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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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della Regia Marina e di tutta la residua aviazione militare in località da precisare ed<br />

eventuale disarmo di tutte le navi e degli aerei su successivo ordine alleato; richiamo in<br />

patria delle truppe dislocate fuori del territorio italiano.<br />

Bedell Smith e Strong precisano subito a Castellano che non si tratta di proposte da<br />

discutere, ma semplicemente d’un pacchetto di condizioni per l’armistizio da accettare in<br />

blocco o da respingere. Tutto quello che Hoare è riuscito ad ottenere con la<br />

segnalazione a Quebec (al vertice Churchill-Roosevelt) della visita di Castellano è un<br />

telegramma dei due leader alleati nel quale si dice genericamente che le condizioni nei<br />

confronti dell’Italia potranno essere riviste in futuro alla luce del comportamento italiano<br />

e del grado di collaborazione che l’Italia saprà dare alla causa delle Nazioni Unite (così si<br />

definiva allora la coalizione dei paesi in guerra contro la Germania).<br />

Un accordo travagliato<br />

Castellano risponde che scopo della sua missione è quello di negoziare preliminarmente<br />

l’armistizio e studiare con i rappresentanti alleati il modo di collaborare militarmente per<br />

controbattere le reazioni tedesche. Non ha i poteri per «accettare o respingere» le<br />

richieste alleate. Gli anglo-americani sono irremovibili e a Castellano non rimane che<br />

tornare a Roma per presentare le richieste. Il ritorno è del 27 agosto. Si è perso altro<br />

tempo prezioso, e i tedeschi continuano a rafforzarsi.<br />

Badoglio ora, sotto l’urgenza degli eventi, non tarda a dare una risposta agli Alleati:<br />

comunica che il generale Castellano è pronto a recarsi in Sicilia latore di un messaggio<br />

di Roma. L’incontro avviene il giorno dopo a Cassibile, a circa quindici chilometri da<br />

Siracusa, sotto la tenda d’un comando alleato in un uliveto. Sono di nuovo presenti i<br />

due interlocutori dell’incontro di Lisbona. Castellano fa presente che il governo di Roma<br />

accetta le clausole dell’armistizio, ma non è in grado di farle eseguire perché l’Italia è<br />

ormai di fatto nelle mani dei tedeschi ed è necessario un intervento militare alleato per<br />

modificare la situazione e rendere l’armistizio fattibile.<br />

La replica di Bedell Smith dimostra che l’atteggiamento degli Alleati non è cambiato:<br />

quello che interessa loro è che l’Italia accetti le clausole dell’armistizio; al resto, alle<br />

eventuali operazioni militari contro i tedeschi in Italia, penseranno loro, come e quando<br />

riterranno opportuno. Ma nel seguito della conversazione vengono poi esaminati i piani<br />

per un intervento militare, soprattutto a protezione di Roma (intorno alla capitale si<br />

pensa di far scendere una divisione aviotrasportata).<br />

Il 1° settembre Castellano è nuovamente a Roma. Il tempo stringe e quel poco di<br />

garanzia d’intervento che gli anglo-americani sembrano offrire viene giudicata, ormai<br />

sotto l’affanno dei tempi sempre più esigui, sufficiente per accettare l’armistizio.<br />

Concordano Badoglio, Ambrosio, Guariglia; dà il suo assenso il re, che in tutto questo<br />

periodo sembra comunque non più all’altezza di seguire la situazione e si lascia<br />

piuttosto guidare dalla fiducia in Badoglio e nello Stato Maggiore dell’Esercito.<br />

Continua la spola di Castellano per l’atto finale. Il 2 settembre il generale è di nuovo a<br />

Cassibile e qui c’è una nuova battuta d’arresto perché l’italiano, evidentemente su<br />

istruzioni di Badoglio, cerca di guadagnare tempo, affermando di non essere<br />

personalmente autorizzato a sottoscrivere l’armistizio come plenipotenziario. L’irritazione<br />

della controparte alleata, che il giorno prima ha ricevuto un messaggio radio da<br />

Badoglio che annunciava l’accettazione di tutte le clausole, taglia corto con gli indugi.<br />

Castellano riceve nuove istruzioni da Roma e l’investitura per firmare l’atto di resa.

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