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Notiziario bimestrale della coop l’Ormeggio - Anno 4 - Numero 2 - E<strong>di</strong>zione fuori commercio - Distribuzione gratuita - Aut. Tribunale <strong>di</strong> Livorno n° 19/03 del 10/10/’03 - Spe<strong>di</strong>zione in A.P. Art. 2. Tab.D - L. 662/’96<br />
B Z O MEGGIO<br />
O ZA<br />
d’ d’<br />
R<br />
m a r i n a d i s a l i v o l<br />
i<br />
<strong>MAR</strong>ZO - <strong>APR</strong>ILE - 2006<br />
BOZZA & RISPOSTA<br />
Inizia il Fabrizio Ferri 2<br />
Y.C.M.S.<br />
Suggestioni al raduno sociale<br />
PER L’ARCIPELAGO<br />
Isola del Giglio<br />
PROFESSIONI<br />
L’operatore tecnico subacqueo<br />
GULLIVER<br />
Navingando nel mare della malinconia<br />
TECNICA<br />
La vela III - Le correnti galvaniche<br />
STORIA<br />
L’affonfdamento del Washington-<br />
NARRATIVA<br />
Terrore dal Mare
TEL<strong>MAR</strong>SISTEMI<br />
Di Fantin Sergio & C. s.n.c.<br />
Marchi rappresentati:<br />
Furuno<br />
B e G Arimar<br />
<strong>di</strong>stributore ufficiale<br />
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P.le Premuda, 6/L - 6/M Piombino (LI) Tel. 0565 221331 Fax. 0565 221319 Cell. 335 5911953<br />
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57029 VENTURINA (Livorno)
BOZZA<br />
dd’<br />
’<br />
ORMEGGIO<br />
m a r i n a d i s a l i v o l i<br />
Autorizzazione del Tribunale<br />
<strong>di</strong> Livorno n° 19/2003<br />
del 10/10/’03<br />
E<strong>di</strong>tore:<br />
COOP scrl L’Ormeggio<br />
<strong>Marina</strong> <strong>di</strong> <strong>Salivoli</strong> - Piombino<br />
Presidente: Fabrizio Ferri<br />
Direttore Responsabile:<br />
Aldo Linari<br />
Redazione:<br />
Giuseppe Andreoni<br />
Mario Barsellini<br />
Alessandro Camerini<br />
Roberto Cantini<br />
Riccardo Gori<br />
Roberto Guerrieri<br />
Mario Pelagatti<br />
Collaborano a questo numero:<br />
Giovanni De Francesco<br />
Maurizio Gorini<br />
Enrico Nencioni<br />
Massimo Orlan<strong>di</strong>ni<br />
Mauro Parra / Franco Pelagatti<br />
Grafica e impaginazione:<br />
Roberto Guerrieri / Luca Fallone<br />
Stampa:<br />
Grafiche EFFESEI Grosseto<br />
La collaborazione al giornale è completamente gratuita<br />
Foto e testi anche se non pubblicati non si restituiscono<br />
Chiuso in redazione il 30/04/2006<br />
BOZZA D’ORMEGGIO<br />
<strong>Marina</strong> <strong>di</strong> <strong>Salivoli</strong><br />
57025 Piombino (LI) E-mail bozzaormeggio@email.it<br />
Pubblicità max. 70%<br />
Direzione <strong>Marina</strong> : Direzione Giornale :<br />
Tel 0565 42809 Tel - Fax 0565 45333<br />
Fax 0565 42824<br />
E<strong>di</strong>toriale<br />
Auguri al Presidente ed ai Consiglieri<br />
E' doveroso rivolgere, a nome dell'intera redazione, un<br />
sincero augurio <strong>di</strong> buon lavoro al neo eletto presidente<br />
Ferri ed ai consiglieri vecchi e nuovi. Spero, che con il<br />
loro lavoro, raggiungano i risultati che si sono dati<br />
come obbiettivi.<br />
Spero in oltre che i rapporti tra “il giornalino” ed il CdA<br />
siano ancora più proficui e produttivi <strong>di</strong> come sono<br />
stati sino ad ora.<br />
Con il CdA precedente abbiamo dato il via a questo<br />
mezzo <strong>di</strong> informazione interna ed il confronto, non<br />
privo <strong>di</strong> vivaci <strong>di</strong>scussioni, è sempre stato aperto e<br />
costruttivo.<br />
Conosco Ferri, e buona parte dei consiglieri, da anni e<br />
credo che faranno il possibile per valorizzare e<br />
migliorare il nostro prodotto e noi cercheremo <strong>di</strong> non<br />
deludere la fiducia che ci viene accordata.<br />
Questo CdA sarà impegnato su più fronti, quello <strong>di</strong><br />
finire i lavori iniziati, <strong>di</strong> farne <strong>di</strong> nuovi, e soprattutto<br />
far quadrare i conti, cosa che in un periodo in cui il<br />
petrolio vola verso i 100 dollari al barile non e semplice<br />
e può essere motivo <strong>di</strong> polemiche e <strong>di</strong>visioni.<br />
Noi saremo sempre <strong>di</strong>sponibili ad aiutare a dare<br />
informazione ai soci, in nome della trasparenza, e<br />
gireremo al Presidente la domande che ci perverranno.<br />
Ci auguriamo infine, che da queste pagine si cementi<br />
quella unione <strong>di</strong> intenti che fa forte una cooperativa.<br />
Un saluto dal Direttore.<br />
3
L’angolo della posta<br />
Si pregano gli inserzionisti <strong>di</strong> proporre lettere sintetiche. Vista la natura del giornale non saranno pubblicate lettere che contengono frasi offensive<br />
Si ricorda che la corrispondenza può essere inviata via fax al n° 0565-45333 oppure spe<strong>di</strong>ta via e-mail all’in<strong>di</strong>rizzo bozza.ormeggio@email.it<br />
Lettera sul banchetto <strong>di</strong> primavera.<br />
Caro Direttore,<br />
Siamo venuti a conoscenza tar<strong>di</strong>vamente che qualche sabato fà,<br />
davanti allo spaccio del marina, si è consumato un banchetto a<br />
sbafo ,a base <strong>di</strong> porchetta, salumi, formaggi e buon vino.<br />
Come mai non si pubblicizzano a dovere queste iniziative?<br />
Lettera firmata da un gruppo <strong>di</strong> soci<br />
Risponde la redazione <strong>di</strong> BdO.<br />
Cari amici,<br />
Noi siamo tra quelli che hanno vergognosamente approfittato<br />
della generosità del nostro pizzicagnolo e possiamo garantirvi<br />
che era tutto ottimo ed abbondante.<br />
Scherzi a parte, il Bellini aveva pubblicizzato l’evento col passa<br />
parola (e col megafono). Però a parziale risarcimento vostro (e <strong>di</strong><br />
chi non c’era), pubblichiamo <strong>di</strong> seguito la cronaca del banchetto<br />
che, con le prime giornate <strong>di</strong> sole, sancisce la fine del periodo<br />
buio.<br />
Un consiglio: frequentate <strong>di</strong> più i moli!<br />
FESTA A ” SBAFO” DELLE IDI DI <strong>MAR</strong>ZO<br />
I segnali si vedevano : area <strong>di</strong> cantiere piena con<br />
Ci ha fatto piacere veder<br />
mangiar <strong>di</strong> gusto Renzo che<br />
ratificando la ritrovata serenità,<br />
oltre l'ottima pastasciutta<br />
cucinata da sua moglie Sandra<br />
(con lui gestrice del ristorante<br />
aumento della superficie <strong>di</strong>sponibile, abbandono “Lo scoglio d'Orlando“), fa<br />
dei box ad uso ufficio, sbarre aperte e umore servire salumi e formaggi<br />
rilassato.<br />
(ancora offerti dalla “Di cotte e<br />
<strong>di</strong> crude“) per il fine regata del<br />
giorno dopo.<br />
Ci prepariamo a dar voce a quanti altri volessero<br />
promuovere attività tese a legare la nostra vita<br />
sociale nel proseguo <strong>di</strong> questa iniziativa<br />
battezzata all'unanimità “Festa <strong>di</strong> fine<br />
oscurantismo”.<br />
BdO<br />
Mancava qualcosa per suggellare il tutto, ma<br />
interviene il buon Riccardo che, nel corridoio<br />
antistante il suo negozio, affetta e <strong>di</strong>vide tra quanti<br />
hanno un certo languorino una bella porchetta,<br />
accompagnata da formaggi, salumi e abbondanti<br />
libagioni.<br />
Ottima iniziativa che, complice il buon vino, ha<br />
rallegrato gli animi e spianato le ostilità che<br />
perturbano, senza ragione, il clima sociale.<br />
4<br />
By Bellini<br />
Ebbene si ! ... Anche l'ultimo numero<br />
era pieno <strong>di</strong> errori.<br />
Avevamo la certezza <strong>di</strong> essere "duri"...<br />
invece recenti stu<strong>di</strong> sul cervello umano<br />
ci proiettano verso altri orizzonti:<br />
Sneocdo uno sdtiuo dlel'Untisverià <strong>di</strong><br />
Cadmbrige, non irmptoa cmoe snoo<br />
sctrite le plaroe, tutte le letetre posnsoo<br />
esesre al pstoo sbgalaito, è ipmtortane<br />
sloo che la prmia e l'umltia letrtea saino<br />
