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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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Documenti e testimonianze<br />

Maxwell D. Taylor, l’«agente speciale» di Eisenhower<br />

Fra i tanti condottieri americani più o meno improvvisati (Eisenhower, Patton, Ridgway,<br />

MacArthur, Marshall, Bradley), il generale a quattro stelle Taylor è forse uno dei meno<br />

noti al grande pubblico, eppure pochi più di lui ebbero in sorte di svolgere una parte<br />

decisiva in momenti assolutamente critici e determinanti della guerra. Taylor, in<br />

particolare, fu protagonista nella campagna d’Italia e nell’invasione della Normandia.<br />

Nato nel 1901 a Keytesville, nello Stato del Missouri, entra giovanissimo all’Accademia<br />

militare di West Point dopo gravi contrasti con il padre che avrebbe voluto vedergli<br />

scegliere una professione borghese, e ne esce nel 1921, con ottima classificazione, e il<br />

grado di sottotenente dell’arma del Genio. Taylor presta poi servizio a Camp Meade, nel<br />

Maryland, nelle Hawaii e infine a Camp Lewis, nello Stato di Washington. Qui, nel 1932,<br />

decide improvvisamente di cambiare arma e passa nell’artiglieria dove si distingue<br />

presto come ottimo tecnico. Capitano nel 1935, ottiene il diploma della scuola di Stato<br />

Maggiore di Fort Leavenworth e comincia a dare prova di spiccate qualità diplomatiche,<br />

tanto che viene accreditato come addetto militare a Tokyo.<br />

Generale a quarant’anni<br />

Nel 1940 è promosso maggiore, anzi «comandante» come si diceva allora nell’esercito<br />

americano. Assegnato al Dipartimento della Guerra. a partire dal 1941 si occupa<br />

dell’organizzazione delle prime grandi unità aerotrasportate delle forze armate degli<br />

Stati Uniti. Nel frattempo la sua carriera è rapida: tenente colonnello nel 1941, salta il<br />

grado di colonnello e ottiene i galloni di generale di brigata al principio del 1942, all’età<br />

quindi di appena quarant’anni.<br />

La grande ora di Maxwell Davenport Taylor scocca nel settembre 1943 in occasione<br />

della resa italiana. Dopo avere combattuto nella campagna di Tunisia e avere preso<br />

parte allo sbarco in Sicilia sulla spiaggia presso Capo Passero, Tayor ricopre ora<br />

l’incarico, al momento in cui si avviano le trattative di Cassibile, di vicecomandante<br />

generale e comandante dell’artiglieria della 82ª Divisione aerotrasportata, agli ordini di<br />

Matthew B. Ridgway, futuro Capo di Stato Maggiore generale delle forze USA e<br />

dell’alleanza NATO. La 82ª è proprio la divisione scelta alla quale il comandante alleato<br />

in Mediterraneo, Eisenhower, e con lui il suo vice Alexander, pensano per attuare quella<br />

«calata» sussidiaria, ma in forze, nelle immediate vicinanze di Roma, che avrebbe<br />

dovuto «persuadere» i tedeschi di Kesselring ad andarsene dall’intera Italia peninsulare<br />

e facilitare così decisamente la riuscita dell’operazione di sbarco principale, quella di<br />

Salerno.<br />

È un momento di estrema confusione e incertezza, militare e politica. Mussolini è<br />

appena stato rovesciato ma Badoglio ha proclamato solennemente alla radio che «la<br />

guerra continua». Gli Alleati continuano a diffidare degli italiani e questi pensano,<br />

ingenuamente, che inglesi e americani, vista la buona volontà italiana di arrendersi, anzi<br />

di passare da una parte all’altra, non avrebbero esitato a confidare i loro piani strategici<br />

più segreti nel nuovo clima di embrassons-nous. Era una sciocchezza, tanto che ad un<br />

certo momento il Capo di Stato Maggiore di Eisenhower, Bedell Smith, zittisce<br />

bruscamente il nostro generale Castellano ripetendogli una frase già sfuggita ad<br />

Alexander: «L’Italia non potrà mai essere nostra alleata dopo una lunga guerra, la

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