NOTIZIARIO DELLA - Marina Militare
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<strong>NOTIZIARIO</strong> <strong>DELLA</strong><br />
<strong>Marina</strong><br />
Anno LVIII - n. 12 dicembre 2011<br />
i marinai<br />
dell’Air Task Group<br />
Shark rientrano<br />
dall’Afghanistan
dicembre 2011<br />
<strong>NOTIZIARIO</strong> <strong>DELLA</strong> MARINA<br />
Periodico on line della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />
registrato al Tribunale di Roma n. 264/2011 il 20.09.2011<br />
Direttore Editoriale<br />
Leonardo MERLINI<br />
Direttore Responsabile<br />
Antonio COSENTINO<br />
Redazione<br />
Carmela BOMMINO<br />
Oberdan SGARAMELLA (segreteria)<br />
Marcello GINESTRA<br />
Direzione e Redazione<br />
MARINA MILITARE<br />
Ufficio per la Comunicazione<br />
Redazione del “Notiziario della <strong>Marina</strong>”<br />
Piazzale della <strong>Marina</strong>, 4 - 00196 Roma<br />
Tel. 06/36805556 - Fax 06/36806318<br />
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Anno LVIII - n° 12<br />
Indice<br />
Editoriale<br />
Attività Operativa<br />
Cooperazione<br />
Internazionale<br />
Avvenimenti<br />
La <strong>Marina</strong> per il sociale<br />
Formazione del<br />
personale<br />
Storia<br />
Rubrica<br />
L’etichetta navale<br />
Flash<br />
Chiuso in Redazione il<br />
16 dicembre 2011<br />
1<br />
2<br />
22<br />
24<br />
51<br />
53<br />
55<br />
56<br />
58<br />
70
C ome<br />
ogni anno si è rinnovata la<br />
tradizionale ricorrenza della nostra<br />
Santa Patrona.<br />
Nessun “marinaio”, imbarcato o destinato<br />
a terra, lascia passare nell’indifferenza<br />
la giornata di Santa Barbara.<br />
A bordo mazzi di rose rosse vanno ad<br />
omaggiare, riverenti, le effigi della<br />
“Vergine di Bitinia” nel deposito munizioni,<br />
la cosiddetta<br />
“Santa Barbara”; i<br />
più anziani si lasciano<br />
trasportare dai ricordi<br />
ed i più giovani<br />
ascoltano con un<br />
pizzico di ironia e talvolta<br />
increduli racconti<br />
oramai di altri<br />
tempi; la goliardia,<br />
almeno per qualche<br />
momento prende il<br />
sopravvento.<br />
Quest’anno ciò che<br />
accomuna i nostri<br />
stati d’animo è il pensiero rivolto alla<br />
crisi che stiamo attraversando, e che<br />
ci chiamerà ad affrontare un periodo<br />
di sacrifici. Proprio per i “criteri di coerenza<br />
con il particolare momento di<br />
austerità che sta affrontando la Nazione<br />
e che tutti siamo chiamati a parteciparvi<br />
contribuendo nel modo più efficace<br />
possibile” - come ha avuto modo<br />
di sottolineare l’Ammiraglio Bruno<br />
Branciforte Capo di Stato Maggiore<br />
della <strong>Marina</strong> - il tradizionale concerto<br />
della Banda Musicale della <strong>Marina</strong> all’Auditorium<br />
Parco della Musica di Roma<br />
non ha avuto luogo.<br />
Un piccolo, ma forte segnale che rap-<br />
Editoriale<br />
1<br />
presenta la volontà della <strong>Marina</strong> di<br />
contribuire con ogni mezzo a un rapido<br />
superamento di questa crisi.<br />
Crisi che non ci ha impedito comunque<br />
di proseguire o di ultimare brillantemente<br />
le importanti missioni nazionali<br />
e internazionali a tutela della pace<br />
e della sicurezza globale, prima fra<br />
tutte quella in Libia.<br />
Contestualmente, un<br />
altro tassello verso il<br />
futuro della nostra<br />
Forza Armata è stato<br />
messo con il superamento<br />
“a pieni voti”<br />
del processo di integrazione<br />
del Sistema<br />
di Combattimento<br />
della portaerei Cavour.<br />
E se è vero che attualmente<br />
solo dal<br />
mare e sul mare l’Italia<br />
vede la possibilità<br />
di un piccolo sviluppo della propria<br />
economia - come ribadito dalla Federazione<br />
del Mare e dal Censis nell’ultimo<br />
Rapporto dell’Economia del Mare<br />
- non ci resta che affrontare i prossimi<br />
mesi con l’ottimismo che ci ha sempre<br />
contraddistinto.<br />
Pertanto - come ci invita il nostro Ordinario,<br />
Sua Eccellenza Reverendissima,<br />
Mons. Vincenzo Pelvi - iniziamo ad intraprendere<br />
il nostro cammino come<br />
“viandanti in cerca dell’Atteso”, facendoci<br />
guidare dagli “occhi del nostro<br />
cuore”.<br />
Buona lettura e Buone Feste a tutti.<br />
la direzione n
attività operativa<br />
l’AIR TASK GROUP SHARK<br />
rientra dall’Afghanistan<br />
All’interno della Componente Aeromobili della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>, il sopraggiungere di una<br />
nuova missione operativa è sempre atteso con trepidante aspettativa e anche con un<br />
pizzico di timore reverenziale. Noi equipaggi di volo, siamo consapevoli che il nostro addestramento<br />
è mirato a fronteggiare le missioni più inaspettate, sappiamo che queste possono<br />
arrivare proprio nei momenti in cui meno te lo aspetti e vogliamo farci trovare pronti. Sappiamo<br />
anche che alle nostre famiglie è spesso richiesto un sacrificio fuori dal normale, ma siamo<br />
consapevoli che il loro amore ci aiuterà a fare in modo che il task ricevuto si concretizzi<br />
sempre con il massimo risultato possibile.<br />
Paradossalmente però questa missione differiva dalle altre per un sottile ma assai significativo<br />
dettaglio: abbiamo avuto notizia del nostro futuro impegno in Afghanistan, non con poche<br />
ore di anticipo come solitamente accade, ma circa sei mesi prima; il motivo c’era e risiedeva<br />
nel fatto che portare - per la prima volta - tre macchine complesse come l’EH-101 in Afghanistan<br />
non era cosa semplice, anzi.<br />
In queste ore in cui sto iniziando a fare le valige per tornare a casa, la mia mente però non va<br />
a Settembre del 2010, quando tutto ha avuto inizio qui ad Herat, ma vuole tornare indietro a<br />
qualche mese prima…per non dimenticare.<br />
A Maristaeli Luni, dove lavorano gli uomini e le donne del Primo Gruppo Elicotteri, nei mesi antecedenti<br />
al deployment in Teatro Operativo un pugno di uomini valorosi - del Gruppo e della<br />
Maristaeli - hanno lavorato a ritmi incessanti per far sì che tutto venisse realizzato ed organizzato<br />
nel modo migliore possibile, tenendo conto delle limitate risorse disponibili, ottimizzando i<br />
fondi a disposizione, ma cercando altresì di acquisire il materiale ritenuto indispensabile per affrontare<br />
un contesto pericoloso ed ostile come quello afghano, non solo per la minaccia, ma<br />
anche per il clima. Sotto il vigile controllo del Comandante del Gruppo, i compiti sono stati minuziosamente<br />
suddivisi: alcuni si occupavano di materiale e di armamento, altri di intelligence<br />
e di addestramento, altri invece delle modifiche tecniche che avrebbero poi permesso all’elicottero<br />
di passare dal mare ai deserti ed alle montagne afghane ed esprimere al massimo tut-
te le sue potenzialità.<br />
Con il trascorrere delle settimane, gli equipaggi<br />
aumentavano la propria consapevolezza dell’impegno<br />
che li attendeva ed ognuno si costruiva<br />
il suo personale mind setting. Nel frattempo gli<br />
elicotteri volavano: volavano di giorno, volavano<br />
di notte, passando dagli hover notturni sulle<br />
acque liguri delle Cinque Terre, ai voli in bassa<br />
quota in mezzo alle gole delle montagne del-<br />
l’Appennino tosco-emiliano, simulando scenari il<br />
più possibile realistici e vicini a ciò che ci avrebbe<br />
atteso di lì a breve. Ma cosa ci aspettava in<br />
realtà? Nonostante tutte le informazioni in nostro<br />
possesso, non ho mai trovato la vera risposta a<br />
questa domanda. Quando vieni in posti come<br />
questo, anche se ti senti un professionista e disponi<br />
del meglio che c’è in circolazione – sia a livello<br />
umano, che tecnologico – sai anche che<br />
potrebbe non bastare. Per questo prima di partire<br />
cerchi dentro di te il coraggio di affrontare il<br />
periodo che ti aspetta, rievocando tutti i princìpi<br />
ed i valori che ti hanno portato a fare questa<br />
scelta anni fa’; lo fai però cercando di mostrarti<br />
sempre sereno con il “resto del mondo”, i tuoi<br />
cari, le persone che ti vogliono bene, dicendo<br />
loro - sempre e a prescindere - che “va tutto bene”,<br />
magari anche con qualche bugia ogni tanto,<br />
per farli stare più tranquilli. Poi improvvisamente<br />
chiudi con quel “mondo” e ti concentri sul volo,<br />
entri nella mission bubble, pianifichi ogni minimo<br />
dettaglio, qui in particolare, vuoi meno sorprese<br />
possibile e soprattutto vuoi riportare tutti i<br />
tuoi uomini indietro.<br />
In Afghanistan abbiamo volato per quasi 14 mesi<br />
assicurando un supporto al massimo delle nostre<br />
capacità, sia umane che dell’EH- 101. Pronti<br />
ad assicurare missioni di Medical Evacuation<br />
e di supporto alle Forze Speciali, siamo stati<br />
prevalentemente impiegati per missioni logistiche<br />
in cui abbiamo contribuito ad assicurare<br />
– dal cielo – il supporto alla manovra degli<br />
uomini di ISAF (International Security and<br />
Assistance Force) all’interno del Regional<br />
Command West, volando ben 900 ore, che<br />
hanno portato al trasporto tattico di quasi<br />
4000 persone e 95000 Kg di materiale.<br />
A tutti voi - uomini e donne - che siete stati<br />
qui ed avete lavorato per permettere che<br />
questa “impresa” si realizzasse, il mio sentito<br />
ringraziamento.<br />
David Ilardi n
attività operativa<br />
La missione Nato in Libia<br />
La crisi in Libia ha avuto inizio<br />
lo scorso febbraio,<br />
quando con un inarrestabile<br />
effetto domino alcuni popoli<br />
dei paesi dell’Africa settentrionale<br />
bagnati dal Mediterraneo<br />
si sono “risvegliati” in<br />
quella che ormai tutto il mondo<br />
chiama la “primavera araba”.<br />
Dopo l’Egitto e la Tunisia<br />
anche sulla Libia è soffiato il<br />
vento della protesta popolare,<br />
del riscatto di popoli che da<br />
troppo tempo avevano forse rinunciato<br />
ad essere tali.<br />
Le prime repressioni avvengono<br />
nel sud della Libia, dove le<br />
forze di sicurezza nazionali uccidono<br />
due manifestanti. Siamo<br />
al 17 febbraio ed è solo l’inizio<br />
di quello che in poche<br />
settimane si trasformerà in una<br />
guerra fratricida del popolo libico.<br />
Da una parte Gheddafi,<br />
da 40 anni al potere e dall’altra<br />
parte un popolo oppresso e<br />
desideroso di libertà. Gli scontri<br />
si fanno via via sempre più<br />
cruenti ed i morti si contano a<br />
centinaia, a mostrarcelo sono i<br />
media che quasi in diretta con<br />
le loro immagini raggiungono i<br />
quattro angoli del pianeta.<br />
Il mondo occidentale decide<br />
6<br />
così di non poter attendere oltre<br />
e sarà il Consiglio di Sicurezza<br />
dell’ONU, il 26 febbraio a<br />
chiedere alla NATO di intervenire<br />
per far rispettare la risoluzione<br />
1970 con la quale si sancisce<br />
un embargo sulle armi, il<br />
congelamento dei beni personali<br />
del (ormai ex) leader libico<br />
ed il divieto di lasciare il paese<br />
allo stesso Gheddafi, suoi familiari<br />
e personaggi politici del<br />
governo.<br />
L’Italia in questo periodo evacua<br />
dal territorio libico con Nave<br />
Mimbelli, Nave San Marco e<br />
Nave San Giorgio, i suoi con-<br />
Dopo 7 mesi, termina<br />
“Unified Protector”,<br />
la missione NATO in Libia.<br />
“Grande soddisfazione per<br />
l’operato di tutte le componenti<br />
della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>”
nazionali ed anche tutti quei<br />
cittadini di altre nazioni che ne<br />
hanno chiesto l’aiuto. Inoltre,<br />
Nave Libra, scortata da Nave<br />
Euro, trasporta aiuti umanitari<br />
nei porti di Bengasi e Dernah, è<br />
la prima Unità ad attraccare in<br />
un porto Libico in piena crisi. Il<br />
10 marzo, i Ministri della Difesa<br />
della NATO hanno appoggiato<br />
la decisione di inviare navi dell’alleanza<br />
nel Mediterraneo<br />
centrale ed aumentare il monitoraggio.<br />
Il 17 marzo, il Consiglio di Sicurezza<br />
dell'ONU ha adottato la<br />
risoluzione 1973 che autorizza<br />
gli Stati membri e le organizzazioni<br />
regionali di "prendere tutte<br />
le misure necessarie" per<br />
proteggere i civili in Libia. Viene<br />
così autorizzato l’uso della<br />
forza per far rispettare le risoluzioni<br />
delle Nazioni Unite.<br />
La prima opzione militare è stata<br />
rappresentata dall’Operazione<br />
ODYSSEY DAWN, in cui gli<br />
attori principali di quella che<br />
viene definita “coalition of the<br />
L’Ammiraglio di Squadra<br />
Rinaldo Veri.<br />
willing “ sono stati gli Stati Uniti,<br />
la Francia e la Gran Bretagna.<br />
L’operazione si è concretizzata<br />
in una campagna aerea mirata<br />
al rispetto della No Fly Zone<br />
e quindi a garantire l’assoluto<br />
divieto per le forze aeree libiche<br />
di attraversare lo spazio<br />
aereo con qualsiasi vettore aereo.<br />
Il 22 marzo la NATO, rispondendo<br />
all'appello delle Nazioni Unite,<br />
lancia un'operazione per<br />
imporre l'embargo sulle armi<br />
contro la Libia. Il giorno dopo,<br />
le navi e gli aerei della NATO<br />
iniziano ad operare nel Mediterraneo<br />
centrale per assicurare<br />
che il flusso di armi verso la<br />
Libia via mare sia tagliato fuori.<br />
Le Unità del dispositivo sono<br />
autorizzate a fermare ed ispezionare<br />
qualsiasi nave sospettata<br />
di trasportare armi o mercenari.<br />
L’Italia su decisione dell’autorità<br />
politica ha trasferito alla<br />
NATO il Controllo Operativo di<br />
quattro unità della <strong>Marina</strong> Mili-<br />
L’Ammiraglio di Divisione<br />
Filippo Maria Foffi.<br />
tare tra cui la portaerei Garibaldi<br />
(compresi i suoi velivoli<br />
imbarcati AV8B e gli elicotteri)<br />
e otto velivoli dell’Aeronautica<br />
<strong>Militare</strong>.<br />
Il Capo di Stato Maggiore della<br />
Difesa, tramite il Comando<br />
Operativo Interforze ha ordinato<br />
quello che in gergo militare<br />
viene chiamato TOA e<br />
cioè il Transfer of Authority. I<br />
nostri assetti hanno quindi ufficialmente<br />
preso parte all’operazione<br />
Unified Protector.<br />
Il 24 marzo, la NATO decide di<br />
far rispettare il mandato ONU<br />
no-fly zone sopra la Libia e di<br />
iniziare le operazioni il giorno<br />
successivo.<br />
La <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> schiera nel<br />
Canale di Sicilia, sotto la bandiera<br />
NATO, la Portaerei Garibaldi<br />
con 7 AV8, 1 elicottero<br />
EH101, 2 elicotteri SH3D, 1 elicottero<br />
AB 212, Nave Etna già<br />
presente in quanto Unità sede<br />
del Comando delle Operazioni,<br />
Nave Libeccio, Nave Bettica<br />
oltre ad un dispositivo Nazionale<br />
composto da Nave<br />
Doria e Nave San Marco per il<br />
controllo dello spazio aereo e<br />
dei flussi migratori.
Il dispositivo Navale NATO<br />
schierato di fronte alle coste libiche<br />
è comandato dall’Ammiraglio<br />
Italiano Gualtiero Mattesi.<br />
La risoluzione ONU vieta tutti i<br />
voli sullo spazio aereo libico al<br />
fine di garantire che i civili e<br />
aree popolate da civili non siano<br />
sottoposte ad attacchi aerei.<br />
Sono autorizzati solo voli<br />
programmati per l’invio di aiuti<br />
umanitari.<br />
Il 1 giugno, il Comando delle<br />
Operazioni passa ad un altro<br />
Ammiraglio Italiano, l’Ammiraglio<br />
di Divisione Filippo Maria<br />
Foffi, già in mare come IT NCC<br />
NAVY, e la Portaerei Garibaldidiventa<br />
la nuova Flag Ship, l’Unità<br />
sede di Comando da cui si<br />
dirigono tutte le Operazioni del<br />
dispositivo Navale NATO, 18<br />
Unità Navali provenienti da 12<br />
nazioni diverse.<br />
Il 27 luglio, la <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />
designa una nuova Unità sede<br />
del Comando delle Operazioni<br />
navali, la nave anfibia San<br />
Giusto ed il Garibaldi rientra a<br />
Taranto.<br />
Il 22 agosto cade Tripoli, ultima<br />
roccaforte delle truppe fedeli<br />
a Gheddafi, il Segretario Generale<br />
della NATO Rasmussen<br />
ribadisce l'impegno della NATO<br />
Unità sede di Comando per l’Operazione<br />
NATO Unified Protector:<br />
- NAVE ETNA dal 25.03 al 01.06<br />
- NAVE GARIBALDI dal 25.03 al 26.07<br />
- NAVE SAN GIUSTO dal 27.07 al 31.10<br />
10<br />
per proteggere il popolo libico<br />
dichiarando inoltre che la comunità<br />
internazionale, soprattutto<br />
le Nazioni Unite e il Gruppo<br />
di contatto, svolgerà un<br />
ruolo leader nel post-conflitto<br />
per sostenere gli sforzi di riabilitazione<br />
mentre la NATO considererà<br />
la possibilità di sostenere<br />
questi sforzi di post-conflitto -<br />
ma solo se richiesto e se necessario.<br />
Il 1 ° settembre, gli "Amici della<br />
Libia" - capi di Stato e di Governo,<br />
nonché rappresentanti<br />
delle principali organizzazioni<br />
internazionali e regionali - si incontrano<br />
a Parigi per discutere<br />
i modi per aiutare la Libia nel<br />
processo di transizione per una<br />
democrazia funzionante. Viene<br />
inoltre ribadito che l’ Operazione<br />
Unified Protector sarebbe<br />
continuata per tutto il tempo<br />
necessario, ma non un minuto<br />
di più.<br />
Unità della <strong>Marina</strong> impiegate per l’intera<br />
Emergenza libica:<br />
- NAVE MIMBELLI dal 22.02 al 01.03<br />
- NAVE SAN GIORGIO dal 22.02 al 08.03<br />
- NAVE SAN MARCO dal 22.02 al 07.04<br />
- NAVE LIBRA dal 05.03 al 09.03 e dal 16.03 al 22.03<br />
- NAVE BETTICA dal 05.03 al 09.03 e dal 28.03 al 10.05<br />
- NAVE DORIA 07.03 al 01.04<br />
- NAVE EURO dal 16.03 al 23.03 e dal 25.05 al 30.07<br />
- NAVE LIBECCIO dal 25.03 al 25.05<br />
- NAVE VESUVIO dal 22.02 al 01.07<br />
- NAVE BORSINI dal 09.05 al 31.05<br />
Il 16 settembre, il Consiglio di sicurezza<br />
dell'ONU ha adottato<br />
la risoluzione 2009, che sancisce<br />
una missione Onu in Libia.<br />
Le Risoluzioni 1970 e 1973, con<br />
cui si è dato mandato ad un'azione<br />
internazionale per proteggere<br />
i civili in Libia, restano<br />
in vigore, fino a quando sarà<br />
presente la minaccia contro la<br />
popolazione civile.<br />
Il 21 settembre, la NATO estende<br />
l’Operazione Unified Protector<br />
per altri 90 giorni, ma<br />
con l’impegno di riesaminare<br />
periodicamente la necessità di
tale prolungamento.<br />
Il 27 ottobre il Consiglio di sicurezza<br />
dell'Onu con la risoluzione<br />
2016 ha votato all'unanimità<br />
la rimozione della no-fly<br />
zone sopra la Libia per il 31 ottobre<br />
e la fine dell'azione militare<br />
per proteggere i civili. Viene<br />
in sostanza ritirato il mandato<br />
alla NATO a partire dal 1 novembre<br />
2011.<br />
Il 31 ottobre su Nave san Giusto<br />
in navigazione nel Mar Ionio diretta<br />
in Italia, con gli equipaggi<br />
schierati, l'Ammiraglio Rinaldo<br />
Veri, comandante del Quartiere<br />
Alleato Marittimo di Napoli e<br />
a capo dell'embargo marittimo<br />
Nato nei confronti della Libia,<br />
sull’operazione 'Unifield<br />
protector', fa il primo resoconto<br />
della missione della NATO<br />
appena conclusa: ''sono state<br />
compiute 3.100 interrogazioni,<br />
300 abbordaggi e negato l'accesso<br />
a porti libici a 11 navi sospette''.<br />
''Ogni giorno in mare -<br />
ha aggiunto il comandante<br />
Nato - c'erano 2.500-3.000 persone<br />
impegnate nella missione<br />
nell'ambito dei compiti assegnati<br />
dall'Onu''. ''Grazie per il<br />
grande lavoro fatto, grazie per<br />
il vostro impegno e per avere liberato<br />
la Libia e avere portato<br />
alla popolazione la democrazia''.<br />
A poi aggiunto parlando<br />
al personale delle navi militari<br />
di Francia, Canada e Turchia<br />
dal ponte della nave da sbarco<br />
San Giusto, schierate in for-<br />
mazione mentre sono in navigazione<br />
nel mar Ionio: ''Il vostro<br />
contributo non e' stato essenziale,<br />
ma vitale perché avete<br />
lavorato in silenzio e senza fermarvi<br />
mai portando a segno<br />
un'operazione di altissimo livello<br />
e professionalità''. ''Sono rimasto<br />
impressionato - ha concluso<br />
l'ammiraglio Veri - per il<br />
vostro senso di sacrificio e il<br />
vostro spirito di abnegazione,<br />
per l'entusiasmo e la passione<br />
che avete messo: ogni giorno<br />
avete buttato il cuore oltre l'ostacolo''.<br />
Il 3 novembre sulla portaerei<br />
12<br />
13<br />
Garibaldi, ormeggiata presso<br />
la Stazione Navale Mar Grande<br />
di Taranto, è la volta del<br />
Capo di Stato Maggiore della<br />
<strong>Marina</strong> l’Ammiraglio di Squadra<br />
Bruno Branciforte, che incontrando<br />
gli equipaggi che<br />
hanno partecipato alla missione<br />
NATO Unified Protector ha<br />
espresso parole di vivo apprezzamento<br />
per il lavoro compiuto:<br />
“ Sono qui per esprimere la<br />
grande soddisfazione per l’operato<br />
di tutte le componenti<br />
della <strong>Marina</strong>”. Ha poi aggiunto<br />
“porto il saluto della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />
e del Paese tutto in questo<br />
momento difficile. Quanto<br />
avete fatto deve essere d’esempio<br />
per la Nazione. Avete<br />
dimostrato quanto strategicamente<br />
è importante uno strumento<br />
navale in grado di intervenire<br />
ovunque e in poco tempo.<br />
Le operazioni in Libia hanno<br />
fatto chiarezza sulle reali<br />
capacità della <strong>Marina</strong>”. In<br />
conclusione ha sottolineato<br />
“l’importante contributo delle<br />
famiglie che sorreggono e supportano<br />
i propri cari imbarcati<br />
per lunghe missioni”.<br />
Alessandro Busonero n
attività operativa<br />
BARI<br />
Recuperati alcuni reperti del<br />
motopesca Francesco Padre<br />
Il veicolo subacqueo Falcon di Nave Anteo è stato pilotato<br />
dai Palombari sui fondali delle acque montenegrine,<br />
dove da 17 anni si trova il relitto del Francesco Padre.<br />
Alla profondità di 247 metri è stata condotta un’ulteriore ispezione<br />
sul relitto del motopeschereccio,<br />
prelevandone un reperto e due scarponi adagiati sul fondale.<br />
I materiali recuperati sono stati consegnati all’Autorità giudiziaria.<br />
Nelle tre missioni nelle acque<br />
internazionali dell’Adriatico,<br />
Maria Pansini, figlia<br />
del Comandante Giovanni<br />
Pansini, c’è stata sempre.<br />
Tre trasferte, la prima il 5 otto-<br />
bre, l’ultima a fine ottobre, ricche<br />
di emozioni.<br />
La Pansini è presidente del Comitato<br />
Verità e Giustizia, nato<br />
per accendere i riflettori dell’opinione<br />
pubblica sulla vicenda<br />
del “Francesco Padre” per fare<br />
in modo che non venga di-<br />
menticata da nessuno.<br />
Inizialmente, era stato programmato<br />
un solo sopralluogo<br />
a 247 metri di profondità.<br />
Dalla nave Anteo e dal cacciamine<br />
Viareggio, il 5 e 6 ottobre,<br />
sono stati calati prima il robot<br />
Pluto, dotato di telecamera<br />
e poi il palombaro Luca Rus-<br />
so. Quei primi rilievi hanno permesso<br />
di recuperare il pezzo di<br />
fasciame con il buco di proiettile.<br />
A quel punto, l’avvocato<br />
Persico, legale della famiglia<br />
Pansini, ha ottenuto che i consulenti<br />
balistici della Procura<br />
esaminassero i reperti. Dopo il<br />
14<br />
suddetto esame, l’ufficio inquirente<br />
tranese, ha ordinato le<br />
due immersioni successive che<br />
hanno permesso di riportare in<br />
superficie, fra le altre cose, pezzi<br />
di metallo, due scarpe spaiate<br />
e il frammento staccato appositamente<br />
dalla fiancata del<br />
motopeschereccio.<br />
Il 28 ottobre, a conclusione delle<br />
complesse e tecnologicamente<br />
avanzate indagini relative<br />
all’affondamento del motopesca<br />
Francesco Padre, avvenuto<br />
in acque antistanti il Montenegro<br />
il 4 novembre 1994, si è<br />
tenuta, una conferenza stampa<br />
nel Salone superiore del Terminal<br />
Crociere del porto di Bari.<br />
Nel corso della stessa sono state<br />
illustrate le metodologie dell’intervento<br />
che ha portato al<br />
recupero di alcuni importanti<br />
reperti che saranno sottoposti<br />
agli esami tecnico, chimico e<br />
fisici intesi a verificare le possibili<br />
cause che determinarono il sinistro.<br />
Durante la conferenza stampa<br />
il Procuratore di Trani, Carlo<br />
Maria Capristo, ha ringraziato<br />
la <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> per la dedizione<br />
nelle operazioni sul fondale.<br />
Alla stessa, hanno preso<br />
parte oltre ai palombari protagonisti<br />
delle operazioni subacquee<br />
anche numerose autorità<br />
civili e militari.<br />
Nave Aretusa<br />
rientra a La Spezia<br />
al termine dei<br />
rilievi della Campagna<br />
idro-oceanografica 2011<br />
Nave Aretusa:<br />
conclusa la campagna<br />
idro-oceanografica<br />
LA SPEZIA<br />
co più di un mese, ha completato<br />
lo scandagliamento della<br />
Bocca di Porto e del litorale<br />
prossimo a Porto di Lido, un’area<br />
peraltro di grande interesse<br />
Lo scorso 11 ottobre, con il per il traffico mercantile. Paral-<br />
completamento dei rilievi lelamente ai rilievi batimetrici<br />
presso il litorale di Venezia, e alla caratterizzazione dei fon-<br />
Nave Aretusa ha terminato le dali , che rappresentano il core<br />
operazioni in area e ha lascia- business per l’Unità idrografica,<br />
to l’Alto Adriatico per rientrare è stata sviluppata un’intensa<br />
presso la Base Navale di La attività promozionale e media-<br />
Spezia da cui era partita il 26 tica. Il grande apprezzamento<br />
aprile scorso per iniziare la pro- per l’attività svolta, espresso in<br />
pria “campagna” annuale nel diverse occasioni dagli enti lo-<br />
porto di Chioggia. Lo scandacali all’equipaggio, ed il forte<br />
gliamento del porto e del lito- sentimento di legame alla Forrale<br />
clodiensi, hanno impegnaza Armata, rilevato nell’area,<br />
to l’equipaggio da metà mag- hanno creato un contesto<br />
giche fino al mese di ottobre.<br />
L’insieme di tutti questi aspetti<br />
positivi ha permesso il totale rispetto<br />
dei programmi stabiliti<br />
per l’annuale campagna che<br />
rappresenta pertanto una bella<br />
pagina di storia operativa<br />
da ascrivere alla Nave ed al<br />
suo equipaggio.<br />
L’arrivo nella Base Navale di La<br />
Spezia è avvenuto il 23 ottobre,<br />
alla vigilia del passaggio<br />
di consegne tra i titolari. Ora<br />
prosegue la fase di valorizzazione<br />
dei dati acquisiti e, attraverso<br />
l’attività manutentiva e<br />
l’addestramento, la preparazione<br />
dell’Unità per la Campagna<br />
Idro-oceanografica 2012.<br />
gio ad inizio settembre. Suc- operativo ideale cui ha fatto<br />
cessivamente, l’Unità si è tra- da sostegno anche il persistere<br />
n sferita a Venezia, dove, in po- di ottime condizioni meteorolo-<br />
Roberto Locci n<br />
15<br />
attività operativa
attività operativa<br />
Legame sempre più stretto<br />
tra mare e montagna<br />
Il 4° Gruppo Elicotteri si addestra con il Corpo Nazionale Soccorso<br />
Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S.)<br />
GROTTAGLIE<br />
L' 8 ed il 16 novembre si sono svolte presso la<br />
Stazione Aeromobili della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />
(Maristaer Grottaglie) e sui Piani di Verteglia<br />
(AV) due esercitazioni congiunte con il personale<br />
del 4° Gruppo Elicotteri, il Corpo Nazionale Soccorso<br />
Alpino e Speleologico (CNSAS) e l'Aeronautica<br />
<strong>Militare</strong>, aventi lo scopo di affinare le<br />
procedure operative ed accrescere l'affiatamento<br />
tra gli equipaggi di volo ed i volontari specializzati<br />
nel soccorso montano, chiamati sempre<br />
più spesso ad operare in sinergia in scenari di<br />
ogni tipo e in contesti spesso difficili e pericolosi<br />
(interventi ambito calamità naturali; ricerca e<br />
soccorso di infortunati o dispersi; salvataggio). Al<br />
16<br />
primo dei due incontri, avvenuto il giorno 8 Novembre<br />
presso Maristaer Grottaglie, ha partecipato<br />
il 4° Gruppo Elicotteri con i propri equipaggi,<br />
il personale del CNSAS Puglia e il Comune di<br />
Grottaglie per il tramite dei propri funzionari<br />
P.I.Ciro Todisco (Capo Settore della Protezione<br />
Civile) e Dott. Arch. Vincenzo CAVALLO (Capo<br />
Settore Urbanistico).<br />
Dopo il saluto di ben venuto da parte del Comandante<br />
del Gruppo CF Marcello Camboni e<br />
una accurata presentazione del Presidente del<br />
Servizio Regionale Puglia William Formicola, la<br />
mattinata ha preso corpo nell'hangar, dove i<br />
soccorritori hanno avuto modo di vedere da vicino<br />
e familiarizzare con l'elicottero AB212, utilizzato<br />
poi nell'esercitazione pratica svolta nel pomeriggio,<br />
e dove gli attori principali dell'esercitazione<br />
hanno avuto modo di discutere ogni detta-<br />
glio dell'attività.<br />
Guidati dall' Istruttore Nazionale Ciro Sertorelli, i<br />
volontari hanno dedicato particolare attenzione<br />
alla coordinazione con gli equipaggi di volo:<br />
procedure, segnali e comunicazioni, sequenze<br />
degli eventi, utilizzo corretto delle imbracature in<br />
unione con il verricello di soccorso.<br />
La parte "live" dell'esercitazione è stata suddivisa<br />
