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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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fascismo che è il dizionario biografico di Edoardo Savino. Durante la seduta, non apre<br />

bocca. Ma vota l’o.d.g. Grandi e per questo sarà fucilato a Verona.<br />

Dino Alfieri. (n. a Bologna l’8-7-1886, m. il 2-1-1966). Ex nazionalista, divenne<br />

presidente della Società Autori. Ma il «salto di qualità» avvenne con l’incarico di<br />

organizzare la Mostra della Rivoluzione fascista. Ministro della Stampa e Propaganda.<br />

passa poi alla diplomazia e viene nominato ambasciatore presso la Santa Sede; a sostituire<br />

Attolico (silurato perché sgradito ai tedeschi), va ambasciatore a Berlino dove si fa scrivere<br />

i rapporti dai giornalista Cristiano Ridomi. Mussolini lo ha definito «un chiacchierino»; il<br />

giudizio di Ciano è più icastico: «Un prezioso fregnone». Vota l’o.d.g. Grandi, poi manda<br />

una lettera di scuse a Mussolini. Ad ogni buon conto, si rifugia in Svizzera.<br />

Giuseppe Bottai. (n. a Roma il 3-9-1895, m. il 9-1-1959). È il personaggio certamente<br />

più interessante espresso dal fascismo. Ufficiale degli arditi in guerra, squadrista a Roma,<br />

«gerarca senza orbace che sognava la libertà», «l’uomo che Mussolini si metteva<br />

all’occhiello per far bella figura», individuo «scomodo ma sincero». È stato l’autore della<br />

Carta del Lavoro e il fondatore delle riviste Critica fascista e Primato, piuttosto aperte e<br />

intelligenti. Giudicato unanimemente «onesto, incorruttibile, l’uomo migliore del fascismo»,<br />

è al centro della congiura dì luglio, con Grandi e Ciano. Dopo la caduta del fascismo si<br />

arruolerà nella Legione Straniera, combattendo valorosamente contro i tedeschi. Generale<br />

a 30 anni, si ritroverà così sergente a cinquanta.<br />

Guido Buffarini Guidi. (n. a Pisa il 19-8-1895, m. il 29-5-1945). Buon combattente,<br />

avvocato, squadrista. Dal 1932 al 1943 è stato sottosegretario all’interno. Intelligentissimo,<br />

machiavellico, re dell’intrigo, ha giocato una partita sottile fra Rachele Mussolini e Claretta<br />

Petacci (alla quale passava 100.000 lire al mese dai fondi segreti del ministero). Ciano dice<br />

di lui: «È un aspide». Il capo della polizia, Senise: «Ipocrita e ladro, ha preso soldi persino<br />

per arianizzare gli ebrei». Durante la seduta rivolge a Mussolini «una faccia ansiosa di<br />

servitore che vuoi farsi gradito», ma ne sfotte le capacità militari sussurrando ameni<br />

episodi ai vicini. Salvo poi precipitarsi dal duce e dirgli: «Qui c’è puzza di tradimento».<br />

Durante la RSI giocherà un ruolo molto importante. Morirà malissimo, da vigliacco, fucilato<br />

dai partigiani.<br />

Galeazzo Ciano. (n. a Livorno il 18-3-1903, m. l’11-1-1944). Risulta ufficialmente<br />

squadrista e Marcia su Roma, ma non è vero. Laureato in legge, aspirante scrittore e<br />

commediografo, dopo una breve parentesi giornalistica, compie la grande svolta della sua<br />

vita: sposa Edda Mussolini. Diplomatico, fa carriera rapidissima. Lo chiamano «il genero di<br />

lusso», «Edda Edda Alalà». Ugo D’Andrea dice di lui: «Ambizioso, avido di onori, di piaceri,<br />

di denaro, di popolarità, di potere». «Un incosciente», secondo lo storico Barbagallo. Nella<br />

sua vita ci sono cose ignobili come l’organizzazione della fischiata al Negus a Ginevra, e<br />

cose nobili come la fedeltà alle amicizie e il sincero amore per la moglie (malgrado i<br />

tradimenti) e i figli. Sostanzialmente timido, costretto a recitare la parte dei duro, imitatore<br />

smaccato del suocero, ha lottato per tutta la vita contro un fisico infelice (grassoccio, con<br />

le gambe a X che gli hanno guadagnato il soprannome di «piede piatto d’acciaio», la voce<br />

in falsetto). Sinceramente antitedesco, pagherà questo sentimento con la vita. Dell’o.d.g.<br />

Grandi è stato uno degli estensori e Mussolini non glielo perdonerà.<br />

Alberto de Stefani. (n. a Verona il 6-10-1879). Professore universitario, caporale d’onore<br />

della MVSN, è stato persino consulente di Chiang Kai-shek. Stranamente, Ciano nei suoi<br />

Diari non parla di lui nemmeno una volta. Nella seduta, fa un discorsetto «elegante e<br />

accurato», ma nessuno gli bada.<br />

Roberto Farinacci. (n. a Isernia il 16-10-1892, m. il 28-4-1945). Forse la più odiosa<br />

figura del fascismo. Ripetente a scuola, ignorante, imboscato durante la guerra.<br />

Ferroviere, viene soprannominato «Onorevole Tettoia». Ex socialista, passa ai fascismo

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