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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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che deve permettere, al momento opportuno, di triplicare il numero delle divisioni e<br />

migliorare un po’ il loro armamento.<br />

Ma questi sforzi e questi espedienti non sono sufficienti il 9 novembre 1942 a mettere in<br />

grado l’esercito di agire da solo, con i propri mezzi, contro la Wehrmacht. Tutt’al più<br />

esso può eventualmente servire d’appoggio ad un esercito anglo-americano sbarcato in<br />

Francia. Lo stato maggiore dell’esercito attende infatti che Giraud ottenga dagli<br />

americani questo secondo sbarco, atteso sulla costa mediterranea.<br />

Tutto è stato previsto per fronteggiare questa eventualità. È stato impartito un ordine di<br />

trasferimento ad alcune unità francesi verso le zone montane, che costituiscono delle<br />

piazzeforti naturali per la difesa: Giura, Massiccio Centrale, Alpi, Montagne Noire,<br />

Pirenei. Lo stato maggiore collocherà il suo quartier generale a Mende, al centro del<br />

dispositivo. Sono stati preparati depositi di materiale abilmente camuffati nelle vicinanze<br />

dei centri di resistenza; è stato deciso anche il richiamo alle armi dei riservisti, che<br />

permetterebbe il rafforzamento delle unità esistenti e la costituzione di nuovi reparti.<br />

Nella notte tra l’8 e il 9 novembre, questo piano comincia ad avere pratica esecuzione.<br />

Il generale Verneau, capo di stato maggiore generale dell’esercito, pensando che lo<br />

sbarco africano sarà accompagnato dall’arrivo delle truppe alleate nella zona libera,<br />

invia a tutti i comandanti dei distretti militari un telegramma cifrato, il cui codice è<br />

sconosciuto ai tedeschi, che ordina alle truppe di mettersi in movimento. Il Deuxiéme<br />

bureau dell’esercito si aspetta che i tedeschi superino la linea di demarcazione il 9<br />

novembre a mezzanotte.<br />

Il 9 novembre è l’ultimo giorno di calma prima che scoppi la tempesta. […]<br />

Lo stato maggiore dell’esercito lascia Vichv e stabilisce il suo quartier generale<br />

provvisorio nella fattoria della Rapine, nei dintorni di Leroux, una cittadina situata a una<br />

trentina di chilometri dall’Allier.<br />

Il Generale Vernau vi trascorre la notte in attesa delle informazioni che dovrebbero<br />

giustificare la manovra: l’entrata della Wehrmacht nella zona sud e lo sbarco degli<br />

Alleati sulla costa mediterranea.<br />

Il mattino seguente, non giunge nulla, tranne una notizia imprevista: il generale<br />

Bridoux, ministro della Guerra, in preda ad una violenta collera, insultando gli «ufficiali<br />

faziosi» che hanno portato l’esercito alla dissidenza, minaccia di fare attaccare la Rapine<br />

dalla guardia mobile ed esige l’evacuazione del nuovo quartier generale.<br />

Il 10 novembre è la giornata decisiva l’ultima occasione che si presenta a Vichy per<br />

scegliere una soluzione. Ventiquattr’ore dopo sarà troppo tardi: l’occupazione totale<br />

della Francia compiuta dalla Wehrmacht la priverà di qualsiasi indipendenza. Quel<br />

giorno rappresenterà definitivamente la fine della Rivoluzione nazionale, chiuderà la<br />

fase storica iniziata con l’armistizio. Sfugge l’ultima speranza, fragile quanto si vuole ma<br />

ancora reale, di vedere la maggioranza dei francesi stringersi intorno al maresciallo. È<br />

un momento tragico da cui dipenderà l’avvenire della Francia.<br />

«Ho vissuto», dice un testimone importante, l’ammiraglio Auphan, «poche ore così<br />

drammatiche come quella mattina del 10 novembre. con Darlan e gli americani, da una<br />

parte, che negoziavano ad Algeri, con Laval, dall’altra parte, alle prese con Hitler a<br />

Monaco, e in mezzo, a Vichy, il vecchio maresciallo, tempestato di telegrammi e di<br />

rimproveri, che cercava una soluzione». […]<br />

La resistenza aperta ai tedeschi poteva manifestarsi in due modi: attraverso un gesto<br />

politico che poteva essere, per esempio, la destituzione di Laval, e che avrebbe<br />

significato un nuovo 13 dicembre, oppure attraverso una serie di misure militari:<br />

l’esercito francese si sarebbe opposto all’ingresso della Wehrmacht nella zona libera, e<br />

la flotta sarebbe partita per l’Africa del Nord. Due eventualità che il maresciallo prende<br />

in considerazione successivamente nella giornata del 10 novembre. Innanzitutto viene

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