in tre parti: una prima fase in cui sono stati effettuati<br />
una serie di recuperi e rilasci degli aerosoccorritori<br />
con elicottero in hovering a circa mezzo<br />
metro dal suolo, simulando un terreno accessibile<br />
ma scosceso e quindi non adatto all'atterraggio;<br />
una seconda fase dedicata allo scenario<br />
più frequente, ovvero il rilascio e recupero del<br />
personale con il verricello di soccorso, sia "in<br />
doppia", sia "in singola"; un'ultima fase che ha riguardato<br />
il recupero dei soccorritori tramite verricello<br />
in unione con ferito barellato. Questo ultimo<br />
è da ritenersi lo scenario più delicato, in<br />
quanto è della massima importanza fornire la<br />
maggiore stabilità possibile all’elicottero, in modo<br />
da permettere il ricovero della barella a bor-<br />
17<br />
do minimizzando ogni tipo di urti e contraccolpi<br />
che potrebbero, in caso reale, aggravare le<br />
condizioni del ferito.<br />
All'esercitazione ha partecipato anche la mascotte<br />
del team "Ludd", un giovane e bellissimo<br />
Border Collie, appartenente all'unità cinofila da<br />
ricerca in superficie, che con i suoi occhi curiosi<br />
ed una instancabile voglia di fare ha conquistato<br />
da subito la simpatia di tutti.<br />
Il secondo incontro organizzato per il CNSAS dal<br />
Servizio Regionale Campania, cui hanno partecipato<br />
nove delegazioni (Campania, Calabria, Puglia,<br />
Marche, Abruzzo, Lazio, Umbria, Toscana,<br />
Emilia-Romagna) con circa 80 soccorritori del<br />
CNSAS è avvenuto tra il 14 ed il 16 novembre sui<br />
Piani di Verteglia (AV). L’esercitazione, sviluppata<br />
in tale contesto, ha assunto una connotazione<br />
particolarmente significativa in ragione dello<br />
scenario realistico sviluppato su tre giorni e della<br />
partecipazione di assetti di altre forze armate nazionali<br />
(in particolare l'Aeronautica <strong>Militare</strong> impegnata<br />
nella gestione, direzione ed esecuzione<br />
dell'esercitazione).<br />
Con l'ausilio di altri due AB212 ed un HH3F A.M. è<br />
stata condotta la ricerca di due piloti di AMX,<br />
eiettatisi a seguito di un contatto avvenuto in formazione<br />
stretta.<br />
Le ricerche effettive, nella simulazione dello scenario,<br />
sono state effettuate nelle giornate del 15<br />
e del 16 novembre. In quest'ultima fase è stato<br />
impiegato l'AB212 della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> che, forte<br />
dell'esperienza maturata nella precedente occasione<br />
a Grottaglie, ha affrontato uno scenario<br />
simile ma di maggiore difficoltà in considerazione<br />
dell'urgenza di intervento e dal corposo numero<br />
di uomini e di mezzi da coordinare. A rendere<br />
lo scenario ancora più interessante è stata<br />
la conformazione topografica del territorio montagnoso<br />
fino ad una altitudine di 1700 metri.<br />
Ogni verricellata effettuata è risultata infatti particolarmente<br />
impegnativa per l'equipaggio, costretto<br />
a trovare il miglior compromesso tra la difficoltà<br />
di operare ai limiti della macchina e la volontà<br />
di trovare e portare in salvo, al più presto, i<br />
colleghi dispersi in un ambiente così impervio.<br />
L'esercitazione, dopo il recupero dei dispersi, è<br />
terminata con un approfondito debriefing sull'attività<br />
svolta che ha permesso di analizzare gli<br />
aspetti migliorabili e gli eventuali problemi incontrati<br />
sia sulle procedure, sia sulla sicurezza delle<br />
operazioni la cui condotta è stata caratterizzata<br />
dai tempi serrati e dalla difficoltà di coordinare<br />
l’impiego di più elicotteri in un ambiente pericoloso<br />
come quello montano.<br />
L'attività, nel suo insieme, si è conclusa con il<br />
massimo riscontro addestrativo per tutti i team<br />
coinvolti che hanno palesato volontà ed entusiasmo<br />
di ripetere tali esercitazioni anche in futuro,<br />
incrementando opportunamente il livello di
difficoltà, con il fine ultimo di ottimizzare la capacità<br />
di intervento congiunto in caso di attività<br />
reali. La recente alluvione a Matera, verificatasi<br />
in coincidenza delle esondazioni in Liguria e Piemonte,<br />
dove il CNSAS ha offerto il proprio importante<br />
contributo nella ricerca dei dispersi, ha infatti<br />
dimostrato l’importanza di questo corpo di<br />
volontari di provata esperienza, appartenenti alla<br />
struttura operativa del Club Alpino Italiano,<br />
sempre più spesso interessato ad interventi di<br />
soccorso di grande rilevanza pubblica.<br />
Per i Reparti Aerei della <strong>Marina</strong> ed, in particolare<br />
il Quarto Gruppo Elicotteri interessato, l’occasione<br />
è valsa per addestrarsi in preparazione di tali<br />
attività, in una tipologia di territorio non abituale<br />
per gli equipaggi di volo della <strong>Marina</strong>, accrescendo<br />
l'esperienza necessaria ad operare al<br />
meglio in qualsiasi luogo o condizione con il personale<br />
qualificato del CNSAS .<br />
L'elicottero rappresenta oggi il mezzo di ricerca e<br />
soccorso più rapido e talvolta addirittura l'unico<br />
idoneo a raggiungere la zona dell’intervento. La<br />
prontezza e l’interazione efficace del personale<br />
cooperante sono in questi casi il presupposto per<br />
il conseguimento del risultato positivo del soccorso.<br />
Da qui si evince l'enorme importanza di un<br />
addestramento congiunto di qualità, che si traduce<br />
in un aumento nella coesione tra gli equipaggi<br />
e le squadre con conseguente incrementando<br />
della sicurezza, velocità ed efficacia di intervento.<br />
Guardamagna, Martino n<br />
La Task Force “Leone” onora la memoria di Matteo Miotto<br />
caduto per la Patria<br />
In ricordo di un sacrificio<br />
Il due novembre presso “Cop Snow”, l’avamposto<br />
dislocato nel passo di Buji valle<br />
del Gulistan, i Fucilieri di <strong>Marina</strong> della<br />
Compagnia Charlie di Task Force South East,<br />
nel corso di una commovente cerimonia dell’Ammaina<br />
Bandiera, hanno inaugurato un<br />
monumento intitolato al “1° Caporal Maggiore<br />
Matteo Miotto”. Il giovane Alpino di Thiene<br />
(VI), effettivo al 7° Reggimento di Belluno, perì<br />
il 31 dicembre 2010 in seguito alle ferite riportate<br />
nel corso di un attacco condotto contro l’avamposto<br />
dagli insurgents, le forze ostili alla<br />
Coalizione NATO.<br />
I Fucilieri di <strong>Marina</strong> del Reggimento San Marco<br />
giunti presso il “Cop” lo scorso ottobre hanno<br />
subito sentito il dovere morale di onorare il sacrificio<br />
dell’Eroe Miotto con un piccolo monumento<br />
che ne esaltasse la memoria. Il monumento,<br />
costruito esclusivamente con il materiale<br />
reperibile nella zona, è costituito da una<br />
struttura in pietra posta alla base dell’asta Bandiera<br />
la cui forma vuol ricordare le montagne<br />
care agli Alpini.<br />
Alla sommità incisa su pietra compare una croce<br />
mentre la scritta “ad excelsa tendo”, incisa<br />
sul legno e posta alla base della struttura, rappresenta<br />
il motto del Reggimento tra le cui fila<br />
militava Miotto. In una nicchia all’interno della<br />
struttura durante la cerimonia celebrata il giorno<br />
della Commemorazione dei Defunti è stata<br />
depositata una Fotografia di Matteo, contestualmente<br />
al grido “1° Caporal Maggiore<br />
Miotto Matteo” è stato esploso in aria un colpo<br />
cal. 12,7 ed i Fucilieri del San Marco schierati<br />
hanno risposto con un “presente” che è riecheggiato<br />
nella vallata fuori dalla base.<br />
“Cop Snow” è, insieme a “Fob Lavaredo”<br />
(Bakwa) e “Fob Ice” (Gulistan), una delle tre<br />
basi operative della provincia afgana di Farah<br />
dove dal 10 settembre, nell’ambito della missione<br />
ISAF in Afghanistan, operano in prima linea<br />
gli Uomini di Task Force South East agli ordini<br />
del Capitano di Vascello Giuseppe Panebianco.<br />
Francesco Porcu n<br />
19<br />
attività operativa
SNMCMG2<br />
Gruppo Navale di Contromisure Mine<br />
della NATO<br />
Nave Numana<br />
Vi.Pe. - Controllo dei Flussi Migratori<br />
Operazioni Nazionali di difesa e Sicurezza Marittima<br />
presenza e sorveglianza<br />
Navi Comandante Foscari, Sfinge, Orione, Vega<br />
Personale RSM, MPA BR-1150 Atlantic, SH-3D, AB 212, EH-101<br />
Operazione Strade Sicure/Strade Pulite<br />
Operazione di sorveglianza a siti sensibili<br />
sul territorio nazionale in concorso alle<br />
Forze di Polizia<br />
Personale Reggimento San Marco<br />
KFOR - Joint Enterprise<br />
Operazione NATO di presenza e<br />
deterrenza per il mantenimento<br />
della sicurezza in Kossovo<br />
Istruttori Navali<br />
M.F.O. SINAI<br />
Controllo e verifica della libertà di<br />
navigazione nello Stretto di Tiran<br />
GRUPNAVCOST 10<br />
Navi Sentinella, Staffetta, Vedetta<br />
Personale RSM<br />
LLee OOppeerraazziioonnii<br />
ISAF Afghanistan<br />
Assistenza militare alle Forze Armate<br />
afghane e stabilizzazione dell’Afghanistan<br />
Task Force Leone, Personale RSM, GOI<br />
NATO Training Mission Iraq<br />
Assistenza militare alle Forze<br />
Armate irachene<br />
Istruttori navali<br />
SNMG1-Ocean Shield<br />
Gruppo Navale permanente della NATO<br />
Operazione NATO di contrasto alla pirateria<br />
in acque somale<br />
Nave Grecale
cooperazione internazionale<br />
La cooperazione fra Italia ed Emirati Arabi Uniti<br />
Italia ed Emirati Arabi Uniti<br />
(EAU) hanno una lunga<br />
tradizione di amicizia nel<br />
campo della difesa, databile<br />
alla nascita della federazione<br />
emiratina (1971). All'inizio, si è<br />
trattato di semplici scambi di<br />
personale. Poi i rapporti si sono<br />
consolidati. Nel 1986, è arrivata<br />
la prima nave ausiliaria<br />
di appoggio subacquei per gli<br />
EAU. A fine decennio, durante<br />
la guerra Iran-Iraq, le unità<br />
della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> Italiana<br />
hanno operato a lungo nel<br />
Golfo Persico, effettuando<br />
scali logistici nei principali porti<br />
emiratini (Abu Dhabi, Khor<br />
Fakkan, Mina Jebel, Mina Saqr<br />
e Mina Sultan). Durante la<br />
2a guerra del Golfo, sono intervenuti<br />
nell'area il XX Gruppo<br />
Navale e il Gruppo Autonomo<br />
dell’Aeronautica <strong>Militare</strong>,<br />
rischierato nella base di Al<br />
Dhafra. Successivamente, è<br />
stato aperto un Ufficio <strong>Militare</strong><br />
nell’Ambasciata di Abu Dhabi.<br />
La <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> ha incrementato<br />
gli scali nei porti della<br />
Federazione e, in un crescendo<br />
d'intese, il nostro Ministero<br />
della Difesa ha aperto a<br />
un rappresentante della <strong>Marina</strong><br />
il posto di addetto aggiunto<br />
all’Ambasciata di Abu<br />
Dhabi. Dal 2005, una jointventure<br />
(jv) lega l’italiana Selex<br />
Sistemi Integrati all’Abu<br />
Dhabi Ship Building, principale<br />
cantiere navale emiratino, di<br />
proprietà governativa al 50%.<br />
L'Abu Dhabi System Integration,<br />
nome della jv, opera prevalentemente<br />
nel campo dell’integrazione<br />
di sistemi per la<br />
difesa e la sicurezza interna.<br />
La presenza nella regione si è<br />
rafforzata con la creazione<br />
dell’Etihad Ship Building, joint<br />
venture tra Fincantieri, Al Fat-<br />
Fincantieri sta realizzando per la <strong>Marina</strong><br />
degli Emirati Arabi Uniti la corvetta<br />
antisommergibile Abu Dhabi, da 88,4<br />
metri di lunghezza e 1.650 tonnellate a<br />
pieno carico. L’unità è derivata dai<br />
pattugliatori della classe Cigala Fulgosi.<br />
Nella foto sopra, una di queste navi.<br />
tan Ship Industries e Melara<br />
Middle East. Sono arrivati memoranda<br />
d’intesa, accordi di<br />
cooperazione nel settore della<br />
difesa e della sicurezza, e<br />
soprattutto nuove commesse.<br />
A causa dei ritardi francesi<br />
nella consegna delle corvette<br />
classe Baynunah, la <strong>Marina</strong><br />
emiratina è corsa ai ripari, rivolgendosi<br />
a Fincantieri. Era il<br />
febbraio 2009 quando si è<br />
suggellata la trattativa per la<br />
fornitura dell’Abu Dhabi, un’unità<br />
derivata dai pattugliatori<br />
della classe Cigala Fulgosi:<br />
più precisamente una corvetta<br />
antisommergibile da 88,4<br />
Le corvette multiruolo Baynunah hanno<br />
per armamento principale il cannone<br />
navale Oto Melara da 76/62 SR. Il sistema<br />
di contromisure elettroniche è un<br />
ESM/ELINT SEAL della ditta Elettronica.<br />
22<br />
metri di lunghezza e 1.650 tonnellate<br />
a pieno carico, costruenda<br />
fra Riva Trigoso e<br />
Muggiano, e consegnanda<br />
nel 2012. L’ordine vale 90 milioni<br />
di euro circa, comprende<br />
l’opzione per una seconda<br />
nave e prevede assistenza logistica<br />
e addestrativa. Un’attività<br />
di primo piano per la <strong>Marina</strong><br />
italiana, che provvederà<br />
a formare gli equipaggi all’impiego<br />
di sistemi e procedure<br />
nazionali. L’intesa si è galvanizzata.<br />
In agosto, il portafoglio<br />
ordini di Fincantieri si è arricchito<br />
di un nuovo contratto<br />
da 184 milioni di euro: stavolta<br />
si tratta di fornire due unità<br />
del tipo Saettia, in configurazione<br />
stealth, comprensive di<br />
piattaforma, sistema di combattimento<br />
e integrazione<br />
funzionale. Le unità hanno un<br />
design sofisticatissimo per<br />
contenere la tracciabilità radar<br />
ed eludere i sistemi di sorveglianza<br />
nemici. Parleranno<br />
italiano per armamento ed<br />
elettronica: il cannone principale<br />
è il 76/62 di OTO Melara;<br />
sistema di combattimento, di-<br />
Selex Sistemi Integrati ha una joint venture<br />
con l’Abu Dhabi Ship Building (AD-<br />
SB), principale cantiere navale emiratino,<br />
di proprietà governativa al 50%.<br />
A destra, alcune infrastrutture dell’ADSB.<br />
rezione del tiro e radar della<br />
famiglia Kronos sono di competenza<br />
di Selex Sistemi Intergrati.<br />
Selex Communications<br />
sarà responsabile per il sistema<br />
di comunicazioni, mentre<br />
la ditta Elettronica realizzerà il<br />
sistema di guerra elettronica.<br />
Quest’ultima azienda vanta<br />
un’attività ormai ventennale<br />
negli EAU: ha una jv con la<br />
Baynunah Aviation Technology<br />
(ELTBAT); lavora con la<br />
<strong>Marina</strong>, l’Aviazione e il servizio<br />
d’Intelligence emiratini, cui<br />
fornisce tecnologie all’avanguardia.<br />
Le Saettia (classe Falaj 2)<br />
avranno 28 uomini di equipaggio,<br />
una lunghezza di 55,7<br />
metri e una stazza di 650 ton-<br />
nellate a pieno carico. Le prime<br />
due unità saranno costruite<br />
nei cantieri liguri di Fincantieri,<br />
per essere consegnate<br />
entro la fine del 2012. Le altre<br />
due saranno realizzate su licenza<br />
e assistenza italiane,<br />
nelle infrastrutture dell’Abu<br />
Dhabi Shipbuilding.<br />
Il contratto è stato ampliato lo<br />
23<br />
Per l’amministratore delegato<br />
di Fincantieri, Giuseppe<br />
Bono, i contratti con gli EAU<br />
confermano “la lungimiranza<br />
della scelta di puntare su<br />
nuovi mercati anche nel settore<br />
militare”. A sinistra, l’AD<br />
Bono.<br />
scorso settembre, durante<br />
la visita del ministro<br />
Paolo Romani negli<br />
EAU: è prevista la<br />
fornitura di ulteriori attività per<br />
la qualifica e i test dell’Abu<br />
Dhabi, integrata con i sistemi<br />
d’arma, sia di superficie che<br />
subacquei.<br />
Francesco Palmas* n<br />
* Giornalista esperto in Studi<br />
Internazionali Strategico-Militari
avvenimenti<br />
Consegnato il sistema di combattimento alla portaerei Cavour<br />
Cavour:<br />
“Sistema di Combattimento pronto”<br />
Il 3 novembre, a bordo<br />
della Portaerei Cavour,<br />
or meggiata presso la<br />
Stazione Navale Mar Grande<br />
di Taranto, si è tenuto un ricevimento<br />
offerto dalla SELEX Sistemi<br />
Integrati per celebrare il<br />
successo del processo di integrazione<br />
del Sistema di combattimento<br />
dell’Unità.<br />
Un risultato conseguito al ter-<br />
mine di un lungo periodo di<br />
lavoro, verifiche e collaudi,<br />
svolti a bordo, in porto e in<br />
navigazione, e presso le strutture<br />
del Centro di Programmazione<br />
della <strong>Marina</strong> (Maricenprog);<br />
un grande lavoro di<br />
squadra che ha visto operare,<br />
in piena sinergia, realtà militari<br />
e industriali, in uno sforzo corale<br />
per il raggiungimento di<br />
24<br />
un obiettivo comune.<br />
L’evidenza del traguardo era<br />
stata anticipata il 30 maggio<br />
2011, nelle acque del Golfo di<br />
Taranto, durante l’ultima delle<br />
tredici uscite dedicate alle attività<br />
di integrazione in mare.<br />
Una serie di navigazioni pianificate<br />
e condotte con il preciso<br />
scopo di mettere alla prova<br />
l’insieme di apparati, com-<br />
puter e programmi software<br />
che costituiscono il sistema di<br />
combattimento.<br />
Iniziate a novembre 2010,<br />
queste attività sono proseguite<br />
nel 2011, quasi sempre<br />
operando dalla base di Taranto<br />
e cooperando con numerosi<br />
e variegati mezzi tra cui<br />
navi, cacciamine, sommergibili,<br />
elicotteri ed aerei di diversi<br />
ruoli e caratteristiche. Degno<br />
di nota lo sforzo del team<br />
operativo di bordo per pianificare<br />
tutte le attività, coordinandosi<br />
con lo staff del Comando<br />
in Capo della Squadra<br />
Navale e con i comandi<br />
subordinati da cui dipendono<br />
le forze aeree e navali della<br />
<strong>Marina</strong>, cioè COMFORAL,<br />
COMFORDRAG, COMFORSUB<br />
e COMFORAER ed i gruppi elicotteri<br />
ed aerei dipendenti.<br />
Il risultato si è concretizzato<br />
nella riunione del 16 giugno<br />
nella quale è stata formalizzata<br />
l’accettazione del Sistema<br />
di combattimento del Cavour<br />
da parte della commissione<br />
presieduta dall’Amm. Isp. Capo<br />
Alberto Gauzolino e composta<br />
da membri appartenenti<br />
ai diversi comandi ed<br />
enti, centrali e periferici, coinvolti,<br />
tra cui CINCNAV, NA-<br />
VARM, NAVISPELOG, UTNAV<br />
Genova.<br />
Una bella serata, quella del 3<br />
novembre, a bordo del Ca-<br />
vour, cui sono intervenute numerose<br />
autorità locali, civili e<br />
militari, tra cui il Prefetto di Taranto,<br />
Dr.ssa Carmela Pagano,<br />
il Presidente del Tribunale,<br />
Dr. Morelli, il Comandante delle<br />
Forze d’Altura, Ammiraglio<br />
Filippo Maria Foffi.<br />
Significativa la presenza del<br />
personale militare e civile che<br />
ha lavorato arduamente per<br />
conseguire questo ambizioso<br />
risultato. A rappresentare SE-<br />
LEX S.I., un gruppo di dirigenti<br />
tra cui l’Ingegner Mariani, Vice<br />
Direttore Generale, l’Ing.<br />
Paolo Solferino, Capo della<br />
Business Unit Sistemi per la Difesa,<br />
il Dr. Eugenio Creso, Responsabile<br />
dei Rapporti Istituzionali.<br />
Durante la sua presentazione,<br />
il Comandante del Cavour, ha<br />
illustrato le attività che la nave<br />
ha potuto svolgere efficacemente<br />
negli ultimi mesi anche<br />
grazie alla disponibilità di<br />
un sistema di combattimento<br />
pienamente integrato. L’intensità<br />
del lavoro svolto è<br />
emersa chiaramente durante<br />
l’intervento del C.V. Blasi, Direttore<br />
del Centro di Programmazione<br />
della <strong>Marina</strong>, che ha<br />
evidenziato come questo risultato<br />
costituisca un valido riferimento<br />
per le analoghe attività<br />
in via di definizione per<br />
l’integrazione del sistema di<br />
combattimento delle nuovissi-<br />
25<br />
me fregate tipo FREMM della<br />
classe Bergamini.<br />
L’intervento dell’Ingegner Mariani<br />
ha voluto sottolineare<br />
l’importanza della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />
non solo come cliente<br />
per la SELEX ma anche come<br />
partner per lo sviluppo di sistemi<br />
d’avanguardia da promuovere<br />
anche in ambito internazionale.<br />
Stessi temi sono stati trattati<br />
dall’Ing. Solferino il quale ha<br />
voluto porre l’accento sullo<br />
spirito di squadra che da anni<br />
caratterizza il rapporto tra SE-<br />
LEX S.I. e la <strong>Marina</strong>.<br />
Le conclusioni sono state tratte<br />
dall’Ammiraglio Foffi che,<br />
nella sua veste di Comandante<br />
delle Forze d’Altura, ha voluto<br />
evidenziare l’importanza<br />
dei sistemi avanzati di telecomunicazioni<br />
e supporto al comando<br />
per un efficace gestione<br />
delle moderne operazioni<br />
navali come egli stesso<br />
ha verificato durante il comando<br />
della componente<br />
marittima impegnata nell’Operazione<br />
Unified Protector.<br />
Nel brindisi finale si è voluto<br />
sintetizzare la soddisfazione<br />
per i risultati conseguiti e l’auspicio<br />
di sempre nuovi traguardi<br />
per la crescita della<br />
componente operativa della<br />
<strong>Marina</strong>.<br />
Marco Accoto n
avvenimenti<br />
LA SPEZIA<br />
G li<br />
Certificazione ISO<br />
per l’Arsenale di La Spezia<br />
Certificazione ISO 9001:2008 per il Reparto Difesa di Superficie<br />
ingegneri Roberto Cassisa<br />
e Alberto Gronda di<br />
DNV (Det Norske Veritas),<br />
prestigioso e storico Ente Certificatore<br />
riconosciuto in campo<br />
internazionale con sede a Oslo<br />
e presente in oltre 100 paesi nel<br />
mondo, hanno completato,<br />
con esito positivo, la Visita Periodica<br />
di Mantenimento della<br />
Certificazione di Qualità UNI EN<br />
ISO 9001:2008 rilasciata al reparto<br />
Difesa di Superficie della<br />
Divisione Sistema di Combattimento<br />
dell’Arsenale <strong>Militare</strong><br />
Marittimo della Spezia il 6 settembre<br />
2010.<br />
Il Team Ispettivo di DNV ha elogiato<br />
l’impegno profuso e il<br />
continuo miglioramento operato<br />
dalle maestranze del reparto<br />
nel corso dell’anno trascorso<br />
dalla Certificazione per garantire<br />
lo svolgimento efficace dei<br />
processi di lavoro ed assicurare<br />
la conformità alla Norma dei<br />
servizi erogati.<br />
La lunga storia delle manutenzioni<br />
delle Artiglierie nell’Arsenale<br />
<strong>Militare</strong> Marittimo della<br />
Spezia e quindi la lunga storia<br />
del reparto Difesa di Superficie<br />
nasce nell’anno 1862 quando<br />
la Ditta dell’Ing. Metello Lapini<br />
ne iniziò i lavori di costruzione<br />
nella zona di S. Vito antistante<br />
l’attuale borgata marinara di<br />
Marola ed è, pertanto, strettamente<br />
legata a lavorazioni per<br />
loro natura delicate.<br />
Da allora a oggi, attraverso le<br />
due Guerre Mondiali, l’officina<br />
è stata testimone delle lavorazioni<br />
per l’approntamento delle<br />
artiglierie navali operando, subito<br />
dopo il 1945, all’inizio della<br />
ricostruzione del Paese, anche<br />
per il Settore Civile con la costruzione<br />
delle ruote dei vagoni<br />
ferroviari delle Ferrovie dello<br />
Stato.<br />
La testimonianza fotografica<br />
del 1870 ci mostra un capannone<br />
ben organizzato per quell’epoca,<br />
con macchine utensili<br />
26<br />
a cinghia mosse da macchine<br />
a vapore esterne al fabbricato<br />
e maestranze intente a lavorazioni<br />
ad affusti e a canne da<br />
cannone.<br />
Da quell’epoca ai giorni nostri<br />
vi sono state notevoli trasformazioni:<br />
le vecchie macchine<br />
sono state via via sostituite, i<br />
vecchi pozzi della profondità di<br />
7 metri utilizzati per il cerchiaggio<br />
delle canne sono stati chiusi<br />
e sostituiti dalle nuove piattaforme<br />
per le prove dei moderni<br />
complessi antiaerei e navali<br />
così come le attività di for-<br />
gia e brunitura delle canne non<br />
vengono più effettuate.<br />
Vi è però una linea di continuità<br />
tra il vecchio e il nuovo,<br />
costituita dalla professionalità,<br />
serietà ed entusiasmo delle<br />
maestranze arsenalizie impiegate<br />
nel Reparto Difesa di Superficie<br />
che, orgogliose del<br />
proprio lavoro, continuano a<br />
eseguire le attività a favore di<br />
Unità Navali ed Enti M.M.I. cui<br />
sono comandate con i consueti<br />
elevati standard di alta precisione<br />
uniti ai controlli continuativi<br />
e minuziosi, sempre documentati<br />
come prescrive la Norma.<br />
Inoltre, in attesa della programmata<br />
riorganizzazione delle<br />
strutture e del personale prevista<br />
con il Piano Brin, il personale<br />
del reparto, sotto la guida attenta<br />
e precisa del capo Sezione<br />
F.T. Marco Lemonci e del<br />
Capo Reparto F.T. Silvia Demuro,<br />
non si è fermato ad attendere<br />
gli eventi ma si è fatto<br />
parte attiva e diligente per<br />
qualificare la propria attività e<br />
incrementare le risorse disponibili<br />
a favore dello Stabilimento<br />
attraverso collaborazioni con<br />
Ditte locali e di livello nazionale.<br />
Tra le numerose attività finalizzate<br />
nel corso dell’ultimo anno<br />
sono degne di nota le lavorazioni<br />
a favore delle sottonotate<br />
Società:<br />
• Ditta Fincantieri per l’allineamento<br />
a secco e a nave galleggiante<br />
degli apparati del Sistema<br />
di Combattimento delle<br />
nuove Unità FREMM 6145 (Nave<br />
Bergamini) e 6146 (Nave Fasan);<br />
• Ditta Intermarine per l’allineamento<br />
dei sistemi delle Unità<br />
destinate alla Guardia di Finanza;<br />
• Ditta OTO Melara sia per le<br />
attività di allineamento del<br />
nuovo impianto 127/64, installato<br />
su nave Bergamini, utilizzando<br />
una nuova procedura di lavoro,<br />
studiata e validata dai<br />
tecnici del reparto, per consentire<br />
l’esecuzione delle lavora-<br />
zioni svincolandosi dalla necessità<br />
di avere la nave in bacino<br />
a secco, sia con l’invio di un<br />
tecnico elettronico specializzato<br />
in Corea del Sud per l’effettuazione<br />
di un intervento di riparazione<br />
su un impianto<br />
127/54 “C” presso la Base Navale<br />
di Jinhae a favore della<br />
<strong>Marina</strong> Coreana;<br />
• Ditta Selex SI per il controllo<br />
della planarità e l’allineamento<br />
del piano di rotolamento delle<br />
antenne radar Empar sulle<br />
Unità Navali della <strong>Marina</strong> Milita-<br />
27<br />
re Francese Chevalier Paul e<br />
Forbin presso la Base Navale di<br />
Tolone in Francia.<br />
La professionalità dimostrata<br />
dalle maestranze nell’esecuzione<br />
delle lavorazioni citate e<br />
delle numerose altre eseguite a<br />
favore delle unità navali della<br />
marina hanno portato il Reparto<br />
ad essere considerato dalle<br />
industrie nazionali attive nel settore<br />
come un partner di eccellenza.<br />
Marco Lemonci n
avvenimenti<br />
Consegnati i premi del Concorso per Tesi di Laurea<br />
organizzato annualmente dall’Ufficio Storico della <strong>Marina</strong><br />
Le migliori Tesi di Laurea a<br />
Palazzo <strong>Marina</strong><br />
Il 9 dicembre a Palazzo <strong>Marina</strong>,<br />
alla presenza dell’Ispettore<br />
delle Scuole della<br />
<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>, Ammiraglio di<br />
Squadra Giuseppe De Giorgi e<br />
del Capo dell’Ufficio Storico,<br />
Capitano di Vascello Francesco<br />
Loriga, sono stati consegnati i<br />
premi per il concorso nazionale<br />
per Tesi di Laurea, giunto alla<br />
sua tredicesima edizione. E’ intervenuta<br />
una folta rappresentanza<br />
di Alti Ufficiali dello Stato<br />
Maggiore <strong>Marina</strong>, di docenti e<br />
naturalmente di familiari e congiunti<br />
dei premiati.<br />
Quest’anno il concorso ha visto<br />
una discreta partecipazione,<br />
con sei tesi presentate provenienti<br />
dall’Università degli Studi<br />
“Guglielmo Marconi” di Bologna,<br />
dall’Università Cattolica<br />
del Sacro Cuore di Milano (con<br />
due Tesi presentate), dall’Università<br />
degli Studi “Gabriele<br />
D’Annunzio” di Chieti - Pescara,<br />
dall’Università degli Studi di Firenze<br />
ed infine dall’Università<br />
degli Studi di Pisa – Accademia<br />
Navale di Livorno.<br />
La commissione giudicatrice<br />
del Concorso composta dall’Ammiraglio<br />
(aus.) Fabio Caffio,<br />
dal Comandante Michele<br />
Giuliano, dai Professori Antonel-<br />
I tre premiati con l’Ammiraglio De Giorgi<br />
lo Biagini, Giuseppe Conti, Matteo<br />
Pizzigallo e Alberto Santoni<br />
hanno scelto fra tutte le tre tesi<br />
che più hanno contribuito a<br />
diffondere la cultura storico-militare-marittima<br />
nel mondo accademico<br />
e civile.<br />
Il primo premio è stato assegnato<br />
alla Dottoressa Rebecca<br />
Minghetti per la Tesi “La nuova<br />
pirateria: analisi del fenomeno<br />
e azioni di contrasto”. Relatore<br />
della Tesi vincitrice è il Professor<br />
Luciano Bozzo, Facoltà di Scienze<br />
Politiche dell’Università degli<br />
Studi di Firenze. Tesi ritenuta meritevole<br />
in quanto “Lavoro che,<br />
alla luce di un’ampia indagine<br />
bibliografica e documentale,<br />
analizza il fenomeno della pirateria<br />
dalle origini ai nostri giorni,<br />
con interessanti considerazioni<br />
sulla nuova pirateria ed i suoi legami<br />
con il terrorismo. In sintesi<br />
una sistematica riflessione su un<br />
