operazione, infine, ha sicuramente impegnato tutto il reparto SS<br />

accorso da Cuneo (un centinaio di uomini) operante agli ordini di Peiper.<br />

La magistratura tedesca non è di questo avviso. Nel luglio 1968 Schneider chiede alla<br />

«Strafkammer» di non procedere «per mancanza di prove sufficienti» e il 23 dicembre<br />

dello stesso anno la prima sezione penale del tribunale di Stoccarda assolve Peiper<br />

asserendo che «le SS erano state provocate da una guerriglia già in atto sulle montagne<br />

del Cuneese», che i due parlamentari non sono stati uccisi ma «erano morti in seguito<br />

ad una azione bellica», che anche il decesso delle altre 22 vittime ha avuto la stessa<br />

causa, «salvo forse una eccezione», che l’incendio delle case è stato «un eccesso» da<br />

parte di una retroguardia SS che si ritirava dal paese e che il presunto responsabile del<br />

fatto, morto in epoca successiva, non era più perseguibile.<br />

Così, per la seconda volta, Peiper evita di rendere conto dei suoi delitti. Il 14 luglio 1976<br />

l’ex SS muore misteriosamente nell’incendio di un villino di Traves, presso Digione<br />

(Dipartimento dell’Alta Savoia), dove sta trascorrendo da solo le vacanze, Il Corriere<br />

della Sera intitolerà il commento con queste parole: «È morto nel fuoco come le sue<br />

vittime».<br />

Giuseppe Mayda<br />

Salvo d’Acquisto. un eroe senza retorica<br />

Il vicebrigadiere Salvo D’Acquisto ha 23 anni nel 1943, quando viene destinato alla<br />

stazione dei carabinieri di Torre in Pietra, ad una trentina di chilometri da Roma. Nato a<br />

Napoli da una famiglia di umili condizioni che viveva al Vomero, in via Vincenzo Gemito,

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