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NOTIZIARIO DELLA - Marina Militare

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<strong>NOTIZIARIO</strong> <strong>DELLA</strong><br />

<strong>Marina</strong><br />

Anno LVIII - n. 12 dicembre 2011<br />

i marinai<br />

dell’Air Task Group<br />

Shark rientrano<br />

dall’Afghanistan


dicembre 2011<br />

<strong>NOTIZIARIO</strong> <strong>DELLA</strong> MARINA<br />

Periodico on line della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />

registrato al Tribunale di Roma n. 264/2011 il 20.09.2011<br />

Direttore Editoriale<br />

Leonardo MERLINI<br />

Direttore Responsabile<br />

Antonio COSENTINO<br />

Redazione<br />

Carmela BOMMINO<br />

Oberdan SGARAMELLA (segreteria)<br />

Marcello GINESTRA<br />

Direzione e Redazione<br />

MARINA MILITARE<br />

Ufficio per la Comunicazione<br />

Redazione del “Notiziario della <strong>Marina</strong>”<br />

Piazzale della <strong>Marina</strong>, 4 - 00196 Roma<br />

Tel. 06/36805556 - Fax 06/36806318<br />

mstat.notiziario@marina.difesa.it<br />

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è aperta a tutti.<br />

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se del caso, esplicitati in maniera chiara, precisa ed esauriente.<br />

L’accoglimento degli articoli o di proposte di collaborazione, non<br />

impegnano il Notiziario alla pubblicazione nè alla retribuzione; gli<br />

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tagli ritenuti più opportuni; si riserva altresì la facoltà di corrispondere<br />

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telefonico, domicilio ove recapitare il compenso o coordinate<br />

bancarie per l’accredito.<br />

Nessuna parte dei testi e delle illustrazioni può essere riprodotta<br />

senza l’autorizzazione scritta della Direzione.<br />

Anno LVIII - n° 12<br />

Indice<br />

Editoriale<br />

Attività Operativa<br />

Cooperazione<br />

Internazionale<br />

Avvenimenti<br />

La <strong>Marina</strong> per il sociale<br />

Formazione del<br />

personale<br />

Storia<br />

Rubrica<br />

L’etichetta navale<br />

Flash<br />

Chiuso in Redazione il<br />

16 dicembre 2011<br />

1<br />

2<br />

22<br />

24<br />

51<br />

53<br />

55<br />

56<br />

58<br />

70


C ome<br />

ogni anno si è rinnovata la<br />

tradizionale ricorrenza della nostra<br />

Santa Patrona.<br />

Nessun “marinaio”, imbarcato o destinato<br />

a terra, lascia passare nell’indifferenza<br />

la giornata di Santa Barbara.<br />

A bordo mazzi di rose rosse vanno ad<br />

omaggiare, riverenti, le effigi della<br />

“Vergine di Bitinia” nel deposito munizioni,<br />

la cosiddetta<br />

“Santa Barbara”; i<br />

più anziani si lasciano<br />

trasportare dai ricordi<br />

ed i più giovani<br />

ascoltano con un<br />

pizzico di ironia e talvolta<br />

increduli racconti<br />

oramai di altri<br />

tempi; la goliardia,<br />

almeno per qualche<br />

momento prende il<br />

sopravvento.<br />

Quest’anno ciò che<br />

accomuna i nostri<br />

stati d’animo è il pensiero rivolto alla<br />

crisi che stiamo attraversando, e che<br />

ci chiamerà ad affrontare un periodo<br />

di sacrifici. Proprio per i “criteri di coerenza<br />

con il particolare momento di<br />

austerità che sta affrontando la Nazione<br />

e che tutti siamo chiamati a parteciparvi<br />

contribuendo nel modo più efficace<br />

possibile” - come ha avuto modo<br />

di sottolineare l’Ammiraglio Bruno<br />

Branciforte Capo di Stato Maggiore<br />

della <strong>Marina</strong> - il tradizionale concerto<br />

della Banda Musicale della <strong>Marina</strong> all’Auditorium<br />

Parco della Musica di Roma<br />

non ha avuto luogo.<br />

Un piccolo, ma forte segnale che rap-<br />

Editoriale<br />

1<br />

presenta la volontà della <strong>Marina</strong> di<br />

contribuire con ogni mezzo a un rapido<br />

superamento di questa crisi.<br />

Crisi che non ci ha impedito comunque<br />

di proseguire o di ultimare brillantemente<br />

le importanti missioni nazionali<br />

e internazionali a tutela della pace<br />

e della sicurezza globale, prima fra<br />

tutte quella in Libia.<br />

Contestualmente, un<br />

altro tassello verso il<br />

futuro della nostra<br />

Forza Armata è stato<br />

messo con il superamento<br />

“a pieni voti”<br />

del processo di integrazione<br />

del Sistema<br />

di Combattimento<br />

della portaerei Cavour.<br />

E se è vero che attualmente<br />

solo dal<br />

mare e sul mare l’Italia<br />

vede la possibilità<br />

di un piccolo sviluppo della propria<br />

economia - come ribadito dalla Federazione<br />

del Mare e dal Censis nell’ultimo<br />

Rapporto dell’Economia del Mare<br />

- non ci resta che affrontare i prossimi<br />

mesi con l’ottimismo che ci ha sempre<br />

contraddistinto.<br />

Pertanto - come ci invita il nostro Ordinario,<br />

Sua Eccellenza Reverendissima,<br />

Mons. Vincenzo Pelvi - iniziamo ad intraprendere<br />

il nostro cammino come<br />

“viandanti in cerca dell’Atteso”, facendoci<br />

guidare dagli “occhi del nostro<br />

cuore”.<br />

Buona lettura e Buone Feste a tutti.<br />

la direzione n


attività operativa<br />

l’AIR TASK GROUP SHARK<br />

rientra dall’Afghanistan<br />

All’interno della Componente Aeromobili della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>, il sopraggiungere di una<br />

nuova missione operativa è sempre atteso con trepidante aspettativa e anche con un<br />

pizzico di timore reverenziale. Noi equipaggi di volo, siamo consapevoli che il nostro addestramento<br />

è mirato a fronteggiare le missioni più inaspettate, sappiamo che queste possono<br />

arrivare proprio nei momenti in cui meno te lo aspetti e vogliamo farci trovare pronti. Sappiamo<br />

anche che alle nostre famiglie è spesso richiesto un sacrificio fuori dal normale, ma siamo<br />

consapevoli che il loro amore ci aiuterà a fare in modo che il task ricevuto si concretizzi<br />

sempre con il massimo risultato possibile.<br />

Paradossalmente però questa missione differiva dalle altre per un sottile ma assai significativo<br />

dettaglio: abbiamo avuto notizia del nostro futuro impegno in Afghanistan, non con poche<br />

ore di anticipo come solitamente accade, ma circa sei mesi prima; il motivo c’era e risiedeva<br />

nel fatto che portare - per la prima volta - tre macchine complesse come l’EH-101 in Afghanistan<br />

non era cosa semplice, anzi.<br />

In queste ore in cui sto iniziando a fare le valige per tornare a casa, la mia mente però non va<br />

a Settembre del 2010, quando tutto ha avuto inizio qui ad Herat, ma vuole tornare indietro a<br />

qualche mese prima…per non dimenticare.<br />

A Maristaeli Luni, dove lavorano gli uomini e le donne del Primo Gruppo Elicotteri, nei mesi antecedenti<br />

al deployment in Teatro Operativo un pugno di uomini valorosi - del Gruppo e della<br />

Maristaeli - hanno lavorato a ritmi incessanti per far sì che tutto venisse realizzato ed organizzato<br />

nel modo migliore possibile, tenendo conto delle limitate risorse disponibili, ottimizzando i<br />

fondi a disposizione, ma cercando altresì di acquisire il materiale ritenuto indispensabile per affrontare<br />

un contesto pericoloso ed ostile come quello afghano, non solo per la minaccia, ma<br />

anche per il clima. Sotto il vigile controllo del Comandante del Gruppo, i compiti sono stati minuziosamente<br />

suddivisi: alcuni si occupavano di materiale e di armamento, altri di intelligence<br />

e di addestramento, altri invece delle modifiche tecniche che avrebbero poi permesso all’elicottero<br />

di passare dal mare ai deserti ed alle montagne afghane ed esprimere al massimo tut-


te le sue potenzialità.<br />

Con il trascorrere delle settimane, gli equipaggi<br />

aumentavano la propria consapevolezza dell’impegno<br />

che li attendeva ed ognuno si costruiva<br />

il suo personale mind setting. Nel frattempo gli<br />

elicotteri volavano: volavano di giorno, volavano<br />

di notte, passando dagli hover notturni sulle<br />

acque liguri delle Cinque Terre, ai voli in bassa<br />

quota in mezzo alle gole delle montagne del-<br />

l’Appennino tosco-emiliano, simulando scenari il<br />

più possibile realistici e vicini a ciò che ci avrebbe<br />

atteso di lì a breve. Ma cosa ci aspettava in<br />

realtà? Nonostante tutte le informazioni in nostro<br />

possesso, non ho mai trovato la vera risposta a<br />

questa domanda. Quando vieni in posti come<br />

questo, anche se ti senti un professionista e disponi<br />

del meglio che c’è in circolazione – sia a livello<br />

umano, che tecnologico – sai anche che<br />

potrebbe non bastare. Per questo prima di partire<br />

cerchi dentro di te il coraggio di affrontare il<br />

periodo che ti aspetta, rievocando tutti i princìpi<br />

ed i valori che ti hanno portato a fare questa<br />

scelta anni fa’; lo fai però cercando di mostrarti<br />

sempre sereno con il “resto del mondo”, i tuoi<br />

cari, le persone che ti vogliono bene, dicendo<br />

loro - sempre e a prescindere - che “va tutto bene”,<br />

magari anche con qualche bugia ogni tanto,<br />

per farli stare più tranquilli. Poi improvvisamente<br />

chiudi con quel “mondo” e ti concentri sul volo,<br />

entri nella mission bubble, pianifichi ogni minimo<br />

dettaglio, qui in particolare, vuoi meno sorprese<br />

possibile e soprattutto vuoi riportare tutti i<br />

tuoi uomini indietro.<br />

In Afghanistan abbiamo volato per quasi 14 mesi<br />

assicurando un supporto al massimo delle nostre<br />

capacità, sia umane che dell’EH- 101. Pronti<br />

ad assicurare missioni di Medical Evacuation<br />

e di supporto alle Forze Speciali, siamo stati<br />

prevalentemente impiegati per missioni logistiche<br />

in cui abbiamo contribuito ad assicurare<br />

– dal cielo – il supporto alla manovra degli<br />

uomini di ISAF (International Security and<br />

Assistance Force) all’interno del Regional<br />

Command West, volando ben 900 ore, che<br />

hanno portato al trasporto tattico di quasi<br />

4000 persone e 95000 Kg di materiale.<br />

A tutti voi - uomini e donne - che siete stati<br />

qui ed avete lavorato per permettere che<br />

questa “impresa” si realizzasse, il mio sentito<br />

ringraziamento.<br />

David Ilardi n


attività operativa<br />

La missione Nato in Libia<br />

La crisi in Libia ha avuto inizio<br />

lo scorso febbraio,<br />

quando con un inarrestabile<br />

effetto domino alcuni popoli<br />

dei paesi dell’Africa settentrionale<br />

bagnati dal Mediterraneo<br />

si sono “risvegliati” in<br />

quella che ormai tutto il mondo<br />

chiama la “primavera araba”.<br />

Dopo l’Egitto e la Tunisia<br />

anche sulla Libia è soffiato il<br />

vento della protesta popolare,<br />

del riscatto di popoli che da<br />

troppo tempo avevano forse rinunciato<br />

ad essere tali.<br />

Le prime repressioni avvengono<br />

nel sud della Libia, dove le<br />

forze di sicurezza nazionali uccidono<br />

due manifestanti. Siamo<br />

al 17 febbraio ed è solo l’inizio<br />

di quello che in poche<br />

settimane si trasformerà in una<br />

guerra fratricida del popolo libico.<br />

Da una parte Gheddafi,<br />

da 40 anni al potere e dall’altra<br />

parte un popolo oppresso e<br />

desideroso di libertà. Gli scontri<br />

si fanno via via sempre più<br />

cruenti ed i morti si contano a<br />

centinaia, a mostrarcelo sono i<br />

media che quasi in diretta con<br />

le loro immagini raggiungono i<br />

quattro angoli del pianeta.<br />

Il mondo occidentale decide<br />

6<br />

così di non poter attendere oltre<br />

e sarà il Consiglio di Sicurezza<br />

dell’ONU, il 26 febbraio a<br />

chiedere alla NATO di intervenire<br />

per far rispettare la risoluzione<br />

1970 con la quale si sancisce<br />

un embargo sulle armi, il<br />

congelamento dei beni personali<br />

del (ormai ex) leader libico<br />

ed il divieto di lasciare il paese<br />

allo stesso Gheddafi, suoi familiari<br />

e personaggi politici del<br />

governo.<br />

L’Italia in questo periodo evacua<br />

dal territorio libico con Nave<br />

Mimbelli, Nave San Marco e<br />

Nave San Giorgio, i suoi con-<br />

Dopo 7 mesi, termina<br />

“Unified Protector”,<br />

la missione NATO in Libia.<br />

“Grande soddisfazione per<br />

l’operato di tutte le componenti<br />

della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>”


nazionali ed anche tutti quei<br />

cittadini di altre nazioni che ne<br />

hanno chiesto l’aiuto. Inoltre,<br />

Nave Libra, scortata da Nave<br />

Euro, trasporta aiuti umanitari<br />

nei porti di Bengasi e Dernah, è<br />

la prima Unità ad attraccare in<br />

un porto Libico in piena crisi. Il<br />

10 marzo, i Ministri della Difesa<br />

della NATO hanno appoggiato<br />

la decisione di inviare navi dell’alleanza<br />

nel Mediterraneo<br />

centrale ed aumentare il monitoraggio.<br />

Il 17 marzo, il Consiglio di Sicurezza<br />

dell'ONU ha adottato la<br />

risoluzione 1973 che autorizza<br />

gli Stati membri e le organizzazioni<br />

regionali di "prendere tutte<br />

le misure necessarie" per<br />

proteggere i civili in Libia. Viene<br />

così autorizzato l’uso della<br />

forza per far rispettare le risoluzioni<br />

delle Nazioni Unite.<br />

La prima opzione militare è stata<br />

rappresentata dall’Operazione<br />

ODYSSEY DAWN, in cui gli<br />

attori principali di quella che<br />

viene definita “coalition of the<br />

L’Ammiraglio di Squadra<br />

Rinaldo Veri.<br />

willing “ sono stati gli Stati Uniti,<br />

la Francia e la Gran Bretagna.<br />

L’operazione si è concretizzata<br />

in una campagna aerea mirata<br />

al rispetto della No Fly Zone<br />

e quindi a garantire l’assoluto<br />

divieto per le forze aeree libiche<br />

di attraversare lo spazio<br />

aereo con qualsiasi vettore aereo.<br />

Il 22 marzo la NATO, rispondendo<br />

all'appello delle Nazioni Unite,<br />

lancia un'operazione per<br />

imporre l'embargo sulle armi<br />

contro la Libia. Il giorno dopo,<br />

le navi e gli aerei della NATO<br />

iniziano ad operare nel Mediterraneo<br />

centrale per assicurare<br />

che il flusso di armi verso la<br />

Libia via mare sia tagliato fuori.<br />

Le Unità del dispositivo sono<br />

autorizzate a fermare ed ispezionare<br />

qualsiasi nave sospettata<br />

di trasportare armi o mercenari.<br />

L’Italia su decisione dell’autorità<br />

politica ha trasferito alla<br />

NATO il Controllo Operativo di<br />

quattro unità della <strong>Marina</strong> Mili-<br />

L’Ammiraglio di Divisione<br />

Filippo Maria Foffi.<br />

tare tra cui la portaerei Garibaldi<br />

(compresi i suoi velivoli<br />

imbarcati AV8B e gli elicotteri)<br />

e otto velivoli dell’Aeronautica<br />

<strong>Militare</strong>.<br />

Il Capo di Stato Maggiore della<br />

Difesa, tramite il Comando<br />

Operativo Interforze ha ordinato<br />

quello che in gergo militare<br />

viene chiamato TOA e<br />

cioè il Transfer of Authority. I<br />

nostri assetti hanno quindi ufficialmente<br />

preso parte all’operazione<br />

Unified Protector.<br />

Il 24 marzo, la NATO decide di<br />

far rispettare il mandato ONU<br />

no-fly zone sopra la Libia e di<br />

iniziare le operazioni il giorno<br />

successivo.<br />

La <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> schiera nel<br />

Canale di Sicilia, sotto la bandiera<br />

NATO, la Portaerei Garibaldi<br />

con 7 AV8, 1 elicottero<br />

EH101, 2 elicotteri SH3D, 1 elicottero<br />

AB 212, Nave Etna già<br />

presente in quanto Unità sede<br />

del Comando delle Operazioni,<br />

Nave Libeccio, Nave Bettica<br />

oltre ad un dispositivo Nazionale<br />

composto da Nave<br />

Doria e Nave San Marco per il<br />

controllo dello spazio aereo e<br />

dei flussi migratori.


Il dispositivo Navale NATO<br />

schierato di fronte alle coste libiche<br />

è comandato dall’Ammiraglio<br />

Italiano Gualtiero Mattesi.<br />

La risoluzione ONU vieta tutti i<br />

voli sullo spazio aereo libico al<br />

fine di garantire che i civili e<br />

aree popolate da civili non siano<br />

sottoposte ad attacchi aerei.<br />

Sono autorizzati solo voli<br />

programmati per l’invio di aiuti<br />

umanitari.<br />

Il 1 giugno, il Comando delle<br />

Operazioni passa ad un altro<br />

Ammiraglio Italiano, l’Ammiraglio<br />

di Divisione Filippo Maria<br />

Foffi, già in mare come IT NCC<br />

NAVY, e la Portaerei Garibaldidiventa<br />

la nuova Flag Ship, l’Unità<br />

sede di Comando da cui si<br />

dirigono tutte le Operazioni del<br />

dispositivo Navale NATO, 18<br />

Unità Navali provenienti da 12<br />

nazioni diverse.<br />

Il 27 luglio, la <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />

designa una nuova Unità sede<br />

del Comando delle Operazioni<br />

navali, la nave anfibia San<br />

Giusto ed il Garibaldi rientra a<br />

Taranto.<br />

Il 22 agosto cade Tripoli, ultima<br />

roccaforte delle truppe fedeli<br />

a Gheddafi, il Segretario Generale<br />

della NATO Rasmussen<br />

ribadisce l'impegno della NATO<br />

Unità sede di Comando per l’Operazione<br />

NATO Unified Protector:<br />

- NAVE ETNA dal 25.03 al 01.06<br />

- NAVE GARIBALDI dal 25.03 al 26.07<br />

- NAVE SAN GIUSTO dal 27.07 al 31.10<br />

10<br />

per proteggere il popolo libico<br />

dichiarando inoltre che la comunità<br />

internazionale, soprattutto<br />

le Nazioni Unite e il Gruppo<br />

di contatto, svolgerà un<br />

ruolo leader nel post-conflitto<br />

per sostenere gli sforzi di riabilitazione<br />

mentre la NATO considererà<br />

la possibilità di sostenere<br />

questi sforzi di post-conflitto -<br />

ma solo se richiesto e se necessario.<br />

Il 1 ° settembre, gli "Amici della<br />

Libia" - capi di Stato e di Governo,<br />

nonché rappresentanti<br />

delle principali organizzazioni<br />

internazionali e regionali - si incontrano<br />

a Parigi per discutere<br />

i modi per aiutare la Libia nel<br />

processo di transizione per una<br />

democrazia funzionante. Viene<br />

inoltre ribadito che l’ Operazione<br />

Unified Protector sarebbe<br />

continuata per tutto il tempo<br />

necessario, ma non un minuto<br />

di più.<br />

Unità della <strong>Marina</strong> impiegate per l’intera<br />

Emergenza libica:<br />

- NAVE MIMBELLI dal 22.02 al 01.03<br />

- NAVE SAN GIORGIO dal 22.02 al 08.03<br />

- NAVE SAN MARCO dal 22.02 al 07.04<br />

- NAVE LIBRA dal 05.03 al 09.03 e dal 16.03 al 22.03<br />

- NAVE BETTICA dal 05.03 al 09.03 e dal 28.03 al 10.05<br />

- NAVE DORIA 07.03 al 01.04<br />

- NAVE EURO dal 16.03 al 23.03 e dal 25.05 al 30.07<br />

- NAVE LIBECCIO dal 25.03 al 25.05<br />

- NAVE VESUVIO dal 22.02 al 01.07<br />

- NAVE BORSINI dal 09.05 al 31.05<br />

Il 16 settembre, il Consiglio di sicurezza<br />

dell'ONU ha adottato<br />

la risoluzione 2009, che sancisce<br />

una missione Onu in Libia.<br />

Le Risoluzioni 1970 e 1973, con<br />

cui si è dato mandato ad un'azione<br />

internazionale per proteggere<br />

i civili in Libia, restano<br />

in vigore, fino a quando sarà<br />

presente la minaccia contro la<br />

popolazione civile.<br />

Il 21 settembre, la NATO estende<br />

l’Operazione Unified Protector<br />

per altri 90 giorni, ma<br />

con l’impegno di riesaminare<br />

periodicamente la necessità di


tale prolungamento.<br />

Il 27 ottobre il Consiglio di sicurezza<br />

dell'Onu con la risoluzione<br />

2016 ha votato all'unanimità<br />

la rimozione della no-fly<br />

zone sopra la Libia per il 31 ottobre<br />

e la fine dell'azione militare<br />

per proteggere i civili. Viene<br />

in sostanza ritirato il mandato<br />

alla NATO a partire dal 1 novembre<br />

2011.<br />

Il 31 ottobre su Nave san Giusto<br />

in navigazione nel Mar Ionio diretta<br />

in Italia, con gli equipaggi<br />

schierati, l'Ammiraglio Rinaldo<br />

Veri, comandante del Quartiere<br />

Alleato Marittimo di Napoli e<br />

a capo dell'embargo marittimo<br />

Nato nei confronti della Libia,<br />

sull’operazione 'Unifield<br />

protector', fa il primo resoconto<br />

della missione della NATO<br />

appena conclusa: ''sono state<br />

compiute 3.100 interrogazioni,<br />

300 abbordaggi e negato l'accesso<br />

a porti libici a 11 navi sospette''.<br />

''Ogni giorno in mare -<br />

ha aggiunto il comandante<br />

Nato - c'erano 2.500-3.000 persone<br />

impegnate nella missione<br />

nell'ambito dei compiti assegnati<br />

dall'Onu''. ''Grazie per il<br />

grande lavoro fatto, grazie per<br />

il vostro impegno e per avere liberato<br />

la Libia e avere portato<br />

alla popolazione la democrazia''.<br />

A poi aggiunto parlando<br />

al personale delle navi militari<br />

di Francia, Canada e Turchia<br />

dal ponte della nave da sbarco<br />

San Giusto, schierate in for-<br />

mazione mentre sono in navigazione<br />

nel mar Ionio: ''Il vostro<br />

contributo non e' stato essenziale,<br />

ma vitale perché avete<br />

lavorato in silenzio e senza fermarvi<br />

mai portando a segno<br />

un'operazione di altissimo livello<br />

e professionalità''. ''Sono rimasto<br />

impressionato - ha concluso<br />

l'ammiraglio Veri - per il<br />

vostro senso di sacrificio e il<br />

vostro spirito di abnegazione,<br />

per l'entusiasmo e la passione<br />

che avete messo: ogni giorno<br />

avete buttato il cuore oltre l'ostacolo''.<br />

Il 3 novembre sulla portaerei<br />

12<br />

13<br />

Garibaldi, ormeggiata presso<br />

la Stazione Navale Mar Grande<br />

di Taranto, è la volta del<br />

Capo di Stato Maggiore della<br />

<strong>Marina</strong> l’Ammiraglio di Squadra<br />

Bruno Branciforte, che incontrando<br />

gli equipaggi che<br />

hanno partecipato alla missione<br />

NATO Unified Protector ha<br />

espresso parole di vivo apprezzamento<br />

per il lavoro compiuto:<br />

“ Sono qui per esprimere la<br />

grande soddisfazione per l’operato<br />

di tutte le componenti<br />

della <strong>Marina</strong>”. Ha poi aggiunto<br />

“porto il saluto della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />

e del Paese tutto in questo<br />

momento difficile. Quanto<br />

avete fatto deve essere d’esempio<br />

per la Nazione. Avete<br />

dimostrato quanto strategicamente<br />

è importante uno strumento<br />

navale in grado di intervenire<br />

ovunque e in poco tempo.<br />

Le operazioni in Libia hanno<br />

fatto chiarezza sulle reali<br />

capacità della <strong>Marina</strong>”. In<br />

conclusione ha sottolineato<br />

“l’importante contributo delle<br />

famiglie che sorreggono e supportano<br />

i propri cari imbarcati<br />

per lunghe missioni”.<br />

Alessandro Busonero n


attività operativa<br />

BARI<br />

Recuperati alcuni reperti del<br />

motopesca Francesco Padre<br />

Il veicolo subacqueo Falcon di Nave Anteo è stato pilotato<br />

dai Palombari sui fondali delle acque montenegrine,<br />

dove da 17 anni si trova il relitto del Francesco Padre.<br />

Alla profondità di 247 metri è stata condotta un’ulteriore ispezione<br />

sul relitto del motopeschereccio,<br />

prelevandone un reperto e due scarponi adagiati sul fondale.<br />

I materiali recuperati sono stati consegnati all’Autorità giudiziaria.<br />

Nelle tre missioni nelle acque<br />

internazionali dell’Adriatico,<br />

Maria Pansini, figlia<br />

del Comandante Giovanni<br />

Pansini, c’è stata sempre.<br />

Tre trasferte, la prima il 5 otto-<br />

bre, l’ultima a fine ottobre, ricche<br />

di emozioni.<br />

La Pansini è presidente del Comitato<br />

Verità e Giustizia, nato<br />

per accendere i riflettori dell’opinione<br />

pubblica sulla vicenda<br />

del “Francesco Padre” per fare<br />

in modo che non venga di-<br />

menticata da nessuno.<br />

Inizialmente, era stato programmato<br />

un solo sopralluogo<br />

a 247 metri di profondità.<br />

Dalla nave Anteo e dal cacciamine<br />

Viareggio, il 5 e 6 ottobre,<br />

sono stati calati prima il robot<br />

Pluto, dotato di telecamera<br />

e poi il palombaro Luca Rus-<br />

so. Quei primi rilievi hanno permesso<br />

di recuperare il pezzo di<br />

fasciame con il buco di proiettile.<br />

A quel punto, l’avvocato<br />

Persico, legale della famiglia<br />

Pansini, ha ottenuto che i consulenti<br />

balistici della Procura<br />

esaminassero i reperti. Dopo il<br />

14<br />

suddetto esame, l’ufficio inquirente<br />

tranese, ha ordinato le<br />

due immersioni successive che<br />

hanno permesso di riportare in<br />

superficie, fra le altre cose, pezzi<br />

di metallo, due scarpe spaiate<br />

e il frammento staccato appositamente<br />

dalla fiancata del<br />

motopeschereccio.<br />

Il 28 ottobre, a conclusione delle<br />

complesse e tecnologicamente<br />

avanzate indagini relative<br />

all’affondamento del motopesca<br />

Francesco Padre, avvenuto<br />

in acque antistanti il Montenegro<br />

il 4 novembre 1994, si è<br />

tenuta, una conferenza stampa<br />

nel Salone superiore del Terminal<br />

Crociere del porto di Bari.<br />

Nel corso della stessa sono state<br />

illustrate le metodologie dell’intervento<br />

che ha portato al<br />

recupero di alcuni importanti<br />

reperti che saranno sottoposti<br />

agli esami tecnico, chimico e<br />

fisici intesi a verificare le possibili<br />

cause che determinarono il sinistro.<br />

Durante la conferenza stampa<br />

il Procuratore di Trani, Carlo<br />

Maria Capristo, ha ringraziato<br />

la <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> per la dedizione<br />