fenomeno complesso, sul quale<br />
la discussione è ancora aperta<br />
e la cui soluzione è ancora lontana<br />
da venire”.<br />
La seconda classificata è stata<br />
la Dottoressa Emma Colombo<br />
con la Tesi “Diventare Ufficiali<br />
della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>: gli Allievi<br />
dell’Accademia Navale di Livorno”;<br />
discussa presso la Facoltà<br />
di Sociologiadell’UniversitàCattolica<br />
del Sacro<br />
Cuore di Milano,<br />
relatrice la<br />
Professoressa<br />
Rita Bichi.<br />
Tesi ritenuta<br />
meritevole in<br />
quanto “Lavoro<br />
frutto di<br />
un’appassionataosservazione<br />
sul cam-<br />
28<br />
po che analizza, con i tradizionali<br />
strumenti dell’indagine sociologica,<br />
le motivazioni di fondo<br />
che, in una società come<br />
quella odierna caratterizzata<br />
da un forte individualismo, portano<br />
tanti giovani ad entrare a<br />
far parte di un’istituzione particolare<br />
come l’Accademia Navale”.<br />
Terzo classificato il Capitano di<br />
Vascello Gennaro Maddaluno<br />
per la Tesi “La sicurezza dei porti,<br />
la difesa delle basi e delle vie<br />
di comunicazione. Le sfide marittime<br />
al nuovo millennio”.<br />
Tesi ritenuta meritevole in quanto<br />
“lavoro che ha trattato con<br />
metodo e chiara visione concettuale<br />
le funzioni svolte dalla<br />
<strong>Marina</strong> sia a tutela della libertà<br />
di navigazione in alto mare che<br />
per la sicurezza dei porti e delle<br />
basi navali. Tipologie, scenari e<br />
concetti relativi a porti commerciali,<br />
basi navali e relative<br />
vie di comunicazione marittima<br />
sono stati sviluppati con dovizia.<br />
Per le basi navali, in particolare,<br />
è stato esposto lo stato dell’arte<br />
delle apparecchiature di difesa<br />
passiva quale condizione necessaria<br />
ad assicurare la difesa<br />
delle forze navali”. Questa tesi<br />
provenendo dall’Università degli<br />
Studi di Pisa – Accademia<br />
Navale di Livorno, relatore il Capitano<br />
di Vascello Claudio Gabrini,<br />
può considerarsi un prodotto,<br />
per così dire, “fatto in casa”.<br />
Al termine, dopo le premiazioni<br />
ufficiali, tutti gli intervenuti hanno<br />
potuto scambiare le proprie<br />
opinioni e complimentarsi direttamente<br />
con i vincitori presso la<br />
storica Biblioteca di Palazzo<br />
<strong>Marina</strong>.<br />
Leonardo Merlini n<br />
Rapporto<br />
dell’economia del mare<br />
Il cluster marittimo italiano produce beni e servizi per 39,5 miliardi<br />
di euro (2,6% del PIL nazionale) e occupa circa il 2% della<br />
forza lavoro del paese. L’Italia è prima in Europa per<br />
importazioni ed esportazioni via mare e turismo crocieristico<br />
ROMA<br />
Il cluster marittimo italiano<br />
si conferma uno dei settori<br />
più dinamici dell’economia<br />
italiana contribuendo al PIL<br />
nazionale per 39,5 miliardi di<br />
euro (2,6% di quello totale, e<br />
l’11% di quello dei trasporti) e<br />
dà occupazione a circa il 2%<br />
della forza lavoro del Paese<br />
(477mila persone fra addetti diretti<br />
ed indotto).<br />
Questi alcuni dei dati del IV<br />
Rapporto dell’Economia del<br />
Mare realizzato della Federazione<br />
del Mare assieme al Censis,<br />
presentato il 25 ottobre scorso<br />
a Roma presso la sede del<br />
CNEL.<br />
I dati confermano il posizionamento<br />
dell’Italia al primo posto<br />
in Europa per importazioni via<br />
mare, con 185,4 milioni di tonnellate<br />
di merce, ed al terzo<br />
per esportazioni, con 47 milioni<br />
di tonnellate. Il nostro Paese<br />
mantiene poi la leadership anche<br />
nel traffico crocieristico<br />
(con 6,7 milioni di passeggeri),<br />
e nella costruzione di navi passeggeri<br />
e motor-yacht di lusso.<br />
L’impatto delle attività marittime<br />
sull’economia italiana va<br />
oltre gli aspetti più strettamente<br />
legati alla loro dimensione trasportistica<br />
e coinvolge diretta-<br />
mente diversi settori produttivi<br />
dell’economia: l’industria marittima<br />
dei trasporti; la logistica<br />
portuale; la cantieristica; la<br />
nautica; la pesca; le attività<br />
professionali; gli acquisti di beni<br />
e servizi.<br />
In termini di contributo al Pil,<br />
dopo i trasporti marittimi si collocano<br />
le attività di logistica<br />
portuale e ausiliarie ai trasporti<br />
(6,7 miliardi di euro di contributo),<br />
la pesca (4,4 miliardi), la<br />
cantieristica navale (4,3 miliardi)<br />
e la nautica da diporto (3,3<br />
miliardi). Sulla base dei dati disponibili<br />
ad oggi si può stimare<br />
che nel 2010 il valore del cluster<br />
marittimo si sia collocato fra i<br />
38 e 39,7 miliardi di euro. I dati<br />
a disposizione indicano uno<br />
scenario per il 2011 di crescita<br />
contenuta, per poi riprendere<br />
a svilupparsi nuovamente nel<br />
2012.<br />
“I dati del Censis dimostrano<br />
chiaramente che il cluster marittimo<br />
italiano costituisce un<br />
campo di eccellenza del Paese<br />
- ha dichiarato il presidente<br />
della Federazione del Mare<br />
Paolo d’Amico - Come tutti,<br />
abbiamo subito gli effetti della<br />
crisi iniziata nel 2008, fra cui il<br />
crollo dei noli e il calo del fatturato,<br />
ma abbiamo dimostrato<br />
una forte capacità di reazione”.<br />
“Un aspetto che tengo a sotto-<br />
29<br />
lineare - ha continuato il presidente<br />
d’ Amico – è che il sistema<br />
marittimo ha mantenuto<br />
negli ultimi anni il proprio peso,<br />
grazie ad un processo di riforma<br />
che ha reso competitive le<br />
sue componenti rispetto ai<br />
concorrenti esteri. Dopo la riforma<br />
della navigazione mercantile<br />
internazionale del 1998 sono<br />
stati investiti oltre 35 miliardi di<br />
euro nella costruzione di nuove<br />
unità navali, che hanno portato<br />
la flotta italiana a raddoppiare<br />
diventando così tra le<br />
principali al mondo, con posizioni<br />
di assoluto rilievo nei settori<br />
più sofisticati come quelli delle<br />
unità ro-ro e delle navi da crociera.<br />
Anche la riforma dei porti<br />
del ’94, pur oggi bisognosa di<br />
ammodernamento, è stata importante,<br />
avendo reso possibile<br />
all’Italia di qualificarsi in Europa<br />
come primo importatore ed<br />
esportatore via mare e prima<br />
meta per i passeggeri e viaggiatori<br />
delle navi da crociera”.<br />
“Oggi, in virtù di nuovi scenari<br />
di mercato - ha concluso il presidente<br />
d’Amico – chiediamo<br />
una rinnovata sensibilità a tutte<br />
le istituzioni, in modo da procedere<br />
speditamente su alcune<br />
delle necessità strategiche per<br />
la competitività del settore: fra<br />
di esse voglio sottolineare il<br />
mantenimento della normativa<br />
italiana ed europea sulla com-<br />
avvenimenti
petitività della bandiera marittima,<br />
il collegamento dei nostri<br />
scali con le reti di trasporto terrestre,<br />
l’adeguamento dei fondali<br />
e la semplificazione di diverse<br />
procedure amministrative<br />
e fiscali”.<br />
Giuseppe Roma, direttore generale<br />
del Censis, ribadisce “la<br />
capacità trainante del cluster<br />
marittimo italiano in un contesto<br />
da troppo tempo stagnante”.<br />
“Ritengo opportuno – continua<br />
Roma - che il sistema<br />
marittimo compia ancora una<br />
volta un salto di qualità, soprattutto<br />
migliorando la capacità<br />
dei propri nodi logistici di captare<br />
flussi commerciali in constante<br />
crescita, flussi che continuano<br />
ad avere come importante<br />
area di transito il Mediterraneo.<br />
Dalle proiezioni che il<br />
Censis ha elaborato, il cluster<br />
marittimo dovrà guardare con<br />
crescente attenzione non solo<br />
a mercati già in forte espansione,<br />
come quello dell’Asia orientale,<br />
dove gli interscambi marittimi<br />
da e per l’Italia crescono<br />
dalla metà degli anni 2000 a ritmi<br />
vorticosi, ma anche ad aree<br />
nelle quali il Paese, grazie al<br />
proprio armamento, può svolgere<br />
un ruolo di player di rango,<br />
come la sponda Sud del<br />
Mediterraneo (dove si colloca il<br />
40% degli scambi da e per l’Italia),<br />
l’area Balcano-adriatica e<br />
quella del Golfo”.<br />
“Rappresenteranno un volano<br />
per la competitività del cluster<br />
marittimo italiano – dice ancora<br />
Giuseppe Roma – più innovazione<br />
e certamente maggiori<br />
investimenti nella componente<br />
avanzata del cluster marittimo,<br />
in particolare nelle tecnologie<br />
ICT e in quelle per l’automazione<br />
e la sicurezza delle operazioni<br />
logistiche, oltre ad investimenti<br />
in ricerca e sviluppo di<br />
prototipi nel segmento della<br />
cantieristica.”<br />
Il rapporto rileva come la componente<br />
con il più alto numero<br />
di unità di lavoro dirette sia la<br />
pesca, con più di 59.000 ad-<br />
detti (pesca marittima, attività<br />
di allevamento, la piscicoltura)<br />
seguita dai trasporti marittimi<br />
(con più di 35.300 unità di lavoro<br />
a bordo e altre 7.100 a terra),<br />
dalle attività ausiliarie e di<br />
logistica portuale (31.874<br />
unità), e poi dalla nautica da<br />
diporto (22.300 unità) e dalla<br />
cantieristica navale (11.800<br />
unità). A queste poi devono<br />
aggiungersi altre 260mila unità<br />
di lavoro occupate nell’attività<br />
dell’indotto a monte e a valle.<br />
Le previsioni sono di<br />
• una consistente fase espansiva<br />
del general cargo e delle<br />
rinfuse liquide, in particolare<br />
considerando i traffici di prodotti<br />
petroliferi dall’area del<br />
Golfo Persico verso il Mediterraneo;<br />
• un modesto sviluppo del traffico<br />
che l’Italia riuscirà a captare<br />
a causa della crescente<br />
competitività dei porti della<br />
sponda Sud del Mediterraneo;<br />
• l’avanzo di stiva, con un conseguente<br />
eccesso di offerta di<br />
servizi di shipping rispetto alla<br />
domanda, che perdurerà almeno<br />
fino al 2012, con effetti di<br />
rallentamento della crescita sia<br />
dal lato del trasporto marittimo<br />
che di quello delle costruzioni<br />
navali;<br />
• la bassa crescita a cui la<br />
cantieristica navale sarà sottoposta<br />
almeno nel prossimo anno,<br />
data la situazione di crisi<br />
strutturale per il momento registrata<br />
da questo comparto in<br />
Italia, sebbene la capacità<br />
competitiva del settore resti<br />
elevata (specie nel segmento<br />
delle navi da crociera);<br />
• la lenta ripresa del settore<br />
della nautica da diporto, che a<br />
metà del 2011 mostra alcuni segnali<br />
positivi, grazie soprattutto<br />
alla ripresa delle esportazioni,<br />
mentre il mercato interno continua<br />
a scontare le carenze infrastrutturali<br />
e una politica fiscale<br />
da ammodernare.<br />
Per quanto concerne i principali<br />
mercati di riferimento:<br />
• al primo posto si collocano i<br />
30<br />
Paesi del Nord Africa e del Mediterraneo<br />
orientale (Algeria,<br />
Egitto, Israele, Libano, Libia,<br />
Marocco, Siria, Tunisia, Turchia),<br />
area con la quale l’Italia effettua<br />
il 40,6% degli interscambi (in<br />
termini di tonnellaggio) di merci<br />
via mare, in crescita fino al<br />
2008 e poi in flessione;<br />
• al secondo posto si pone l’Europa<br />
dell’Est (Bulgaria, Georgia,<br />
Ucraina, Romania, Russia), area<br />
in cui si colloca il 15,3% dei flussi<br />
di merci da e per l’Italia, in flessione<br />
negli ultimi anni;<br />
• al terzo posto si collocano i<br />
Paesi dell’Europa mediterranea<br />
(Francia, Gibilterra, Grecia,<br />
Malta, Cipro, Spagna e Portogallo),<br />
che coprono il 14% degli<br />
interscambi marittimi con l’Italia,<br />
in forte incremento fino al<br />
2008, poi ridimensionati dalla<br />
fase di crisi economica;<br />
• vi è poi un’ulteriore area, ovvero<br />
quella dei Balcani (Albania,<br />
Croazia, Serbia, Montenegro,<br />
Slovenia), con volumi ancora<br />
poco significativi ma in rapida<br />
crescita sia prima che durante<br />
la fase di crisi;<br />
• ed un’ulteriore area rappresentata<br />
dalla Cina e Hong<br />
Kong, con una crescita esponenziale<br />
dei traffici in entrata<br />
ed uscita dall’Italia, prima e<br />
durante la crisi economica,<br />
con un volume degli interscambi<br />
marittimi pari al 2,8% del totale,<br />
ma destinati ad aumentare<br />
considerevolmente nell’immediato<br />
futuro.<br />
Tenendo conto delle previsioni<br />
di crescita del Pil (proiezioni<br />
elaborate dal Fondo monetario<br />
internazionale) delle aree appena<br />
citate e dei livelli di correlazione<br />
con il traffico si stima<br />
quanto segue per il periodo<br />
2011- 2015:<br />
a) l’area verso la quale l’Italia<br />
intensificherà maggiormente i<br />
propri interscambi marittimi potrebbe<br />
essere la Cina e Hong<br />
Kong; dagli attuali 8 milioni di<br />
tonnellate di scambi (erano più<br />
di 12 milioni nel 2008) si potrebbe<br />
arrivare nel 2015 a quasi 20<br />
milioni di tonnellate; in questo<br />
modo, tale area potrebbe rappresentare<br />
il 6% dei traffici marittimi<br />
italiani, raddoppiando il<br />
proprio peso nella matrice origine-destinazione<br />
italiana dei<br />
flussi via mare. La stima tiene<br />
conto degli elevati tassi di crescita<br />
del Pil che, come è noto,<br />
negli ultimi dieci anni, hanno<br />
contraddistinto l’economia cinese<br />
e quella di Hong Kong (tra<br />
il 2005 e il 2009 il Pil a valori correnti<br />
è passato da 2.400 miliardi<br />
a 4.900 miliardi di dollari e tra il<br />
2010 e il 2015 è previsto un incremento<br />
del 51% in termini<br />
correnti);<br />
b) la seconda area per tasso di<br />
crescita potrebbe essere verosimilmente<br />
la sponda Sud del<br />
Mediterraneo e l’area mediorientale.<br />
Si tratta di un’area per<br />
la quale nei prossimi anni è previsto<br />
un apprezzabile tasso di<br />
crescita dell’economia, a ritmi<br />
tali da segnalare la propensione<br />
a nuovi investimenti e all’apertura<br />
verso gli scambi internazionali.<br />
Si tratta dell’area verso<br />
cui si indirizzano e da cui<br />
provengono i maggiori flussi di<br />
merci che riguardano l’Italia.<br />
Le proiezioni effettuate tenendo<br />
conto delle previsioni di crescita<br />
del Pil, indicano la possibi-<br />
lità di passare dagli attuali 120<br />
milioni di tonnellate scambiate<br />
a circa 200/220 milioni di tonnellate;<br />
c) la terza area verso la quale<br />
l’industria marittima italiana potrebbe<br />
migliorare considerevolmente<br />
il proprio posizionamento<br />
strategico dovrebbe essere<br />
quella balcanica, la cui economia<br />
è cresciuta notevolmente<br />
nell’ultimo decennio, così come<br />
gli interscambi via mare<br />
con l’Italia (aumentati in volume<br />
di oltre il 60% tra il 2002 e il<br />
2009 e del 13% tra il 2005 e il<br />
2009). Ulteriori indicatori provano<br />
per questi Paesi posti sulla<br />
sponda orientale dell’Adriatico<br />
una fase di espansione economica<br />
piuttosto sostenuta almeno<br />
tra i primi anni 2000 e il 2008,<br />
con una fase di rallentamento<br />
nel 2009, a causa della crisi<br />
economica. Le stime effettuate<br />
tenendo conto del robusto livello<br />
di correlazione esistente<br />
tra gli scambi marittimi da e per<br />
l’Italia ed il Pil dei Paesi appartenenti<br />
a quest’area portano a<br />
ritenere che dagli attuali 13,6<br />
milioni di tonnellate scambiate<br />
via mare con l’Italia si possa arrivare<br />
nel 2015 ad oltre 23 milioni<br />
di tonnellate;<br />
d) è verosimile ritenere, inoltre,<br />
31<br />
che anche da e verso l’area<br />
del Golfo Persico lo shipping<br />
italiano intensificherà la propria<br />
attività. I dati a disposizione<br />
mettono in evidenza come le<br />
principali rotte presidiate dall’armamento<br />
italiano siano<br />
quelle che dal Mediterraneo<br />
volgono proprio verso l’area<br />
del Golfo Persico (oltre che<br />
quelle verso l’Asia orientale), il<br />
cui Pil è stimato in crescita del<br />
23% nel periodo 2010- 2015.<br />
Inoltre, occorre sottolineare<br />
che, se i volumi di traffico da e<br />
per l’Italia con il Golfo Persico<br />
hanno un limitato peso sul totale<br />
dei traffici, in valore essi assumono<br />
viceversa una posizione<br />
di assoluto rilievo, trattandosi<br />
prevalentemente di prodotti<br />
petroliferi e di prodotti della<br />
manifattura italiana di medioalta<br />
qualità. Sulla base di tali<br />
fatti, dunque, è possibile ipotizzare<br />
che i flussi di traffico marittimo<br />
da e verso quest’area potrebbero<br />
passare dagli attuali<br />
3,3 milioni di tonnellate a 5-6<br />
milioni di tonnellate.<br />
L’Italia dunque, in questo periodo<br />
di crisi, è “sul mare, dal mare<br />
e per il mare” che inizia a vedere<br />
i primi squarci di sereno.<br />
Leonardo Merlini n
avvenimenti<br />
LIVORNO<br />
“<br />
LO GIURO!”. Un boato assordante,<br />
il trepidare dell’attesa,<br />
l’emozione negli<br />
occhi. Due parole per impegnarsi<br />
solennemente ad adempiere<br />
i doveri del militare: “l’assoluta<br />
fedeltà alle istituzioni repubblicane,<br />
con disciplina e<br />
onore, senso di responsabilità e<br />
consapevole partecipazione”.<br />
E’ questo ciò che è insito nella<br />
cerimonia del giorno di Santa<br />
Barbara in cui implicitamente<br />
ogni allievo prima classe, da<br />
130 anni ad oggi, ha urlato con<br />
tutto l’animo fedeltà al proprio<br />
Stato: lo stato come Patria, l’<br />
Italia, e lo status di “militare”. Infatti,<br />
ciò che contraddistingue<br />
in modo netto il “civile” dal “militare”<br />
è proprio la specificità e<br />
particolarità del suo impegno:<br />
servire in armi la Patria, con<br />
senso del dovere, onestà, rigore<br />
morale e con dedizione assoluta<br />
al sacrificio. Il giuramento<br />
è proprio questo, cioè la<br />
massima espressione dell’adesione<br />
ad una condizione, ad<br />
una vita completamente diversa<br />
da quella di tutti i giorni: una<br />
vita di valori legati al servizio<br />
del Paese e della società, preferendo<br />
l’interesse della collettività<br />
a quello personale. Il militare<br />
non è solo colui che “serve<br />
in arme la Patria” ma è anche<br />
colui che, con la sua professione,<br />
aderisce integralmente al<br />
Lo giurate voi?<br />
sistema di valori alla base dei<br />
quali c’è la solidarietà e la dedizione<br />
per la società. E’ proprio<br />
su questi valori che si articola<br />
la nostra formazione professionale<br />
e umana. I Centoventi<br />
allievi ufficiali della prima<br />
classe e i due allievi del 11°<br />
Corso AUPC, che hanno varcato<br />
le soglie del Cancello San<br />
Jacopo il 19 settembre 2011,<br />
hanno lavorato sodo per raggiungere<br />
e conquistare questo<br />
fatidico traguardo: attimi che<br />
lasciano senza fiato sono quelli<br />
che hanno accompagnato i<br />
momenti prima dell’ingresso in<br />
piazzale. Comincia a suonare il<br />
tamburo, tremano le gambe, il<br />
cuore batte all’impazzata, i brividi<br />
salgono lungo la schiena,<br />
l’ultimo scambio di sguardi nella<br />
compagnia e poi decisi e<br />
fieri per affrontare il primo passo<br />
verso la meta: “Entra in piazzale<br />
la Brigata Allievi!”. A rendere<br />
ancor più solenne la cerimonia<br />
è stata la presenza del<br />
Ministro della Difesa, Ammiraglio<br />
Giampaolo Di Paola, alla<br />
sua prima uscita ufficiale, del<br />
Capo di Stato Maggiore della<br />
Difesa, Generale Biagio Abrate<br />
e del Capo di Stato Maggiore<br />
della <strong>Marina</strong> Ammiraglio di<br />
Squadra Bruno Branciforte che,<br />
con la loro rassegna e le loro<br />
allocuzioni hanno inorgoglito il<br />
cuore dei neofiti. Ore ed ore di<br />
addestramento, prove su prove<br />
per raggiungere quella perfezione<br />
che avrebbe dimostrato<br />
la volontà e la consapevolezza<br />
di entrare a far parte di una<br />
grande famiglia come quella<br />
della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> italiana.<br />
Fatica, dedizione e duro lavoro<br />
sono state, sono e saranno i<br />
capisaldi di questa vita prospera<br />
di grandissime soddisfazioni.<br />
E riprendendo le parole del nostro<br />
Ministro della Difesa “Il vincitore<br />
è un sognatore che non<br />
si è arreso alle difficoltà. Siate<br />
sognatori che non si arrendono.<br />
Sappiate sognare e fateci<br />
sognare.” Riusciremo a farlo?<br />
Sicuramente sì.<br />
Edvige Altobelli n<br />
Le energie rinnovabili<br />
Al CISAM di Pisa il convegno sull’opportunità e la<br />
sostenibilità delle nuove forme di energia<br />
Il 19 novembre, a Pisa,<br />
presso la sala conferenze<br />
del CISAM (Centro Interforze<br />
Studi per le Applicazioni<br />
Militari), si è svolto il convegno<br />
“Energie rinnovabili: opportunità<br />
e sostenibilità" organizzato<br />
congiuntamente dal CISAM<br />
e dal “Lions Club International -<br />
Centro Studi del Lionismo Distretto<br />
108 LA”.<br />
La manifestazione è stata aperta<br />
dal Direttore del CISAM, Ammiraglio<br />
Ispettore (GN) Domenico<br />
De Bernardo, il quale ha ricordato<br />
che il CISAM è nato<br />
nel 1956 come CAMEN per studiare<br />
le Applicazioni Militari dell'Energia<br />
Nucleare e che oggi,<br />
dopo numerose modifiche ordinative,<br />
unisce alle competenze<br />
in materia nucleare e radiologica<br />
quelle nei settori della Compatibilità<br />
Elettromagnetica e<br />
dell’Optoelettronica.<br />
A seguire hanno introdotto il tema<br />
del convegno i rappresentanti<br />
dell’organizzazione dei<br />
Lions, ed il moderatore del<br />
Convegno, che ha sottolineato<br />
l’attualità dell’interrogativo sulla<br />
possibilità che le fonti alternative<br />
possano essere sufficienti<br />
a garantirci una produzione<br />
energetica adeguata alle reali<br />
necessità, soprattutto ora, dopo<br />
che il recente referendum<br />
sull'energia nucleare, ha, di fatto,<br />
eliminato la possibilità di utilizzare<br />
tale fonte di energia in<br />
Italia.<br />
Gli interventi susseguitisi hanno<br />
trattato tutte le possibili fonti di<br />
energia alternativa: idroelettrica<br />
(mini-idro), fotovoltaicolo,<br />
eolico, energia dal mare, biomasse.<br />
Il penultimo intervento<br />
ha affrontato il controverso tema<br />
delle caratteristiche e prospettive<br />
degli impianti nucleari<br />
della presente e della nuova<br />
generazione. Il relatore dell’ultimo<br />
intervento ha cercato di<br />
trarre le conclusioni affrontan-<br />
32 33<br />
do il tema “Energie tradizionali<br />
e rinnovabili: confronto costibenefici”<br />
I diversi oratori hanno presentato<br />
pregi e difetti delle varie forme<br />
di produzione energetica<br />
alternativa, evidenziando in<br />
particolare che le stesse possono<br />
dare origine a inconvenienti,<br />
sia economici che ambientali,<br />
se sfruttate senza criterio.<br />
Nel corso del convegno è<br />
emerso che, per soddisfare i requisiti<br />
europei, la quota di energia<br />
prodotta in Italia da fonti<br />
rinnovabili dovrà passare dall’attuale<br />
23% al 27% entro il<br />
2020, e che il raggiungimento<br />
di quest’obiettivo non appare<br />
facile. Soprattutto non dobbiamo<br />
dimenticare che le nostre<br />
risorse principali sono il turismo,<br />
l’arte e l’ambiente naturale e<br />
che dobbiamo evitare di adottare<br />
soluzioni, come l’impiego<br />
generalizzato dell’energia eolica<br />
o di quella fotovoltaica, che<br />
possano danneggiare queste<br />
risorse. Nel caso del fotovoltaico,<br />
ad esempio, sarebbe bene<br />
limitarsi all’impiego dei tetti degli<br />
edifici non aventi particolari<br />
pregi architettonici.<br />
Al termine delle presentazioni<br />
ha avuto luogo un vivace e interessante<br />
dibattito, centrato<br />
principalmente sull’impiego<br />
dell’energia nucleare. In conclusione<br />
il convegno è stato<br />
un’occasione molto interessante<br />
per discutere, senza isterie o<br />
paraocchi, del nostro futuro<br />
energetico, evidenziando le<br />
poche luci e le molte ombre<br />
della situazione nazionale.<br />
Claudio Boccalatte n<br />
avvenimenti
avvenimenti<br />
Alla Spezia, presso il salone<br />
principale del Circolo<br />
Ufficiali di <strong>Marina</strong><br />
“Vittorio Veneto”, l’associazione<br />
“Commendator Domenico<br />
Tori” di Portovenere ha consegnato<br />
il premio “Tatiana Pavlova”al<br />
regista Antonio Calenda.<br />
La manifestazione ha avuto<br />
un inaspettato grado di copertura<br />
mediatica, venendo<br />
riportata, oltre che sulla stampa<br />
locale, anche sul sito web<br />
della radio di stato russa in lingua<br />
italiana “la voce della<br />
Russia” alla pagina internet<br />
http://italian.ruvr.ru/2011/11/0<br />
9/59966806.html.<br />
Ricordiamo che “la voce della<br />
Russia” ai tempi della guerra<br />
fredda era nota come “radio<br />
Mosca”.<br />
Il Presidente del Circolo nel<br />
suo indirizzo di benvenuto ha<br />
ricordato i forti legami tra le<br />
marine militari di Italia e Russia,<br />
citando l’episodio del terremoto<br />
di Messina del 1908,<br />
quando le navi della squadra<br />
russa presente nella zona di<br />
Messina furono tra le prime ad<br />
arrivare nella martoriata città<br />
dello stretto per prestare soccorso<br />
alla popolazione, precedendo<br />
le unità della Regia<br />
<strong>Marina</strong>, la cui base più vicina<br />
all’epoca era Napoli.<br />
Intensa attività al Circolo Ufficiali di La Spezia<br />
“La voce della Russia”, già “Radio Mosca”, dedica un servizio al<br />
Circolo Ufficiali in occasione del premio “Tatiana Pavlova”.<br />
La manifestazione è stata poi<br />
aperta dal dottor Vinicio Ceccarini,<br />
Presidente della fondazione<br />
Tori, che ha illustrato le<br />
finalità del premio, dedicato<br />
all’attrice e regista Tat'jana<br />
Pavlovna Pavlova (Belopavlovič,<br />
1894 – Roma, 1975), e le<br />
ragioni della sua assegnazione<br />
ad Antonio Calenda (si veda<br />
la motivazione del premio<br />
riportata in riquadro).<br />
A seguire si è tenuto un interessante<br />
dibattito (talk show),<br />
cui hanno partecipato il regista<br />
Antonio Calenda, il giornalista<br />
e fotografo Alexander<br />
Prokhorov, de La voce della<br />
Russia, il pittore Pierre<br />
Tchakhotine, Laura Righi,<br />
esperta di relazioni internazionali<br />
della regione Toscana, il<br />
Direttore del Conservatorio<br />
Giacomo Puccini della Spezia,<br />
maestro Giuseppe Bruno,<br />
l’assessore alla cultura del comune<br />
di Porto Venere Lorenzo<br />
Masi. Il tema principale del dibattito<br />
è stato il rapporto tra<br />
le diverse forme d’arte (letteratura,<br />
teatro, pittura e musica)<br />
e tra le cultura russa ed<br />
italiana. Particolarmente apprezzato<br />
l’intermezzo musicale<br />
del maestro Bruno.<br />
La manifestazione ha anche<br />
visto la consegna di attestati<br />
ricordo ad un folto gruppo di<br />
pittori russi, i quali hanno compiuto<br />
un Grand Tour artistico<br />
dell’Italia, nel corso del quale<br />
hanno toccato una trentina di<br />
città e borghi di Piemonte, Liguria<br />
a Toscana.<br />
In conclusione la manifestazione<br />
è stata un’occasione<br />
molto interessante per tutti gli<br />
intervenuti (tra i quali numerosi<br />
soci del circolo) per apprezzare<br />
l’arte nelle sue diverse<br />
forme e celebrare i legami tra<br />
Motivazione del Premio Tatiana<br />
Pavlova ad Antonio Calenda<br />
Questa Fondazione e il Comune<br />
di Porto Venere assegnano il Premio<br />
Tatiana Pavlova al dr. Antonio<br />
Calenda per un’attività intensa,<br />
rilevante artisticamente sul<br />
piano nazionale e internazionale.<br />
Originale e poliedrico, si è laureato<br />
in Filosofia del Diritto e ha<br />
iniziato la propria attività teatrale<br />
nell'ambito del Teatro Universitario<br />
di Roma.<br />
La cultura classica e filosofica<br />
hanno contribuito fortemente alla<br />
formazione intellettuale dell’artista.<br />
Nel 1965 ha fondato insieme<br />
a Virginio Gazzolo e Luigi<br />
Proietti il Teatro Centouno che<br />
ha rappresentato per l'attività di<br />
ricerca e sperimentazione di<br />
quegli anni uno dei primi punti di<br />
riferimento. Negli anni successivi<br />
ha lavorato per il Teatro di Roma<br />
e ha diretto in due riprese, e per<br />
un periodo di nove anni, il Teatro<br />
Stabile dell'Aquila le cui produzioni<br />
hanno circuitato all'estero,<br />
in paesi quali Australia, Francia e<br />
Canada. Ha fondato la Compagnia<br />
Teatro d'Arte per la quale,<br />
dal 1982, ha diretto spettacoli<br />
ospitati sovente da festival internazionali,<br />
e organizzato numerose<br />
manifestazioni culturali in Italia.<br />
Antonio Calenda è oggi Direttore<br />
del Teatro Stabile del Friuli-Venezia<br />
Giulia dal maggio 1995<br />
rappresenta un riferimento sicuro<br />
nella cultura italiana. Il percorso<br />
teatrale di Antonio Calenda è<br />
vasto e complesso: da Brecht, a<br />
Shakespeare, a Gombrowicz,<br />
Genet, Eschilo, Sofocle, Bassetti,<br />
Schimtt. Ha diretto numerose regie<br />