al ptoso gtsiuo, il rteso non ctona. Il<br />
cerlvelo è comquune semrpe in gdrao <strong>di</strong><br />
decraifre tttuo qtueso coas, pcheré non lgege ongi silngoa ltetrea,<br />
ma lgege la palroa nel suo insmiee … Vstio!<br />
Sneodco vio, cvaolo si bveoano a Cadmbrgie?<br />
La redazione <strong>di</strong> BdO
<strong>di</strong> Enrico Nencioni<br />
on c'è che <strong>di</strong>re,<br />
all'ultimo ritrovo dello Yacht Club,<br />
siamo stati proprio bene.<br />
La compagnia era numerosa,<br />
nonostante l'influenza (con i suoi<br />
ultimi colpi <strong>di</strong> coda) abbia trattenuto<br />
<strong>di</strong>versi dei nostri più assidui<br />
“compagni <strong>di</strong> merenda”.<br />
Nell'animazione della serata<br />
la parte del leone è toccata al nostro<br />
ospite d'onore ed amico Riccardo<br />
Del Fa, che ci ha condotto nel suo<br />
mondo (fatto <strong>di</strong> fantasmagoriche<br />
suggestioni) proiettandoci uno dei<br />
suoi meravigliosi cortometraggi<br />
fotografici.<br />
6<br />
Y.C.M.S.<br />
CENA SOCIALE ALLO “SCOGLIO D'ORLANDO”<br />
N<br />
foto <strong>di</strong> Riccardo Del Fa<br />
foto <strong>di</strong> Riccardo Del Fa<br />
Il resto è toccato a<br />
Sandra, “vestale” del<br />
ristorante, che ci ha deliziato<br />
le papille con un menù <strong>di</strong><br />
primor<strong>di</strong>ne, procurandosi, ben<br />
due applausi: il primo per il<br />
“rancio”, il secondo perché ha<br />
detto che la cosa gli faceva<br />
oltremodo piacere.<br />
L a v o g l i a d i<br />
partecipazione e la cortesia <strong>di</strong><br />
tutti gli astanti hanno fatto il<br />
resto.<br />
Alla prossima occasione.<br />
YCMS
La GPM Historical Racing Car La partenza sarà dalla nostra Piazza<br />
con il patrocinio <strong>di</strong> Automobile<br />
un numero massimo <strong>di</strong> quaranta<br />
unità. Per ogni vettura sarà possibile ver<strong>di</strong>, il percorso attraverserà il<br />
Club <strong>di</strong> Livorno, del Comune <strong>di</strong> iscrivere un equipaggio massimo <strong>di</strong> comprensorio del Val <strong>di</strong> Cornia e sarà<br />
Piombino e del Comune <strong>di</strong> Campiglia due persone.<br />
articolato in due giri per un<br />
M.ma, in<strong>di</strong>ce ed organizza una prova Le vetture saranno sud<strong>di</strong>vise in complessivo <strong>di</strong> sette prove <strong>di</strong> abilità. Il<br />
<strong>di</strong> abilità alla guida, denominata: 1* cinque classi a secondo della loro rior<strong>di</strong>no delle vetture e la partenza<br />
Trofeo Falesia Ability Driver per auto cilindrata, saranno premiati i primi tre per il 2° giro sarà nel nostro marina<br />
d'epoca. della classifica generale, i primi tre <strong>di</strong> durante la giornata del sabato, le<br />
S a r a n n o a m m e s s e v e t t u r e ogni classe, i primi tre equipaggi vetture rimarranno esposte per circa<br />
immatricolate prima del 1985 <strong>di</strong> femminili oltre una targa ricordo per un ora a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> quanti le<br />
particolare interesse sportivo fino ad ogni partecipante.<br />
volessero visitare.<br />
CARRARA - TESI<br />
(Lancia Stratos)<br />
DEL ZOPPO - BOSCOLO<br />
(Talbot Samba gr. 2)<br />
Prossimamente<br />
Ospititere mo co n piacere ne l nostro<br />
marima<br />
1° TROFEO FALESIA<br />
Abilit y Driver per au to d’ epoca MILIANI - ROSATI<br />
(Fiat 131 Abarth)<br />
PINTO - PINTO<br />
(Fiat 125 Special)<br />
VALERIO - VALERIO<br />
(Reanult Alpine 110)<br />
PIERATTINI - PIOMBINO<br />
(Fiat 124 Abarth)<br />
7
L’estate si avvicina<br />
Un ringraziamento del CdA<br />
Due chiacchiere scambiate tra amici non possono far che bene, ed in effetti hanno fatto<br />
molto bene al Dottor Pecchia che, caduto accidentalmente dalla passerella della sua<br />
barca,è stato tratto in salvo dal capannello che abitualmente si trattiene alla ra<strong>di</strong>ce del<br />
molo C per scambiare due parole. Grazie a loro da tutti noi ed auguri vivissimi al dottore<br />
affichè possa scordare in fretta la brutta esperienza.<br />
Squali martello della Malesia dall’amico Ralph Arbeid Arbeid<br />
8<br />
In WIND SURF ricorda <strong>di</strong> :<br />
- indossare sempre la cintura <strong>di</strong> sicurezza;<br />
- usare gli appositi corridoi <strong>di</strong> lancio;<br />
- rispettare i limiti stabiliti dalle or<strong>di</strong>nanze;<br />
- non navigare per troppo tempo nella stessa <strong>di</strong>rezione.<br />
DARSENA MEDICEA PORTOFERRAIO<br />
Nuove tariffe<br />
Delfini del nostro canale dall’amico Stefano Testii
C'è un problema, che riguarda tutti gli armatori:<br />
da quello <strong>di</strong> una barca d'epoca a quello <strong>di</strong> un<br />
ketch in alluminio è la corrosione galvanica. Un<br />
fenomeno generato dal passaggio <strong>di</strong> corrente tra<br />
due metalli <strong>di</strong>versi, secondo una scala galvanica<br />
o anche definiti nobili e meno nobili (dal<br />
Platino allo zinco).<br />
Se immersi nella stessa soluzione salina, e<br />
collegati tra loro elettricamente particelle <strong>di</strong><br />
metallo meno nobile migrano verso quello più<br />
n o b i l e i n t a c c a n d o n e l ’ i n t e g r i t à e<br />
sostanzialmente corrodendolo<br />
Come si generano: adesso sappiamo che il<br />
fenomeno avviene quando due metalli <strong>di</strong>versi<br />
sono collegati elettricamente tra loro ed<br />
immersi in una soluzione salina. In barca<br />
collegati elettricamente tra loro e immersi in<br />
una soluzione salina.<br />
In barca dunque esistono situazioni capaci <strong>di</strong><br />
generare fenomeni <strong>di</strong> corrosione galvanica.<br />
Pensate per esempio alle appen<strong>di</strong>ci metalliche<br />
immerse <strong>di</strong> una barca: le eliche, le linee d'asse,<br />
le prese a mare, il bulbo, l'albero del<br />
timone.Alcune <strong>di</strong> esse sono già collegate<br />
elettricamente fra <strong>di</strong> loro: elica e linea d'asse per<br />
esempio. Ma soprattutto per conduttore non si<br />
intende solamente un cavo elettrico ma<br />
anche la semplice acqua <strong>di</strong> mare presente in<br />
sentina o un ponte <strong>di</strong> sale.<br />
Sostanzialmente quin<strong>di</strong> per evitare la<br />
corrosione ogni appen<strong>di</strong>ce metallica della barca<br />
dovrebbe essere isolata, e allo stesso modo<br />
anche i pontili e le catenarie dovrebbero essere<br />
isolate dalla barca ecc ecc. Una situazione<br />
simile se non si può definire impossibile è<br />
sicuramente molto <strong>di</strong>fficile da realizzare.<br />
Pren<strong>di</strong>amo per esempio l'albero. Esso è<br />
giustamente collegato elettricamente al bulbo<br />
per poterscaricare in acqua l'energia <strong>di</strong> un<br />
fulmine che lo dovesse colpire. Ma l'antenna del<br />
VHF che si trova in testa d'albero montata su<br />
staffa metallica è quasi sempre la responsabile<br />
del collegamento tra il negativo delle batterie e<br />
l'albero,questo perché il suo cavo coassiale ha la<br />
calza <strong>di</strong> schermo collegata alla staffa <strong>di</strong><br />
fissaggio ed è connessa con il negativo<br />
internamente alla ra<strong>di</strong>o (l'interruttore della<br />
ra<strong>di</strong>o interrompe solo il positivo). Ecco quin<strong>di</strong><br />
realizzato (tramite il negativo delle batterie) il<br />
collegamento elettrico fra bulbo, linea d'asse ed<br />
Le correnti galvaniche<br />
D<strong>di</strong> Massimo Orlan<strong>di</strong>ni<br />
Frequenta il nostro marina Massimo Orlan<strong>di</strong>ni, che oltre ad essere nostro amico e partecipare alle<br />
regate <strong>di</strong> circolo, lavora nel campo dell'elettronica e scrive per la rivista “Giornale della vela”.<br />