nelle operazioni sul fondale.<br />

Alla stessa, hanno preso<br />

parte oltre ai palombari protagonisti<br />

delle operazioni subacquee<br />

anche numerose autorità<br />

civili e militari.<br />

Nave Aretusa<br />

rientra a La Spezia<br />

al termine dei<br />

rilievi della Campagna<br />

idro-oceanografica 2011<br />

Nave Aretusa:<br />

conclusa la campagna<br />

idro-oceanografica<br />

LA SPEZIA<br />

co più di un mese, ha completato<br />

lo scandagliamento della<br />

Bocca di Porto e del litorale<br />

prossimo a Porto di Lido, un’area<br />

peraltro di grande interesse<br />

Lo scorso 11 ottobre, con il per il traffico mercantile. Paral-<br />

completamento dei rilievi lelamente ai rilievi batimetrici<br />

presso il litorale di Venezia, e alla caratterizzazione dei fon-<br />

Nave Aretusa ha terminato le dali , che rappresentano il core<br />

operazioni in area e ha lascia- business per l’Unità idrografica,<br />

to l’Alto Adriatico per rientrare è stata sviluppata un’intensa<br />

presso la Base Navale di La attività promozionale e media-<br />

Spezia da cui era partita il 26 tica. Il grande apprezzamento<br />

aprile scorso per iniziare la pro- per l’attività svolta, espresso in<br />

pria “campagna” annuale nel diverse occasioni dagli enti lo-<br />

porto di Chioggia. Lo scandacali all’equipaggio, ed il forte<br />

gliamento del porto e del lito- sentimento di legame alla Forrale<br />

clodiensi, hanno impegnaza Armata, rilevato nell’area,<br />

to l’equipaggio da metà mag- hanno creato un contesto<br />

giche fino al mese di ottobre.<br />

L’insieme di tutti questi aspetti<br />

positivi ha permesso il totale rispetto<br />

dei programmi stabiliti<br />

per l’annuale campagna che<br />

rappresenta pertanto una bella<br />

pagina di storia operativa<br />

da ascrivere alla Nave ed al<br />

suo equipaggio.<br />

L’arrivo nella Base Navale di La<br />

Spezia è avvenuto il 23 ottobre,<br />

alla vigilia del passaggio<br />

di consegne tra i titolari. Ora<br />

prosegue la fase di valorizzazione<br />

dei dati acquisiti e, attraverso<br />

l’attività manutentiva e<br />

l’addestramento, la preparazione<br />

dell’Unità per la Campagna<br />

Idro-oceanografica 2012.<br />

gio ad inizio settembre. Suc- operativo ideale cui ha fatto<br />

cessivamente, l’Unità si è tra- da sostegno anche il persistere<br />

n sferita a Venezia, dove, in po- di ottime condizioni meteorolo-<br />

Roberto Locci n<br />

15<br />

attività operativa


attività operativa<br />

Legame sempre più stretto<br />

tra mare e montagna<br />

Il 4° Gruppo Elicotteri si addestra con il Corpo Nazionale Soccorso<br />

Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S.)<br />

GROTTAGLIE<br />

L' 8 ed il 16 novembre si sono svolte presso la<br />

Stazione Aeromobili della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />

(Maristaer Grottaglie) e sui Piani di Verteglia<br />

(AV) due esercitazioni congiunte con il personale<br />

del 4° Gruppo Elicotteri, il Corpo Nazionale Soccorso<br />

Alpino e Speleologico (CNSAS) e l'Aeronautica<br />

<strong>Militare</strong>, aventi lo scopo di affinare le<br />

procedure operative ed accrescere l'affiatamento<br />

tra gli equipaggi di volo ed i volontari specializzati<br />

nel soccorso montano, chiamati sempre<br />

più spesso ad operare in sinergia in scenari di<br />

ogni tipo e in contesti spesso difficili e pericolosi<br />

(interventi ambito calamità naturali; ricerca e<br />

soccorso di infortunati o dispersi; salvataggio). Al<br />

16<br />

primo dei due incontri, avvenuto il giorno 8 Novembre<br />

presso Maristaer Grottaglie, ha partecipato<br />

il 4° Gruppo Elicotteri con i propri equipaggi,<br />

il personale del CNSAS Puglia e il Comune di<br />

Grottaglie per il tramite dei propri funzionari<br />

P.I.Ciro Todisco (Capo Settore della Protezione<br />

Civile) e Dott. Arch. Vincenzo CAVALLO (Capo<br />

Settore Urbanistico).<br />

Dopo il saluto di ben venuto da parte del Comandante<br />

del Gruppo CF Marcello Camboni e<br />

una accurata presentazione del Presidente del<br />

Servizio Regionale Puglia William Formicola, la<br />

mattinata ha preso corpo nell'hangar, dove i<br />

soccorritori hanno avuto modo di vedere da vicino<br />

e familiarizzare con l'elicottero AB212, utilizzato<br />

poi nell'esercitazione pratica svolta nel pomeriggio,<br />

e dove gli attori principali dell'esercitazione<br />

hanno avuto modo di discutere ogni detta-<br />

glio dell'attività.<br />

Guidati dall' Istruttore Nazionale Ciro Sertorelli, i<br />

volontari hanno dedicato particolare attenzione<br />

alla coordinazione con gli equipaggi di volo:<br />

procedure, segnali e comunicazioni, sequenze<br />

degli eventi, utilizzo corretto delle imbracature in<br />

unione con il verricello di soccorso.<br />

La parte "live" dell'esercitazione è stata suddivisa<br />

in tre parti: una prima fase in cui sono stati effettuati<br />

una serie di recuperi e rilasci degli aerosoccorritori<br />

con elicottero in hovering a circa mezzo<br />

metro dal suolo, simulando un terreno accessibile<br />

ma scosceso e quindi non adatto all'atterraggio;<br />

una seconda fase dedicata allo scenario<br />

più frequente, ovvero il rilascio e recupero del<br />

personale con il verricello di soccorso, sia "in<br />

doppia", sia "in singola"; un'ultima fase che ha riguardato<br />

il recupero dei soccorritori tramite verricello<br />

in unione con ferito barellato. Questo ultimo<br />

è da ritenersi lo scenario più delicato, in<br />

quanto è della massima importanza fornire la<br />

maggiore stabilità possibile all’elicottero, in modo<br />

da permettere il ricovero della barella a bor-<br />

17<br />

do minimizzando ogni tipo di urti e contraccolpi<br />

che potrebbero, in caso reale, aggravare le<br />

condizioni del ferito.<br />

All'esercitazione ha partecipato anche la mascotte<br />

del team "Ludd", un giovane e bellissimo<br />

Border Collie, appartenente all'unità cinofila da<br />

ricerca in superficie, che con i suoi occhi curiosi<br />

ed una instancabile voglia di fare ha conquistato<br />

da subito la simpatia di tutti.<br />

Il secondo incontro organizzato per il CNSAS dal<br />

Servizio Regionale Campania, cui hanno partecipato<br />

nove delegazioni (Campania, Calabria, Puglia,<br />

Marche, Abruzzo, Lazio, Umbria, Toscana,<br />

Emilia-Romagna) con circa 80 soccorritori del<br />

CNSAS è avvenuto tra il 14 ed il 16 novembre sui<br />

Piani di Verteglia (AV). L’esercitazione, sviluppata<br />

in tale contesto, ha assunto una connotazione<br />

particolarmente significativa in ragione dello<br />

scenario realistico sviluppato su tre giorni e della<br />

partecipazione di assetti di altre forze armate nazionali<br />

(in particolare l'Aeronautica <strong>Militare</strong> impegnata<br />

nella gestione, direzione ed esecuzione<br />

dell'esercitazione).<br />

Con l'ausilio di altri due AB212 ed un HH3F A.M. è<br />

stata condotta la ricerca di due piloti di AMX,<br />

eiettatisi a seguito di un contatto avvenuto in formazione<br />

stretta.<br />

Le ricerche effettive, nella simulazione dello scenario,<br />

sono state effettuate nelle giornate del 15<br />

e del 16 novembre. In quest'ultima fase è stato<br />

impiegato l'AB212 della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> che, forte<br />

