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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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italiana e balcanica. La prima si difendeva con la neutralità del Portogallo e della Spagna<br />

(specie di quest’ultima), la seconda con le forze dell’Asse, la terza con queste forze<br />

ancora e la neutralità della Turchia. La caduta della Tunisia avrebbe esposto a rischi<br />

mortali la penisola di mezzo, con gravi ripercussioni sull’intero sistema difensivo del<br />

continente». In altri termini, sarebbe rimasto sguarnito il lato sud della fortezza<br />

europea. È proprio questa l’eventualità che Hitler cerca di scongiurare.<br />

L’occupazione della Francia ancora libera pone fine alla sovranità del governo di Vichy.<br />

Tedeschi e italiani si comportano da conquistatori. Isolato Pétain nelle sue stanze<br />

dell’Hôtel du Parc, la Gestapo si mette al lavoro. Il 12 novembre, su ordine di Himmler,<br />

viene arrestato Weygand. Quella notte, da Algeri, il generale Noguès telegrafa al<br />

maresciallo per annunciargli che l’armistizio generale con gli americani può essere<br />

concluso e per chiedergli che Darlan sia autorizzato a farlo entrare in vigore. Usando il<br />

codice personale dell’ammiraglio di cui i tedeschi non conoscono la chiave, Vichy<br />

trasmette le sue nuove istruzioni: Darlan deve assumere il potere politico col titolo di<br />

alto commissario del Nord Africa francese; Giraud diventare comandante in capo; Juin<br />

comandante delle forze terrestri; il Nord Africa dichiarare l’indipendenza provvisoria e la<br />

propria totale collaborazione con gli Alleati.<br />

È la politica del «doppio binario». Detta una cosa (segretamente) ai francesi del Nord<br />

Africa, Vichy si affretta a smentirla (ufficialmente) per non insospettire i tedeschi. Così<br />

nasce l’accusa di tradimento mossa al generale Giraud che, spiega il comunicato del<br />

governo, «accettando dallo straniero il comando di elementi dissidenti francesi<br />

nell’Africa del Nord non ha mantenuto la parola data, è mancato all’onore e ha tradito il<br />

suo dovere di ufficiale». Dopo avergli affidato di nascosto il comando di tutte le forze<br />

armate del Nord Africa francese, Vichy ordina poi pubblicamente alle truppe di non<br />

obbedire ai suoi ordini. Il che, a lungo andare, è destinato a creare una certa<br />

confusione. Non c’è dunque da stupirsi se la stragrande maggioranza dei francesi,<br />

completamente all’oscuro di questi retroscena, arriva in breve tempo a convincersi che il<br />

maresciallo approva e favorisce i piani tedeschi. Agli occhi di tutti, o quasi, Pétain è<br />

chiaramente un «collaborazionista».<br />

Il 13 novembre s’interrompe ogni collegamento telegrafico tra la Francia e le sue<br />

colonie. Quel mattino il maresciallo riceve una telefonata da Parigi. È Otto Abetz,<br />

l’ambasciatore tedesco, con un nuovo diktat. Hitler esige che il governo francese dichiari<br />

guerra agli Alleati. Pétain respinge l’imposizione. Il giorno seguente i tedeschi tornano<br />

alla carica. Il maresciallo deve condannare pubblicamente Darlan. Questa volta Pétain<br />

accetta. Perché non dare alla Germania almeno una piccola soddisfazione, visto che<br />

Darlan sa come la pensa e l’armistizio è già stato firmato? Verso sera, però, la<br />

situazione si aggrava. La Francia, spiega un telegramma di Ribbentrop, deve dichiarare<br />

guerra entro ventiquattr’ore se non vuole finire come la Polonia.<br />

Il 15 novembre, dopo una confusa seduta del consiglio dei Ministri durante la quale non<br />

si è presa nessuna decisione, partono da Vichy le scomuniche ufficiali. «Proibisco al<br />

generale Giraud», suona il primo telegramma firmato da Pétain, «di parlare a mio nome<br />

e di appellarsi a me. Ufficiali, sottufficiali e soldati, non vi farete complici del<br />

tradimento». Il secondo telegramma riguarda Darlan: «Radio Algeri ha appena diffuso<br />

un proclama dell’ammiraglio che costituisce un vero e proprio appello alla dissidenza.<br />

[…] L’appello che l’ammiraglio ha appena lanciato, abusando del mio nome e della mia<br />

fiducia, rappresenta un tradimento verso la mia persona. Mettendosi al servizio dello<br />

straniero, l’ammiraglio Darlan si è posto al di fuori della comunità nazionale».

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