Gli abbiamo chiesto <strong>di</strong> parlarci delle correnti galvaniche un argomento che sempre più spesso i<br />
lettori ci chiedevano <strong>di</strong> trattare e nel salutarlo gli passiamo la parola.<br />
elica, essendo questi <strong>di</strong> metalli <strong>di</strong>versi le elettrico che per sua costruzione è un separatore<br />
c o r r e n t i g a l v a n i c h e i n i z i e r a n n o galvanico, con rapporto 1 a 1 oppure meglio<br />
imme<strong>di</strong>atamente a circolare corrodendo per ancora con ingresso (lato banchina) 110 / 220<br />
primi i metalli meno nobili. Questo è solo un volt e uscita (lato barca) 220 volt, della potenza<br />
esempio <strong>di</strong> quanto può accadere tra le <strong>di</strong>verse necessaria per l'imbarcazione (me<strong>di</strong>amente<br />
apparecchiature <strong>di</strong> bordo, ma il pericolo può 4kW), il <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> questa soluzione oltre al costo<br />
venire anche dall¹esterno. Pensate a quando è il peso (40 kg circa) che lo rende adatto solo a<br />
siete collegati con il cavo 220V in banchina. Il gran<strong>di</strong> imbarcazioni. Entrambe le soluzioni<br />
suo conduttore <strong>di</strong> terra essendo comune a tutte le sono comunque valide anche ai fini della<br />
colonnine può <strong>di</strong> fatto realizzare un normativa uni en iso 13297 2002<br />
collegamento fra le parti metalliche delle altre Per il terzo caso, quando la corrente proviene<br />
barche connesse a in banchina e la vostra. dalle batterie <strong>di</strong> bordo, dovrete ricontrollare<br />
accuratamente l'impianto elettrico, per<br />
ripristinarne l'isolamento originale, andando a<br />
ricercare la <strong>di</strong>spersione elettrica, conviene però<br />
affidarsi a un esperto.<br />
La manutenzione or<strong>di</strong>naria: dato che la<br />
corrosione galvanica è un fenomeno naturale, la<br />
normale protezione, <strong>di</strong> norma sufficiente,<br />
avviene tramite una verifica perio<strong>di</strong>ca e la<br />
sostituzione dei "poveri" zinchi. Allarmatevi in<br />
caso <strong>di</strong> accelerazioni violente del normale<br />
consumo, provvedendo con una verifica<br />
dell'isolamento dell'impianto elettrico. Altro<br />
elemento che può aiutarvi nella protezione della<br />
Questo collegamento tramite conduttore <strong>di</strong> terra corrosione galvanica è la scelta della<br />
avviene anche con spina inserita nella colonnina antivegetativa, fate attenzione a non utilizzare<br />
e interruttore della presa spento prodotti che contengono rame o altri metalli su<br />
Il terzo caso (elettrolisi) è sicuramente il appen<strong>di</strong>ci metalliche, soprattutto i pie<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
peggiore. Avviene quando per cause accidentali alluminio. Perché per loro composizione<br />
quali: cavi spellati o connessioni non protette in facilmente generano fenomeni <strong>di</strong> corrosione<br />
sentine umide o ponti <strong>di</strong> sale fra conduttori galvanica.<br />
elettrici e prigionieri del bulbo, o, anche per<br />
errore <strong>di</strong> qualche mo<strong>di</strong>fica all'impianto<br />
elettrico, sono le batterie <strong>di</strong> bordo ad alimentare<br />
le appen<strong>di</strong>ci immerse. Le correnti che possono<br />
circolare in questo caso sono anche 1000 volte<br />
superiori a quelle generate per <strong>di</strong>fferenza<br />
spontanea <strong>di</strong> potenziale <strong>di</strong> cui abbiamo parlato<br />
prima, e <strong>di</strong> conseguenza anche la corrosione<br />
generata sarà più elevata, portando il<br />
<strong>di</strong>ssolvimento degli zinchi in tempi brevissimi<br />
Come proteggersi: per i problemi derivati da<br />
<strong>di</strong>fferenti metalli immersi bisogna posizionare<br />
degli zinchi, chiamati anche ano<strong>di</strong> sacrificali.<br />
La loro funzione è quella <strong>di</strong> sfruttare la naturale Posizionamento degli zinchi: le zone dove<br />
propensione a corrodersi prima <strong>di</strong> altri metalli. verranno montati gli zinchi dovranno essere<br />
Una volta alata la barca se vedrete gli ano<strong>di</strong> pulite al fine <strong>di</strong> permettere un ottimo<br />
corrosi, vuol <strong>di</strong>re che hanno fatto in modo collegamento elettrico con il metallo sottostante<br />
egregio il loro lavoro: si sono "sacrificati" per lo zinco. Gli zinchi stessi non devono essere<br />
salvare elica, linea d'asse o prese a mare. Ovvio verniciati pena renderli inutili. Fate attenzione a<br />
che se la barca è sprovvista <strong>di</strong> zinchi, perché quelli posti sulle eliche, alcuni sono<br />
esauriti, sarà soggetta alla corrosione dei suoi sotto<strong>di</strong>mensionati a <strong>di</strong>scapito della loro durata.<br />
metalli immersi fino a compromettere la stessa Esistono comunque strumenti in grado <strong>di</strong><br />
sicurezza; pensate a una presa a mare che si monitorare l'intensità delle correnti fra punti<br />
corrode fino a bucarsi. Per isolarsi dalla conosciuti, ed altri capaci <strong>di</strong> generare correnti<br />
<strong>di</strong>ffusione delle correnti galvaniche attraverso il antagoniste che hanno la funzione <strong>di</strong> proteggere<br />
cavo elettrico <strong>di</strong> rete a 220V della banchina le appen<strong>di</strong>ci, in entrambi i casi rivolgetevi a un<br />
conviene installare un separatore galvanico tecnico che potrà guidarvi alla soluzione<br />
sulla linea a 220V in ingresso, ce ne sono <strong>di</strong> migliore solamente dopo un'attenta analisi della<br />
<strong>di</strong>versi modelli in commercio vostra imbarcazione<br />
Un'altra soluzione per proteggersi dalle correnti MO<br />
della banchina è tramite un trasformatore<br />
9
Continua il viaggio <strong>di</strong> B. d’ O. per le isole dell’arcipelago.<br />
Tra santi e pirati, tra storia e leggenda:<br />
L’Isola del GIGLIO<br />
Il nome ha un'etimologia curiosa. Furono i<br />
greci a chiamarla Aegilion mikros ( terra <strong>di</strong><br />
capre “minore”, forse per <strong>di</strong>stinguerla da<br />
Capraia). Il nome fu poi latinizzato in Igilium<br />
(1° sec. a.C.) e successivamente italianizzato<br />
in Giglio.<br />
Era quin<strong>di</strong> un'isola <strong>di</strong> capre e non <strong>di</strong> fiori,<br />
granitica e riarsa, con coste <strong>di</strong>rupate e cale<br />
selvagge.<br />
Contrariamente a Capraia, Elba, Gorgona e<br />
Pianosa, che dopo l'unità d'Italia furono sede<br />
<strong>di</strong> colonie penali, l'isola del Giglio ne fu esclusa<br />
e pur essendo una piccola montagna in mezzo al<br />
mare, vi si è potuto sviluppare con un tessuto<br />
sociale proprio, <strong>di</strong>viso tra pescatori al Porto, e<br />
conta<strong>di</strong>ni al Castello.<br />
“Due popolazioni” , ma un'unica storia.<br />
a cura <strong>di</strong> Aldo Linari<br />
Da <strong>Marina</strong> <strong>di</strong> <strong>Salivoli</strong>, Giglio Porto ( 42°21'.71N 10°55'.27E ) <strong>di</strong>sta 38,70 mn per 151°,76, da Porto Santo<br />
Stefano 10 mn per 273°,35 e da <strong>Marina</strong> <strong>di</strong> Campo a Campese ci sono 35,73 mn per 129°.<br />
Capitaneria: 0564 809480, Ormeggi comunali: 035 6092976. Vhf 14<br />
Il porticciolo è esposto alla tramontana, al grecale e al levante. La profon<strong>di</strong>tà in banchina: 0,80-4,50 m.<br />
L'isola è lunga 8,7 km da punta del Fenaio a punta del Capel Rosso, nella <strong>di</strong>rezione NNW-SSE. Ha una<br />
2<br />
superficie <strong>di</strong> 21 km e 28 km <strong>di</strong> costa; il monte più alto è il Poggio della Pagana <strong>di</strong> m 498.
