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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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La mattina del 1° dicembre contemporaneamente alla partenza da Palermo, la Forza Q<br />

(viceammiraglio Harcuot, incrociatori Aurora, Argonaut, Sirius caccia Quentin e<br />

Quiberon) prende il mare da Bona, diverse ore prima che i ricognitori, inviati sul cielo<br />

della «rotta della morte» a colpo sicuro, avvistassero e localizzassero a sera inoltrata<br />

(20.15) il convoglio «H». Ecco come descrive il combattimento il comandante Aldo<br />

Cocchia nel suo libro Convogli. «Ricevuti gli ordini, convocai sul Da Recco, lo stesso 30<br />

novembre, i comandanti delle unità da guerra e delle navi mercantili per la riunione che,<br />

quando possibile, tenevo sempre prima di prendere il mare con una formazione navale<br />

[…]. Avevo convocato anche gli ufficiali alle comunicazioni ai quali volevo fare particolari<br />

e personali raccomandazioni, poiché riteneva essenziale al buon andamento della<br />

missione il servizio che a loro faceva capo […]. Precisai che qualora si fossero avvistate<br />

navi di superficie sospette, Da Recco, Camicia Nera e Procione sarebbero andati<br />

all’attacco senza attendere ordini o segnali e avrebbero combattuto a oltranza.<br />

Il 1° dicembre le navi cominciarono a mollare gli ormeggi […]. Le siluranti erano<br />

disposte intorno al convoglio come di consueto: Da Recco e Procione, dotati di<br />

ecogoniometro in posizione prodiera in difesa antisommergibile, Clio e Camicia Nera sui<br />

fianchi, rispettivamente a sinistra e a dritta, Folgore di poppa […]. Alle 20 il Folgore<br />

informò che il suo apparecchio Metox aveva individuato a distanza alcuni radar;<br />

successivamente lo stesso cacciatorpediniere poté precisare che quei radar ci avevano<br />

localizzati e che i velivoli erano distanti da noi qualche decina di chilometri. Sarebbero<br />

stati sul nostro cielo fra otto, dieci minuti al massimo».<br />

Dopo avere narrato l’azione dei ricognitori britannici sul cielo del convoglio il racconto di<br />

Aldo Cocchia giunge alla mezzanotte. «Mi portarono un altro messaggio di Supermarina<br />

che diceva che alle 21.40 un aereo tedesco aveva avvistato a nord di Bona una<br />

formazione navale nemica ad alta velocità con rotta est. Il marconigramma fu captato<br />

dalla nostra stazione esattamente alle 24 e mi fu consegnato già in chiaro, qualche<br />

secondo dopo. Comunque – e ciò sia ben chiaro – alle 24 non c’era più alcuna<br />

possibilità di salvare il convoglio «H». Nessun ordine, nessuna manovra, nessuna<br />

iniziativa poteva ormai sottrarre ad un nemico veloce, dotato di radar, assistito da<br />

velivoli ricognitori che lanciavano illuminanti, questo convoglio capace di sviluppare una<br />

velocità massima di nove nodi circa. Alle 21.40 si sarebbe forse ancora potuto salvare<br />

facendolo tornare indietro; alle 24 con le navi a mezza strada fra Trapani e Biserta […]<br />

non c’era più forza umana in grado di sottrarre questo convoglio all’offesa nemica […]»<br />

Il sacrificio del «Folgore» e del «Da Recco»<br />

«A mezzanotte e mezzo, a circa diecimila metri di distanza da noi, si accesero sul mare<br />

le prime vampate di artiglierie nemiche […]. Se noi e gli inglesi fossimo stati ad armi<br />

pari la sproporzione del numero e del tipo delle unità avrebbe potuto anche essere<br />

compensata dallo slancio e dal nostro valore. ma ad armi pari non eravamo e questo<br />

significò molto, significò tutto […]. Reagimmo ugualmente. Ripetei alle siluranti l’ordine<br />

di andare all’attacco del nemico estendendo l’ordine anche al Folgore. Da Recco mise<br />

alla massima forza la prora sugli inglesi. Camicia Nera, Procione e Folgore non ebbero<br />

un attimo di esitazione e, alla massima velocità, diressero per silurare […]. Il nemico –<br />

ormai vicinissimo – concentrava il suo fuoco sul Folgore. Il capitano di corvetta Ener<br />

Bettica, comandante del cacciatorpediniere, non contò gli avversari e non si perse in<br />

sottilizzazioni. Apparteneva alla scuola di coloro, erano tanti in Marina, che non<br />

conoscevano altra tattica che non fosse quella di dare addosso al nemico ad ogni costo

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