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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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d’armi durante questa guerra, un uomo di indomabile ardimento e determinazione”.<br />

Credo che questo è quello che Stalin pensava di lui.<br />

Stalin si trovava in grande difficoltà a quell’epoca ed è facile capire che aveva bisogno<br />

dell’aiuto che chiedeva, ma era impossibile per gli alleati darglielo. Churchill gli disse che<br />

sarebbero sbarcati in Nord Africa. Allora Stalin comprese e approvò».<br />

«Stalin le fece un grosso complimento. Una volta disse di lei: “È un peccato che<br />

Harriman non voglia diventare russo, lo farei Ministro degli Esteri”. Come ricorda questo<br />

grande personaggio della storia?».<br />

«Beh, era un individuo molto difficile da capire. Eravamo consci della sua brutalità.<br />

Sapevamo tutti che c’erano circa 15 milioni di prigionieri politici. Ma questo non venne<br />

mai fuori nei miei rapporti con lui. Lo conoscevo molto bene, lo vedevo, era sempre<br />

cortese con me anche quando diceva cose molto dure. Per lui era interessante il fatto<br />

che io avevo organizzato una concessione di barbabietole all’URSS negli anni ‘20 prima<br />

della guerra, e perciò mi diceva sempre: “Beh, tu ci hai aiutato in un periodo di bisogno<br />

e hai mostrato che volevi cooperare con noi”. Mentre gli Stati Uniti, come sapete, non<br />

avevano riconosciuto diplomaticamente l’Unione Sovietica, Stalin pensò che io ero<br />

disposto a collaborare, e ciò doveva averlo colpito. Inoltre sapeva che ero vicino a<br />

Roosevelt e quindi era convinto che io ero la persona più adatta con cui trattare.<br />

Stalin aveva grandi qualità di capo, grande capacità di essere crudele, ed era molto<br />

sospettoso. Aveva una profonda conoscenza degli esseri umani».<br />

«E come ricorda i russi durante la guerra… i loro sacrifici, il loro spirito di abnegazione,<br />

il loro coraggio?».<br />

«Beh, Stalin me li spiegò così. Gli chiesi come l’Armata Rossa aveva potuto battersi così<br />

bene. “Il popolo ha resistito”, rispose. I russi sono sempre stati pronti a battersi per<br />

quella che lui chiamava “la madre patria”.<br />

Disse: “la differenza è che io ho dato loro fucili, mentre con lo zar non avevano nulla”.<br />

Questa fu la sua spiegazione. Ma c’era di più. I Russi odiavano i nazisti e poi Stalin<br />

prestò molta attenzione al morale della gente. Non soltanto diede ordini militari ma<br />

organizzò le fabbriche; si interessò della distribuzione dei viveri così che ne avessero a<br />

sufficienza o per lo meno divise equamente quel poco che c’era».<br />

«Come si viveva a Mosca?».<br />

«Cibo ce n’era molto poco. Fortunatamente ricevemmo alcune provviste dagli Stati<br />

Uniti. Ma dovevamo dare da mangiare ai nostri autisti e al personale dell’Ambasciata.<br />

Mia figlia era con me e quello era uno dei suoi problemi. Vedevamo un certo numero di<br />

intellettuali russi, alcuni avevano il permesso di venirci a trovare. La vita russa<br />

naturalmente era molto chiusa; non amavano vedere stranieri e naturalmente su questo<br />

punto le mie discussioni con Stalin erano molto aspre e difficili».<br />

«C’era nei vostri rapporti con i russi quella diffidenza che di solito accompagna i<br />

“capitalisti” quando si trovano in Russia?».<br />

«I russi sono abituati sin da bambini a sospettare degli stranieri. Anche ai tempi degli<br />

zar era così. Conoscevo Tolstoj, il pronipote del grande scrittore, autore di romanzi<br />

psicologici. Mi disse una cosa di cui mi sono sempre ricordato e cioè che “capire il<br />

Cremlino oggi era capire il Cremlino di Pietro il Grande e di Ivan il Terribile”. In altre<br />

parole, il comunismo si è sovrapposto alla tradizione russa. C’è una tradizionale<br />

diffidenza per lo straniero, capitalismo a parte. Ci guardavano con sfiducia anche<br />

quando eravamo alleati».<br />

«Che cosa sa dei fatti che portarono ad El-Alamein e cosa pensa del generale<br />

Alexander?».<br />

«Fui mandato nel Medio oriente nel maggio-giugno 1941. Churchill e Roosevelt erano in<br />

difficoltà: gli inglesi erano stati respinti da Rommel dopo la loro avanzata nel deserto

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