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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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cedere. La resistenza termina alle 14.30 del 25 settembre: il colonnello Lusignani e i<br />

suoi ufficiali sono fucilati dai tedeschi e i loro corpi gettati in mare.<br />

La resistenza a Lero<br />

L’isola di Lero (comandata dall’ammiraglio Luigi Mascherpa, che verrà processato a<br />

Parma da un tribunale della Repubblica di Salò, condannato a morte e fucilato il 24<br />

maggio 1944 assieme all’ammiraglio Inigo Campioni) resiste ai tedeschi per 52 giorni,<br />

fino alle 18.30 del 16 novembre 1943, dopo avere subito 329 bombardamenti aerei e<br />

avere perduto 1600 soldati. Lero è difesa da 24 batterie di cannoni con circa cento<br />

bocche da fuoco. Il 13 settembre 1943, via radio, i tedeschi offrono la resa a<br />

«condizioni onorevoli» ma Mascherpa (che è solo capitano di vascello ma assume di sua<br />

iniziativa il titolo di comandante della Marina dell’Egeo e funzioni di ammiraglio che gli<br />

verranno poi confermate dal Comando Supremo) rifiuta e si prepara alla difesa.<br />

Contemporaneamente, l’ammiraglio ha contatti con gli inglesi che lo invitano a resistere,<br />

promettendo l’invio di aiuti il più presto possibile: questi soccorsi arrivano nei giorni 16,<br />

17 e 20 settembre sotto forma di un migliaio di soldati – agli ordini del brigadiere<br />

generale F. Brittorous - che pongono il loro comando ad Alinda, nel centro dell’isola.<br />

I primi consistenti attacchi tedeschi giungono dal cielo nella prima decade di ottobre,<br />

preceduti da lanci di volantini che dicono: «Marinai di Lero! I nomi di coloro che vi<br />

hanno venduto agli inglesi ci sono noti. Quando sbarcheremo a Lero li sottoporremo a<br />

orribili torture. Generale Kleemann». Da questo momento cominciano i bombardamenti<br />

a tappeto, così numerosi e nutriti che cento Stuka vengono abbattuti da italiani e<br />

inglesi.<br />

Il contingente britannico, nei giorni che seguono, aumenta considerevolmente; altri<br />

mille uomini, infatti, sbarcano nell’isola guidati dai generali Hall e Tilney. Ma se sono<br />

sufficienti a respingere il tentativo di sbarco tedesco del 12 novembre (quando all’alba<br />

un convoglio si avvicina alle baie di Palma e Grifo per cercare di portare a terra 500<br />

uomini), non possono impedire il lancio di un migliaio di paracadutisti, che avviene nella<br />

stessa giornata nella parte centrale di Lero. Da questo momento si combatte per<br />

quattro giorni, accanitamente. Il generale Tilney, fatto prigioniero, è condotto al<br />

comando di Mascherpa (che egli ringrazia per lo splendido comportamento dei suoi<br />

uomini, «capaci di far vedere agli inglesi come sanno morire gli italiani»), ma non riesce<br />

a convincere l’ammiraglio ad arrendersi immediatamente.<br />

I combattimenti, quindi, vanno avanti ancora tutta la notte e cessano completamente<br />

soltanto nella mattina del 17 novembre. Nonostante l’intervento di Tilney, i tedeschi<br />

massacrano decine di ufficiali e di soldati italiani; molti nostri graduati sono salvati dalla<br />

truppa che li spoglia dell’uniforme con i gradi per rivestirli con semplici, divise da fatica.<br />

Per il valore dimostrato nella battaglia di Lero la Marina assegnerà sette medaglie d’oro.<br />

L’indomani il bollettino di guerra tedesco parla di «cinquemila soldati badogliani e<br />

trecentocinquanta ufficiali del comando di Mascherpa» che si sono arresi; non fa cenno<br />

ai tremila tedeschi morti in combattimento né dà notizia dei marinai e dei soldati<br />

catturati a Lero che, imbarcati il 23 novembre, vengono deportati in Germania: come<br />

prigionieri di guerra gli anziani, come lavoratori forzati i più giovani.<br />

Comincia infatti di qui l’odissea dei campi di concentramento e di prigionia che, iniziatasi<br />

l’8 settembre, si prolungherà sino alla fine della guerra: i soldati e i civili internati in<br />

Germania saranno 615.000, in gran parte ufficiali e soldati catturati dopo l’armistizio in<br />

Balcania, Grecia e nelle isole, oltre, naturalmente, sul territorio nazionale. Di questo

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