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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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il caso di insistere troppo per aumentare il contingente di nafta: credo che l’anno<br />

prossimo il nostro fabbisogno sarà nettamente minore».<br />

Mackensen comunica il sunto di una lettera di Laval a Hitler: l’offerta della piena<br />

collaborazione francese all’Asse. Ma cosa rappresenta in realtà l’auvergnate Laval? A<br />

che titolo può egli parlare della Francia? In realtà la risposta germanica è stata<br />

prudente. Non Hitler, ma Ribbentrop ha ringraziato genericamente Laval, e la proposta<br />

di un nuovo colloquio è stata dilazionata a tempo imprecisato. […]<br />

27 NOVEMBRE – Il fatto del giorno è l’entrata delle truppe tedesche a Tolone. Durante<br />

la nottata è arrivata al Duce la comunicazione di Hitler relativa alla decisione presa. La<br />

comunicazione è venuta tramite militare ed io sono stato tenuto all’oscuro di tutto fino<br />

al mezzogiorno, ora in cui ha telefonato Cavallero. Non si sa ancora bene come siano<br />

andate le cose: due fatti sono certi: che una certa resistenza vi è stata e che la Marina<br />

francese si è tutta autoaffondata. Non conosco ancora le reazioni francesi all’accaduto,<br />

che comunque non mi sembra di natura tale da aumentare le simpatie per Laval e per i<br />

tedeschi. Per noi, Italia, c’è un vantaggio: quello, in qualsiasi eventualità, di avere<br />

cancellato per lunghi anni una potenza navale dal Mediterraneo. Sempre più evidente<br />

appare la necessità di conservare preziosamente la nostra Marina.<br />

30 NOVEMBRE – Göring viene a Roma senza preavviso. Da quanto mi si dice in<br />

ambienti dello Stato Maggiore il viaggio è stato causato da Rommel che, insalutato<br />

ospite, si è allontanato dalla Libia per recarsi dal Führer. Noi abbiamo reagito, ed è<br />

stato detto al Vice addetto Militare Germanico che se un generale italiano si fosse così<br />

comportato sarebbe stato denunciato al Tribunale di guerra. Ora Göring viene per<br />

aggiustare i cocci: ma il dissidio non è solo formale. Rommel ritiene che non è possibile<br />

tenere la Tripolitania e vorrebbe senz’altro ripiegare in Tunisia. Bastico è d’avviso<br />

contrario e allo Stato Maggiore italiano molta gente condivide le idee di Bastico.<br />

Vedremo quali decisioni sorgeranno dal colloquio che avrà luogo oggi a P. Venezia.<br />

Amè è molto pessimista sulle nostre possibilità di resistenza in Tunisia. Conti alla mano,<br />

pensa che entro una decina di giorni saremo sloggiati. Per Natale, saremo fuori anche<br />

dalla Libia. Ciò porrà per noi problemi di una drammatica gravità. Churchill pronunzia un<br />

discorso che mira particolarmente l’Italia: purtroppo, non vedo quali mezzi siano oggi a<br />

nostra disposizione per frustrare il suo programma di offensiva scientifica e demolitrice<br />

contro il nostro Paese.<br />

«Maledetta giornata»<br />

L’avventura di Leo Disher, corrispondente di guerra della United Press,<br />

decorato con il Purple Heart<br />

All’inizio di novembre del 1942 una grande flotta anglo-americana uscì da Gibilterra e<br />

mise la prua sulla costa dell’Africa del Nord. L’operazione «Torch», al comando del<br />

generale di divisione americano Dwight D. Eisenhower, aveva come obiettivo la<br />

conquista di tutto il Nord-Ovest dell’Africa, dal Marocco francese alla Tunisia, trampolino<br />

per la successiva invasione dell’Europa meridionale. Gli sbarchi si svolsero in vari punti<br />

della costa, in piccoli porti e su spiagge prossime ai tre obiettivi principali: Casablanca,<br />

Orano e Algeri.<br />

In alcuni settori, in particolare in quello di Orano, le truppe francesi obbedirono<br />

all’ordine del maresciallo Pétain, di resistere ad ogni invasione, «da qualunque parte<br />

venisse».

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