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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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Documenti e testimonianze<br />

Von Arnim, erede delle sfortune di Rommel<br />

Il generale von Arnim, l’uomo che tenne l’ultimo comando tedesco in terra d’Africa e<br />

che il 12 maggio 1943 a Sainte-Marie du Zit, nei pressi di Tunisi, si arrende con i suoi<br />

90.000 superstiti ai «Gurkha» della 4ª Divisione indiana, è un militare di carriera della<br />

più bella tradizione prussiana. Nato a Ernsdorf, nella Slesia, il 4 aprile 1889 da una<br />

famiglia di recente nobiltà dove la professione del primogenito è da sempre la carriera<br />

delle armi o, in caso, quella del pastore protestante al servizio del Re. il giovane Hans-<br />

Jürgen von Arnim non ha ancora compiuto i diciotto anni quando viene promosso<br />

sottotenente. Con il grado di tenente partecipa alla Prima Guerra Mondiale sul fronte<br />

francese, dove si comporta splendidamente: riceve numerosi encomi e nel settembre<br />

1917 è nominato capitano nella famosa Guardia a piedi.<br />

Come per tanti suoi colleghi, militari di professione, il ritorno alla vita civile negli anni<br />

immediatamente susseguenti al crollo, è una realtà che non si sente di sopportare, un<br />

trauma. Saluta perciò con entusiasmo la nascita dei primi Corpi Franchi sollecitati a<br />

difendere le contese linee di frontiera con la Slesia e quasi contemporaneamente assiste<br />

alla costituzione della Reichswehr. Anche se di sentimenti monarchici, se non<br />

assolutamente reazionari, von Arnim vi aderisce senza esitazione e segue la solita<br />

«routine» dell’ufficiale di Stato Maggiore.<br />

Nel 1925 è assegnato all’Ufficio Operazioni del ministero della Guerra. A poco a poco<br />

sale i gradini della scala gerarchica: promosso colonnello nel 1934, in occasione del<br />

primo grande «rilancio» delle forze armate successivo all’avvento di Hitler al potere, e<br />

prima ancora della reintroduzione della coscrizione obbligatoria, von Arnim diventa<br />

generale di brigata nel 1938 e già nel 1939 è promosso generale di divisione e<br />

assegnato al Grande Stato Maggiore.<br />

Dalle scartoffie alla dura realtà nordafricana<br />

Nei mesi trionfali, dal settembre 1939 al giugno 1941, von Arnim resta nel suo ufficio di<br />

Stato Maggiore, alla Bendlerstrasse di Berlino, dove l’implacabile legge imposta già dal<br />

tempo di Scharnhorst e di Gneisenau è di «essere, non apparire», e dove quindi<br />

l’anonimato e il silenzio sono di rigore.<br />

Le cose cambiano per von Arnim (e probabilmente c’entra lo zampino del suo amico<br />

Warlimont) al momento dell’inizio della grande e improvvisa offensiva contro la Russia:<br />

assunto il comando del 34° Corpo blindato, il generale ormai quarantenne, partecipa<br />

alla travolgente avanzata del Gruppo di Armate Centro. Poi cade, anche lui, nel<br />

rivolgimento dei comandi attuato da Hitler nelle tragiche giornate della sosta, e poi della<br />

ritirata davanti a Mosca.<br />

Trascorre circa un anno. Von Arnim ottiene nuovamente un comando al fronte soltanto<br />

nel dicembre 1942 quando già nell’Africa settentrionale, dopo la spallata di Montgomery<br />

a El-Alamein e lo sbarco alleato in Marocco e Algeria, i dadi sono gettati, e i giochi sono<br />

fatti. A spedirlo nel caldo Mediterraneo è lo stesso Hitler, che ha sempre provato un<br />

misto di ammirazione e di disdegno per questo generale così riservato e sussiegoso,<br />

così distaccato dai suoi soldati e quindi piuttosto impopolare quanto apprezzato dai suoi<br />

ufficiali. Il Führer gli affida il comando della neo costituita 4ª Armata Panzer con una<br />

sola direttiva: tenere ad ogni costo la testa di ponte in Tunisia, tenere ad ogni costo la

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