radiofoniche e televisive e diretto<br />
numerose opere liriche per<br />
il Teatro Massimo di Palermo, il<br />
Teatro Verdi di Trieste, il Teatro S.<br />
Carlo di Napoli, il Teatro dell’Opera<br />
di Bologna, il Teatro dell’Opera<br />
di Roma, la Oper Frankfurt.<br />
Il Presidente Vinicio Ceccarini<br />
due grandi culture europee,<br />
la russa e l’italiana.<br />
Claudio Boccalatte n<br />
Il convegno dell’associazione Italia - Turchia su “Il Mercato Turco”<br />
Qualche giorno dopo, si è svolto il convegno<br />
“Il mercato turco: market entry, legislazione<br />
fiscale e opportunità d’investimento per le<br />
imprese" organizzato dall’Associazione di amicizia<br />
Italia - Turchia e dall’Istituto Italiano per l’Asia e il Mediterraneo<br />
ISIAMED.<br />
La manifestazione, dopo il benvenuto del Presidente<br />
del Circolo, è stata<br />
aperta dalla dottoressa<br />
Cristiana Pagni,<br />
Vice-presidente<br />
dell’Associazione Italia<br />
- Turchia, dal Senatore<br />
Stefano De<br />
Lillo, presidente della<br />
stessa associazione<br />
e da Sua Eccellenza<br />
Hakki Akil, ambasciatore<br />
turco in Italia.<br />
Sono poi intervenuti<br />
Sua Eccellenza Carlo<br />
Marsili, già ambasciatore<br />
italiano in<br />
Turchia, l’Ammiraglio<br />
Ispettore Onofrio Flagiello,<br />
dello Stato<br />
Maggiore <strong>Marina</strong>,<br />
l’Assessore allo sviluppo<br />
economico<br />
della regione Liguria<br />
Renzo Guccinelli, il<br />
Presidente della<br />
Confindustria ligure<br />
Sandro Cipollina, il<br />
Senatore Lorenzo<br />
Forcieri, Presidente<br />
del Distretto Ligure<br />
per le Tecnologie<br />
Marine e Alessandro<br />
Biggi, coordinatore di un team di ricerca sull’economia<br />
turca. Hanno chiuso la sessione mattinale Sua<br />
Eccellenza Hakki Akil e il senatore Gian Guido Folloni,<br />
presidente d’ISIAMED. Nel pomeriggio il simposio<br />
è continuato con una serie di tavoli operativi nel<br />
corso dei quali le imprese locali hanno potuto incontrare<br />
rappresentanti delle istituzioni turche.<br />
Di particolare interesse gli interventi di Sua Eccellenza<br />
Hakki Akil, che ha fatto presente come la Turchia<br />
presenti oggi il secondo tasso di crescita al mondo,<br />
dopo la Cina, ma prima del Brasile, e come la po-<br />
34 35<br />
polazione presenti un’età media inferiore ai trenta<br />
anni. Dopo le delusioni dovute al mancato accoglimento<br />
nell’Unione Europea, la Turchia ha oggi una<br />
politica estera multipolare orientata verso l’Europa,<br />
ma anche verso il Caucaso, l’Asia Centrale, il Medio<br />
Oriente e cerca il coinvolgimento anche in altre zone<br />
del mondo come l’Africa, l’America del Sud e<br />
l’Asia sud-occidentale;significativamente,negli<br />
ultimi anni la<br />
Turchia, in controtendenzarispetto<br />
alla maggior<br />
parte delle<br />
nazioni, ha aperto<br />
numerose<br />
nuove rappresentanzediplomatiche.L’obiettivo<br />
principale<br />
della Turchia oggi<br />
è la stabilità<br />
dell’area in cui si<br />
trova. L’accesso<br />
alle istituzioni europee<br />
è ancora<br />
considerato un<br />
obiettivo, ma<br />
non è la sola<br />
priorità; inoltre la<br />
Turchia ritiene<br />
che oggi sia l’Europa<br />
ad avere<br />
bisogno della Turchia<br />
almeno<br />
quanto la Turchia<br />
dell’Europa.<br />
In particolare la<br />
Turchia guarda<br />
con grande attenzione ai fenomeni della “primavera<br />
araba” nei paesi dell’Africa settentrionale (Tunisia,<br />
Egitto e Libia), e si schierata a fianco dei riformisti<br />
fin dall’inizio senza le esitazioni e i tentennamenti<br />
che hanno contraddistinto la politica di molti paesi<br />
occidentali. Il modello turco, di stato laico in un contesto<br />
islamico, viene proposto anche alle giovani<br />
democrazie arabe. A proposito di modelli, la Turchia<br />
vede con qualche preoccupazione l’attuale crisi<br />
del modello d’integrazione delle minoranze etniche<br />
nei paesi europei, Italia compresa, e propone il mo
dello dell’impero ottomano, caratterizzato (prima<br />
della rivolta dei “giovani turchi”) da multietnicità,<br />
multiculturalità e multi religiosità in un contesto, per<br />
l’epoca, di sostanziale tolleranza.<br />
Le resistenze che si sono avute all’ingresso della Turchia<br />
nell’Unione Europea sono, secondo la Turchia,<br />
sostanzialmente riconducibili alla differente religione,<br />
essendo la situazione economica e politica non<br />
dissimile da quella di altri stati dell’ex Europa dell’Est<br />
che pure sono stati accettati.<br />
Il PIL turco nel 2010 è cresciuto dell’8%, ma nei prossimi<br />
anni il governo turco ha programmato un rallentamento<br />
della crescita, dovuto alla crisi delle<br />
economie occidentali, che secondo Sua Eccellenza<br />
Akil non sarà di breve durata; la Turchia intende<br />
approfittare di questo momento di pausa per consolidare<br />
la propria economia, e in particolare il sistema<br />
fiscale. La Turchia non teme la crisi, in quanto ha<br />
già avuto una gravissima crisi nel 2002, con il crollo<br />
delle principali banche locali, crisi dalla quale sono<br />
usciti, soprattutto per le condizioni di sostanziale stabilità<br />
politica che hanno contraddistinto il periodo<br />
dal 2002 ad ora, a differenza di quanto avveniva<br />
prima. La Turchia vede con favore la cooperazione<br />
con l’Italia, e nota che il nostro paese ha perso alcune<br />
posizioni di rilievo in ambito industriale che<br />
aveva negli anni ’70 del XX secolo (basti pensare all’importante<br />
ruolo che aveva Olivetti nell’ambito<br />
dei primi computer, mentre adesso è praticamente<br />
assente dal mercato), e che la Turchia può aiutarci<br />
36<br />
a rientrare da protagonisti in alcune aree d’alta<br />
tecnologia.<br />
Sua Eccellenza Carlo Marsili, già ambasciatore in<br />
Turchia, ha fatto notare l’occasione persa dall’Europa<br />
con il mancato ingresso in tempi rapidi della Turchia,<br />
prevalentemente per la posizione fortemente<br />
negativa della Francia e di altre nazioni, come<br />
Olanda e Austria. Anche il frettoloso accoglimento<br />
della Repubblica Cipriota nell’Unione Europea, senza<br />
che fossero risolti i gravi problemi dell’Isola, è stato<br />
un grave errore, del quale ora paghiamo le conseguenze.<br />
Ricordiamo che Cipro è divisa tra le due<br />
comunità etniche greca e turca ognuna delle quali<br />
ha un proprio governo, e che lo stato di Cipro ammesso<br />
nell’Unione Europea rappresenta solo la comunità<br />
greca, non estende la propria autorità su<br />
tutta l’isola e non è riconosciuto dalla Turchia, che<br />
invece riconosce la repubblica turca di Cipro del<br />
Nord.<br />
In conclusione il convegno è stato un’occasione<br />
molto interessante per gli imprenditori italiani interessati<br />
alle opportunità che offre il mercato turco, ma<br />
anche per tutti gli intervenuti che hanno potuto<br />
ascoltare le opinioni espresse, con grande franchezza,<br />
da autorità di altissimo livello, sulla situazione<br />
turca nel contesto politico ed economico internazionale<br />
e sui problemi che caratterizzano l’Italia e<br />
l’Europa.<br />
C. B. n<br />
Commemorazione dell’anniversario della<br />
spedizione dell’idrovolante Latham 47<br />
CAUDEBEC-EN-CAUX<br />
Il 5 novembre si è svolta a<br />
Caudebec-en-Caux, piccolo<br />
borgo in Alta Normandia<br />
sulla rive della Senna,<br />
la commemorazione dell’anniversario<br />
della spedizione dell’idrovolante<br />
LATHAM 47, partito<br />
il 16 giugno del 1928 verso il<br />
Polo Nord alla ricerca del dirigibile<br />
Italia, e mai più rientrato.<br />
Alla presenza delle più alte<br />
autorità politiche<br />
e militari locali,<br />
l’Addetto per la<br />
Difesa presso<br />
l’Ambasciata d’Italia<br />
a Parigi, Generale<br />
di Brigata<br />
Carlo Fortino, e<br />
l’Addetto per la<br />
<strong>Marina</strong>, Capitano<br />
di Vascello<br />
Pier Federico Bisconti,<br />
hanno<br />
deposto una corona<br />
di fiori per<br />
onorare l’eroica<br />
impresa del ComandanteGuilbaud<br />
e del suo<br />
equipaggio.<br />
Nel corso della<br />
cerimonia è stato consegnato<br />
un premio all’equipaggio di<br />
un elicottero della squadriglia<br />
35F della Marine Nationale<br />
che si è distinto per un’eroica<br />
impresa di salvataggio in mare.<br />
La fine degli anni 20 del secolo<br />
scorso fu caratterizzata dalla<br />
sfida per la conquista del Polo<br />
Nord. L’esploratore Norvegese<br />
Roald Admunsen, dopo vari<br />
tentativi, riuscì finalmente l’11<br />
maggio del 1926 a sorvolare il<br />
Polo a bordo di un dirigibile, il<br />
Norge N1, progettato e co-<br />
mandato dal Generale del<br />
corpo del Genio Aeronautico<br />
Umberto Nobile.<br />
Ma la collaborazione tra l’Ufficiale<br />
italiano e l’esploratore<br />
norvegese era destinata a durare<br />
poco. Il crescente favore<br />
del partito fascista in Italia riteneva<br />
l'impresa di Nobile una<br />
buona pubblicità mentre i norvegesi<br />
reclamavano il merito<br />
maggiore visto che l'idea e<br />
l'acquisto del dirigibile lo avevano<br />
fatto loro. Una volta tor-<br />
nato in Italia Nobile fu promosso<br />
Maggior generale del Genio<br />
Aeronautico ed ottenne il<br />
finanziamento per una nuova<br />
impresa, a bordo di un nuovo<br />
dirigibile più moderno e potente,<br />
l’Italia.<br />
Così nell’aprile del 1928 l’Italia<br />
al comando di Nobile partì da<br />
Milano verso il Polo Nord, con<br />
a bordo un equipaggio di 16<br />
uomini, per lo più scienziati.<br />
Dopo aver effettuato un primo<br />
viaggio di esplorazione a<br />
oriente delle Svalbard l'Italia<br />
partì per il Polo Nord il 23 Mag-<br />
37<br />
gio del 1928. L'ambito limite<br />
geografico fu raggiunto alle<br />
00.24 del 24 maggio 1928; dalla<br />
verticale del punto furono<br />
lanciate una croce benedetta<br />
da Pio XI e una bandiera Italiana.<br />
Il dirigibile non poté effettuare<br />
un atterraggio come<br />
previsto a causa delle avverse<br />
condizioni climatiche e dopo<br />
due ore sopra il polo iniziò il<br />
viaggio di ritorno. Tuttavia, a<br />
causa di una violenta tempesta<br />
di ghiaccio e neve, l’Italia<br />
si schiantò al<br />
suolo alle 10.30<br />
del 25 maggio.<br />
Sette uomini<br />
morirono, altri<br />
nove, tra cui il<br />
Generale Nobile,<br />
si attrezzarono<br />
per sopravvivere<br />
sulla<br />
banchisa, disponendo<br />
di<br />
una tenda (la<br />
famosa “tenda<br />
rossa”) e di viveri.<br />
Soltanto otto<br />
giorni dopo il<br />
disastro un radioamatoresiberianoricevette<br />
l’S.O.S. dell’equipaggio dell’Italia.<br />
Il mondo allora si mobilitò<br />
alla ricerca dei sopravvissuti<br />
italiani, in un eroico slancio<br />
di solidarietà.<br />
Roald Amundsen, il grande<br />
esploratore norvegese, nel generoso<br />
tentativo di aiutare l’equipaggio<br />
del dirigibile, chiese<br />
aiuto a tutti i governi del mondo<br />
e la Francia acconsentì a<br />
mettere a disposizione un aereo<br />
idrovolante, considerato<br />
avanzatissimo per quei tempi,<br />
prodotto da una fabbrica, la<br />
Société Latham, sulle rive della<br />
avvenimenti
Senna, a Caudebec-en-Caux.<br />
Il 16 giugno 1928 il Latham 47-<br />
02 parte da Caudebec e con<br />
un volo di 13 ore raggiunge<br />
Bergen, in Norvegia. L’equipaggio<br />
della Marine Nationale<br />
è composto dal Comandante<br />
Guilbaud, dal primo ufficiale<br />
Cavelier de Cuverville, dal<br />
motorista Brazy e dal marconista<br />
Valette. A Bergen salgono<br />
a bordo Amundsen ed un pilota<br />
esperto di navigazione polare,<br />
Leif Dietrichson, anche lui<br />
norvegese. Il 18 giugno, verso<br />
le 4 del pomeriggio, il Latham<br />
47 ed il suo equipaggio internazionale<br />
lasciano Tromsoe diretti<br />
a Kings Bay. Circa tre ore<br />
dopo il decollo trasmetteranno<br />
il loro ultimo messaggio prima<br />
di finire per sempre dispersi<br />
nei pressi dell’isola dell’Orso<br />
circa a metà strada del loro<br />
volo.<br />
Il 23 giugno l’aviatore svedese<br />
Lindborg riuscì finalmente ad<br />
atterrare in prossimità della<br />
tenda rossa. Imbarcò Nobile,<br />
ferito, e lo portò in salvo. Durante<br />
un secondo tentativo di<br />
atterraggio l’aereo di Lindborg<br />
si capovolse ed anche l’aviatore<br />
svedese rimase intrappolato.<br />
I superstiti furono finalmente<br />
tratti in salvo dalla nave rompighiaccio<br />
Krassine messa a disposizione<br />
dall’ex URSS, il 12 luglio,<br />
48 giorni dopo l’incidente.<br />
In totale morirono otto persone<br />
dell’equipaggio del dirigibile<br />
Italia.<br />
Il 21 giugno 1931, alla presenza<br />
di autorità francesi, italiane,<br />
norvegesi, nel punto dove era<br />
stato costruito l’aereo e da cui<br />
era partito per la sua ultima<br />
missione, fu inaugurato il monumento<br />
“A ceux du Latham<br />
47” (A quelli del Latham 47).<br />
Confuso tra la folla Umberto<br />
Nobile ci tenne ad essere presente<br />
per rendere onore alla<br />
memoria di chi si era immolato<br />
nel generoso tentativo di salvare<br />
lui ed il suo equipaggio.<br />
Pier Federico Bisconti n<br />
Consegna dei diplomi di<br />
laurea all’Ecole Navale<br />
BREST<br />
Il 3 novembre si è svolta la cerimonia di consegna del diploma<br />
di laurea ai giovani “Enseigne de Vaisseau” della Promotion<br />
EN2008 all’Ecole Navale di Brest, di fronte all’Ammiraglio Comandante,<br />
il C.A. Marc de Briançon. La cerimonia prevede la premiazione<br />
di alcuni ufficiali che si sono distinti nello studio e nello<br />
sport, da parte di autorità militari di altre nazioni. Per l’Italia era presente<br />
il C.V. Pier Federico Bisconti, addetto per la <strong>Marina</strong> presso<br />
l’Ambasciata d’Italia a Parigi. Questo evento contribuisce a sottolineare<br />
la sempre più stretta collaborazione tra Forze Armate di diversi<br />
Paesi, che vede una sempre maggiore cooperazione nell’ambito<br />
degli scambi fra personale di diverse marine estere.<br />
Potersi interfacciare con nuove<br />
realtà, con una cultura diversa<br />
dalla propria e con un<br />
diverso sistema di formazione<br />
è un’occasione senz’altro unica,<br />
che consente di acquisire<br />
una mentalità più aperta.<br />
L’Italia dal 2008 ha aderito al<br />
progetto “Erasmus <strong>Militare</strong>”<br />
che, come nel mondo universitario,<br />
prevede lo scambio di<br />
ufficiali in formazione per la<br />
durata di un semestre. Ad oggi<br />
due Aspiranti del corso<br />
“Etairoi” stanno frequentando<br />
il loro semestre di scambio mentre gli omologhi francesi seguono il<br />
semestre in Italia con l’attuale 3° classe. La pianificazione e la realizzazione<br />
pratica di questo partenariato è affidata ad “ufficiali sottordini”.<br />
Attualmente sono a l’ÉcoleNavale di Brest, il S.T.V. Gianluca Montella<br />
e i due Aspiranti Emanuela Ferrentino e Maurizio Poddi. Durante<br />
questo periodo di scambio, noi ormai prossimi guardiamarina, siamo<br />
stati pienamente integrati con la classe francese e partecipiamo<br />
a tutte le attività previste: stage di arte del comando, campagne<br />
addestrative, corsi di leadership, lezioni scientifiche, lezioni di<br />
relazioni internazionali, sport. Questa forte integrazione arricchisce il<br />
nostro bagaglio culturale e ci fa sentire sempre più cittadini e soprattutto<br />
militari europei. La Francia e in particolare l’École navale,<br />
vede nella presenza dell’“ufficiale straniero” un fattore chiave per<br />
una formazione “internazionale” dei suoi allievi: gli scambi internazionali<br />
infatti vedono impegnati, oltre all’Italia, anche altri paesi europei<br />
(Germania, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Polonia) e non<br />
(Stati Uniti, Giappone, Corea, diversi paesi africani francofoni). E come<br />
spiega Jean-Marie Bockel, Segretario di stato francese alla difesa<br />
e ai veterani: “la creazione di un Erasmus <strong>Militare</strong> ha per scopo<br />
quello di formare i capi militari del domani a capire, apprezzare,<br />
amare e difendere quello che abbiamo in comune e al tempo<br />
stesso quello che ci distingue”.<br />
Ferrentino, Poddi n<br />
38<br />
I festeggiamenti alla nostra Santa Patrona improntati alla sobrietà<br />
S anta Barbara<br />
“<br />
Santa Barbara: la <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />
celebra la Santa Patrona”;<br />
“La <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />
festeggia la sua Patrona”. Sono<br />
due dei tanti titoli che troviamo<br />
sui quotidiani locali in occasione<br />
della festività della Santa: una ricorrenza<br />
molto sentita da tutti i<br />
marinai d’Italia.<br />
Ogni anno si rinnova una tradizione<br />
radicata da sempre nella<br />
memoria e nella storia della <strong>Marina</strong>.<br />
Nessun marinaio in servizio<br />
o che abbia portato almeno<br />
una volta il solino, può dimenticare<br />
il giorno di Santa Barbara.<br />
Un giorno, dove la solidarietà,<br />
amicizia e rispetto legano tra di<br />
loro ogni uomo che appartiene<br />
al mare; sia che il marinaio si trovi<br />
su un’unità navale sia che si<br />
trovi in una caserma, in Italia o<br />
all’estero. La storia della martire<br />
la conosciamo tutti: per aver<br />
abbracciato la fede cristiana fu<br />
decapitata dal proprio padre,<br />
ma questi subito dopo fu ucciso<br />
da un fulmine, punizione divina<br />
per il suo gesto.<br />
Era il 4 dicembre dell’anno 306.<br />
Barbara è invocata da tutte le<br />
persone esposte a pericoli di<br />
una morte improvvisa (allusione<br />
a quella del padre), e per questo<br />
in ogni deposito di munizioni<br />
c’è un’immagine della<br />
Santa appesa a una<br />
paratia o a una parete:<br />
il luogo è chiamato<br />
“Santa Barbara”. Non è<br />
un rito scaramantico<br />
ma significato di una<br />
profonda e incondizionata<br />
fede alla propria<br />
protettrice.<br />
Le celebrazioni appena<br />
trascorse sono state<br />
39<br />
accompagnate da un tratto di<br />
semplicità e sobrietà.<br />
A Roma il tradizionale concerto<br />
celebrativo che si tiene nell’auditorium<br />
Parco della Musica,<br />
evento aggregante e culturale<br />
della famiglia marinaia<br />
presente nella capitale,<br />
non è stato eseguito. Una<br />
scelta, come ha spiegato il<br />
capo di Stato maggiore<br />
della <strong>Marina</strong>, suggerita “da<br />
criteri di coerenza con il<br />
particolare momento di<br />
austerità che sta affrontando<br />
la Nazione e che tutti<br />
siamo chiamati a parteciparvi<br />
contribuendo nel più<br />
efficace modo possibile”.<br />
Parole condivise da donne<br />
e uomini della <strong>Marina</strong>, che<br />
si sono ritrovati tutti nella basilica<br />
di San Giovanni in Laterano per<br />
la celebrazione religiosa della<br />
Santa Messa officiata dall’Ordinario<br />
militare per l’Italia, monsignor<br />
Vincenzo Pelvi.<br />
Un giusto momento di raccoglimento<br />
e preghiera per tutti i<br />
marinai di ogni età. “Uomini di<br />
mare e di guerra” che alla loro<br />
protettrice chiedono di intercedere<br />
affinché siano protette “le<br />
case lontane, le care genti”, e<br />
chi “veglia in armi sul mare”.<br />
Costantino Fantasia n<br />
avvenimenti
avvenimenti<br />
Le riflessioni di Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Vincenzo Pelvi<br />
Avvento:<br />
viandanti in cerca dell'Atteso<br />
II<br />
l tempo liturgico dell’Avvento<br />
celebra la venuta<br />
di Dio nei suoi due mo-<br />
menti: prima ci invita a risvegliare<br />
l’attesa del ritorno glorioso<br />
di Cristo, poi, avvicinandosi il<br />
Natale, ci chiama ad accogliere<br />
il Verbo fatto uomo per la<br />
nostra salvezza. La speranza di<br />
noi cristiani, pur restando ben<br />
radicata in un evento del passato,<br />
è rivolta al futuro che trasforma<br />
e sorregge la nostra vita<br />
quotidiana.<br />
Attratti dal Mistero del Dio che<br />
verrà, chiediamoci:<br />
pensiamo<br />
e desideriamo la<br />
vita eterna? Oppure<br />
ci affatichiamo<br />
e amiamo<br />
solo quella<br />
presente?<br />
Nel nostro tempo<br />
sembra arduo<br />
parlare della<br />
vita eterna. Si<br />
tende a concentrare<br />
il proprio<br />
interesse su<br />
questa vita e sui<br />
suoi problemi e<br />
non si ama pensare<br />
a quello<br />
che verrà dopo. Anzi, si fa ogni<br />
sforzo per censurare l’immagine<br />
della morte e non si vuole<br />
neppure sentirla nominare.<br />
Eppure l’annuncio della vita<br />
eterna non è un messaggio di<br />
paura e di tristezza ma di gioia<br />
e di felicità. Infatti, la vita eterna<br />
è essenzialmente il Paradiso,<br />
cioè l’essere con Cristo nella<br />
gioia beatificante del Padre,<br />
che supera tutto ciò che di<br />
grande e di bello possiamo immaginare.<br />
Dobbiamo pensare<br />
in questa direzione, consapevoli<br />
che solo la vita eterna con<br />
Dio dà un senso alla vita umana.<br />
In che modo?<br />
Innanzitutto, la vita eterna dà il<br />
senso dell’incompiutezza. Il pieno,<br />
il definitivo non sono realtà<br />
di questa vita, ma della vita<br />
eterna. Questa vita è segnata<br />
dall’instabilità, dal cambiamento,<br />
dall’incertezza, vissuta<br />
nella dialettica del già e del<br />
non ancora. Finché è in questa<br />
vita l’uomo può sempre rifiutare<br />
Dio. Questo senso di inquietudine<br />
della vita umana esige<br />
di essere superato dalla virtù<br />
della speranza.<br />
L’Avvento è per eccellenza la<br />
stagione spirituale della speranza<br />
e in esso la Chiesa intera è<br />
chiamata a diventare speranza<br />
per se stessa e per il mondo.<br />
Tutto l’organismo spirituale del<br />
Corpo mistico assume, per così<br />
dire, il “colore” della speranza.<br />
Come ricorda Papa Benedetto<br />
non dobbiamo mai affliggerci<br />
come chi non ha speranza,<br />
perché abbiamo un futuro certo<br />
che rende credibile anche il<br />
presente (cfr. Spe salvi 2-9).<br />
In secondo luogo, la vita eter-<br />
40<br />
na dà alla vita umana il senso<br />
della serietà: il tempo della vita<br />
è un tempo serio e prezioso, nel<br />
quale l’uomo costruisce il suo<br />
destino eterno. Egli sarà per l’eternità<br />
quello che si impegna a<br />
essere nel breve arco della sua<br />
esistenza terrena. Dio non salva<br />
l’uomo senza la sua collaborazione,<br />
per quanto manchevole<br />
e modesta questa possa essere.<br />
Ciò spiega perché l’attesa<br />
della vita eterna non distoglie il<br />
cristiano dall’impegno a favore<br />
degli uomini e, in particolare,<br />
dei poveri.<br />
«Fate dunque molta<br />
attenzione al vostro<br />
modo di vivere,<br />
comportandovi<br />
non da stolti ma da<br />
saggi, facendo<br />
buon uso del tempo,<br />
perché i giorni<br />
sono cattivi» (Ef<br />
5,15-16). La spiritualità<br />
cristiana parla<br />
del buon uso del<br />
tempo «secondo la<br />
volontà di Dio» (1<br />
Pt 4,2). Il tempo<br />
della vita è preparazione<br />
alla vita<br />
eterna.<br />
In terzo luogo, la vita eterna dà<br />
alla vita il senso del pellegrinaggio.<br />
Il cristiano è un pellegrino<br />
e il tempo della vita è tempo<br />
di pellegrinaggio in cerca<br />
della città stabile, quella futura<br />
(cfr. Eb 13,14). La vita terrena è<br />
un passaggio rapido, è un<br />
viaggio verso Dio e non bisogna<br />
attaccarsi alla vita, quasi<br />
che essa debba durare per<br />
sempre. A riguardo Sant’Agostino<br />
ricorda: «Ama Dio se ha<br />
compiuto in te qualcosa di ciò<br />
che ascolti e apprezzi. Fa’ uso<br />
del mondo, ma il mondo non ti<br />
faccia suo prigioniero. Sei venuto<br />
al mondo, vi compi il tuo<br />
viaggio. Ci sei venuto per uscirne,<br />
non per restarvi. Sei un viandante;<br />
questa vita è soltanto<br />
una locanda. Serviti del denaro,<br />
come il viandante nella locanda<br />
si serve della tavola, del<br />
bicchiere, del piatto, del letto,<br />
con l’animo di chi si appresta a<br />
partire, non a rimanere. Se vi<br />
comporterete così, giungerete<br />
a conoscere le promesse del Signore.<br />
Non è molto quello che<br />
vi si chiede, poiché grande è la<br />
mano di colui che vi ha chiamati.<br />
Ci ha chiamati, lo si invochi.<br />
Gli si dica: “Tu ci hai chiamati,<br />
noi ti invochiamo. Abbiamo<br />
udito la tua voce che ci<br />
chiamava; ascolta la nostra<br />
che ti invoca”» (Commento al<br />
Vangelo di Giovanni).<br />
Cristo ritornerà nella gloria per<br />
giudicare i vivi e i morti. Quando?<br />
Nessuno lo sa. E’ il segreto<br />
di Dio. Sappiamo solo che<br />
verrà all’improvviso, come un<br />
ladro nella notte: «Vegliate<br />
dunque, perché non sapete in<br />
quale giorno il Signore vostro<br />
verrà. Cercate di capire questo:<br />
se il padrone di casa sapesse<br />
in quale ora della notte<br />
viene il ladro, veglierebbe e<br />
non si lascerebbe scassinare la<br />
casa. Perciò anche voi tenetevi<br />
pronti perché, nell’ora che<br />
non immaginate, viene il Figlio<br />
dell’uomo» (Mt 24,42-44).<br />
Quanto mai opportuno è quindi<br />
l’appello di Gesù: «Vegliate!»<br />
(Mc 13,33.35.37). E’ rivolto non<br />
solo ai discepoli, ma a tutti,<br />
perché ciascuno, nell’ora che<br />
solo Dio conosce, sarà chiamato<br />
a rendere conto della propria<br />
esistenza. Questo comporta<br />
un giusto distacco dai beni<br />
terreni, un sincero pentimento<br />
dei propri errori, una carità<br />
operosa verso il prossimo e soprattutto<br />
un umile e fiducioso<br />
affidamento alle mani di Dio,<br />
nostro Padre tenero e misericordioso.<br />
«Vegliare è il concentrarsi continuo<br />
del pensiero e il suo tenersi<br />
alla porta del cuore. I pensie-<br />
ri, che giungono come ladri, essa<br />
li vede e ascolta che cosa<br />
dicono e che cosa fanno questi<br />
assassini e quale forma i demoni<br />
hanno impresso su di essi<br />
e innalzato come una stele;<br />
con queste fantasie, infatti, cercano<br />
di ingannare il profondo<br />
del cuore. Queste azioni proprie<br />
della vigilanza, condotte<br />
con diligenza, ci fanno fare<br />
un’autentica esperienza, se lo<br />
vogliamo, del combattimento<br />
spirituale. Un primo modo della<br />
vigilanza sta nel sorvegliare frequentemente<br />
la fantasia, cioè<br />
l’assalto, perché Satana non<br />
può, senza la fantasia, creare<br />
pensieri, né presentarli al<br />
profondo del cuore servendosi<br />
dell’inganno. Un altro modo è<br />
di avere il cuore sempre<br />
profondamente silenzioso, in<br />
stato di quiete, estraneo a ogni<br />
pensiero, e di pregare. Altro<br />
modo è supplicare nell’umiltà<br />
l’aiuto del Signore Gesù Cristo.<br />
Altro modo è avere nell’anima<br />
l’incessante memoria della<br />
morte. Tutte queste azioni, carissimo,<br />
impediscono come portinai<br />
l’accesso ai cattivi pensie-<br />
41<br />
ri» (Esichio presbitero, A Teodulo).<br />
Carissimi, prepariamo quotidianamente<br />
la venuta di Cristo alla<br />
fine dei tempi. Egli già bussa<br />
alla porta del nostro cuore: sei<br />
disponibile a darmi la tua carne,<br />
il tuo tempo, la tua vita? È<br />
questa la voce del Signore,<br />
che vuole entrare anche nel<br />
nostro tempo, vuole entrare<br />
nella vita umana tramite noi.<br />
Preparagli la via con una vita<br />
buona e onesta, con azioni irreprensibili,<br />
perché il Verbo di Dio<br />
cammini dentro di te senza inciampi<br />
e ti prepari una dimora<br />
eterna nel cielo. Egli cerca anche<br />
una dimora vivente, la nostra<br />
vita personale. Ecco la venuta<br />
del Signore. Questo vogliamo<br />
di nuovo imparare nel<br />
tempo dell’Avvento: il Signore<br />
possa venire anche tramite noi.<br />
Icona dell’Avvento è la Vergine<br />
Maria, la Madre di Gesù. InvochiamoLa<br />
perché aiuti anche<br />
noi a diventare un prolungamento<br />
di umanità per il Signore<br />
che viene e che verrà.<br />
Vincenzo Pelvi n
avvenimenti<br />
Santa Barbara:<br />
vedere con gli occhi del cuore<br />
Omelia per la S. Messa in occasione della Festa della Santa Patrona della<br />
<strong>Marina</strong> nella Basilica di S. Giovanni in Laterano<br />
Carissimi, Gesù si presenta anche oggi come segno<br />
di contraddizione. Nessuno può rimanere<br />
indifferente davanti a lui. L’evangelista Matteo<br />
ci parla di «due ciechi» (Mt 9,27) che insieme si rivolgono<br />
al Signore nella speranza di essere sanati, e insieme,<br />
dopo aver vissuto l’esperienza del dolore e di<br />
una supplica comune, possono condividere la gioia<br />
di essere di nuovo capaci di vedere.<br />
Per essere guariti è necessaria l’umiltà di riconoscere<br />
che la nostra vista spesso è annebbiata dal disordine<br />
interiore e dal peccato. Noi crediamo di vedere<br />
molte cose, di sapere chissà quali verità, ma non<br />
ci accorgiamo che di essere ciechi fino a che Gesù<br />
non pone la sua mano sui nostri occhi aprendoli ad<br />
un mondo nuovo, prima neppure immaginato. Toccati<br />
dalla grazia, impariamo anzitutto a riconoscere<br />
il Signore, il suo amore misericordioso, distinguendo<br />
ciò che è importante da ciò che è invece relativo.<br />
