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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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colonne in marcia, causando perdite e distruzioni gravissime. Nella zona di Licata e di<br />

Siracusa si impegnano combattimenti e dall’alba dell’11 luglio la «Livorno» e la<br />

«Göring» avanzano affiancate verso la spiaggia di Gela, mettendo a dura prova le<br />

fanterie della 1ª Divisione americana; poi intervengono le artiglierie navali e bloccano<br />

sanguinosamente le forze dell’Asse (i contatti fra fanterie alleate a terra e artiglierie in<br />

mare sono perfetti anche se accadono tremendi errori: nella serata dell’11 luglio 144<br />

Dakota che volano in formazione a 250 metri di quota per lanciare duemila paracadutisti<br />

su Gela, sono colpiti per sbaglio dai cannoni delle navi amiche che ne abbattono 23 e<br />

disperdono gli altri sicché soltanto 400 paracadutisti possono essere lanciati).<br />

La battaglia nella piana di Catania<br />

Guzzoni, dopo 48 ore di battaglia, si rende conto che le truppe a sua disposizione sono<br />

troppo poche per mantenere un fronte così ampio sicché decide di raggrupparle –<br />

d’accordo con Kesselring – sulla linea Santo Stefano di Camastra-Nicosia-Leonforte-<br />

Piana di Catania: la riuscita di questa operazione, che gli stessi americani definiranno<br />

«magistrale» e che consentirà la resistenza in Sicilia fino alla metà di agosto, è però<br />

avversata da Hitler il quale ordina alle proprie truppe di non cedere di un passo se non<br />

costrette dal nemico. Guzzoni e Kesselring ritengono che sia essenziale impedire a<br />

Montgomery di giungere rapidamente a Messina, mentre gli Alleati intendono<br />

annientare, prima di ogni altra cosa, la resistenza incontrata nella Piana di Catania da<br />

parte delle Divisioni «Göring», «Livorno», «Napoli» e di reparti costieri italiani della<br />

«Difesa porto Catania».<br />

È qui che la battaglia divampa e si fa più dura che altrove. Nella serata del 13 luglio un<br />

reggimento della 1ª Divisione paracadutisti tedesca è aviolanciato nella piana contesa<br />

ma subito dopo giungono nella stessa zona i paracadutisti inglesi della 1ª Brigata partiti<br />

dalla Libia. Parecchi aerei perdono però l’orientamento e ritornano alla base, altri<br />

atterrano a Malta; quelli che giungono sulla Sicilia lanciano i paracadutisti a casaccio.<br />

Ben pochi si trovano vicino al ponte di Primosole, loro obiettivo, e il comandante della<br />

brigata, generale Lathbury, si viene a trovare col solo suo attendente a cinque<br />

chilometri di distanza dall’obiettivo prestabilito.<br />

Nella stessa notte un «commando» inglese riesce a sbarcare sulla costa presso Agnone,<br />

accolto dall’intenso fuoco di un reparto costiero e soltanto a prezzo di ingenti perdite<br />

riesce ad infiltrarsi nelle linee e a penetrare in profondità nell’entroterra.<br />

Al ponte di Primosole si impegna una lotta pesantissima che durerà parecchi giorni e<br />

alla quale partecipano forze tedesche, il 372° Battaglione costiero e il 2° Battaglione<br />

arditi italiani. Dal 17 luglio, superata la resistenza ad Agrigento, le divisioni corazzate<br />

americane 3ª, 82ª e 2ª avanzano a ventaglio nella Sicilia occidentale che il comando ha<br />

rinunciato a difendere per trasferire le Divisioni «Assietta» e «Aosta» sulla linea Santo<br />

Stefano-Nicosia. Gli americani possono così giungere con facilita a Palermo (22 luglio),<br />

stringendo in un cerchio inespugnabile le forze costiere italiane.<br />

È colpa dell’ordine di Hitler se la manovra ideata da Guzzoni non riesce completamente.<br />

La ritirata della 15ª Divisione tedesca, infatti, è lentissima fra la costa settentrionale e<br />

Leonforte. Poiché, inaspettatamente, gli inglesi sospendono i loro attacchi nella piana di<br />

Catania il Comando delle Forze Armate Sicilia ritiene di poter realizzare<br />

tempestivamente la linea di difesa a oltranza tracciata da Guzzoni. Ora anche i tedeschi<br />

sembrano d’accordo, tanto che un reggimento della 29ª Divisione corazzata giunge<br />

dalla Calabria e avanza sulla strada costiera occidentale. Ancora il 25 luglio il generale<br />

Hube, comandante delle truppe tedesche in Sicilia, dà a Guzzoni ampie assicurazioni<br />

che le sue truppe difenderanno, con quelle italiane, la prevista linea di resistenza.

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