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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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tenere caro qualsiasi filo che possa venire riannodato «anche se esile come la tela di<br />

ragno».<br />

Del Croix: è addolorato ma non sorpreso della situazione. Anche lui recrimina l’assenza<br />

dall’Italia delle migliori nostre divisioni. Se la prende con la dittatura di Mario «perché da<br />

noi tutte le dittature di plebei sono degenerate in tirannie» e aggiunge che l’unico<br />

grande merito di Mario fu quello di avere battuto i Teutoni.<br />

21 NOVEMBRE – Consiglio dei Ministri di ordinarissima amministrazione. Alla fine ha<br />

parlato il Duce per riassumere e lumeggiare la situazione attuale. Ha, in breve, detto<br />

questo: a) che la situazione alimentare è di gran lunga migliore delle previsioni che<br />

erano state molto oscure; b) che la situazione militare in Cirenaica è tale da consentire<br />

l’arresto del nemico a Agheila-Marada e forse da riprendere il sopravvento mentre in<br />

Tunisia l’andamento delle operazioni è favorevole all’Asse; c) che la situazione interna è<br />

solida eccezion fatta per i «bracaioli», neologismo del quale ha vantato la paternità, cioè<br />

dei soliti individui «che stanno con le brache in mano non appena l’orizzonte si oscura»;<br />

d) che Hitler sollecitato da lui, ha consentito ad inviare cento batterie antiaeree per la<br />

protezione delle nostre città, che ogni notte subiscono un severo castigo da parte della<br />

RAF.<br />

Stanotte, infatti, è stata la volta di Torino, oggetto di un bombardamento ben più<br />

pesante di tutti i precedenti attacchi, compresi quelli di Genova. Ciò pone adesso dei<br />

gravi problemi: evacuazione delle città, rifornimenti ed infine riduzione del potenziale<br />

industriale dell’Italia. E poi, è inutile farci illusioni: anche sul morale ciò grava molto<br />

duramente e lo spirito di resistenza è minore di quanto non si creda. Non dobbiamo<br />

confondere la sopportazione con la resistenza: sono due cose molto diverse.<br />

22 NOVEMBRE – Il Duce fa cenno che anche a lui S. Maestà ha parlato della<br />

sostituzione di Cavallero, facendo gli stessi nomi che ha fatto a me. ma Mussolini – che<br />

in questi giorni è nuovamente ottimista – dice che non è il caso di procedere a fare<br />

cambiamenti nel Comando mentre si è impegnati su due fronti.<br />

Un’offensiva russa sul Don ha raggiunto notevoli successi e merita attenzione.<br />

23 NOVEMBRE – Bismarck dice che il Generale von Pohl, tornato dalla Libia, ha<br />

espresso il suo pessimismo sulla situazione nonostante il fatto che «Rommel sia di<br />

ottimo umore». Dalle confidenze che il colonnello Montezemolo, dello Stato Magg.<br />

Generale, ha fatto al nostro funzionario di collegamento, risulta che i tedeschi intendono<br />

ancora compiere qualche tentativo per salvare la Tripolitania, mentre noi penseremmo<br />

più utile concentrare tutto il possibile in difesa della Tunisia. Ciò determina uno stato di<br />

disagio nel nostro Comando, tranne naturalmente in Cavallero che, asservito com’è ai<br />

tedeschi, pospone la sua volontà e gli interessi dell’Italia al suo contingente interesse<br />

personale. Nel Paese, il pessimismo e la preoccupazione crescono a dismisura: non si<br />

può parlare con una persona, di qualunque classe e di ogni levatura, che non si esprima<br />

nello stesso tono.<br />

24 NOVEMBRE – Tutta l’Africa Occidentale ha aderito al movimento Darlan. Il fatto è di<br />

grande importanza: una grande riserva di uomini passa a disposizione degli Alleati,<br />

nonché la base di Dakar e una cospicua aliquota di navi da guerra. Le reazioni sono<br />

ancora modeste ma l’avvenimento è grosso. […]<br />

26 NOVEMBRE – Le notizie africane sono, nel complesso, peggiori: sia in Tunisia che in<br />

Tripolitania la posizione delle nostre forze si fa più critica mentre aumenta la pressione<br />

nemica. Ieri sera, quaranta carri americani sono giunti alle porte di Tunisi. Fougier, che<br />

è un realista ed è onesto, pensa che in pochi giorni saremo eliminati da Tunisi e nel giro<br />

di un mese da tutta l’Africa. Anche Mussolini deve essere più o meno in questo ordine di<br />

idee, poiché telefonandomi per l’accordo commerciale con la Romania, ha detto: «Non è

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