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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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monumento». Ciò nonostante, nel corso di una riunione con Tedder, Spaatz e Doolittle,<br />

raccomandò caldamente il massimo riguardo per l’Urbe. Un riguardo possibile, fece<br />

notare, dato che la Roma storica, religiosa e artistica era lontana chilometri dagli<br />

obiettivi. […]<br />

All’attacco agli scali ferroviari romani furono destinati 4 Gruppi di Fortezze Volanti della<br />

12ª USAAF. e 5 Gruppi di Liberator della 9ª, per un totale di 270 quadrimotori: 2 Gruppi<br />

di Mitchell e 3 Gruppi di Marauder con la scorta dei Lightning furono destinati invece<br />

all’attacco agli aeroporti, complessivamente 321 bimotori. Il carico generale superava le<br />

900 tonnellate.<br />

Il sole splendeva sui Sette Colli la mattina di lunedì, 19 luglio 1943, e i romani – un<br />

milione e quattrocentomila – erano scettici. La vita era grama, si mangiava male, faceva<br />

caldo. Per grazia divina Roma era Roma, c’era il Papa, nessuno avrebbe osato toccarla<br />

(Ma nel 410, nel 455, nel 1527 e tante altre volte l’avevano toccata. Nel 1870, anzi,<br />

l’avevano fatto proprio perché c’era il Papa). Che cosa voleva dire «state lontani dagli<br />

obiettivi militari»? Quali obiettivi militari?<br />

I primi Squadroni di Fortezze Volanti, argentei, apparvero alti nel cielo, arrivando da<br />

nord per sorprendere le difese. Centinaia di migliaia di romani seguirono a testa in su la<br />

loro rotta. Chissà dove andavano.<br />

«Sono bellissimi!», disse rapito un bimbo di Porta Maggiore. Un minuto dopo moriva,<br />

avendo negli occhi uno stupore sconfinato.<br />

Erano le 11.13. I sibili delle bombe lasciarono tutti esterrefatti. La prima salva fulminò<br />

un gruppo di fabbricati popolari del Prenestino, cogliendo gli inquilini ai balconi e sulle<br />

scale. Furono spazzati come foglie al vento. Poi, mentre il rombo possente dei motori<br />

riempiva l’aria di echi sinistri, la pioggia d’esplosivo s’infittì, divenne torrenziale. I boati<br />

laceravano i timpani e opprimevano i cuori. Blocchi di cemento e pezzi di metallo<br />

volavano nel fumo denso, attraversato freneticamente da lampi violacei. Gli ordigni<br />

panciuti da 500, 1000 e 2000 libbre cadevano con straordinaria precisione sempre negli<br />

stessi quadranti a mano a mano che gli Squadroni di Fortezze e di Liberator si<br />

succedevano sui bersagli. I puntatori erano stati scelti e istruiti bene.<br />

Il quartiere Tiburtino fu il più martoriato e pianse il numero maggiore di vittime (717<br />

morti e 1599 feriti a Roma, secondo gli accertamenti del 22 luglio. I morti salirono poi a<br />

circa 1500). Anche le zone Prenestina e Latina furono durissimamente colpite. Le<br />

bombe U.S. piovvero copiose sui Centro di Studi della Città Universitaria, su alcuni<br />

padiglioni ospedalieri del Policlinico, sul Cimitero del Verano, su alcune piccole industrie<br />

e una succursale della FIAT. Offesero anche la stupenda basilica di San Lorenzo fuori le<br />

Mura; che però fu l’unica costruzione storica, religiosa e artistica di Roma – apparteneva<br />

anzi al Vaticano e non all’Italia – che venne semidistrutta.<br />

La tragedia fu grande, nei rioni colpiti. E la vita di chi abitava in quei paraggi non era<br />

meno importante di quella di chi aveva l’appartamento in Piazza di Spagna o presso i<br />

Mercati di Traiano. Ma, obiettivamente, non contava più della vita degli altri, siciliani,<br />

napoletani, genovesi, torinesi, milanesi, dei civili di Londra e, perché no, di Berlino.<br />

Nel pomeriggio, mentre fra Porta Maggiore e il Tiburtino era tutto un pianto, e da tutta<br />

Roma e dalle città vicine accorrevano frotte di volonterosi per recare il poco aiuto che<br />

potevano, in uno con le organizzazioni civili e militari, i Mitchell, i Marauder e i Lightning<br />

fecero temere una nuova strage. Giunsero puntuali sugli aeroporti di Ciampino e del<br />

Littorio, sganciarono di precisione e fracassarono gran parte di ciò che era utile<br />

fracassare. Solo su Ciampino il fuoco della contraerea fu insidioso. S’alzarono anche 30<br />

caccia e abbatterono un Mitchell e un Marauder: questo il prezzo pagato quel giorno<br />

dalle USAAF. secondo le relazioni ufficiali.

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