dell'esperienza maturata nella precedente occasione<br />

a Grottaglie, ha affrontato uno scenario<br />

simile ma di maggiore difficoltà in considerazione<br />

dell'urgenza di intervento e dal corposo numero<br />

di uomini e di mezzi da coordinare. A rendere<br />

lo scenario ancora più interessante è stata<br />

la conformazione topografica del territorio montagnoso<br />

fino ad una altitudine di 1700 metri.<br />

Ogni verricellata effettuata è risultata infatti particolarmente<br />

impegnativa per l'equipaggio, costretto<br />

a trovare il miglior compromesso tra la difficoltà<br />

di operare ai limiti della macchina e la volontà<br />

di trovare e portare in salvo, al più presto, i<br />

colleghi dispersi in un ambiente così impervio.<br />

L'esercitazione, dopo il recupero dei dispersi, è<br />

terminata con un approfondito debriefing sull'attività<br />

svolta che ha permesso di analizzare gli<br />

aspetti migliorabili e gli eventuali problemi incontrati<br />

sia sulle procedure, sia sulla sicurezza delle<br />

operazioni la cui condotta è stata caratterizzata<br />

dai tempi serrati e dalla difficoltà di coordinare<br />

l’impiego di più elicotteri in un ambiente pericoloso<br />

come quello montano.<br />

L'attività, nel suo insieme, si è conclusa con il<br />

massimo riscontro addestrativo per tutti i team<br />

coinvolti che hanno palesato volontà ed entusiasmo<br />

di ripetere tali esercitazioni anche in futuro,<br />

incrementando opportunamente il livello di


difficoltà, con il fine ultimo di ottimizzare la capacità<br />

di intervento congiunto in caso di attività<br />

reali. La recente alluvione a Matera, verificatasi<br />

in coincidenza delle esondazioni in Liguria e Piemonte,<br />

dove il CNSAS ha offerto il proprio importante<br />

contributo nella ricerca dei dispersi, ha infatti<br />

dimostrato l’importanza di questo corpo di<br />

volontari di provata esperienza, appartenenti alla<br />

struttura operativa del Club Alpino Italiano,<br />

sempre più spesso interessato ad interventi di<br />

soccorso di grande rilevanza pubblica.<br />

Per i Reparti Aerei della <strong>Marina</strong> ed, in particolare<br />

il Quarto Gruppo Elicotteri interessato, l’occasione<br />

è valsa per addestrarsi in preparazione di tali<br />

attività, in una tipologia di territorio non abituale<br />

per gli equipaggi di volo della <strong>Marina</strong>, accrescendo<br />

l'esperienza necessaria ad operare al<br />

meglio in qualsiasi luogo o condizione con il personale<br />

qualificato del CNSAS .<br />

L'elicottero rappresenta oggi il mezzo di ricerca e<br />

soccorso più rapido e talvolta addirittura l'unico<br />

idoneo a raggiungere la zona dell’intervento. La<br />

prontezza e l’interazione efficace del personale<br />

cooperante sono in questi casi il presupposto per<br />

il conseguimento del risultato positivo del soccorso.<br />

Da qui si evince l'enorme importanza di un<br />

addestramento congiunto di qualità, che si traduce<br />

in un aumento nella coesione tra gli equipaggi<br />

e le squadre con conseguente incrementando<br />

della sicurezza, velocità ed efficacia di intervento.<br />

Guardamagna, Martino n<br />

La Task Force “Leone” onora la memoria di Matteo Miotto<br />

caduto per la Patria<br />

In ricordo di un sacrificio<br />

Il due novembre presso “Cop Snow”, l’avamposto<br />

dislocato nel passo di Buji valle<br />

del Gulistan, i Fucilieri di <strong>Marina</strong> della<br />

Compagnia Charlie di Task Force South East,<br />

nel corso di una commovente cerimonia dell’Ammaina<br />

Bandiera, hanno inaugurato un<br />

monumento intitolato al “1° Caporal Maggiore<br />

Matteo Miotto”. Il giovane Alpino di Thiene<br />

(VI), effettivo al 7° Reggimento di Belluno, perì<br />

il 31 dicembre 2010 in seguito alle ferite riportate<br />

nel corso di un attacco condotto contro l’avamposto<br />

dagli insurgents, le forze ostili alla<br />

Coalizione NATO.<br />

I Fucilieri di <strong>Marina</strong> del Reggimento San Marco<br />

giunti presso il “Cop” lo scorso ottobre hanno<br />

subito sentito il dovere morale di onorare il sacrificio<br />

dell’Eroe Miotto con un piccolo monumento<br />

che ne esaltasse la memoria. Il monumento,<br />

costruito esclusivamente con il materiale<br />

reperibile nella zona, è costituito da una<br />

struttura in pietra posta alla base dell’asta Bandiera<br />

la cui forma vuol ricordare le montagne<br />

care agli Alpini.<br />

Alla sommità incisa su pietra compare una croce<br />

mentre la scritta “ad excelsa tendo”, incisa<br />

sul legno e posta alla base della struttura, rappresenta<br />

il motto del Reggimento tra le cui fila<br />

militava Miotto. In una nicchia all’interno della<br />

struttura durante la cerimonia celebrata il giorno<br />

della Commemorazione dei Defunti è stata<br />

depositata una Fotografia di Matteo, contestualmente<br />

al grido “1° Caporal Maggiore<br />

Miotto Matteo” è stato esploso in aria un colpo<br />

cal. 12,7 ed i Fucilieri del San Marco schierati<br />

hanno risposto con un “presente” che è riecheggiato<br />

nella vallata fuori dalla base.<br />

“Cop Snow” è, insieme a “Fob Lavaredo”<br />

(Bakwa) e “Fob Ice” (Gulistan), una delle tre<br />

basi operative della provincia afgana di Farah<br />

dove dal 10 settembre, nell’ambito della missione<br />

ISAF in Afghanistan, operano in prima linea<br />

gli Uomini di Task Force South East agli ordini<br />

del Capitano di Vascello Giuseppe Panebianco.<br />

Francesco Porcu n<br />

19<br />

attività operativa


SNMCMG2<br />

Gruppo Navale di Contromisure Mine<br />

della NATO<br />

Nave Numana<br />

Vi.Pe. - Controllo dei Flussi Migratori<br />

Operazioni Nazionali di difesa e Sicurezza Marittima<br />

presenza e sorveglianza<br />

Navi Comandante Foscari, Sfinge, Orione, Vega<br />

Personale RSM, MPA BR-1150 Atlantic, SH-3D, AB 212, EH-101<br />

Operazione Strade Sicure/Strade Pulite<br />

Operazione di sorveglianza a siti sensibili<br />

sul territorio nazionale in concorso alle<br />

Forze di Polizia<br />

Personale Reggimento San Marco<br />

KFOR - Joint Enterprise<br />

Operazione NATO di presenza e<br />

deterrenza per il mantenimento<br />

della sicurezza in Kossovo<br />

Istruttori Navali<br />

M.F.O. SINAI<br />

Controllo e verifica della libertà di<br />

navigazione nello Stretto di Tiran<br />

GRUPNAVCOST 10<br />

Navi Sentinella, Staffetta, Vedetta<br />

Personale RSM<br />

LLee OOppeerraazziioonnii<br />

ISAF Afghanistan<br />

Assistenza militare alle Forze Armate<br />

afghane e stabilizzazione dell’Afghanistan<br />

Task Force Leone, Personale RSM, GOI<br />

NATO Training Mission Iraq<br />

Assistenza militare alle Forze<br />

Armate irachene<br />

Istruttori navali<br />

SNMG1-Ocean Shield<br />

Gruppo Navale permanente della NATO<br />

Operazione NATO di contrasto alla pirateria<br />

in acque somale<br />

Nave Grecale


cooperazione internazionale<br />

La cooperazione fra Italia ed Emirati Arabi Uniti<br />

Italia ed Emirati Arabi Uniti<br />

(EAU) hanno una lunga<br />

tradizione di amicizia nel<br />

campo della difesa, databile<br />

alla nascita della federazione<br />

emiratina (1971). All'inizio, si è<br />

trattato di semplici scambi di<br />

personale. Poi i rapporti si sono<br />

consolidati. Nel 1986, è arrivata<br />

la prima nave ausiliaria<br />

di appoggio subacquei per gli<br />

EAU. A fine decennio, durante<br />

la guerra Iran-Iraq, le unità<br />

della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> Italiana<br />

hanno operato a lungo nel<br />

Golfo Persico, effettuando<br />

scali logistici nei principali porti<br />

emiratini (Abu Dhabi, Khor<br />

Fakkan, Mina Jebel, Mina Saqr<br />

e Mina Sultan). Durante la<br />

2a guerra del Golfo, sono intervenuti<br />

nell'area il XX Gruppo<br />

Navale e il Gruppo Autonomo<br />

dell’Aeronautica <strong>Militare</strong>,<br />

rischierato nella base di Al<br />

Dhafra. Successivamente, è<br />

stato aperto un Ufficio <strong>Militare</strong><br />

nell’Ambasciata di Abu Dhabi.<br />

La <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> ha incrementato<br />

gli scali nei porti della<br />

Federazione e, in un crescendo<br />

d'intese, il nostro Ministero<br />

della Difesa ha aperto a<br />

un rappresentante della <strong>Marina</strong><br />

il posto di addetto aggiunto<br />

all’Ambasciata di Abu<br />

Dhabi. Dal 2005, una jointventure<br />

(jv) lega l’italiana Selex<br />

Sistemi Integrati all’Abu<br />

Dhabi Ship Building, principale<br />

cantiere navale emiratino, di<br />

proprietà governativa al 50%.<br />

L'Abu Dhabi System Integration,<br />

nome della jv, opera prevalentemente<br />

nel campo dell’integrazione<br />

di sistemi per la<br />

difesa e la sicurezza interna.<br />

La presenza nella regione si è<br />

rafforzata con la creazione<br />

dell’Etihad Ship Building, joint<br />

venture tra Fincantieri, Al Fat-<br />

Fincantieri sta realizzando per la <strong>Marina</strong><br />

degli Emirati Arabi Uniti la corvetta<br />

antisommergibile Abu Dhabi, da 88,4<br />

metri di lunghezza e 1.650 tonnellate a<br />

pieno carico. L’unità è derivata dai<br />

pattugliatori della classe Cigala Fulgosi.<br />

Nella foto sopra, una di queste navi.<br />

tan Ship Industries e Melara<br />

Middle East. Sono arrivati memoranda<br />

d’intesa, accordi di<br />

cooperazione nel settore della<br />

difesa e della sicurezza, e<br />

soprattutto nuove commesse.<br />

A causa dei ritardi francesi<br />

nella consegna delle corvette<br />

classe Baynunah, la <strong>Marina</strong><br />

emiratina è corsa ai ripari, rivolgendosi<br />

a Fincantieri. Era il<br />

febbraio 2009 quando si è<br />

suggellata la trattativa per la<br />

fornitura dell’Abu Dhabi, un’unità<br />

derivata dai pattugliatori<br />

della classe Cigala Fulgosi:<br />

più precisamente una corvetta<br />

antisommergibile da 88,4<br />

Le corvette multiruolo Baynunah hanno<br />

per armamento principale il cannone<br />

navale Oto Melara da 76/62 SR. Il sistema<br />

di contromisure elettroniche è un<br />

ESM/ELINT SEAL della ditta Elettronica.<br />

22<br />

metri di lunghezza e 1.650 tonnellate<br />

a pieno carico, costruenda<br />

fra Riva Trigoso e<br />

Muggiano, e consegnanda<br />

nel 2012. L’ordine vale 90 milioni<br />

di euro circa, comprende<br />

l’opzione per una seconda<br />

nave e prevede assistenza logistica<br />

e addestrativa. Un’attività<br />

di primo piano per la <strong>Marina</strong><br />

italiana, che provvederà<br />

a formare gli equipaggi all’impiego<br />

di sistemi e procedure<br />

nazionali. L’intesa si è galvanizzata.<br />

In agosto, il portafoglio<br />

ordini di Fincantieri si è arricchito<br />

di un nuovo contratto<br />

da 184 milioni di euro: stavolta<br />

si tratta di fornire due unità<br />

del tipo Saettia, in configurazione<br />

stealth, comprensive di<br />

piattaforma, sistema di combattimento<br />

e integrazione<br />

funzionale. Le unità hanno un<br />

design sofisticatissimo per<br />

contenere la tracciabilità radar<br />

ed eludere i sistemi di sorveglianza<br />

nemici. Parleranno<br />

italiano per armamento ed<br />

elettronica: il cannone principale<br />

è il 76/62 di OTO Melara;<br />

sistema di combattimento, di-<br />

Selex Sistemi Integrati ha una joint venture<br />

con l’Abu Dhabi Ship Building (AD-<br />

SB), principale cantiere navale emiratino,<br />

di proprietà governativa al 50%.<br />

A destra, alcune infrastrutture dell’ADSB.<br />

rezione del tiro e radar della<br />

famiglia Kronos sono di competenza<br />

di Selex Sistemi Intergrati.<br />

Selex Communications<br />

sarà responsabile per il sistema<br />

di comunicazioni, mentre<br />

la ditta Elettronica realizzerà il<br />

sistema di guerra elettronica.<br />

Quest’ultima azienda vanta<br />

un’attività ormai ventennale<br />

negli EAU: ha una jv con la<br />

Baynunah Aviation Technology<br />

(ELTBAT); lavora con la<br />

<strong>Marina</strong>, l’Aviazione e il servizio<br />

d’Intelligence emiratini, cui<br />

fornisce tecnologie all’avanguardia.<br />

Le Saettia (classe Falaj 2)<br />

avranno 28 uomini di equipaggio,<br />

una lunghezza di 55,7<br />

metri e una stazza di 650 ton-<br />

nellate a pieno carico. Le prime<br />

due unità saranno costruite<br />

nei cantieri liguri di Fincantieri,<br />

per essere consegnate<br />

entro la fine del 2012. Le altre<br />

due saranno realizzate su licenza<br />

e assistenza italiane,<br />

nelle infrastrutture dell’Abu<br />

Dhabi Shipbuilding.<br />

Il contratto è stato ampliato lo<br />

23<br />

Per l’amministratore delegato<br />

di Fincantieri, Giuseppe<br />

Bono, i contratti con gli EAU<br />

confermano “la lungimiranza<br />

della scelta di puntare su<br />

nuovi mercati anche nel settore<br />

militare”. A sinistra, l’AD<br />

Bono.<br />

scorso settembre, durante<br />

la visita del ministro<br />

Paolo Romani negli<br />

EAU: è prevista la<br />

fornitura di ulteriori attività per<br />

la qualifica e i test dell’Abu<br />

Dhabi, integrata con i sistemi<br />

d’arma, sia di superficie che<br />

subacquei.<br />

Francesco Palmas* n<br />

* Giornalista esperto in Studi<br />

Internazionali Strategico-Militari


avvenimenti<br />

Consegnato il sistema di combattimento alla portaerei Cavour<br />

Cavour:<br />

“Sistema di Combattimento pronto”<br />

Il 3 novembre, a bordo<br />

della Portaerei Cavour,<br />

or meggiata presso la<br />

Stazione Navale Mar Grande<br />

di Taranto, si è tenuto un ricevimento<br />

offerto dalla SELEX Sistemi<br />

Integrati per celebrare il<br />

successo del processo di integrazione<br />

del Sistema di combattimento<br />

dell’Unità.<br />

Un risultato conseguito al ter-<br />

mine di un lungo periodo di<br />

lavoro, verifiche e collaudi,<br />

svolti a bordo, in porto e in<br />

navigazione, e presso le strutture<br />

del Centro di Programmazione<br />

della <strong>Marina</strong> (Maricenprog);<br />

un grande lavoro di<br />

squadra che ha visto operare,<br />

in piena sinergia, realtà militari<br />

e industriali, in uno sforzo corale<br />

per il raggiungimento di<br />

24<br />

un obiettivo comune.<br />

L’evidenza del traguardo era<br />

stata anticipata il 30 maggio<br />

2011, nelle acque del Golfo di<br />

Taranto, durante l’ultima delle<br />

tredici uscite dedicate alle attività<br />

di integrazione in mare.<br />

Una serie di navigazioni pianificate<br />

e condotte con il preciso<br />

scopo di mettere alla prova<br />

l’insieme di apparati, com-<br />

puter e programmi software<br />

che costituiscono il sistema di<br />

combattimento.<br />

Iniziate a novembre 2010,<br />

queste attività sono proseguite<br />

nel 2011, quasi sempre<br />

operando dalla base di Taranto<br />

e cooperando con numerosi<br />

e variegati mezzi tra cui<br />

navi, cacciamine, sommergibili,<br />

elicotteri ed aerei di diversi<br />

ruoli e caratteristiche. Degno<br />

di nota lo sforzo del team<br />

operativo di bordo per pianificare<br />

tutte le attività, coordinandosi<br />

con lo staff del Comando<br />

in Capo della Squadra<br />

Navale e con i comandi<br />

subordinati da cui dipendono<br />

le forze aeree e navali della<br />

<strong>Marina</strong>, cioè COMFORAL,<br />

COMFORDRAG, COMFORSUB<br />

e COMFORAER ed i gruppi elicotteri<br />

ed aerei dipendenti.<br />

Il risultato si è concretizzato<br />

nella riunione del 16 giugno<br />

nella quale è stata formalizzata<br />

l’accettazione del Sistema<br />

di combattimento del Cavour<br />

da parte della commissione<br />

presieduta dall’Amm. Isp. Capo<br />

Alberto Gauzolino e composta<br />

da membri appartenenti<br />

ai diversi comandi ed<br />

enti, centrali e periferici, coinvolti,<br />

tra cui CINCNAV, NA-<br />

VARM, NAVISPELOG, UTNAV<br />

Genova.<br />

Una bella serata, quella del 3<br />

novembre, a bordo del Ca-<br />

vour, cui sono intervenute numerose<br />

autorità locali, civili e<br />

militari, tra cui il Prefetto di Taranto,<br />

Dr.ssa Carmela Pagano,<br />

il Presidente del Tribunale,<br />

Dr. Morelli, il Comandante delle<br />

Forze d’Altura, Ammiraglio<br />

Filippo Maria Foffi.<br />

Significativa la presenza del<br />

personale militare e civile che<br />

ha lavorato arduamente per<br />

conseguire questo ambizioso<br />

risultato. A rappresentare SE-<br />

LEX S.I., un gruppo di dirigenti<br />

tra cui l’Ingegner Mariani, Vice<br />

Direttore Generale, l’Ing.<br />

Paolo Solferino, Capo della<br />

Business Unit Sistemi per la Difesa,<br />

il Dr. Eugenio Creso, Responsabile<br />

dei Rapporti Istituzionali.<br />

Durante la sua presentazione,<br />

il Comandante del Cavour, ha<br />

illustrato le attività che la nave<br />

ha potuto svolgere efficacemente<br />

negli ultimi mesi anche<br />

grazie alla disponibilità di<br />

un sistema di combattimento<br />

pienamente integrato. L’intensità<br />

del lavoro svolto è<br />

emersa chiaramente durante<br />

l’intervento del C.V. Blasi, Direttore<br />

del Centro di Programmazione<br />

della <strong>Marina</strong>, che ha<br />

evidenziato come questo risultato<br />

costituisca un valido riferimento<br />

per le analoghe attività<br />

in via di definizione per<br />

l’integrazione del sistema di<br />

combattimento delle nuovissi-<br />

25<br />

me fregate tipo FREMM della<br />

classe Bergamini.<br />

L’intervento dell’Ingegner Mariani<br />

ha voluto sottolineare<br />

l’importanza della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />

non solo come cliente<br />

per la SELEX ma anche come<br />

partner per lo sviluppo di sistemi<br />

d’avanguardia da promuovere<br />

anche in ambito internazionale.<br />

Stessi temi sono stati trattati<br />

dall’Ing. Solferino il quale ha<br />

voluto porre l’accento sullo<br />

spirito di squadra che da anni<br />

caratterizza il rapporto tra SE-<br />

LEX S.I. e la <strong>Marina</strong>.<br />

Le conclusioni sono state tratte<br />

dall’Ammiraglio Foffi che,<br />

nella sua veste di Comandante<br />

delle Forze d’Altura, ha voluto<br />

evidenziare l’importanza<br />

dei sistemi avanzati di telecomunicazioni<br />

e supporto al comando<br />

per un efficace gestione<br />

delle moderne operazioni<br />

navali come egli stesso<br />

ha verificato durante il comando<br />

della componente<br />

marittima impegnata nell’Operazione<br />

Unified Protector.<br />

Nel brindisi finale si è voluto<br />

sintetizzare la soddisfazione<br />

per i risultati conseguiti e l’auspicio<br />

di sempre nuovi traguardi<br />

per la crescita della<br />

componente operativa della<br />

<strong>Marina</strong>.<br />

Marco Accoto n


avvenimenti<br />

LA SPEZIA<br />

G li<br />

Certificazione ISO<br />

per l’Arsenale di La Spezia<br />

Certificazione ISO 9001:2008 per il Reparto Difesa di Superficie<br />

ingegneri Roberto Cassisa<br />

e Alberto Gronda di<br />

DNV (Det Norske Veritas),<br />

prestigioso e storico Ente Certificatore<br />

riconosciuto in campo<br />

internazionale con sede a Oslo<br />

e presente in oltre 100 paesi nel<br />

mondo, hanno completato,<br />

con esito positivo, la Visita Periodica<br />

di Mantenimento della<br />

Certificazione di Qualità UNI EN<br />

ISO 9001:2008 rilasciata al reparto<br />

Difesa di Superficie della<br />

Divisione Sistema di Combattimento<br />

dell’Arsenale <strong>Militare</strong><br />

Marittimo della Spezia il 6 settembre<br />

2010.<br />

Il Team Ispettivo di DNV ha elogiato<br />

l’impegno profuso e il<br />

continuo miglioramento operato<br />

dalle maestranze del reparto<br />

nel corso dell’anno trascorso<br />

dalla Certificazione per garantire<br />

lo svolgimento efficace dei<br />

processi di lavoro ed assicurare<br />

la conformità alla Norma dei<br />

servizi erogati.<br />

La lunga storia delle manutenzioni<br />

delle Artiglierie nell’Arsenale<br />

<strong>Militare</strong> Marittimo della<br />

Spezia e quindi la lunga storia<br />

del reparto Difesa di Superficie<br />

nasce nell’anno 1862 quando<br />

la Ditta dell’Ing. Metello Lapini<br />

ne iniziò i lavori di costruzione<br />

nella zona di S. Vito antistante<br />

l’attuale borgata marinara di<br />

Marola ed è, pertanto, strettamente<br />

legata a lavorazioni per<br />

loro natura delicate.<br />

Da allora a oggi, attraverso le<br />

due Guerre Mondiali, l’officina<br />

è stata testimone delle lavorazioni<br />

per l’approntamento delle<br />

artiglierie navali operando, subito<br />

dopo il 1945, all’inizio della<br />

ricostruzione del Paese, anche<br />

per il Settore Civile con la costruzione<br />

delle ruote dei vagoni<br />

ferroviari delle Ferrovie dello<br />

Stato.<br />

La testimonianza fotografica<br />

del 1870 ci mostra un capannone<br />

ben organizzato per quell’epoca,<br />

con macchine utensili<br />

26<br />

a cinghia mosse da macchine<br />

a vapore esterne al fabbricato<br />

e maestranze intente a lavorazioni<br />

ad affusti e a canne da<br />

cannone.<br />

Da quell’epoca ai giorni nostri<br />

vi sono state notevoli trasformazioni:<br />

le vecchie macchine<br />

sono state via via sostituite, i<br />

vecchi pozzi della profondità di<br />

7 metri utilizzati per il cerchiaggio<br />

delle canne sono stati chiusi<br />

e sostituiti dalle nuove piattaforme<br />

per le prove dei moderni<br />

complessi antiaerei e navali<br />

così come le attività di for-<br />

gia e brunitura delle canne non<br />

vengono più effettuate.<br />

Vi è però una linea di continuità<br />

tra il vecchio e il nuovo,<br />

costituita dalla professionalità,<br />

serietà ed entusiasmo delle<br />

maestranze arsenalizie impiegate<br />

nel Reparto Difesa di Superficie<br />

che, orgogliose del<br />

proprio lavoro, continuano a<br />

eseguire le attività a favore di<br />

Unità Navali ed Enti M.M.I. cui<br />

sono comandate con i consueti<br />

elevati standard di alta precisione<br />

uniti ai controlli continuativi<br />

e minuziosi, sempre documentati<br />

come prescrive la Norma.<br />

Inoltre, in attesa della programmata<br />

riorganizzazione delle<br />

strutture e del personale prevista<br />

con il Piano Brin, il personale<br />

del reparto, sotto la guida attenta<br />

e precisa del capo Sezione<br />

F.T. Marco Lemonci e del<br />

Capo Reparto F.T. Silvia Demuro,<br />

non si è fermato ad attendere<br />

gli eventi ma si è fatto<br />

parte attiva e diligente per<br />

qualificare la propria attività e<br />

incrementare le risorse disponibili<br />

a favore dello Stabilimento<br />

attraverso collaborazioni con<br />

Ditte locali e di livello nazionale.<br />

Tra le numerose attività finalizzate<br />

nel corso dell’ultimo anno<br />

sono degne di nota le lavorazioni<br />

a favore delle sottonotate<br />

Società:<br />

• Ditta Fincantieri per l’allineamento<br />

a secco e a nave galleggiante<br />

degli apparati del Sistema<br />

di Combattimento delle<br />

nuove Unità FREMM 6145 (Nave<br />

Bergamini) e 6146 (Nave Fasan);<br />

• Ditta Intermarine per l’allineamento<br />

dei sistemi delle Unità<br />

destinate alla Guardia di Finanza;<br />

• Ditta OTO Melara sia per le<br />

attività di allineamento del<br />

nuovo impianto 127/64, installato<br />

su nave Bergamini, utilizzando<br />

una nuova procedura di lavoro,<br />

studiata e validata dai<br />

tecnici del reparto, per consentire<br />

l’esecuzione delle lavora-<br />

zioni svincolandosi dalla necessità<br />

di avere la nave in bacino<br />

a secco, sia con l’invio di un<br />

tecnico elettronico specializzato<br />

in Corea del Sud per l’effettuazione<br />

di un intervento di riparazione<br />

su un impianto<br />

127/54 “C” presso la Base Navale<br />

di Jinhae a favore della<br />

<strong>Marina</strong> Coreana;<br />

• Ditta Selex SI per il controllo<br />

della planarità e l’allineamento<br />

del piano di rotolamento delle<br />

antenne radar Empar sulle<br />

Unità Navali della <strong>Marina</strong> Milita-<br />

27<br />

re Francese Chevalier Paul e<br />

Forbin presso la Base Navale di<br />

Tolone in Francia.<br />

La professionalità dimostrata<br />

dalle maestranze nell’esecuzione<br />

delle lavorazioni citate e<br />

delle numerose altre eseguite a<br />

favore delle unità navali della<br />

marina hanno portato il Reparto<br />

ad essere considerato dalle<br />

industrie nazionali attive nel settore<br />

come un partner di eccellenza.<br />

Marco Lemonci n


avvenimenti<br />

Consegnati i premi del Concorso per Tesi di Laurea<br />

organizzato annualmente dall’Ufficio Storico della <strong>Marina</strong><br />

Le migliori Tesi di Laurea a<br />

Palazzo <strong>Marina</strong><br />

Il 9 dicembre a Palazzo <strong>Marina</strong>,<br />

alla presenza dell’Ispettore<br />

delle Scuole della<br />

<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>, Ammiraglio di<br />

Squadra Giuseppe De Giorgi e<br />

del Capo dell’Ufficio Storico,<br />

Capitano di Vascello Francesco<br />

Loriga, sono stati consegnati i<br />

premi per il concorso nazionale<br />

per Tesi di Laurea, giunto alla<br />

sua tredicesima edizione. E’ intervenuta<br />

una folta rappresentanza<br />

di Alti Ufficiali dello Stato<br />

Maggiore <strong>Marina</strong>, di docenti e<br />

naturalmente di familiari e congiunti<br />

dei premiati.<br />

Quest’anno il concorso ha visto<br />