Solo se ci riconosciamo amati da Dio possiamo ritrovare<br />
la nostra dignità di uomini e di donne che “vedono”<br />
davvero e che sanno vivere nella verità e<br />
nella giustizia. Nella pagina evangelica ascoltata il<br />
vero miracolo di Gesù non è tanto la guarigione fisica,<br />
ma il dono della fede: «Credete voi che io possa<br />
fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora<br />
toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo<br />
la vostra fede». E’ la fede che apre gli occhi ai ciechi.<br />
C’è, infatti, un rapporto stretto tra gli occhi e la fede.<br />
È attraverso gli occhi della fede che noi cogliamo<br />
la realtà del soprannaturale. Dobbiamo chiedere<br />
al Signore occhi per vedere Dio in tutte le cose e<br />
vedere tutto come lo vede Dio.<br />
La fede ci fa scorgere i segni luminosi del venire di<br />
Dio nella vita là dove vedo solo frammenti incompiuti<br />
e incomprensibili. Come i ciechi del Vangelo<br />
sentiamoci rivestiti dalla pietà di Cristo, accolti nella<br />
sua casa, toccati dalla sua mano misericordiosa.<br />
Gesù ci fa vedere in luce diversa anche gli altri e allora<br />
impariamo a stimare ciò che il mondo spontaneamente<br />
non apprezza: gli umili, i poveri, gli oppressi.<br />
E’ la fede che apre gli occhi del cuore verso<br />
chi è nel bisogno.<br />
Santa Barbara, nostra Patrona, insegna la relazione<br />
stretta che esiste tra occhi e cuore. Abbiamo bisogno<br />
del cuore per “vedere”, perché vediamo solo<br />
le cose verso le quali tende il nostro cuore, mentre<br />
siamo ciechi per le cose verso le quali il cuore non è<br />
orientato. Quante volte il cuore, chiuso per vari motivi,<br />
ci chiude gli occhi. Guidati dall’orgoglio, dall’egoismo,<br />
vediamo solo i torti subiti, i difetti degli altri e<br />
non le loro qualità positive. Siamo ciechi perché il<br />
nostro cuore non è convertito, ha bisogno di essere<br />
guarito. Non c’è niente di più semplice dello sguardo:<br />
si guarda come si respira, eppure nulla è più difficile<br />
che essere capaci di vedere.<br />
Tutta la storia non è altro che un lento imparare a<br />
vedere insieme e non da soli. Riconoscere come i<br />
due ciechi di aver bisogno di aiuto e saperlo chiedere<br />
insieme, quasi sostenendosi nella supplica e facendosi<br />
coraggio nell’invocazione è l’unica via per<br />
poter riscoprire i colori dell’universo che ci abita interiormente<br />
e che ci circonda. Eppure tutto ciò non<br />
sarebbe possibile senza quella fede che apre il cuore<br />
alla speranza, che è già un modo di vedere oltre<br />
la tenebra e il buio. Cara famiglia marinara, impara<br />
a vedere l’oggi con gli occhi del cuore, con il tuo<br />
impegno di speranza capace di tenuta di fronte alle<br />
prove e agli insuccessi, che accetta la fatica del<br />
servizio anche nelle situazioni umane più complesse.<br />
Dinanzi all’odierna crisi economica, finanziaria e politica<br />
che stiamo attraversando, vorrei richiamare il<br />
bisogno di una radice etica in una società segnata<br />
da concorrenza, disgregazione, opposizione, nella<br />
quale non siamo nemmeno più capaci di parlarci<br />
senza ricorrere ai toni dell’offesa.<br />
La società ha bisogno di speranza e di coraggio<br />
per andare controcorrente rispetto alla cultura dominante.<br />
L’umanità, infatti, è una, e ogni essere<br />
umano o si colloca in una comunità, in relazione<br />
con altri, e allora si umanizza, oppure sperimenta<br />
quell’individualismo che ha come unico esito possibile<br />
la violenza. La scena sociale, ingrandita dai canali<br />
di comunicazione, non deve annullare le possibilità<br />
di una riflessione pacata e lungimirante che<br />
abbia al centro la dignità di tutto l’uomo e di ogni<br />
uomo.<br />
Ciò comporta un cambiamento di mentalità, che<br />
purtroppo siamo ancora lontani dall’aver raggiunto.<br />
Ciascuno senta come proprio dovere di coscienza<br />
l’impegno etico della solidarietà, che non è<br />
un sentimento di vaga compassione o di superficiale<br />
intenerimento per le difficoltà di tante persone,<br />
ma la determinazione ferma e permanente di impegnarsi<br />
per il bene comune.<br />
Occorre superare pregiudizi, ristrettezze di visione,<br />
provincialismi culturali e sociali, educarsi alla pace<br />
con Dio, con se stessi, con gli altri, con la natura.<br />
Dobbiamo acquisire uno stile di vita più sobrio, più<br />
ricco di condivisione e di convivialità. L’impegno<br />
dei cristiani potrà immettere un’anima spirituale e<br />
un saldo fondamento etico nelle decisioni e istituzioni<br />
economiche, politiche e militari, necessarie nel<br />
prossimo futuro. Operare in questa direzione è offrire<br />
il nostro contributo alla civiltà nuova dell’amore.<br />
Santa Barbara, con la tua luce non permettere che<br />
il potere delle tenebre domini il nostro cuore, ma<br />
apri con la grazia dello Spirito i nostri occhi. Illumina<br />
noi <strong>Marina</strong>i d’Italia, guarisci le nostre cecità, vinci il<br />
buio che ci assedia, perché impariamo a vedere le<br />
meraviglie dell’amore di Dio.<br />
Luce dei cuori, rinnova i nostri occhi perché sul tuo<br />
esempio possiamo capire ciò che ama Dio.<br />
Vincenzo Pelvi n
avvenimenti<br />
L’augurio dell’Ordinario <strong>Militare</strong><br />
Cari amici, mi è offerta l’opportunità di rivolgervi un pensiero<br />
in preparazione al Natale, attraverso la vostra bella rivista.<br />
Ben volentieri colgo la preziosa occasione<br />
per augurare a tutti e a ciascuno serenità e pace<br />
Natale: Dio si fa piccolo<br />
per noi, viene come un<br />
bambino bisognoso di<br />
aiuto. Il Signore si cala nel tempo<br />
e si fa uno di noi, per farci<br />
conoscere il suo amore. Come<br />
ogni bimbo, chiede di essere<br />
accolto in un cuore che si sa<br />
aprire al bisogno dell’altro. Dopo<br />
duemila anni, Dio si manifesta<br />
nella nostra storia e diventa<br />
racconto concreto di un amo-<br />
re senza equivoci, dell’amore<br />
che non calcola, dell’amore<br />
che si appassiona per ogni vita<br />
umana.<br />
Carissimi,<br />
impegniamoci a vivere un Natale<br />
più autentico, perché, Gesù<br />
viene a vivere nelle vostre<br />
famiglie donando una presenza<br />
fraterna e amica per bambini,<br />
donne e uomini che soffrono.<br />
Insegnate ai vostri figli a<br />
44<br />
vivere per una ragione che è<br />
più potente della stessa vita:<br />
una passione per l’uomo,<br />
chiunque sia e dovunque si trovi,<br />
perché sia riconosciuta la<br />
sua dignità.<br />
«Non c’è amore più grande di<br />
questo: dare la vita per i propri<br />
amici» (Gv 15,13). Voi donate<br />
la vita accettando, per amore,<br />
il rischio di una condizione fatta<br />
d’incertezza e disponibilità.<br />
Sono i rischi della<br />
professione militare<br />
che si qualifica nel<br />
compito di difendere<br />
la giustizia e la libertà<br />
contribuendo<br />
alla pace del mondo<br />
intero. La pace<br />
va costruita giorno<br />
per giorno nelle coscienze<br />
e nei rapporti<br />
interpersonali,<br />
nella protezione dei<br />
più deboli e indifesi,<br />
delle tradizioni e dei<br />
valori spirituali di popoli.<br />
Che la carità portata<br />
da Cristo, venuto<br />
bambino sulla terra,<br />
infiammi sempre<br />
più, fino a diventare<br />
capace di togliere<br />
dalla nostra civiltà<br />
la miseria e la guerra.<br />
La pace vera, fondata<br />
nella verità si<br />
costruisce solo guardando<br />
ogni uomo<br />
con rispetto e non<br />
come il rivale, l’avversario,<br />
il nemico.<br />
Lasciamo cadere le<br />
barriere dell’egoismo<br />
e l’affermazione<br />
di legittimi interessi<br />
particolari non<br />
sia mai offesa per<br />
gli altri, né mai negazione<br />
di ragionevole<br />
socialità.<br />
Se oggi la società<br />
non è felice, è perché<br />
non è fraterna.<br />
L’uomo è tentato di<br />
adorare se stesso, di<br />
fare di sé il termine<br />
supremo del pensiero<br />
e della storia. Sta<br />
affermandosi, infatti,<br />
una mentalità falsamente<br />
umanistica, imbevuta di radicale<br />
egoismo, chiusa alla conoscenza<br />
di Dio, fondamentalmente<br />
inquieta e sovversiva,<br />
perché non aperta alla luce e<br />
alla speranza eterna.<br />
Amati <strong>Marina</strong>i,<br />
l’augurio di questo Natale si fa<br />
invito a considerare la pace interiore,<br />
che ogni spirito umano<br />
dovrebbe e vorrebbe avere<br />
dentro di sé, come luce della<br />
coscienza, espressione armonica<br />
della propria personalità,<br />
radice intima e feconda della<br />
45<br />
pace esteriore.<br />
La Vergine Maria, madre della<br />
famiglia umana e stella del<br />
mare, semini nei nostri animi la<br />
Pace del suo materno cuore.<br />
Vincenzo Pelvi n
avvenimenti<br />
190 Presepi vi aspettano<br />
a ... “100 Presepi”<br />
L’Esposizione Internazionale<br />
“100 Presepi”<br />
rimarrà aperta fino<br />
all’8 gennaio 2012<br />
anche nei giorni<br />
festivi con orario<br />
continuato dalle 9.30<br />
alle 20<br />
ROMA<br />
E<br />
’ stata inaugurata a Roma, la storica Esposizione<br />
Internazionale “100 Presepi”che<br />
proseguirà fino all’8 gennaio 2012 nelle<br />
Sale del Bramante in Piazza del Popolo. La mostra,<br />
promossa da Roma Capitale in collaborazione<br />
e con la partecipazione della Regione<br />
Lazio di Atac e di Zetema, ha visto la partecipazione<br />
all’evento inaugurale delle Em.ze<br />
Rev.me Angelo Comastri, Vicario Generale di<br />
Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano<br />
e presidente della Fabbrica di San Pietro in<br />
Vaticano e Francesco Marchisano, Presidente<br />
Emerito dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica;<br />
dell’On. Gianni Alemanno, Sindaco di<br />
Roma Capitale e una folta rappresentanza di<br />
Ambasciatori, Primi Ministri e consiglieri delle<br />
46<br />
L’Inaugurazione della Esposizione, il<br />
Sindaco di Roma Giovanni Alemanno e<br />
il Cardinale Angelo Comastri;<br />
sopra: Presepe realizzato in legno e<br />
gesso dall’Ambasciata d’Austria presso<br />
la Santa Sede.<br />
Ambasciate accreditate presso<br />
il governo italiano e la Santa<br />
Sede.<br />
Alla 36ª Esposizione “100 Presepi”sono<br />
esposti 190 presepi tutti<br />
nuovi, realizzati con tecniche e materiali tra i<br />
più svariati da quelli artistici provenienti dalle<br />
Regioni italiane e dai Paesi Esteri a quelli dei<br />
bambini degli Istituti scolastici, delle Associazioni<br />
operanti nel sociale a quelli di fantasia offrendo<br />
così al visitatore una completa panoramica<br />
dell’arte presepiale nazionale ed internazionale.<br />
La fantasia degli artigiani presepisti colpisce,<br />
tra i visitatori, non solo i bambini ma anche gli<br />
adulti. Sono stati utilizzati una molteplicità di<br />
materiali: pasta popcorn, pane, caramelle,<br />
spatole, viti, bulloni, carta vetrata, fiammiferi,<br />
cravatte alla juta, rafia, canna vegetale, cioccolata<br />
al pellet, perle swarovski, porcellana limoges<br />
e inoltre presepi ambientati in una radi-<br />
ce d’albero, in<br />
un tamburo, in<br />
un angolo di<br />
Roma sparita,<br />
in una zucca,<br />
in un cesto di<br />
paglia e molto<br />
altro ancora.<br />
I presepi realizzati<br />
con i materiali<br />
e le tecnichetradizionali<br />
regionali<br />
sono opere di<br />
artisti che con<br />
la loro manualità<br />
riescono a produrre opere di alto artigianato<br />
come ad esempio i presepi napoletani che<br />
si rifanno ai maestri del ’600 e ’700 con pastori<br />
con mani, piedi e viso realizzati in terracotta,<br />
corpo in stoppa legata con fil di ferro, occhi di<br />
cristallo dipinti a mano e vestiti con tessuti della<br />
Fabbrica di San Leucio; come quelli siciliani in<br />
terracotta che riproducono ciò che i maestri<br />
realizzarono nel ‘500 con gli abiti induriti con la<br />
colla utilizzando una particolare tecnica e dipinti<br />
a mano. Anche i presepi esteri sono di<br />
grande interesse in quanto rivelano la cultura, il<br />
folklore e le tradizioni del Paese di provenienza<br />
e vengono realizzati in genere con i materiali<br />
trovati in natura e i personaggi alcune volte<br />
hanno i tratti somatici tipici della Regione di<br />
Presepe realizzato da Marco Limone,<br />
Campania; a destra: particolare del<br />
Presepe realizzato da Aniello Gaudino,<br />
Campania; a sinistra: Scuola San Romano,<br />
particolare realizzato con popcorn.<br />
47<br />
provenienza.<br />
In questa edizione<br />
inoltre si<br />
può ammirare<br />
anche un presepedell’Ordine<br />
dei Frati MinoriCappuccini<br />
di Assisi<br />
con i quali è<br />
stata intrapresa<br />
una collaborazione<br />
al fine<br />
di sottolineare<br />
il significato<br />
religioso<br />
del presepe al quale San Francesco ha reso<br />
omaggio nella notte di Natale del 1223. 190<br />
suggerimenti quindi per realizzare il presepe in<br />
casa, in ufficio, nella scuola, nella vetrina del<br />
proprio negozio ecc., ogni materiale può essere<br />
utilizzato l’importante che la Natività sia presente<br />
e la tradizione del presepe e i valori universali<br />
che rappresenta rimangano vivi. Sempre<br />
molto apprezzato dai piccoli il laboratorio “Il<br />
presepe come Gioco” realizzato nell’ambito di<br />
“100 Presepi” dove i bambini dai 4 agli 11 anni<br />
possono realizzare, con l’aiuto di personale<br />
specializzato, un personaggio del presepe e<br />
poi portarlo a casa.<br />
Antonio Cosentino n
avvenimenti<br />
Motor Show: la manifestazione è<br />
anche palcoscenico per la <strong>Marina</strong><br />
Il momento non è certo dei più felici, il<br />
mercato italiano dell'auto è in difficoltà,<br />
ma il Motor Show di Bologna non rinuncia<br />
allo stimolo e alla vitalità,<br />
come del resto la presenza della <strong>Marina</strong>,<br />
che da quattro anni caratterizza<br />
questa manifestazione<br />
BOLOGNA<br />
Sono state quarantotto le<br />
anteprime di prodotto<br />
che i visitatori del 36° Salone<br />
Internazionale dell’Automobile<br />
di Bologna hanno potuto<br />
ammirare nei vari padiglioni:<br />
tra queste, otto novità a livello<br />
mondiale, sei debutti per il<br />
mercato europeo e trentaquattro<br />
anteprime nazionali.<br />
La kermesse, punto di riferimento<br />
irrinunciabile per gli appassionati<br />
di auto e motori, ha<br />
aperto i battenti, con l'ormai<br />
tradizionale girandola di stand<br />
dei principali marchi italiani e<br />
internazionali, gare sportive,<br />
concerti e l'immancabile presenza<br />
di hostess e ragazze immagine<br />
a catalizzare l'attenzione<br />
del pubblico.<br />
La manifestazione è stata inaugurata<br />
dal taglio del nastro -<br />
toccato al presidente di Bologna<br />
Fiere, Duccio Campagnoli<br />
e al presidente dell'Anci e sin-<br />
daco di Reggio Emilia<br />
Graziano Delrio -<br />
sulle note dell'inno di<br />
Mameli e alla presenza,<br />
tra gli altri, del numero<br />
uno della Camera<br />
di Commercio<br />
bolognese, Bruno Filetti<br />
e della modella<br />
serba, Nina Senicar,<br />
madrina 2011.<br />
“Il Motorshow - ha<br />
spiegato Giada Michetti,amministratore<br />
delegato di GL<br />
Events Italia, organizzatrice<br />
della rassegna - è ormai<br />
l'unico punto di riferimento<br />
per l'automobile in Italia”.<br />
L’industria automobilistica, per<br />
fortuna, investe ancora su Bologna.<br />
Oltre alle anteprime,<br />
l’attenzione si è manifestata su<br />
un “focus sulla mobilità elettrica”<br />
e sulla mobilità sostenibile<br />
- e due mostre preziose: una<br />
dedicata alla “icon cars” e al<br />
percorso automobilistico nel<br />
corso dei 150 anni<br />
dell'unità d'Italia e<br />
una, intitolata<br />
“luxury time”, dedicata<br />
alle auto da<br />
sogno.<br />
Certo, qualche defezione<br />
c’è stata –<br />
il gruppo BMW-Mini,<br />
Opel, Toyota,<br />
Chevrolet, Citroen<br />
e Peugeot – ma visto<br />
il momento c’era<br />
da aspettarselo.<br />
A lanciare la sfida<br />
48<br />
al mercato dell'auto che in Italia<br />
è a dir poco depresso, sono<br />
soprattutto le vetture compatte.<br />
Molte sono state le novità in<br />
passerella, che presto si affronteranno<br />
sullo scenario globale.<br />
A partire dalla FIAT Nuova Panda<br />
e VOLKSWAGEN up!, con la<br />
seconda che, per il responsabile<br />
marketing del gruppo tedesco<br />
Luca De Meo avrà “l'Ita-<br />
lia come secondo mercato”.<br />
Santo Ficili, responsabile Mercato<br />
Italia del brand Fiat, si dice<br />
“per nulla preoccupato”<br />
dell'assalto che la up! potrebbe<br />
portare alla leadership che<br />
Fiat occupa in Italia ed in Europa<br />
nel segmento delle “piccole”.<br />
Ma a puntare al rilancio in Ita-<br />
lia, per cercare anche di intercettare<br />
il target dei giovani e<br />
delle persone anziane, i più<br />
colpiti dalla crisi; c'è anche RE-<br />
NAULT con la Twingo, che sarà<br />
commercializzata a gennaio<br />
2012. Così come l'AUDI A1<br />
Sportback, vettura pensata<br />
per un target giovane e urba-<br />
no. Per rimanere sempre in tema<br />
di compatte la rassegna<br />
bolognese ha segnato l'esordio<br />
della nona generazione<br />
della HONDA Civic e della<br />
nuova FORD B-Max.<br />
Antonio Cosentino n<br />
MOTOR SHOW: uno strumento di comunicazione per<br />
far conoscere le attività e i mezzi della Forza Armata<br />
ologna è stata anche il palcoscenico per la <strong>Marina</strong><br />
B<strong>Militare</strong>. Presente con un proprio stand espositivo, la<br />
<strong>Marina</strong> partecipa da quattro anni consecutivi alla kermesse<br />
automobilistica più importante d’Italia, particolarmente<br />
significativa in un’area<br />
dove per motivi geografici<br />
la nostra Forza Armata è<br />
meno presente di altre istituzioni.<br />
Il Motor Show di Bologna<br />
è il luogo ideale per<br />
portare a conoscenza del<br />
grande pubblico le nostre<br />
attività.<br />
I giovani presenti, visitando<br />
lo stand istituzionale, hanno<br />
avuto la possibilità di ricevere<br />
informazioni sulla<br />
realtà odierna della <strong>Marina</strong><br />
e sulle molteplici opportunità<br />
di formazione e carriera,<br />
in un momento molto importante<br />
della loro vita, la<br />
scelta del proprio futuro.
avvenimenti<br />
“Vivi le Forze Armate:<br />
militare per tre settimane”<br />
I giovani marinai<br />
in visita ad una<br />
delle realtà operative<br />
della marina<br />
Il 27 e il 31 ottobre il Comando<br />
delle Forze Subacquee<br />
ha ospitato circa<br />
sessanta giovani arruolati in<br />
<strong>Marina</strong> nell’ambito dell’iniziativa<br />
“Vivi le Forze Armate: militare<br />
per tre settimane”. I giovani<br />
marinai hanno avuto modo<br />
di visitare le varie realtà<br />
operative della <strong>Marina</strong> avvicinandosi<br />
al mondo militare e vivendo,<br />
anche se per poco,<br />
l’esperienza “dell’essere militari”.<br />
In particolare, hanno avuto la<br />
possibilità di venire a contatto<br />
con la realtà dei nostri Sommergibili,<br />
visitando l’intero<br />
complesso del Comando delle<br />
Forze Subacquee ed il Sommergibile<br />
“Salvatore Todaro”.<br />
Il programma si è aperto con<br />
un’iniziale conferenza di benvenuto<br />
con lo scopo di fornire<br />
le conoscenze basilari sull’organizzazione<br />
della Componente<br />
e sulle attività operative<br />
che i Battelli Italiani hanno<br />
svolto negli ultimi anni, senza<br />
tralasciare alcuni aspetti tecnici<br />
fondamentali per comprendere<br />
come realmente<br />
“funzioni” un moderno Sommergibile.<br />
E’ infatti il mezzo subacqueo<br />
a rendere caratteristica<br />
ed unica la nostra Componente,<br />
ed è per questo che<br />
si è ritenuto opportuno trasmettere<br />
ai potenziali futuri<br />
Sommergibilisti che cosa sia il<br />
“mezzo subacqueo”. Nell’intento<br />
di rendere partecipe<br />
l’interessata platea delle peculiarità<br />
non solo dei mezzi,<br />
ma anche degli uomini che<br />
navigano sott’acqua, non ci<br />
siamo risparmiati nel raccontare<br />
lo spirito di corpo e il legame<br />
fraterno dei nostri equipaggi,<br />
sentimenti che nascono<br />
da una determinata professionalità<br />
e da un grande<br />
spirito di sacrificio.<br />
Successivamente le ragazze<br />
ed i ragazzi partecipanti all’iniziativa<br />
sono stati accompagnati<br />
nella Scuola Sommergibili.<br />
L’esperienza si è poi conclusa<br />
con un’immancabile visita a<br />
bordo del Sommergibile Salvatore<br />
Todaro: solo in questa occasione<br />
i giovani marinai hanno<br />
potuto comprendere che<br />
50<br />
cosa significhi vivere a bordo<br />
di un’unità subacquea e per<br />
quale motivo sia naturale, ma<br />
allo stesso tempo necessaria,<br />
l’amalgama tra i componenti<br />
dell’equipaggio.<br />
Al termine di questa positiva<br />
esperienza, vi è la certezza di<br />
essere riusciti a trasmettere le<br />
conoscenze basilari sui Sommergibili<br />
e sulla Componente<br />
Subacquea e, allo stesso tempo,<br />
tutta la passione che nutriamo<br />
per la nostra professione.<br />
Sicuramente i giovani marinai<br />
ci hanno regalato l’occasione<br />
per farci conoscere,<br />
mentre l’interesse da loro dimostrato<br />
ci ha ricordato che,<br />
seppur “taciti ed invisibili”, i<br />
Sommergibili riscuotono sempre<br />
un grande interesse anche<br />
tra i non addetti ai lavori.<br />
Mirco Forasacco n<br />
Nell’ambito dell’iniziativa “Vivi le Forze Armate” la Componente Subacquea<br />
ha avuto un ospite speciale<br />
Un giorno davvero speciale<br />
Il 20 ottobre ha fatto visita<br />
alla Componente Subacquea<br />
Simone Giuli, un giovane<br />
ragazzo diversamente<br />
abile che ha partecipato alla<br />
terza edizione del corso di formazione<br />
denominato "Vivi le<br />
Forze Armate - <strong>Militare</strong> per tre<br />
settimane". Accompagnato da<br />
un Sottufficiale di Mariscuola<br />
Taranto, Simone ha potuto assaporare,<br />
seppure per una<br />
manciata di ore, la vita del<br />
sommergibilista. Dopo una breve<br />
conferenza introduttiva sull'organizzazione<br />
della componente<br />
subacquea, Simone ha<br />
fatto visita alla Scuola in cui<br />
ogni aspirante sommergibilista<br />
passa per i numerosi corsi di formazione.<br />
Simone ha potuto così ammirare<br />
e “sentire” l'effetto del simulatored'immersione<br />
della classe<br />
Sauro, cimentandosi<br />
nel ruolo di timoniere;<br />
il simula-<br />
tore di falla e fumo nel quale i<br />
frequentatori si addestrano per<br />
fronteggiare questo tipo di<br />
emergenze; e la Sala Cimeli,<br />
cuore storico della Componente,<br />
nella quale sono<br />
custoditi i ricordi più<br />
cari raccolti nel corso<br />
di una storia più<br />
che centenaria.<br />
51<br />
Terminata la visita della Scuola<br />
Sommergibili, Simone ha potuto<br />
finalmente salire a bordo di<br />
uno dei battelli ormeggiati a<br />
Taranto: il sommergibile Scirè. Il<br />
ragazzo, si è subito mostrato<br />
entusiasta di poter vedere da<br />
così vicino quello di cui aveva<br />
solo sentito parlare durante la<br />
visita all'interno della scuola.<br />
A bordo è stato ben<br />
accolto dall'equipaggio<br />
che lo ha condotto<br />
in giro per il battello<br />
alla scoperta dei vari<br />
locali, nutrendo la sete<br />
di sapere di ragazzo.<br />
La visita si è conclusa<br />
con l'ennesima foto a<br />
suggellare una mattinata<br />
alla scoperta del<br />
mondo dei sommergibilisti<br />
nell'ambito di<br />
un'iniziativa che si pone<br />
l'obiettivo di avvicinare<br />
sempre più il<br />
mondo dei giovani, alla<br />
vita militare, a quello<br />
delle "stellette".<br />
Giuseppe Volpe n<br />
la marina per il sociale
la marina per il sociale<br />
Lo scorso 24 ottobre presso<br />
il Centro Ricreativo Dipendenti<br />
Difesa di Augusta<br />
(SR), ha avuto luogo la giornata<br />
della prevenzione oncologica<br />
titolata “ la prevenzione va<br />
a gonfie vele”.<br />
L’evento, organizzato dal Comando<br />
<strong>Militare</strong> Marittimo Autonomo<br />
in Sicilia in collaborazione<br />
con Lega Italiana per la Lotta<br />
contro i Tumori di Siracusa –<br />
Sezione Provinciale di Siracusa ,<br />
che si inquadra nell’ambito<br />
della campagna nazionale<br />
“Nastro Rosa 2011”, ha avuto<br />
come motivo dominante la<br />
“prevenzione del tumore alla<br />
mammella” e fa parte di una<br />
collaborazione duratura tra la<br />
<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> e la Locale sede<br />
provinciale della LILT.<br />
La giornata di sensibilizzazione,<br />
che si è svolta per il secondo<br />
anno consecutivo , è stata rivolta<br />
a favore del personale<br />
Ospitata all’interno della Base Navale di Augusta<br />
“La giornata della prevenzione<br />
oncologica”<br />
militare ,civile dipendente della<br />
difesa e loro familiari appartenenti<br />
al territorio di Augusta<br />
che ha risposto con una numerosa<br />
partecipazione.<br />
Nel corso della presentazione è<br />
stato aperto al pubblico un apposito<br />
sportello per effettuare<br />
le prenotazioni di prevenzione<br />
oncologica al seno.<br />
Gli onori di casa sono stati<br />
fatti dal Capitano di Vascello<br />
Tommaso Perillo, Capo di Stato<br />
Maggiore del Comando <strong>Militare</strong><br />
Marittimo Autonomo in Sicilia,<br />
(alla presenza delle Autorità<br />
locali e della stampa ), e la<br />
conferenza è stata presieduta<br />
dal Dottor Claudio Castobello,<br />
Direttore di Anatomia Patologica<br />
Unità Operatoria Complessa<br />
dell’Ospedale Umberto I di<br />
Siracusa e Presidente della LILT<br />
di Siracusa.<br />
Ha affermato il Presidente della<br />
Castobello: “L’iniziativa di oggi<br />
si è concretizzata grazie alla sinergia<br />
tra la LILT di Siracusa e il<br />
Comando <strong>Militare</strong> Marittimo<br />
Autonomo in Sicilia e si tratta di<br />
una nostra attività di cartello<br />
giunta alla 18^ edizione. Il tumore<br />
alla mammella che colpisce<br />
il 25% delle donne, è la prima<br />
malattia oncologica che<br />
colpisce il sesso femminile.<br />
Continuiamo a registrare un<br />
aumento di tendenza di questa<br />
malattia, che non riguarda una<br />
maggiore incidenza del cancro<br />
alla mammella rispetto al passato,<br />
bensì il fatto che attraverso<br />
la prevenzione vengono fuori<br />
più casi rispetto a quando le<br />
donne non si sottoponevano a<br />
controlli con la stessa frequenza<br />
di oggi, donne che ci auguriamo<br />
diventino sempre più numerose.”<br />
LILT di Siracusa, il dottor Claudio Giancarlo Scavone n<br />
52<br />
Ultimata un’altra sessione di<br />
Scuola Comando Navale<br />
Terminata la 253^ Sessione<br />
di Scuola Comando Navale<br />
(S.S.C.N.), si avvicina<br />
sempre più l’atteso momento<br />
del primo Comando di una<br />
Unità Navale. Ufficiali di varie<br />
specializzazioni si troveranno ad<br />
avere come matrice comune la<br />
gestione di un mezzo e, soprattutto,<br />
del suo equipaggio, elemento<br />
che da sempre rappresenta<br />
il cuore e l’anima delle<br />
navi della <strong>Marina</strong>.<br />
Il primo Comando rappresenta<br />
sicuramente una delle esperienze<br />
professionali più significative<br />
per un Ufficiale di <strong>Marina</strong>; il<br />
mezzo che senza<br />
dubbio permette ai<br />
futuri Comandanti di<br />
arrivare pronti ad un<br />
simile incarico è l’azione<br />
formativa che<br />
da più di 85 anni svolge<br />
la Scuola Comando<br />
Navale di Augusta,<br />
retta attualmente<br />
dal Contrammiraglio<br />
Edoardo Compiani e<br />
deputata, sin dalla<br />
sua nascita nel 1926,<br />
alla formazione dei<br />
Comandanti della<br />
<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>.<br />
La 253^ Sessione è iniziata con<br />
tre settimane di programma addestrativo<br />
basato su un Tirocinio<br />
di Manovra (Tir.Ma.) all’interno<br />
della rada di Augusta, abbinato<br />
a lezioni di carattere etico, amministrativo<br />
e marinaresco.<br />
A bordo di Nave Tirso e Nave<br />
Tremiti i futuri Comandanti hanno<br />
avuto la possibilità di affinare<br />
le tecniche di conduzione di<br />
un’Unità Navale, di addestrarsi<br />
all’esecuzione di manovre di ormeggio,<br />
disormeggio, presa di<br />
boa e fonda, sotto la supervisione<br />
attenta del Capitano di Vascello<br />
Antonio Pasanisi (Direttore<br />
della Scuola Comando Cedente),<br />
del Capitano di Vascello<br />
Gianfranco D’Artibale (Direttore<br />
della Scuola Comando Accettante),<br />
del Capitano di Fregata<br />
Alberto Sodomaco (valutatore<br />
e Comandante della Seconda<br />
Squadriglia Pattugliatori) e del<br />
Capitano di Fregata Pasquale<br />
Perrotta (relatore e Comandante<br />
della Prima Squadriglia Pattugliatori).<br />
La fase successiva ha visto i frequentatori<br />
impegnati, per ulteriori<br />
tre settimane, in un Tirocinio<br />
di Manovra ed impiego Tattico<br />
(Tir.M.I.T.) svoltosi in mare aperto<br />
a bordo di un gruppo navale<br />
costituito da Nave Orione, Sfin-<br />
