20.05.2013 Views

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Queste critiche ebbero l’effetto di raccogliere attorno al Croce alcuni uomini politici di<br />

orientamento conservatore tra cui Alessandro Casati, Alberto Bergamini e giovani come<br />

Niccolò Carandini e Leone Cattani. Essi decisero di dar vita al Partito Liberale che in un<br />

primo momento chiamarono Ricostruzione Liberale.<br />

Il Partito Repubblicano si ricostituì più tardi degli altri partiti antifascisti. Alcuni suoi ex<br />

dirigenti come Oronzo Reale, che era stato segretario della Federazione Giovanile<br />

Repubblicana, rimasero a lungo nel Partito d’Azione, mentre altri che si trovavano<br />

nell’emigrazione, come Randolfo Pacciardi, tornarono in Italia solo dopo la Liberazione.<br />

All’interno del Paese, nelle zone dove la tradizione mazziniana era più forte che altrove,<br />

come nel Lazio, nelle Marche e in Romagna, rimasero in vita alcune organizzazioni<br />

repubblicane. Esse agivano senza collegamenti con altre forze clandestine perché la<br />

pregiudiziale istituzionale le portava a respingere i compromessi che su questo problema<br />

altri partiti erano disposti a raggiungere.<br />

Quando si andò delineando chiaramente che il regime fascista aveva i giorni contati, anche<br />

le forze cattoliche, rimaste fino a quel momento inattive, cominciarono a lavorare alla<br />

ricostituzione del loro partito.<br />

Per l’esattezza, si deve riconoscere che non tutti i cattolici erano restati passivi di fronte al<br />

regime fascista. Ad esempio, il Movimento Guelfo di Milano diretto da Piero Malvestiti<br />

condusse una certa attività antifascista e i suoi animatori subirono condanne non lievi dal<br />

Tribunale Speciale.<br />

Durante gli anni della dittatura la Chiesa cattolica, con la sua organizzazione aveva reso<br />

possibile ad alcuni gruppi di ex popolari di mantenere i contatti tra loro e questi, verso la<br />

fine del 1942, divennero più frequenti perché alcuni fra i cattolici più autorevoli, tra i quali<br />

Alcide De Gasperi, Giuseppe Spataro, Giovanni Gronchi, Mario Scelba e Piero Malvestiti,<br />

avevano deciso di portare a termine la riorganizzazione delle loro file.<br />

De Gasperi, che si presentava come il portatore ufficiale del pensiero delle gerarchie<br />

ecclesiastiche, stabili i primi contatti con il Movimento Guelfo di Milano e con i suoi<br />

dirigenti, Malvestiti, Clerici e Falck, discusse a Borgo Val Sugana, nel gennaio del 1943, i<br />

termini della riunificazione dei vari gruppi cattolici.<br />

Nello stesso mese di gennaio, al Congresso dei laureati cattolici che si tenne a Roma, ebbe<br />

luogo una riunione alla quale parteciparono i rappresentanti dei vari gruppi cattolici che<br />

esistevano allora in Italia. Nel corso di quest’incontro si decise di dar vita ad un nuovo<br />

partito al quale fu dato il nome di Democrazia Cristiana.<br />

Agli inizi del 1943 quasi tutti i partiti antifascisti avevano definito il loro programma di<br />

azione, anche se non tutti erano capaci o disposti a realizzarlo.<br />

Il Partito d’Azione pubblicò nel gennaio del 1943 il suo programma, nel quale si esprimeva,<br />

prima di ogni altra rivendicazione, l’esigenza della lotta all’istituto monarchico ritenuto, al<br />

pari del fascismo, responsabile delle sciagure del Paese. Sul piano programmatico, si<br />

prospettavano una serie di riforme, le principali delle quali erano: la limitazione delle<br />

grosse oligarchie finanziarie, la riforma agraria, la partecipazione degli operai alla gestione<br />

delle aziende e il decentramento amministrativo.<br />

Le critiche del Croce al programma degli azionisti furono molto dure. Egli sosteneva che<br />

esso: «era pregno di quel socialismo che con le sue contraddizioni e le sue inconcludenze<br />

fu non ultima cagione della crisi accaduta in Italia». «È da prevedere», aggiungeva, «che<br />

un programma di questa sorta finirà col suscitare scontentezze, ribellioni e indebolirà<br />

l’azione per la libertà».<br />

Partendo da queste posizioni, Benedetto Croce cercò di collegarsi con quanti «convenivano<br />

tra loro per stabilire, rispettare e far rispettare la libertà», spingendoli a ricostituire il<br />

partito Liberale il cui orientamento fu fin dall’inizio conservatore.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!