una discreta partecipazione,<br />

con sei tesi presentate provenienti<br />

dall’Università degli Studi<br />

“Guglielmo Marconi” di Bologna,<br />

dall’Università Cattolica<br />

del Sacro Cuore di Milano (con<br />

due Tesi presentate), dall’Università<br />

degli Studi “Gabriele<br />

D’Annunzio” di Chieti - Pescara,<br />

dall’Università degli Studi di Firenze<br />

ed infine dall’Università<br />

degli Studi di Pisa – Accademia<br />

Navale di Livorno.<br />

La commissione giudicatrice<br />

del Concorso composta dall’Ammiraglio<br />

(aus.) Fabio Caffio,<br />

dal Comandante Michele<br />

Giuliano, dai Professori Antonel-<br />

I tre premiati con l’Ammiraglio De Giorgi<br />

lo Biagini, Giuseppe Conti, Matteo<br />

Pizzigallo e Alberto Santoni<br />

hanno scelto fra tutte le tre tesi<br />

che più hanno contribuito a<br />

diffondere la cultura storico-militare-marittima<br />

nel mondo accademico<br />

e civile.<br />

Il primo premio è stato assegnato<br />

alla Dottoressa Rebecca<br />

Minghetti per la Tesi “La nuova<br />

pirateria: analisi del fenomeno<br />

e azioni di contrasto”. Relatore<br />

della Tesi vincitrice è il Professor<br />

Luciano Bozzo, Facoltà di Scienze<br />

Politiche dell’Università degli<br />

Studi di Firenze. Tesi ritenuta meritevole<br />

in quanto “Lavoro che,<br />

alla luce di un’ampia indagine<br />

bibliografica e documentale,<br />

analizza il fenomeno della pirateria<br />

dalle origini ai nostri giorni,<br />

con interessanti considerazioni<br />

sulla nuova pirateria ed i suoi legami<br />

con il terrorismo. In sintesi<br />

una sistematica riflessione su un<br />

fenomeno complesso, sul quale<br />

la discussione è ancora aperta<br />

e la cui soluzione è ancora lontana<br />

da venire”.<br />

La seconda classificata è stata<br />

la Dottoressa Emma Colombo<br />

con la Tesi “Diventare Ufficiali<br />

della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>: gli Allievi<br />

dell’Accademia Navale di Livorno”;<br />

discussa presso la Facoltà<br />

di Sociologiadell’UniversitàCattolica<br />

del Sacro<br />

Cuore di Milano,<br />

relatrice la<br />

Professoressa<br />

Rita Bichi.<br />

Tesi ritenuta<br />

meritevole in<br />

quanto “Lavoro<br />

frutto di<br />

un’appassionataosservazione<br />

sul cam-<br />

28<br />

po che analizza, con i tradizionali<br />

strumenti dell’indagine sociologica,<br />

le motivazioni di fondo<br />

che, in una società come<br />

quella odierna caratterizzata<br />

da un forte individualismo, portano<br />

tanti giovani ad entrare a<br />

far parte di un’istituzione particolare<br />

come l’Accademia Navale”.<br />

Terzo classificato il Capitano di<br />

Vascello Gennaro Maddaluno<br />

per la Tesi “La sicurezza dei porti,<br />

la difesa delle basi e delle vie<br />

di comunicazione. Le sfide marittime<br />

al nuovo millennio”.<br />

Tesi ritenuta meritevole in quanto<br />

“lavoro che ha trattato con<br />

metodo e chiara visione concettuale<br />

le funzioni svolte dalla<br />

<strong>Marina</strong> sia a tutela della libertà<br />

di navigazione in alto mare che<br />

per la sicurezza dei porti e delle<br />

basi navali. Tipologie, scenari e<br />

concetti relativi a porti commerciali,<br />

basi navali e relative<br />

vie di comunicazione marittima<br />

sono stati sviluppati con dovizia.<br />

Per le basi navali, in particolare,<br />

è stato esposto lo stato dell’arte<br />

delle apparecchiature di difesa<br />

passiva quale condizione necessaria<br />

ad assicurare la difesa<br />

delle forze navali”. Questa tesi<br />

provenendo dall’Università degli<br />

Studi di Pisa – Accademia<br />

Navale di Livorno, relatore il Capitano<br />

di Vascello Claudio Gabrini,<br />

può considerarsi un prodotto,<br />

per così dire, “fatto in casa”.<br />

Al termine, dopo le premiazioni<br />

ufficiali, tutti gli intervenuti hanno<br />

potuto scambiare le proprie<br />

opinioni e complimentarsi direttamente<br />

con i vincitori presso la<br />

storica Biblioteca di Palazzo<br />

<strong>Marina</strong>.<br />

Leonardo Merlini n<br />

Rapporto<br />

dell’economia del mare<br />

Il cluster marittimo italiano produce beni e servizi per 39,5 miliardi<br />

di euro (2,6% del PIL nazionale) e occupa circa il 2% della<br />

forza lavoro del paese. L’Italia è prima in Europa per<br />

importazioni ed esportazioni via mare e turismo crocieristico<br />

ROMA<br />

Il cluster marittimo italiano<br />

si conferma uno dei settori<br />

più dinamici dell’economia<br />

italiana contribuendo al PIL<br />

nazionale per 39,5 miliardi di<br />

euro (2,6% di quello totale, e<br />

l’11% di quello dei trasporti) e<br />

dà occupazione a circa il 2%<br />

della forza lavoro del Paese<br />

(477mila persone fra addetti diretti<br />

ed indotto).<br />

Questi alcuni dei dati del IV<br />

Rapporto dell’Economia del<br />

Mare realizzato della Federazione<br />

del Mare assieme al Censis,<br />

presentato il 25 ottobre scorso<br />

a Roma presso la sede del<br />

CNEL.<br />

I dati confermano il posizionamento<br />

dell’Italia al primo posto<br />

in Europa per importazioni via<br />

mare, con 185,4 milioni di tonnellate<br />

di merce, ed al terzo<br />

per esportazioni, con 47 milioni<br />

di tonnellate. Il nostro Paese<br />

mantiene poi la leadership anche<br />

nel traffico crocieristico<br />

(con 6,7 milioni di passeggeri),<br />

e nella costruzione di navi passeggeri<br />

e motor-yacht di lusso.<br />

L’impatto delle attività marittime<br />

sull’economia italiana va<br />

oltre gli aspetti più strettamente<br />

legati alla loro dimensione trasportistica<br />

e coinvolge diretta-<br />

mente diversi settori produttivi<br />

dell’economia: l’industria marittima<br />

dei trasporti; la logistica<br />

portuale; la cantieristica; la<br />

nautica; la pesca; le attività<br />

professionali; gli acquisti di beni<br />

e servizi.<br />

In termini di contributo al Pil,<br />

dopo i trasporti marittimi si collocano<br />

le attività di logistica<br />

portuale e ausiliarie ai trasporti<br />

(6,7 miliardi di euro di contributo),<br />

la pesca (4,4 miliardi), la<br />

cantieristica navale (4,3 miliardi)<br />

e la nautica da diporto (3,3<br />

miliardi). Sulla base dei dati disponibili<br />

ad oggi si può stimare<br />

che nel 2010 il valore del cluster<br />

marittimo si sia collocato fra i<br />

38 e 39,7 miliardi di euro. I dati<br />

a disposizione indicano uno<br />

scenario per il 2011 di crescita<br />

contenuta, per poi riprendere<br />

a svilupparsi nuovamente nel<br />

2012.<br />

“I dati del Censis dimostrano<br />

chiaramente che il cluster marittimo<br />

italiano costituisce un<br />

campo di eccellenza del Paese<br />

- ha dichiarato il presidente<br />

della Federazione del Mare<br />

Paolo d’Amico - Come tutti,<br />

abbiamo subito gli effetti della<br />

crisi iniziata nel 2008, fra cui il<br />

crollo dei noli e il calo del fatturato,<br />

ma abbiamo dimostrato<br />

una forte capacità di reazione”.<br />

“Un aspetto che tengo a sotto-<br />

29<br />

lineare - ha continuato il presidente<br />

d’ Amico – è che il sistema<br />

marittimo ha mantenuto<br />

negli ultimi anni il proprio peso,<br />

grazie ad un processo di riforma<br />

che ha reso competitive le<br />

sue componenti rispetto ai<br />

concorrenti esteri. Dopo la riforma<br />

della navigazione mercantile<br />

internazionale del 1998 sono<br />

stati investiti oltre 35 miliardi di<br />

euro nella costruzione di nuove<br />

unità navali, che hanno portato<br />

la flotta italiana a raddoppiare<br />

diventando così tra le<br />

principali al mondo, con posizioni<br />

di assoluto rilievo nei settori<br />

più sofisticati come quelli delle<br />

unità ro-ro e delle navi da crociera.<br />

Anche la riforma dei porti<br />

del ’94, pur oggi bisognosa di<br />

ammodernamento, è stata importante,<br />

avendo reso possibile<br />

all’Italia di qualificarsi in Europa<br />

come primo importatore ed<br />

esportatore via mare e prima<br />

meta per i passeggeri e viaggiatori<br />

delle navi da crociera”.<br />

“Oggi, in virtù di nuovi scenari<br />

di mercato - ha concluso il presidente<br />

d’Amico – chiediamo<br />

una rinnovata sensibilità a tutte<br />

le istituzioni, in modo da procedere<br />

speditamente su alcune<br />

delle necessità strategiche per<br />

la competitività del settore: fra<br />

di esse voglio sottolineare il<br />

mantenimento della normativa<br />

italiana ed europea sulla com-<br />

avvenimenti


petitività della bandiera marittima,<br />

il collegamento dei nostri<br />

scali con le reti di trasporto terrestre,<br />

l’adeguamento dei fondali<br />

e la semplificazione di diverse<br />

procedure amministrative<br />

e fiscali”.<br />

Giuseppe Roma, direttore generale<br />

del Censis, ribadisce “la<br />

capacità trainante del cluster<br />

marittimo italiano in un contesto<br />

da troppo tempo stagnante”.<br />

“Ritengo opportuno – continua<br />

Roma - che il sistema<br />

marittimo compia ancora una<br />

volta un salto di qualità, soprattutto<br />

migliorando la capacità<br />

dei propri nodi logistici di captare<br />

flussi commerciali in constante<br />

crescita, flussi che continuano<br />

ad avere come importante<br />

area di transito il Mediterraneo.<br />

Dalle proiezioni che il<br />

Censis ha elaborato, il cluster<br />

marittimo dovrà guardare con<br />

crescente attenzione non solo<br />

a mercati già in forte espansione,<br />

come quello dell’Asia orientale,<br />

dove gli interscambi marittimi<br />

da e per l’Italia crescono<br />

dalla metà degli anni 2000 a ritmi<br />

vorticosi, ma anche ad aree<br />

nelle quali il Paese, grazie al<br />

proprio armamento, può svolgere<br />

un ruolo di player di rango,<br />

come la sponda Sud del<br />

Mediterraneo (dove si colloca il<br />

40% degli scambi da e per l’Italia),<br />

l’area Balcano-adriatica e<br />

quella del Golfo”.<br />

“Rappresenteranno un volano<br />

per la competitività del cluster<br />

marittimo italiano – dice ancora<br />

Giuseppe Roma – più innovazione<br />

e certamente maggiori<br />

investimenti nella componente<br />

avanzata del cluster marittimo,<br />

in particolare nelle tecnologie<br />

ICT e in quelle per l’automazione<br />

e la sicurezza delle operazioni<br />

logistiche, oltre ad investimenti<br />

in ricerca e sviluppo di<br />

prototipi nel segmento della<br />

cantieristica.”<br />

Il rapporto rileva come la componente<br />

con il più alto numero<br />

di unità di lavoro dirette sia la<br />

pesca, con più di 59.000 ad-<br />

detti (pesca marittima, attività<br />

di allevamento, la piscicoltura)<br />

seguita dai trasporti marittimi<br />

(con più di 35.300 unità di lavoro<br />

a bordo e altre 7.100 a terra),<br />

dalle attività ausiliarie e di<br />

logistica portuale (31.874<br />

unità), e poi dalla nautica da<br />

diporto (22.300 unità) e dalla<br />

cantieristica navale (11.800<br />

unità). A queste poi devono<br />

aggiungersi altre 260mila unità<br />

di lavoro occupate nell’attività<br />

dell’indotto a monte e a valle.<br />

Le previsioni sono di<br />

• una consistente fase espansiva<br />

del general cargo e delle<br />

rinfuse liquide, in particolare<br />

considerando i traffici di prodotti<br />

petroliferi dall’area del<br />

Golfo Persico verso il Mediterraneo;<br />

• un modesto sviluppo del traffico<br />

che l’Italia riuscirà a captare<br />

a causa della crescente<br />

competitività dei porti della<br />

sponda Sud del Mediterraneo;<br />

• l’avanzo di stiva, con un conseguente<br />

eccesso di offerta di<br />

servizi di shipping rispetto alla<br />

domanda, che perdurerà almeno<br />

fino al 2012, con effetti di<br />

rallentamento della crescita sia<br />

dal lato del trasporto marittimo<br />

che di quello delle costruzioni<br />

navali;<br />

• la bassa crescita a cui la<br />

cantieristica navale sarà sottoposta<br />

almeno nel prossimo anno,<br />

data la situazione di crisi<br />

strutturale per il momento registrata<br />

da questo comparto in<br />

Italia, sebbene la capacità<br />

competitiva del settore resti<br />

elevata (specie nel segmento<br />

delle navi da crociera);<br />

• la lenta ripresa del settore<br />

della nautica da diporto, che a<br />

metà del 2011 mostra alcuni segnali<br />

positivi, grazie soprattutto<br />

alla ripresa delle esportazioni,<br />

mentre il mercato interno continua<br />

a scontare le carenze infrastrutturali<br />

e una politica fiscale<br />

da ammodernare.<br />

Per quanto concerne i principali<br />

mercati di riferimento:<br />

• al primo posto si collocano i<br />

30<br />

Paesi del Nord Africa e del Mediterraneo<br />

orientale (Algeria,<br />

Egitto, Israele, Libano, Libia,<br />

Marocco, Siria, Tunisia, Turchia),<br />

area con la quale l’Italia effettua<br />

il 40,6% degli interscambi (in<br />

termini di tonnellaggio) di merci<br />

via mare, in crescita fino al<br />

2008 e poi in flessione;<br />

• al secondo posto si pone l’Europa<br />

dell’Est (Bulgaria, Georgia,<br />

Ucraina, Romania, Russia), area<br />

in cui si colloca il 15,3% dei flussi<br />

di merci da e per l’Italia, in flessione<br />

negli ultimi anni;<br />

• al terzo posto si collocano i<br />

Paesi dell’Europa mediterranea<br />

(Francia, Gibilterra, Grecia,<br />

Malta, Cipro, Spagna e Portogallo),<br />

che coprono il 14% degli<br />

interscambi marittimi con l’Italia,<br />

in forte incremento fino al<br />

2008, poi ridimensionati dalla<br />

fase di crisi economica;<br />

• vi è poi un’ulteriore area, ovvero<br />

quella dei Balcani (Albania,<br />

Croazia, Serbia, Montenegro,<br />

Slovenia), con volumi ancora<br />

poco significativi ma in rapida<br />

crescita sia prima che durante<br />

la fase di crisi;<br />

• ed un’ulteriore area rappresentata<br />

dalla Cina e Hong<br />

Kong, con una crescita esponenziale<br />

dei traffici in entrata<br />

ed uscita dall’Italia, prima e<br />

durante la crisi economica,<br />

con un volume degli interscambi<br />

marittimi pari al 2,8% del totale,<br />

ma destinati ad aumentare<br />

considerevolmente nell’immediato<br />

futuro.<br />

Tenendo conto delle previsioni<br />

di crescita del Pil (proiezioni<br />

elaborate dal Fondo monetario<br />

internazionale) delle aree appena<br />

citate e dei livelli di correlazione<br />

con il traffico si stima<br />

quanto segue per il periodo<br />

2011- 2015:<br />

a) l’area verso la quale l’Italia<br />

intensificherà maggiormente i<br />

propri interscambi marittimi potrebbe<br />

essere la Cina e Hong<br />

Kong; dagli attuali 8 milioni di<br />

tonnellate di scambi (erano più<br />

di 12 milioni nel 2008) si potrebbe<br />

arrivare nel 2015 a quasi 20<br />

milioni di tonnellate; in questo<br />

modo, tale area potrebbe rappresentare<br />

il 6% dei traffici marittimi<br />

italiani, raddoppiando il<br />

proprio peso nella matrice origine-destinazione<br />

italiana dei<br />

flussi via mare. La stima tiene<br />

conto degli elevati tassi di crescita<br />

del Pil che, come è noto,<br />

negli ultimi dieci anni, hanno<br />

contraddistinto l’economia cinese<br />

e quella di Hong Kong (tra<br />

il 2005 e il 2009 il Pil a valori correnti<br />

è passato da 2.400 miliardi<br />

a 4.900 miliardi di dollari e tra il<br />

2010 e il 2015 è previsto un incremento<br />

del 51% in termini<br />

correnti);<br />

b) la seconda area per tasso di<br />

crescita potrebbe essere verosimilmente<br />

la sponda Sud del<br />

Mediterraneo e l’area mediorientale.<br />

Si tratta di un’area per<br />

la quale nei prossimi anni è previsto<br />

un apprezzabile tasso di<br />

crescita dell’economia, a ritmi<br />

tali da segnalare la propensione<br />

a nuovi investimenti e all’apertura<br />

verso gli scambi internazionali.<br />

Si tratta dell’area verso<br />

cui si indirizzano e da cui<br />

provengono i maggiori flussi di<br />

merci che riguardano l’Italia.<br />

Le proiezioni effettuate tenendo<br />

conto delle previsioni di crescita<br />

del Pil, indicano la possibi-<br />

lità di passare dagli attuali 120<br />

milioni di tonnellate scambiate<br />

a circa 200/220 milioni di tonnellate;<br />

c) la terza area verso la quale<br />

l’industria marittima italiana potrebbe<br />

migliorare considerevolmente<br />

il proprio posizionamento<br />

strategico dovrebbe essere<br />

quella balcanica, la cui economia<br />

è cresciuta notevolmente<br />

nell’ultimo decennio, così come<br />

gli interscambi via mare<br />

con l’Italia (aumentati in volume<br />

di oltre il 60% tra il 2002 e il<br />

2009 e del 13% tra il 2005 e il<br />

2009). Ulteriori indicatori provano<br />

per questi Paesi posti sulla<br />

sponda orientale dell’Adriatico<br />

una fase di espansione economica<br />

piuttosto sostenuta almeno<br />

tra i primi anni 2000 e il 2008,<br />

con una fase di rallentamento<br />

nel 2009, a causa della crisi<br />

economica. Le stime effettuate<br />

tenendo conto del robusto livello<br />

di correlazione esistente<br />

tra gli scambi marittimi da e per<br />

l’Italia ed il Pil dei Paesi appartenenti<br />

a quest’area portano a<br />

ritenere che dagli attuali 13,6<br />

milioni di tonnellate scambiate<br />

via mare con l’Italia si possa arrivare<br />

nel 2015 ad oltre 23 milioni<br />

di tonnellate;<br />

d) è verosimile ritenere, inoltre,<br />

31<br />

che anche da e verso l’area<br />

del Golfo Persico lo shipping<br />

italiano intensificherà la propria<br />

attività. I dati a disposizione<br />

mettono in evidenza come le<br />

principali rotte presidiate dall’armamento<br />

italiano siano<br />

quelle che dal Mediterraneo<br />

volgono proprio verso l’area<br />

del Golfo Persico (oltre che<br />

quelle verso l’Asia orientale), il<br />

cui Pil è stimato in crescita del<br />

23% nel periodo 2010- 2015.<br />

Inoltre, occorre sottolineare<br />

che, se i volumi di traffico da e<br />

per l’Italia con il Golfo Persico<br />

hanno un limitato peso sul totale<br />

dei traffici, in valore essi assumono<br />

viceversa una posizione<br />

di assoluto rilievo, trattandosi<br />

prevalentemente di prodotti<br />

petroliferi e di prodotti della<br />

manifattura italiana di medioalta<br />

qualità. Sulla base di tali<br />

fatti, dunque, è possibile ipotizzare<br />

che i flussi di traffico marittimo<br />

da e verso quest’area potrebbero<br />

passare dagli attuali<br />

3,3 milioni di tonnellate a 5-6<br />

milioni di tonnellate.<br />

L’Italia dunque, in questo periodo<br />

di crisi, è “sul mare, dal mare<br />

e per il mare” che inizia a vedere<br />

i primi squarci di sereno.<br />

Leonardo Merlini n


avvenimenti<br />

LIVORNO<br />

“<br />

LO GIURO!”. Un boato assordante,<br />

il trepidare dell’attesa,<br />

l’emozione negli<br />

occhi. Due parole per impegnarsi<br />

solennemente ad adempiere<br />

i doveri del militare: “l’assoluta<br />

fedeltà alle istituzioni repubblicane,<br />

con disciplina e<br />

onore, senso di responsabilità e<br />

consapevole partecipazione”.<br />

E’ questo ciò che è insito nella<br />

cerimonia del giorno di Santa<br />

Barbara in cui implicitamente<br />

ogni allievo prima classe, da<br />

130 anni ad oggi, ha urlato con<br />

tutto l’animo fedeltà al proprio<br />

Stato: lo stato come Patria, l’<br />

Italia, e lo status di “militare”. Infatti,<br />

ciò che contraddistingue<br />

in modo netto il “civile” dal “militare”<br />

è proprio la specificità e<br />

particolarità del suo impegno:<br />

servire in armi la Patria, con<br />

senso del dovere, onestà, rigore<br />

morale e con dedizione assoluta<br />

al sacrificio. Il giuramento<br />

è proprio questo, cioè la<br />

massima espressione dell’adesione<br />

ad una condizione, ad<br />

una vita completamente diversa<br />

da quella di tutti i giorni: una<br />

vita di valori legati al servizio<br />

del Paese e della società, preferendo<br />

l’interesse della collettività<br />

a quello personale. Il militare<br />

non è solo colui che “serve<br />

in arme la Patria” ma è anche<br />

colui che, con la sua professione,<br />

aderisce integralmente al<br />

Lo giurate voi?<br />

sistema di valori alla base dei<br />

quali c’è la solidarietà e la dedizione<br />

per la società. E’ proprio<br />

su questi valori che si articola<br />

la nostra formazione professionale<br />

e umana. I Centoventi<br />

allievi ufficiali della prima<br />

classe e i due allievi del 11°<br />

Corso AUPC, che hanno varcato<br />

le soglie del Cancello San<br />

Jacopo il 19 settembre 2011,<br />

hanno lavorato sodo per raggiungere<br />

e conquistare questo<br />

fatidico traguardo: attimi che<br />

lasciano senza fiato sono quelli<br />

che hanno accompagnato i<br />

momenti prima dell’ingresso in<br />

piazzale. Comincia a suonare il<br />

tamburo, tremano le gambe, il<br />

cuore batte all’impazzata, i brividi<br />

salgono lungo la schiena,<br />

l’ultimo scambio di sguardi nella<br />

compagnia e poi decisi e<br />

fieri per affrontare il primo passo<br />

verso la meta: “Entra in piazzale<br />

la Brigata Allievi!”. A rendere<br />

ancor più solenne la cerimonia<br />

è stata la presenza del<br />

Ministro della Difesa, Ammiraglio<br />

Giampaolo Di Paola, alla<br />

sua prima uscita ufficiale, del<br />

Capo di Stato Maggiore della<br />

Difesa, Generale Biagio Abrate<br />

e del Capo di Stato Maggiore<br />

della <strong>Marina</strong> Ammiraglio di<br />

Squadra Bruno Branciforte che,<br />

con la loro rassegna e le loro<br />

allocuzioni hanno inorgoglito il<br />

cuore dei neofiti. Ore ed ore di<br />

addestramento, prove su prove<br />

per raggiungere quella perfezione<br />

che avrebbe dimostrato<br />

la volontà e la consapevolezza<br />

di entrare a far parte di una<br />

grande famiglia come quella<br />

della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> italiana.<br />

Fatica, dedizione e duro lavoro<br />

sono state, sono e saranno i<br />

capisaldi di questa vita prospera<br />

di grandissime soddisfazioni.<br />

E riprendendo le parole del nostro<br />

Ministro della Difesa “Il vincitore<br />

è un sognatore che non<br />

si è arreso alle difficoltà. Siate<br />

sognatori che non si arrendono.<br />

Sappiate sognare e fateci<br />

sognare.” Riusciremo a farlo?<br />

Sicuramente sì.<br />

Edvige Altobelli n<br />

Le energie rinnovabili<br />

Al CISAM di Pisa il convegno sull’opportunità e la<br />

sostenibilità delle nuove forme di energia<br />

Il 19 novembre, a Pisa,<br />

presso la sala conferenze<br />

del CISAM (Centro Interforze<br />

Studi per le Applicazioni<br />

Militari), si è svolto il convegno<br />

“Energie rinnovabili: opportunità<br />

e sostenibilità" organizzato<br />

congiuntamente dal CISAM<br />

e dal “Lions Club International -<br />

Centro Studi del Lionismo Distretto<br />

108 LA”.<br />

La manifestazione è stata aperta<br />

dal Direttore del CISAM, Ammiraglio<br />

Ispettore (GN) Domenico<br />

De Bernardo, il quale ha ricordato<br />

che il CISAM è nato<br />

nel 1956 come CAMEN per studiare<br />

le Applicazioni Militari dell'Energia<br />

Nucleare e che oggi,<br />

dopo numerose modifiche ordinative,<br />

unisce alle competenze<br />

in materia nucleare e radiologica<br />

quelle nei settori della Compatibilità<br />

Elettromagnetica e<br />

dell’Optoelettronica.<br />

A seguire hanno introdotto il tema<br />

del convegno i rappresentanti<br />

dell’organizzazione dei<br />

Lions, ed il moderatore del<br />

Convegno, che ha sottolineato<br />

l’attualità dell’interrogativo sulla<br />

possibilità che le fonti alternative<br />

possano essere sufficienti<br />

a garantirci una produzione<br />

energetica adeguata alle reali<br />

necessità, soprattutto ora, dopo<br />

che il recente referendum<br />

sull'energia nucleare, ha, di fatto,<br />

eliminato la possibilità di utilizzare<br />

tale fonte di energia in<br />

Italia.<br />

Gli interventi susseguitisi hanno<br />

trattato tutte le possibili fonti di<br />

energia alternativa: idroelettrica<br />

(mini-idro), fotovoltaicolo,<br />

eolico, energia dal mare, biomasse.<br />

Il penultimo intervento<br />

ha affrontato il controverso tema<br />

delle caratteristiche e prospettive<br />

degli impianti nucleari<br />

della presente e della nuova<br />

generazione. Il relatore dell’ultimo<br />

intervento ha cercato di<br />

trarre le conclusioni affrontan-<br />

32 33<br />

do il tema “Energie tradizionali<br />

e rinnovabili: confronto costibenefici”<br />

I diversi oratori hanno presentato<br />

pregi e difetti delle varie forme<br />

di produzione energetica<br />

alternativa, evidenziando in<br />

particolare che le stesse possono<br />

dare origine a inconvenienti,<br />

sia economici che ambientali,<br />

se sfruttate senza criterio.<br />

Nel corso del convegno è<br />

emerso che, per soddisfare i requisiti<br />

europei, la quota di energia<br />

prodotta in Italia da fonti<br />

rinnovabili dovrà passare dall’attuale<br />

23% al 27% entro il<br />

2020, e che il raggiungimento<br />

di quest’obiettivo non appare<br />

facile. Soprattutto non dobbiamo<br />

dimenticare che le nostre<br />

risorse principali sono il turismo,<br />

l’arte e l’ambiente naturale e<br />

che dobbiamo evitare di adottare<br />

soluzioni, come l’impiego<br />

