20.05.2013 Views

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

esaminata la soluzione militare: a mezzogiorno, consigliato da Auphan, il maresciallo<br />

decide di assumere personalmente il comando delle forze armate «in assenza<br />

dell’ammiraglio Darlan». Di conseguenza discuterà a varie riprese nel pomeriggio con il<br />

generale Weygand e con altri alti ufficiali sulla linea da seguire nel caso dell’invasione<br />

tedesca della zona libera: fino dalla notte precedente le divisioni francesi hanno l’ordine,<br />

qualora la Wehrmacht oltrepassi la linea di demarcazione, di lasciare i loro<br />

accantonamenti e di chiedere via radio istruzioni allo stato maggiore generale. Alle 18,<br />

durante una riunione del Consiglio dei ministri, il maresciallo eccitato dagli avvenimenti<br />

della giornata, commentando la sua assunzione del comando afferma che prima di ogni<br />

altra cosa egli è un francese e che non collaborerà con nessuno, meno che mai con i<br />

tedeschi.<br />

Le decisioni politiche vengono prese a pranzo, alla presenza del generale Weygand,<br />

dell’ammiraglio Auphan e di alcuni stretti collaboratori. Il maresciallo si scaglia contro<br />

Laval, si lamenta che quest’ultimo a Monaco abbia ceduto troppo rapidamente sulla<br />

Tunisia. Appena alzatosi da tavola, si ritira con Auphan per confidargli che non vede<br />

l’ora di sbarazzarsi di Laval e di rifare «il colpo del 13 dicembre». Ma la cosa è possibile?<br />

Chiede ad Auphan se c’è ancora il mezzo di mettere Laval «al sicuro», cosa che<br />

l’ammiraglio si dichiara pronto a fare se l’ordine gli viene dato in presenza<br />

dell’interessato.<br />

Durante questa serata del 10 novembre, l’ultima in cui esercita il suo potere sul<br />

territorio libero, il maresciallo pare quindi disposto a dare finalmente una prova di<br />

energia e a compiere l’ultimo tentativo di ottenere l’adesione unanime di tutti i francesi.<br />

Decidendo di non lasciare la Francia e di non rinunciare al potere, si prepara ad<br />

assumere il comando della Resistenza. Tutti quelli che per patriottismo hanno accettato<br />

di seguirlo, da Weygand all’ammiraglio Auphan, da Robert Gibrat a Jardel e a Lavagne,<br />

attendono ansiosamente da parte sua il gesto che giustificherà la loro scelta.<br />

Ma a Berchtesgaden si compie l’ultimo atto del dramma che annullerà tutti i progetti del<br />

maresciallo. […] Nella notte tra il 10 e l’11 novembre, alle 23.50, giunge a Vichy<br />

l’ultimatum decisivo riguardante la Tunisia: «I governi tedesco e italiano si trovano<br />

costretti a rivolgere al governo francese la richiesta formale di prendere tutte le misure<br />

atte a facilitare lo sbarco immediato di contingenti tedeschi e italiani a Tunisi e a<br />

Biserta, allo scopo di ostacolare, da lì, l’occupazione americana dell’Africa del Nord, di<br />

liberare questi territori e di completare, dal canto loro, le forze armate francesi».<br />

Alle due del mattino viene consegnata una nota al governo francese per informarlo<br />

dell’entrata delle truppe tedesche in Tunisia. La nota reca l’assicurazione del tutto<br />

formale che l’armistizio resta in vigore. «Il governo tedesco e il governo italiano»,<br />

conclude la nota, «dichiarano che, compiendo questo gesto, intendono soltanto<br />

difendersi e non hanno intenzione di rinunciare allo spirito delle convenzioni di armistizio<br />

finché lo stesso governo francese non ne fornirà il motivo».<br />

Il rispetto delle convenzioni firmate sarà smentito tre ore dopo da un nuovo comunicato<br />

tedesco. Alle 5.30, infatti, viene recapitata al segretario generale agli Esteri, per essere<br />

trasmessa al maresciallo, la lettera di Hitler che annuncia l’entrata delle truppe tedesche<br />

nella zona sud; Laval viene debitamente informato a Monaco mentre sta per partire per<br />

Vichy.<br />

In questa lettera il Führer, come sempre del resto, recita la parte della vittima e del<br />

gentiluomo incompreso: ha sempre rispettato scrupolosamente le condizioni<br />

d’armistizio; non ha approfittato «della debolezza della Francia per compiere delle<br />

annessioni. Tuttavia, sapendo che «i prossimi obiettivi dell’invasione anglo-americana<br />

sono la Corsica e la Francia meridionale», è obbligato a precederli. Non è responsabile

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!