Un po’ <strong>di</strong> stor ia. .. Tra vill e , fortez ze , Santi e pirati. ntorno al VI secolo a,C, il controllo<br />
dell’arcipelago era conteso tra Etruschi, Greci<br />
Ie Cartaginesi, ma nel 550 una flotta alleata<br />
etrusco cartaginese, sconfisse definitivamente quella<br />
ellenica, affondandola completamente e lapidando i<br />
superstiti. Pochi decenni dopo gli etruschi venivano<br />
assorbiti dai romani che li sconfissero anche in mare.<br />
Con la fine della seconda guerra Punica (264 a.C.)<br />
Anche i Cartaginesi furono piegati, umiliati e<br />
costretti a cedere le isolo del mare toscano.<br />
Nonostante questo, il mare Tirreno rimaneva<br />
infestato dai pirati e fu solo nel 67 a.C., Che Gneo<br />
Pompeo, su mandato del Senato <strong>di</strong> Roma, con una<br />
poderosa flotta <strong>di</strong> 500 navi e 120.000 soldati, debellò<br />
la pirateria assoggettando tutto il Me<strong>di</strong>terraneo alla<br />
“Pax romana”.<br />
Inizia così un periodo <strong>di</strong> tranquilla prosperità, per il<br />
Giglio e tutto l’Arcipelago. Crescono i commerci e<br />
sorgono ville patrizie, soprattutto ad opera dei<br />
Domizi Aenobarbi, attivi commercianti.<br />
A quel tempo si esportavano dalle isole toscane<br />
soprattutto minerali e granito, ma anche vino ed olio,<br />
ne sono testimonianza i tanti relitti pieni <strong>di</strong> anfore<br />
depositati sul fondo marino.<br />
Tutto finisce con la <strong>di</strong>sastrosa caduta dell’impero nel<br />
476 d.C. Di quel tempo è una citazione <strong>di</strong> Rutilio<br />
Nomaziano, che racconta come i romani, incalzati dai<br />
Goti, trovassero rifugio al Giglio, ed iniziava per molte<br />
delle nostre isole un destino oscuro. Furono luoghi <strong>di</strong><br />
deportazione e prigionia, <strong>di</strong> eremitaggio per monaci e<br />
fino a poco prima dell’ unità d’Italia non cessarono le<br />
scorribande piratesche, soprattutto Saracene.<br />
Nel 455 il vescovo <strong>di</strong> Palermo a causa delle invasioni<br />
dei Vandali <strong>di</strong> Genserico, fugge ed approda all’isola <strong>di</strong><br />
Mons Jovis, qui la storia si confonde con la leggenda; il<br />
prelato sconfigge un drago e <strong>di</strong>venta San Mamiliano,.<br />
Nella pagina precedente :<br />
- Torre del Campese.<br />
Sopra : - Ingresso del Porto.<br />
Di fianco :- Ex voto al Castello.<br />
GIORGI F. & C. S,n.c.<br />
COLORI E VERNICI<br />
Via della Quercia, 1<br />
Loc. San Rocco<br />
Tel e Fax 0565 49449<br />
57025 PIOMBINO (LI)<br />
11
ibattezza l'isola col nome <strong>di</strong> Montecristo e vi resta come<br />
eremita. Da allora tutti i marinai che incrociano in quelle<br />
acque lo venerano, e anche dopo morto salgono alla grotta<br />
del Santo per depositarvi un ex voto. Soprattutto i Gigliesi<br />
lo considerano il loro protettore e Lui, il Santo, <strong>di</strong>chiara loro<br />
<strong>di</strong> voler essere sepolto al Giglio. Li avvertirà accendendo un<br />
fuoco sulla vetta dell'isola quando sentirà prossima la<br />
morte. Così fu, ed i gigliesi si precipitarono a prelevare il<br />
cadavere quando videro le fiamme levarsi verso il cielo<br />
dall'isola <strong>di</strong> Montecristo. Al ritorno, sbarcati al Campese,<br />
furono raggiunti da Elbani e Genovesi; iniziò così una<br />
violenta contesa del corpo che finì con lo smembramento<br />
dello stesso, ai gignesi resto solo il braccio. San Mamiliano<br />
è il patrono dell'isola ed è ancora conservata, in un braccio<br />
d'argento, l'ulna del Santo.<br />
Il mare <strong>di</strong>venta sempre più insi<strong>di</strong>oso, le incursioni<br />
piratesche si susseguono, i “mori” erano spinti da una<br />
duplice motivazione, convertire ad ogni costo gli infedeli e<br />
saziare, un misto <strong>di</strong> sacro e profano. L'attacco più terribile<br />
fu perpetrato ad opera del famigerato pirata algerino Khair<br />
adDin, detto il Barbarossa, nel 1544. La conquista e la<br />
deportazione della popolazione come schiavi a<br />
Costantinopoli, governata da Solimano il magnifico, resero<br />
Veduta del Porto<br />
Lungo la calata<br />
l'isola <strong>di</strong>sabitata. Una quarantina <strong>di</strong> famiglie senesi furono<br />
quin<strong>di</strong> mandate a ripopolarla. I Me<strong>di</strong>ci cominciarono a<br />
fortificarla, soprattutto il Castello fu fornito <strong>di</strong> mura e<br />
bastioni, in oltre sulla costa nacquero le torri <strong>di</strong><br />
avvistamento.<br />
I Saraceni sbarcarono ancora una volta a Campese con<br />
sette velieri tunisini e duemila pirati. Era il 18 novembre<br />
1799. Cannoneggiarono ed occuparono la spiaggia. Questa<br />
volta la reazione degli abitanti fu repentina ed adeguata,<br />
risposero con colpi <strong>di</strong> cannone dal Castello ed indussero i<br />
pirati a riprendere il mare sconfitti. Al Giglio il 18 novembre<br />
è giorno <strong>di</strong> festa ed una targa sul muro del Municipio ricorda<br />
l'evento. La prima vittoria sui pirati ebbe un effetto<br />
benefico incutendo ottimismo, riprese così, l'economia e la<br />
vita civile.<br />
Cala Saracena con il murenario della villa romana<br />
Oggi l'isola del Giglio vive <strong>di</strong> turismo, ma non ha perso né<br />
l'identità conta<strong>di</strong>na della montagna, né quella peschereccia<br />
del mare. Sopravvivono entrambe, nei terrazzamenti che<br />
accolgono le vigne preziose e nelle reti che stazionano sui<br />
moli accanto ai pescherecci.<br />
Certo l'ambiente non sempre è stato rispettato ed alcuni<br />
interventi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione appaiono fortemente <strong>di</strong>scutibili,<br />
questo però non toglie il fascino ad un'isola tutta da godere.<br />
Vale la pena <strong>di</strong> visitare la torre del Campese del 1670-1700,<br />
la torre del Porto del 1596 e la torre del Lazzaretto del<br />
1622, <strong>di</strong>strutta e rie<strong>di</strong>ficata è oggi residenza estiva<br />
privata.<br />
Vicino al porto c'è la cala del Saraceno dove ci sono i resti <strong>di</strong><br />
una villa romana ormai inglobati nelle costruzioni attuali,<br />
restano in vista, attraverso le acque limpide, le strutture<br />
del “murenarium” della villa del I-II sec. d. C.. Della villa<br />
deve essere anche il capitello corinzio che in chiesa, a Giglio<br />
Castello, sostiene l'acquasantiera.<br />
Una visita vale il borgo <strong>di</strong> Castello con le fortificazioni<br />
integre nella loro austera bellezza, con i vicoli stretti e la<br />
cisterna regalata dai Me<strong>di</strong>ci ai gigliesi come premio per la<br />
loro vittoria sui saraceni.
Dal punto <strong>di</strong> vista naturalistico il Giglio, come tutte le isole dell'arcipelago, è ricco <strong>di</strong> flora e fauna. Consigliamo la guida<br />
completa ed economica <strong>di</strong> Marco Lambertini, “Terra Mare” isola del Giglio, e<strong>di</strong>to da Pacini e<strong>di</strong>tore, che tratta anche degli<br />
itinerari interni da fare a pie<strong>di</strong>, della cucina e degli appuntamenti importanti.<br />
Tra questi menzioniamo: il palio degli Asini nei vicoli <strong>di</strong> Castello,il 15<br />
Il borgo del Castello<br />
sett., sempre a Castello San Mamiliano, il 18 nov., il palio marinaro il<br />
10 ago., la processione in mare a Campese per San Rocco, il 16 ago..<br />
Un vicolo del Castello<br />
Trombe marine al Porto<br />
Lo splen<strong>di</strong>do faraglione del Campese
ell'ultimo numero della Bozza, abbiamo<br />
parlato con Simoni, esperto palombaro<br />
Npiombinese, e con lui abbiamo percorso la<br />
storia del palombarismo mon<strong>di</strong>ale e locale.<br />
Letto quell'articolo, alcuni soci, ci hanno chiesto <strong>di</strong><br />
affrontare anche l'altro modo <strong>di</strong> vivere il mondo<br />
sommerso, cioè l'immersione con autorespiratore.<br />
Visto il clima elettorale che stiamo vivendo, per<br />
parcon<strong>di</strong>cio in questo numero affrontiamo il tema<br />
della pratica subacquea, in particolare dal punto <strong>di</strong><br />
vista professionale con tutte le problematiche<br />
connesse.<br />
L'attività subacquea nasce recentemente, come<br />
evoluzione del palombarismo, grazie ad una serie <strong>di</strong><br />
innovazioni tecnologiche che svincolano l'operatore<br />
