20.05.2013 Views

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Documenti e testimonianze<br />

Franz Halder, il «perfetto» militare<br />

«Io e voi soffriamo di nervi. Per metà, il mio esaurimento nervoso è dovuto a voi. Non è<br />

possibile continuare in questo modo. Noi ora abbiamo bisogno di entusiasmo<br />

nazionalsocialista, non già di abilità professionale. E ciò non posso esigerlo da un<br />

ufficiale della vecchia scuola come voi.<br />

È il 24 settembre 1942, chi parla è Hitler. L’interlocutore, un anziano signore che se ne<br />

sta rigido sull’attenti, con il monocolo ben incastrato nell’orbita, leggermente ironico<br />

negli occhi mobilissimi, è Franz Halder, capo di Stato Maggiore dell’esercito tedesco, la<br />

carica che fu di Moltke, von Schlieffen, von Seeckt e infine di Beck, il «dissidente» che<br />

sarà a capo del complotto del 20 luglio 1944 e che pagherà il suo gesto coraggioso con<br />

la vita. Per i primi tre anni del conflitto, l’orgoglioso Signore della Guerra che pontifica<br />

da Berchtesgaden o dalla Wolfsschanze, ha dovuto a Halder, più che ai suoi marescialli<br />

di campo, i travolgenti successi in Polonia, in Francia, nei Balcani, in Russia.<br />

Capro espiatorio di Hitler<br />

Ora Hitler ha paura, sente che la situazione sta per sfuggirgli dalle mani. Come già è<br />

avvenuto davanti a Mosca nel drammatico inverno precedente, quando allontanò<br />

brutalmente von Brauchitsch e assunse personalmente l’incombenza di comandante<br />

supremo dell’esercito, Hitler anche ora non può ammettere di essere lui stesso il<br />

responsabile dell’insuccesso e cerca capri espiatori. Il generale Jodl (un altro generale<br />

da tavolino e fedelissimo del Führer) lo ammetterà pubblicamente a Norimberga e anzi<br />

cercherà di giustificarlo: «Un dittatore», dice «deve avere soprattutto fiducia in se<br />

stesso, è giusto che sia un altro a pagare». E così, già il 9 settembre, List è stato<br />

esonerato dal comando nel Caucaso, e sostituito con von Kleist, che non potrà fare altro<br />

che continuare il ripiegamento. Ora tocca a Halder, fermo al suo grado di colonnello<br />

generale e mai promosso a feldmaresciallo, come gli sarebbe spettato di diritto per<br />

l’ufficio ricoperto, una beffa voluta. La ragione dell’esonero sarà successivamente<br />

spiegata ancora meglio da Hitler stesso, in una di quelle «conversazioni a tavola»<br />

raccolte religiosamente da Bormann: «Halder» affermò esplicitamente il capo supremo<br />

nazista, «non è mai stato un vero nazionalsocialista e ultimamente non era più<br />

nemmeno all’altezza, psichicamente, della carica».<br />

In realtà, la grande colpa che Hitler non poteva perdonare al suo diligente generale era<br />

che questi sapeva troppo bene il suo mestiere, e aveva notato con estrema lucidità gli<br />

insormontabili pericoli ai quali andava incontro la Wehrmacht, in quel drammatico<br />

settembre del 1942.<br />

Racconta Blumentritt: «Alla fine di agosto e ai primi di settembre la tensione tra il<br />

Führer e Halder aumentò continuamente e le loro discussioni si fecero più aspre. Vedere<br />

il Führer quando discuteva di piani strategici con Halder era una esperienza rivelatrice.<br />

Il Führer indicava sulla carta topografica i movimenti da compiere con gesti bruschi:<br />

“Spingere qui, spingere là”. Erano indicazioni assolutamente vaghe, imprecise, che non<br />

tenevano il minimo conto della realtà, delle esigenze e delle difficoltà pratiche. Si poteva<br />

stare certi che gli sarebbe piaciuto, se fosse stato possibile, togliere di mezzo con un<br />

gesto analogo l’intero Stato Maggiore Generale».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!