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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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Così prima cadono le isole dell’Egeo (Rodi, Coo, Simi, Lero, Calino, Stampalia,<br />

Scarpanto, Caso, Castelrosso, Samo, Icarnia, Furni, Sira) le cui guarnigioni sono agli<br />

ordini dell’Ammiraglio Inigo Campioni: già la sera dell’8 settembre i tedeschi della<br />

Divisione «Rhodos» (generale Kleemann) occupano di sorpresa gli aeroporti di Rodi, a<br />

Marizza e Gaddura, e l’indomani – 9 settembre – fanno prigioniero il comando dell’isola.<br />

Tuttavia parecchi reparti italiani – specialmente un battaglione del 309° Fanteria,<br />

comandato dal maggiore Anacleto Grasso – impegnano i nazisti in una serie di scontri e<br />

di combattimenti, facendo addirittura 200 prigionieri. L’indomani, però, data la<br />

situazione disperata in cui vengono a trovarsi a causa di ripetuti bombardamenti aerei, i<br />

reparti italiani debbono cedere le armi anche se l’ammiraglio Campioni si rifiuta di<br />

emanare l’ordine del «cessate il fuoco»: il 18 settembre verrà catturato e deportato in<br />

Germania.<br />

Valoroso è il contegno dei reparti dell’isola di Simi (comandati dal capitano di corvetta<br />

Corrado Corradini) che, insieme a gruppi di guastatori e commando inglesi, resistono<br />

fino all’11 ottobre e di quelli dell’isola di Coo (sono i soldati del 10° Reggimento fanteria<br />

«Regina» al comando del colonnello Felice Leggio). Qui il 4 ottobre, malgrado l’arrivo di<br />

rinforzi britannici, la resistenza è sopraffatta e più di cento ufficiali sono trucidati dai<br />

tedeschi. L’isola di Samo (presidiata dalla «Cuneo», generale Mario Soldarelli), benché<br />

attaccata e bombardata dalla Luftwaffe, resiste fino al 19 novembre quando i superstiti<br />

vengono trasferiti dagli inglesi in Medio Oriente (gli unici a rifiutare e a passare ai<br />

tedeschi sono i militi della 24ª Legione Camicie Nere), mentre parecchi ufficiali e soldati<br />

partecipano alla guerriglia con i patrioti greci.<br />

«I ribelli italiani non meritano sepoltura»<br />

A Cefalonia e a Corfù la resistenza italiana è aspra, accanita, ad opera dei reparti della<br />

Divisione di fanteria «Acqui» (generale Antonio Gandin a Cefalonia; colonnello Luigi<br />

Lusignani a Corfù) ed elementi della Marina e della Guardia di Finanza. A Cefalonia,<br />

dopo varie trattative, visto che le forze tedesche continuano a ricevere rinforzi, viene<br />

decisa la resistenza armata che dura dal 13 al 24 settembre. Gli italiani combattono ad<br />

Argostoli, Telegraphos, Pharaklata, Rizocuzolo, Phassa, Lixuri, Kimoniko, Divarata, con<br />

la perdita di 75 ufficiali e di circa 2000 soldati.<br />

La strage di Cefalonia si inizia sul campo di battaglia. Il 22 settembre sono massacrati<br />

quasi 4500 ufficiali e soldati; poi, nei due giorni successivi, vengono condotti a gruppi,<br />

dinanzi ai plotoni di esecuzione, gli ufficiali superstiti e alla Casa Rossa di San Teodoro<br />

cadono 400 di essi, fra cui il generale Gandin, finché gli stessi tedeschi si stancano di<br />

fucilare: restano in vita soltanto 37 ufficiali mentre la truppa, convogliata in mare, è<br />

ulteriormente decimata per l’affondamento delle navi sulle zone minate. In totale<br />

muoiono a Cefalonia 8400 italiani e le loro spoglie sono abbandonate insepolte nell’isola<br />

perché – come si esprime il nazista maggiore Harald von Hirschfeld – «i ribelli italiani<br />

non meritano sepoltura». Solo la pietà dei greci radunerà i poveri resti in primitivi<br />

tumuli.<br />

La stessa sorte è riservata ai difensori di Corfù, il 18° Fanteria e il 3° Gruppo del 33°<br />

Artiglieria. Alla lotta, che si protrae dal 13 al 25 settembre, prendono parte anche<br />

reparti arrivati dall’Albania (battaglioni della «Brennero» e della «Parma») nonché nuclei<br />

di partigiani locali guidati da Papas Spiru. Nel combattimento di Cassiopé sono catturati<br />

dodici ufficiali e 414 soldati tedeschi, poi inviati in Italia (19 settembre) ma ben presto,<br />

dinanzi alla preponderanza nemica in uomini e mezzi, i soldati di Lusignani debbono

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