dalle macchine <strong>di</strong> superficie, conferendogli una<br />
grande autonomia <strong>di</strong> movimento. Come quasi tutte le<br />
attività legate alla marineria, trova subito grande<br />
applicazione in campo militare con una conseguente<br />
accelerazione nel settore della ricerca.<br />
Negli ultimi anni, grazie allo sviluppo economico e<br />
sociale, si sono moltiplicate le scuole per questa<br />
<strong>di</strong>sciplina che è <strong>di</strong>ventata uno sport <strong>di</strong>ffuso lungo tutte<br />
le coste del paese. La frequentazione <strong>di</strong> una scuola,<br />
con istruttori qualificati, si rende necessaria perché,<br />
come tutte le attività dove si usano prodotti <strong>di</strong> grande<br />
tecnologia, quali autorespiratori etc., l'uso sbagliato<br />
può causare danni, anche gravi, alla salute.<br />
Dei Diving e delle scuole ormai <strong>di</strong>ffusi anche da noi,<br />
parleremo un'altra volta, in questo spazio affrontiamo<br />
il tema in chiave professionale. Per questo abbiamo<br />
incontrato un O.T.S. (operatore tecnico subacqueo)<br />
che esercita nella nostra zona: Giovanni De<br />
Francesco.<br />
14<br />
d<strong>di</strong> Aldo Linari<br />
MO NDO SUB Giovanni è piombinese <strong>di</strong> adozione, ci racconta che è<br />
giunto via mare da La Spezia e qui e rimasto.<br />
Di origine brin<strong>di</strong>sina, ha lavorato in varie parti del<br />
mondo come in Nigeria, in Libia e a Berlino dove<br />
negli anni 97/98 ha partecipato ai lavori <strong>di</strong><br />
costruzione della nuova metropolitana citta<strong>di</strong>na che si
allagava a causa delle falde presenti nel<br />
sottosuolo. Giovanni ci racconta che ha lavorato a<br />
visibilità 0 saldando una infinità <strong>di</strong> pannelli in<br />
acciaio. Si, perché il sub professionista è una<br />
figura ben lontana dell'immagine del nuotatore<br />
leggero che si aggira in fondali limpi<strong>di</strong> tra pesci e<br />
coralli, è un lavoratore che deve risolvere<br />
problemi in ambienti ostili, spesso ristretti e con<br />
poca visibilità. Come tutti i lavori duri riserva<br />
anche gran<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni come il recupero del<br />
peschereccio Silvangela. Il naufragio, che costò la<br />
vita ad un pescatore, avvenne il 30.08.04.<br />
Racconta il De Francesco: “Abbiamo dovuto<br />
lavorare per tre giorni per recuperare il<br />
motopeschereccio affondato a trenta metri <strong>di</strong><br />
profon<strong>di</strong>tà davanti a Buca delle Fate, usando 10<br />
palloni da 3000 litri.” Ed è giustamente<br />
orgoglioso <strong>di</strong> quel lavoro e della sua azienda, la<br />
JO SUB, che con un'opera scrupolosa, ha evitato<br />
ulteriori danni all'imbarcazione <strong>di</strong> nuovo<br />
navigante. Ne parlarono anche i giornali,<br />
riproduciamo l'articolo della Nazione dell'<br />
08.09.04 che parla dell'opera <strong>di</strong> recupero.<br />
Il De Francesco affronta infine un argomento che<br />
gli preme particolarmente per lo sviluppo della<br />
sua attività: la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> trovare collaboratori<br />
preparati. Il lavoro non manca, purtroppo<br />
mancano gli uomini.<br />
Le ragioni, secondo lui stanno nel mancato<br />
coinvolgimento dei giovani in età scolare. Cita un<br />
istituto tecnico <strong>di</strong> Vicenza dove negli anni<br />
terminali, si sviluppa una specializzazione in<br />
operatore subacqueo, e si chiede perché non<br />
provare anche da noi, magari con Stage, presso i<br />
nostri istituti.<br />
Qualcosa si sta comunque movendo, presto<br />
dovrebbe partire un corso per OTS alla CESCOT,<br />
ci riserviamo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re. Foto Aldo Gui<strong>di</strong><br />
Per finire chie<strong>di</strong>amo a Giovanni <strong>di</strong> in<strong>di</strong>carci le<br />
caratteristiche <strong>di</strong> un buon OTS, lui non esita un<br />
secondo e <strong>di</strong>ce : “ Passione, coraggio e fisico.”<br />
15
Qualche tempo fa, mai<br />
quantificare, io e signora<br />
avevamo deciso <strong>di</strong> fare<br />
una bella crociera:<br />
scendere tutte le isole<br />
toscane, pontine, Ustica,<br />
Ega<strong>di</strong>, risalire lungo le<br />
coste sicule, calabre e via<br />
via lungo la penisola per<br />
ritornare. Avevamo<br />
inoltre deciso <strong>di</strong> vi<strong>di</strong>mare i<br />
passaporti; in noi<br />
albergava un sogno: se<br />
tutto fosse andato bene ed<br />
il tempo fosse stato<br />
buono, avremmo toccato<br />
Pantelleria per saltare in<br />
Tunisia. In questo ci<br />
avrebbe accompagnato<br />
“Turchese” il nostro fedele<br />
Calafuria ormai testato e<br />
collaudato da precedenti<br />
esperienze comuni.<br />
Allora potevo: meno<br />
anni, meno problemi e<br />
soprattutto figlie che<br />
stu<strong>di</strong>avano ed erano<br />
<strong>di</strong>sponibili, come noi, nel<br />
mese <strong>di</strong> agosto.<br />
Stavo pianificando<br />
l'itinerario quando mi<br />
colpi la reclame della ASLA IMMAGINI, una bella<br />
cassetta dove si prometteva una carrellata sulle isole<br />
italiane. Perché no! Un'occhiata in anteprima per<br />
ricercare successivamente, in maniera mirata, non<br />
avrebbe sicuramente guastato.<br />
Era fine gennaio quando feci l'or<strong>di</strong>ne. Eravamo a giugno<br />
quando lo sollecitai. Al 10 luglio, con le scuse, mi fu<br />
promesso “entro la fine del mese“... Partimmo il primo <strong>di</strong><br />
agosto e niente era ancora arrivato.<br />
La vacanza fu splen<strong>di</strong>da: girare per mare, ovunque si<br />
vada, è sempre fantastico. Il tempo era stato clemente, il<br />
“Turchese” non aveva creato il minimo problema. Dopo le<br />
16<br />
G U L L I V E R<br />
appunti <strong>di</strong> viaggio<br />
Navigando nel mare della malinconia<br />
Sui tetti della me<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Tunisi<br />
<strong>di</strong> mario pelagatti<br />
Ega<strong>di</strong> avevamo doppiato Pantelleria, per saltare a Kelibia,<br />
risalire la costa tunisina sino ai confini algerini per far rotta<br />
su Villasimius, facendo tappa in La Galite. risalire le coste<br />
Turchese sotto il ponte girevole <strong>di</strong> Biserta<br />
sarde, quelle corse ed attraversare il mare nostro sino a<br />
ritrovare casa, non prima <strong>di</strong> esserci concessi un ultimo<br />
religioso bagno all'Enfola.<br />
Ritornati il 26 agosto, niente ancora era<br />
arrivato. A fine settembre decisi <strong>di</strong><br />
recedere e inviai un fax all'ASLA che<br />
pressappoco <strong>di</strong>ceva: essendo tra gli<br />
“sfortunati” che devono prendere le<br />
ferie in agosto e avendo in programma<br />
una crociera tra le isole italiane, con un<br />
“leggero” anticipo richiedevo la loro<br />
pubblicazione come guida. Con<br />
rammarico accettavo le scuse per il<br />
ritardo, ma il ritardo sul ritardo proprio<br />
non lo tollero. La crociera è andata bene<br />
ugualmente e scrivo per annullare<br />
l'or<strong>di</strong>ne.<br />
La mattina seguente, ricordo lavoravo su un cantiere<br />
dell'Elba, fui chiamato al cellulare: - Mario Pelagatti? - Si<br />
chi parla - Sono quell'inadempiente <strong>di</strong> Folco Quilici - ...<br />
Seguì una risata in contemporanea,<br />
mentre pensavo: cosa c'entra lui<br />
coll'ASLA e come ha avuto il mio<br />
cellulare.<br />
La prima risposta era scontata: lui era<br />
l'ASLA. La seconda ovvia: i miei recapiti<br />
telefonici sono sulla cover del fax.<br />
Ci <strong>di</strong>lungammo in una simpatica<br />
conversazione telefonica, durante la<br />
quale passammo al tu e ci scambiammo Folco Quilici<br />
flash sulle cose viste nel mio recente<br />
viaggio. Quilici fu ovviamente e<br />
simpaticamente straor<strong>di</strong>nario e per me, che <strong>di</strong> solito sono<br />
telefonicamente telegrafico, fu un piacere ascoltare.<br />
Mi <strong>di</strong>sse che aveva ritardato per fare un filmato ancora più<br />
bello, che le isole italiane erano più <strong>di</strong> mille e che non<br />
potevo averle visitate tutte, che per penitenza avrebbe<br />
congiunto alla spe<strong>di</strong>zione anche un video sulle coste<br />
italiane.<br />
Concluse <strong>di</strong>cendo : visto che ci siamo conosciuti, tieni il
mio cellulare, chiamami e <strong>di</strong>mmi cosa ne pensi <strong>di</strong> questi<br />
