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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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Due anni e mezzo più tardi, quando ormai l’Italia, stremata, sta per uscire dal conflitto<br />

(e, caduto il fascismo, già s’iniziano le trattative per la resa), i bombardamenti aerei<br />

sulle città, inspiegabilmente, aumentano sia di ritmo che di durezza. Le nove incursioni<br />

più pesanti sulle città italiane sono infatti comprese fra il 13 luglio e il 15 agosto. La<br />

notte del 13 luglio 170 Stirling inglesi scaricano su Torino 762 tonnellate di bombe; il 17<br />

luglio, in pieno giorno, Napoli subisce due incursioni da parte di 353 bombardieri<br />

americani Flying Fortress, Liberator e Marauder (scortati da 164 Lightning) che lanciano<br />

sulla città 590 tonnellate di esplosivo; il 19 luglio, ancora, due incursioni diurne su<br />

Roma, compiute da 222 Fortress, 154 Mitchell e 146 Marauder accompagnati da 190<br />

Lightning gettano sulla capitale 996 tonnellate di bombe.<br />

L’8 agosto, di notte, 98 Lancaster inglesi attaccano Milano con 450 tonnellate di ordigni<br />

mentre, a Torino, 94 Halifax britannici ne lanciano 429 tonnellate. Il 13 agosto, di<br />

giorno, Roma è attaccata da 106 Fortress, 102 Marauder e 66 Mitchell americani che<br />

sganciano 454 tonnellate di esplosivo mentre, nella stessa notte, Milano registra un<br />

triste primato: una formazione di 405 aerei inglesi, Lancaster e Stirling, lancia sulla città<br />

1904 tonnellate di bombe. Anche Torino viene colpita quella notte da 996 tonnellate di<br />

esplosivo sganciate da 206 Halifax inglesi. La notte di Ferragosto, infine, 340 fra<br />

Lancaster e Halifax tornano ad accanirsi su Milano con tante bombe per 1534<br />

tonnellate.<br />

Per rispondere ad un quesito che neppure oggi è stato completamente risolto – e se<br />

cioè le distruzioni «scientifiche» di intere città erano davvero necessarie da un punto di<br />

vista strategico, oppure facevano parte di un piano di coercizione terroristica, per cui i<br />

bombardamenti divennero ancora più duri dopo la caduta del fascismo proprio allo<br />

scopo di spingere il popolo a mettersi fuori della guerra – è necessario esaminare come<br />

avvennero gli attacchi e quali reali reazioni psicologiche provocarono.<br />

Perché bombardamenti così terribili?<br />

All’inizio dell’agosto 1943 Terni viene attaccata. L’obiettivo dichiarato è la stazione<br />

ferroviaria ma le bombe finiscono sui quartieri di abitazione: la città viene semidistrutta,<br />

i morti accertati ammontano a 564. La domenica 8 agosto, all’una del mattino, Milano<br />

viene attaccata da oltre 90 aerei che demoliscono, con i «block-buster», interi gruppi di<br />

case a Porta Venezia, Porta Nuova, Porta Garibaldi. Spezzoni incendiari penetrano nella<br />

Scala ma vengono spenti a tempo dai custodi. Le bombe centrano il Castello Sforzesco,<br />

la Villa Reale, l’ospedale Fatebenefratelii, la Biblioteca Braidense: una polverizza la<br />

statua del poeta più caro ai milanesi, Carlo Porta; un’altra sventra le gabbie dello zoo e<br />

le scimmie, impazzite dal terrore, fuggono disperdendosi in tutta la città. Durante<br />

l’intera domenica gli incendi divampano in 600 punti di Milano.<br />

Il venerdì 13 agosto, all’una e un quarto di quella notte afosa, i bombardieri tornano<br />

con altre distruzioni; ricompaiono anche a Ferragosto e per la terza volta Milano è<br />

duramente colpita. Nessuno dubita che quelle azioni sono «puro terrorismo».<br />

All’indomani della tragica «tre giorni» milanese il bilancio è terrificante: la città manca di<br />

acqua, luce e gas; 1400 edifici sono stati distrutti; 11.000 hanno riportato danni così<br />

gravi da essere considerati perduti, le comunicazioni ferroviarie e telefoniche sono<br />

interrotte e «sarebbe occorsa almeno una settimana per riattivarle».<br />

Fu soprattutto Churchill che volle i bombardamenti aerei delle città italiane poiché<br />

riteneva (e non si sbagliava affatto) che essi avrebbero prodotto un notevole effetto<br />

psicologico sulle popolazioni. Per avere la prova della giustezza di questa scelta è<br />

sufficiente scorrere i rapporti segreti inviati dalla polizia italiana al governo e che sono<br />

stati consultati dallo storico Piero Melograni all’Archivio Centrale dello Stato di Roma. Il<br />

senso generale può condensarsi in questa osservazione, raccolta a Milano dopo il

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