20.05.2013 Views

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Lo sbarco alleato in Calabria<br />

La versione inglese e il bollettino di guerra italiano sulle prime fasi<br />

dello sbarco alleato sulla costa calabra<br />

Il 5 settembre 1943 il Comando Supremo italiano emetteva il bollettino di guerra n.<br />

1196 con l’annuncio di una nuova operazione scatenata dagli anglo-americani contro la<br />

Calabria. «Questa notte, il nemico che nei giorni scorsi aveva tentato azioni isolate di<br />

sbarco prontamente respinte, ha iniziato su più vasta scala le operazioni contro la costa<br />

calabra dello stretto di Messina. Convogli in navigazione e navi alla fonda nei porti di<br />

Catania e di Augusta sono stati efficacemente attaccati da velivoli germanici. Su<br />

Bolzano, Trento, Bologna e nei dintorni di Napoli formazioni di aeroplani avversari<br />

sganciavano numerose bombe causando danni, specialmente a Bologna . Nella giornata<br />

di ieri l’aviazione anglo-americana perdeva complessivamente 35 apparecchi: 7<br />

abbattuti dalla caccia italiana, 19 da quella tedesca, 6 dalle artiglierie della difesa e 3 dal<br />

tiro contraereo di motozattere. Dalle missioni di guerra degli ultimi giorni sei nostri<br />

velivoli non sono ritornati. Firmato: generale Ambrosio».<br />

La realtà celata dietro le reticenti parole del bollettino è che fin dal 3 settembre gli<br />

alleati avevano sbarcato due divisioni sulla costa calabrese raggiungendo Reggio già il<br />

giorno 4 e iniziando così la lunga marcia verso Roma.<br />

Lo storico statunitense G.A. Slepard rievoca ne La campagna d’Italia 1943-45, Garzanti,<br />

Milano 1970, le fasi delle operazioni alleate in Calabria.<br />

Alle ore 4.30 del 3 settembre, giorno in cui il generale Castellano firmò i termini della<br />

resa, le truppe di testa dell’8ª Armata sbarcarono sul continente. Il generale<br />

Montgomery aveva iniziato i preparativi per questo attacco molto prima che<br />

terminassero le operazioni in Sicilia. Un gruppo di ricognizione aveva preso terra nella<br />

notte tra il 27 e il 28 agosto a Bova Marina, e aveva trovato il luogo deserto, ma altri<br />

gruppi sbarcati in date successive non avevano fatto ritorno; così i piani per l’operazione<br />

Baytown, come veniva chiamata la traversata dello Stretto, proseguirono supponendo<br />

che gli sbarchi sarebbero stati contrastati da elementi della 29ª divisione Panzer<br />

Grenadieren e forse della 26ª divisione Panzer che venivano segnalati in Calabria.<br />

Ottenuto qualche mezzo da sbarco supplementare, Montgomery modificò il piano<br />

originale dell’attacco, che prevedeva l’impiego di soli quattro battaglioni, in modo da<br />

permettere al 13° corpo d’armata di attaccare su un fronte di due divisioni. La 1ª<br />

divisione canadese si sarebbe trovata all’ala destra, e la 5ª divisione alla sinistra, e la<br />

traversata dello Stretto avrebbe puntato immediatamente a nord di Reggio. Tutta<br />

l’artiglieria del 30° corpo fu spiegata attorno a Messina; comprendeva 80 pezzi di medio<br />

calibro e 48 di grosso calibro, presi in prestito dalla 7ª Armata. Fu anche preventivato<br />

un pesante attacco aereo per colpire gli obiettivi nell’entroterra. Infine 2 commandos e<br />

il 231° gruppo di brigate di fanteria furono tenuti pronti a Riposto in Sicilia «per<br />

effettuare attacchi anfibi avvolgenti, lungo la costa settentrionale della Calabria,<br />

secondo le esigenze».<br />

All’entrata meridionale dello Stretto 15 navi da guerra britanniche, tra cui 2 incrociatori,<br />

si approssimarono per bombardare le difese a Reggio. Nel terreno montagnoso<br />

immediatamente sovrastante Messina, i cannoni che dovevano proteggere la traversata<br />

erano concentrati fila su fila. Chi osservava dalle colline il lento procedere attraverso lo<br />

stretto braccio di mare delle ondate di testa di circa 300 mezzi da sbarco e d’assalto,<br />

assieme ad un certo numero dei recenti traghetti «Rhino», aveva l’impressione di<br />

assistere ad un’esercitazione, più che al «rientro» di un esercito alleato sul continente

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!