miei ultimi lavori.<br />
Non ho mai richiamato Folco Quilici. Le sue cassette non<br />
mi sono piaciute o meglio da lui mi sarei aspettato<br />
qualcosa <strong>di</strong> più... Non ho avuto voglia <strong>di</strong> comunicarglielo.<br />
Per motivi <strong>di</strong> lavoro ho mancato la sua recente visita<br />
(nemmeno a farlo apposta ero <strong>di</strong> nuovo impegnato su un<br />
cantiere elbano). Peccato! Sarebbe stata l'occasione<br />
giusta per estendere sul piano fisico la nostra conoscenza.<br />
L'articolo <strong>di</strong> Linari, nello scorso numero, ha riaperto la<br />
porta dei ricor<strong>di</strong> facendo <strong>di</strong>lagare la solita malinconia che<br />
accompagna gli anni che scorrono.<br />
Un bel ricordo: Folco Quilici che mi telefona senza<br />
conoscermi. Di quel ricordo non mi è rimasto niente,<br />
nemmeno il suo numero <strong>di</strong> cellulare, perso, insieme a tutto<br />
il mio cellulare, quando cascai vergognosamente in porto<br />
dalla passerella della barca.<br />
Penso che mi procurerò il suo attuale in<strong>di</strong>rizzo e gli spe<strong>di</strong>rò<br />
questa copia <strong>di</strong> BdO con spillato il mio fax <strong>di</strong> allora (che è<br />
ancora feticisticamente memorizzato nel mio computer).<br />
- SOPRA :<br />
Il percorso per un totale <strong>di</strong> 1.350 miglia.<br />
- A FIANCO :<br />
Il documento doganale rilasciato a Kelibia.<br />
mp<br />
17
Dopo averci parlato dei materiali da costruzione e <strong>di</strong><br />
progettazione, in questo numero l'amico Maurizio Gorini,<br />
titolare della Rozzo Pulcino Sail, ci parlerà in maniera più<br />
dettagliata <strong>di</strong> vele da regata. Nel ringraziarlo gli passiamo la<br />
parola ed invitiamo i lettori ad interpellarlo <strong>di</strong>rettamente per<br />
avere maggiori specifiche o delucidazioni sugli argomenti<br />
trattati.<br />
Le vele da regata<br />
LE VELE :<br />
“queste misteriose compagne <strong>di</strong> viaggio”<br />
Con questo numero, continuiamo in viaggio nella tecnica della vela non come<br />
<strong>di</strong>sciplina ma come propulsore nautico. Abbiamo chiesto ad un esperto, l’amico<br />
Maurizio Gorini titolare della Rozzo Pulcino Sail <strong>di</strong> assisterci con la sua competenza<br />
viene incollato a una temperatura pari a 160°, con questo<br />
metodo si ottengono delle linee <strong>di</strong> fibra raccordate<br />
perfettamente tra loro, il perfetto scorrimento del fluido, un<br />
armonico equilibrio, e una robustezza unica raggiungibile<br />
solo con dei laminati in spectra che però sono 3 volte più<br />
pesanti e 8 volte più elastici.<br />
Gli spi da regata :<br />
SPINNAKER RUNNER: quando il vento aumenta e si riesce<br />
Si pensa alla vela da regata<br />
ad inquadrare il tangone, è il momento <strong>di</strong> usare lo spinnaker<br />
come ad un oggetto<br />
Runner per poter poggiare senza far perdere velocità alla<br />
irraggiungibile, ma non è<br />
barca. Il profilo <strong>di</strong> questa vela è più profondo, con curve più<br />
così, esistono molti<br />
costanti e le <strong>di</strong>mensioni sono le massime possibili.<br />
materiali per la costruzione<br />
SPINNAKER VMG : vela progettata per essere usata con<br />
<strong>di</strong> una vela da regata, i più<br />
AWA 58 - 90 gra<strong>di</strong> e AWS fino a 7 no<strong>di</strong>. La vela è progettata<br />
conosciuti sono: kevlar,<br />
con circonferenze più strette nella parte superiore e con una<br />
carbonio,spectra, Vectran,<br />
balumina che è simmetrica e più vicina alle sartie.<br />
pentex, ecc… i velisti più<br />
ASIMMETRICAL VGM: vela da usare con venti molto<br />
accaniti sono molto spesso<br />
leggeri (6/8 no<strong>di</strong> circa). E'<br />
orientati su il carbonio misto<br />
stu<strong>di</strong>ata per stringere il vento<br />
kevlar, personalmente non con<strong>di</strong>vido sempre questa scelta, e per creare un notevole<br />
<strong>di</strong>pende dal tipo <strong>di</strong> barca, se una barca è piccola e leggera "apparent wind angle" che<br />
con delle ottime vele in pentex con <strong>di</strong>segno trira<strong>di</strong>ale posso permette in molte occasioni <strong>di</strong><br />
raggiungere degli ottimi risultati spendendo la metà.<br />
poggiare notevolmente<br />
Nel 2005 la contender è scesa in campo con un laminato raggiunta la velocità<br />
carbon kevlar denominato Maxx, la novità sta nell' incrocio prefissata. E' una vela dalla<br />
delle fibre all'interno del film, questo incrocio consente testa molto stretta e<br />
l'assemblaggio a pannelli orizzontali come il dacron, in decisamente <strong>di</strong> superficie più<br />
verità con questo tipo <strong>di</strong> costruzione si è vista una ridotta dell’ asymmetrical<br />
deformazione della vela <strong>di</strong>somogenea.<br />
runner.<br />
Per chi invece non accetta i compromessi le soluzione è ASIMMETRICAL RUNNER :<br />
unica; le vele in 4D O IN 3dl , si perché oltre il materiale conta testato e <strong>di</strong>segnato per essere usato con venti <strong>di</strong> velocità<br />
molto il tipo <strong>di</strong> costruzione, il 3DL è un brevetto north sail, +si superiori ai 13 no<strong>di</strong>. Questa vela dà il meglio <strong>di</strong> se con venti<br />
tratta <strong>di</strong> una costruzione con stampo, o meglio viene tesi. Presenta una larga testa che le consente <strong>di</strong> ruotare e <strong>di</strong><br />
costruito uno stampo con la forma e il profilo della vela finita, mantenere la barca molto dritta sull'acqua. Inoltre il suo<br />
all'interno si applica una pellicola <strong>di</strong> film, sopra alla quale <strong>di</strong>segno è stato stu<strong>di</strong>ato espressamente per navigare con<br />
viene spalmata una potentissima colla, si stendono sopra le angoli molto accentuati <strong>di</strong> sottovento pur mantenendo<br />
fibre orientate in modo tale da ottenere il massimo dello velocità superbe<br />
scorrimento laminare e la massima robustezza, si spalma MG<br />
sopra le fibre ancora colla e si stende sopra un'ultima<br />
pellicola <strong>di</strong> film, rifinita è pronta per essere utilizzata.L'unico<br />
<strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> costruzione è la delaminazione,<br />
laminando il materiale in forma e non in piano non è<br />
possibile dare una forte pressione, necessaria per la<br />
compattazione dei due film con la trama.<br />
Il 4D è probabilmente la soluzione migliore, il proce<strong>di</strong>mento<br />
Via della Fiera, 1<br />
è <strong>di</strong>versissimo; le membrane D4 sono sezioni progettate su<br />
57029 VENTURINA (LI)<br />
misura per utilizzare le fibre <strong>di</strong>rettamente sulla vela finita.<br />
Sono realizzate nell'impianto D4 in Australia laminando due<br />
superfici esterne <strong>di</strong> film con internamente le fibre che<br />
www.rozzopulcino.com<br />
seguono predeterminate traiettorie <strong>di</strong> carico della vela. Le<br />
traiettorie della fibre nelle membrane sono curvate in modo<br />
da essere allineate con i carichi della vela in volo, dando<br />
così una vela più leggera con una tenuta <strong>di</strong> forma migliore.<br />
Si <strong>di</strong>segna la vela al computer in tri<strong>di</strong>mensionale, si fanno le<br />
dovute simulazioni virtuali per ottimizzare al massimo il<br />
profilo, scelta la forma più adatta si stendono virtualmente le<br />
fibre sul progetto in modo <strong>di</strong> ottenere il massimo scorrimento<br />
laminare e la massima robustezza, a questo punto il si passa<br />
alla realizzazione del materiale <strong>di</strong>rettamente nel laminatoio,<br />
praticamente e automaticamente il computer invia alla linea<br />
<strong>di</strong> laminazione tutte le coor<strong>di</strong>nate per laminare e plottare in<br />
piano ad alta pressione, finita questa procedura il laminato<br />
18
L’AFFONDAMENTO DEL PIROSCAFO ITALIANO<br />
“WASHNGTON”<br />
22 maggio 1916: mar Tirreno, bel tempo.<br />
23 maggio 1916: mar Tirreno,<br />
tempo bello<br />
<strong>di</strong> Sandro Leonelli, Alessandro Dondoli, Clau<strong>di</strong>o Gennai<br />
Intanto a circa 60 miglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza da loro, un bellissimo vapore con 2.850<br />