diurne si sono alternati periodi<br />
notturni trascorsi in trasferimento<br />
verso i porti di destinazione o alla<br />
fonda nelle acque antistanti<br />
Caorle, Iesolo e Bibione.<br />
La sosta nel porto di Chioggia<br />
ha visto le unità navali, coinvolte<br />
nell’ambito dell’evento “Ottobre<br />
blu”, oggetto di numerose<br />
visite da parte della popolazione<br />
locale rafforzando il<br />
profondo legame e la tradizione<br />
marinara che avvicina le<br />
città di Trieste e di Chioggia alla<br />
<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>. L’accoglienza<br />
ed il calore trasmesso alle Unità<br />
Navali e ai loro equipaggi dimostra,<br />
ancora una volta,<br />
il senso di stima nei<br />
confronti delle Navi<br />
della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />
che costantemente<br />
concorrono alla sicurezza<br />
nelle acque nazionali<br />
ed internazionali.<br />
La 253^ SSCN si è conclusa<br />
con la cerimonia<br />
di consegna dei diplomi<br />
alla presenza del<br />
Comandante in Capo<br />
della Squadra Navale,<br />
L’Ammiraglio Binelli Mantelli con i frequentatori.<br />
Ammiraglio di Squadra<br />
Luigi Binelli Mantelge<br />
e Spica. Le tre Unità, partite li, del Contrammiraglio Edoardo<br />
da Augusta il 17 Ottobre, hanno Compiani, Comandante di<br />
toccato il porto di Trieste e suc- Comforpat, del Direttore della<br />
cessivamente il porto di Chiog- Scuola Comando, dei Comangia,<br />
facendo ritorno ad Augudanti delle Squadriglie Pattusta<br />
il 3 Novembre. Le fasi di tragliatori e dei Comandanti delle<br />
sferimento sono state caratteriz- Unità Navali che hanno concorzate<br />
da un’intensa attività adso ad addestrare i Tenenti di Vadestrativa,<br />
in diverse condizioni scello Frequentatori.<br />
meteorologiche (la tradizionale Soddisfatti dell’esperienza ap-<br />
bora a Trieste e la nebbia a pena conclusasi e consapevoli<br />
Chioggia), con i frequentatori di aver acquisito un prezioso<br />
che si sono alternati nella con- bagaglio professionale, ai Freduzione<br />
di manovre cinematiquentatori non resta che attenche,<br />
affiancamenti laterali per dere con ansia la designazione<br />
passaggi di personale/materiale,<br />
affiancamenti per rifornimen-<br />
al Comando.<br />
ti laterali, rimorchi e navigazioni<br />
all’appoggio. Alle navigazioni<br />
Pasquale Perrina n<br />
53<br />
formazione del personale
formazione del personale<br />
Il Morosini inaugura il nuovo<br />
anno scolastico<br />
Presso la Scuola Navale <strong>Militare</strong><br />
“Francesco Morosini”,<br />
nella suggestiva cornice<br />
dell’isola di S. Elena, il 26 novembre,<br />
il Comandante e Dirigente<br />
Scolastico, Capitano di Vascello<br />
Sandro Palone, ha tenuto a battesimo<br />
i 74 Allievi del 1° corso<br />
durante la loro prima cerimonia<br />
ufficiale, l’inaugurazione dell’Anno<br />
Scolastico 2011-2012,<br />
uno degli eventi più toccanti e<br />
carichi di significato per gli Allievi,<br />
i propri cari e tutto il personale<br />
che opera all’interno del Morosini.<br />
Alla presenza dell’Ispettore<br />
alle Scuole della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>,<br />
l’Ammiraglio di Squadra<br />
Giuseppe De Giorgi, e delle autorità<br />
locali, civili e militari, intervenute<br />
numerose, lo svolgimento<br />
della cerimonia ha avuto nella<br />
consegna della bandiera della<br />
Scuola agli Allievi del 1° corso,<br />
uno dei momenti più significativi<br />
e profondi, quale simbolico passaggio<br />
del testimone agli Allievi<br />
più giovani, ai quali spetterà l’onere<br />
e l’onore di mantenere alti<br />
i valori e gli ideali sui quali si fonda<br />
la Scuola Navale; nella stessa<br />
occasione, a conferma del<br />
senso di appartenenza, i nuovi<br />
Allievi hanno reso noto il nome<br />
del proprio corso, Prometheus -<br />
“colui che riflette prima”, che,<br />
come vuole la tradizione, presenta<br />
dei collegamenti mitologici<br />
con quello del 3° corso, Hermes.<br />
“Noi allievi del corso Pro-<br />
metheus ci riconosciamo<br />
in lui per la sua determinazione<br />
nel perseguire gli<br />
obiettivi, per la coerenza<br />
con la quale ha perseguito<br />
i suoi generosi ideali, per lo<br />
spirito di sacrificio e la solidarietà<br />
dimostrata nell’insegnare<br />
agli uomini i principi<br />
fondamentali del vivere<br />
associati, le arti e, tra esse,<br />
quelle della navigazione. Elementi<br />
e conoscenze che sono<br />
propri della Scuola Navale <strong>Militare</strong>”<br />
ha commentato l’Allievo<br />
1° corso Denis Samuele Scarpina,<br />
il Capocorso.<br />
“Il Morosini da 50 anni rappresenta<br />
una guida solida per tanti<br />
giovani adolescenti animati da<br />
ammirevoli intenti”, ha ricordato<br />
nel suo intervento il Comandante<br />
Palone, evidenziando che “la<br />
Scuola Navale è artefice della<br />
loro progressiva crescita ed acquisizione<br />
di sicurezza e maturità<br />
di carattere”.<br />
Come di consuetudine, nel corso<br />
della cerimonia sono stati<br />
consegnati i distintivi di merito<br />
agli Allievi che si sono maggiormente<br />
distinti negli studi e in differenti<br />
discipline sportive.<br />
Molto sentito, poi, è stato il momento<br />
della consegna di una<br />
borsa di studio, offerta annualmente<br />
dagli ex Allievi del Corso<br />
Polaris (1973-1976), per ricordare<br />
la memoria del loro collega Stefano<br />
Simoncelli, prematuramente<br />
scomparso, cui la borsa di<br />
54<br />
studio è intitolata. Quest’anno, il<br />
riconoscimento è stato assegnato<br />
alla presenza della sorella,<br />
la Sig.ra Paola Simoncelli.<br />
Ha concluso la cerimonia l’intervento<br />
dell’Ispettore delle Scuole<br />
della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>. L’Ammiraglio<br />
De Giorgi ha voluto inizialmente<br />
richiamare gli attuali impegni<br />
della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> a<br />
supporto del Paese. Ha poi evidenziato<br />
come i valori della <strong>Marina</strong><br />
<strong>Militare</strong> ispirino profondamente<br />
l’attività che si svolge all’interno<br />
della Scuola Navale,<br />
da sempre fucina di qualificati<br />
dirigenti civili e militari, nonché<br />
di eccellenti Ufficiali di <strong>Marina</strong>.<br />
In chiusura, L’Ammiraglio ha voluto<br />
ricordare, rendendo un deferente<br />
omaggio, tutti coloro<br />
che vestendo la divisa della<br />
<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>, hanno sacrificato<br />
la propria la vita a difesa di<br />
valori ed ideali che Istituzioni<br />
della Forza Armata, quale la<br />
Scuola Navale Morosini, contribuiscono<br />
a diffondere nelle<br />
nuove generazioni. Al termine, è<br />
stato dichiarato ufficialmente<br />
aperto l’Anno Scolastico 2011-<br />
2012.<br />
Attualmente frequentano la<br />
Scuola Navale 167 Allievi, dei<br />
quali 39 ragazze, provenienti in<br />
maniera eterogenea da tutte le<br />
regioni d’Italia, a testimonianza<br />
del prestigio e dell’interesse che<br />
la Scuola Navale <strong>Militare</strong> riscuote<br />
a livello nazionale.<br />
Fabio Divina n<br />
La Grande Guerra<br />
Sono le ore dodici del 4 novembre<br />
1918, dal Comando supremo è dato<br />
l’annuncio che i resti di quello che<br />
fu uno dei più potenti eserciti del<br />
mondo risalgono in disordine e senza<br />
speranza le valli che avevano disceso<br />
con orgogliosa sicurezza. La<br />
guerra contro l'Austria-Ungheria<br />
che il nostro Paese iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e<br />
tenace valore condusse ininterrotta e asprissima per 41 mesi è vinta.<br />
Con la capitolazione della<br />
Germania una settimana<br />
dopo al bollettino di vittoria<br />
letto dal generale Armando<br />
Diaz, finisce la prima guerra<br />
mondiale. Quella guerra cui gli<br />
fu aggiunto l’aggettivo “grande”<br />
per la portata sconvolgente<br />
dell’avvenimento e per il<br />
dramma collettivo che provocò.<br />
Lo scrittore austriaco Joseph<br />
Roth fa dire al protagonista<br />
del suo romanzo, La cripta<br />
dei cappuccini: «La grande<br />
guerra che giustamente, a mio<br />
parere, viene chiamata guerra<br />
mondiale, e non già perché<br />
l’ha fatta tutto il mondo, ma<br />
perché tutti noi, in seguito a essa,<br />
abbiamo perduto un mondo,<br />
il nostro mondo».<br />
Quel mondo che le maggiori<br />
potenze europee impegnate<br />
in una lotta per la ripartizione<br />
dei mercati mondiali e l’affermazione<br />
della propria supremazia<br />
politica vollero cambiare.<br />
La classe dei politici e dei<br />
gruppi industriali e finanziari<br />
chiamò così un’intera generazione<br />
a combattere una guerra<br />
che si trasformò in un’inutile<br />
strage(1), ma che consegnò<br />
alla memoria esempi costanti<br />
di fulgido valor militare. Numerose<br />
saranno le gesta di eroismo<br />
tra le parti contendenti in<br />
un conflitto iniziato come una<br />
controversia familiare: il re d’In-<br />
ghilterra Giorgio V e l’imperatore<br />
di Germania Guglielmo II,<br />
senza dimenticarci della consorte<br />
dello zar Nicola II, Aleksandra<br />
Fëdorovna, sono tra loro<br />
cugini, nipoti diretti della regina<br />
Vittoria (detta per l'appunto<br />
la nonna d’Europa). In<br />
ogni Paese coinvolto, lo scoppio<br />
della guerra vede il trionfo<br />
del carattere patriottico e si<br />
diffuse il mito della “guerra giusta”.<br />
In Italia essa affonda le<br />
radici nella tradizione delle<br />
guerre rinascimentale; percepita<br />
come “quarta guerra d’indipendenza”<br />
molti giovani immolarono<br />
la propria vita per<br />
un’impresa nobile e per il mito<br />
della Patria. Nelle trincee, dove<br />
i soldati vivono in condizioni<br />
umane al limite della sopportazione,<br />
e lungo il Piave, che accompagna<br />
calmo e placido<br />
dall’inizio alla fine i fanti, si salda<br />
uno spirito di corpo che<br />
farà l’italiano ancor prima dell’Italia.<br />
Scrive un soldato alla<br />
madre dilettissima: Io per conto<br />
mio parto, ma non da vile!<br />
Giurai di compiere sempre e<br />
tutto quanto il mio dovere sino<br />
alla fine e vi assicuro che lo<br />
compirò. Altri resistettero fino<br />
all'estremo, finché tra l'incerto<br />
tentativo di salvarsi voltando il<br />
tergo al nemico ed il sicuro<br />
martirio, scelsero il martirio.<br />
E il nemico? Un valoroso anche<br />
55<br />
lui, solo la divisa era di un altro<br />
colore, ma identici i sentimenti.<br />
“Nessuno uscirà da questa<br />
guerra senza essere diventato<br />
una persona diversa” scrive un<br />
volontario tedesco in una lettera<br />
a casa.<br />
Non mancano episodi dove gli<br />
eserciti rivali fraternizzano fra<br />
loro. Famosa è la tregua di Natale<br />
del 1914, quando nella<br />
“terra di nessuno”, com’è chiamato<br />
lo spazio che separa le<br />
prime linee dei due fronti, i due<br />
eserciti s’incontrano e si scambiano<br />
auguri per un futuro migliore<br />
e fu anche possibile raccogliere<br />
i caduti e dare loro sepoltura.<br />
In quest’atmosfera<br />
quasi irreale si narra che si<br />
giocò persino una partita di<br />
pallone.<br />
Oggi con debito ricordiamo gli<br />
Eroi della grande guerra: da<br />
Luigi Rizzo a Cesare Battisti da<br />
Ernst Junger a Lawrence d’Arabia,<br />
e soprattutto il milite<br />
che, pur non sapendo il suo<br />
nome e il suo volto, muore per<br />
il giuramento fatto alla Patria e<br />
nell’adempiere al proprio dovere,<br />
magari anche in una<br />
giornata calma su tutta la zona<br />
di combattimento, in cui il<br />
bollettino del comando superiore<br />
annunciava niente di<br />
nuovo sul fronte occidentale.<br />
Costantino Fantasia n<br />
storia
ubrica<br />
L’ABC del mare<br />
Continua la rubrica che richiamando i termini marinareschi si prefigge<br />
di mantenere “sveglia” la nostra la cultura marinara.<br />
Ci avvaliamo sempre della collaborazione di chi ha dedicato una vita<br />
al mare: il Comandante e noto Skipper Giancarlo Basile<br />
ABBRIVO<br />
elocità iniziale o residua di una imbarcazione:<br />
Vquella che prende quando comincia a sentire<br />
il suo mezzo di propulsione e quella che resta<br />
quando questo cessa di agire, il verbo è abbrivare<br />
(e abbrivarsi).<br />
Si è divulgato il termine “abbrivio” che è sconsigliato.<br />
Ancora più sconsigliato è “abbriviare”<br />
o”abbriviarsi”. n<br />
FORMAGGETTA<br />
Detto anche galletta, è il pomo appiattito posto<br />
sopra l’asta della bandiera, la cui parte<br />
più alta deve essere a contatto con la stessa<br />
perché la bandiera sia regolarmente a segno. La<br />
formaggetta era posta anche sulle estremità degli<br />
alberi in legno dei velieri. n<br />
CROCETTA<br />
e crocette sono elementi dell’attrezzatura costi-<br />
Ltuiti da coppia di barrette, in legno nel passato,<br />
oggi in lega leggera o carbonio, che hanno lo scopo<br />
di distanziare opportunamente le sartie dall’albero,<br />
assicurando che questo e le stesse vi sia un<br />
angolo, detto quartiere, necessario perché l’albero<br />
sia adeguatamente sostenuto lateralmente. I pluriscafi<br />
molto spesso possono farne a meno, potendo<br />
realizzare il quartiere grazie alla loro larghezza, anche<br />
per le sartie più alte. Al contrario i monoscafi,<br />
specialmente quelli da regata di larghezza moderata<br />
e dotati di alberi alti e sottili, hanno bisogno di<br />
più ordini di crocette. Poiché queste costituiscono<br />
una resistenza addizionale al vento nell’andatura di<br />
bolina, presentano una sezione particolarmente<br />
curata dal punto di vista aerodinamico. Le crocette,<br />
essendo sollecitate dalle sartie sia a compressione<br />
che ad una forza tendente a fletterle verso il<br />
basso, non devono avere la possibilità di scorrere<br />
sulle stesse, e le loro estremità devono essere perciò<br />
adeguatamente vincolate alle sartie. Per esercitare<br />
al meglio la loro funzione è opportuno che siano inclinate<br />
leggermente verso l’alto, in modo da distanziare<br />
il più possibile le sartie dall’albero. Le più recenti<br />
attrezzature mirate a eliminare le sartie volanti,<br />
hanno le crocette alquanto angolate verso poppa<br />
(vengono oggi dette impropriamente acquartierate).<br />
In questo modo la compressione da cui sono<br />
sollecitate e la trazione delle sottostanti sartie angolate<br />
verso poppa irrigidiscono notevolmente l’albe-<br />
ro, che così può sostenere la trazione dello strallo e<br />
le forze d’inerzia durante il beccheggio senza flettersi<br />
apprezzabilmente, permettendo la desiderata<br />
eliminazione delle sartie volanti. Ciò tuttavia si paga<br />
con l’impossibilità di regolare adeguatamente la<br />
curvatura dell’albero per adattare la forma della<br />
randa alle varie condizioni. Inoltre la tensione dello<br />
strallo sarà meno efficacemente regolata che con<br />
le sartie volanti, e con ciò verrà limitata la regolazione<br />
della forma del genoa, molto condizionata dalla<br />
sua catenaria. Infine la randa, navigando in poppa,<br />
andrà ad appoggiarsi sulle crocette più marcatamente<br />
di prima, quando le crocette erano esattamente<br />
per madiere. n<br />
ACQUARTIERARE<br />
O riginariamente, dare alle sartie l’apertura angolare<br />
sufficiente (quartiere) per sostenere l’albero.<br />
Oggi il termine è impiegato anche per indicare<br />
il modo di angolare verso poppa le crocette,<br />
che è invalso in tempi recenti allo scopo di eliminare<br />
le sartie volanti e talvolta anche il paterazzo. n
l’etichetta navale<br />
Con questo articolo l’autore ci “rinfresca” alcuni comportamenti<br />
e consuetudini che dovrebbero essere tenuti a mente da chi va per mare<br />
Parliamo un pò<br />
di “Etichetta Navale”<br />
Chi come me ha<br />
“bazzicato” il mare<br />
per più di qualche<br />
anno ha gradualmente<br />
assimilato alcune<br />
precise abitudini<br />
comportamentali. Fin<br />
da “piccolo”, da allievo<br />
prima del Morosini e<br />
poi dell’Accademia, i<br />
nostri vecchi mi hanno<br />
dato in pasto una serie<br />
di nozioni che è difficile<br />
apprendere sui banchi<br />
ma che invece, nella<br />
vita quotidiana, a bordo<br />
delle navi, sono<br />
parte di una routine<br />
che nella pratica il giovane<br />
apprende, assimila;<br />
da allora in poi<br />
esse divengono elemento<br />
integrale non<br />
solo della sua cultura<br />
ma oserei dire, del suo<br />
modo di essere. Questo<br />
insieme di modi di<br />
fare, così peculiare<br />
dell’ambiente navale,<br />
abbraccia anche la<br />
cosiddetta “Etichetta<br />
Navale” di cui vorrei<br />
parlare un po’.<br />
Nata soprattutto per regolare le<br />
procedure di cortesia, tradizionali,<br />
consuetudinarie, fra le navi<br />
dei vari Paesi, l’Etichetta Navale<br />
si è gradualmente estesa a<br />
comprendere anche l’insieme<br />
delle norme che potremmo definire<br />
della “Buona Educazione”<br />
nei rapporti fra le imbarcazioni,<br />
nelle più varie circostanze. In altre<br />
nazioni, quest’insieme di norme<br />
è spesso noto, almeno in<br />
parte, anche a chi non si occu-<br />
pa regolarmente di attività sul<br />
mare o comunque collegate al<br />
mare. Questo ci riconduce all’antico<br />
lamento che vuole l’Italia<br />
un Paese poco marinaro sebbene<br />
sia quasi interamente circondata<br />
dal mare e abbia un<br />
incredibile sviluppo costiero. Ma<br />
non siamo qui per lamentarci,<br />
piuttosto per fare; e cosa, nel<br />
nostro piccolo quotidiano, possiamo<br />
fare per contribuire a modificare<br />
questo incancrenito stato<br />
di cose? Apprendere, innanzi-<br />
58<br />
tutto, tutti quegli<br />
aspetti caratteristici<br />
che rendono speciale<br />
la vita di chi opera<br />
sul mare e per il mare;<br />
fare poi opera di<br />
trasferimento di queste<br />
nozioni verso gli<br />
“altri”, in modo da<br />
fare nascere in queste<br />
persone l’apprezzamento<br />
per un ambiente<br />
che sino a<br />
poco prima era stato<br />
loro quasi sconosciuto<br />
e che si rivela per<br />
nostro tramite custode<br />
di valori e di specificità<br />
stupende. Per<br />
chi presta servizio in<br />
<strong>Marina</strong> ma anche<br />
per chi ha semplicemente<br />
scelto il mare<br />
come fonte di primario<br />
interesse anche<br />
se non professionale,<br />
questo processo essenziale<br />
e irrinunciabile<br />
di apprendimento<br />
e trasmissione agli<br />
altri delle nozioni assimilate<br />
dovrebbe essere<br />
perfettamente<br />
metabolizzato e divenire quasi<br />
una seconda natura e continua<br />
fonte di orgoglio per il mondo in<br />
cui ci si trova a vivere e di compiacimento<br />
per l’apprezzamento<br />
che si riscuote. Si tratta di una<br />
scelta di vita, e chi la fa non può<br />
sentirsi pago se non riesce anche<br />
a condividere le proprie<br />
sensazioni, le proprie scelte<br />
ideali, le esperienze e le conoscenze<br />
che sono scaturite da tale<br />
scelta e dal proprio rapporto<br />
esclusivo con il mare.<br />
L’importanza dell’“Etichetta<br />
Navale”<br />
E torniamo al termine “Etichetta<br />
Navale”. Di per sé tale termine<br />
può far sorridere e può richiamare<br />
comportamenti esclusivamente<br />
formali che ben poco<br />
hanno a che fare con i valori a<br />
cui chi opera sul mare vuole riferirsi.<br />
Ma questo sarebbe allora<br />
vero anche per buona parte dei<br />
regolamenti militari, delle cerimonie<br />
religiose e in definitiva di<br />
tutte quelle forme mediante le<br />
quali si vuole manifestare il rispetto<br />
dovuto ai superiori, la<br />
protezione che si vuole estendere<br />
ai più deboli o il cameratismo<br />
verso i propri compagni. La sensazione,<br />
diffusa soprattutto fra i<br />
più giovani, è che l’insieme delle<br />
norme a cui ci stiamo riferendo,<br />
costituisca soltanto un richiamo<br />
fuori moda ad una tradizione<br />
non più attuale, vuota di significato<br />
e in definitiva, un’inutile<br />
perdita di tempo. Il fatto che siamo<br />
qui a parlarne vuol dire che<br />
siamo convinti del contrario; altrimenti<br />
non impiegheremmo<br />
così le nostre energie.<br />
L’“Etichetta Navale”, come tutte<br />
le altre forme di etichetta,<br />
rappresenta un punto di arrivo,<br />
una manifestazione di civiltà<br />
mediante la quale vengono imbrigliate<br />
in comportamenti standardizzati<br />
le tendenze umane<br />
più grossolane. La sua rigidità<br />
può farne rilevare aspetti ridicoli,<br />
inutili? Beh! Tutto ciò che è forma<br />
si tira addosso in genere<br />
questo tipo di critiche, sembra<br />
assolutamente superfluo ma in<br />
realtà, a volte, fa addirittura da<br />
completamento alle leggi e manifesta<br />
la stessa inutilità che può<br />
essere attribuita, per esempio,<br />
ad un regalo o ad una corona<br />
di fiori su di una tomba! (Nessuno<br />
potrà certo definire queste<br />
cose come indispensabili, ma<br />
quasi tutti attribuiscono loro un<br />
profondo significato). Va da sé<br />
che le regole assumono un valore<br />
pieno solo quando vanno di<br />
pari passo con i sentimenti di cui<br />
dovrebbero essere manifestazio-<br />
ne tangibile; spesso, esse contribuiscono<br />
a creare tali sentimenti:<br />
per fare un esempio storico, riferirò<br />
ciò che ebbe a dire il famoso<br />
Ammiraglio inglese Jervis<br />
parlando della disciplina: “…<br />
quando essa raggiunge una<br />
certa perfezione formale è facile<br />
che non si sia lontano da un risultato<br />
sostanziale, ovvero che<br />
essa sia presente anche nei<br />
cuori dei marinai. ”.<br />
Al di là di queste considerazioni,<br />
è opportuno ricordare che chi è<br />
marinaio del proprio Paese è<br />
comunque tenuto alla conoscenza<br />
delle norme dell’“Etichetta<br />
Navale” anche dal fatto<br />
che la loro eventuale ignoranza,<br />
soprattutto in un contesto internazionale,<br />
porterebbe con certezza<br />
a figuracce che si riverbererebbero<br />
sulla propria bandiera.<br />
Lo stesso è valido, seppure<br />
ad un livello minore, per i soci di<br />
59<br />
un circolo che innalzano il guidone<br />
sociale sulla propria barca.<br />
Per tutti resta valido il principio<br />
che non bisogna nascondersi<br />
dietro la propria ignoranza.<br />
Va inoltre sottolineato come, soprattutto<br />
in alcuni Paesi, il mancare<br />
nel campo dell’“Etichetta<br />
Navale” sia ritenuto altrettanto<br />
grave che, nell’ambito della comune<br />
educazione, il non salutare<br />
delle persone conosciute incontrandole<br />
per strada.<br />
L’uso delle bandiere<br />
Non mi sembra il caso di esaminare<br />
qui in dettaglio le norme<br />
relative all’uso e alle tipologie<br />
delle bandiere; non ce ne sarebbe<br />
nemmeno lo spazio. Vorrei<br />
però richiamare alcuni concetti<br />
elementari, rimandando<br />
tutti ad approfondire l’argomento<br />
sulle specifiche pubblicazioni,
ove la materia è trattata in<br />
profondità. Sorvoliamo quindi<br />
sulle dimensioni delle bandiere,<br />
ma accenniamo agli elementi<br />
fondamentali relativi ad alcuni,<br />
più comuni, loro usi specifici. In<br />
realtà, spesso, nel trattare dell’uso<br />
delle bandiere, sarebbe bene<br />
parlare più di consuetudini<br />
che di regole ma come ci insegnano<br />
gli studiosi del Diritto, è<br />
dalle consuetudini che si parte<br />
per la successiva stesura delle<br />
regole e finanche delle leggi.<br />
Naturalmente, le Nazioni con alle<br />
spalle una più solida tradizione<br />
marinara, come la Gran Bretagna,<br />
sono quelle che hanno<br />
dettato le linee di principio di<br />
questa “normativa” che è stata<br />
poi ripresa, con piccole varianti,<br />
da tutte le altre marinerie, a cominciare<br />
da quelle di Stato.<br />
Per l’alza e l’ammaina bandie-<br />
ra, le unità da diporto fanno riferimento<br />
al segnale che viene alzato<br />
sull’albero del circolo velico.<br />
In caso di presenza in porto<br />
di navi militari, è quella sulla<br />
quale è imbarcato l’Ufficiale più<br />
anziano (ovvero quello più alto<br />
in grado) a dare i segnali a cui si<br />
uniformeranno le altre unità/navi/imbarcazioni<br />
presenti. Qualora<br />
fossero presenti in porto solo<br />
unità mercantili, la vecchia<br />
usanza, purtroppo ora non più<br />
comunemente seguita, è quella<br />
che il comandante più anziano<br />
presente in rada assuma la qualifica<br />
di capo della rada e da lui<br />
derivino le disposizioni per l’alza<br />
e l’ammaina. L’alza bandiera,<br />
comunque, avviene sempre alle<br />
0800, essendo preceduto dal segnale<br />
preparatorio, cinque minuti<br />
prima. La bandiera resta poi<br />
alzata tutto il giorno. L’orario del-<br />
60<br />
l’ammaina bandiera è invece<br />
quello del tramonto e quindi varia<br />
in funzione delle stagioni e<br />
delle località. La nave che imbarca<br />
l’Ufficiale più anziano si<br />
occuperà di determinare l’ora<br />
esatta del tramonto e di alzare<br />
all’ora appropriata il segnale<br />
preparatorio e a questo si<br />
conformeranno tutte le altre navi/imbarcazioni<br />
presenti nel sorgitore.<br />
Per quanto attiene l’uso della<br />
bandiera in navigazione, bisogna<br />
distinguere fra unità militari<br />
e mercantili. Di norma, le unità<br />
militari, al tramonto fanno la cerimonia<br />
dell’ammaina bandiera<br />
ma la bandiera viene successivamente<br />
rialzata e continuerà a<br />
sventolare anche di notte. Nel<br />
caso di unità mercantili/imbarcazioni<br />
che navighino in prossimità<br />
di costa è bene che esse<br />
abbiano la bandiera sempre<br />
esposta. Ugualmente, anche<br />
qualora, in mare aperto, la bandiera<br />
fosse ammainata, si avrà<br />
cura di mostrarla nel caso ci si<br />
dovesse imbattere in un’altra<br />
nave/imbarcazione, onde<br />
scambiarsi l’informazione relativa<br />
alla rispettiva nazionalità.<br />
Quando si prende o si lascia un<br />
ancoraggio, indipendentemente<br />
dall’ora, è pure previsto mostrare<br />
la bandiera.<br />
È da notare come mentre l’alza<br />
bandiera va eseguito con una<br />
certa rapidità, l’ammaina avviene<br />
lentamente. È tradizione corretta<br />
evitare che i lembi della<br />
bandiera tocchino la coperta.<br />
L’atteggiamento dei presenti ad<br />
una cerimonia di alza o ammaina<br />
bandiera è quello di alzarsi in<br />
piedi se seduti e di salutare; in<br />
molte Marine lo si fa, quando in<br />
divisa, portando la mano al berretto,<br />
mentre in quella italiana la<br />
consuetudine è che ci si scopra<br />
e si resti a capo scoperto per<br />
tutta la durata della cerimonia;<br />
anche per chi è in borghese a<br />
capo coperto è buona norma<br />
scoprirsi e se già a capo scoperto,<br />
inclinare leggermente il capo<br />
in avanti.<br />
Nel caso una nave<br />
mercantile/imbarcazione da diporto<br />
si trovi ad incrociare la rotta<br />
di un’unità militare – sia del<br />
proprio Paese che di altri – è<br />
corretto che la nave militare<br />
venga salutata da quella mercantile.<br />
La procedura per farlo è<br />
la seguente: si ammaina a metà<br />
la propria bandiera e si mantiene<br />
in tale posizione sino a quando<br />
si incrocia la nave che si sta<br />
salutando o sino a che essa risponde;<br />
dopo di che la si riporta<br />
61<br />
a segno. Se la propria bandiera<br />
è fissa su di un’asta, per salutare<br />
si toglie l’asta dal supporto e si<br />
abbassa all’altezza della murata.<br />
Quindi, analogamente alla<br />
manovra precedentemente descritta,<br />
si rimette nella posizione<br />
originaria quando si è incrociata<br />
l’unità militare o se ne è ricevuta<br />
risposta. Ai tempi della marineria<br />
velica, il mercantile che salutava<br />
la nave militare contemporaneamente<br />
all’atto di ammainare<br />
e poi rialzare la bandiera<br />
compiva quello di ammainare e<br />
di riportare al segno la vela di<br />
fiocco che si trovava più a prora.<br />
Nel caso si incontri una formazione<br />
navale, sarà solo la nave<br />
che ospita il Comandante<br />
della formazione a rispondere al<br />
saluto.<br />
Citerò un esempio per mostrare<br />
come, fra veri marinai, il tipo di
usanze e consuetudini di cui stiamo<br />
parlando siano tenute in<br />
gran conto. L’epoca è quella<br />
della I Guerra Mondiale, siamo<br />
alla fine della battaglia delle<br />
Falklands e la squadra inglese<br />
sta serrando da presso l’ammiraglio<br />
tedesco Von Spee; all’improvviso,<br />
gli Inglesi, a bordo<br />
dell’“Invincible” e dell’“Inflexible”,<br />
si rendono conto che c’è<br />
un veliero, a cui nessuno, nella<br />
foga della battaglia, aveva fatto<br />
caso, interposto fra loro e i Tedeschi.<br />
La regola vuole che una<br />
nave a propulsione meccanica<br />
debba sempre dare la precedenza<br />
ad un veliero. Certo, in<br />
combattimento si rischia di perdere<br />
dei minuti preziosi… ma così<br />
avviene: gli Inglesi cessano il<br />
fuoco e manovrano per passare<br />
di poppa al veliero; quest’ultimo,<br />
a sua volta, non avendo<br />
esposta la bandiera, ammaina<br />
