20.05.2013 Views

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

almeno in parte la riconquista della Cirenaica e mette in forse la ripresa dell’avanzata in<br />

territorio egiziano. Molti, a Berlino, condividono le impressioni di Halder, che il 23 aprile<br />

riprende la penna per fare la seguente annotazione: «In tutti questi giorni Rommel non<br />

ci ha inviato nemmeno un rapporto privo di ambiguità e a me pare che la situazione sia<br />

confusa. Rapporti di ufficiali provenienti dal teatro africano, come pure una lettera<br />

privata, confermano che Rommel non è all’altezza del suo compito. Per tutto il giorno<br />

non fa che correre di qua e di là tra le sue unità sparpagliate, organizza puntate<br />

esplorative e spreca le proprie forze». Invidie, gelosie, malignità di generali? Certo, ma<br />

c’è anche qualcosa di più. Non ordinata, non voluta e non prevista, l’avanzata di<br />

Rommel ha sconvolto i piani tedeschi. La confusione che Halder nota in Africa si<br />

ripercuote negli ambienti del comando.<br />

Qui infatti si delinea, in seguito alla temeraria offensiva di Rommel, una possibile<br />

variante della strategia generale tedesca: alle forze dell’Asse si presenta per la prima<br />

volta l’occasione d’incunearsi nel Medio Oriente con una manovra a tenaglia che<br />

potrebbe far crollare, tra la pressione dell’Afrikakorps in Egitto e la contemporanea<br />

occupazione dei Balcani, la chiave di volta della potenza britannica nel mondo. Questa<br />

prospettiva durerà poco, perché intorno alla fine dell’anno le truppe italo-tedesche nel<br />

Nord Africa saranno costrette a ritirarsi più o meno sulle posizioni che occupavano<br />

all’inizio della campagna. Ma, proprio come un improvviso miraggio nel deserto, essa<br />

avrà l’effetto di disorientare comandanti e stati maggiori.<br />

Le imprese di Rommel in Cirenaica, approvate da Hitler, contrastate dal comando<br />

supremo ed esaltate dalla propaganda nazista, provocano ben presto un intervento<br />

dall’alto. Il vice di Halder, generale Friedrich Paulus («forse l’unica persona», secondo il<br />

capo di stato maggiore generale, «dotata di un ascendente sufficiente per far rimettere<br />

la testa a posto a quel matto da legare»), riceve l’incarico di recarsi in Libia per<br />

ricondurre all’ordine il ribelle. Paulus arriva il 27 aprile, studia con Rommel il nuovo<br />

piano d’attacco a Tobruk, dà a malincuore la sua autorizzazione e assiste, tre giorni<br />

dopo, ad un nuovo insuccesso. Le perdite tedesche sono altissime e i depositi di<br />

munizioni quasi vuoti. A poche settimane dalla sua entrata in scena l’Afrikakorps si trova<br />

a dovere affrontare la prima delle sue molte crisi dei rifornimenti: dalle quali, non meno<br />

che dal valore del nemico, dipenderà la sconfitta finale.<br />

Ha detto bene Streich: «Le illusioni di Rommel restavano sempre a corto di benzina». Di<br />

tutto ciò il comandante dell’Afrikakorps darà sempre la colpa agli italiani, responsabili<br />

dei convogli che dovevano rifornirlo attraverso il Mediterraneo. «Tradimento italiano»:<br />

con queste due parole il generale tedesco giustificherà sempre più spesso il fallimento<br />

dei suoi piani. Ma non è proprio così. Forse gli italiani «non amano il rumore degli<br />

spari», come ha detto von Thoma a Hitler, ma questa volta fanno il loro dovere. Lo<br />

dicono le cifre. Su 206.402 uomini inviati in Africa durante l’intera campagna ne<br />

sbarcano sani e salvi 189.162, pari a oltre il 91%. Su 599.338 tonnellate di carburante<br />

caricate nei porti d’imbarco ne arrivano a destinazione 476.703, pari all’80%. Su<br />

275.310 tonnellate di mezzi di trasporto e carri armati se ne consegnano 243.633, pari<br />

all’85%. Su 171.060 tonnellate di armi e munizioni quelle che raggiungono l’Africa sono<br />

149.462. A conti fatti, Rommel ricevette l’82% del carburante e l’86% di tutti gli altri<br />

rifornimenti inviatigli. Il che dimostra come non furono, evidentemente, gli italiani a<br />

«tradire», ma i tedeschi a sottovalutare il problema logistico rappresentato dal teatro di<br />

operazioni nordafricano e la volontà britannica di battersi senza risparmio. Che tra i<br />

grossi difetti di Rommel ci fosse «la tendenza a non tenere conto degli aspetti<br />

amministrativi della strategia» è sottolineato anche da uno storico autorevole come<br />

Basil Liddell Hart.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!