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SECONDA GUERRA MONDIALE - Uni3 Ivrea

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aggiunse: «Voi avete l’abitudine a questo tipo di lavoro. Ci rimettiamo completamente a<br />

voi. Fate voi».<br />

Quando rientrai nel mio angolo per mettere gli altri al corrente vidi che gli ufficiali<br />

americani riprendevano la loro partita di bridge. Affioravano molte incertezze. Anzitutto<br />

ignoravamo in quali condizioni si sarebbe svolto lo sbarco. In secondo luogo la costa era<br />

accidentata. Terzo, nessuno sapeva quanto Clark e i suoi uomini sarebbero restati a<br />

terra. Per tutto il pomeriggio facemmo i nostri preparativi. Dopo cena decidemmo di<br />

sottoporre Clark e i suoi uomini ad un allenamento per l’uso delle scialuppe. Li<br />

obbligammo a salire e a discendere all’interno del sommergibile, poi chiedemmo al<br />

comandante di affiorare alla superficie per potere operare sull’acqua.<br />

Era una bella notte mediterranea. La luna era quasi piena e le onde abbastanza calme.<br />

Mentre Clark e gli altri si esercitavano a salire sulle scialuppe, i frizzi e le battute non si<br />

risparmiavano. Curiosamente il colonnello Holmes, consigliere del gruppo per gli affari<br />

civili, era in realtà il solo a dare prova di spiccate, innate capacità marinare. Wright,<br />

capitano della Marina, non se la cavò meglio degli altri anche se, alla fine del viaggio, fu<br />

il solo a non essere stato a bagno.<br />

Clark mi aveva detto che avremmo ricevuto un segnale luminoso dal punto in cui<br />

dovevamo sbarcare. Prima dell’alba vedemmo un lucore su un fondo scuro di<br />

montagne. Poiché il giorno non avrebbe tardato e l’appuntamento era previsto soltanto<br />

per la notte seguente, passammo la giornata ad incrociare al largo, in immersione.<br />

Livingson, l’occhio incollato al periscopio, fece molti eccellenti schizzi della costa, che in<br />

seguito si rivelarono molto utili.<br />

Quando, la notte seguente, riapparve il segnale, ci preparammo subito a raggiungere la<br />

costa. Mettemmo in mare le scialuppe e si decise che Holmes, il quale conosceva alcuni<br />

di quelli che ci aspettavano a terra, sarebbe partito in testa, insieme con Livingson;<br />

Lemnitzer avrebbe seguito con Foote, poi Wright e Hamblen. Le prime tre imbarcazioni<br />

si allontanarono senza incidenti. Clark e io dovevamo partire per ultimi, ma prima che il<br />

generale avesse il tempo d’imbarcarsi una grossa onda mi rovesciò. Per la prima volta<br />

vidi Clark tradire un’ombra di emozione. «Mi devo imbarcare!», gridò; «Devo partire<br />

subito». Richiamai indietro la scialuppa di Wright e Hamblen lasciò il suo posto a Clark.<br />

Il mio canotto era tagliato in molti posti, ma Hamblen ed io decidemmo di correre il<br />

rischio e di partire comunque. Raggiungemmo il resto del gruppo e toccammo terra più<br />

o meno insieme.<br />

Holmes o un altro camminava sulla spiaggia parlando ad alta voce con gente che<br />

sembrava rivedesse con piacere. Noi issammo i canotti su una scogliera fino ad una<br />

casa con i muri bianchi, precisamente il posto che avevamo cercato. In quella casa<br />

Clark e i suoi uomini si divisero in vari gruppi e si misero a discutere con quelli che li<br />

avevano accolti sulla spiaggia. Tutti parlavano insieme, gesticolando e facendo brindisi<br />

con bicchieri da cognac.<br />

L’indomani mattina oliammo le nostre armi e Foote riparò la mia scialuppa. I miei<br />

pantaloni non erano ancora asciutti, così mi drappeggiai con un lenzuolo: dovevo<br />

assomigliare a quell’attrice di Hollywood che era sempre in sarong. Dopo la colazione ci<br />

furono due falsi allarmi e tutti si nascosero in fretta. Livingson e io stesso eravamo<br />

pronti a sparare, ma vedendoci così Clark e i suoi ripetevano tutti i momenti: «Per<br />

carità, non fate baccano!».<br />

Alla fine del pomeriggio un domestico portò sedici polli. Li uccidemmo per il pranzo. Ma<br />

non ci fu lasciato il tempo per mangiarli. Verso le diciannove ci fu subbuglio nel cortile.<br />

Uno degli uomini di Clark ci urlò: «Preparatevi! Ci sono due poliziotti».<br />

In basso l’agitazione aumentava. Alcuni del gruppo locale che ci aveva accolti saltavano<br />

dalle finestre del pianterreno. Altri si spogliavano delle loro uniformi. Poi l’ordine di

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