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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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soltanto a novembre. La radio praticamente tace, come fonte di informazioni: due notiziari<br />

alle 13 e alle 20 e, per il resto, canzonette e musica operistica. A sera, dopo le 21, nelle<br />

case si ascolta di nascosto Radio Londra: la voce lontana e suadente di Candidus oppure<br />

quella con spiccato accento napoletano di Stevens (dice «carbuone» ad esempio, per<br />

«carbone») spiegano che per noi, con l’armistizio, «si è aperto un periodo di preparazione,<br />

un severo interregno. Combattere per il fantasma del vecchio despota? [Mussolini] No. Gli<br />

italiani hanno da preparare il secondo Risorgimento d’Italia, per collaborare alla<br />

ricostruzione del mondo».<br />

Nelle città i tram scarseggiano e, quasi tutti, sono privi di vetri e manovrati da donne: dato<br />

che il coprifuoco comincia alle 21, con termine alle 5 del mattino, l’ultima corsa dal centro<br />

di Milano per la periferia parte alle 19.20. Poi le strade piombano nel buio<br />

dell’oscuramento, nel silenzio della notte, si sente nelle strade soltanto il passo delle ronde<br />

tedesche.<br />

Giuseppe Mayda<br />

Farinacci, il ras di Cremona<br />

Tra tutti i gerarchi che per vent’anni formarono la «corte» di Mussolini, Roberto Farinacci<br />

rappresenta certamente un personaggio-limite del regime. Amico del duce fin dagli anni<br />

della militanza nel partito socialista (Mussolini tra i massimalisti, Farinacci con i riformisti),<br />

quello che più tardi si guadagnerà il titolo spregiativo di «ras di Cremona» è tra i fondatori<br />

del partito fascista. Terzo di sei figli di un commissario di pubblica sicurezza, Roberto<br />

Farinacci nasce ad Isernia, in Abruzzo, nel 1892. Il padre è trasferito, quando Roberto è<br />

ancora adolescente, a Cremona, e qui si svolgerà tutta la vicenda del gerarca Farinacci.<br />

Animatore delle squadre d’azione fasciste, egli stesso partecipe delle imprese più inique,<br />

con pestaggi e somministrazione di olio di ricino agli avversari politici (a volte con tragiche<br />

conclusioni, come la morte del presidente del consiglio provinciale di Cremona nel 1921)<br />

Roberto Farinacci è in continuo rapporto di alleanza-contrasto con il duce. Tanto è indeciso<br />

e titubante Mussolini, altrettanto Farinacci è uomo d’azione, brutale, contrario ad ogni<br />

soluzione di compromesso. E per tutto il lungo sodalizio, conclusosi con la fine violenta di<br />

tutti e due, è un continuo scambio di reciproche accuse, fino al limite della rottura, mai<br />

avvenuta tuttavia perché Mussolini sapeva quale seguito Farinacci avesse nella parte più<br />

estremista del partito, e lo temeva, mentre il «ras di Cremona» sapeva benissimo che il<br />

duce era troppo forte e che a lui erano legate le sue fortune.<br />

Farinacci ha una vita privata all’insegna della tradizione «all’italiana» (moglie e due figli ai<br />

quali era affezionatissimo) e insieme avventurosa (amanti, speculazioni, titoli di studio<br />

arraffati con mezzi non del tutto limpidi). Alla conclusione della Prima Guerra Mondiale è<br />

capo stazione di Villetta Malagnino, un piccolo centro alla periferia di Cremona. Ha fatto<br />

una breve comparsa al fronte come volontario, ma poi è stato rinviato al suo lavoro di<br />

ferroviere, giudicato più utile per lo sforzo bellico del Paese.<br />

Farinacci consegue, quando già si è dato alle imprese squadristiche, la licenza liceale, poi<br />

la laurea in Legge, che gli viene contestata (e Mussolini ordinerà anche un’inchiesta verso<br />

la fine degli Anni Venti) per irregolarità. L’incidente è superato e l’avvocato Farinacci sarà<br />

tra i difensori dei responsabili del delitto Matteotti.<br />

Negli anni del consolidamento del regime, Farinacci si trova in contrasto con tutti i<br />

segretari del partito. Odia Turati (e nel 1930 è uno degli artefici del suo siluramento),<br />

disprezza Giuriati, non ha alcuna stima per Starace, che giudica un buffone. In realtà, al di<br />

là del giudizio di merito sui personaggi, il «ras di Cremona» soffre per il fatto che il regime,

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