e issa per tre volte il gran fiocco,<br />
in segno di saluto!<br />
Un’imbarcazione a remi esprime<br />
il suo saluto alla bandiera effettuando<br />
l’alza remi, ovvero, all’ordine<br />
del padrone, tutti i vogatori<br />
sollevano simultaneamente<br />
dall’acqua i remi e li portano<br />
in posizione verticale.<br />
Un caso particolare è quello<br />
rappresentato dall’unità militare<br />
che rende il saluto con salve dei<br />
propri cannoni; in questo caso le<br />
imbarcazioni a motore nei paraggi,<br />
se possibile, fermano i motori<br />
per la durata delle salve<br />
mentre le barche a vela mettono<br />
la prora al vento; entrambe<br />
salutano con la bandiera sino al<br />
termine delle salve.<br />
In caso di lutto nazionale vige la<br />
consuetudine della bandiera a<br />
mezz’asta come sugli edifici<br />
pubblici. Lo stesso comportamento<br />
è bene adottare, per<br />
buona norma di cortesia, qualora<br />
ci si trovi in un porto estero in<br />
cui sia stata dichiarata una giornata<br />
di lutto.<br />
È buona norma che la bandiera<br />
non sia mai stracciata o scolorita<br />
e che sull’imbarcazione, non<br />
venga tenuta avvolta o legata<br />
all’asta.<br />
La posizione occupata dalla<br />
bandiera sulle navi è sull’asta di<br />
poppa in porto e al picco in navigazione;<br />
sulle imbarcazioni a<br />
motore è sull’asta di poppa<br />
sempre mentre su quelle a vela<br />
si presentano più casi: se sono<br />
armate a sloop, la bandiera va<br />
tenuta sull’asta di poppa o in<br />
navigazione a vela, a due terzi<br />
della balumina della randa; nelle<br />
barche fornite di più alberi o<br />
di picco, la bandiera che quando<br />
all’ancora sarà a poppa, in<br />
navigazione viene issata sul picco<br />
che sporge dall’albero o sull’albero<br />
poppiero.<br />
Per quanto concerne il saluto fra<br />
imbarcazioni da diporto, dettato<br />
da tradizioni di cortesia, esso<br />
avviene ammainando il guidone<br />
sociale una sola volta.<br />
Una curiosità concernente la<br />
bandiera nazionale, definita anche<br />
come insegna o come colori.<br />
Tutti conoscono il tricolore e<br />
tutti, naturalmente, sanno che<br />
sulle navi esso è arricchito al<br />
centro dallo stemma formato<br />
da quello delle quattro repubbliche<br />
marinare. È immediatamente<br />
evidente che le unità militari,<br />
a differenza di quelle mercantili,<br />
facciano sovrastare tale stemma<br />
dalla corona rostrata e turrita;<br />
ciò che risulta meno evidente<br />
è invece il fatto che, sempre<br />
nelle unità militari, il quarto dello<br />
stemma che riporta la bandiera<br />
della Repubblica di Venezia presenti<br />
delle specificità: mentre<br />
l’analogo della bandiera mercantile<br />
mostra il leone di San<br />
Marco con il vangelo aperto (e<br />
vi si legge: “pax tibi Marce<br />
evangelista meus”), in quello militare<br />
il vangelo è chiuso, il leone<br />
tiene la zampa anteriore sinistra<br />
su di esso, mentre l’altra solleva<br />
una spada; inoltre, la coda del<br />
leone è girata verso l’alto.<br />
Particolari tipi di bandiere<br />
Mentre a bordo delle navi militari<br />
sarà sempre presente personale<br />
della categoria “segnalatori”,<br />
perfettamente in grado di gestire<br />
con professionalità tutte le<br />
possibili varietà di bandiere e di<br />
segnali a bandiere, non sempre<br />
è dato a tutti gli altri appartenenti<br />
alla <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> e meno<br />
che mai a chi non ha fatto<br />
del mare una professione, di conoscere<br />
tutte le specifiche consuetudini<br />
e bandiere utilizzate<br />
nell’ambito del diporto. È però<br />
giusto che tutti coloro che il mare<br />
lo “frequentano” abitualmente<br />
siano al corrente almeno di<br />
una gran parte di tutto ciò, non<br />
facendosi trovare impreparati<br />
per lo meno di fronte alle usanze<br />
più comuni. Per questo, si danno<br />
di seguito ragguagli circa alcuni<br />
tipi di bandiere particolari.<br />
Bandiera di cortesia<br />
Quando ci si reca all’estero, è<br />
necessario provvedersi delle<br />
bandiere dei Paesi che verranno<br />
toccati. È norma tradizional-<br />
mente rispettata, infatti, che sia<br />
in porto che in navigazione si innalzi<br />
anche la bandiera del Paese<br />
nelle cui acque si sta navigando.<br />
Tale bandiera sarà in<br />
ogni caso di dimensioni inferiori<br />
a quella nazionale. Sulle imbarcazioni<br />
che non hanno alberi la<br />
bandiera che appunto si chiama<br />
di cortesia, ovvero quella<br />
del Paese ospite, viene esposta<br />
sull’asta di prora; qualora il motoryacht<br />
abbia un albero centrale,<br />
questa bandiera verrà<br />
esposta a dritta dalla parte più<br />
esterna; quando invece si parli<br />
di imbarcazioni fornite di albero/alberi,<br />
alla crocetta principale<br />
dell’albero di maestra.<br />
Guidone Sociale<br />
Si tratta o del guidone del Circolo<br />
di cui è socio il proprietario<br />
dell’imbarcazione o quello del<br />
Circolo nei cui registri è iscritta la<br />
barca. Questa bandiera può rimanere<br />
a riva giorno e notte, indipendentemente<br />
dal fatto che<br />
si sia all’ancora o in navigazione.<br />
Essa si ammaina solo quando<br />
la barca viene messa in disarmo.<br />
Per alcuni circoli esistono<br />
alcuni guidoni particolari relativi<br />
a specifiche cariche sociali di<br />
chi li mostra a riva. È buona norma<br />
mostrare sempre un solo gui-<br />
done anche se si è membri di<br />
più sodalizi; si sceglie di norma di<br />
navigare sotto quello del circolo<br />
avente la maggiore anzianità<br />
oppure quello del circolo che<br />
ha organizzato la regata alla<br />
quale si sta partecipando (naturalmente<br />
se si è soci anche di<br />
questo). Qualora, successivamente,<br />
si voglia rendere onore<br />
al circolo più anziano, si potrà<br />
farlo, a termine regata, dopo essersi<br />
ormeggiati o ancorati: mai<br />
effettuare un cambio di guidone<br />
durante la navigazione. La<br />
posizione nella quale mostrare il<br />
guidone è sull’asta di prora,<br />
qualora la barca non abbia alberi,<br />
a dritta sulla parte interna,<br />
qualora il motoryacht disponga<br />
di un albero centrale e in testa<br />
all’albero di maestra qualora<br />
l’imbarcazione, a vela, disponga<br />
di uno o più alberi. Qualora<br />
la testa dell’albero sia occupata<br />
da un’antenna radio, il guidone<br />
sociale può essere portato alla<br />
crocetta di dritta ma qualora si<br />
navighi in acque straniere, esso<br />
cederà il posto alla bandiera di<br />
cortesia per ripiegare, insieme<br />
all’eventuale insegna del proprietario,<br />
sulla crocetta di sinistra.<br />
Mentre in Italia la stragrande<br />
maggioranza dei guidoni so-<br />
63<br />
ciali ha appunto la forma triangolare<br />
del guidone, alcuni possono<br />
anche avere forma diversa<br />
e così avviene, anche di più, all’estero;<br />
in Francia, per esempio,<br />
l’insegna sociale è molto spesso<br />
rettangolare. Chi si trovasse ad<br />
affittare un’imbarcazione il cui<br />
proprietario è iscritto ad un certo<br />
circolo, non ha alcun diritto di<br />
continuare ad issare il guidone<br />
sociale del proprietario in assenza<br />
di quest’ultimo, a meno che<br />
non sia socio anch’egli dello<br />
stesso circolo. Senza scendere<br />
nel particolare, basterà esercitare<br />
un po’ di buon gusto e di<br />
buonsenso per evitare l’uso di<br />
guidoni troppo grandi o al contrario,<br />
irrilevanti. Da ricordare,<br />
comunque, che l’insegna nazionale<br />
dovrà essere comunque<br />
più grande di qualsiasi altra<br />
bandiera presente a bordo.<br />
Bandiera armatoriale o del proprietario<br />
Essa viene esposta quando il<br />
proprietario o un suo familiare<br />
sono presenti a bordo. Purché<br />
non assomigli ad altre già esistenti<br />
essa, quadrata o triangolare,<br />
realizzata entro determinati<br />
rapporti dimensionali, può essere<br />
disegnata a piacere del proprietario.<br />
In Francia, di norma,
essa è rettangolare e segue la<br />
regola araldica per cui nel disegno<br />
si cerca di non mettere mai<br />
vicini fra loro i colori (rosso, azzurro,<br />
nero, verde, porpora e arancio)<br />
o i metalli (oro o giallo e<br />
bianco o argento) seguendo un<br />
disegno che deriva da tratti verticali<br />
orizzontali e obliqui, oppure<br />
dalla combinazione di tratti verticali<br />
ed orizzontali, o obliqui. La<br />
norma dettata anche dal buonsenso<br />
è che, comunque, l’insegna<br />
possa essere ben visibile da<br />
lontano. Su di un M/Y ad albero<br />
centrale, tale insegna viene issata<br />
a sinistra all’interno mentre<br />
sulle imbarcazioni a vela ad un<br />
solo albero alla crocetta principale<br />
di sinistra; qualora l’imbarcazione<br />
a vela disponga di più<br />
alberi quest’insegna andrà alla<br />
crocetta principale di sinistra<br />
dell’albero maestro, mentre se<br />
non esistono crocette essa verrà<br />
issata sull’albero di prora nel caso<br />
gli alberi siano due e sull’albero<br />
poppiero nel caso gli alberi<br />
siano tre. Al posto dell’insegna<br />
del proprietario, quando sull’imbarcazione<br />
sale un’Autorità<br />
avente diritto ad una sua insegna,<br />
questa, definita “insegna di<br />
dignitario”, prende il posto di<br />
quella del proprietario. Eccezione<br />
viene fatta nel caso l’Autorità<br />
sia un Principe di Casa Regnante<br />
o il Presidente della Repubblica<br />
Italiana; in questo caso<br />
l’insegna dell’autorità, che<br />
viene definita stendardo, si alza<br />
all’albero di maestra. Per gli in-<br />
glesi l’insegna del proprietario<br />
può tranquillamente essere issata<br />
sotto quella del circolo mentre<br />
i francesi cercheranno sempre<br />
di evitare di esporre un’insegna<br />
al di sotto di un’altra sulla<br />
stessa drizza, in quanto intendono<br />
questo come uno svilimento<br />
di quella posta più in basso.<br />
Bandiera di libera pratica<br />
A volte, entrando in un porto<br />
straniero, è d’obbligo effettuare<br />
all’Autorità marittima del posto<br />
la dichiarazione che l’equipaggio<br />
è in perfette condizioni fisiche,<br />
non affetto da alcuna malattia<br />
che possa preoccupare le<br />
autorità sanitarie locali. Per farlo,<br />
si può innalzare alla crocetta<br />
principale di sinistra la bandiera<br />
“Q” del codice internazionale<br />
dei segnali (bandiera gialla),<br />
detta anche, in passato, bandiera<br />
di “quarantena”. Con tale<br />
procedura si richiede l’autorizzazione<br />
a ormeggiarsi e sbarcare,<br />
ovvero l’autorizzazione per quella<br />
che viene definita “libera pratica”.<br />
Bandiere, pennelli, guidoni<br />
Il Codice Internazionale dei segnali<br />
comprende 26 bandiere<br />
alfabetiche, 10 pennelli numerici,<br />
3 guidoni ripetitori e il segnale<br />
intelligenza. Alcune di queste sono<br />
impiegate anche durante le<br />
regate per comunicare con gli<br />
equipaggi o come distintivi per<br />
alcune classi di imbarcazioni<br />
(ma non tutte).<br />
Gran Pavese o Gala di Bandiere<br />
Il termine “pavese” deriva dal<br />
basso Medio Evo, quando con<br />
esso s’intendeva l’insieme degli<br />
scudi incastrati attorno allo<br />
scafo e altre parti dell’imbarcazione,<br />
per offrire una difesa ai<br />
combattenti. Per estensione il<br />
termine è passato poi a quei<br />
parati più o meno fantasiosi utilizzati<br />
per decorazione o mascheramento.<br />
Al giorno d’oggi,<br />
premesso che non c’è più spazio<br />
in questo campo per la fantasia,<br />
il “pavese” ha assunto un<br />
senso particolare ed il suo uso è<br />
strettamente regolamentato.<br />
L’insieme delle bandiere del Codice<br />
Internazionale, innalzato<br />
solamente in porto, costituisce il<br />
Gran Pavese e si innalza da<br />
prua a poppa in occasione del<br />
varo e delle feste nazionali proprie<br />
o dell’eventuale Paese ospite;<br />
in quest’ultimo caso, le due<br />
bandiere nazionali verranno alzate<br />
entrambe in testa d’albero,<br />
sulla stessa asta, quella del proprio<br />
Paese a sinistra e quella del<br />
Paese ospite a dritta.<br />
Altre bandiere<br />
Fra le altre bandiere, posto che<br />
ogni bandiera del Codice Internazionale<br />
dei segnali usata singolarmente<br />
ha un suo significato<br />
e che nello stesso Codice si<br />
assegnano particolari significati<br />
a gruppi specifici di bandiere e<br />
che in campo militare ciò è altresì<br />
complicato dalle combinazioni<br />
in uso in ulteriori particolari<br />
codici, vorrei ricordare, in ambito<br />
diportistico, la bandiera del<br />
pasto del proprietario (quadrata,<br />
bianca, che sostituisce quella<br />
del proprietario in tale occasione),<br />
la bandiera di assenza<br />
del proprietario (quadrata, azzurra,<br />
che sostituisce quella del<br />
proprietario), la bandiera di ospite<br />
a bordo (quadrata, azzurra,<br />
con banda diagonale bianca,<br />
che sostituisce quella del proprietario<br />
quando quest’ultimo è<br />
assente da bordo ma in sua vece<br />
sono presenti suoi ospiti),<br />
bandiera d’invito a bordo (quadrata,<br />
azzurra, con la sagoma<br />
bianca di un bicchiere al centro;<br />
essa, alzata al posto di quella<br />
del proprietario, invita arma-<br />
tori e ospiti delle barche vicine a<br />
recarsi a bordo in visita); infine la<br />
bandiera di pasto dell’equipaggio<br />
(un pennello rosso che si alza<br />
a sinistra di quella del proprietario<br />
quando i dipendenti sono a<br />
pranzo).<br />
Va da sé che le bandiere e le<br />
normative di cui sopra hanno<br />
senso se usate su imbarcazioni di<br />
una certa dimensione. Si rasenterebbe<br />
il ridicolo qualora, per<br />
esempio, determinati segnali venissero<br />
alzati su di un’imbarcazione<br />
non pontata, di pochi metri<br />
di lunghezza, in cui ciò che<br />
avviene a bordo è sotto gli occhi<br />
di chi passeggia in banchina<br />
senza alcuna bisogno di essere<br />
“segnalato”.<br />
Delle visite a bordo<br />
Una norma che è bene venga<br />
rispettata da tutti è quella che<br />
prevede di chiedere il permesso<br />
di salire a bordo di un’imbarcazione<br />
al Proprietario o al Comandante,<br />
o in loro assenza a<br />
chi è presente a bordo. Una volta<br />
ricevuta tale autorizzazione,<br />
sarà cura del visitatore di togliersi<br />
le scarpe, anche senza essere<br />
invitato a farlo, e deporle o nella<br />
cesta che molti predispongono,<br />
in banchina, a fianco della scaletta/passerella,<br />
oppure, a bordo,<br />
nelle immediate vicinanze di<br />
scaletta/passerella. Ciò sia se ci<br />
si debba intrattenere in coperta<br />
come andare sottocoperta.<br />
Normalmente, il lato di dritta<br />
dell’imbarcazione è quello riservato<br />
al proprietario e agli ospiti,<br />
mentre quello di sinistra è per il<br />
personale di servizio.<br />
Il lato dritto è considerato quello<br />
d’onore, a poppavia delle sartie;<br />
per cui è qui che imbarcheranno<br />
e sbarcheranno proprietario<br />
ed ospiti, mentre i movimenti<br />
dell’equipaggio, ove praticabile,<br />
avverranno dal lato sinistro.<br />
Al contrario, qualora si dovesse<br />
accostare un’unità militare<br />
alla fonda bisognerà farlo dal<br />
lato sinistro in quanto quello dritto<br />
è riservato agli Ufficiali. In questo<br />
caso, poi, nel salire a bordo,<br />
giunti all’altezza della coperta si<br />
volgerà lo sguardo verso la bandiera<br />
e ci si scoprirà, qualora a<br />
capo coperto, oppure, se a capo<br />
scoperto, si farà un cenno di<br />
saluto con la testa.<br />
In caso l’imbarcazione manovri<br />
e agli ospiti non sia stato assegnato<br />
qualche specifico incarico,<br />
sarà quanto mai opportuno<br />
che essi si trattengano seduti o<br />
distesi sui posti loro riservati. Così<br />
facendo eviteranno di costituire<br />
intralcio alle operazioni di coperta<br />
e di ostacolare la visuale ai<br />
responsabili della manovra.<br />
In occasione delle visite a bordo,<br />
ma non solo, è consuetudine<br />
l’uso dei biglietti da visita. È<br />
bene ricordare che nell’ambiente<br />
dei Circoli Nautici il biglietto<br />
più appropriato è quello che riporta<br />
al centro il nome e cognome,<br />
preceduto solo dai titoli<br />
che la persona possegga o nella<br />
<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> o in quella<br />
Mercantile e seguito dall’eventuale<br />
abilitazione nautica ottenuta.<br />
Qualora si rivesta una carica sociale<br />
nel proprio circolo, tale carica<br />
dovrebbe comparire prima,<br />
mettendo l’abilitazione sotto di<br />
essa. Il guidone del circolo può<br />
figurare in alto a sinistra mentre<br />
in basso a sinistra si può riportare<br />
il nome della barca, quello del<br />
porto di stazionamento e il posto<br />
65<br />
d’ormeggio.<br />
Se si è membri di un circolo e ci<br />
si trova in un porto quando arriva<br />
un’imbarcazione dello stesso<br />
circolo o ci si trova a bordo di<br />
un’imbarcazione che arriva in<br />
un porto in cui sia già presente<br />
un’altra barca appartenente allo<br />
stesso sodalizio, è buona norma<br />
che il più giovane si rechi a<br />
salutare il più anziano dei due<br />
soci.<br />
Per i giovani che si recano a<br />
bordo di una nave: ricordate<br />
che quando si imbarca sulla lancia<br />
che vi porterà verso la nave<br />
che attende alla fonda, i più<br />
giovani imbarcano per primi sulla<br />
barca e scendono per ultimi<br />
dalla stessa. Viceversa, all’arrivo<br />
al barcarizzo dell’unità, il primo a<br />
salire a bordo è il comandante<br />
e lui sarà anche l’ultimo a scendere<br />
(dopo di lui verrà chi segue<br />
in ordine di anzianità e così via).<br />
La stessa norma si applica comunemente<br />
sulle barche: lo<br />
skipper sale a bordo per primo e<br />
scende per ultimo.<br />
Consuetudini di bordo e di<br />
terra<br />
La tenuta appropriata a bordo<br />
dipende in parte dalle dimensioni<br />
dell’imbarcazione. Non è un<br />
vezzo ma esprime la serietà con<br />
cui ci si è avvicinati a quest’am-
iente. Diverse sono le esigenze<br />
su di un motoryacht di 30 metri<br />
da quelle a bordo di un dinghy.<br />
Di massima bisognerà privilegiare<br />
vestiti comodi, di materiale robusto,<br />
facili da lavare, senza dimenticare<br />
che a volte, d’estate,<br />
l’uso di determinati indumenti<br />
potrà anche prevenire bruciature<br />
solari diffuse. Un berretto con<br />
visiera, schermando il sole, permetterà<br />
di vedere meglio da<br />
lontano, oltre ad evitare colpi di<br />
sole. Le scarpe antisdrucciolo<br />
saranno di rigore, in navigazione,<br />
perché è facile urtare sui<br />
molti ostacoli presenti in coperta<br />
e prodursi ferite.<br />
L’ordine ed il rassetto della nave<br />
come dell’imbarcazione costituiscono<br />
vero e proprio punto<br />
d’onore per il marinaio, la manifestazione<br />
esteriore del rispetto e<br />
dell’affetto che tutti i marinai nutrono<br />
per la propria “barca”. Lo<br />
spazio a bordo è sempre limitato,<br />
per cui l’ordine diviene funzionale<br />
al vivere civile. Lo stesso<br />
dicasi per la pulizia, di cui non si<br />
sarà mai paghi. Un particolare<br />
discorso meritano, a questo proposito,<br />
i locali igienici che se so-<br />
no sempre, ovunque, il metro<br />
della civiltà di un gruppo sociale,<br />
a bordo lo sono anche… di<br />
più! Non a caso sui sommergibili,<br />
tradizionalmente, date le complicazioni<br />
dell’impianto e le… urgenze<br />
a cui si può andare incontro,<br />
è il primo apparato del<br />
quale ai novizi vengono spiegati<br />
i misteri del funzionamento.<br />
Poiché gli impianti di bordo presentano<br />
limiti e tolleranze diverse<br />
da quelli a terra è bene che tutti<br />
capiscano, da subito, a quali<br />
problemi ci si possa trovare di<br />
fronte a causa di un uso improprio<br />
degli stessi, su di una nave<br />
come su di una barca.<br />
Di pari passo va il discorso sullo<br />
stato di conservazione, sulla manutenzione<br />
dell’imbarcazione.<br />
Chi pensasse che la barca un<br />
po’ “vissuta” fa snob… si sbaglia<br />
di grosso; è vero il contrario! Sulle<br />
barche da lavoro, a volte, in<br />
considerazione del particolare<br />
tipo d’impiego, si può essere<br />
condiscendenti e accettare alcuni<br />
segni d’usura ma altrove<br />
no, nella maniera più assoluta.<br />
La barca deve essere sempre in<br />
uno stato perfetto, quello che<br />
66<br />
più mette al vento da possibili incidenti<br />
dovuti al cedimento dell’attrezzatura<br />
e allo stesso tempo<br />
esprime in maniera tangibile l’amore<br />
del proprietario per la sua<br />
barca. Ove poi la trasandatezza<br />
fosse dovuta al fatto che si possiede<br />
una barca di dimensioni<br />
superiori a quella che i propri<br />
mezzi consentono… la si cambi<br />
con una più piccola. Si fa migliore<br />
figura, nell’ambiente marinaro,<br />
a possedere una barca piccola<br />
ma in perfetto stato che<br />
una grossa ma il cui stato di<br />
conservazione lasci a desiderare.<br />
La consapevolezza ambientale<br />
sta rapidamente diventando un<br />
altro dei tratti caratteristici che<br />
distingue il navigante di oggi.<br />
Una volta, ciò era meno importante<br />
perché l’ambiente era<br />
meno minacciato e non c’era,<br />
in mare, l’“affollamento” odierno.<br />
Ora, il marinaio ha la possibilità<br />
di vedere meglio di altri i<br />
danni che la civiltà sta apportando<br />
agli ecosistemi marini e<br />
pertanto è più facile indurre in lui<br />
una sempre maggiore consapevolezza<br />
e ottenerne di conse-<br />
guenza comportamenti adeguati<br />
per quanto riguarda, innanzitutto,<br />
lo smaltimento dei<br />
vari tipi di rifiuti. A bordo di un’unità<br />
navale basterà seguire<br />
quelle che sono le procedure<br />
ormai standardizzate, mentre su<br />
di una piccola imbarcazione<br />
sarà opportuno prendere confidenza<br />
preliminarmente con la<br />
normativa in vigore. In base a<br />
questa, i rifiuti inorganici, quelli il<br />
cui smaltimento è lento o impossibile,<br />
vanno stivati in sacchi di<br />
plastica da affidare alle discariche,<br />
una volta a terra, quelli organici,<br />
rapidamente biodegradabili,<br />
potranno essere dispersi in<br />
mare ma solo durante la navigazione<br />
alturiera, mai in prossimità<br />
di costa. Una particolare<br />
attenzione va posta nei confronti<br />
di quelli altamente inquinanti,<br />
quali gli oli esausti o le batterie<br />
esaurite. Di questi, conservati in<br />
appositi contenitori, ci si potrà liberare<br />
solo in porto, utilizzando i<br />
recipienti ivi predisposti per accoglierli.<br />
Una nota di “Bon ton” riguarda<br />
poi l’uso dei parabordi. Chi mi<br />
legge sa certamente a cosa servono<br />
ma forse non tutti hanno<br />
presente il fatto che essi vanno<br />
riposti appena ci si accinge a lasciare<br />
l’ormeggio. Una barca<br />
che naviga con un festone di<br />
parabordi bene in evidenza è<br />
una delle scene meno marinare<br />
a cui possa capitare di assistere.<br />
Anche il modo in<br />
cui si ripongono<br />
le vele e le cime<br />
momentaneamente<br />
non utilizzate<br />
fa parte degli<br />
usi navali. A<br />
bordo esistono<br />
vari modi per farlo,<br />
che sono quelli<br />
giusti; gli altri sistemitestimoniano<br />
solo l’inadeguatezza<br />
di chi li<br />
adotta. Esiste poi,<br />
a bordo, tutta<br />
una serie di paglietti,<br />
tappetini<br />
ecc. che si distinguono<br />
da quelli<br />
che si userebbero<br />
in una villetta di<br />
campagna. Poiché<br />
non stiamo<br />
scrivendo un trattato<br />
di attrezzatura,<br />
mi limiterò a<br />
suggerire che in questo campo,<br />
ove non si sappia una cosa, è<br />
bene cercare l’aiuto degli anziani,<br />
degli esperti e umilmente,<br />
farsi spiegare come la cosa vada<br />
fatta. Si acquisirà l’informazione<br />
giusta, si farà la cosa più<br />
appropriata e magari si faranno<br />
anche delle nuove amicizie.<br />
Non mi soffermerò troppo su<br />
una norma di buon vicinato che<br />
trova altrettanta validità fra le<br />
persone educate anche a terra<br />
67<br />
ma è necessario almeno farne<br />
menzione: limitare sempre le<br />
emissioni acustiche anche della<br />
propria voce, in navigazione come<br />
in porto. Su di una<br />
barca/nave ci può sempre essere<br />
qualcuno che sta riposando,<br />
che magari è smontato di guardia<br />
o semplicemente ha fatto<br />
tardi la sera prima e gli spazi e le<br />
distanze non permettono un<br />
adeguato isolamento acustico.<br />
Lo stesso discorso si applica all’uso<br />
di attrezzi, strumenti elettronici,<br />
fino ai telefoni cellulari compresi.<br />
Buon senso e rispetto degli<br />
altri dettano le norme più ovvie<br />
per un loro educato impiego.<br />
Un’altra norma che affonda le<br />
sue radici nel più elementare<br />
buon senso è quella che detta il<br />
diritto di chi giunge successivamente<br />
ad altri in un porto di passare<br />
sulle barche già presenti, se<br />
ne ha bisogno per stendere un<br />
cavo o per giungere a terra;<br />
ugualmente, va da sé che chi<br />
primo arriva dia sempre una<br />
mano a chi giunge dopo di lui.<br />
Nell’aiutare e nell’aiutarsi, fra<br />
marinai, non c’è grado che tenga;<br />
ricordo come se fosse ieri un
giorno in cui da bordo della nave<br />
su cui, giovane Sottotenente<br />
di Vascello, ero allora imbarcato,<br />
assistetti ad una scena esemplare:<br />
una nave della Divisione<br />
era appena rientrata in porto e<br />
onde passare poi i cavi in banchina,<br />
aveva lanciato a terra i<br />
“sacchetti” (per chi fra i lettori<br />
non ha familiarità con l’operazione<br />
che sto descrivendo, dirò<br />
che sacchetto è definito quell’appesantimento<br />
terminale che<br />
permette di lanciare a una certa<br />
distanza sagole leggere; a tali<br />
sagole vengono poi fissati i cavi<br />
più grandi che possono così raggiungere<br />
terra, successivamente,<br />
a forza di braccia); l’Ammiraglio<br />
comandante la Divisione<br />
che stava passando in banchina,<br />
si venne a trovare vicino al<br />
punto in cui era caduto uno dei<br />
sacchetti; beh! Senza un momento<br />
di esitazione egli si lanciò<br />
sulla sagola e agguantatala cominciò<br />
ad alare con lena, tirando<br />
a terra il cavo…; prima che i<br />
marinai di comandata per assi-<br />
stere l’ormeggio dell’unità facessero<br />
a tempo a raggiungerlo,<br />
lui aveva già incappellato il<br />
cavo su di una bitta!...<br />
Solidarietà fra marinai<br />
Mi sembra opportuno inserire fra<br />
queste note che parlano essenzialmente<br />
dei comportamenti<br />
più corretti in mare, anche un<br />
breve richiamo agli obblighi di<br />
solidarietà esistenti fra la gente<br />
di mare. Va da sé che oltre che<br />
esistere l’obbligo, sancito dal<br />
Codice della Navigazione, di<br />
prestare soccorso a chi si trovi in<br />
pericolo, a meno che ne derivi<br />
grave rischio per i soccorritori,<br />
nella natura del marinaio è presente<br />
una sorta di tendenza<br />
spontanea ad adoperarsi per gli<br />
altri in difficoltà in maniera assolutamente<br />
altruistica. Solo quando<br />
si è certi che altri, in possesso<br />
delle stesse capacità di soccorso<br />
o di capacità superiori, stanno<br />
già intervenendo, ci si può<br />
considerare esentati da questo<br />
68<br />
che rimane un obbligo sia formale<br />
che sostanziale che morale.<br />
Il soccorso agli esseri umani<br />
sarà sempre e comunque un’operazione<br />
gratuita quanto dovuta;<br />
quando sono in gioco anche<br />
beni – quali un’imbarcazione<br />
che potrebbe altrimenti essere<br />
persa – e il proprietario non si<br />
oppone all’operazione di soccorso,<br />
esistono invece leggi che<br />
regolano i compensi che competono<br />
a chi effettua il salvataggio.<br />
Il buon marinaio, pertanto, specialmente<br />
in condizioni meteo<br />
avverse, presterà particolare attenzione<br />
ad eventuali altri natanti<br />
in difficoltà nella zona che<br />
lui sta attraversando. Ciò oltre<br />
che a vista può essere fatto<br />
stando sempre all’erta alle comunicazioni<br />
sui canali di soccorso<br />
(il canale 16 VHF e la frequenza<br />
2182 per l’HF). Per questo motivo<br />
è di comprensione immediata<br />
come sia necessario esercitare<br />
un certo autocontrollo<br />
nell’uso degli apparati radio. Le<br />
frequenze citate che comunque<br />
vanno lasciate libere ogni<br />
mezz’ora per tre minuti (significa<br />
ai minuti compresi fra 00 e 03 e<br />
fra 30 e 33), devono essere impiegate<br />
sempre il minimo indispensabile,<br />
proprio in quanto essendo<br />
sempre monitorate, sono<br />
quelle su cui ci si scambiano i<br />
messaggi urgenti volti, ad esempio,<br />
a chiarire un situazione cinematica<br />
pericolosa.<br />
Polizia marittima<br />
Per concludere, un capitolo a<br />
parte nelle norme consuetudinarie<br />
che possono essere comprese<br />
nell’ambito dell’“Etichetta<br />
Navale” è quello relativo alle<br />
azioni di Polizia<br />
Marittima che<br />
possono essere<br />
esercitate dalle<br />