generalizzato dell’energia eolica<br />

o di quella fotovoltaica, che<br />

possano danneggiare queste<br />

risorse. Nel caso del fotovoltaico,<br />

ad esempio, sarebbe bene<br />

limitarsi all’impiego dei tetti degli<br />

edifici non aventi particolari<br />

pregi architettonici.<br />

Al termine delle presentazioni<br />

ha avuto luogo un vivace e interessante<br />

dibattito, centrato<br />

principalmente sull’impiego<br />

dell’energia nucleare. In conclusione<br />

il convegno è stato<br />

un’occasione molto interessante<br />

per discutere, senza isterie o<br />

paraocchi, del nostro futuro<br />

energetico, evidenziando le<br />

poche luci e le molte ombre<br />

della situazione nazionale.<br />

Claudio Boccalatte n<br />

avvenimenti


avvenimenti<br />

Alla Spezia, presso il salone<br />

principale del Circolo<br />

Ufficiali di <strong>Marina</strong><br />

“Vittorio Veneto”, l’associazione<br />

“Commendator Domenico<br />

Tori” di Portovenere ha consegnato<br />

il premio “Tatiana Pavlova”al<br />

regista Antonio Calenda.<br />

La manifestazione ha avuto<br />

un inaspettato grado di copertura<br />

mediatica, venendo<br />

riportata, oltre che sulla stampa<br />

locale, anche sul sito web<br />

della radio di stato russa in lingua<br />

italiana “la voce della<br />

Russia” alla pagina internet<br />

http://italian.ruvr.ru/2011/11/0<br />

9/59966806.html.<br />

Ricordiamo che “la voce della<br />

Russia” ai tempi della guerra<br />

fredda era nota come “radio<br />

Mosca”.<br />

Il Presidente del Circolo nel<br />

suo indirizzo di benvenuto ha<br />

ricordato i forti legami tra le<br />

marine militari di Italia e Russia,<br />

citando l’episodio del terremoto<br />

di Messina del 1908,<br />

quando le navi della squadra<br />

russa presente nella zona di<br />

Messina furono tra le prime ad<br />

arrivare nella martoriata città<br />

dello stretto per prestare soccorso<br />

alla popolazione, precedendo<br />

le unità della Regia<br />

<strong>Marina</strong>, la cui base più vicina<br />

all’epoca era Napoli.<br />

Intensa attività al Circolo Ufficiali di La Spezia<br />

“La voce della Russia”, già “Radio Mosca”, dedica un servizio al<br />

Circolo Ufficiali in occasione del premio “Tatiana Pavlova”.<br />

La manifestazione è stata poi<br />

aperta dal dottor Vinicio Ceccarini,<br />

Presidente della fondazione<br />

Tori, che ha illustrato le<br />

finalità del premio, dedicato<br />

all’attrice e regista Tat'jana<br />

Pavlovna Pavlova (Belopavlovič,<br />

1894 – Roma, 1975), e le<br />

ragioni della sua assegnazione<br />

ad Antonio Calenda (si veda<br />

la motivazione del premio<br />

riportata in riquadro).<br />

A seguire si è tenuto un interessante<br />

dibattito (talk show),<br />

cui hanno partecipato il regista<br />

Antonio Calenda, il giornalista<br />

e fotografo Alexander<br />

Prokhorov, de La voce della<br />

Russia, il pittore Pierre<br />

Tchakhotine, Laura Righi,<br />

esperta di relazioni internazionali<br />

della regione Toscana, il<br />

Direttore del Conservatorio<br />

Giacomo Puccini della Spezia,<br />

maestro Giuseppe Bruno,<br />

l’assessore alla cultura del comune<br />

di Porto Venere Lorenzo<br />

Masi. Il tema principale del dibattito<br />

è stato il rapporto tra<br />

le diverse forme d’arte (letteratura,<br />

teatro, pittura e musica)<br />

e tra le cultura russa ed<br />

italiana. Particolarmente apprezzato<br />

l’intermezzo musicale<br />

del maestro Bruno.<br />

La manifestazione ha anche<br />

visto la consegna di attestati<br />

ricordo ad un folto gruppo di<br />

pittori russi, i quali hanno compiuto<br />

un Grand Tour artistico<br />

dell’Italia, nel corso del quale<br />

hanno toccato una trentina di<br />

città e borghi di Piemonte, Liguria<br />

a Toscana.<br />

In conclusione la manifestazione<br />

è stata un’occasione<br />

molto interessante per tutti gli<br />

intervenuti (tra i quali numerosi<br />

soci del circolo) per apprezzare<br />

l’arte nelle sue diverse<br />

forme e celebrare i legami tra<br />

Motivazione del Premio Tatiana<br />

Pavlova ad Antonio Calenda<br />

Questa Fondazione e il Comune<br />

di Porto Venere assegnano il Premio<br />

Tatiana Pavlova al dr. Antonio<br />

Calenda per un’attività intensa,<br />

rilevante artisticamente sul<br />

piano nazionale e internazionale.<br />

Originale e poliedrico, si è laureato<br />

in Filosofia del Diritto e ha<br />

iniziato la propria attività teatrale<br />

nell'ambito del Teatro Universitario<br />

di Roma.<br />

La cultura classica e filosofica<br />

hanno contribuito fortemente alla<br />

formazione intellettuale dell’artista.<br />

Nel 1965 ha fondato insieme<br />

a Virginio Gazzolo e Luigi<br />

Proietti il Teatro Centouno che<br />

ha rappresentato per l'attività di<br />

ricerca e sperimentazione di<br />

quegli anni uno dei primi punti di<br />

riferimento. Negli anni successivi<br />

ha lavorato per il Teatro di Roma<br />

e ha diretto in due riprese, e per<br />

un periodo di nove anni, il Teatro<br />

Stabile dell'Aquila le cui produzioni<br />

hanno circuitato all'estero,<br />

in paesi quali Australia, Francia e<br />

Canada. Ha fondato la Compagnia<br />

Teatro d'Arte per la quale,<br />

dal 1982, ha diretto spettacoli<br />

ospitati sovente da festival internazionali,<br />

e organizzato numerose<br />

manifestazioni culturali in Italia.<br />

Antonio Calenda è oggi Direttore<br />

del Teatro Stabile del Friuli-Venezia<br />

Giulia dal maggio 1995<br />

rappresenta un riferimento sicuro<br />

nella cultura italiana. Il percorso<br />

teatrale di Antonio Calenda è<br />

vasto e complesso: da Brecht, a<br />

Shakespeare, a Gombrowicz,<br />

Genet, Eschilo, Sofocle, Bassetti,<br />

Schimtt. Ha diretto numerose regie<br />

radiofoniche e televisive e diretto<br />

numerose opere liriche per<br />

il Teatro Massimo di Palermo, il<br />

Teatro Verdi di Trieste, il Teatro S.<br />

Carlo di Napoli, il Teatro dell’Opera<br />

di Bologna, il Teatro dell’Opera<br />

di Roma, la Oper Frankfurt.<br />

Il Presidente Vinicio Ceccarini<br />

due grandi culture europee,<br />

la russa e l’italiana.<br />

Claudio Boccalatte n<br />

Il convegno dell’associazione Italia - Turchia su “Il Mercato Turco”<br />

Qualche giorno dopo, si è svolto il convegno<br />

“Il mercato turco: market entry, legislazione<br />

fiscale e opportunità d’investimento per le<br />

imprese" organizzato dall’Associazione di amicizia<br />

Italia - Turchia e dall’Istituto Italiano per l’Asia e il Mediterraneo<br />

ISIAMED.<br />

La manifestazione, dopo il benvenuto del Presidente<br />

del Circolo, è stata<br />

aperta dalla dottoressa<br />

Cristiana Pagni,<br />

Vice-presidente<br />

dell’Associazione Italia<br />

- Turchia, dal Senatore<br />

Stefano De<br />

Lillo, presidente della<br />

stessa associazione<br />

e da Sua Eccellenza<br />

Hakki Akil, ambasciatore<br />

turco in Italia.<br />

Sono poi intervenuti<br />

Sua Eccellenza Carlo<br />

Marsili, già ambasciatore<br />

italiano in<br />

Turchia, l’Ammiraglio<br />

Ispettore Onofrio Flagiello,<br />

dello Stato<br />

Maggiore <strong>Marina</strong>,<br />

l’Assessore allo sviluppo<br />

economico<br />

della regione Liguria<br />

Renzo Guccinelli, il<br />

Presidente della<br />

Confindustria ligure<br />

Sandro Cipollina, il<br />

Senatore Lorenzo<br />

Forcieri, Presidente<br />

del Distretto Ligure<br />

per le Tecnologie<br />

Marine e Alessandro<br />

Biggi, coordinatore di un team di ricerca sull’economia<br />

turca. Hanno chiuso la sessione mattinale Sua<br />

Eccellenza Hakki Akil e il senatore Gian Guido Folloni,<br />

presidente d’ISIAMED. Nel pomeriggio il simposio<br />

è continuato con una serie di tavoli operativi nel<br />

corso dei quali le imprese locali hanno potuto incontrare<br />

rappresentanti delle istituzioni turche.<br />

Di particolare interesse gli interventi di Sua Eccellenza<br />

Hakki Akil, che ha fatto presente come la Turchia<br />

presenti oggi il secondo tasso di crescita al mondo,<br />

dopo la Cina, ma prima del Brasile, e come la po-<br />

34 35<br />

polazione presenti un’età media inferiore ai trenta<br />

anni. Dopo le delusioni dovute al mancato accoglimento<br />

nell’Unione Europea, la Turchia ha oggi una<br />

politica estera multipolare orientata verso l’Europa,<br />

ma anche verso il Caucaso, l’Asia Centrale, il Medio<br />

Oriente e cerca il coinvolgimento anche in altre zone<br />

del mondo come l’Africa, l’America del Sud e<br />

l’Asia sud-occidentale;significativamente,negli<br />

ultimi anni la<br />

Turchia, in controtendenzarispetto<br />

alla maggior<br />

parte delle<br />

nazioni, ha aperto<br />

numerose<br />

nuove rappresentanzediplomatiche.L’obiettivo<br />

principale<br />

della Turchia oggi<br />

è la stabilità<br />

dell’area in cui si<br />

trova. L’accesso<br />

alle istituzioni europee<br />

è ancora<br />

considerato un<br />

obiettivo, ma<br />

non è la sola<br />

priorità; inoltre la<br />

Turchia ritiene<br />

che oggi sia l’Europa<br />

ad avere<br />

bisogno della Turchia<br />

almeno<br />

quanto la Turchia<br />

dell’Europa.<br />

In particolare la<br />

Turchia guarda<br />

con grande attenzione ai fenomeni della “primavera<br />

araba” nei paesi dell’Africa settentrionale (Tunisia,<br />

Egitto e Libia), e si schierata a fianco dei riformisti<br />

fin dall’inizio senza le esitazioni e i tentennamenti<br />

che hanno contraddistinto la politica di molti paesi<br />

occidentali. Il modello turco, di stato laico in un contesto<br />

islamico, viene proposto anche alle giovani<br />

democrazie arabe. A proposito di modelli, la Turchia<br />

vede con qualche preoccupazione l’attuale crisi<br />

del modello d’integrazione delle minoranze etniche<br />

nei paesi europei, Italia compresa, e propone il mo


dello dell’impero ottomano, caratterizzato (prima<br />

della rivolta dei “giovani turchi”) da multietnicità,<br />

multiculturalità e multi religiosità in un contesto, per<br />

l’epoca, di sostanziale tolleranza.<br />

Le resistenze che si sono avute all’ingresso della Turchia<br />

nell’Unione Europea sono, secondo la Turchia,<br />

sostanzialmente riconducibili alla differente religione,<br />

essendo la situazione economica e politica non<br />

dissimile da quella di altri stati dell’ex Europa dell’Est<br />

che pure sono stati accettati.<br />

Il PIL turco nel 2010 è cresciuto dell’8%, ma nei prossimi<br />

anni il governo turco ha programmato un rallentamento<br />

della crescita, dovuto alla crisi delle<br />

economie occidentali, che secondo Sua Eccellenza<br />

Akil non sarà di breve durata; la Turchia intende<br />

approfittare di questo momento di pausa per consolidare<br />

la propria economia, e in particolare il sistema<br />

fiscale. La Turchia non teme la crisi, in quanto ha<br />

già avuto una gravissima crisi nel 2002, con il crollo<br />

delle principali banche locali, crisi dalla quale sono<br />

usciti, soprattutto per le condizioni di sostanziale stabilità<br />

politica che hanno contraddistinto il periodo<br />

dal 2002 ad ora, a differenza di quanto avveniva<br />

prima. La Turchia vede con favore la cooperazione<br />

con l’Italia, e nota che il nostro paese ha perso alcune<br />

posizioni di rilievo in ambito industriale che<br />

aveva negli anni ’70 del XX secolo (basti pensare all’importante<br />

ruolo che aveva Olivetti nell’ambito<br />

dei primi computer, mentre adesso è praticamente<br />

assente dal mercato), e che la Turchia può aiutarci<br />

36<br />

a rientrare da protagonisti in alcune aree d’alta<br />

tecnologia.<br />

Sua Eccellenza Carlo Marsili, già ambasciatore in<br />

Turchia, ha fatto notare l’occasione persa dall’Europa<br />

con il mancato ingresso in tempi rapidi della Turchia,<br />

prevalentemente per la posizione fortemente<br />

negativa della Francia e di altre nazioni, come<br />

Olanda e Austria. Anche il frettoloso accoglimento<br />

della Repubblica Cipriota nell’Unione Europea, senza<br />

che fossero risolti i gravi problemi dell’Isola, è stato<br />

un grave errore, del quale ora paghiamo le conseguenze.<br />

Ricordiamo che Cipro è divisa tra le due<br />

comunità etniche greca e turca ognuna delle quali<br />

ha un proprio governo, e che lo stato di Cipro ammesso<br />

nell’Unione Europea rappresenta solo la comunità<br />

greca, non estende la propria autorità su<br />

tutta l’isola e non è riconosciuto dalla Turchia, che<br />

invece riconosce la repubblica turca di Cipro del<br />

Nord.<br />

In conclusione il convegno è stato un’occasione<br />

molto interessante per gli imprenditori italiani interessati<br />

alle opportunità che offre il mercato turco, ma<br />

anche per tutti gli intervenuti che hanno potuto<br />

ascoltare le opinioni espresse, con grande franchezza,<br />

da autorità di altissimo livello, sulla situazione<br />

turca nel contesto politico ed economico internazionale<br />

e sui problemi che caratterizzano l’Italia e<br />

l’Europa.<br />

C. B. n<br />

Commemorazione dell’anniversario della<br />

spedizione dell’idrovolante Latham 47<br />

CAUDEBEC-EN-CAUX<br />

Il 5 novembre si è svolta a<br />

Caudebec-en-Caux, piccolo<br />

borgo in Alta Normandia<br />

sulla rive della Senna,<br />

la commemorazione dell’anniversario<br />

della spedizione dell’idrovolante<br />

LATHAM 47, partito<br />

il 16 giugno del 1928 verso il<br />

Polo Nord alla ricerca del dirigibile<br />

Italia, e mai più rientrato.<br />

Alla presenza delle più alte<br />

autorità politiche<br />

e militari locali,<br />

l’Addetto per la<br />

Difesa presso<br />

l’Ambasciata d’Italia<br />

a Parigi, Generale<br />

di Brigata<br />

Carlo Fortino, e<br />

l’Addetto per la<br />

<strong>Marina</strong>, Capitano<br />

di Vascello<br />

Pier Federico Bisconti,<br />

hanno<br />

deposto una corona<br />

di fiori per<br />

onorare l’eroica<br />

impresa del ComandanteGuilbaud<br />

e del suo<br />

equipaggio.<br />

Nel corso della<br />

cerimonia è stato consegnato<br />

un premio all’equipaggio di<br />

un elicottero della squadriglia<br />

35F della Marine Nationale<br />

che si è distinto per un’eroica<br />

impresa di salvataggio in mare.<br />

La fine degli anni 20 del secolo<br />

scorso fu caratterizzata dalla<br />

sfida per la conquista del Polo<br />

Nord. L’esploratore Norvegese<br />

Roald Admunsen, dopo vari<br />

tentativi, riuscì finalmente l’11<br />

maggio del 1926 a sorvolare il<br />

Polo a bordo di un dirigibile, il<br />

Norge N1, progettato e co-<br />

mandato dal Generale del<br />

corpo del Genio Aeronautico<br />

Umberto Nobile.<br />

Ma la collaborazione tra l’Ufficiale<br />

italiano e l’esploratore<br />

norvegese era destinata a durare<br />

poco. Il crescente favore<br />

del partito fascista in Italia riteneva<br />

l'impresa di Nobile una<br />

buona pubblicità mentre i norvegesi<br />

reclamavano il merito<br />

maggiore visto che l'idea e<br />

l'acquisto del dirigibile lo avevano<br />

fatto loro. Una volta tor-<br />

nato in Italia Nobile fu promosso<br />

Maggior generale del Genio<br />

Aeronautico ed ottenne il<br />

finanziamento per una nuova<br />

impresa, a bordo di un nuovo<br />

dirigibile più moderno e potente,<br />

l’Italia.<br />

Così nell’aprile del 1928 l’Italia<br />

al comando di Nobile partì da<br />

Milano verso il Polo Nord, con<br />

a bordo un equipaggio di 16<br />

uomini, per lo più scienziati.<br />

Dopo aver effettuato un primo<br />

viaggio di esplorazione a<br />

oriente delle Svalbard l'Italia<br />

partì per il Polo Nord il 23 Mag-<br />

37<br />

gio del 1928. L'ambito limite<br />

geografico fu raggiunto alle<br />

00.24 del 24 maggio 1928; dalla<br />

verticale del punto furono<br />

lanciate una croce benedetta<br />

da Pio XI e una bandiera Italiana.<br />

Il dirigibile non poté effettuare<br />

un atterraggio come<br />

previsto a causa delle avverse<br />

condizioni climatiche e dopo<br />

due ore sopra il polo iniziò il<br />

viaggio di ritorno. Tuttavia, a<br />

causa di una violenta tempesta<br />

di ghiaccio e neve, l’Italia<br />

si schiantò al<br />

suolo alle 10.30<br />

del 25 maggio.<br />

Sette uomini<br />

morirono, altri<br />

nove, tra cui il<br />

Generale Nobile,<br />

si attrezzarono<br />

per sopravvivere<br />

sulla<br />

banchisa, disponendo<br />

di<br />

una tenda (la<br />

famosa “tenda<br />

rossa”) e di viveri.<br />

Soltanto otto<br />

giorni dopo il<br />

disastro un radioamatoresiberianoricevette<br />

l’S.O.S. dell’equipaggio dell’Italia.<br />

Il mondo allora si mobilitò<br />

alla ricerca dei sopravvissuti<br />

italiani, in un eroico slancio<br />

di solidarietà.<br />

Roald Amundsen, il grande<br />

esploratore norvegese, nel generoso<br />

tentativo di aiutare l’equipaggio<br />

del dirigibile, chiese<br />

aiuto a tutti i governi del mondo<br />

e la Francia acconsentì a<br />

mettere a disposizione un aereo<br />

idrovolante, considerato<br />

avanzatissimo per quei tempi,<br />

prodotto da una fabbrica, la<br />

Société Latham, sulle rive della<br />

avvenimenti


Senna, a Caudebec-en-Caux.<br />

Il 16 giugno 1928 il Latham 47-<br />

02 parte da Caudebec e con<br />

un volo di 13 ore raggiunge<br />

Bergen, in Norvegia. L’equipaggio<br />

della Marine Nationale<br />

è composto dal Comandante<br />

Guilbaud, dal primo ufficiale<br />

Cavelier de Cuverville, dal<br />

motorista Brazy e dal marconista<br />

Valette. A Bergen salgono<br />

a bordo Amundsen ed un pilota<br />

esperto di navigazione polare,<br />

Leif Dietrichson, anche lui<br />

norvegese. Il 18 giugno, verso<br />

le 4 del pomeriggio, il Latham<br />

47 ed il suo equipaggio internazionale<br />

lasciano Tromsoe diretti<br />

a Kings Bay. Circa tre ore<br />

dopo il decollo trasmetteranno<br />

il loro ultimo messaggio prima<br />

di finire per sempre dispersi<br />

nei pressi dell’isola dell’Orso<br />

circa a metà strada del loro<br />

volo.<br />

Il 23 giugno l’aviatore svedese<br />

Lindborg riuscì finalmente ad<br />

atterrare in prossimità della<br />

tenda rossa. Imbarcò Nobile,<br />

ferito, e lo portò in salvo. Durante<br />

un secondo tentativo di<br />

atterraggio l’aereo di Lindborg<br />

si capovolse ed anche l’aviatore<br />

svedese rimase intrappolato.<br />

I superstiti furono finalmente<br />

tratti in salvo dalla nave rompighiaccio<br />

Krassine messa a disposizione<br />

dall’ex URSS, il 12 luglio,<br />

48 giorni dopo l’incidente.<br />

In totale morirono otto persone<br />

dell’equipaggio del dirigibile<br />

Italia.<br />

Il 21 giugno 1931, alla presenza<br />

di autorità francesi, italiane,<br />

norvegesi, nel punto dove era<br />

stato costruito l’aereo e da cui<br />

era partito per la sua ultima<br />

missione, fu inaugurato il monumento<br />

“A ceux du Latham<br />

47” (A quelli del Latham 47).<br />

Confuso tra la folla Umberto<br />

Nobile ci tenne ad essere presente<br />

per rendere onore alla<br />

memoria di chi si era immolato<br />

nel generoso tentativo di salvare<br />

lui ed il suo equipaggio.<br />

Pier Federico Bisconti n<br />

Consegna dei diplomi di<br />

laurea all’Ecole Navale<br />

BREST<br />

Il 3 novembre si è svolta la cerimonia di consegna del diploma<br />

di laurea ai giovani “Enseigne de Vaisseau” della Promotion<br />

EN2008 all’Ecole Navale di Brest, di fronte all’Ammiraglio Comandante,<br />

il C.A. Marc de Briançon. La cerimonia prevede la premiazione<br />

di alcuni ufficiali che si sono distinti nello studio e nello<br />

sport, da parte di autorità militari di altre nazioni. Per l’Italia era presente<br />

il C.V. Pier Federico Bisconti, addetto per la <strong>Marina</strong> presso<br />

l’Ambasciata d’Italia a Parigi. Questo evento contribuisce a sottolineare<br />

la sempre più stretta collaborazione tra Forze Armate di diversi<br />

Paesi, che vede una sempre maggiore cooperazione nell’ambito<br />

degli scambi fra personale di diverse marine estere.<br />

Potersi interfacciare con nuove<br />

realtà, con una cultura diversa<br />

dalla propria e con un<br />

diverso sistema di formazione<br />

è un’occasione senz’altro unica,<br />

che consente di acquisire<br />

una mentalità più aperta.<br />

L’Italia dal 2008 ha aderito al<br />

progetto “Erasmus <strong>Militare</strong>”<br />

che, come nel mondo universitario,<br />

prevede lo scambio di<br />

ufficiali in formazione per la<br />

durata di un semestre. Ad oggi<br />

due Aspiranti del corso<br />

“Etairoi” stanno frequentando<br />

il loro semestre di scambio mentre gli omologhi francesi seguono il<br />

semestre in Italia con l’attuale 3° classe. La pianificazione e la realizzazione<br />

pratica di questo partenariato è affidata ad “ufficiali sottordini”.<br />

Attualmente sono a l’ÉcoleNavale di Brest, il S.T.V. Gianluca Montella<br />

e i due Aspiranti Emanuela Ferrentino e Maurizio Poddi. Durante<br />

questo periodo di scambio, noi ormai prossimi guardiamarina, siamo<br />

stati pienamente integrati con la classe francese e partecipiamo<br />

a tutte le attività previste: stage di arte del comando, campagne<br />

addestrative, corsi di leadership, lezioni scientifiche, lezioni di<br />

relazioni internazionali, sport. Questa forte integrazione arricchisce il<br />

nostro bagaglio culturale e ci fa sentire sempre più cittadini e soprattutto<br />

militari europei. La Francia e in particolare l’École navale,<br />

vede nella presenza dell’“ufficiale straniero” un fattore chiave per<br />

una formazione “internazionale” dei suoi allievi: gli scambi internazionali<br />

infatti vedono impegnati, oltre all’Italia, anche altri paesi europei<br />

(Germania, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Polonia) e non<br />

(Stati Uniti, Giappone, Corea, diversi paesi africani francofoni). E come<br />

spiega Jean-Marie Bockel, Segretario di stato francese alla difesa<br />

e ai veterani: “la creazione di un Erasmus <strong>Militare</strong> ha per scopo<br />

quello di formare i capi militari del domani a capire, apprezzare,<br />

amare e difendere quello che abbiamo in comune e al tempo<br />

stesso quello che ci distingue”.<br />

Ferrentino, Poddi n<br />

38<br />

I festeggiamenti alla nostra Santa Patrona improntati alla sobrietà<br />

S anta Barbara<br />

“<br />

Santa Barbara: la <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />

celebra la Santa Patrona”;<br />

“La <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />

festeggia la sua Patrona”. Sono<br />

due dei tanti titoli che troviamo<br />

sui quotidiani locali in occasione<br />

della festività della Santa: una ricorrenza<br />

molto sentita da tutti i<br />

marinai d’Italia.<br />

Ogni anno si rinnova una tradizione<br />

radicata da sempre nella<br />

memoria e nella storia della <strong>Marina</strong>.<br />

Nessun marinaio in servizio<br />

o che abbia portato almeno<br />

una volta il solino, può dimenticare<br />

il giorno di Santa Barbara.<br />

Un giorno, dove la solidarietà,<br />

amicizia e rispetto legano tra di<br />

loro ogni uomo che appartiene<br />

al mare; sia che il marinaio si trovi<br />

su un’unità navale sia che si<br />

trovi in una caserma, in Italia o<br />

all’estero. La storia della martire<br />

la conosciamo tutti: per aver<br />

abbracciato la fede cristiana fu<br />

decapitata dal proprio padre,<br />

ma questi subito dopo fu ucciso<br />

da un fulmine, punizione divina<br />

per il suo gesto.<br />

Era il 4 dicembre dell’anno 306.<br />

Barbara è invocata da tutte le<br />

persone esposte a pericoli di<br />

una morte improvvisa (allusione<br />

a quella del padre), e per questo<br />

in ogni deposito di munizioni<br />

c’è un’immagine della<br />

Santa appesa a una<br />

paratia o a una parete:<br />

il luogo è chiamato<br />

“Santa Barbara”. Non è<br />

un rito scaramantico<br />

ma significato di una<br />

profonda e incondizionata<br />

fede alla propria<br />

protettrice.<br />

Le celebrazioni appena<br />

trascorse sono state<br />

39<br />

accompagnate da un tratto di<br />

semplicità e sobrietà.<br />

A Roma il tradizionale concerto<br />

celebrativo che si tiene nell’auditorium<br />

Parco della Musica,<br />

evento aggregante e culturale<br />

della famiglia marinaia<br />

presente nella capitale,<br />

non è stato eseguito. Una<br />

scelta, come ha spiegato il<br />

capo di Stato maggiore<br />

della <strong>Marina</strong>, suggerita “da<br />

criteri di coerenza con il<br />

particolare momento di<br />

austerità che sta affrontando<br />

la Nazione e che tutti<br />

siamo chiamati a parteciparvi<br />

contribuendo nel più<br />

efficace modo possibile”.<br />

Parole condivise da donne<br />

e uomini della <strong>Marina</strong>, che<br />

si sono ritrovati tutti nella basilica<br />

di San Giovanni in Laterano per<br />

la celebrazione religiosa della<br />

Santa Messa officiata dall’Ordinario<br />

militare per l’Italia, monsignor<br />

Vincenzo Pelvi.<br />

Un giusto momento di raccoglimento<br />

e preghiera per tutti i<br />

marinai di ogni età. “Uomini di<br />

mare e di guerra” che alla loro<br />

protettrice chiedono di intercedere<br />

affinché siano protette “le<br />

case lontane, le care genti”, e<br />

chi “veglia in armi sul mare”.<br />

Costantino Fantasia n<br />

avvenimenti


avvenimenti<br />

Le riflessioni di Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Vincenzo Pelvi<br />

