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MAR/APR - Marina di Salivoli

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imodernamento che si prolungarono fino al 1895, con il rientro in attività<br />

sempre sulla linea sudamericana e saltuariamente anche su New Orleans,<br />

New York e Massaua.<br />

Nel 1901 prende parte alla missione <strong>di</strong> rimpatrio delle forze italiane dalla<br />

Cina e affronta il viaggio <strong>di</strong> ritorno dal porto <strong>di</strong> Tien Tsin il 4 agosto 1901,<br />

raggiungendo Napoli in appena poco più <strong>di</strong> un mese.<br />

Due anni dopo passa sotto “La Veloce”, Navigazione Italiana a Vapore <strong>di</strong><br />

Genova con due corse propagan<strong>di</strong>stiche verso il porto <strong>di</strong> New York, ma la<br />

società non ha fortuna e la nave si trova costretta a cambiare ancora una<br />

volta con la Navigazione Generale Italiana sempre <strong>di</strong> Genova. Siamo nel<br />

1908 e viene offerta una nuova rotta commerciale ad Oriente, con<br />

destinazione Mar Nero.<br />

Il 28 <strong>di</strong>cembre del 1908 trovandosi nello stretto <strong>di</strong> Messina fu la prima<br />

nave ad entrare nel porto devastato dal terremoto per prestare soccorso<br />

alla popolazione.<br />

1910. Si cambia ancora con la Società <strong>di</strong> Servizi Marittimi <strong>di</strong> Roma in<br />

linea Genova, Livorno, Napoli, Catania, Canea, Pireo, Costantinopoli e<br />

Odessa.<br />

L'anno dopo con l'apertura delle ostilità tra l'Italia e la Turchia la nave<br />

viene requisita dalle autorità<br />

militari italiane e partecipa<br />

allo sbarco <strong>di</strong> truppe a Tripoli<br />

e nel maggio del 1912 allo<br />

sbarco <strong>di</strong> Ro<strong>di</strong>.<br />

A settembre viene derequisita<br />

e a luglio dell'anno<br />

successivo passa sotto la<br />

Sitmar, Società Italiana <strong>di</strong><br />

Servizi Marittimi con sede a<br />

Roma ma solo per poco<br />

perché ormai la Grande<br />

Guerra incombe in ogni parte<br />

d'Europa e così nel 1915<br />

riviene requisita e utilizzata<br />

per trasportare merci<br />

belliche.<br />

Alle ore 3.20 Forstmann,<br />

20<br />

intento ad osservare il paesaggio con il binocolo sotto un cielo<br />

apparentemente privo <strong>di</strong> nuvole.<br />

Ad un tratto un grosso veliero a rimorchio passa talmente vicino che<br />

Forstmann ha paura <strong>di</strong> essere stato scoperto, ma tutto tace sotto una<br />

apparente calma. “Per un pelo, ma è andata”.<br />

Ore 4.30. “Immersione periscopica, avviciniamoci con cautela al<br />

bersaglio”.<br />

L'equipaggio ormai è estenuato, aspetta solo l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> attaccare, ma<br />

bisogna restare calmi, è ancora presto, l'alba deve ancora nascere.<br />

L'or<strong>di</strong>ne arriva alle 6.10, e viene <strong>di</strong>ramato con una giusta dose <strong>di</strong><br />

tranquillità, senza eccedere, i nervi dei marinai erano già tesi, l'ansia era<br />

<strong>di</strong>venuta insopportabile.<br />

Dopo 18 minuti <strong>di</strong> ininterrotto bombardamento e con 61 colpi sparati dai<br />

pezzi da 8.8 cm del battello, dal forte Stella e da altri pezzi <strong>di</strong>slocati<br />

intorno al porto si aprì un violento scontro a fuoco che costrinsero<br />

Forstmann a dare l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> immersione rapida per poter poi ritirarsi<br />

sott'acqua verso nord.<br />

Come uno spettro in un'immensa foschia che si alzava appena dal livello<br />

del mare, l'U39 navigava verso nord a tutta velocità quando a circa 5<br />

miglia da loro un'enorme prua<br />

uscì come per incanto in pieno<br />

sole.<br />

Ore 7.00:<br />

In quel momento, ignari <strong>di</strong><br />

tutto, il comandante del<br />

piroscafo “Washington” Diaz<br />

e il suo secondo Cap.<br />

Pannocchia si trovavano sul<br />

p o n t e d i c o m a n d o<br />

rallegrandosi <strong>di</strong> come questo<br />

piroscafo fosse veloce.<br />

Volgendo gli sguar<strong>di</strong> verso<br />

poppa potevano notare le<br />

gran<strong>di</strong> turbolenze che<br />

creavano le poderose eliche<br />

sulla superficie del mare e che<br />

si perdevano in lontananza.

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