unità militari. Essenzialmente<br />
si<br />
distinguono diversi<br />
casi. Quelle<br />
di una nave<br />
da guerra di un<br />
Paese nei confronti<br />
delle navi<br />
mercantili o da<br />
diporto dello<br />
stesso Paese,<br />
ovvero battenti<br />
la stessa bandiera.<br />
In questo<br />
caso esse possono<br />
essere<br />
esercitate tanto<br />
nelle acque territoriali che in alto<br />
mare o nei porti esteri sprovvisti<br />
di un’autorità consolare nazionale.<br />
È obbligo del comandante<br />
dell’unità oggetto dell’azione<br />
l’esibire i documenti di bordo insieme<br />
alle notizie che gli venissero<br />
richieste e consentire la visita<br />
dell’unità.<br />
Nel caso di navi mercantili appartenenti<br />
a potenze amiche di<br />
quella da guerra esercitante l’azione<br />
di polizia, è previsto che<br />
esse possano essere sottoposte<br />
all’“inchiesta di bandiera”. In tal<br />
caso può venire impartito l’ordine<br />
di fermata. A tale ordine il<br />
comandante del mercantile, ol-<br />
tre che ottemperare, deve permettere<br />
il controllo della licenza<br />
di abilitazione alla navigazione<br />
che confermi la coincidenza<br />
della nazionalità affermata mediante<br />
l’esposizione della bandiera<br />
nazionale. In caso di guerra<br />
o di embargo, le navi militari<br />
hanno il diritto di fermare qualsiasi<br />
nave mercantile, sia essa<br />
amica o neutrale, per verificare<br />
tramite un’ispezione a bordo (la<br />
cosiddetta “visita”) che tale<br />
mercantile non stia operando in<br />
violazione del diritto marittimo di<br />
guerra o di quanto previsto dall’embargo.<br />
Queste attività sono<br />
ben lungi dal potersi considerare<br />
obsolete. I recenti conflitti<br />
hanno infatti visto numerose po-<br />
tenze e coalizioni ricorrere ad esse,<br />
per non parlare del, in alcune<br />
aree mai sopito, fenomeno<br />
della pirateria che l’attività di<br />
Polizia Marittima contribuisce a<br />
contrastare e prevenire.<br />
Conclusioni<br />
Si è voluto fare una rapida carrellata<br />
su buona parte di quei<br />
concetti che nel loro complesso<br />
costituiscono l’“Etichetta Navale”<br />
per vari motivi. Innanzitutto<br />
perché di essa era un po’ che<br />
non si sentiva parlare; poi perché<br />
soprattutto i giovani ma a<br />
volte anche coloro i quali non<br />
69<br />
sono più tali, stanno perdendo<br />
di vista quest’insieme di norme/consuetudini/tradizioni<br />
che<br />
hanno mostrato per secoli una<br />
notevole validità nel regolare i<br />
rapporti umani in mare e dintorni;<br />
infine perché si ritiene che esso<br />
mantenga anche oggi una<br />
sua utilità, oltre a contribuire a<br />
creare fra chi conosce le materie<br />
abbracciate da tale insieme<br />
quella sensazione di appartenenza<br />
ad una ristretta consorteria<br />
d’iniziati, di gente che “sa”.<br />
Quest’ultimo aspetto non va trascurato<br />
in quanto alimenta l’orgoglio<br />
di appartenenza che è<br />
essenziale perché in una organizzazione<br />
si possano perseguire<br />
obiettivi elevati.<br />
Sono ben cosciente<br />
dei limiti<br />
insiti in questo<br />
scritto, che ad<br />
alcuni apparirà<br />
prolisso mentre<br />
ad altri non riuscirà<br />
a fornire<br />
tutte le risposte….<br />
Ho cercato,<br />
nei limiti del<br />
possibile, di addentrarmiquanto<br />
potevo nel<br />
particolare, per<br />
fornire qualche<br />
concreto esempio<br />
di ciò di cui<br />
stavo parlando.<br />
Allo stesso tempo<br />
spero di essere<br />
riuscito a stimolare la curiosità<br />
per la materia, l’interesse<br />
per un campo che ai “terragnoli”<br />
appare quasi esoterico, così<br />
che almeno gli addetti ai lavori (<br />
e con essi intendo tutti coloro<br />
che vanno per mare non come<br />
semplici trasportati ) sentano la<br />
spinta a documentarsi meglio<br />
sui molti volumi esistenti sulla materia.<br />
Non ho assolutamente<br />
pensato ne ambito ad essere<br />
esaustivo. Ciò è possibile solo<br />
con un’opera di ben altro respiro.<br />
Paolo Bembo n
flash<br />
Gli studenti di Massafra a bordo di nave Etna<br />
on solo Unità ampia-<br />
Nmente impegnata in<br />
teatri operativi, ma anche<br />
interessata da stimolanti visite<br />
a bordo. Di certo,<br />
però, tutto l’equipaggio rimane<br />
colpito se a salire a<br />
bordo non sono massime<br />
autorità o alti esponenti di<br />
FF.AA., ma è una simpatica<br />
scolaresca. Il 2 dicembre,<br />
infatti, 72 alunni provenienti<br />
dalla Scuola media “Andria” e “Manzoni”<br />
di Massafra sono stati ospiti dell’equipaggio di<br />
i è svolta a Palermo, in occasione della ce-<br />
Slebrazione del 150° anniversario dell’Unità<br />
Nazionale ed a conclusione delle attività correlate<br />
al “giorno dell’unità nazionale e giornata<br />
delle Forze Armate e del Decorato”, la manifestazione<br />
“Caserme in Piazza”, attività interforze<br />
che ha visto la partecipazione di Esercito, <strong>Marina</strong>,<br />
Aereonautica, Carabinieri e Guardia di Finanza,<br />
con la collaborazione della Prefettura di<br />
Palermo, del Comune di Palermo e della fondazione<br />
Teatro Massimo. Le celebrazioni si sono<br />
aperte con la cerimonia dell’Alzabandiera solenne<br />
in piazza Vittorio Veneto alla presenza<br />
delle massime autorità militari e civili; successivamente<br />
presso la Caserma “Euclide Turba”,<br />
sede del 46° Reggimento Trasmissioni, ha avuto<br />
inizio la mostra di materiali e mezzi delle telecomunicazioni<br />
militari dalle origini ai giorni nostri,<br />
con la partecipazione delle Forze Armate e dei<br />
Corpi dello Stato. Alla presenza del Prefetto di<br />
Palermo e delle massime autorità militari locali,<br />
si è aperta presso il foyer del Teatro Massimo la<br />
mostra rievocativa dedicata alle Forze Armate<br />
ed ai Corpi dello Stato. La <strong>Marina</strong> vi ha preso<br />
parte allestendo uno stand a cura dell’ Ufficio<br />
Stampa di Marisicilia, proponendo ai visitatori<br />
gli immancabili modelli in scala di alcune Unità<br />
navali, le divise storiche, attrezzature storiche e<br />
moderne da palombaro, materiale storico di<br />
Marifari Messina e dei reparti volo. Lo spazio<br />
espositivo ha destato molto interesse tra i numerosissimi<br />
partecipanti sopraggiunti da tutta<br />
la Sicilia, con grande coinvolgimento dei giovani<br />
molto interessati a conoscere le modalità<br />
di arruolamento in <strong>Marina</strong> e le possibilità profes-<br />
Caserme in piazza<br />
70<br />
Nave Etna. Una breve presentazione<br />
e poi pronti per un<br />
elettrizzante giro dell’Unità.<br />
Dalla plancia alla C.O.P., nessun<br />
locale è stato risparmiato<br />
e l’entusiasmo dei giovani di<br />
fronte ad una vera nave grigia<br />
è stato una piacevole ricompensa<br />
per quanti hanno<br />
illustrato strumenti e apparati,<br />
condividendo le proprie<br />
esperienze con i ragazzi.<br />
Francesca Longo n<br />
sionali ed occupazionali che la nostra Forza Armata<br />
offre. L’ultima giornata, le manifestazioni<br />
hanno avuto inizio con la cerimonia dell’Alzabandiera<br />
solenne in Piazza Ruggero Settimo;<br />
continuando la mostra presso il Teatro Massimo,<br />
lungo le vie principali della città le Forze Armate<br />
hanno inoltre esposto i propri mezzi da combattimento<br />
cui si sono uniti quelli della protezione<br />
civile, presso il porto mercantile le motovedette<br />
della Capitaneria di Porto hanno accolto<br />
la numerosa popolazione interessata alle visite<br />
a bordo. La folta ed interessata partecipazione<br />
della popolazione ha dimostrato ancora una<br />
volta l’attaccamento e il sentimento sincero<br />
che la lega alle Forze Armate, a maggior ragione<br />
nei giorni in cui si celebra il 150° anniversario<br />
dell’Unità Nazionale.<br />
Nicola Lombardo n<br />
l 17 novembre una delegazione di frequenta-<br />
Itori del 14° Corso Superiore di Stato Maggiore<br />
Inter forze accompagnata<br />
dal Generale<br />
Antonio BADALUCCO<br />
(Vicedirettore dell’IS-<br />
SMI) ha visitato la base<br />
di Comforpat ad Augusta<br />
ed è uscita in mare<br />
su 5 Unità Navali della<br />
Forza di Pattugliamento<br />
per la sorveglianza e la<br />
difesa costiera.<br />
La delegazione, composta<br />
da 23 Ufficiali Superiori<br />
dell’Esercito, 11 della <strong>Marina</strong>, 11 dell’Aeronautica,<br />
2 della Guardia di Finanza, uno dell’Arma<br />
dei Carabinieri, oltra a 6 Ufficiali appartenenti<br />
alle forze armate di Francia, Camerun, Sene-<br />
14° corso ISSMI<br />
Premiazione nazionale dei “Salvatori”<br />
ra il luglio del 1871, a Genova nasceva la<br />
E“Societa’ Nazionale di Salvamento. 140 anni<br />
dopo, il 18 novembre 2011, la Societa’ che<br />
vanta una gloriosa tradizione di salvataggi e<br />
soccorsi in mare ma anche tanta solidarieta’,<br />
nell’ambito del suo anniversario, ha celebrato<br />
a bordo della Nave MSC Orchestra, ormeggiata<br />
nel Porto di Genova, la solenne cerimonia<br />
nazionale di premiazione<br />
dei salvatori di vite<br />
umane in acqua, presenti<br />
Autorita’ Istituzionali<br />
militari e civili di vertice,<br />
nazionali e locali.<br />
si tratta di una antica<br />
tradizione, sospesa nel<br />
lontano 1964, ripresa per<br />
ricordare gesta compiute<br />
dai Soci brevettati<br />
nel salvataggio e per<br />
gratificarne l’operato.<br />
Un’atmosfera particolarmente<br />
commovente ha<br />
fatto da cornice al conferimento<br />
di 32 Medaglie<br />
al merito in oro, di<br />
cui 1 alla memoria, di 10<br />
Diplomi di benemerenza, di cui 2 alla memoria<br />
e di 2 medaglie commemorative.<br />
La Medaglia al merito in oro conferita al Cor-<br />
gal, Stati uniti, Algeria e Tunisia, ha preso parte, in<br />
veste di osservatori, ad una giornata di addestramento<br />
di reparto in mare,<br />
che ha visto impegnate Nave<br />
Comandante Cigala Fulgosi,<br />
Nave Comandante Bettica,<br />
Nave Chimera, Nave Sibilla<br />
e Nave Cassiopea.<br />
Con vento forte e mare mosso,<br />
gli “ospiti” hanno potuto<br />
prendere parte, respirare ed<br />
assaporare la vita e l’organizzazione<br />
di bordo durante una<br />
giornata tipo in navigazione<br />
ed in fase addestrativa, nelle<br />
difficili acque invernali del mare nostrum.<br />
po delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera,<br />
in riconoscimento dell’attivita’ svolta<br />
per la salvaguardia della vita umana e per il<br />
soccorso dei pericolanti nelle acque marine<br />
nazionali, è stata consegnata all’amm. Ispettore<br />
Capo Marco Brusco Comandante Generale<br />
delle CC.PP. – G.C. ; mentre il Presidente<br />
della Repubblica Giorgio Napolitano ha donato<br />
alla storica Societa’,<br />
come premio,<br />
una propria targa di<br />
rappresentanza. Il Presidente<br />
della Societa’<br />
Nazionale di Salvamento<br />
dr. Giuseppe<br />
Marino, a conclusione<br />
della cerimonia, ha<br />
cosi’ motivato l’evento<br />
: “ la solennita’ del<br />
riconoscimento è stata<br />
ripresa per ridare rilievo<br />
e dignita’ al ruolo<br />
delicato ed insostituibile,<br />
talvolta determinante,<br />
del salvatore<br />
spesso ignorato e solitamente<br />
dimenticato<br />
dalle stesse persone salvate”.<br />
71<br />
Giuseppe Mantello n<br />
Giacomo Lo Presti n<br />
flash
flash<br />
ranco Mucchietto, presi-<br />
Fdente di “DSPM Telecomunicazioni”<br />
è tornato presso<br />
la Scuola Sottufficiali della<br />
<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> per installare<br />
un upgrade al Training<br />
kit di antenne TLC che aveva<br />
donato alla M.M. lo scorso<br />
giugno. Tale apparecchiatura<br />
consente di effettuare<br />
esperienze di radiopropagazione<br />
agevolando<br />
gli allievi nell’apprendimento dei concetti legati<br />
alla ricetrasmissione delle radiofrequenze.<br />
Il Sig. Mucchietto, prima di intraprendere con<br />
successo la carriera di imprenditore nel settore<br />
Il Vespucci in campo per gli<br />
alluvionati liguri<br />
ell’Arsenale di La Spezia, in una soleggia-<br />
Nta e quasi primaverile mattinata, la “ciurma”<br />
bianco nera dell’A.C. La Spezia, ha fatto<br />
visita all’antico<br />
Vascello,<br />
che di bianco<br />
nero ha l’imponente<br />
scafo.<br />
Il Comandante<br />
dell’Amerigo<br />
Vespucci, C.V.<br />
Domenico La<br />
Faia, con il suo<br />
equipaggio ha<br />
ospitato la squadra dello Spezia Calcio, per<br />
una nobile causa. Infatti la splendida cornice<br />
della “Nave più bella del Mondo” è stata<br />
scelta per la realizzazione di un calendario<br />
destinato a raccogliere fondi per le popolazioni<br />
liguri colpite dall’alluvione. L’equipaggio<br />
del Vespucci da subito si è mostrato entusiasta<br />
dell’iniziativa e come sempre ha<br />
messo in campo il suo grande cuore. La mattinata<br />
passata all’insegna del buonumore,<br />
spinta dalle ali dell’entusiasmo, ha visto impegnati<br />
giocatori e marinai in scatti che vogliono<br />
raccontare la vita di bordo e le mansioni<br />
vere e proprie che gli uomini del Vespucci<br />
svolgono quotidianamente. Ancora<br />
una volta il Vespucci è stato protagonista di<br />
una iniziativa che evidenzia come lo spirito<br />
marinaro e il mare stesso possono essere intesi<br />
come eccezionali vettori di comunicazione<br />
del costante impegno nella salvaguardia<br />
dei più deboli e dei meno fortunati.<br />
Il “primo amore” non si scorda mai<br />
Stefano Stuto n<br />
delle telecomunicazioni, ha<br />
frequentato nel 1960 il corso<br />
per volontari M.M.I. categoria<br />
ETE presso la Mariscuola e ha<br />
poi operato, quale tecnico<br />
elettronico, a bordo di Nave<br />
Garibaldi (fino al 1966). “Devo<br />
ringraziare la <strong>Marina</strong> che mi ha<br />
dato le conoscenze e l’esperienza<br />
per realizzare tutto<br />
quanto” ha dichiarato il Sig<br />
Mucchietto, accompagnato<br />
nell’occasione dal “frà” di corso C.C. (CS) ris<br />
Giovanni Greco.<br />
Cagliari e la <strong>Marina</strong><br />
Alessandro Vecchi n<br />
ell’ambito delle attività promozionali del-<br />
Nla <strong>Marina</strong>, l’Ufficio per la Comunicazione<br />
del Comando <strong>Militare</strong> Marittimo Autonomo<br />
della Sardegna, ha incontrato gli studenti<br />
delle ultime classi del Liceo Scientifico Statale<br />
“Pitagora” di Selargius, in provincia di Cagliari.<br />
La conferenza ha illustrato l’attività operativa<br />
della Forza Armata, la struttura organizzativa,<br />
i mezzi della Squadra Navale, la formazione<br />
del personale, e l’attività umanitaria<br />
condotta negli ultimi anni, riscuotendo grande<br />
interesse da parte dei giovani studenti ed<br />
un generale apprezzamento. Successivamente<br />
hanno fatto sosta a Cagliari il Mimbelli,<br />
il San Marco, lo Scirocco, l’Aviere, il Vesuvio<br />
e il Tirso, impegnate nella “Mare Aperto<br />
2011”. La popolazione cagliaritana ha letteralmente<br />
“preso d’assalto” le navi durante le<br />
visite organizzate, rinnovando il legame della<br />
città verso la <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>.<br />
Andrea Loche n<br />
Il generale Roggio in visita a Mariscuola Taranto<br />
l Direttore Generale per il Personale <strong>Militare</strong>,<br />
IGenerale di Corpo d’Armata Mario Roggio,<br />
accompagnato dal Vice Direttore Generale,<br />
Ammiraglio di Divisione Pierluigi Rosatie da una<br />
delegazione del 1° Reparto della Direzione Generale,<br />
si è recato in visita presso la Scuola Sottufficiali<br />
M.M. di Taranto, nell’ambito del programma<br />
di visita agli Enti destinatari del personale<br />
vincitore dei concorsi indetti da Persomil.<br />
Dopo un briefing illustrativo delle attività della<br />
Scuola ed una visita alle infrastrutture didattiche<br />
e logistiche, il Generale Roggio si è intrattenuto<br />
con gli Allievi e i frequentatori dei corsi, ai quali<br />
ha rammentato i fondamenti etici della scelta di<br />
far parte delle Forze Armate e l’importanza della<br />
loro formazione quali futuri conduttori di uomini.<br />
XIV corso ISSMI su nave Mimbelli<br />
ave Mimbelli ha effettuato un’uscita in<br />
Nmare a favore di Ufficiali Superiori frequentatori<br />
del XIV Corso I.S.S.M.I. Nel corso<br />
dell’uscita, gli ospiti hanno potuto assistere<br />
ad alcune<br />
esercitazioni,<br />
quali una serie<br />
di tiro con<br />
tutte le batterie<br />
di bordo,all’inserzione<br />
a mezzo<br />
elicottero<br />
di un “boarding<br />
team”<br />
del Reggimento San Marco su Nave Vesuvio<br />
- simulante un mercantile da sottoporre ad<br />
ispezione - nonché ad una esercitazione interna<br />
di difesa passiva. L’efficacia delle attività<br />
svolte, il loro indubbio impatto scenografico<br />
e la loro attualità nello scenario reale,<br />
hanno consentito di delineare, nell’arco<br />
delle poche ore dell’uscita, un quadro chiaro<br />
ed esplicativo dell’ampio ventaglio di<br />
operazioni a cui gli assetti aeronavali della<br />
<strong>Marina</strong> sono chiamati ad operare quotidianamente.<br />
I frequentatori hanno mostrato interesse<br />
e consapevolezza sull’importanza e<br />
le specificità di quanto visto nel corso di<br />
questo loro battesimo del mare su una nave<br />
grigia. L’attività è poi continuata a bordo di<br />
Nave Cavour.<br />
Valerio Magliola n<br />
72 73<br />
Attualmente gli allievi e i frequentatori de vari<br />
corsi attivi presso la Scuola sono 977. n<br />
Il Luogotenente Vespo lascia il servizio<br />
opo oltre 41 anni di onorata carriera il Luo-<br />
Dgotenente Giovanni Vespo, in forza presso<br />
l’Ufficio per la Comunicazione della <strong>Marina</strong>, ha<br />
lasciato il servizio attivo. Apprezzato furiere segretario,<br />
Giovanni, nel corso degli anni, ha ricoperto<br />
numerosi incarichi a bordo e a terra.<br />
Fra le varie destinazioni ricordiamo nave Bafile,<br />
a bordo della quale ricevette la “Croce di Benemerenza<br />
<strong>Marina</strong>ra” per l’intervento a favore<br />
della popolazione di Ancona colpita dal bradisisma<br />
del 1973; nave Impavido e nave Alpino; le<br />
segreterie dei Direttori Generali dell’allora Maripers<br />
e di Geniodife; vari uffici dello Stato Maggiore<br />
Difesa e dello Stato Maggiore <strong>Marina</strong>.<br />
A coronamento della prestigiosa carriera il Luogotenente<br />
Vespo è stato insignito dell’onorificenza<br />
di “Cavaliere”.<br />
Estroverso “compagno d’avventura”, serio professionista<br />
ovunque apprezzato e stimato, lo ricordiamo<br />
come un “fratello maggiore” sempre<br />
attento a ogni esigenza e disponibile per tutti.<br />
“Ad Maiora!”. n<br />
flash
flash - passaggi di consegna<br />
CAGLIARI - Presso il Terminal Crociere di Cagliari<br />
si è svolta la cerimonia del passaggio di consegne<br />
della Direzione Marittima di Cagliari, tra il<br />
C.V. Giuseppe Mastroianni (cedente) e il C. V.<br />
Vincenzo De Marco (accettante). La cerimonia<br />
si è stata svolta alla presenza del Comandante<br />
Generale delle Capitanerie di Porto, Ammiraglio<br />
di Squadra Marco Brusco, il C.M.M.A. in Sardegna<br />
Ammiraglio di Divisione Gerald Talarico e<br />
autorità civili, militari e combattentistiche. n<br />
AUGUSTA - La cerimonia del passaggio delle<br />
consegne tra Comandanti del Comando <strong>Militare</strong><br />
Marittimo in Sicilia, svoltasi ad Augusta<br />
lo scorso 9 novembre tra l’Ammiraglio di Divi-<br />
sione Salvatore Ruzittu (cedente) e l’Ammiraglio<br />
di Divisione Raffaele Caruso (accettante),<br />
è stata l’occasione per una breve sosta<br />
del Capo di Stato Maggiore della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>,<br />
Ammiraglio di Squadra Bruno Branciforte,<br />
presso la Base Aeromobili della Guardia<br />
Costiera di Catania. L’Ammiraglio Branciforte<br />
è stato ricevuto dal Contrammiraglio Domenico<br />
De Michele, Direttore Marittimo della Sicilia<br />
Orientale e dal Capitano di Vascello Patrizio<br />
Zumbo, Comandante della Base Aeromobili.<br />
In tale occasione, all’Ammiraglio Branciforte<br />
è stato donato il crest della Direzione Marittima<br />
della Sicilia Orientale. n<br />
74<br />
ROMA - Il 15 novembre si è svolto presso l’Ufficio<br />
Generale del Centro<br />
di Responsabilità<br />
Amministrativa M.M.<br />
la cerimonia del<br />
passaggio di consegne<br />
tra Capi del<br />
Corpo di Commissariato<br />
<strong>Militare</strong> Marittimo.<br />
L’Ammiraglio Ispettore<br />
Capo Bruno Catozzi, Capo dell’Ufficio Generale<br />
del Centro di Responsabilità Amministrativa<br />
della <strong>Marina</strong> dal 27 maggio 2006 e Capo del<br />
Corpo di Commissariato M.M. è stato avvicendato<br />
negli incarichi dall’Ammiraglio Ispettore Capo<br />
Leonardo Natale, Capo dell’Ufficio Affari Giuridici<br />
e Contenzioso dello Stato Maggiore <strong>Marina</strong> da<br />
giugno 2005 ad ottobre 2011. Nel discorso di<br />
commiato l’ammiraglio Catozzi ha ricordato, tralaltro,<br />
alcuni mutamenti organizzativi che hanno<br />
rimodulato l’impiego degli Ufficiali Commissari<br />
nei vari elementi di organizzazione della Forza Armata<br />
nell’ultimo quinquennio, la costituzione dell’Ufficio<br />
Generale del CRA e del Reparto Logistica<br />
nell’ambito dello Stato Maggiore <strong>Marina</strong>.<br />
Nel corso del proprio intervento l’Ammiraglio<br />
Ispettore Capo Leonardo Natale ha sintetizzato<br />
le tappe più significative percorse dal Corpo dalla<br />
costituzione fino al presente attuale, sottolineando<br />
come nelle Forze Armate sia sempre più<br />
avvertita l’esigenza dell’expertise degli Ufficiali<br />
Commissari non solo negli ambiti di storica competenza<br />
(amministrativo/contrattuale e logistico),<br />
ma soprattutto nei settori nuovi quali quello<br />
finanziario e giuridico legale. L’Ammiraglio NATA-<br />
LE ha pertanto ribadito la necessità di affrontare<br />
con slancio le sfide future, coscienti della ineludibilità<br />
del cambiamento e consapevoli delle storiche<br />
tradizioni del Corpo.<br />
Presenti alla cerimonia diversi Ufficiali Ammiragli<br />
non più in servizio attivo ed i precedenti Capi di<br />
Corpo il cui impegno è stato ricordato nel corso<br />
delle allocuzioni unitamente ad un deferente<br />
omaggio per gli scomparsi. n<br />
Evoluzione del Potere Marittimo nella Storia<br />
Autori: Antonio Flamigni<br />
Editore: Ufficio Storico della<br />
<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />
Pagine: 264<br />
Prezzo: 14 euro<br />
on il titolo Evoluzione del Potere<br />
CMarittimo nella Storia, simile al<br />
più noto Influenza del Potere Marittimo<br />
sulla Storia di A.T. Mahan,<br />
l’autore indica lo scopo del suo<br />
lavoro, che non è quello di dimostrare<br />
quanto il potere marittimo<br />
possa influenzare gli eventi storici<br />
ma, di contro, come la storia ci<br />
consenta di valutare i principi di riferimento<br />
della guerra in mare e,<br />
soprattutto, come essi si siano dovuti<br />
aggiornare seguendo l’evoluzione<br />
dei mezzi e delle conoscenze<br />
in campo tecnologico. In sintesi<br />
la storia rappresenta l’archivio<br />
da cui prelevare i concetti e far<br />
maturare le idee, mentre il mare<br />
rappresenta il laboratorio ove<br />
sperimentare le varie teorie che si<br />
sono individuate. Per Flamigni,<br />
quindi, quale conseguenza degli<br />
esempi storici studiati legati ad<br />
epoche e luoghi geografici diversi,<br />
«… non è possibile esporre una<br />
teoria strategica navale valida<br />
nel tempo …»; esistono, forse,<br />
principi che si possono ritenere<br />
temporalmente immutabili, ma<br />
ciò non consente di considerare<br />
chiusa la ricerca. Ogni passo del<br />
testo, tende alla radice dei problemi<br />
marittimi, mettendo in evidenza<br />
le linee guida da seguire<br />
sia per chi opera in mare, sia per<br />
chi deve prendere decisioni politi-<br />
Vita e morte di Nino Bixio<br />
Autore: Mino Milani<br />
Editore: Mursia<br />
Pagine: 197<br />
Prezzo: 16 euro<br />
ino Bixio è figura dalla<br />
Nspiccata personalità,<br />
dura e spigolosa. Mino Milani,<br />
nella ricostruzione di<br />
un personaggio che appartiene<br />
alla schiera dei<br />
cosiddetti “antipatici”, dimostra<br />
un autentico talento<br />
nel tenere assieme una<br />
narrazione avvincente arricchita<br />
da una solita base<br />
documentaria. L’uomo, il<br />
navigatore, il militare, il politico:<br />
Mino Milani racconta Nino Bixio in tutte le sue<br />
sfaccettature cominciando, a ritroso, dalla sua ultima<br />
avventura, quando, ormai cinquantenne, decide<br />
di lasciare moglie e figli, una carriera sicura,<br />
un seggio in Parlamento e di riprendere la via del<br />
mare per cercare fama e fortuna sulle rotte della<br />
sua giovinezza. Un ritratto che descrive il coraggio<br />
e l’attaccamento alla patria di uno dei personaggi<br />
più affiscinanti del nostro Risorgimento. n<br />
che attinenti il ruolo marittimo, in<br />
particolare del nostro Paese. Il libro<br />
è diviso in cinque parti: la prima<br />
comprende lo sviluppo della guerra<br />
navale al tempo della <strong>Marina</strong><br />
remica; la seconda tratta il medesimo<br />
argomento nella Marineria<br />
velica; la terza parte<br />
rappresenta una sintesi<br />
del pensiero marittimo,<br />
il cui sorgere<br />
si può far risalire al<br />
momento in cui le<br />
Marine modificarono<br />
la propulsione da velica<br />
a meccanica a<br />
vapore; la quarta<br />
prende in considerazione<br />
le due guerre<br />
mondiali del secolo<br />
scorso, con un attento<br />
esame sul ruolo<br />
avuto dalle Marine<br />
per la vittoria finale;<br />
la quinta e ultima parte offre indicazioni<br />
di strategia globale sull’eterno<br />
contrasto fra il potere terrestre<br />
e quello marittimo. La conclusione<br />
è che il potere marittimo,<br />
quale prodotto di fattori come la<br />
flotta, le basi, la <strong>Marina</strong> mercantile,<br />
l’industria cantieristica, ecc., rappresenta<br />
un’opzione governativa<br />
attraverso cui uno stato può puntare<br />
a raggiungere il dominio del<br />
mare, ovvero a ottenere il dominio<br />
commerciale e politico nei confronti<br />
dei concorrenti, un dominio<br />
che peraltro difficilmente può essere<br />
assoluto, tendendo normalmente<br />
ad essere limitato nel tem-<br />
Le Operazioni aeronavali nel Mar Ligure<br />
Autori: Gabriele Faggioni,<br />
Alberto Rosselli<br />
Editore: Ligurpress<br />
Pagine: 277<br />
Prezzo: 19.90 euro<br />
sessantasei anni dalla fine del-<br />
Ala Seconda Guerra Mondiale<br />
parrebbe non essere rimasto nulla<br />
da narrare sulla guerra nel Mediterraneo,<br />
alla quale sono stati dedicati<br />
numerosi libri. In realtà, il<br />
volume ricostruisce in modo organico<br />
e con una dovizia di particolari,<br />
le operazioni aeronavali condotte fra il 1940 e il<br />
1945 fra Livorno e il Golfo del Leone. La ricerca si basa<br />
su numerosi documenti, spesso inediti, conservati negli<br />
archivi britannici, francesi, italiani e tedeschi. Grazie al<br />
materiale consultato è stato possibile ricostruire cinque<br />
anni di guerra aeronavale, a partire dalla invasione<br />
della Francia da parte delle forze tedesche nel maggio<br />
1940 per arrivare alle operazioni di sminamento effettuate<br />
dal 1945 al 1947. Completano l’opera tre saggi<br />
su: l’ultima azione dei mezzi d'assalto della "Decima<br />
Mas "; i bombardamenti aerei su Genova e sui centri liguri;<br />
10 novembre: inferno di fuoco su Recco. Chiude il<br />
volume un indice analitico di tutti i mercantili e le navi<br />
militari citate nel testo. n<br />
75<br />
po e nello spazio. Il libro termina<br />
con la considerazione che troppe<br />
volte, nella storia, si è potuto<br />
notare come una cattiva interpretazione<br />
degli eventi o una<br />
non adeguata leadership abbia<br />
comportato una perdita per i<br />
paesi che non hanno saputo<br />
sfruttare il mare a loro vantaggio.<br />
In particolare in<br />
Italia, quali eredi di<br />
Roma e di Venezia<br />
– due Stati che,<br />
seppur molto diversi,<br />
seppero utilizzare<br />
il mare nella giusta<br />
maniera – è<br />
stata dispersa tale<br />
peculiarità, avendo<br />
tralasciato di<br />
studiare il mare e,<br />
soprattutto, avendo<br />
praticamente<br />
delegato alla sola<br />
<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> la<br />
sua tradizione e la<br />
sua cultura. L’augurio è che il lavoro<br />
di Flamigni possa risvegliare<br />
le coscienze e aprire un nuovo<br />
corso in cui l’ambiente marittimo<br />
tutto possa trovare nuovi stimoli e<br />
spunti di discussione.<br />
Il volume è in vendita a € 14,00<br />
(10,00 € per gli aventi diritto) più<br />
spese postali, facendone richiesta<br />
all’Ufficio Storico della <strong>Marina</strong><br />
<strong>Militare</strong>, Via Taormina,4–00135<br />
ROMA e-mail: ufficiostorico.vendite@marina.difesa.it<br />
Sul sito www.marina.difesa.it alla<br />
pagina dedicata all’Ufficio Storico<br />
è possibile consultare le modalità<br />
per l’acquisto. n<br />
recensioni