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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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ebbero perdite sino al giorno 7, ma dall’8 al 31 si ebbe una grande attività degli aerei e<br />

dei sommergibili nemici. Andarono perdute in mare dieci navi mercantili, metà per<br />

azione aerea e metà per attacco subacqueo. e sette navi militari. A queste unità si<br />

aggiunsero quelle perdute nei porti: diciotto mercantili, sei navi militari, tredici<br />

motovelieri. Considerando le navi danneggiate e le dodici perdute in altri scacchieri, si<br />

possono comprendere le preoccupazioni e le situazioni in cui si veniva a trovare la<br />

Marina.<br />

Eventi degni di rilievo furono quelli del 12 aprile che riguardò il convoglio «D», la cui<br />

scorta abbatté un aerosilurante ed affondò il sommergibile britannico Thunderbolt. Nella<br />

stessa giornata quattro cacciatorpediniere della Royal Navy che dirigevano per<br />

intercettare il nostro traffico si scontrarono con le motosiluranti italiane della 7ª<br />

Squadriglia che riuscirono ad affondare il Lightning e ad evitare l’attacco contro il<br />

convoglio «Roselli» che era in navigazione da Napoli per Biserta.<br />

Uno dei più pesanti attacchi aerei contro un convoglio si ebbe il 20 marzo quando<br />

ventuno bombardieri quadrimotori B.24 «Liberator» e venticinque caccia pesanti<br />

bimotori P.38 «Lightning» attaccarono le motonavi Marco Foscarini e Nicolò Tommaseo,<br />

senza però colpirle e perdendo invece due aerei abbattuti uno dalla torpediniera Antares<br />

e un altro dalla scorta aerea germanica. In quello stesso periodo le nostre scorte<br />

ottennero successi non indifferenti contro gli aerei avversari e danneggiando anche<br />

alcuni sommergibili.<br />

Con l’arrivo del mese di aprile si compì il destino della nostra guerra in Africa. La<br />

resistenza delle truppe italo-germaniche era ormai allo stremo. In quel mese si<br />

perdettero sulla «rotta della morte» ventitré navi mercantili e quindici militari, mentre<br />

altre diciassette mercantili e quattordici militari si persero nei porti ed a cui si aggiunse<br />

la distruzione di trentuno motovelieri. In altri scacchieri si persero dodici mercantili e<br />

quattordici motovelieri. È chiaro come non fosse più possibile protrarre più di qualche<br />

settimana lo sforzo bellico al fine di mantenere una qualche presenza militare in Tunisia.<br />

Il 16 aprile si ebbe lo scontro tra le nostre torpediniere Cigno e Cassiopea, di scorta<br />

avanzata ad un convoglio, ed i caccia britannici Pakenham e Paladin. La Cigno affondò<br />

centrata da un siluro ma non prima di avere danneggiato così gravemente il Pakenham<br />

che non potendo poi raggiungere a rimorchio Malta venne fatto affondare ad opera del<br />

Paladin. Il 24 aprile le corvette Gabbiano ed Euterpe affondarono il sommergibile Sahib<br />

che aveva affondato il piroscafo Galiola da esse scortato. Il giorno 28 si ebbe lo scontro<br />

tra la torpediniera Sagittario, di scorta ad un piroscafo, e tre moto-siluranti britanniche.<br />

Il fuoco della nostra unità provocò l’affondamento di una motosilurante nemica e il<br />

danneggiamento di una seconda.<br />

* * *<br />

Nella comunicazione giornaliera del 1° maggio 1943 inviata da Supermarina al Comando<br />

Supremo si legge: «a) I numerosi arrivi in Mediterraneo di mezzi da sbarco di vario tipo,<br />

che si verificano quasi giornalmente, lasciano presumere che, in caso di caduta della<br />

Tunisia, il nemico potrà sferrare a brevissima scadenza il previsto attacco contro una<br />

delle nostre isole maggiori; b) Il ferreo blocco dei rifornimenti per la Tunisia, posto in<br />

essere negli ultimi giorni dal nemico, con grande spiegamento di imponenti mezzi<br />

aeronavali, va interpretato come conseguenza della valorosa e accanita resistenza delle<br />

nostre truppe sul fronte tunisino. Non avendo potuto infrangerla per urto diretto con la<br />

sperata facilità e rapidità, il nemico tende ora a venirne a capo mediante il completo<br />

taglio dei rifornimenti».<br />

Malgrado le operazioni, operativamente proibitive, denunciate da Supermarina, nella<br />

prima settimana di maggio partirono per Tunisi quattro convogli, gli ultimi:

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