20.05.2013 Views

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Dagli scioperi di agosto la sterzata verso l’auto-organizzazione della lotta nelle fabbriche<br />

contro i tedeschi è netta e il momento dell’armistizio non trova negli operai né facili<br />

entusiasmi né smarrimento. Trova invece un’agguerrita organizzazione clandestina,<br />

soprattutto del Partito Comunista che, scavalcando con il proprio attivismo gli altri<br />

movimenti, finisce per polarizzare gran parte della massa operaia. D’altronde, fin dal 22<br />

agosto, l’organo allora clandestino del PCI, L’Unità, non lascia dubbi sull’immediato futuro.<br />

L’editoriale afferma: «Il popolo che ha avuto la forza per cacciare i fascisti italiani vuole<br />

oggi decisamente cacciare i fascisti tedeschi. Se il governo Badoglio non rispetta il<br />

sentimento della nazione, se non vuole o non sa difendere l’indipendenza del Paese, se<br />

teme di riattare col soffio della libertà le capacità di lotta e di ricostruzione che sono nel<br />

Paese e si sono manifestate nella guerra alla tirannia fascista, ebbene sarà compito del<br />

Fronte nazionale dei partiti antifascisti mobilitare le forze popolari a difesa<br />

dell’indipendenza e per la conquista della pace». «I tedeschi», conclude l’editoriale de<br />

L’Unità, «vogliono calpestare la volontà del popolo italiano, vogliono fare degli italiani<br />

carne da cannone per il loro crollante imperialismo e trasformare il nostro Paese nel<br />

bastione insanguinato che protegga la loro terra, vogliono salvare i fascisti rovesciati dal<br />

popolo. Si proclamino i tedeschi nemici dell’Italia, si chiami il popolo alla lotta per la difesa<br />

della sua indipendenza e per la salvezza delle sue città, gli si dia libertà di organizzarsi e il<br />

popolo risponderà… »<br />

È un appello che sostanzialmente condividono tutte le forze e i partiti antifascisti. Ma al<br />

momento di rispondere a questo appello, l’8 settembre, dopo che sono falliti tutti i tentativi<br />

preventivi di costituire, d’intesa con il governo di Roma, una sorta di «guardia nazionale»,<br />

fatta di civili armati da affiancare all’esercito, in realtà ogni volontà di reazione immediata<br />

contro i tedeschi e i fascisti dovrà rientrare, ripercorrere la strada sanguinosa della lotta<br />

clandestina.<br />

Tranne casi sporadici, soprattutto in Piemonte, di reparti militari che si danno alla macchia<br />

portando con sé le armi, per iniziativa di alcuni ufficiali ligi al giuramento e che soltanto più<br />

tardi troveranno motivazioni politiche assai più valide al loro gesto, lo sfacelo generale<br />

dell’esercito e la miopia o la mancanza di coraggio di molti comandanti di piazza impedirà<br />

all’antifascismo organizzato, soprattutto quello delle fabbriche nelle grandi città, di<br />

utilizzare massicciamente le armi delle caserme e degli accantonamenti per tentare una<br />

prima grossa reazione all’occupazione tedesca e al ritorno di fiamma fascista.<br />

Ovviamente c’è da chiedersi quale sarebbe stata la reazione dei tedeschi ad un tentativo<br />

del genere e quanto la resistenza avrebbe potuto durare. Anche l’antifascismo organizzato<br />

giudicherà impossibile una insurrezione popolare nel momento in cui le armate alleate<br />

sono ancora così lontane dalla capitale, e ancora più dai centri industriali del Nord. Ma nel<br />

contempo si consuma fino in fondo, e rapidamente, il rapporto tra il «governo legale»,<br />

rifugiatosi in territorio occupato dagli Alleati, e le forze antifasciste, rimaste in territorio<br />

occupato dai tedeschi.<br />

Si parlerà poi delle «due Italie», quella di Brindisi e quella di Salò, Ma in realtà la frattura è<br />

più complessa, sono almeno tre le Italie protagoniste della tragedia dopo l’8 settembre, e<br />

soltanto l’unità della Resistenza, faticosamente raggiunta e ancora più faticosamente<br />

difesa in seno ai Comitati di Liberazione Nazionale, cancellerà in parte il disastro nazionale<br />

dell’8 settembre.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!