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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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Furono fatti entrare in due stanze separate, e io andai subito da Calvi di Bergolo. Lo trovai<br />

col suo capo di stato maggiore, colonnello Giaccone, e col tenente colonnello Cordero di<br />

Montezemolo.<br />

Calvi mi portava un ultimatum di Kesselring. Per le ore 16 doveva essere accettato; in caso<br />

contrario, Kesselring avrebbe fatto saltare gli acquedotti di Roma, già minati, e fatto<br />

bombardare la città da settecento aeroplani.<br />

Io calcolai mentalmente che gli aeroplani potevano essere settanta, ma bastavano. Le<br />

condizioni erano: disarmare le divisioni intorno a Roma e scioglierle, mettendo in libertà gli<br />

ufficiali e i soldati. Ai primi si lasciava l’onore delle armi. I tedeschi avrebbero occupato<br />

l’ambasciata tedesca, la centrale telefonica tedesca, l’EIAR. Tutte le truppe tedesche<br />

sarebbero rimaste fuori di Roma,<br />

Non c’era che da chinare la testa. Consigliai Calvi di mandare il suo capo di stato maggiore<br />

da Kesselring a portargli l’accettazione dell’ultimatum.<br />

Appelli agli italiani<br />

Comunicati e appelli di parti contrapposte si intrecciano nel caos<br />

delle ore che seguono alla fuga<br />

del re e del governo<br />

Tre documenti (un appello agli italiani lanciato dai partiti antifascisti, il primo bando delle<br />

forze tedesche di occupazione, una dichiarazione del CLN) tracciano efficacemente il<br />

quadro delle ore drammatiche che seguirono la fuga del re e del governo.<br />

L’appello agli italiani, comparso su Il lavoro italiano, quotidiano dei lavoratori , Anno 1, n. 1,<br />

11 settembre 1943 (ma distribuito nel pomeriggio del giorno 10) dice:<br />

Nel momento in cui il nazismo tenta di restaurare in Roma ed in Italia il suo alleato<br />

fascista, i partiti antifascisti si costituiscono in Comitato di Liberazione Nazionale per<br />

chiamare alla lotta e alla resistenza e per conquistare all’Italia il posto che le compete nel<br />

consesso delle libere nazioni.<br />

Gruppo di ricostruzione liberale<br />

Democrazia del Lavoro<br />

Democrazia Cristiana<br />

Partito d’azione<br />

Partito Socialista Italiano per l’Unione Proletaria<br />

Partito Comunista d’Italia.<br />

Il bando tedesco, firmato Kesselring, è emesso a Roma ed è datato 11 settembre 1943:<br />

Ordinanza<br />

1. Il territorio dell’Italia a me sottoposto è dichiarato territorio di guerra. In esso sono<br />

valide le leggi tedesche di guerra.<br />

2. Tutti i delitti commessi contro le forze armate tedesche saranno giudicati secondo il<br />

diritto tedesco di guerra.<br />

3. Ogni sciopero è proibito e sarà giudicato dal tribunale tedesco di guerra.<br />

4. Gli organizzatori di scioperi, i sabotatori ed i francotiratori saranno giudicati e fucilati<br />

per giudizio sommario.<br />

5. Sono deciso a mantenere la calma e la disciplina e a sostenere le autorità italiane con<br />

tutti i mezzi per assicurare alla popolazione il nutrimento.<br />

6. Gli operai italiani i quali si mettono volontariamente a disposizione dei servizi tedeschi<br />

saranno trattati secondo i principi tedeschi e pagati secondo le tariffe tedesche.

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