SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea
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Il Führer: «Badoglio ha assunto la direzione del governo: è il nostro peggiore nemico. Bisogna mettere subito le cose in chiaro, trovare qualche soluzione, portare sul continente le truppe che sono in Sicilia». Jodl: «Di decisiva importanza è sapere una cosa: se gli italiani continueranno a combattere o no». Il Führer: «Dichiarano di voler continuare a combattere, ma è un tradimento! Dobbiamo essere bene in chiaro: si tratta di un vero tradimento! Attendo solo di sapere ciò che ne pensa il duce. Coso parlerà ora con il duce. Forse sarà il duce stesso a chiamarlo. Se lo chiama, vorrei che il duce venisse subito qui, che venisse subito in Germania». Jodl: «Se la situazione è così equivoca, c’è una cosa sola da fare». Il Führer: «Ci ho già pensato, la mia idea sarebbe che la 3ª divisione corazzata granatieri occupi subito Roma e arresti l’intero governo». Jodl: «Queste truppe dovrebbero rimanere qui finché questa unità sarà ritirata. […] Tutto questo complesso in movimento quassù […] sospendere i combattimenti, data la situazione, in maniera di poter raccogliere insieme nei dintorni di Roma le forze che già vi si trovano e quelle che tiriamo fuori dì qui, mentre il restante delle truppe si concentra qui. Il problema sarà difficile qui». Il Führer: «Qui non resta che tentare di imbarcare i nostri uomini su navi tedesche, abbandonando il materiale – materiale qua, materiale là, non ha importanza, ciò che conta sono gli uomini. Ora sto per ricevere nuove notizie da Mackensen, poi prenderemo gli altri provvedimenti. Ma ad ogni modo queste truppe devono essere evacuate il più presto». Jodl: «Sissignore». Christian: «Mio Führer, posso ricordarvi l’ordine da far pervenire al maggior generale Jeschonnek, il quale si dispone a partire in volo da Berlino solo domani pomeriggio, e che invece dovrebbe essere qui già domani mattina?». Il Führer: «Sì, deve venire prima, anzi appena possibile». Christian: «Sì, mio Führer». Il Führer: «Per prima cosa è di decisiva importanza assicurarci il passaggio dei valichi alpini, e prendere immediatamente contatto con la 4ª Armata italiana perché passino in nostra mano i transiti francesi. Questo è per ora più importante di tutto. E per questo occorre far venire subito giù alcune unità, eventualmente anche la 24ª divisione corazzata». Keitel: «La peggiore cosa che ci potrebbe capitare sarebbe quella di non essere saldamente in possesso dei valichi». Il Führer: «Rommel è già partito?». Jodl: «Sì, è partito». Il Führer: «Dove si trova ora? A Wiener Neustadt?». Keitel: «Possiamo informarci». Il Führer: «Accertarsi subito dov’è Rommel! Occorre anche vedere che ora… Dunque: una divisione corazzata, la 24ª, è pronta. E importante che la 24ª sia al più presto in Italia, in modo da trasferire immediatamente qui la 34ª divisione corazzata, su una di queste linee ferroviarie, che si faccia subito questo concentramento di truppe, che la divisione granatieri «Feldherrnhalle», che è ancora ad una certa distanza, venga al più presto almeno ad occupare i valichi. Perché qui abbiamo per ora soltanto una divisione, che si trova nei pressi di Roma. La 3ª divisione corazzata granatieri è al completo qui presso Roma?». Jodl: «È qui, ma non interamente trasferibile, solo parzialmente». Il Führer: «Che armi e quanti carri d’assalto ha in dotazione?». Buhle: «La 3ª divisione corazzata granatieri ha 42 carri d’assalto».