tonnellate <strong>di</strong> stazza lorda, naviga a pieno regime verso sud, inconsapevoli<br />
In agguato davanti alle “bocche” <strong>di</strong> Bonifacio, fra l'isola della Sardegna e del fato che li aspetta. Con una velocità me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> circa 12 no<strong>di</strong> sono<br />
quella della Corsica, il sommergibile da guerra della <strong>Marina</strong> Imperiale tranquilli. Nessuna arma offensiva li potrà intercettare. Un errore<br />
Austriaca l'“U 39” considerava la possibilità <strong>di</strong> colpire gli altiforni della imperdonabile e che segnerà per sempre il destino della nave è quello <strong>di</strong> far<br />
citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Portoferraio all'isola d'Elba per la mattina successiva. rotta verso Napoli oltrepassando quello stretto budello largo non più <strong>di</strong> 5<br />
Ritto sulla torretta <strong>di</strong> comando del mezzo, inalando aria <strong>di</strong> mare, il Tenente miglia che si chiama “Canale <strong>di</strong> Piombino”.<br />
<strong>di</strong> Vascello Walter Forstmann approfittava <strong>di</strong> ogni occasione per Era partito la sera stessa <strong>di</strong> quel giorno dal porto <strong>di</strong> Genova con<br />
abbandonare quell'angusto scafo con le sue puzze più nauseanti, dalle destinazione Napoli, Pireo e Salonicco, con a bordo 62 persone <strong>di</strong><br />
esalazioni <strong>di</strong> nafta, <strong>di</strong> sudore e <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà. Non aveva alcun fretta <strong>di</strong> far equipaggio, carico <strong>di</strong> passeggeri, la Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza <strong>di</strong> scorta e 300<br />
chiudere i portelli. tonnellate <strong>di</strong> merci varie.<br />
Il piano <strong>di</strong> attacco era stato stu<strong>di</strong>ato in ogni suo dettaglio e prevedeva Si chiamava “Washington”, varato nel maggio del 1880 a Glasgow per<br />
l'avvicinamento sul bersaglio in ore notturne, mentre al primo raggio <strong>di</strong> conto della Società Accoman<strong>di</strong>ta Florio <strong>di</strong> Palermo e con i suoi 107 metri <strong>di</strong><br />
luce le artiglierie <strong>di</strong> bordo avrebbero aperto il fuoco contro l'obbiettivo. lunghezza poteva trasportare più <strong>di</strong> mille passeggeri con altrettanto carico<br />
“ Comandante, le batterie sono cariche” gridò il <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> macchina <strong>di</strong> merci.<br />
attraverso il tubo portavoce. La storia <strong>di</strong> questo vapore comincia<br />
Guardò davanti a se verso nord- il giorno 19 agosto del 1880 con il<br />
est stagliarsi all'orizzonte una viaggio inaugurale Palermo New<br />
bellissima e lussureggiante costa York. Nel 1881 passa sotto la<br />
che arrivava con i 1.000 metri <strong>di</strong> Navigazione Generale Italiana e<br />
altezza ad una cima dal nome rimane sulla linea Palermo Messina<br />
monte Capanne, poi rivolse la sua Napoli New York.<br />
attenzione a una carta nautica che Nel 1884 viene a<strong>di</strong>bito a nave<br />
riportava con inconfon<strong>di</strong>bile lazzaretto al Varignano per prestare<br />
precisione i dettagli ed i soccorso allo scatenarsi <strong>di</strong><br />
particolari della zona <strong>di</strong> attacco, un'improvvisa epidemia <strong>di</strong> colera e<br />
nonostante cominciasse a così successivamente viene<br />
deteriorarsi per l'umi<strong>di</strong>tà dell'aria trasferito su una linea sudamericana<br />
presente all'interno del battello. fino al Callao.<br />
Nel frattempo l'anno dopo viene<br />
requisito dalle autorità militari per il<br />
trasporto <strong>di</strong> truppe per la spe<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> conquista della città <strong>di</strong> Massaua<br />
Sono le 3, è notte fonda. Davanti a in Africa prima <strong>di</strong> ritornare sulla<br />
loro a qualche miglio <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza linea precedente sudamericana fino<br />
appena riconoscibile per una a Buenos Aires. Nel 1893 e dopo 13<br />
piccola luminescenza, il paese <strong>di</strong> anni dalla sua entrata in servizio<br />
Portoferraio. cominciano i gran<strong>di</strong> lavori <strong>di</strong><br />
19
imodernamento che si prolungarono fino al 1895, con il rientro in attività<br />
sempre sulla linea sudamericana e saltuariamente anche su New Orleans,<br />
New York e Massaua.<br />
Nel 1901 prende parte alla missione <strong>di</strong> rimpatrio delle forze italiane dalla<br />
Cina e affronta il viaggio <strong>di</strong> ritorno dal porto <strong>di</strong> Tien Tsin il 4 agosto 1901,<br />
raggiungendo Napoli in appena poco più <strong>di</strong> un mese.<br />
Due anni dopo passa sotto “La Veloce”, Navigazione Italiana a Vapore <strong>di</strong><br />
Genova con due corse propagan<strong>di</strong>stiche verso il porto <strong>di</strong> New York, ma la<br />
società non ha fortuna e la nave si trova costretta a cambiare ancora una<br />
volta con la Navigazione Generale Italiana sempre <strong>di</strong> Genova. Siamo nel<br />
1908 e viene offerta una nuova rotta commerciale ad Oriente, con<br />
destinazione Mar Nero.<br />
Il 28 <strong>di</strong>cembre del 1908 trovandosi nello stretto <strong>di</strong> Messina fu la prima<br />
nave ad entrare nel porto devastato dal terremoto per prestare soccorso<br />
alla popolazione.<br />
1910. Si cambia ancora con la Società <strong>di</strong> Servizi Marittimi <strong>di</strong> Roma in<br />
linea Genova, Livorno, Napoli, Catania, Canea, Pireo, Costantinopoli e<br />
Odessa.<br />
L'anno dopo con l'apertura delle ostilità tra l'Italia e la Turchia la nave<br />
viene requisita dalle autorità<br />
militari italiane e partecipa<br />
allo sbarco <strong>di</strong> truppe a Tripoli<br />
e nel maggio del 1912 allo<br />
sbarco <strong>di</strong> Ro<strong>di</strong>.<br />
A settembre viene derequisita<br />
e a luglio dell'anno<br />
successivo passa sotto la<br />
Sitmar, Società Italiana <strong>di</strong><br />
Servizi Marittimi con sede a<br />
Roma ma solo per poco<br />
perché ormai la Grande<br />
Guerra incombe in ogni parte<br />
d'Europa e così nel 1915<br />
riviene requisita e utilizzata<br />
per trasportare merci<br />
belliche.<br />
Alle ore 3.20 Forstmann,<br />
20<br />
intento ad osservare il paesaggio con il binocolo sotto un cielo<br />
apparentemente privo <strong>di</strong> nuvole.<br />
Ad un tratto un grosso veliero a rimorchio passa talmente vicino che<br />
Forstmann ha paura <strong>di</strong> essere stato scoperto, ma tutto tace sotto una<br />
apparente calma. “Per un pelo, ma è andata”.<br />
Ore 4.30. “Immersione periscopica, avviciniamoci con cautela al<br />
bersaglio”.<br />
L'equipaggio ormai è estenuato, aspetta solo l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> attaccare, ma<br />
bisogna restare calmi, è ancora presto, l'alba deve ancora nascere.<br />
L'or<strong>di</strong>ne arriva alle 6.10, e viene <strong>di</strong>ramato con una giusta dose <strong>di</strong><br />
tranquillità, senza eccedere, i nervi dei marinai erano già tesi, l'ansia era<br />
<strong>di</strong>venuta insopportabile.<br />
Dopo 18 minuti <strong>di</strong> ininterrotto bombardamento e con 61 colpi sparati dai<br />
pezzi da 8.8 cm del battello, dal forte Stella e da altri pezzi <strong>di</strong>slocati<br />
intorno al porto si aprì un violento scontro a fuoco che costrinsero<br />
Forstmann a dare l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> immersione rapida per poter poi ritirarsi<br />
sott'acqua verso nord.<br />
Come uno spettro in un'immensa foschia che si alzava appena dal livello<br />
del mare, l'U39 navigava verso nord a tutta velocità quando a circa 5<br />
miglia da loro un'enorme prua<br />
uscì come per incanto in pieno<br />
sole.<br />
Ore 7.00:<br />
In quel momento, ignari <strong>di</strong><br />
tutto, il comandante del<br />
piroscafo “Washington” Diaz<br />
e il suo secondo Cap.<br />
Pannocchia si trovavano sul<br />
p o n t e d i c o m a n d o<br />
rallegrandosi <strong>di</strong> come questo<br />
piroscafo fosse veloce.<br />
Volgendo gli sguar<strong>di</strong> verso<br />
poppa potevano notare le<br />
gran<strong>di</strong> turbolenze che<br />
creavano le poderose eliche<br />
sulla superficie del mare e che<br />
si perdevano in lontananza.