Avvento:<br />

viandanti in cerca dell'Atteso<br />

II<br />

l tempo liturgico dell’Avvento<br />

celebra la venuta<br />

di Dio nei suoi due mo-<br />

menti: prima ci invita a risvegliare<br />

l’attesa del ritorno glorioso<br />

di Cristo, poi, avvicinandosi il<br />

Natale, ci chiama ad accogliere<br />

il Verbo fatto uomo per la<br />

nostra salvezza. La speranza di<br />

noi cristiani, pur restando ben<br />

radicata in un evento del passato,<br />

è rivolta al futuro che trasforma<br />

e sorregge la nostra vita<br />

quotidiana.<br />

Attratti dal Mistero del Dio che<br />

verrà, chiediamoci:<br />

pensiamo<br />

e desideriamo la<br />

vita eterna? Oppure<br />

ci affatichiamo<br />

e amiamo<br />

solo quella<br />

presente?<br />

Nel nostro tempo<br />

sembra arduo<br />

parlare della<br />

vita eterna. Si<br />

tende a concentrare<br />

il proprio<br />

interesse su<br />

questa vita e sui<br />

suoi problemi e<br />

non si ama pensare<br />

a quello<br />

che verrà dopo. Anzi, si fa ogni<br />

sforzo per censurare l’immagine<br />

della morte e non si vuole<br />

neppure sentirla nominare.<br />

Eppure l’annuncio della vita<br />

eterna non è un messaggio di<br />

paura e di tristezza ma di gioia<br />

e di felicità. Infatti, la vita eterna<br />

è essenzialmente il Paradiso,<br />

cioè l’essere con Cristo nella<br />

gioia beatificante del Padre,<br />

che supera tutto ciò che di<br />

grande e di bello possiamo immaginare.<br />

Dobbiamo pensare<br />

in questa direzione, consapevoli<br />

che solo la vita eterna con<br />

Dio dà un senso alla vita umana.<br />

In che modo?<br />

Innanzitutto, la vita eterna dà il<br />

senso dell’incompiutezza. Il pieno,<br />

il definitivo non sono realtà<br />

di questa vita, ma della vita<br />

eterna. Questa vita è segnata<br />

dall’instabilità, dal cambiamento,<br />

dall’incertezza, vissuta<br />

nella dialettica del già e del<br />

non ancora. Finché è in questa<br />

vita l’uomo può sempre rifiutare<br />

Dio. Questo senso di inquietudine<br />

della vita umana esige<br />

di essere superato dalla virtù<br />

della speranza.<br />

L’Avvento è per eccellenza la<br />

stagione spirituale della speranza<br />

e in esso la Chiesa intera è<br />

chiamata a diventare speranza<br />

per se stessa e per il mondo.<br />

Tutto l’organismo spirituale del<br />

Corpo mistico assume, per così<br />

dire, il “colore” della speranza.<br />

Come ricorda Papa Benedetto<br />

non dobbiamo mai affliggerci<br />

come chi non ha speranza,<br />

perché abbiamo un futuro certo<br />

che rende credibile anche il<br />

presente (cfr. Spe salvi 2-9).<br />

In secondo luogo, la vita eter-<br />

40<br />

na dà alla vita umana il senso<br />

della serietà: il tempo della vita<br />

è un tempo serio e prezioso, nel<br />

quale l’uomo costruisce il suo<br />

destino eterno. Egli sarà per l’eternità<br />

quello che si impegna a<br />

essere nel breve arco della sua<br />

esistenza terrena. Dio non salva<br />

l’uomo senza la sua collaborazione,<br />

per quanto manchevole<br />

e modesta questa possa essere.<br />

Ciò spiega perché l’attesa<br />

della vita eterna non distoglie il<br />

cristiano dall’impegno a favore<br />

degli uomini e, in particolare,<br />

dei poveri.<br />

«Fate dunque molta<br />

attenzione al vostro<br />

modo di vivere,<br />

comportandovi<br />

non da stolti ma da<br />

saggi, facendo<br />

buon uso del tempo,<br />

perché i giorni<br />

sono cattivi» (Ef<br />

5,15-16). La spiritualità<br />

cristiana parla<br />

del buon uso del<br />

tempo «secondo la<br />

volontà di Dio» (1<br />

Pt 4,2). Il tempo<br />

della vita è preparazione<br />

alla vita<br />

eterna.<br />

In terzo luogo, la vita eterna dà<br />

alla vita il senso del pellegrinaggio.<br />

Il cristiano è un pellegrino<br />

e il tempo della vita è tempo<br />

di pellegrinaggio in cerca<br />

della città stabile, quella futura<br />

(cfr. Eb 13,14). La vita terrena è<br />

un passaggio rapido, è un<br />

viaggio verso Dio e non bisogna<br />

attaccarsi alla vita, quasi<br />

che essa debba durare per<br />

sempre. A riguardo Sant’Agostino<br />

ricorda: «Ama Dio se ha<br />

compiuto in te qualcosa di ciò<br />

che ascolti e apprezzi. Fa’ uso<br />

del mondo, ma il mondo non ti<br />

faccia suo prigioniero. Sei venuto<br />

al mondo, vi compi il tuo<br />

viaggio. Ci sei venuto per uscirne,<br />

non per restarvi. Sei un viandante;<br />

questa vita è soltanto<br />

una locanda. Serviti del denaro,<br />

come il viandante nella locanda<br />

si serve della tavola, del<br />

bicchiere, del piatto, del letto,<br />

con l’animo di chi si appresta a<br />

partire, non a rimanere. Se vi<br />

comporterete così, giungerete<br />

a conoscere le promesse del Signore.<br />

Non è molto quello che<br />

vi si chiede, poiché grande è la<br />

mano di colui che vi ha chiamati.<br />

Ci ha chiamati, lo si invochi.<br />

Gli si dica: “Tu ci hai chiamati,<br />

noi ti invochiamo. Abbiamo<br />

udito la tua voce che ci<br />

chiamava; ascolta la nostra<br />

che ti invoca”» (Commento al<br />

Vangelo di Giovanni).<br />

Cristo ritornerà nella gloria per<br />

giudicare i vivi e i morti. Quando?<br />

Nessuno lo sa. E’ il segreto<br />

di Dio. Sappiamo solo che<br />

verrà all’improvviso, come un<br />

ladro nella notte: «Vegliate<br />

dunque, perché non sapete in<br />

quale giorno il Signore vostro<br />

verrà. Cercate di capire questo:<br />

se il padrone di casa sapesse<br />

in quale ora della notte<br />

viene il ladro, veglierebbe e<br />

non si lascerebbe scassinare la<br />

casa. Perciò anche voi tenetevi<br />

pronti perché, nell’ora che<br />

non immaginate, viene il Figlio<br />

dell’uomo» (Mt 24,42-44).<br />

Quanto mai opportuno è quindi<br />

l’appello di Gesù: «Vegliate!»<br />

(Mc 13,33.35.37). E’ rivolto non<br />

solo ai discepoli, ma a tutti,<br />

perché ciascuno, nell’ora che<br />

solo Dio conosce, sarà chiamato<br />

a rendere conto della propria<br />

esistenza. Questo comporta<br />

un giusto distacco dai beni<br />

terreni, un sincero pentimento<br />

dei propri errori, una carità<br />

operosa verso il prossimo e soprattutto<br />

un umile e fiducioso<br />

affidamento alle mani di Dio,<br />

nostro Padre tenero e misericordioso.<br />

«Vegliare è il concentrarsi continuo<br />

del pensiero e il suo tenersi<br />

alla porta del cuore. I pensie-<br />

ri, che giungono come ladri, essa<br />

li vede e ascolta che cosa<br />

dicono e che cosa fanno questi<br />

assassini e quale forma i demoni<br />

hanno impresso su di essi<br />

e innalzato come una stele;<br />

con queste fantasie, infatti, cercano<br />

di ingannare il profondo<br />

del cuore. Queste azioni proprie<br />

della vigilanza, condotte<br />

con diligenza, ci fanno fare<br />

un’autentica esperienza, se lo<br />

vogliamo, del combattimento<br />

spirituale. Un primo modo della<br />

vigilanza sta nel sorvegliare frequentemente<br />

la fantasia, cioè<br />

l’assalto, perché Satana non<br />

può, senza la fantasia, creare<br />

pensieri, né presentarli al<br />

profondo del cuore servendosi<br />

dell’inganno. Un altro modo è<br />

di avere il cuore sempre<br />

profondamente silenzioso, in<br />

stato di quiete, estraneo a ogni<br />

pensiero, e di pregare. Altro<br />

modo è supplicare nell’umiltà<br />

l’aiuto del Signore Gesù Cristo.<br />

Altro modo è avere nell’anima<br />

l’incessante memoria della<br />

morte. Tutte queste azioni, carissimo,<br />

impediscono come portinai<br />

l’accesso ai cattivi pensie-<br />

41<br />

ri» (Esichio presbitero, A Teodulo).<br />

Carissimi, prepariamo quotidianamente<br />

la venuta di Cristo alla<br />

fine dei tempi. Egli già bussa<br />

alla porta del nostro cuore: sei<br />

disponibile a darmi la tua carne,<br />

il tuo tempo, la tua vita? È<br />

questa la voce del Signore,<br />

che vuole entrare anche nel<br />

nostro tempo, vuole entrare<br />

nella vita umana tramite noi.<br />

Preparagli la via con una vita<br />

buona e onesta, con azioni irreprensibili,<br />

perché il Verbo di Dio<br />

cammini dentro di te senza inciampi<br />

e ti prepari una dimora<br />

eterna nel cielo. Egli cerca anche<br />

una dimora vivente, la nostra<br />

vita personale. Ecco la venuta<br />

del Signore. Questo vogliamo<br />

di nuovo imparare nel<br />

tempo dell’Avvento: il Signore<br />

possa venire anche tramite noi.<br />

Icona dell’Avvento è la Vergine<br />

Maria, la Madre di Gesù. InvochiamoLa<br />

perché aiuti anche<br />

noi a diventare un prolungamento<br />

di umanità per il Signore<br />

che viene e che verrà.<br />

Vincenzo Pelvi n


avvenimenti<br />

Santa Barbara:<br />

vedere con gli occhi del cuore<br />

Omelia per la S. Messa in occasione della Festa della Santa Patrona della<br />

<strong>Marina</strong> nella Basilica di S. Giovanni in Laterano<br />

Carissimi, Gesù si presenta anche oggi come segno<br />

di contraddizione. Nessuno può rimanere<br />

indifferente davanti a lui. L’evangelista Matteo<br />

ci parla di «due ciechi» (Mt 9,27) che insieme si rivolgono<br />

al Signore nella speranza di essere sanati, e insieme,<br />

dopo aver vissuto l’esperienza del dolore e di<br />

una supplica comune, possono condividere la gioia<br />

di essere di nuovo capaci di vedere.<br />

Per essere guariti è necessaria l’umiltà di riconoscere<br />

che la nostra vista spesso è annebbiata dal disordine<br />

interiore e dal peccato. Noi crediamo di vedere<br />

molte cose, di sapere chissà quali verità, ma non<br />

ci accorgiamo che di essere ciechi fino a che Gesù<br />

non pone la sua mano sui nostri occhi aprendoli ad<br />

un mondo nuovo, prima neppure immaginato. Toccati<br />

dalla grazia, impariamo anzitutto a riconoscere<br />

il Signore, il suo amore misericordioso, distinguendo<br />

ciò che è importante da ciò che è invece relativo.<br />

Solo se ci riconosciamo amati da Dio possiamo ritrovare<br />

la nostra dignità di uomini e di donne che “vedono”<br />

davvero e che sanno vivere nella verità e<br />

nella giustizia. Nella pagina evangelica ascoltata il<br />

vero miracolo di Gesù non è tanto la guarigione fisica,<br />

ma il dono della fede: «Credete voi che io possa<br />

fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora<br />

toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo<br />

la vostra fede». E’ la fede che apre gli occhi ai ciechi.<br />

C’è, infatti, un rapporto stretto tra gli occhi e la fede.<br />

È attraverso gli occhi della fede che noi cogliamo<br />

la realtà del soprannaturale. Dobbiamo chiedere<br />

al Signore occhi per vedere Dio in tutte le cose e<br />

vedere tutto come lo vede Dio.<br />

La fede ci fa scorgere i segni luminosi del venire di<br />

Dio nella vita là dove vedo solo frammenti incompiuti<br />

e incomprensibili. Come i ciechi del Vangelo<br />

sentiamoci rivestiti dalla pietà di Cristo, accolti nella<br />

sua casa, toccati dalla sua mano misericordiosa.<br />

Gesù ci fa vedere in luce diversa anche gli altri e allora<br />

impariamo a stimare ciò che il mondo spontaneamente<br />

non apprezza: gli umili, i poveri, gli oppressi.<br />

E’ la fede che apre gli occhi del cuore verso<br />

chi è nel bisogno.<br />

Santa Barbara, nostra Patrona, insegna la relazione<br />

stretta che esiste tra occhi e cuore. Abbiamo bisogno<br />

del cuore per “vedere”, perché vediamo solo<br />

le cose verso le quali tende il nostro cuore, mentre<br />

siamo ciechi per le cose verso le quali il cuore non è<br />

orientato. Quante volte il cuore, chiuso per vari motivi,<br />

ci chiude gli occhi. Guidati dall’orgoglio, dall’egoismo,<br />

vediamo solo i torti subiti, i difetti degli altri e<br />

non le loro qualità positive. Siamo ciechi perché il<br />

nostro cuore non è convertito, ha bisogno di essere<br />

guarito. Non c’è niente di più semplice dello sguardo:<br />

si guarda come si respira, eppure nulla è più difficile<br />

che essere capaci di vedere.<br />

Tutta la storia non è altro che un lento imparare a<br />

vedere insieme e non da soli. Riconoscere come i<br />

due ciechi di aver bisogno di aiuto e saperlo chiedere<br />

insieme, quasi sostenendosi nella supplica e facendosi<br />

coraggio nell’invocazione è l’unica via per<br />

poter riscoprire i colori dell’universo che ci abita interiormente<br />

e che ci circonda. Eppure tutto ciò non<br />

sarebbe possibile senza quella fede che apre il cuore<br />

alla speranza, che è già un modo di vedere oltre<br />

la tenebra e il buio. Cara famiglia marinara, impara<br />

a vedere l’oggi con gli occhi del cuore, con il tuo<br />

impegno di speranza capace di tenuta di fronte alle<br />

prove e agli insuccessi, che accetta la fatica del<br />

servizio anche nelle situazioni umane più complesse.<br />

Dinanzi all’odierna crisi economica, finanziaria e politica<br />

che stiamo attraversando, vorrei richiamare il<br />

bisogno di una radice etica in una società segnata<br />

da concorrenza, disgregazione, opposizione, nella<br />

quale non siamo nemmeno più capaci di parlarci<br />

senza ricorrere ai toni dell’offesa.<br />

La società ha bisogno di speranza e di coraggio<br />

per andare controcorrente rispetto alla cultura dominante.<br />

L’umanità, infatti, è una, e ogni essere<br />

umano o si colloca in una comunità, in relazione<br />

con altri, e allora si umanizza, oppure sperimenta<br />

quell’individualismo che ha come unico esito possibile<br />

la violenza. La scena sociale, ingrandita dai canali<br />

di comunicazione, non deve annullare le possibilità<br />

di una riflessione pacata e lungimirante che<br />

abbia al centro la dignità di tutto l’uomo e di ogni<br />

uomo.<br />

Ciò comporta un cambiamento di mentalità, che<br />

purtroppo siamo ancora lontani dall’aver raggiunto.<br />

Ciascuno senta come proprio dovere di coscienza<br />

l’impegno etico della solidarietà, che non è<br />

un sentimento di vaga compassione o di superficiale<br />

intenerimento per le difficoltà di tante persone,<br />

ma la determinazione ferma e permanente di impegnarsi<br />

per il bene comune.<br />

Occorre superare pregiudizi, ristrettezze di visione,<br />

provincialismi culturali e sociali, educarsi alla pace<br />

con Dio, con se stessi, con gli altri, con la natura.<br />

Dobbiamo acquisire uno stile di vita più sobrio, più<br />

ricco di condivisione e di convivialità. L’impegno<br />

dei cristiani potrà immettere un’anima spirituale e<br />

un saldo fondamento etico nelle decisioni e istituzioni<br />

economiche, politiche e militari, necessarie nel<br />

prossimo futuro. Operare in questa direzione è offrire<br />

il nostro contributo alla civiltà nuova dell’amore.<br />

Santa Barbara, con la tua luce non permettere che<br />

il potere delle tenebre domini il nostro cuore, ma<br />

apri con la grazia dello Spirito i nostri occhi. Illumina<br />

noi <strong>Marina</strong>i d’Italia, guarisci le nostre cecità, vinci il<br />

buio che ci assedia, perché impariamo a vedere le<br />

meraviglie dell’amore di Dio.<br />

Luce dei cuori, rinnova i nostri occhi perché sul tuo<br />

esempio possiamo capire ciò che ama Dio.<br />

Vincenzo Pelvi n


avvenimenti<br />

L’augurio dell’Ordinario <strong>Militare</strong><br />

Cari amici, mi è offerta l’opportunità di rivolgervi un pensiero<br />

in preparazione al Natale, attraverso la vostra bella rivista.<br />

Ben volentieri colgo la preziosa occasione<br />

per augurare a tutti e a ciascuno serenità e pace<br />

Natale: Dio si fa piccolo<br />

per noi, viene come un<br />

bambino bisognoso di<br />

aiuto. Il Signore si cala nel tempo<br />

e si fa uno di noi, per farci<br />

conoscere il suo amore. Come<br />

ogni bimbo, chiede di essere<br />

accolto in un cuore che si sa<br />

aprire al bisogno dell’altro. Dopo<br />

duemila anni, Dio si manifesta<br />

nella nostra storia e diventa<br />

racconto concreto di un amo-<br />

re senza equivoci, dell’amore<br />

che non calcola, dell’amore<br />

che si appassiona per ogni vita<br />

umana.<br />

Carissimi,<br />

impegniamoci a vivere un Natale<br />

più autentico, perché, Gesù<br />

viene a vivere nelle vostre<br />

famiglie donando una presenza<br />

fraterna e amica per bambini,<br />

donne e uomini che soffrono.<br />

Insegnate ai vostri figli a<br />

44<br />

vivere per una ragione che è<br />

più potente della stessa vita:<br />

una passione per l’uomo,<br />

chiunque sia e dovunque si trovi,<br />

perché sia riconosciuta la<br />

sua dignità.<br />

«Non c’è amore più grande di<br />

questo: dare la vita per i propri<br />

amici» (Gv 15,13). Voi donate<br />

la vita accettando, per amore,<br />

il rischio di una condizione fatta<br />

d’incertezza e disponibilità.<br />

Sono i rischi della<br />

professione militare<br />

che si qualifica nel<br />

compito di difendere<br />

la giustizia e la libertà<br />

contribuendo<br />

alla pace del mondo<br />

intero. La pace<br />

va costruita giorno<br />

per giorno nelle coscienze<br />

e nei rapporti<br />

interpersonali,<br />

nella protezione dei<br />

più deboli e indifesi,<br />

delle tradizioni e dei<br />

valori spirituali di popoli.<br />

Che la carità portata<br />

da Cristo, venuto<br />

bambino sulla terra,<br />

infiammi sempre<br />

più, fino a diventare<br />

capace di togliere<br />

dalla nostra civiltà<br />

la miseria e la guerra.<br />

La pace vera, fondata<br />

nella verità si<br />

costruisce solo guardando<br />

ogni uomo<br />

con rispetto e non<br />

come il rivale, l’avversario,<br />

il nemico.<br />

Lasciamo cadere le<br />

barriere dell’egoismo<br />

e l’affermazione<br />

di legittimi interessi<br />

particolari non<br />

sia mai offesa per<br />

gli altri, né mai negazione<br />

di ragionevole<br />

socialità.<br />

Se oggi la società<br />

non è felice, è perché<br />

non è fraterna.<br />

L’uomo è tentato di<br />

adorare se stesso, di<br />

fare di sé il termine<br />

supremo del pensiero<br />

e della storia. Sta<br />

affermandosi, infatti,<br />

una mentalità falsamente<br />

umanistica, imbevuta di radicale<br />

egoismo, chiusa alla conoscenza<br />

di Dio, fondamentalmente<br />

inquieta e sovversiva,<br />

perché non aperta alla luce e<br />

alla speranza eterna.<br />

Amati <strong>Marina</strong>i,<br />

l’augurio di questo Natale si fa<br />

invito a considerare la pace interiore,<br />

che ogni spirito umano<br />

dovrebbe e vorrebbe avere<br />

dentro di sé, come luce della<br />

coscienza, espressione armonica<br />

della propria personalità,<br />

radice intima e feconda della<br />

45<br />

pace esteriore.<br />

La Vergine Maria, madre della<br />

famiglia umana e stella del<br />

mare, semini nei nostri animi la<br />

Pace del suo materno cuore.<br />

Vincenzo Pelvi n


avvenimenti<br />

190 Presepi vi aspettano<br />

a ... “100 Presepi”<br />

L’Esposizione Internazionale<br />

“100 Presepi”<br />

rimarrà aperta fino<br />

all’8 gennaio 2012<br />

anche nei giorni<br />

festivi con orario<br />

continuato dalle 9.30<br />

alle 20<br />

ROMA<br />

E<br />

’ stata inaugurata a Roma, la storica Esposizione<br />

Internazionale “100 Presepi”che<br />

proseguirà fino all’8 gennaio 2012 nelle<br />

Sale del Bramante in Piazza del Popolo. La mostra,<br />

promossa da Roma Capitale in collaborazione<br />

e con la partecipazione della Regione<br />

Lazio di Atac e di Zetema, ha visto la partecipazione<br />

all’evento inaugurale delle Em.ze<br />

Rev.me Angelo Comastri, Vicario Generale di<br />

Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano<br />

e presidente della Fabbrica di San Pietro in<br />

Vaticano e Francesco Marchisano, Presidente<br />

Emerito dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica;<br />

dell’On. Gianni Alemanno, Sindaco di<br />

Roma Capitale e una folta rappresentanza di<br />

Ambasciatori, Primi Ministri e consiglieri delle<br />

46<br />

L’Inaugurazione della Esposizione, il<br />

Sindaco di Roma Giovanni Alemanno e<br />

il Cardinale Angelo Comastri;<br />

sopra: Presepe realizzato in legno e<br />

gesso dall’Ambasciata d’Austria presso<br />

la Santa Sede.<br />

Ambasciate accreditate presso<br />

il governo italiano e la Santa<br />

Sede.<br />

Alla 36ª Esposizione “100 Presepi”sono<br />

esposti 190 presepi tutti<br />

nuovi, realizzati con tecniche e materiali tra i<br />

più svariati da quelli artistici provenienti dalle<br />

Regioni italiane e dai Paesi Esteri a quelli dei<br />

bambini degli Istituti scolastici, delle Associazioni<br />

operanti nel sociale a quelli di fantasia offrendo<br />

così al visitatore una completa panoramica<br />

dell’arte presepiale nazionale ed internazionale.<br />

La fantasia degli artigiani presepisti colpisce,<br />

tra i visitatori, non solo i bambini ma anche gli<br />

adulti. Sono stati utilizzati una molteplicità di<br />

materiali: pasta popcorn, pane, caramelle,<br />

spatole, viti, bulloni, carta vetrata, fiammiferi,<br />

cravatte alla juta, rafia, canna vegetale, cioccolata<br />

al pellet, perle swarovski, porcellana limoges<br />

e inoltre presepi ambientati in una radi-<br />

ce d’albero, in<br />

un tamburo, in<br />

un angolo di<br />

Roma sparita,<br />

in una zucca,<br />

in un cesto di<br />

paglia e molto<br />

altro ancora.<br />

I presepi realizzati<br />

con i materiali<br />

e le tecnichetradizionali<br />

regionali<br />

sono opere di<br />

artisti che con<br />

la loro manualità<br />

riescono a produrre opere di alto artigianato<br />

come ad esempio i presepi napoletani che<br />

si rifanno ai maestri del ’600 e ’700 con pastori<br />

con mani, piedi e viso realizzati in terracotta,<br />

corpo in stoppa legata con fil di ferro, occhi di<br />

cristallo dipinti a mano e vestiti con tessuti della<br />

Fabbrica di San Leucio; come quelli siciliani in<br />

terracotta che riproducono ciò che i maestri<br />

realizzarono nel ‘500 con gli abiti induriti con la<br />

colla utilizzando una particolare tecnica e dipinti<br />

a mano. Anche i presepi esteri sono di<br />

grande interesse in quanto rivelano la cultura, il<br />

folklore e le tradizioni del Paese di provenienza<br />

e vengono realizzati in genere con i materiali<br />

trovati in natura e i personaggi alcune volte<br />

hanno i tratti somatici tipici della Regione di<br />

Presepe realizzato da Marco Limone,<br />

Campania; a destra: particolare del<br />

Presepe realizzato da Aniello Gaudino,<br />

Campania; a sinistra: Scuola San Romano,<br />

particolare realizzato con popcorn.<br />

47<br />

provenienza.<br />

In questa edizione<br />

inoltre si<br />

può ammirare<br />

anche un presepedell’Ordine<br />

dei Frati MinoriCappuccini<br />

di Assisi<br />

con i quali è<br />

stata intrapresa<br />

una collaborazione<br />

al fine<br />

di sottolineare<br />

il significato<br />

religioso<br />

del presepe al quale San Francesco ha reso<br />

omaggio nella notte di Natale del 1223. 190<br />

suggerimenti quindi per realizzare il presepe in<br />

casa, in ufficio, nella scuola, nella vetrina del<br />

proprio negozio ecc., ogni materiale può essere<br />

utilizzato l’importante che la Natività sia presente<br />

e la tradizione del presepe e i valori universali<br />

che rappresenta rimangano vivi. Sempre<br />

molto apprezzato dai piccoli il laboratorio “Il<br />

presepe come Gioco” realizzato nell’ambito di<br />

“100 Presepi” dove i bambini dai 4 agli 11 anni<br />

possono realizzare, con l’aiuto di personale<br />

specializzato, un personaggio del presepe e<br />

poi portarlo a casa.<br />

Antonio Cosentino n


avvenimenti<br />

Motor Show: la manifestazione è<br />

anche palcoscenico per la <strong>Marina</strong><br />

Il momento non è certo dei più felici, il<br />

mercato italiano dell'auto è in difficoltà,<br />

ma il Motor Show di Bologna non rinuncia<br />

allo stimolo e alla vitalità,<br />

come del resto la presenza della <strong>Marina</strong>,<br />

che da quattro anni caratterizza<br />

questa manifestazione<br />

BOLOGNA<br />

Sono state quarantotto le<br />

anteprime di prodotto<br />

che i visitatori del 36° Salone<br />

Internazionale dell’Automobile<br />

di Bologna hanno potuto<br />

ammirare nei vari padiglioni:<br />

tra queste, otto novità a livello<br />

mondiale, sei debutti per il<br />

mercato europeo e trentaquattro<br />

anteprime nazionali.<br />

La kermesse, punto di riferimento<br />

irrinunciabile per gli appassionati<br />

di auto e motori, ha<br />

aperto i battenti, con l'ormai<br />

tradizionale girandola di stand<br />

dei principali marchi italiani e<br />

internazionali, gare sportive,<br />

concerti e l'immancabile presenza<br />

di hostess e ragazze immagine<br />

a catalizzare l'attenzione<br />

del pubblico.<br />

La manifestazione è stata inaugurata<br />

dal taglio del nastro -<br />

toccato al presidente di Bologna<br />

Fiere, Duccio Campagnoli<br />

e al presidente dell'Anci e sin-<br />

daco di Reggio Emilia<br />

Graziano Delrio -<br />

sulle note dell'inno di<br />

Mameli e alla presenza,<br />

tra gli altri, del numero<br />

uno della Camera<br />

di Commercio<br />

bolognese, Bruno Filetti<br />

e della modella<br />

serba, Nina Senicar,<br />

madrina 2011.<br />

“Il Motorshow - ha<br />

spiegato Giada Michetti,amministratore<br />

delegato di GL<br />

Events Italia, organizzatrice<br />

della rassegna - è ormai<br />

l'unico punto di riferimento<br />

per l'automobile in Italia”.<br />

L’industria automobilistica, per<br />

fortuna, investe ancora su Bologna.<br />

Oltre alle anteprime,<br />

l’attenzione si è manifestata su<br />

un “focus sulla mobilità elettrica”<br />

e sulla mobilità sostenibile<br />

- e due mostre preziose: una<br />

dedicata alla “icon cars” e al<br />

percorso automobilistico nel<br />

corso dei 150 anni<br />

dell'unità d'Italia e<br />

una, intitolata<br />

“luxury time”, dedicata<br />

alle auto da<br />

sogno.<br />

Certo, qualche defezione<br />

c’è stata –<br />

il gruppo BMW-Mini,<br />

Opel, Toyota,<br />

Chevrolet, Citroen<br />

e Peugeot – ma visto<br />

il momento c’era<br />

da aspettarselo.<br />

A lanciare la sfida<br />

48<br />

al mercato dell'auto che in Italia<br />

è a dir poco depresso, sono<br />

soprattutto le vetture compatte.<br />

Molte sono state le novità in<br />

passerella, che presto si affronteranno<br />

sullo scenario globale.<br />

A partire dalla FIAT Nuova Panda<br />

e VOLKSWAGEN up!, con la<br />

seconda che, per il responsabile<br />

marketing del gruppo tedesco<br />

Luca De Meo avrà “l'Ita-<br />

lia come secondo mercato”.<br />

Santo Ficili, responsabile Mercato<br />

Italia del brand Fiat, si dice<br />

“per nulla preoccupato”<br />

dell'assalto che la up! potrebbe<br />

portare alla leadership che<br />

Fiat occupa in Italia ed in Europa<br />

nel segmento delle “piccole”.<br />

Ma a puntare al rilancio in Ita-<br />

lia, per cercare anche di intercettare<br />

il target dei giovani e<br />

delle persone anziane, i più<br />

colpiti dalla crisi; c'è anche RE-<br />

NAULT con la Twingo, che sarà<br />

commercializzata a gennaio<br />

2012. Così come l'AUDI A1<br />

Sportback, vettura pensata<br />

per un target giovane e urba-<br />

no. Per rimanere sempre in tema<br />

di compatte la rassegna<br />

bolognese ha segnato l'esordio<br />

della nona generazione<br />

della HONDA Civic e della<br />

nuova FORD B-Max.<br />

Antonio Cosentino n<br />

MOTOR SHOW: uno strumento di comunicazione per<br />

far conoscere le attività e i mezzi della Forza Armata<br />

ologna è stata anche il palcoscenico per la <strong>Marina</strong><br />

B<strong>Militare</strong>. Presente con un proprio stand espositivo, la<br />

<strong>Marina</strong> partecipa da quattro anni consecutivi alla kermesse<br />

automobilistica più importante d’Italia, particolarmente<br />

significativa in un’area<br />

dove per motivi geografici<br />

la nostra Forza Armata è<br />

meno presente di altre istituzioni.<br />

Il Motor Show di Bologna<br />

è il luogo ideale per<br />

portare a conoscenza del<br />

grande pubblico le nostre<br />

attività.<br />

I giovani presenti, visitando<br />

lo stand istituzionale, hanno<br />

avuto la possibilità di ricevere<br />

informazioni sulla<br />

realtà odierna della <strong>Marina</strong><br />

e sulle molteplici opportunità<br />

di formazione e carriera,<br />

in un momento molto importante<br />

della loro vita, la<br />

scelta del proprio futuro.


