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MAR/APR - Marina di Salivoli

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Terminata la colazione alcuni passeggeri uscirono<br />

all'aperto, alcuni per stendersi sulle panchine altri per<br />

passeggiare in coperta ancora umida per la foschia,<br />

ma quelli che si affacciarono sul corridoio <strong>di</strong> dritta<br />

del piroscafo per ammirare il panorama che offriva<br />

l'isola d'Elba con le sue bellissime coste <strong>di</strong>sseminate<br />

<strong>di</strong> spiagge, rimasero impietriti, quando a circa 2<br />

miglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza un corpo emerso dall'acqua,<br />

appena celato dalla foschia, sparò tre bordate con<br />

intenzioni minacciose.<br />

“<strong>Marina</strong>io, corri a poppa per alzare la ban<strong>di</strong>era <strong>di</strong><br />

riconoscimento” urlò Diaz, ancora incredulo<br />

dell'accaduto, mentre due proiettili con un<br />

inquietante sibilo passarono sopra le loro teste,<br />

mentre un terzo cadeva in mare a circa 100 metri.<br />

Appena il binocolo mise a fuoco quell'immagine che<br />

galleggiava sull'acqua, Diaz si inorridì e cominciò a<br />

sentirsi il sangue gelare. Un sottomarino battente la<br />

ban<strong>di</strong>era da guerra austriaca si stava avvicinando a<br />

tutta forza verso <strong>di</strong> loro. Con l'aiuto delle lenti<br />

graduate poteva <strong>di</strong>stinguere bene l'intenzione<br />

bellicosa che avevano quei soldati intorno al pezzo d'artiglieria. Ad un certo<br />

punto sembrò riconoscere in cima ad una torretta quello che poteva essere il<br />

comandante perché ad un suo gesto del braccio un lampo <strong>di</strong> fuoco uscì dal<br />

cannone seguito più tar<strong>di</strong> da un botto che si <strong>di</strong>ffondeva nell'aria. I passeggeri<br />

accortisi del pericolo cominciarono a dare segnali <strong>di</strong> nervosismo. Nel giro <strong>di</strong><br />

pochi secon<strong>di</strong>, la tranquilla scena sotto un cielo <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> mare calmo si<br />

trasformò in un parapiglia pauroso. Tutti guardarono Diaz e aspettavano da<br />

lui un or<strong>di</strong>ne, un qualsiasi or<strong>di</strong>ne. Una seconda esplosione, molto più forte<br />

delle altre, alzò un impressionante colonna d'acqua davanti alla prua che gli<br />

fece tremare la coperta sotto i pie<strong>di</strong>. “Capitano, faccia risuonare i fischi<br />

d'allarme, tutto l'equipaggio alle lance <strong>di</strong> salvataggio, sala macchine,<br />

macchine in<strong>di</strong>etro a tutta forza !!!” urlò Diaz, ormai rassegnato a perdere la<br />

nave ma consapevole <strong>di</strong> mettere in salvo i passeggeri.<br />

Appena il piroscafo si fermò le lance furono calate in mare e con calma e<br />

senza confusione i passeggeri presero posto in quelle anguste barche. Intanto<br />

Diaz insieme al suo secondo si ritrovarono in sala comando cercando <strong>di</strong><br />

aprire in fretta e furia tutti i cassetti che potevano contenere documenti, carte<br />

o or<strong>di</strong>ni vari e furono spazzati via. Il sottomarino, <strong>di</strong>stante non più <strong>di</strong> un<br />

miglio da loro cominciò ad effettuare una manovra strana, sembrava che non<br />

volesse più aspettare, ma appena Diaz salì sull'aletta <strong>di</strong> plancia capì il motivo,<br />

da Capo Viti si stava avvicinando il rimorchiatore “Priamar” della società<br />

Ilva in soccorso alle lance. Altri due colpi <strong>di</strong> cannone partirono dal<br />

sommergibile e obbligarono il natante ad arrestare la sua navigazione. Non<br />

c'era più tempo. Le casse, i documenti e gli oggetti più cari furono<br />

abbandonati sulla nave mentre anche gli ufficiali<br />

prendevano posto sulle lance e si allontanarono dal<br />

piroscafo verso il rimorchiatore in attesa, in acque<br />

più tranquille. Il sottomarino cominciò ad<br />

immergersi, passò sottoprua e si allontanò <strong>di</strong> circa<br />

trecento metri dal lato sinistro e con il lanciasiluri <strong>di</strong><br />

poppa lanciò un siluro colpendo il piroscafo fra la<br />

macchina e la stiva n. 3. L'esplosione risultò cupa ma<br />

poco dopo si alzò una colonna <strong>di</strong> acqua e <strong>di</strong> fumo<br />

nero alta quanto gli alberi della nave che cominciò a<br />

sbandare prima a sinistra e poi a destra, mentre<br />

tonnellate <strong>di</strong> acqua si riversavano all'interno dello<br />

squarcio. Nuvole <strong>di</strong> vapore e <strong>di</strong> acqua cominciarono<br />

a sprigionarsi dal locale macchina, un sinistro e forte<br />

sibilo si propagò nell'aria, sembrava <strong>di</strong> assistere ai<br />

lamenti <strong>di</strong> un animale che faceva il possibile per<br />

resistere alla morte. I testimoni ancora sconvolti e<br />

increduli per l'accaduto si alzarono tutti in pie<strong>di</strong> e<br />

sventolando berretti, gridarono: “viva l'Italia, viva<br />

l'Italia”, rendendo gli ultimi onori alla nave ormai<br />

persa per sempre.<br />

Ma essa si <strong>di</strong>mostrò un osso duro per Forstmann che fu costretto a finirla con<br />

un martellante cannoneggiamento sulla linea <strong>di</strong> galleggiamento che si<br />

<strong>di</strong>mostrò interminabile. Il Comandante Diaz, aggrappato ad un corrimano<br />

della lancia, fissava la nave che cominciava ad alzarsi <strong>di</strong> poppa e che a mano<br />

a mano scompariva <strong>di</strong> prua finché non andò a sbattere su un fondale fangoso<br />

<strong>di</strong> quaranta metri <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà. Girandosi con un'ultima estrema dolcezza,<br />

come trascinato da un'invisibile e gigante mano, il grande vapore scivolò<br />

sotto le acque.<br />

Il piroscafo “Washington” <strong>di</strong> 2850 tonnellate <strong>di</strong> stazza scomparve per<br />

sempre. La sua agonia durò 30 minuti.<br />

Quando i naufraghi arrivarono nel paesino <strong>di</strong> Rio <strong>Marina</strong> sull'isola d'Elba,<br />

delusi, impauriti, alcuni fra<strong>di</strong>ci e senza abiti addosso, fu fatto il conteggio.<br />

Nessuno mancò all'appello, tutti si erano salvati………………..<br />

Il paese <strong>di</strong> Rio <strong>Marina</strong>, come viene citato nel rapporto <strong>di</strong> Diaz, ne uscì con<br />

una grande <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> fratellanza e <strong>di</strong> solidarietà, accudendo i<br />

naufraghi con amore fraterno dando loro la possibilità <strong>di</strong> essere sfamati,<br />

rivestiti e curati.<br />

Il mare dunque ha raccontato un'altra storia che parla <strong>di</strong> marinai che anche in<br />

guerra hanno avuto rispetto e pietà per i nemici.<br />

S.Leonelli, A.Dondoli, C.Gennai L.N.I.<br />

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