N° 2 Anno XVIII (LVIII) ~ Aprile/Dicembre 2010 - Unione Nazionale ...

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Sentiero Tricolore 20 Indiscriminati esodi in massa di volontari Un trafiletto invisibile, confinato, per giunta, nella pagina della cronaca spicciola de “Il GIORNALE” di qualche giorno addietro. S’intitola: “Forze Armate Tremila volontari mandati a casa”. Puro dovere di cronaca assolto quasi con il desiderio di passare inosservato, di sfuggire alla considerazione del lettore. Infatti, il trafiletto va ricercato ostinatamente: con il lanternino, come suol dirsi. In si strettissima sintesi il trafiletto, a firma di certo Franco COLETTI, informa che prossimamente, al termine del quarto anno di ferma, ben tremila volontari verranno posti in congedo ai sensi del Decreto Legge n. 112 del 2008 e lamenta che “Questi ragazzi non ricevono comunicazioni dai loro superiori, si sentono abbandonati, non siano tutelati e nessuno interviene in loro favore”. Chi scrive queste note ha avuto, a suo tempo, un’esperienza simile a quella che si profila per questi volontàri e, pertanto, ha voluto vederci più chiaro nell’annunciato esodo coatto programmato da due anni. E’ stato possibile interrogare in merito alcuni volontari che si trovano nelle condizioni previste dal Decreto 112/2008. Essi hanno risposto di non saperne nulla e, naturalmente, si augurano che l’esodo non abbia a verificarsi. Ha esagerato iI COLETTI nel prearinunciarne il sicuro esodo o si sta verificando quanto il medesimo COLETTI ha affermato: cioè che questi ragazzi “non ricevono comunicazioni dai loro superiori?” o, non piuttosto, i loro superiori - quelli diretti - ne sanno meno dei Caporali Maggiori?. Tutto è possibile dove si lavora in segreto ed a compartimenti stagni. Per il resto si sa bene come vanno certe cose: si pubblica un bando di arruolamento volontario per tot anni di ferma, si fanno intravedere, con speciale risalto, certe possibilità di prosecuzione delle carriere che, pur minime, sono fatte sembrare di di Biagio Lax relativamente facile accesso. Il giovanotto si arruola fiducioso e, allo scadere della ferma contratta, quando meno se lo aspetta, anziché il rinnovo della ferma o l’ammissione al concorso per il passaggio in servizio permanente, si vede “mandato a casa”; in tronco. La vicenda di questi giovani, che dopo cinque anni di servizio si vedono respinti, oltre a richiamare alla mente vicende personali sofferte nei primi anni cinquanta, appare una sorta di riedizione moderna della prassi antica, al tempo delle lunghe ferme. Era allora di uso comune che, ultimata la ferma quinquennale o novennale, volontaria o obbligatoria a seconda dei casi, il Soldato, il Caporale, il Caporale Maggiore, il Sergente veniva bruscamente licenziato senza il conforto di alcuna efficace tutela giuridica che, almeno, valorizzasse il servizio assolto ai fini di possibili assunzioni nell’Amministrazione dello Stato. Veniamo ora al caso attuale il Decreto Legge 112/2003 consta di ben 85 articoli e si interessa di: “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”. Un ventaglio amplissimo di obiettivi, come si vede. Degli ottantacinque articoli a noi interessa soltanto l’articolo 65, Forze Armate - nel titolo III - dedicato alla “Stabilizzazione della finanza pubblica” - Capo II° - Cedimento della spesa per il pubblico impiego. Esso recita: “In coerenza al processo di revisione organizzativa del Ministero della Difesa e delta politica di riallocazione ed ottimizzazione delle risorse, da perseguire anche mediante l’impiego in mansioni tipicamente operative del personale interessato per compiti strumentali, gli oneri di cui alla tabella A) di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 331, nonché alla tabella C) allegata alla Legge 23 ago. 2004, n. 226, cosi come rideterminati dall’art. 1, comma 570 della Legge 27 dicembre 2006, n,296 e dall’art. 2, comma 71 della Legge 24 dicembre 2007, n.244, sono ridotti del 7% per l’anno 2009 e del 40% a decorrere dal 2010” Sembra perfino impossibile che un linguaggio così forbito, cosi a modo e cosi suadente - si scrive, dopotutto, di “stabilizzazione”, di “ottimizzazione delle risorse” - nasconda una realtà così negativa per le Forze Armate: più precisamente per il personale militare “non direttivo e non dirigente” delle Forze Armate. Ho rinunciato-dubito, comunque, che ne sarei stato capace-a fare i conti, ma, ragionando in puri termini percentuali, si può affermare che la somma già prevista nell’anno di grazia del 2000 per il 2010 ai fini del reclutamento dei volontari in ferma prefissata, risulta, ridotta del 50%. Essenzialmente qui, in queste previsioni “sballate”, in questo vivere e far politica alla giornata, in questa mancanza assoluta