Terminata la colazione alcuni passeggeri uscirono<br />
all'aperto, alcuni per stendersi sulle panchine altri per<br />
passeggiare in coperta ancora umida per la foschia,<br />
ma quelli che si affacciarono sul corridoio <strong>di</strong> dritta<br />
del piroscafo per ammirare il panorama che offriva<br />
l'isola d'Elba con le sue bellissime coste <strong>di</strong>sseminate<br />
<strong>di</strong> spiagge, rimasero impietriti, quando a circa 2<br />
miglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza un corpo emerso dall'acqua,<br />
appena celato dalla foschia, sparò tre bordate con<br />
intenzioni minacciose.<br />
“<strong>Marina</strong>io, corri a poppa per alzare la ban<strong>di</strong>era <strong>di</strong><br />
riconoscimento” urlò Diaz, ancora incredulo<br />
dell'accaduto, mentre due proiettili con un<br />
inquietante sibilo passarono sopra le loro teste,<br />
mentre un terzo cadeva in mare a circa 100 metri.<br />
Appena il binocolo mise a fuoco quell'immagine che<br />
galleggiava sull'acqua, Diaz si inorridì e cominciò a<br />
sentirsi il sangue gelare. Un sottomarino battente la<br />
ban<strong>di</strong>era da guerra austriaca si stava avvicinando a<br />
tutta forza verso <strong>di</strong> loro. Con l'aiuto delle lenti<br />
graduate poteva <strong>di</strong>stinguere bene l'intenzione<br />
bellicosa che avevano quei soldati intorno al pezzo d'artiglieria. Ad un certo<br />
punto sembrò riconoscere in cima ad una torretta quello che poteva essere il<br />
comandante perché ad un suo gesto del braccio un lampo <strong>di</strong> fuoco uscì dal<br />
cannone seguito più tar<strong>di</strong> da un botto che si <strong>di</strong>ffondeva nell'aria. I passeggeri<br />
accortisi del pericolo cominciarono a dare segnali <strong>di</strong> nervosismo. Nel giro <strong>di</strong><br />
pochi secon<strong>di</strong>, la tranquilla scena sotto un cielo <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> mare calmo si<br />
trasformò in un parapiglia pauroso. Tutti guardarono Diaz e aspettavano da<br />
lui un or<strong>di</strong>ne, un qualsiasi or<strong>di</strong>ne. Una seconda esplosione, molto più forte<br />
delle altre, alzò un impressionante colonna d'acqua davanti alla prua che gli<br />
fece tremare la coperta sotto i pie<strong>di</strong>. “Capitano, faccia risuonare i fischi<br />
d'allarme, tutto l'equipaggio alle lance <strong>di</strong> salvataggio, sala macchine,<br />
macchine in<strong>di</strong>etro a tutta forza !!!” urlò Diaz, ormai rassegnato a perdere la<br />
nave ma consapevole <strong>di</strong> mettere in salvo i passeggeri.<br />
Appena il piroscafo si fermò le lance furono calate in mare e con calma e<br />
senza confusione i passeggeri presero posto in quelle anguste barche. Intanto<br />
Diaz insieme al suo secondo si ritrovarono in sala comando cercando <strong>di</strong><br />
aprire in fretta e furia tutti i cassetti che potevano contenere documenti, carte<br />
o or<strong>di</strong>ni vari e furono spazzati via. Il sottomarino, <strong>di</strong>stante non più <strong>di</strong> un<br />
miglio da loro cominciò ad effettuare una manovra strana, sembrava che non<br />
volesse più aspettare, ma appena Diaz salì sull'aletta <strong>di</strong> plancia capì il motivo,<br />
da Capo Viti si stava avvicinando il rimorchiatore “Priamar” della società<br />
Ilva in soccorso alle lance. Altri due colpi <strong>di</strong> cannone partirono dal<br />
sommergibile e obbligarono il natante ad arrestare la sua navigazione. Non<br />
c'era più tempo. Le casse, i documenti e gli oggetti più cari furono<br />
abbandonati sulla nave mentre anche gli ufficiali<br />
prendevano posto sulle lance e si allontanarono dal<br />
piroscafo verso il rimorchiatore in attesa, in acque<br />
più tranquille. Il sottomarino cominciò ad<br />
immergersi, passò sottoprua e si allontanò <strong>di</strong> circa<br />
trecento metri dal lato sinistro e con il lanciasiluri <strong>di</strong><br />
poppa lanciò un siluro colpendo il piroscafo fra la<br />
macchina e la stiva n. 3. L'esplosione risultò cupa ma<br />
poco dopo si alzò una colonna <strong>di</strong> acqua e <strong>di</strong> fumo<br />
nero alta quanto gli alberi della nave che cominciò a<br />
sbandare prima a sinistra e poi a destra, mentre<br />
tonnellate <strong>di</strong> acqua si riversavano all'interno dello<br />
squarcio. Nuvole <strong>di</strong> vapore e <strong>di</strong> acqua cominciarono<br />
a sprigionarsi dal locale macchina, un sinistro e forte<br />
sibilo si propagò nell'aria, sembrava <strong>di</strong> assistere ai<br />
lamenti <strong>di</strong> un animale che faceva il possibile per<br />
resistere alla morte. I testimoni ancora sconvolti e<br />
increduli per l'accaduto si alzarono tutti in pie<strong>di</strong> e<br />
sventolando berretti, gridarono: “viva l'Italia, viva<br />
l'Italia”, rendendo gli ultimi onori alla nave ormai<br />
persa per sempre.<br />
Ma essa si <strong>di</strong>mostrò un osso duro per Forstmann che fu costretto a finirla con<br />
un martellante cannoneggiamento sulla linea <strong>di</strong> galleggiamento che si<br />
<strong>di</strong>mostrò interminabile. Il Comandante Diaz, aggrappato ad un corrimano<br />
della lancia, fissava la nave che cominciava ad alzarsi <strong>di</strong> poppa e che a mano<br />
a mano scompariva <strong>di</strong> prua finché non andò a sbattere su un fondale fangoso<br />
<strong>di</strong> quaranta metri <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà. Girandosi con un'ultima estrema dolcezza,<br />
come trascinato da un'invisibile e gigante mano, il grande vapore scivolò<br />
sotto le acque.<br />
Il piroscafo “Washington” <strong>di</strong> 2850 tonnellate <strong>di</strong> stazza scomparve per<br />
sempre. La sua agonia durò 30 minuti.<br />
Quando i naufraghi arrivarono nel paesino <strong>di</strong> Rio <strong>Marina</strong> sull'isola d'Elba,<br />
delusi, impauriti, alcuni fra<strong>di</strong>ci e senza abiti addosso, fu fatto il conteggio.<br />
Nessuno mancò all'appello, tutti si erano salvati………………..<br />
Il paese <strong>di</strong> Rio <strong>Marina</strong>, come viene citato nel rapporto <strong>di</strong> Diaz, ne uscì con<br />
una grande <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> fratellanza e <strong>di</strong> solidarietà, accudendo i<br />
naufraghi con amore fraterno dando loro la possibilità <strong>di</strong> essere sfamati,<br />
rivestiti e curati.<br />
Il mare dunque ha raccontato un'altra storia che parla <strong>di</strong> marinai che anche in<br />
guerra hanno avuto rispetto e pietà per i nemici.<br />
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21
“Gran parte delle<br />
centoquarantatremila navi che<br />
incrociano al largo delle nostre<br />
coste appartengono a compagnie <strong>di</strong><br />
comodo, imbarcano marinai<br />
sprovvisti persino <strong>di</strong> documenti<br />
personali, e possono cambiare più<br />
volte ban<strong>di</strong>era e nome durante la<br />
navigazione. Gli oceani sono ormai<br />
un'immensa <strong>di</strong>stesa anarchica,<br />
dove può accadere che carrette<br />
pronte per la demolizione<br />
affrontino furiose tempeste nel<br />
Golfo <strong>di</strong> Biscaglia, che traghetti <strong>di</strong><br />
linea colino a picco nel Baltico per<br />
un patente <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> fabbricazione<br />
(uccidendo centinaia <strong>di</strong> persone),<br />
che gran<strong>di</strong> carghi vengano<br />
abbordati da un'imbarcazione<br />
22<br />
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A cura <strong>di</strong> Alessandro Camerini<br />
TERRORE DAL <strong>MAR</strong>E<br />
Autore: William Langewiesche<br />
E<strong>di</strong>tore: Adelphi<br />
pirata nello stretto <strong>di</strong> Malacca e compreso un famoso scrittore<br />
spariscano nel nulla. E se la vita <strong>di</strong> americano <strong>di</strong> serial noir che<br />
molte navi è spettrale, la loro fine descrisse con qualche anno <strong>di</strong><br />
rischia <strong>di</strong> essere ancora più anticipo l'11 settembre, non aveva<br />
sinistra. In genere l'ultimo atto ha riflettuto già prima dell'estate del<br />
per teatro la sterminata spiaggia <strong>di</strong> 2001 sulla facilità e sulla efficacia<br />
Alang, in In<strong>di</strong>a, dove un esercito <strong>di</strong> <strong>di</strong> un attentato aeronautico su una<br />
termiti umane è in grado <strong>di</strong> ridurre metropoli?<br />
in poche settimane un mercantile al L'opera <strong>di</strong> Langewiesche (più un<br />
suo scheletro malinconicamente report giornalistico che altro)<br />
coricato sulla sabbia. Ma esiste svolge il tema su sei capitoli; dal<br />
un'altra possibilità assai realistica, naufragio della carretta Kristal<br />
che nella sua appassionata davanti a Capo Finisterre,<br />
esplorazione <strong>di</strong> questa immensa all'attacco piratesco all'Alondra<br />
area <strong>di</strong> tenebra, particolarmente Raimbow, al drammatico naufragio<br />
adatta alla pratica del crimine e del dell'Estonia nel Baltico. I fatti,<br />
terrore, William Langewiesche ha raccontati con piglio giornalistico e<br />
voluto sondare. Ed è quella che un scrupolo investigativo, portano alla<br />
qualunque portacontainer con un luce una anarchia dei mari che<br />
carico letale attracchi in<strong>di</strong>sturbato sembrerebbe impensabile nella<br />
alle banchine <strong>di</strong> New York, <strong>di</strong> nostra epoca e che rappresenta il<br />
Londra o <strong>di</strong> Genova, e che per farlo terreno sul quale si muove, a suo<br />
scelga la via più <strong>di</strong>retta, e cioè agio, una moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> soggetti:<br />
rispettare alla lettera l'intrico <strong>di</strong> affaristi, <strong>di</strong>sperati, pirati,<br />
regolamenti e procedure escogitati multinazionali e, oggi, il network<br />
per tenere sotto controllo il mondo del terrore per antonomasia Al<br />
della navigazione” (note Qaeda.<br />
dell'E<strong>di</strong>tore) Il libro si chiude con un drammatico<br />
E' proprio quest'ultimo scenario a ed affascinante reportage sullo spot<br />
suggerire la traduzione del titolo <strong>di</strong> demolizioni navali più famoso<br />
dell'opera, dall'originale (e forse del mondo, Alang. Chi ha già visto<br />
più aderente allo svolgimento del le immagini <strong>di</strong> Alang nell'opera<br />
report) The Outlaw Sea A world of fotografica <strong>di</strong> Salgado “Workers”<br />
freedom, Chaos and crime (Il mare del 1993, dalla lettura <strong>di</strong> questo<br />
fuorilegge Un mondo <strong>di</strong> libertà, capitolo riceverà i dettagli <strong>di</strong> quel<br />
caos e crimine); una suggestione girone dantesco, sentirà la puzza e i<br />
che in molti abbiamo sperimentato rumori <strong>di</strong> questa spaventosa liturgia<br />
e subito esorcizzato, consci del suo <strong>di</strong> morte.<br />
drammatico realismo. Chi <strong>di</strong> noi, A.C.<br />
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