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ilPORTO
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CHIESA
DIOCESANA
“OCCUPARSI DEI POVERI NON E’ DI DESTRA NÉ DI SINISTRA”
Lo dice con chiarezza Mons. Vittorio Nozza direttore nazionale della Caritas
“Non dobbiamo rassegnarci alla povertà.
Attendiamo che la politica faccia il proprio dovere
affrontando prima di tutto le diseguaglianze. In Italia
vi sono grandi differenze tra chi vive un discreto
benessere e chi arranca ogni girno per non oltrepassare
la soglia della povertà. E chi è povero da tempo
e non vede la possibilità di riscatto”.
...Le politiche sociali sono ancora incapaci di agire
adeguatamente sul piano culturale e politico, oltre
che tecnico. La povertà è un problema che è sempre
stato aggirato e mai affrontato direttamente.
La caritas lo dice da sette anni con i suoi rapporti.
“In Italia c’è una tragica carenza di innovazione che
atrofizza la società” prosegue Mons. Nozza “Siamo
diventati un paese fragile dove si lotta solo per soppravvivere
all’indigenza e alla precarietà. ...Occorre
ripartire in modo più razionale la spesa sociale.
Sostenere i redditi con un migliore equilibrio fra trasferimenti
di monetari e realizzazione di servizi e
diminuire le distanza tra chi sta bene e chi sta male.
La spesa sociale (welfare) non deve essere considerata
un costo, un onera per lo stato. Invece va considerata
un investimento, un fattore di sviluppo”.
E i soldi? Recentemente si è messa in atto una
colossale operazione di salvataggio spendendo giustamente
montagne di denaro pubblico al capezzale
della grande finanza. Perché non si può fare altrettanto
per chi ogni giorno lotta per soppravvivere?
LA BOLIVIA CRESCE MA EMARGINA LA CHIESA
L’arcivescovo di Cochabamba Solari in visita a Bergamo: la nuova Costituzione non la riconosce più
Evo Morales non è Hugo Chévee, la Bolivia non è
il Venezuela (il suo Pil è otto volte inferi ore ) ma al
presidente le rigida procedure della democrazia non
piacciono tanto. Ieri sì il messo alla testa di una folla
di migliaia di contadini, minatori , membri dei sindacati
e coltivatori di coca ed il entrato a LaPaz per
fare pressione sul Parlamento affinché dia via libera
al referendum che deve approvare la su a nuova
Costituzione.
Il testo voluto da Morales e dal suo Movimento per
il socialismo il destinato a modificare profondamente
la struttura istituzionale del paese. Intende sot-
OMAGGIO DI TETTAMANZI E DEI VESCOVI LOMBARDI A
PAPA GIOVANNI XXIII
Fedeli da tutta la provincia per la Messa a Sotto il Monte. Mons. Bertocchi: “evento storico
Una celebrazione svoltasi in un’atemosfera calda e
attenta, ha posto l’accento sulla figura di Giovanni
XXIII come pastore “per ricevere noi stessi - ha
detto il Cardinale Tettamanzui - dalla sua testimonianza
di santità stimoli fecondi per la nostra vita e
per il nostro ministero a favore dei fedeli che ci
sono stati affidati”. Il metropolita della Lombardia
ha sottolineato che “dare la vita per la salvezza del
gregge, perché tutte le pecore abbiano la vita eterna,
è questo il senso più forte originale del pascolare
il gregge”, ed è questo che Papa Giovanni ha
incarnato con il suo pensiero e le sue opere duran-
trarre potere ai prefetti. ai governatori dell 'Est e ai
Comitati civici autonomisti
che resistono alla centralizzazione. E mette all'angolo
la Chiesa.
Morales ha cercato di indire il referendum con un
semplice decreto, la Corte costituzionale gli ha
ricordato invece
che può essere convocate solo dopo l'approvazione
dei d ue terzi del Congresso: dato che il Senato
recalcitrava, Morales ha sollevato le folle e ha di
fatto esautorato la Corte costituzionale. Negli ultimi
anni, questo. è l'oliavo assedio al Parlamento.
te il pontificato. E ancora “Sia questo il grande richiamo
per noi. Siamo chiamti tutti a rivivere, ognuno
secondo la propria vocazione e condizione di vita, il
gesto pastorale di Cristo: dare vita nell’umiltà e nel
coraggio dei nostri gesti quotidiani”.
Ha rimarcato poi l’importanza di “donare al gregge
la verità che salva”. E riprendendo il discorso di
apertura del Concilio Vaticano II ha messo in evidenza
anche l’importanza di dire la verità “sempre e
con tutti, ma al tempo stesso dirla e scriverla con
rispetto e cortesia”.