di pianificazione seria e di obiettivi certi e solidi da perseguire, si possono spiegare le continue correzioni di ciò une si era disposto solo qualche tempo prima - sì legga attentamente l’articolo riportato per rendersene conto - e la necessità di abusare dei deboli, degli abbandonati, dei “senza voce” per riassestare alla meno peggio il bilancio statale. Nello scrivere questo non si intende affatto sostenere che le Forze Armate debbano farsi carico dei problemi personali degli arruolati e, pertanto, di doverli stabilizzare comunque indefinitivamente. Si vuole, però, denunciare, con la carenza di pianificazioni credibili, anche quel modo ambiguo di far propaganda, proprio dei bandi dì arruolamento, che concorre a far ritenere quasi certa, agli arruolati, la prosecuzione nel servizio militare, al quale si aggiunge l’assenza totale di previsioni legislative che tutelino adeguatamente coloro che, non solo
per motivi di organico, debbano essere sicuramente congedati. E’ indubbio che congedamenti in massa come quello ora preannunciato sono doppiamente negativi: essi gettano sul lastrico giovani generalmente motivati, contribuiscono a rarefare, almeno in prossimità di tali eventi, le domande di arruolamento volontario e, per altro verso, costringono l’Amministrazione della Difesa a correre ai ripari adottando, per esempio, facilitazioni di carriera, talora eccepibili o, almeno, fonte di sperequazioni, previa riduzione dei tempi di permanenza nel grado altrimenti impensabili.. La Storia insegna. La ridottissima domanda per le lunghe ferma di un tempo, intervenuta in un’epoca di espansione economica e, quindi, di migliorata possibilità - a cavallo dei secoli XIX e XX - di sicure sistemazioni extra militari , costrinse l’Amministrazione della Difesa a correre ai ripari concedendo agevolazioni prima impensate in fatto di soldo e di accesso alla carriera continuativa (come era chiamata allora una certa stabilizzazione nell’impiego). Un esame approfondito delle vicende del personale militare di quel periodo potrebbe dimostrare che la stessa costituzione della “categoria” dei sottufficiali distinta dalla categoria “truppa”, (costituzione che, in una visione non contingente della situazione d’insieme, ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà un fattore negativo per i sottufficiali e per tutto il personale militare accentuandone la frattura categoriale.) intervenuta proprio agli albori del XX secolo, ben si inquadra in una logica tesa a riparare i danni del pauperamento delle domande di arruolamento volontario. Così, nei primi anni cinquanta, il massiccio congedamento di 5.000 V.A.S., resosi necessario per eccesso di arruolamenti (In definitiva, per una cattiva gestione degli arruolamenti) e non per demerito dei singoli volontari, inaridendo considerevolmente, per qualche tempo, gii arruolamenti volontari stessi, obbligava l’Amministrazione della Difesa, da un lato ad Sentiero Tricolore 21 accorciare i tempi per la promozione al grado di Sergente e, dall’altro, ad istituire altre e diverse forme, dichiaratamente contingenti e inserite nel servizio di leva, di sergentato. II congedamento di questi 3.000 volontari non potrà non avere ricadute negative, sia sui futuri arruolamenti, almeno nel breve termine, sia sull’Amministrazione della Difesa. E’ certo che pianificazioni meno FESTA DELLA REPUBBLICA - 2 GIUGNO 2010 - Come ormai tradizione i festeggiamenti per la ricorrenza del 2 giugno, Festa della Repubblica, pur se in tono minore e con minor dispendio di risorse, hanno trovato l’unanime consenso della popolazione romana e non solo,che in una bellissima mattinata di sole ha affollato all’inverosimile via dei Fori Imperiali. Lo sfilamento dei reparti impegnati nelle missioni all’estero, delle rappresentanze delle Nazioni impegnate nelle stesse missioni, nuclei di tutte le dilatate nel tempo e più ponderate insieme a bandi di concorso meno propagandistici e a previsioni di sicura tutela e di sicura valorizzazione all’atto del congedo, del servizio prestato, ridurrebbero, forse il numero degli aspiranti, ma eliminerebbero, certamente, le grosse negatività accusate in passato e temute nel presente da esodi indiscriminati di volontari. componenti le Forze Armate, dei Corpi Armati dello Stato ad ordinamento militare e civile, della Croce Rossa e della Protezione Civile, ha riscosso il caloroso consenso di tutti gli astanti. La rassegna ha avuto inizio con il passaggio dei labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e di Categoria ed ha visto quest’anno sullo stesso mezzo la presenza del Cav. Salvatore SCALIA, in rappresentanza della Presidenza Nazionale e l’alfiere con labaro Cav.Gino BRACONI.
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