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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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dente avvelenato) ha scritto: «Un tipo travestito da generale, che ha trascorso i suoi giorni<br />

a trafficare». Lo storico inglese Richard Collier lo definisce «l’aitante generale<br />

cinquantunenne al quale Mussolini non dava retta».<br />

Personaggio complesso, con gravi colpe ormai storicamente accertate ma anche con<br />

notevoli meriti, non c’è da stupirsi che i giudizi su di lui siano spesso contraddittori:<br />

Giacomo Carboni ha giocato ruoli notevoli nella storia militare italiana, almeno dal 1940 al<br />

1943, e – soprattutto – «nel tuorlo dell’uovo» nei giorni dell’armistizio. È, questa,<br />

l’immagine del generale Carboni più persistente, e non è certo una buona immagine.<br />

«Hitler perderà la guerra»<br />

Carboni era di origine sarda. Nei suoi orientamenti futuri non sarà priva di influenza la<br />

singolare estrazione familiare: suo padre è un ufficiale effettivo, ma mazziniano, e sua<br />

madre è figlia di un eroe garibaldino. Malgrado queste scomode ascendenze, Giacomo<br />

Carboni abbraccia la carriera delle armi.<br />

È nominato sottotenente degli alpini nel 1912 e, contemporaneamente, si laurea in legge,<br />

cosa del tutto inconsueta, in quei tempi, per un ufficiale di carriera. Volontario in Libia,<br />

viene promosso tenente. Nella Prima Guerra Mondiale raggiunge il non eccelso grado di<br />

capitano. Poi per lunghi anni lo si perde di vista; finché la grande occasione gli si presenta<br />

con la guerra d’Etiopia. Non in virtù di battaglie, ma grazie ad un incarico segreto. In<br />

pratica, deve documentare l’inettitudine di De Bono, in modo che si possa togliere il<br />

comando delle operazioni al quadrumviro. Carboni è promosso colonnello «per servizi resi<br />

in difficili circostanze». Nell’estate del 1937 mette la «greca» sulle maniche: a 48 anni è il<br />

più giovane generale dell’esercito italiano.<br />

Troppe bugie e Taylor se ne va<br />

Nel 1940 gli affidano la direzione del SIM dove si fa una preziosa esperienza. Compie un<br />

viaggio in Germania e, riferendone a Mussolini, gli dice che – secondo lui – Hitler perderà<br />

la guerra. Poi Carboni comanda la Divisione Friuli destinata a sbarcare a Malta e che<br />

invece finisce in Corsica. Si arriva così al marzo del 1943, quando il giovane generale (che<br />

nel frattempo ha intrecciato rapporti di amicizia con Galeazzo Ciano) torna a Roma. Qui lo<br />

coglie la caduta del regime. Non si sa bene perché, ma Badoglio – vecchio umorale,<br />

bizzoso, diffidente – nutre grandi simpatie per Carboni e la rimette a capo del SIM.<br />

Nello stesso tempo gli affida il comando di un corpo d’armata composto dalle Divisioni<br />

Piave, Centauro, Ariete, Piacenza e Granatieri di Sardegna. Per sei settimane, il generale<br />

Carboni avrà ai suoi ordini l’unità più grossa e meglio armata che l’esercito italiano abbia<br />

mai avuto. Nelle intenzioni di Badoglio (che frattanto sta combinando quel grandissimo<br />

pasticcio che è l’armistizio) il corpo motorizzato è destinato a difendere Roma dalla<br />

prevedibile reazione tedesca quando si saprà della resa. La sera del 7 settembre arrivano<br />

nella sede dello Stato Maggiore due ospiti d’eccezione: sono il brigadiere generale Maxwell<br />

Taylor, vicecomandante delle forze paracadutiste USA, e il colonnello dell’aviazione<br />

americana William Gardiner. In grandissimo segreto, gli ospiti americani vengono a<br />

discutere con il comando italiano come effettuare uno sbarco aviotrasportato nelle<br />

vicinanze della capitale.<br />

Alle 23 arriva Carboni, al quale Taylor espone le linee del piano. Sbalordendo gli americani,<br />

Carboni risponde: 1) che i campi di aviazione di Cerveteri e Furbara sono in mano tedesca<br />

(bugia); 2) che il corpo non ha né carburante né munizioni a sufficienza (altra bugia). E<br />

chiede un rinvio dell’annuncio dell’armistizio. Taylor se ne va, scuotendo la testa e<br />

dicendo: «It’s an awful jam» (è un maledetto casino). Comunque l’armistizio viene<br />

regolarmente annunciato e l’operazione aviotrasportata, che avrebbe certamente potuto

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