20.05.2013 Views

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

eventuali reazioni ostili da parte della popolazione che di salvare onorevolmente i<br />

«valori» del regime che fino a qualche giorno prima hanno rappresentato.<br />

Tra i tanti ci sono veri e propri episodi di codardia. Se si può ritenere abbastanza<br />

sincera la professione di fedeltà al re del comandante dei «Moschettieri del Duce»<br />

(quella specie di truce guardia d’onore con tanto di teschio sul fez che circondava<br />

Mussolini, pugnale sguainato, nelle grandi occasioni, formata in parte da rampolli di<br />

nobili famiglie romane), è paura quella che suggerisce al tristemente noto capo delle<br />

squadre d’azione fasciste della capitale, Pollastrini, di chiedere la protezione della polizia<br />

contro presumibili «vendette» degli antifascisti.<br />

L’Esercito pattuglia le città<br />

Nell’apparato dello Stato, centrale e periferico, tra alti funzionari e prefetti,<br />

l’allineamento con la nuova situazione è automatico e totale, tanto che Senise ricorderà<br />

più tardi come da nessuno sia venuta la richiesta di essere collocato a riposo o almeno<br />

temporaneamente sollevato dalle responsabilità. Per Senise è una notazione positiva,<br />

ma per il popolo italiano il discorso è diverso: è l’ennesima prova del servilismo e del<br />

carrierismo di tanti funzionari che fino a qualche giorno prima professavano incrollabile<br />

fede fascista e attaccamento alla persona di Mussolini.<br />

E con funzionari e prefetti l’italiano «medio», che magari ha la tessera del partito,<br />

accettata il più della volte «per non avere grane», si accorge che anche moltissimi dei<br />

fascisti più convinti e severi verso i tiepidi, fino al 24 luglio, diventano all’improvviso<br />

altrettanto severi censori del regime, quando non vantano precedenti posizioni critiche<br />

nei confronti di Mussolini e del fascismo.<br />

Ugualmente infondato si rivela il timore di una «rivoluzione» a seguito della caduta di<br />

Mussolini. Il timore è nato dal fatto che gli ambienti monarchici si rendono conto, e<br />

sanno, come nel paese il discredito per il sovrano, che ha supinamente accettato per<br />

tanti anni le direttive del regime senza reagire, sia diffuso quasi quanto quello per il<br />

fascismo. Quanto alle forze antifasciste, con le quali prima o poi (nei programmi del re<br />

all’uscita dalla guerra) la monarchia e i suoi uomini di fiducia devono pure aprire un<br />

dialogo, è noto a tutti che le più attive sono anche quelle che più imputano alla<br />

monarchia la connivenza con il fascismo: comunisti, socialisti e «azionisti».<br />

Sono forze che durante gli «anni del consenso» poco o nulla hanno contato in Italia, ma<br />

che i disastri della guerra, il logoramento del regime fascista e la ribellione della<br />

popolazione contro le privazioni durissime e le sofferenze del conflitto hanno riportato<br />

alla ribalta, come hanno dimostrato le agitazioni di marzo nel triangolo industriale,<br />

dirette e coordinate soprattutto dai comunisti. D’altra parte il fascismo era prosperato<br />

sulla paura del comunismo, sapientemente alimentata dalla propaganda, e i nuovi<br />

governanti sono ancora perseguitati dalla paura che risorgano i «russi» e tornino a<br />

dominare la piazza in Italia.<br />

Ma la realtà è che se i partiti di sinistra, come abbiamo visto i più attivi, hanno avuto<br />

grande seguito con semplici slogan e parole d’ordine nelle fabbriche (e puntando<br />

soprattutto su scioperi rivendicativi e sull’uscita dalla guerra), il grosso della<br />

popolazione, anche nelle città industriali, è scarsamente «politicizzato», e anche incline<br />

alle facili illusioni.<br />

La caduta di Mussolini, l’atteggiamento remissivo dei suoi «fedelissimi», e soprattutto<br />

della Milizia, fin dalle prime ore ha causato autentica euforia. L’intervento tardivo del re<br />

è tuttavia salutato per qualche giorno con sincero entusiasmo: per qualche giorno,

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!