avvenimenti<br />

“Vivi le Forze Armate:<br />

militare per tre settimane”<br />

I giovani marinai<br />

in visita ad una<br />

delle realtà operative<br />

della marina<br />

Il 27 e il 31 ottobre il Comando<br />

delle Forze Subacquee<br />

ha ospitato circa<br />

sessanta giovani arruolati in<br />

<strong>Marina</strong> nell’ambito dell’iniziativa<br />

“Vivi le Forze Armate: militare<br />

per tre settimane”. I giovani<br />

marinai hanno avuto modo<br />

di visitare le varie realtà<br />

operative della <strong>Marina</strong> avvicinandosi<br />

al mondo militare e vivendo,<br />

anche se per poco,<br />

l’esperienza “dell’essere militari”.<br />

In particolare, hanno avuto la<br />

possibilità di venire a contatto<br />

con la realtà dei nostri Sommergibili,<br />

visitando l’intero<br />

complesso del Comando delle<br />

Forze Subacquee ed il Sommergibile<br />

“Salvatore Todaro”.<br />

Il programma si è aperto con<br />

un’iniziale conferenza di benvenuto<br />

con lo scopo di fornire<br />

le conoscenze basilari sull’organizzazione<br />

della Componente<br />

e sulle attività operative<br />

che i Battelli Italiani hanno<br />

svolto negli ultimi anni, senza<br />

tralasciare alcuni aspetti tecnici<br />

fondamentali per comprendere<br />

come realmente<br />

“funzioni” un moderno Sommergibile.<br />

E’ infatti il mezzo subacqueo<br />

a rendere caratteristica<br />

ed unica la nostra Componente,<br />

ed è per questo che<br />

si è ritenuto opportuno trasmettere<br />

ai potenziali futuri<br />

Sommergibilisti che cosa sia il<br />

“mezzo subacqueo”. Nell’intento<br />

di rendere partecipe<br />

l’interessata platea delle peculiarità<br />

non solo dei mezzi,<br />

ma anche degli uomini che<br />

navigano sott’acqua, non ci<br />

siamo risparmiati nel raccontare<br />

lo spirito di corpo e il legame<br />

fraterno dei nostri equipaggi,<br />

sentimenti che nascono<br />

da una determinata professionalità<br />

e da un grande<br />

spirito di sacrificio.<br />

Successivamente le ragazze<br />

ed i ragazzi partecipanti all’iniziativa<br />

sono stati accompagnati<br />

nella Scuola Sommergibili.<br />

L’esperienza si è poi conclusa<br />

con un’immancabile visita a<br />

bordo del Sommergibile Salvatore<br />

Todaro: solo in questa occasione<br />

i giovani marinai hanno<br />

potuto comprendere che<br />

50<br />

cosa significhi vivere a bordo<br />

di un’unità subacquea e per<br />

quale motivo sia naturale, ma<br />

allo stesso tempo necessaria,<br />

l’amalgama tra i componenti<br />

dell’equipaggio.<br />

Al termine di questa positiva<br />

esperienza, vi è la certezza di<br />

essere riusciti a trasmettere le<br />

conoscenze basilari sui Sommergibili<br />

e sulla Componente<br />

Subacquea e, allo stesso tempo,<br />

tutta la passione che nutriamo<br />

per la nostra professione.<br />

Sicuramente i giovani marinai<br />

ci hanno regalato l’occasione<br />

per farci conoscere,<br />

mentre l’interesse da loro dimostrato<br />

ci ha ricordato che,<br />

seppur “taciti ed invisibili”, i<br />

Sommergibili riscuotono sempre<br />

un grande interesse anche<br />

tra i non addetti ai lavori.<br />

Mirco Forasacco n<br />

Nell’ambito dell’iniziativa “Vivi le Forze Armate” la Componente Subacquea<br />

ha avuto un ospite speciale<br />

Un giorno davvero speciale<br />

Il 20 ottobre ha fatto visita<br />

alla Componente Subacquea<br />

Simone Giuli, un giovane<br />

ragazzo diversamente<br />

abile che ha partecipato alla<br />

terza edizione del corso di formazione<br />

denominato "Vivi le<br />

Forze Armate - <strong>Militare</strong> per tre<br />

settimane". Accompagnato da<br />

un Sottufficiale di Mariscuola<br />

Taranto, Simone ha potuto assaporare,<br />

seppure per una<br />

manciata di ore, la vita del<br />

sommergibilista. Dopo una breve<br />

conferenza introduttiva sull'organizzazione<br />

della componente<br />

subacquea, Simone ha<br />

fatto visita alla Scuola in cui<br />

ogni aspirante sommergibilista<br />

passa per i numerosi corsi di formazione.<br />

Simone ha potuto così ammirare<br />

e “sentire” l'effetto del simulatored'immersione<br />

della classe<br />

Sauro, cimentandosi<br />

nel ruolo di timoniere;<br />

il simula-<br />

tore di falla e fumo nel quale i<br />

frequentatori si addestrano per<br />

fronteggiare questo tipo di<br />

emergenze; e la Sala Cimeli,<br />

cuore storico della Componente,<br />

nella quale sono<br />

custoditi i ricordi più<br />

cari raccolti nel corso<br />

di una storia più<br />

che centenaria.<br />

51<br />

Terminata la visita della Scuola<br />

Sommergibili, Simone ha potuto<br />

finalmente salire a bordo di<br />

uno dei battelli ormeggiati a<br />

Taranto: il sommergibile Scirè. Il<br />

ragazzo, si è subito mostrato<br />

entusiasta di poter vedere da<br />

così vicino quello di cui aveva<br />

solo sentito parlare durante la<br />

visita all'interno della scuola.<br />

A bordo è stato ben<br />

accolto dall'equipaggio<br />

che lo ha condotto<br />

in giro per il battello<br />

alla scoperta dei vari<br />

locali, nutrendo la sete<br />

di sapere di ragazzo.<br />

La visita si è conclusa<br />

con l'ennesima foto a<br />

suggellare una mattinata<br />

alla scoperta del<br />

mondo dei sommergibilisti<br />

nell'ambito di<br />

un'iniziativa che si pone<br />

l'obiettivo di avvicinare<br />

sempre più il<br />

mondo dei giovani, alla<br />

vita militare, a quello<br />

delle "stellette".<br />

Giuseppe Volpe n<br />

la marina per il sociale


la marina per il sociale<br />

Lo scorso 24 ottobre presso<br />

il Centro Ricreativo Dipendenti<br />

Difesa di Augusta<br />

(SR), ha avuto luogo la giornata<br />

della prevenzione oncologica<br />

titolata “ la prevenzione va<br />

a gonfie vele”.<br />

L’evento, organizzato dal Comando<br />

<strong>Militare</strong> Marittimo Autonomo<br />

in Sicilia in collaborazione<br />

con Lega Italiana per la Lotta<br />

contro i Tumori di Siracusa –<br />

Sezione Provinciale di Siracusa ,<br />

che si inquadra nell’ambito<br />

della campagna nazionale<br />

“Nastro Rosa 2011”, ha avuto<br />

come motivo dominante la<br />

“prevenzione del tumore alla<br />

mammella” e fa parte di una<br />

collaborazione duratura tra la<br />

<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> e la Locale sede<br />

provinciale della LILT.<br />

La giornata di sensibilizzazione,<br />

che si è svolta per il secondo<br />

anno consecutivo , è stata rivolta<br />

a favore del personale<br />

Ospitata all’interno della Base Navale di Augusta<br />

“La giornata della prevenzione<br />

oncologica”<br />

militare ,civile dipendente della<br />

difesa e loro familiari appartenenti<br />

al territorio di Augusta<br />

che ha risposto con una numerosa<br />

partecipazione.<br />

Nel corso della presentazione è<br />

stato aperto al pubblico un apposito<br />

sportello per effettuare<br />

le prenotazioni di prevenzione<br />

oncologica al seno.<br />

Gli onori di casa sono stati<br />

fatti dal Capitano di Vascello<br />

Tommaso Perillo, Capo di Stato<br />

Maggiore del Comando <strong>Militare</strong><br />

Marittimo Autonomo in Sicilia,<br />

(alla presenza delle Autorità<br />

locali e della stampa ), e la<br />

conferenza è stata presieduta<br />

dal Dottor Claudio Castobello,<br />

Direttore di Anatomia Patologica<br />

Unità Operatoria Complessa<br />

dell’Ospedale Umberto I di<br />

Siracusa e Presidente della LILT<br />

di Siracusa.<br />

Ha affermato il Presidente della<br />

Castobello: “L’iniziativa di oggi<br />

si è concretizzata grazie alla sinergia<br />

tra la LILT di Siracusa e il<br />

Comando <strong>Militare</strong> Marittimo<br />

Autonomo in Sicilia e si tratta di<br />

una nostra attività di cartello<br />

giunta alla 18^ edizione. Il tumore<br />

alla mammella che colpisce<br />

il 25% delle donne, è la prima<br />

malattia oncologica che<br />

colpisce il sesso femminile.<br />

Continuiamo a registrare un<br />

aumento di tendenza di questa<br />

malattia, che non riguarda una<br />

maggiore incidenza del cancro<br />

alla mammella rispetto al passato,<br />

bensì il fatto che attraverso<br />

la prevenzione vengono fuori<br />

più casi rispetto a quando le<br />

donne non si sottoponevano a<br />

controlli con la stessa frequenza<br />

di oggi, donne che ci auguriamo<br />

diventino sempre più numerose.”<br />

LILT di Siracusa, il dottor Claudio Giancarlo Scavone n<br />

52<br />

Ultimata un’altra sessione di<br />

Scuola Comando Navale<br />

Terminata la 253^ Sessione<br />

di Scuola Comando Navale<br />

(S.S.C.N.), si avvicina<br />

sempre più l’atteso momento<br />

del primo Comando di una<br />

Unità Navale. Ufficiali di varie<br />

specializzazioni si troveranno ad<br />

avere come matrice comune la<br />

gestione di un mezzo e, soprattutto,<br />

del suo equipaggio, elemento<br />

che da sempre rappresenta<br />

il cuore e l’anima delle<br />

navi della <strong>Marina</strong>.<br />

Il primo Comando rappresenta<br />

sicuramente una delle esperienze<br />

professionali più significative<br />

per un Ufficiale di <strong>Marina</strong>; il<br />

mezzo che senza<br />

dubbio permette ai<br />

futuri Comandanti di<br />

arrivare pronti ad un<br />

simile incarico è l’azione<br />

formativa che<br />

da più di 85 anni svolge<br />

la Scuola Comando<br />

Navale di Augusta,<br />

retta attualmente<br />

dal Contrammiraglio<br />

Edoardo Compiani e<br />

deputata, sin dalla<br />

sua nascita nel 1926,<br />

alla formazione dei<br />

Comandanti della<br />

<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>.<br />

La 253^ Sessione è iniziata con<br />

tre settimane di programma addestrativo<br />

basato su un Tirocinio<br />

di Manovra (Tir.Ma.) all’interno<br />

della rada di Augusta, abbinato<br />

a lezioni di carattere etico, amministrativo<br />

e marinaresco.<br />

A bordo di Nave Tirso e Nave<br />

Tremiti i futuri Comandanti hanno<br />

avuto la possibilità di affinare<br />

le tecniche di conduzione di<br />

un’Unità Navale, di addestrarsi<br />

all’esecuzione di manovre di ormeggio,<br />

disormeggio, presa di<br />

boa e fonda, sotto la supervisione<br />

attenta del Capitano di Vascello<br />

Antonio Pasanisi (Direttore<br />

della Scuola Comando Cedente),<br />

del Capitano di Vascello<br />

Gianfranco D’Artibale (Direttore<br />

della Scuola Comando Accettante),<br />

del Capitano di Fregata<br />

Alberto Sodomaco (valutatore<br />

e Comandante della Seconda<br />

Squadriglia Pattugliatori) e del<br />

Capitano di Fregata Pasquale<br />

Perrotta (relatore e Comandante<br />

della Prima Squadriglia Pattugliatori).<br />

La fase successiva ha visto i frequentatori<br />

impegnati, per ulteriori<br />

tre settimane, in un Tirocinio<br />

di Manovra ed impiego Tattico<br />

(Tir.M.I.T.) svoltosi in mare aperto<br />

a bordo di un gruppo navale<br />

costituito da Nave Orione, Sfin-<br />

diurne si sono alternati periodi<br />

notturni trascorsi in trasferimento<br />

verso i porti di destinazione o alla<br />

fonda nelle acque antistanti<br />

Caorle, Iesolo e Bibione.<br />

La sosta nel porto di Chioggia<br />

ha visto le unità navali, coinvolte<br />

nell’ambito dell’evento “Ottobre<br />

blu”, oggetto di numerose<br />

visite da parte della popolazione<br />

locale rafforzando il<br />

profondo legame e la tradizione<br />

marinara che avvicina le<br />

città di Trieste e di Chioggia alla<br />

<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>. L’accoglienza<br />

ed il calore trasmesso alle Unità<br />

Navali e ai loro equipaggi dimostra,<br />

ancora una volta,<br />

il senso di stima nei<br />

confronti delle Navi<br />

della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />

che costantemente<br />

concorrono alla sicurezza<br />

nelle acque nazionali<br />

ed internazionali.<br />

La 253^ SSCN si è conclusa<br />

con la cerimonia<br />

di consegna dei diplomi<br />

alla presenza del<br />

Comandante in Capo<br />

della Squadra Navale,<br />

L’Ammiraglio Binelli Mantelli con i frequentatori.<br />

Ammiraglio di Squadra<br />

Luigi Binelli Mantelge<br />

e Spica. Le tre Unità, partite li, del Contrammiraglio Edoardo<br />

da Augusta il 17 Ottobre, hanno Compiani, Comandante di<br />

toccato il porto di Trieste e suc- Comforpat, del Direttore della<br />

cessivamente il porto di Chiog- Scuola Comando, dei Comangia,<br />

facendo ritorno ad Augudanti delle Squadriglie Pattusta<br />

il 3 Novembre. Le fasi di tragliatori e dei Comandanti delle<br />

sferimento sono state caratteriz- Unità Navali che hanno concorzate<br />

da un’intensa attività adso ad addestrare i Tenenti di Vadestrativa,<br />

in diverse condizioni scello Frequentatori.<br />

meteorologiche (la tradizionale Soddisfatti dell’esperienza ap-<br />

bora a Trieste e la nebbia a pena conclusasi e consapevoli<br />

Chioggia), con i frequentatori di aver acquisito un prezioso<br />

che si sono alternati nella con- bagaglio professionale, ai Freduzione<br />

di manovre cinematiquentatori non resta che attenche,<br />

affiancamenti laterali per dere con ansia la designazione<br />

passaggi di personale/materiale,<br />

affiancamenti per rifornimen-<br />

al Comando.<br />

ti laterali, rimorchi e navigazioni<br />

all’appoggio. Alle navigazioni<br />

Pasquale Perrina n<br />

53<br />

formazione del personale


formazione del personale<br />

Il Morosini inaugura il nuovo<br />

anno scolastico<br />

Presso la Scuola Navale <strong>Militare</strong><br />

“Francesco Morosini”,<br />

nella suggestiva cornice<br />

dell’isola di S. Elena, il 26 novembre,<br />

il Comandante e Dirigente<br />

Scolastico, Capitano di Vascello<br />

Sandro Palone, ha tenuto a battesimo<br />

i 74 Allievi del 1° corso<br />

durante la loro prima cerimonia<br />

ufficiale, l’inaugurazione dell’Anno<br />

Scolastico 2011-2012,<br />

uno degli eventi più toccanti e<br />

carichi di significato per gli Allievi,<br />

i propri cari e tutto il personale<br />

che opera all’interno del Morosini.<br />

Alla presenza dell’Ispettore<br />

alle Scuole della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>,<br />

l’Ammiraglio di Squadra<br />

Giuseppe De Giorgi, e delle autorità<br />

locali, civili e militari, intervenute<br />

numerose, lo svolgimento<br />

della cerimonia ha avuto nella<br />

consegna della bandiera della<br />

Scuola agli Allievi del 1° corso,<br />

uno dei momenti più significativi<br />

e profondi, quale simbolico passaggio<br />

del testimone agli Allievi<br />

più giovani, ai quali spetterà l’onere<br />

e l’onore di mantenere alti<br />

i valori e gli ideali sui quali si fonda<br />

la Scuola Navale; nella stessa<br />

occasione, a conferma del<br />

senso di appartenenza, i nuovi<br />

Allievi hanno reso noto il nome<br />

del proprio corso, Prometheus -<br />

“colui che riflette prima”, che,<br />

come vuole la tradizione, presenta<br />

dei collegamenti mitologici<br />

con quello del 3° corso, Hermes.<br />

“Noi allievi del corso Pro-<br />

metheus ci riconosciamo<br />

in lui per la sua determinazione<br />

nel perseguire gli<br />

obiettivi, per la coerenza<br />

con la quale ha perseguito<br />

i suoi generosi ideali, per lo<br />

spirito di sacrificio e la solidarietà<br />

dimostrata nell’insegnare<br />

agli uomini i principi<br />

fondamentali del vivere<br />

associati, le arti e, tra esse,<br />

quelle della navigazione. Elementi<br />

e conoscenze che sono<br />

propri della Scuola Navale <strong>Militare</strong>”<br />

ha commentato l’Allievo<br />

1° corso Denis Samuele Scarpina,<br />

il Capocorso.<br />

“Il Morosini da 50 anni rappresenta<br />

una guida solida per tanti<br />

giovani adolescenti animati da<br />

ammirevoli intenti”, ha ricordato<br />

nel suo intervento il Comandante<br />

Palone, evidenziando che “la<br />

Scuola Navale è artefice della<br />

loro progressiva crescita ed acquisizione<br />

di sicurezza e maturità<br />

di carattere”.<br />

Come di consuetudine, nel corso<br />

della cerimonia sono stati<br />

consegnati i distintivi di merito<br />

agli Allievi che si sono maggiormente<br />

distinti negli studi e in differenti<br />

discipline sportive.<br />

Molto sentito, poi, è stato il momento<br />

della consegna di una<br />

borsa di studio, offerta annualmente<br />

dagli ex Allievi del Corso<br />

Polaris (1973-1976), per ricordare<br />

la memoria del loro collega Stefano<br />

Simoncelli, prematuramente<br />

scomparso, cui la borsa di<br />

54<br />

studio è intitolata. Quest’anno, il<br />

riconoscimento è stato assegnato<br />

alla presenza della sorella,<br />

la Sig.ra Paola Simoncelli.<br />

Ha concluso la cerimonia l’intervento<br />

dell’Ispettore delle Scuole<br />

della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>. L’Ammiraglio<br />

De Giorgi ha voluto inizialmente<br />

richiamare gli attuali impegni<br />

della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> a<br />

supporto del Paese. Ha poi evidenziato<br />

come i valori della <strong>Marina</strong><br />

<strong>Militare</strong> ispirino profondamente<br />

l’attività che si svolge all’interno<br />

della Scuola Navale,<br />

da sempre fucina di qualificati<br />

dirigenti civili e militari, nonché<br />

di eccellenti Ufficiali di <strong>Marina</strong>.<br />

In chiusura, L’Ammiraglio ha voluto<br />

ricordare, rendendo un deferente<br />

omaggio, tutti coloro<br />

che vestendo la divisa della<br />

<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>, hanno sacrificato<br />

la propria la vita a difesa di<br />

valori ed ideali che Istituzioni<br />

della Forza Armata, quale la<br />

Scuola Navale Morosini, contribuiscono<br />

a diffondere nelle<br />

nuove generazioni. Al termine, è<br />

stato dichiarato ufficialmente<br />

aperto l’Anno Scolastico 2011-<br />

2012.<br />

Attualmente frequentano la<br />

Scuola Navale 167 Allievi, dei<br />

quali 39 ragazze, provenienti in<br />

maniera eterogenea da tutte le<br />

regioni d’Italia, a testimonianza<br />

del prestigio e dell’interesse che<br />

la Scuola Navale <strong>Militare</strong> riscuote<br />

a livello nazionale.<br />

Fabio Divina n<br />

La Grande Guerra<br />

Sono le ore dodici del 4 novembre<br />

1918, dal Comando supremo è dato<br />

l’annuncio che i resti di quello che<br />

fu uno dei più potenti eserciti del<br />

mondo risalgono in disordine e senza<br />

speranza le valli che avevano disceso<br />

con orgogliosa sicurezza. La<br />

guerra contro l'Austria-Ungheria<br />

che il nostro Paese iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e<br />

