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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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L’anticipo coglie di sorpresa, a Roma, De Courten, che a quanto pare era rimasto fermo<br />

alla data del 12 (dell’anticipo all’8 settembre erano al corrente soltanto Badoglio e<br />

Ambrosio). De Courten avverte il vice-capo di Stato Maggiore della marina, ammiraglio<br />

Sansonetti che bisogna subito comunicare a Bergamini l’ordine di trasferire la flotta a<br />

Malta, anziché prepararla per l’operazione su Salerno. Informa Sansonetti – anche<br />

pensando alla non facile trasmissione dell’ordine ad un uomo come Bergamini – che ha<br />

avuto assicurazioni da Ambrosio sul futuro della flotta: malgrado le clausole<br />

dell’armistizio essa non sarà disarmata dopo il trasferimento.<br />

Il successivo colloquio tra Sansonetti e Bergamini è burrascoso. Quest’ultimo fa capire<br />

in modo esplicito che non intende sottostare a condizioni che giudica disonorevoli per la<br />

marina. In passato ha detto più volte che non si sarebbe mai arreso senza avere<br />

portato la flotta almeno una volta al combattimento.<br />

Supermarina quel pomeriggio è nel più totale sconcerto. Ha raccontato l’atmosfera in<br />

cui fu appresa la notizia dell’armistizio Marc’Antonio Bragadin, allora ufficiale addetto<br />

all’Alto Comando navale. «Alle 18.20 mi trovavo per caso nell’ufficio dell’ammiraglio<br />

Girosi, capo del reparto operazioni, quando il telefono squillò: vidi l’ammiraglio<br />

sbiancarsi in volto e poi con voce rotta dalla commozione, mi disse: “Il centro radio<br />

comunica che Algeri sta diffondendo la notizia dell’armistizio. Ma non ci credo. Possibile<br />

che noi non ne sappiamo nulla, mentre le corazzate stanno preparandosi a partire per<br />

Salerno?”».<br />

Bergamini nel suo colloquio con Sansonetti, è esplicito. Dice: «… l’orientamento<br />

generale degli ammiragli qui è per l’autoaffondamento, e anch’io la penso allo stesso<br />

modo». Rimprovera al Comando Supremo di averlo tenuto all’oscuro d tutto e, anzi, di<br />

avergli dato istruzioni proprio il giorno prima per un’azione offensiva contro gli Alleati.<br />

C’è una successiva telefonata tra Bergamini e De Courten. Questi spiega al comandante<br />

della flotta in mare che anch’egli è rimasto sorpreso del precipitare della situazione e di<br />

essere stato all’oscuro delle clausole che riguardano la marina fino a poche ore prima.<br />

Ma assicura Bergamini che alla marina non sarà chiesto nulla di disonorevole.<br />

Inversione di rotta<br />

Di fronte alla resistenza di Bergamini, De Courten gli suggerisce le dimissioni, unica via<br />

per non nuocere agli interessi superiori dell’Italia e per risolvere il suo problema di<br />

coscienza. La risposta di Bergamini è pronta: «Non ci sono precedenti di un<br />

comandante che abbandoni i propri marinai nel momento del pericolo. Questo è un<br />

invito che devo respingere».<br />

Finalmente si giunge ad un compromesso. Bergamini accetta di salpare le ancore, ma<br />

farà rotta su La Maddalena, come da ordine precedente e porterà la flotta in quella<br />

base, invece che a Malta, in attesa di altri ordini. De Courten lo assicura che farà il<br />

possibile per convincere gli Alleati a quella soluzione di compromesso, cioè senza la<br />

«resa» a Malta. Ma sa benissimo, e anche Bergamini lo intuisce, che un tale<br />

compromesso è impossibile.<br />

Bergamini convoca di nuovo i comandanti e la sera inoltrata dell’8 settembre dà l’ordine<br />

di preparare la partenza alle prime ore del 9. Ha dovuto usare la maniera forte per<br />

convincere i suoi ufficiali a mantenere i nervi a posto.<br />

La squadra prende il largo da La Spezia alle tre del mattino del 9 settembre, diretta a La<br />

Maddalena. È composta di tre corazzate (le più moderne della flotta), la Roma<br />

(ammiraglia), la Vittorio Veneto e l’Italia (ex Littorio); tre incrociatori (Eugenio di Savoia,<br />

Montecuccoli e Attilio Regolo) e otto cacciatorpediniere.<br />

Le navi di Bergamini arrivano alle 9 del mattino nel mare a occidente della Corsica. Alle<br />

6.30 sono state raggiunte durante la navigazione dalle navi uscite dal porto di Genova

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