Jodl: «Ma ora è stata anche già predisposta questa presa in consegna di elementi della 4ª Armata italiana». Il Führer: «E poi abbiamo ancora qui, grazie a Dio, la divisione cacciatori paracadutisti. E bisogna a tutti i costi recuperare gli uomini dalla Sicilia. Là essi non servono più a niente, devono essere portati di qua dallo stretto, specialmente i paracadutisti e anche il personale della «Göring». Il loro materiale non ci interessa, devono farlo saltare o comunque renderlo inservibile. Ma gli uomini devono venire di qua. Si tratta ora di 70.000 effettivi. Se possono essere aviotrasportati, saranno di qua più rapidamente. Essi devono costituire una linea di sbarramento qui. Che portino con sé solo le armi portatili, tutto il resto lo lascino andare, non ne hanno bisogno. Contro gli italiani ci bastano le armi portatili. Tenere la Sicilia non ha senso. Se si vuole tenere qualcosa, è da qui in su che si ha da farlo, non da qui. Da qui non è possibile. In seguito dovremo ritirarci naturalmente in qualche settore anche da qui, è ovvio… La cosa più importante è che le unità siano rapidamente al di qua dallo stretto e che venga portata in Italia la Leibstandarte». Zeitzler: «Va bene, darò subito gli ordini». […] Il Führer: «Abbiamo ricevuto ora questo rapporto: il duce ha presenziato ieri al Gran Consiglio. Al Gran Consiglio sono stati il Grandi, che io ho sempre definito un porco, il Bottai e soprattutto il Ciano a parlare contro la Germania. Hanno detto cioè che ora non avrebbe più alcun senso continuare la guerra, che bisognerebbe trovare il modo di trarne fuori l’Italia. Alcuni membri del Gran Consiglio erano contrari. Farinacci e altri si sono bensì pronunciati contro tali proposte, ma non con altrettanta efficacia quanta ne hanno avuta gli altri. Il duce aveva fatto comunicare questa sera a Mackensen che egli era deciso a continuare ad ogni costo la lotta e che non intende capitolare. Poi ho avuto improvvisamente la notizia che Badoglio desiderava parlare con Mackensen. Mackensen ha risposto che non aveva nulla da fare con lui. Allora costui fu ancora più pressante, gli mandò un uomo… ». Hewel: «È stato Mackensen a mandare uno dei suoi da Badoglio». Il Führer: «E Badoglio ha comunicato di essere stato testé incaricato dal re di formare un nuovo governo, avendo il duce abbandonato il governo. Che cosa vuoi dire «abbandonato»? Probabilmente quello straccione ha […] Io dico che le indicazioni dateci dal Filippo […] e questo si è già saputo». Keitel: «In che maniera si è sempre comportata la Casa reale! E il duce in questo momento non ha evidentemente più in mano alcuno strumento di potere […]». Il Führer: «Non ha niente! Gliel’ho sempre detto che non ha niente di proprio. Gli hanno impedito appositamente di possedere qualche strumento di potere. Ora il ministro Ribbentrop ha dato ordine che il Mackensen si rechi personalmente al ministero degli Esteri. Probabilmente gli verrà data ufficialmente la notizia. Suppongo che sarà così. Inoltre il nostro ministro mi chiede se sono d’accordo che Mackensen vada subito anche dal duce. Ho risposto che deve infatti andare subito dal duce e, se possibile, persuaderlo a venire immediatamente in Germania. Posso presumere che voglia parlare con me. Se il duce viene qui, va bene; se non viene, non so come prenderla. Sarebbe bene che il duce venisse in Germania e parlasse con me. Ma se non viene, se non può o ha rinunciato a ciò soprattutto perché non si sente di nuovo bene, ciò che non sarebbe affatto sorprendente in mezzo ad una simile genia di traditori, in questo caso non si sa cosa fare. Quel coso ha comunque dichiarato subito che la guerra continua, che in questo senso nulla è cambiato. Questo doveva farlo, ma si tratta di un tradimento. Ma anche noi dobbiamo per il momento stare al gioco, preparandoci nel contempo ad impossessarci fulmineamente di tutta la baracca, a togliere di mezzo tutta quella gentaglia. Manderò domani laggiù un uomo dì fiducia, per dare ordine al comandante della 3ª divisione corazzata granatieri dì
