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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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«Mi apparve davanti all’albergo, con un pesante cappotto sull’abito blu e il cappello<br />

calato sugli occhi. Era un uomo malato, stanco e quasi irriconoscibile quello che mi<br />

strinse la mano. Mi presentai a lui come il comandante responsabile dell’azione e ali<br />

annunciai che avrei subito provveduto a condurlo da Hitler. “Sapevo che il Führer non<br />

mi avrebbe abbandonato” mi disse».<br />

«Cosa pensò signor Mors, in quel momento?».<br />

«Ecco, di fronte a quell’uomo deluso, dallo sguardo spento, fui colto da un dubbio e<br />

pensai: “Sarà una buona azione restituirlo al mondo?”».<br />

«Mussolini le disse qualcosa?».<br />

«Mi disse: “Vi prego di lasciare libere le mie guardie. Sono state buone con me».<br />

«Poi Mussolini salirà sulla “cicogna” in compagnia di Skorzeny per raggiungere Pratica di<br />

Mare e quindi la Germania. Perché fu Skorzeny ad accompagnare il duce? È vero, come<br />

afferma il capitano Gerlach, che l’ufficiale delle SS seguì Mussolini di propria iniziativa?».<br />

«No. Fui io a mandarlo. Qualcuno doveva pure accompagnare Mussolini e Skorzeny mi<br />

sembrò il tipo adatto. Del resto, considerata la situazione delicata del momento –<br />

armistizio italiano, sbarco alleato in Calabria e a Salerno – noi avevamo bisogno di tutti i<br />

nostri ufficiali. Così, quando Skorzeny si offrì di accompagnare Mussolini, non mi opposi.<br />

Era un poliziotto, no? Il più adatto, dunque, a svolgere un compito del genere…<br />

Naturalmente, non prevedevo che Skorzeny avrebbe approfittato della mia fiducia per<br />

attribuirsi tutto il merito dell’impresa. O per lasciare che gliela attribuissero… ».<br />

«Lo stesso Hitler lo indicò al mondo come il “liberatore di Mussolini”. Quale fu la sua<br />

reazione quando ascoltò l’annuncia alla radio?».<br />

«Ne fui scandalizzato, come i miei paracadutisti. Skorzeny fece alla radio una relazione<br />

impudente. Disse che molti dei suoi uomini avevano perduto la vita sul Gran Sasso; si<br />

presentò agli ascoltatori come l’eroe del giorno e descrisse la liberazione di Mussolini<br />

come un trionfo delle SS. Dopo avere protestato col generale Student, mi recai<br />

personalmente a Berlino per dare al comando della Luftwaffe una rettifica al comunicato<br />

ufficiale. Tre giorni dopo ricevetti una risposta direttamente dal Quartiere Generale del<br />

Führer. Diceva: “Il Führer ha redatto personalmente il testo del comunicato per provare<br />

al mondo che egli era pronto a sacrificare prezioso sangue tedesco per il suo amico<br />

Mussolini”. Era chiaro, a questo punto, che nessuna ritrattazione era più possibile:<br />

altrimenti c’era la degradazione e la compagnia di disciplina. Dovetti dunque tacere».<br />

«Dopo la liberazione di Mussolini. rimase a lungo in Italia?».<br />

«No. Poche settimane dopo fui trasferito col mio battaglione sul fronte russo».<br />

«Alla fine della guerra, lei fece qualche tentativo per ristabilire la verità dei fatti?».<br />

«Sì, riferii ogni cosa in un dettagliato rapporto chiestomi dai servizi segreti americani,<br />

Purtroppo quel rapporto non vide mai la luce».<br />

«Ne può spiegare il motivo?».<br />

«Non saprei. Penso che abbia influito il fatto che Skorzeny, nel frattempo, si era fatto<br />

molti ammiratori, qualcuno anche nell’ambiente degli Alleati. Come sapete, egli era<br />

considerato un grande soldato. Si parlava molto di lui e delle sue imprese… Chissà,<br />

forse non si volle distruggere un mito!».<br />

«Ebbe contatti col generale Student, alla fine della guerra?».<br />

«Si, mi consultai subito con lui, chiedendogli di contribuire a rendere nota la giusta<br />

versione dei fatti. Mi rispose che non era ancora il momento, che Skorzeny aveva fatto<br />

un buon lavoro negli ultimi anni del conflitto e che, forse, non era ancora il caso di<br />

muoverci. Più tardi, verso il 1950, mi disse che avrebbe provveduto lui a ristabilire la<br />

verità pubblicando un libro. Ma questo libro non l’ha mai scritto».<br />

«Ha compiuto altri tentativi?».

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