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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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fedeli, Scorza in testa, si affanneranno a cercarlo fino a sera inoltrata. Intanto Badoglio è<br />

stato avvertito di tutto e si prepara al momento dell’ingresso sulla scena come primo<br />

ministro.<br />

Badoglio: «La guerra continua»<br />

In Italia si vive una pigra domenica d’estate, ma tutti avvertono che qualcosa di strano è<br />

nell’aria. Da una certa ora in poi le trasmissioni radiofoniche sono di fatto interrotte e la<br />

voce monotona di uno speaker ripete ogni dieci minuti che tra poco sarà dato un<br />

importante annuncio. L’attenzione della gente diventa più acuta, di casa in casa, nelle città<br />

e nei centri di sfollamento ci si passa la parola: sta succedendo qualcosa. Molti pensano a<br />

un annuncio di armistizio, altri ad un colpo di mano di Mussolini contro la monarchia.<br />

Finalmente, a tarda sera, la voce dello speaker delle grandi occasioni legge alla radio il<br />

seguente messaggio: «Sua Maestà il Re Imperatore ha accettato le dimissioni dalla carica<br />

di Capo del Governo, Primo Ministro e Segretario di Stato, presentate da Sua Eccellenza il<br />

Cavaliere Benito Mussolini, e ha nominato Capo del Governo, Primo Ministro e Segretario<br />

di Stato, il Cavaliere, Maresciallo d’Italia, Pietro Badoglio».<br />

Seguono poco dopo – sono le 22.45 – i messaggi di Vittorio Emanuele III e di Badoglio alla<br />

nazione-<br />

Generico, di prammatica, il messaggio del re richiama gli italiani all’unione con lui nella<br />

«incrollabile fede nell’immortalità della patria» e li invita a ritrovare «la via della riscossa».<br />

Ambiguo e deludente il messaggio di Badoglio (che si saprà poi scritto da Vittorio<br />

Emanuele Orlando, il «presidente del Consiglio della Vittoria»). In esso si dice<br />

espressamente e all’inizio: «La guerra continua», si ribadisce che «l’Italia mantiene fede<br />

alla parola data» e si conclude dicendo che «la consegna ricevuta è chiara e precisa: sarà<br />

scrupolosamente eseguita e chiunque si illuda di poterne intralciare il normale<br />

svolgimento, o tenti di turbare l’ordine pubblico, sarà inesorabilmente colpito». Ancora<br />

minacce, il tono della dittatura, dopo anni di sofferenze, per il popolo italiano. Ma dopo la<br />

prima doccia fredda molti cominciano a valutare con attenzione il messaggio, e vi scorgono<br />

un linguaggio di comodo per «tenere buoni» i tedeschi, con la prospettiva a breve termine<br />

di sganciarsi dalla guerra. Il fatto è che anche i tedeschi usano la stessa chiave di lettura e<br />

se già prima non si fidavano della monarchia, della casta militare italiana e di Badoglio in<br />

particolare, ora i loro sospetti sono certezze.<br />

Cominciano gli ambigui 45 giorni di Badoglio che tante sofferenze porteranno ancora ai<br />

soldati e alla popolazione. Ma le prime ore del lunedì sono per la stragrande maggioranza<br />

degli italiani di giubilo, di incosciente euforia, Si demoliscono insegne del regime, si<br />

sbandierano ritratti del re e di Badoglio. Badoglio lascerà fare per un giorno o due, poi<br />

cercherà di fare tornare la nazione nella normalità, al rispetto della legalità. Ma a sbollire<br />

gli entusiasmi penseranno i durissimi bombardamenti alleati di agosto. Mentre la situazione<br />

precipita sul fronte siciliano, gli Alleati preparano l’attacco all’Italia continentale, dal<br />

Brennero, contrastate da nessuno, continuano a scendere le divisioni di Hitler.<br />

Il 25 luglio ha davvero girato una pagina nella storia d’Italia, ma le nubi di un’altra<br />

tragedia si stanno minacciosamente addensando,

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