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le truppe che sono in Sicilia».<br />
Jodl: «Di decisiva importanza è sapere una cosa: se gli italiani continueranno a combattere<br />
o no».<br />
Il Führer: «Dichiarano di voler continuare a combattere, ma è un tradimento! Dobbiamo<br />
essere bene in chiaro: si tratta di un vero tradimento! Attendo solo di sapere ciò che ne<br />
pensa il duce. Coso parlerà ora con il duce. Forse sarà il duce stesso a chiamarlo. Se lo<br />
chiama, vorrei che il duce venisse subito qui, che venisse subito in Germania».<br />
Jodl: «Se la situazione è così equivoca, c’è una cosa sola da fare».<br />
Il Führer: «Ci ho già pensato, la mia idea sarebbe che la 3ª divisione corazzata granatieri<br />
occupi subito Roma e arresti l’intero governo».<br />
Jodl: «Queste truppe dovrebbero rimanere qui finché questa unità sarà ritirata. […] Tutto<br />
questo complesso in movimento quassù […] sospendere i combattimenti, data la<br />
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Il problema sarà difficile qui».<br />
Il Führer: «Qui non resta che tentare di imbarcare i nostri uomini su navi tedesche,<br />
abbandonando il materiale – materiale qua, materiale là, non ha importanza, ciò che conta<br />
sono gli uomini. Ora sto per ricevere nuove notizie da Mackensen, poi prenderemo gli altri<br />
provvedimenti. Ma ad ogni modo queste truppe devono essere evacuate il più presto».<br />
Jodl: «Sissignore».<br />
Christian: «Mio Führer, posso ricordarvi l’ordine da far pervenire al maggior generale<br />
Jeschonnek, il quale si dispone a partire in volo da Berlino solo domani pomeriggio, e che<br />
invece dovrebbe essere qui già domani mattina?».<br />
Il Führer: «Sì, deve venire prima, anzi appena possibile».<br />
Christian: «Sì, mio Führer».<br />
Il Führer: «Per prima cosa è di decisiva importanza assicurarci il passaggio dei valichi<br />
alpini, e prendere immediatamente contatto con la 4ª Armata italiana perché passino in<br />
nostra mano i transiti francesi. Questo è per ora più importante di tutto. E per questo<br />
occorre far venire subito giù alcune unità, eventualmente anche la 24ª divisione<br />
corazzata».<br />
Keitel: «La peggiore cosa che ci potrebbe capitare sarebbe quella di non essere<br />
saldamente in possesso dei valichi».<br />
Il Führer: «Rommel è già partito?».<br />
Jodl: «Sì, è partito».<br />
Il Führer: «Dove si trova ora? A Wiener Neustadt?».<br />
Keitel: «Possiamo informarci».<br />
Il Führer: «Accertarsi subito dov’è Rommel! Occorre anche vedere che ora… Dunque: una<br />
divisione corazzata, la 24ª, è pronta. E importante che la 24ª sia al più presto in Italia, in<br />
modo da trasferire immediatamente qui la 34ª divisione corazzata, su una di queste linee<br />
ferroviarie, che si faccia subito questo concentramento di truppe, che la divisione<br />
granatieri «Feldherrnhalle», che è ancora ad una certa distanza, venga al più presto<br />
almeno ad occupare i valichi. Perché qui abbiamo per ora soltanto una divisione, che si<br />
trova nei pressi di Roma. La 3ª divisione corazzata granatieri è al completo qui presso<br />
Roma?».<br />
Jodl: «È qui, ma non interamente trasferibile, solo parzialmente».<br />
Il Führer: «Che armi e quanti carri d’assalto ha in dotazione?».<br />
Buhle: «La 3ª divisione corazzata granatieri ha 42 carri d’assalto».