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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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Centro-Nord e insieme costituivano un’organizzazione abbastanza efficiente, anche se<br />

limitata ad alcune zone del Paese.<br />

I socialisti di cui si è parlato finora non erano i soli a rappresentare e, come si vedrà in<br />

seguito, a rivendicare l’eredità del socialismo italiano. Nel settembre del 1942 un altro<br />

gruppo, che fino a quel momento aveva svolto una scarsa attività, decise di ricostituire il<br />

PSI e, procedendo con un metodo singolare, nominò anche una direzione «nazionale»<br />

composta da Lizzadri, Vernocchi, Romita, Perrotti e Canevari. Romita fu eletto segretario<br />

generale del partito e Lizzadri vice segretario. Questi, nel suo libro Il regno di Badoglio,<br />

sostiene anche che nel settembre del 1942 si era ricostituito il PSI in quasi tutte le<br />

province italiane.<br />

Quelle che Lizzadri chiama organizzazioni non erano però che piccoli gruppi di vecchi<br />

militanti socialisti. I giovani, come lo stesso Lizzadri ammette, si raccoglievano nel<br />

Movimento di Unità Proletaria, che si era ufficialmente costituito il 10 gennaio del 1943 nel<br />

corso di un convegno tenuto a Milano e al quale parteciparono numerose organizzazioni<br />

socialiste del Centro-Nord. Alla direzione dei Movimento di Unità Proletaria furono eletti:<br />

Basso, Viotto, Luzzatto, Veratti e Recalcati.<br />

Fino all’agosto del 1943 continuarono ad esistere due organizzazioni socialiste in polemica<br />

tra loro (almeno nei primi tempi). Nel Movimento di Unità Proletaria vi fu anche una<br />

scissione a destra, peraltro insignificante, che portò alcuni vecchi riformisti come il<br />

D’Aragona ad aderire al PSI.<br />

A Roma, dove si trovava la direzione del Partito Socialista Italiano, esistevano altre due<br />

organizzazioni socialiste, composte in prevalenza da giovani: l’Unione proletaria e il Partito<br />

Socialista Rivoluzionario, la prima delle quali era abbastanza consistente. Alcuni dei suoi<br />

militanti assunsero, in seguito, cariche direttive nel Partito Socialista: Corona, Vecchietti,<br />

Zagari e Fioretti.<br />

Tra la fine del 1942 e gli inizi del 1943 si formò in Italia un nuovo partito, che i suoi<br />

aderenti chiamarono Partito d’Azione. Esso era l’erede dei gruppi di Giustizia e Libertà, e<br />

appunto da essi proveniva la maggioranza dei suoi militanti, in prevalenza uomini di<br />

cultura e intellettuali […].<br />

Al momento della sua costituzione il Partito d’Azione aveva tra i suoi principali dirigenti:<br />

Ugo La Malfa, Carlo Ludovico Ragghianti, Guido Calogero e, seppure in quel momento in<br />

carcere, Riccardo Lombardi, Ernesto Rossi, Oronzo Reale, Achille Battaglia, Guido de<br />

Ruggiero, Sergio Fenoaltea e Federico Comandini. Nel Partito d’Azione erano confluite,<br />

oltre alle forze dei gruppi di Giustizia e Libertà, anche un gruppo di orientamento<br />

moderato e il Movimento Liberal-Socialista. Esponenti di questo movimento, che aveva<br />

ramificazioni nell’Italia centrale, in particolare in Umbria e in Toscana, erano Guido<br />

Calogero e Aldo Capitini. Tra i moderati vi erano Mario Vinciguerra e Adolfo Omodeo.<br />

Benedetto Croce, che in un primo tempo sembrava propenso ad associarsi ai fondatori del<br />

Partito d’Azione, quando ne conobbe il programma, che fu pubblicato sul primo numero de<br />

L’Italia Libera, nel gennaio del 1943, lo giudicò inaccettabile e decise di non aderirvi. Nel<br />

secondo numero, furono pubblicate alcune «precisazioni» al programma perché i dissensi<br />

che erano sorti sul suo contenuto non si limitarono al Croce, ma vennero anche da altre<br />

parti.<br />

Benedetto Croce scrisse, nel maggio del 1943, una nota al programma del Partito<br />

d’Azione, in cui chiariva la natura del suo dissenso. Egli sosteneva che il Partito d’Azione<br />

«annunziando un programma liberale ne imponeva invece uno socialista… per di più<br />

questo socialismo è venato di comunismo, giacché vuole, come dichiara, la simultaneità di<br />

una rivoluzione sociale e di una proclamazione di libertà».

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