tenace valore condusse ininterrotta e asprissima per 41 mesi è vinta.<br />

Con la capitolazione della<br />

Germania una settimana<br />

dopo al bollettino di vittoria<br />

letto dal generale Armando<br />

Diaz, finisce la prima guerra<br />

mondiale. Quella guerra cui gli<br />

fu aggiunto l’aggettivo “grande”<br />

per la portata sconvolgente<br />

dell’avvenimento e per il<br />

dramma collettivo che provocò.<br />

Lo scrittore austriaco Joseph<br />

Roth fa dire al protagonista<br />

del suo romanzo, La cripta<br />

dei cappuccini: «La grande<br />

guerra che giustamente, a mio<br />

parere, viene chiamata guerra<br />

mondiale, e non già perché<br />

l’ha fatta tutto il mondo, ma<br />

perché tutti noi, in seguito a essa,<br />

abbiamo perduto un mondo,<br />

il nostro mondo».<br />

Quel mondo che le maggiori<br />

potenze europee impegnate<br />

in una lotta per la ripartizione<br />

dei mercati mondiali e l’affermazione<br />

della propria supremazia<br />

politica vollero cambiare.<br />

La classe dei politici e dei<br />

gruppi industriali e finanziari<br />

chiamò così un’intera generazione<br />

a combattere una guerra<br />

che si trasformò in un’inutile<br />

strage(1), ma che consegnò<br />

alla memoria esempi costanti<br />

di fulgido valor militare. Numerose<br />

saranno le gesta di eroismo<br />

tra le parti contendenti in<br />

un conflitto iniziato come una<br />

controversia familiare: il re d’In-<br />

ghilterra Giorgio V e l’imperatore<br />

di Germania Guglielmo II,<br />

senza dimenticarci della consorte<br />

dello zar Nicola II, Aleksandra<br />

Fëdorovna, sono tra loro<br />

cugini, nipoti diretti della regina<br />

Vittoria (detta per l'appunto<br />

la nonna d’Europa). In<br />

ogni Paese coinvolto, lo scoppio<br />

della guerra vede il trionfo<br />

del carattere patriottico e si<br />

diffuse il mito della “guerra giusta”.<br />

In Italia essa affonda le<br />

radici nella tradizione delle<br />

guerre rinascimentale; percepita<br />

come “quarta guerra d’indipendenza”<br />

molti giovani immolarono<br />

la propria vita per<br />

un’impresa nobile e per il mito<br />

della Patria. Nelle trincee, dove<br />

i soldati vivono in condizioni<br />

umane al limite della sopportazione,<br />

e lungo il Piave, che accompagna<br />

calmo e placido<br />

dall’inizio alla fine i fanti, si salda<br />

uno spirito di corpo che<br />

farà l’italiano ancor prima dell’Italia.<br />

Scrive un soldato alla<br />

madre dilettissima: Io per conto<br />

mio parto, ma non da vile!<br />

Giurai di compiere sempre e<br />

tutto quanto il mio dovere sino<br />

alla fine e vi assicuro che lo<br />

compirò. Altri resistettero fino<br />

all'estremo, finché tra l'incerto<br />

tentativo di salvarsi voltando il<br />

tergo al nemico ed il sicuro<br />

martirio, scelsero il martirio.<br />

E il nemico? Un valoroso anche<br />

55<br />

lui, solo la divisa era di un altro<br />

colore, ma identici i sentimenti.<br />

“Nessuno uscirà da questa<br />

guerra senza essere diventato<br />

una persona diversa” scrive un<br />

volontario tedesco in una lettera<br />

a casa.<br />

Non mancano episodi dove gli<br />

eserciti rivali fraternizzano fra<br />

loro. Famosa è la tregua di Natale<br />

del 1914, quando nella<br />

“terra di nessuno”, com’è chiamato<br />

lo spazio che separa le<br />

prime linee dei due fronti, i due<br />

eserciti s’incontrano e si scambiano<br />

auguri per un futuro migliore<br />

e fu anche possibile raccogliere<br />

i caduti e dare loro sepoltura.<br />

In quest’atmosfera<br />

quasi irreale si narra che si<br />

giocò persino una partita di<br />

pallone.<br />

Oggi con debito ricordiamo gli<br />

Eroi della grande guerra: da<br />

Luigi Rizzo a Cesare Battisti da<br />

Ernst Junger a Lawrence d’Arabia,<br />

e soprattutto il milite<br />

che, pur non sapendo il suo<br />

nome e il suo volto, muore per<br />

il giuramento fatto alla Patria e<br />

nell’adempiere al proprio dovere,<br />

magari anche in una<br />

giornata calma su tutta la zona<br />

di combattimento, in cui il<br />

bollettino del comando superiore<br />

annunciava niente di<br />

nuovo sul fronte occidentale.<br />

Costantino Fantasia n<br />

storia


ubrica<br />

L’ABC del mare<br />

Continua la rubrica che richiamando i termini marinareschi si prefigge<br />

di mantenere “sveglia” la nostra la cultura marinara.<br />

Ci avvaliamo sempre della collaborazione di chi ha dedicato una vita<br />

al mare: il Comandante e noto Skipper Giancarlo Basile<br />

ABBRIVO<br />

elocità iniziale o residua di una imbarcazione:<br />

Vquella che prende quando comincia a sentire<br />

il suo mezzo di propulsione e quella che resta<br />

quando questo cessa di agire, il verbo è abbrivare<br />

(e abbrivarsi).<br />

Si è divulgato il termine “abbrivio” che è sconsigliato.<br />

Ancora più sconsigliato è “abbriviare”<br />

o”abbriviarsi”. n<br />

FORMAGGETTA<br />

Detto anche galletta, è il pomo appiattito posto<br />

sopra l’asta della bandiera, la cui parte<br />

più alta deve essere a contatto con la stessa<br />

perché la bandiera sia regolarmente a segno. La<br />

formaggetta era posta anche sulle estremità degli<br />

alberi in legno dei velieri. n<br />

CROCETTA<br />

e crocette sono elementi dell’attrezzatura costi-<br />

Ltuiti da coppia di barrette, in legno nel passato,<br />

oggi in lega leggera o carbonio, che hanno lo scopo<br />

di distanziare opportunamente le sartie dall’albero,<br />

assicurando che questo e le stesse vi sia un<br />

angolo, detto quartiere, necessario perché l’albero<br />

sia adeguatamente sostenuto lateralmente. I pluriscafi<br />

molto spesso possono farne a meno, potendo<br />

realizzare il quartiere grazie alla loro larghezza, anche<br />

per le sartie più alte. Al contrario i monoscafi,<br />

specialmente quelli da regata di larghezza moderata<br />

e dotati di alberi alti e sottili, hanno bisogno di<br />

più ordini di crocette. Poiché queste costituiscono<br />

una resistenza addizionale al vento nell’andatura di<br />

bolina, presentano una sezione particolarmente<br />

curata dal punto di vista aerodinamico. Le crocette,<br />

essendo sollecitate dalle sartie sia a compressione<br />

che ad una forza tendente a fletterle verso il<br />

basso, non devono avere la possibilità di scorrere<br />

sulle stesse, e le loro estremità devono essere perciò<br />

adeguatamente vincolate alle sartie. Per esercitare<br />

al meglio la loro funzione è opportuno che siano inclinate<br />

leggermente verso l’alto, in modo da distanziare<br />

il più possibile le sartie dall’albero. Le più recenti<br />

attrezzature mirate a eliminare le sartie volanti,<br />

hanno le crocette alquanto angolate verso poppa<br />

(vengono oggi dette impropriamente acquartierate).<br />

In questo modo la compressione da cui sono<br />

sollecitate e la trazione delle sottostanti sartie angolate<br />

verso poppa irrigidiscono notevolmente l’albe-<br />

ro, che così può sostenere la trazione dello strallo e<br />

le forze d’inerzia durante il beccheggio senza flettersi<br />

apprezzabilmente, permettendo la desiderata<br />

eliminazione delle sartie volanti. Ciò tuttavia si paga<br />

con l’impossibilità di regolare adeguatamente la<br />

curvatura dell’albero per adattare la forma della<br />

randa alle varie condizioni. Inoltre la tensione dello<br />

strallo sarà meno efficacemente regolata che con<br />

le sartie volanti, e con ciò verrà limitata la regolazione<br />

della forma del genoa, molto condizionata dalla<br />

sua catenaria. Infine la randa, navigando in poppa,<br />

andrà ad appoggiarsi sulle crocette più marcatamente<br />

di prima, quando le crocette erano esattamente<br />

per madiere. n<br />

ACQUARTIERARE<br />

O riginariamente, dare alle sartie l’apertura angolare<br />

sufficiente (quartiere) per sostenere l’albero.<br />

Oggi il termine è impiegato anche per indicare<br />

il modo di angolare verso poppa le crocette,<br />

che è invalso in tempi recenti allo scopo di eliminare<br />

le sartie volanti e talvolta anche il paterazzo. n


l’etichetta navale<br />

Con questo articolo l’autore ci “rinfresca” alcuni comportamenti<br />

e consuetudini che dovrebbero essere tenuti a mente da chi va per mare<br />

Parliamo un pò<br />

di “Etichetta Navale”<br />

Chi come me ha<br />

“bazzicato” il mare<br />

per più di qualche<br />

anno ha gradualmente<br />

assimilato alcune<br />

precise abitudini<br />

comportamentali. Fin<br />

da “piccolo”, da allievo<br />

prima del Morosini e<br />

poi dell’Accademia, i<br />

nostri vecchi mi hanno<br />

dato in pasto una serie<br />

di nozioni che è difficile<br />

apprendere sui banchi<br />

ma che invece, nella<br />

vita quotidiana, a bordo<br />

delle navi, sono<br />

parte di una routine<br />

che nella pratica il giovane<br />

apprende, assimila;<br />

da allora in poi<br />

esse divengono elemento<br />

integrale non<br />

solo della sua cultura<br />

ma oserei dire, del suo<br />

modo di essere. Questo<br />

insieme di modi di<br />

fare, così peculiare<br />

dell’ambiente navale,<br />

abbraccia anche la<br />

cosiddetta “Etichetta<br />

Navale” di cui vorrei<br />

parlare un po’.<br />

Nata soprattutto per regolare le<br />

procedure di cortesia, tradizionali,<br />

consuetudinarie, fra le navi<br />

dei vari Paesi, l’Etichetta Navale<br />

si è gradualmente estesa a<br />

comprendere anche l’insieme<br />

delle norme che potremmo definire<br />

della “Buona Educazione”<br />

nei rapporti fra le imbarcazioni,<br />

nelle più varie circostanze. In altre<br />

nazioni, quest’insieme di norme<br />

è spesso noto, almeno in<br />

parte, anche a chi non si occu-<br />

pa regolarmente di attività sul<br />

mare o comunque collegate al<br />

mare. Questo ci riconduce all’antico<br />

lamento che vuole l’Italia<br />

un Paese poco marinaro sebbene<br />

sia quasi interamente circondata<br />

dal mare e abbia un<br />

incredibile sviluppo costiero. Ma<br />

non siamo qui per lamentarci,<br />

piuttosto per fare; e cosa, nel<br />

nostro piccolo quotidiano, possiamo<br />

fare per contribuire a modificare<br />

questo incancrenito stato<br />

di cose? Apprendere, innanzi-<br />

58<br />

tutto, tutti quegli<br />

aspetti caratteristici<br />

che rendono speciale<br />

la vita di chi opera<br />

sul mare e per il mare;<br />

fare poi opera di<br />

trasferimento di queste<br />

nozioni verso gli<br />

“altri”, in modo da<br />

fare nascere in queste<br />

persone l’apprezzamento<br />

per un ambiente<br />

che sino a<br />

poco prima era stato<br />

loro quasi sconosciuto<br />

e che si rivela per<br />

nostro tramite custode<br />

di valori e di specificità<br />

stupende. Per<br />

chi presta servizio in<br />

<strong>Marina</strong> ma anche<br />

per chi ha semplicemente<br />

scelto il mare<br />

come fonte di primario<br />

interesse anche<br />

se non professionale,<br />

questo processo essenziale<br />

e irrinunciabile<br />

di apprendimento<br />

e trasmissione agli<br />

altri delle nozioni assimilate<br />

dovrebbe essere<br />

perfettamente<br />

metabolizzato e divenire quasi<br />

una seconda natura e continua<br />

fonte di orgoglio per il mondo in<br />

cui ci si trova a vivere e di compiacimento<br />

per l’apprezzamento<br />

che si riscuote. Si tratta di una<br />

scelta di vita, e chi la fa non può<br />

sentirsi pago se non riesce anche<br />

a condividere le proprie<br />

sensazioni, le proprie scelte<br />

ideali, le esperienze e le conoscenze<br />

che sono scaturite da tale<br />

scelta e dal proprio rapporto<br />

esclusivo con il mare.<br />

L’importanza dell’“Etichetta<br />

Navale”<br />

E torniamo al termine “Etichetta<br />

Navale”. Di per sé tale termine<br />

può far sorridere e può richiamare<br />

comportamenti esclusivamente<br />

formali che ben poco<br />

hanno a che fare con i valori a<br />

cui chi opera sul mare vuole riferirsi.<br />

Ma questo sarebbe allora<br />

vero anche per buona parte dei<br />

regolamenti militari, delle cerimonie<br />

religiose e in definitiva di<br />

tutte quelle forme mediante le<br />

quali si vuole manifestare il rispetto<br />

dovuto ai superiori, la<br />

protezione che si vuole estendere<br />

ai più deboli o il cameratismo<br />

verso i propri compagni. La sensazione,<br />

diffusa soprattutto fra i<br />

più giovani, è che l’insieme delle<br />

norme a cui ci stiamo riferendo,<br />

costituisca soltanto un richiamo<br />

fuori moda ad una tradizione<br />

non più attuale, vuota di significato<br />

e in definitiva, un’inutile<br />

perdita di tempo. Il fatto che siamo<br />

qui a parlarne vuol dire che<br />

siamo convinti del contrario; altrimenti<br />

non impiegheremmo<br />

così le nostre energie.<br />

L’“Etichetta Navale”, come tutte<br />

le altre forme di etichetta,<br />

rappresenta un punto di arrivo,<br />

una manifestazione di civiltà<br />

mediante la quale vengono imbrigliate<br />

in comportamenti standardizzati<br />

le tendenze umane<br />

più grossolane. La sua rigidità<br />

può farne rilevare aspetti ridicoli,<br />

inutili? Beh! Tutto ciò che è forma<br />

si tira addosso in genere<br />

questo tipo di critiche, sembra<br />

assolutamente superfluo ma in<br />

realtà, a volte, fa addirittura da<br />

completamento alle leggi e manifesta<br />

la stessa inutilità che può<br />

essere attribuita, per esempio,<br />

ad un regalo o ad una corona<br />

di fiori su di una tomba! (Nessuno<br />

potrà certo definire queste<br />

cose come indispensabili, ma<br />

quasi tutti attribuiscono loro un<br />

profondo significato). Va da sé<br />

che le regole assumono un valore<br />

pieno solo quando vanno di<br />

pari passo con i sentimenti di cui<br />

dovrebbero essere manifestazio-<br />

ne tangibile; spesso, esse contribuiscono<br />

a creare tali sentimenti:<br />

per fare un esempio storico, riferirò<br />

ciò che ebbe a dire il famoso<br />

Ammiraglio inglese Jervis<br />

parlando della disciplina: “…<br />

quando essa raggiunge una<br />

certa perfezione formale è facile<br />

che non si sia lontano da un risultato<br />

sostanziale, ovvero che<br />

essa sia presente anche nei<br />

cuori dei marinai. ”.<br />

Al di là di queste considerazioni,<br />

è opportuno ricordare che chi è<br />

marinaio del proprio Paese è<br />

comunque tenuto alla conoscenza<br />

delle norme dell’“Etichetta<br />

Navale” anche dal fatto<br />

che la loro eventuale ignoranza,<br />

soprattutto in un contesto internazionale,<br />

porterebbe con certezza<br />

a figuracce che si riverbererebbero<br />

sulla propria bandiera.<br />

Lo stesso è valido, seppure<br />

ad un livello minore, per i soci di<br />

59<br />

un circolo che innalzano il guidone<br />

sociale sulla propria barca.<br />

Per tutti resta valido il principio<br />

che non bisogna nascondersi<br />

dietro la propria ignoranza.<br />

Va inoltre sottolineato come, soprattutto<br />

in alcuni Paesi, il mancare<br />

nel campo dell’“Etichetta<br />

Navale” sia ritenuto altrettanto<br />

grave che, nell’ambito della comune<br />

educazione, il non salutare<br />

delle persone conosciute incontrandole<br />

per strada.<br />

L’uso delle bandiere<br />

Non mi sembra il caso di esaminare<br />

qui in dettaglio le norme<br />

relative all’uso e alle tipologie<br />

delle bandiere; non ce ne sarebbe<br />

nemmeno lo spazio. Vorrei<br />

però richiamare alcuni concetti<br />

elementari, rimandando<br />

tutti ad approfondire l’argomento<br />

sulle specifiche pubblicazioni,


ove la materia è trattata in<br />

profondità. Sorvoliamo quindi<br />

sulle dimensioni delle bandiere,<br />

ma accenniamo agli elementi<br />

fondamentali relativi ad alcuni,<br />

più comuni, loro usi specifici. In<br />

realtà, spesso, nel trattare dell’uso<br />

delle bandiere, sarebbe bene<br />

parlare più di consuetudini<br />

che di regole ma come ci insegnano<br />

gli studiosi del Diritto, è<br />

dalle consuetudini che si parte<br />

per la successiva stesura delle<br />

regole e finanche delle leggi.<br />

Naturalmente, le Nazioni con alle<br />

spalle una più solida tradizione<br />

marinara, come la Gran Bretagna,<br />

sono quelle che hanno<br />

dettato le linee di principio di<br />

questa “normativa” che è stata<br />

poi ripresa, con piccole varianti,<br />

da tutte le altre marinerie, a cominciare<br />

da quelle di Stato.<br />

Per l’alza e l’ammaina bandie-<br />

ra, le unità da diporto fanno riferimento<br />

al segnale che viene alzato<br />

sull’albero del circolo velico.<br />

In caso di presenza in porto<br />

di navi militari, è quella sulla<br />

quale è imbarcato l’Ufficiale più<br />

anziano (ovvero quello più alto<br />

in grado) a dare i segnali a cui si<br />

uniformeranno le altre unità/navi/imbarcazioni<br />

presenti. Qualora<br />

fossero presenti in porto solo<br />

unità mercantili, la vecchia<br />

usanza, purtroppo ora non più<br />

comunemente seguita, è quella<br />

che il comandante più anziano<br />

presente in rada assuma la qualifica<br />

di capo della rada e da lui<br />

derivino le disposizioni per l’alza<br />

e l’ammaina. L’alza bandiera,<br />

comunque, avviene sempre alle<br />

0800, essendo preceduto dal segnale<br />

preparatorio, cinque minuti<br />

prima. La bandiera resta poi<br />

alzata tutto il giorno. L’orario del-<br />

60<br />

l’ammaina bandiera è invece<br />

quello del tramonto e quindi varia<br />

in funzione delle stagioni e<br />

delle località. La nave che imbarca<br />

l’Ufficiale più anziano si<br />

occuperà di determinare l’ora<br />

esatta del tramonto e di alzare<br />

all’ora appropriata il segnale<br />

preparatorio e a questo si<br />

conformeranno tutte le altre navi/imbarcazioni<br />

presenti nel sorgitore.<br />

Per quanto attiene l’uso della<br />

bandiera in navigazione, bisogna<br />

distinguere fra unità militari<br />

e mercantili. Di norma, le unità<br />

militari, al tramonto fanno la cerimonia<br />

dell’ammaina bandiera<br />

ma la bandiera viene successivamente<br />

rialzata e continuerà a<br />

sventolare anche di notte. Nel<br />

caso di unità mercantili/imbarcazioni<br />

che navighino in prossimità<br />

di costa è bene che esse<br />

abbiano la bandiera sempre<br />

esposta. Ugualmente, anche<br />

qualora, in mare aperto, la bandiera<br />

fosse ammainata, si avrà<br />

cura di mostrarla nel caso ci si<br />

dovesse imbattere in un’altra<br />

nave/imbarcazione, onde<br />

scambiarsi l’informazione relativa<br />

alla rispettiva nazionalità.<br />

Quando si prende o si lascia un<br />

ancoraggio, indipendentemente<br />

dall’ora, è pure previsto mostrare<br />

la bandiera.<br />

È da notare come mentre l’alza<br />

bandiera va eseguito con una<br />

certa rapidità, l’ammaina avviene<br />

lentamente. È tradizione corretta<br />

evitare che i lembi della<br />

bandiera tocchino la coperta.<br />

L’atteggiamento dei presenti ad<br />

una cerimonia di alza o ammaina<br />

bandiera è quello di alzarsi in<br />

piedi se seduti e di salutare; in<br />

molte Marine lo si fa, quando in<br />

divisa, portando la mano al berretto,<br />

mentre in quella italiana la<br />

consuetudine è che ci si scopra<br />

e si resti a capo scoperto per<br />

tutta la durata della cerimonia;<br />

anche per chi è in borghese a<br />

capo coperto è buona norma<br />

scoprirsi e se già a capo scoperto,<br />

inclinare leggermente il capo<br />

in avanti.<br />

Nel caso una nave<br />

mercantile/imbarcazione da diporto<br />

si trovi ad incrociare la rotta<br />

di un’unità militare – sia del<br />

proprio Paese che di altri – è<br />

corretto che la nave militare<br />

venga salutata da quella mercantile.<br />

La procedura per farlo è<br />

la seguente: si ammaina a metà<br />

la propria bandiera e si mantiene<br />

in tale posizione sino a quando<br />

si incrocia la nave che si sta<br />

salutando o sino a che essa risponde;<br />

dopo di che la si riporta<br />

61<br />

a segno. Se la propria bandiera<br />

è fissa su di un’asta, per salutare<br />

si toglie l’asta dal supporto e si<br />

abbassa all’altezza della murata.<br />

Quindi, analogamente alla<br />

manovra precedentemente descritta,<br />

si rimette nella posizione<br />

originaria quando si è incrociata<br />

l’unità militare o se ne è ricevuta<br />

risposta. Ai tempi della marineria<br />

velica, il mercantile che salutava<br />

la nave militare contemporaneamente<br />

all’atto di ammainare<br />

e poi rialzare la bandiera<br />

compiva quello di ammainare e<br />

di riportare al segno la vela di<br />

fiocco che si trovava più a prora.<br />

Nel caso si incontri una formazione<br />

navale, sarà solo la nave<br />

che ospita il Comandante<br />

della formazione a rispondere al<br />

saluto.<br />

Citerò un esempio per mostrare<br />

come, fra veri marinai, il tipo di


usanze e consuetudini di cui stiamo<br />

parlando siano tenute in<br />

gran conto. L’epoca è quella<br />

della I Guerra Mondiale, siamo<br />

alla fine della battaglia delle<br />

Falklands e la squadra inglese<br />

sta serrando da presso l’ammiraglio<br />

tedesco Von Spee; all’improvviso,<br />

gli Inglesi, a bordo<br />

dell’“Invincible” e dell’“Inflexible”,<br />

si rendono conto che c’è<br />

un veliero, a cui nessuno, nella<br />

foga della battaglia, aveva fatto<br />

caso, interposto fra loro e i Tedeschi.<br />

La regola vuole che una<br />

nave a propulsione meccanica<br />

debba sempre dare la precedenza<br />

ad un veliero. Certo, in<br />

combattimento si rischia di perdere<br />

dei minuti preziosi… ma così<br />

avviene: gli Inglesi cessano il<br />

fuoco e manovrano per passare<br />

di poppa al veliero; quest’ultimo,<br />

a sua volta, non avendo<br />

esposta la bandiera, ammaina<br />

e issa per tre volte il gran fiocco,<br />

in segno di saluto!<br />

Un’imbarcazione a remi esprime<br />

il suo saluto alla bandiera effettuando<br />

l’alza remi, ovvero, all’ordine<br />

del padrone, tutti i vogatori<br />

sollevano simultaneamente<br />

dall’acqua i remi e li portano<br />

in posizione verticale.<br />

Un caso particolare è quello<br />

rappresentato dall’unità militare<br />

che rende il saluto con salve dei<br />

propri cannoni; in questo caso le<br />

imbarcazioni a motore nei paraggi,<br />

se possibile, fermano i motori<br />

per la durata delle salve<br />

mentre le barche a vela mettono<br />

la prora al vento; entrambe<br />

salutano con la bandiera sino al<br />

termine delle salve.<br />

In caso di lutto nazionale vige la<br />

consuetudine della bandiera a<br />

mezz’asta come sugli edifici<br />

pubblici. Lo stesso comportamento<br />

è bene adottare, per<br />

buona norma di cortesia, qualora<br />

ci si trovi in un porto estero in<br />

cui sia stata dichiarata una giornata<br />

di lutto.<br />

È buona norma che la bandiera<br />

non sia mai stracciata o scolorita<br />

e che sull’imbarcazione, non<br />

venga tenuta avvolta o legata<br />

all’asta.<br />

La posizione occupata dalla<br />

bandiera sulle navi è sull’asta di<br />

poppa in porto e al picco in navigazione;<br />

sulle imbarcazioni a<br />

motore è sull’asta di poppa<br />

sempre mentre su quelle a vela<br />

si presentano più casi: se sono<br />

armate a sloop, la bandiera va<br />

tenuta sull’asta di poppa o in<br />

navigazione a vela, a due terzi<br />

della balumina della randa; nelle<br />

barche fornite di più alberi o<br />

di picco, la bandiera che quando<br />

all’ancora sarà a poppa, in<br />

navigazione viene issata sul picco<br />

che sporge dall’albero o sull’albero<br />

poppiero.<br />

Per quanto concerne il saluto fra<br />

imbarcazioni da diporto, dettato<br />

da tradizioni di cortesia, esso<br />

avviene ammainando il guidone<br />

sociale una sola volta.<br />

Una curiosità concernente la<br />

bandiera nazionale, definita anche<br />

come insegna o come colori.<br />

Tutti conoscono il tricolore e<br />

tutti, naturalmente, sanno che<br />

sulle navi esso è arricchito al<br />

centro dallo stemma formato<br />

da quello delle quattro repubbliche<br />

marinare. È immediatamente<br />

evidente che le unità militari,<br />

a differenza di quelle mercantili,<br />

facciano sovrastare tale stemma<br />

dalla corona rostrata e turrita;<br />

ciò che risulta meno evidente<br />

è invece il fatto che, sempre<br />

nelle unità militari, il quarto dello<br />

stemma che riporta la bandiera<br />

della Repubblica di Venezia presenti<br />

delle specificità: mentre<br />

l’analogo della bandiera mercantile<br />

mostra il leone di San<br />

Marco con il vangelo aperto (e<br />

vi si legge: “pax tibi Marce<br />

evangelista meus”), in quello militare<br />

il vangelo è chiuso, il leone<br />

tiene la zampa anteriore sinistra<br />

su di esso, mentre l’altra solleva<br />

una spada; inoltre, la coda del<br />

leone è girata verso l’alto.<br />

Particolari tipi di bandiere<br />

Mentre a bordo delle navi militari<br />

sarà sempre presente personale<br />

della categoria “segnalatori”,<br />

perfettamente in grado di gestire<br />

con professionalità tutte le<br />

possibili varietà di bandiere e di<br />

segnali a bandiere, non sempre<br />

è dato a tutti gli altri appartenenti<br />

alla <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> e meno<br />

che mai a chi non ha fatto<br />

del mare una professione, di conoscere<br />

tutte le specifiche consuetudini<br />

e bandiere utilizzate<br />

nell’ambito del diporto. È però<br />

giusto che tutti coloro che il mare<br />

lo “frequentano” abitualmente<br />

siano al corrente almeno di<br />

una gran parte di tutto ciò, non<br />

facendosi trovare impreparati<br />

per lo meno di fronte alle usanze<br />

più comuni. Per questo, si danno<br />

di seguito ragguagli circa alcuni<br />

tipi di bandiere particolari.<br />

Bandiera di cortesia<br />

Quando ci si reca all’estero, è<br />

necessario provvedersi delle<br />

bandiere dei Paesi che verranno<br />

toccati. È norma tradizional-<br />

mente rispettata, infatti, che sia<br />

in porto che in navigazione si innalzi<br />

anche la bandiera del Paese<br />

nelle cui acque si sta navigando.<br />

Tale bandiera sarà in<br />

ogni caso di dimensioni inferiori<br />

a quella nazionale. Sulle imbarcazioni<br />

che non hanno alberi la<br />

bandiera che appunto si chiama<br />

di cortesia, ovvero quella<br />

del Paese ospite, viene esposta<br />

sull’asta di prora; qualora il motoryacht<br />

abbia un albero centrale,<br />

questa bandiera verrà<br />

esposta a dritta dalla parte più<br />

esterna; quando invece si parli<br />

di imbarcazioni fornite di albero/alberi,<br />

alla crocetta principale<br />

dell’albero di maestra.<br />

Guidone Sociale<br />

Si tratta o del guidone del Circolo<br />

di cui è socio il proprietario<br />

dell’imbarcazione o quello del<br />

Circolo nei cui registri è iscritta la<br />

barca. Questa bandiera può rimanere<br />

a riva giorno e notte, indipendentemente<br />

dal fatto che<br />

si sia all’ancora o in navigazione.<br />

Essa si ammaina solo quando<br />

la barca viene messa in disarmo.<br />

Per alcuni circoli esistono<br />

alcuni guidoni particolari relativi<br />

a specifiche cariche sociali di<br />

chi li mostra a riva. È buona norma<br />

mostrare sempre un solo gui-<br />

done anche se si è membri di<br />

più sodalizi; si sceglie di norma di<br />

navigare sotto quello del circolo<br />

avente la maggiore anzianità<br />

oppure quello del circolo che<br />

ha organizzato la regata alla<br />

quale si sta partecipando (naturalmente<br />

se si è soci anche di<br />

questo). Qualora, successivamente,<br />

si voglia rendere onore<br />

al circolo più anziano, si potrà<br />

farlo, a termine regata, dopo essersi<br />

ormeggiati o ancorati: mai<br />

effettuare un cambio di guidone<br />

durante la navigazione. La<br />

posizione nella quale mostrare il<br />

guidone è sull’asta di prora,<br />

qualora la barca non abbia alberi,<br />

a dritta sulla parte interna,<br />

qualora il motoryacht disponga<br />

di un albero centrale e in testa<br />

all’albero di maestra qualora<br />

l’imbarcazione, a vela, disponga<br />

di uno o più alberi. Qualora<br />

la testa dell’albero sia occupata<br />

da un’antenna radio, il guidone<br />

sociale può essere portato alla<br />

crocetta di dritta ma qualora si<br />

navighi in acque straniere, esso<br />

cederà il posto alla bandiera di<br />

cortesia per ripiegare, insieme<br />

all’eventuale insegna del proprietario,<br />

sulla crocetta di sinistra.<br />

Mentre in Italia la stragrande<br />

maggioranza dei guidoni so-<br />

63<br />

ciali ha appunto la forma triangolare<br />

del guidone, alcuni possono<br />

anche avere forma diversa<br />

e così avviene, anche di più, all’estero;<br />

in Francia, per esempio,<br />

l’insegna sociale è molto spesso<br />

rettangolare. Chi si trovasse ad<br />

affittare un’imbarcazione il cui<br />

proprietario è iscritto ad un certo<br />

circolo, non ha alcun diritto di<br />

continuare ad issare il guidone<br />

sociale del proprietario in assenza<br />

di quest’ultimo, a meno che<br />

non sia socio anch’egli dello<br />

stesso circolo. Senza scendere<br />

nel particolare, basterà esercitare<br />

un po’ di buon gusto e di<br />

buonsenso per evitare l’uso di<br />

guidoni troppo grandi o al contrario,<br />

irrilevanti. Da ricordare,<br />

comunque, che l’insegna nazionale<br />

dovrà essere comunque<br />

più grande di qualsiasi altra<br />

bandiera presente a bordo.<br />

Bandiera armatoriale o del proprietario<br />

Essa viene esposta quando il<br />

proprietario o un suo familiare<br />

sono presenti a bordo. Purché<br />

non assomigli ad altre già esistenti<br />

essa, quadrata o triangolare,<br />

realizzata entro determinati<br />

rapporti dimensionali, può essere<br />

disegnata a piacere del proprietario.<br />

In Francia, di norma,


essa è rettangolare e segue la<br />

regola araldica per cui nel disegno<br />

si cerca di non mettere mai<br />

vicini fra loro i colori (rosso, azzurro,<br />

nero, verde, porpora e arancio)<br />

o i metalli (oro o giallo e<br />

bianco o argento) seguendo un<br />

disegno che deriva da tratti verticali<br />

orizzontali e obliqui, oppure<br />

dalla combinazione di tratti verticali<br />

ed orizzontali, o obliqui. La<br />

norma dettata anche dal buonsenso<br />

è che, comunque, l’insegna<br />

possa essere ben visibile da<br />

lontano. Su di un M/Y ad albero<br />

centrale, tale insegna viene issata<br />

a sinistra all’interno mentre<br />

sulle imbarcazioni a vela ad un<br />

solo albero alla crocetta principale<br />

di sinistra; qualora l’imbarcazione<br />

a vela disponga di più<br />

alberi quest’insegna andrà alla<br />

crocetta principale di sinistra<br />

dell’albero maestro, mentre se<br />

non esistono crocette essa verrà<br />

issata sull’albero di prora nel caso<br />

gli alberi siano due e sull’albero<br />

poppiero nel caso gli alberi<br />

siano tre. Al posto dell’insegna<br />

del proprietario, quando sull’imbarcazione<br />

sale un’Autorità<br />

avente diritto ad una sua insegna,<br />

questa, definita “insegna di<br />

dignitario”, prende il posto di<br />

quella del proprietario. Eccezione<br />

viene fatta nel caso l’Autorità<br />

sia un Principe di Casa Regnante<br />

o il Presidente della Repubblica<br />

Italiana; in questo caso<br />

l’insegna dell’autorità, che<br />

viene definita stendardo, si alza<br />

all’albero di maestra. Per gli in-<br />

glesi l’insegna del proprietario<br />

può tranquillamente essere issata<br />

sotto quella del circolo mentre<br />

i francesi cercheranno sempre<br />

di evitare di esporre un’insegna<br />

al di sotto di un’altra sulla<br />

stessa drizza, in quanto intendono<br />

questo come uno svilimento<br />

di quella posta più in basso.<br />

Bandiera di libera pratica<br />

A volte, entrando in un porto<br />

straniero, è d’obbligo effettuare<br />

all’Autorità marittima del posto<br />

la dichiarazione che l’equipaggio<br />

è in perfette condizioni fisiche,<br />

non affetto da alcuna malattia<br />

che possa preoccupare le<br />

autorità sanitarie locali. Per farlo,<br />

si può innalzare alla crocetta<br />

principale di sinistra la bandiera<br />

“Q” del codice internazionale<br />

dei segnali (bandiera gialla),<br />

detta anche, in passato, bandiera<br />

di “quarantena”. Con tale<br />

procedura si richiede l’autorizzazione<br />

a ormeggiarsi e sbarcare,<br />

ovvero l’autorizzazione per quella<br />

che viene definita “libera pratica”.<br />

Bandiere, pennelli, guidoni<br />

Il Codice Internazionale dei segnali<br />

comprende 26 bandiere<br />

alfabetiche, 10 pennelli numerici,<br />

3 guidoni ripetitori e il segnale<br />

intelligenza. Alcune di queste sono<br />

impiegate anche durante le<br />

regate per comunicare con gli<br />

equipaggi o come distintivi per<br />

alcune classi di imbarcazioni<br />

(ma non tutte).<br />

Gran Pavese o Gala di Bandiere<br />

Il termine “pavese” deriva dal<br />

basso Medio Evo, quando con<br />

esso s’intendeva l’insieme degli<br />

scudi incastrati attorno allo<br />

scafo e altre parti dell’imbarcazione,<br />

per offrire una difesa ai<br />

combattenti. Per estensione il<br />

termine è passato poi a quei<br />

parati più o meno fantasiosi utilizzati<br />

per decorazione o mascheramento.<br />

Al giorno d’oggi,<br />

premesso che non c’è più spazio<br />

in questo campo per la fantasia,<br />

il “pavese” ha assunto un<br />

senso particolare ed il suo uso è<br />

strettamente regolamentato.<br />

L’insieme delle bandiere del Codice<br />

Internazionale, innalzato<br />

solamente in porto, costituisce il<br />

Gran Pavese e si innalza da<br />

prua a poppa in occasione del<br />

varo e delle feste nazionali proprie<br />

o dell’eventuale Paese ospite;<br />

in quest’ultimo caso, le due<br />

bandiere nazionali verranno alzate<br />

entrambe in testa d’albero,<br />

sulla stessa asta, quella del proprio<br />

Paese a sinistra e quella del<br />

Paese ospite a dritta.<br />

Altre bandiere<br />

Fra le altre bandiere, posto che<br />

ogni bandiera del Codice Internazionale<br />

dei segnali usata singolarmente<br />

ha un suo significato<br />

e che nello stesso Codice si<br />

assegnano particolari significati<br />

a gruppi specifici di bandiere e<br />

che in campo militare ciò è altresì<br />

complicato dalle combinazioni<br />

in uso in ulteriori particolari<br />

codici, vorrei ricordare, in ambito<br />

diportistico, la bandiera del<br />

pasto del proprietario (quadrata,<br />

bianca, che sostituisce quella<br />

del proprietario in tale occasione),<br />

la bandiera di assenza<br />

del proprietario (quadrata, azzurra,<br />

che sostituisce quella del<br />

proprietario), la bandiera di ospite<br />

a bordo (quadrata, azzurra,<br />

con banda diagonale bianca,<br />

che sostituisce quella del proprietario<br />

quando quest’ultimo è<br />

assente da bordo ma in sua vece<br />

sono presenti suoi ospiti),<br />

bandiera d’invito a bordo (quadrata,<br />

azzurra, con la sagoma<br />

bianca di un bicchiere al centro;<br />

essa, alzata al posto di quella<br />

del proprietario, invita arma-<br />

tori e ospiti delle barche vicine a<br />

recarsi a bordo in visita); infine la<br />

bandiera di pasto dell’equipaggio<br />

(un pennello rosso che si alza<br />

a sinistra di quella del proprietario<br />

quando i dipendenti sono a<br />

pranzo).<br />

Va da sé che le bandiere e le<br />

normative di cui sopra hanno<br />

senso se usate su imbarcazioni di<br />

una certa dimensione. Si rasenterebbe<br />

il ridicolo qualora, per<br />

esempio, determinati segnali venissero<br />

alzati su di un’imbarcazione<br />

non pontata, di pochi metri<br />

di lunghezza, in cui ciò che<br />

avviene a bordo è sotto gli occhi<br />

di chi passeggia in banchina<br />

senza alcuna bisogno di essere<br />

“segnalato”.<br />

Delle visite a bordo<br />

Una norma che è bene venga<br />

rispettata da tutti è quella che<br />

prevede di chiedere il permesso<br />

di salire a bordo di un’imbarcazione<br />

al Proprietario o al Comandante,<br />

o in loro assenza a<br />

chi è presente a bordo. Una volta<br />

ricevuta tale autorizzazione,<br />

sarà cura del visitatore di togliersi<br />

le scarpe, anche senza essere<br />

invitato a farlo, e deporle o nella<br />

cesta che molti predispongono,<br />

in banchina, a fianco della scaletta/passerella,<br />

oppure, a bordo,<br />

nelle immediate vicinanze di<br />

scaletta/passerella. Ciò sia se ci<br />

si debba intrattenere in coperta<br />

come andare sottocoperta.<br />

Normalmente, il lato di dritta<br />

dell’imbarcazione è quello riservato<br />

al proprietario e agli ospiti,<br />

mentre quello di sinistra è per il<br />

personale di servizio.<br />

Il lato dritto è considerato quello<br />

d’onore, a poppavia delle sartie;<br />

per cui è qui che imbarcheranno<br />

e sbarcheranno proprietario<br />

ed ospiti, mentre i movimenti<br />

dell’equipaggio, ove praticabile,<br />

avverranno dal lato sinistro.<br />

Al contrario, qualora si dovesse<br />

accostare un’unità militare<br />

alla fonda bisognerà farlo dal<br />

lato sinistro in quanto quello dritto<br />

è riservato agli Ufficiali. In questo<br />

caso, poi, nel salire a bordo,<br />

giunti all’altezza della coperta si<br />

volgerà lo sguardo verso la bandiera<br />

e ci si scoprirà, qualora a<br />

capo coperto, oppure, se a capo<br />

scoperto, si farà un cenno di<br />

saluto con la testa.<br />

In caso l’imbarcazione manovri<br />

e agli ospiti non sia stato assegnato<br />

qualche specifico incarico,<br />

sarà quanto mai opportuno<br />

che essi si trattengano seduti o<br />

distesi sui posti loro riservati. Così<br />

facendo eviteranno di costituire<br />

intralcio alle operazioni di coperta<br />

e di ostacolare la visuale ai<br />

responsabili della manovra.<br />

In occasione delle visite a bordo,<br />

ma non solo, è consuetudine<br />

l’uso dei biglietti da visita. È<br />

bene ricordare che nell’ambiente<br />

dei Circoli Nautici il biglietto<br />

più appropriato è quello che riporta<br />

al centro il nome e cognome,<br />

preceduto solo dai titoli<br />

che la persona possegga o nella<br />

<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> o in quella<br />

Mercantile e seguito dall’eventuale<br />

abilitazione nautica ottenuta.<br />

Qualora si rivesta una carica sociale<br />

nel proprio circolo, tale carica<br />

dovrebbe comparire prima,<br />

mettendo l’abilitazione sotto di<br />

essa. Il guidone del circolo può<br />

figurare in alto a sinistra mentre<br />

in basso a sinistra si può riportare<br />

il nome della barca, quello del<br />

porto di stazionamento e il posto<br />

65<br />

d’ormeggio.<br />

Se si è membri di un circolo e ci<br />

si trova in un porto quando arriva<br />

un’imbarcazione dello stesso<br />

circolo o ci si trova a bordo di<br />

un’imbarcazione che arriva in<br />

un porto in cui sia già presente<br />

un’altra barca appartenente allo<br />

stesso sodalizio, è buona norma<br />

che il più giovane si rechi a<br />

salutare il più anziano dei due<br />

soci.<br />

Per i giovani che si recano a<br />

bordo di una nave: ricordate<br />

che quando si imbarca sulla lancia<br />

che vi porterà verso la nave<br />

che attende alla fonda, i più<br />

giovani imbarcano per primi sulla<br />

barca e scendono per ultimi<br />

dalla stessa. Viceversa, all’arrivo<br />

al barcarizzo dell’unità, il primo a<br />

salire a bordo è il comandante<br />

e lui sarà anche l’ultimo a scendere<br />

(dopo di lui verrà chi segue<br />

in ordine di anzianità e così via).<br />

La stessa norma si applica comunemente<br />

sulle barche: lo<br />

skipper sale a bordo per primo e<br />

scende per ultimo.<br />

Consuetudini di bordo e di<br />

terra<br />

La tenuta appropriata a bordo<br />

dipende in parte dalle dimensioni<br />

dell’imbarcazione. Non è un<br />

vezzo ma esprime la serietà con<br />

cui ci si è avvicinati a quest’am-


iente. Diverse sono le esigenze<br />

su di un motoryacht di 30 metri<br />

da quelle a bordo di un dinghy.<br />

Di massima bisognerà privilegiare<br />

vestiti comodi, di materiale robusto,<br />

facili da lavare, senza dimenticare<br />

che a volte, d’estate,<br />

l’uso di determinati indumenti<br />

potrà anche prevenire bruciature<br />

solari diffuse. Un berretto con<br />

visiera, schermando il sole, permetterà<br />

di vedere meglio da<br />

lontano, oltre ad evitare colpi di<br />

sole. Le scarpe antisdrucciolo<br />

saranno di rigore, in navigazione,<br />

perché è facile urtare sui<br />

molti ostacoli presenti in coperta<br />

e prodursi ferite.<br />

L’ordine ed il rassetto della nave<br />

come dell’imbarcazione costituiscono<br />

vero e proprio punto<br />

d’onore per il marinaio, la manifestazione<br />

esteriore del rispetto e<br />

dell’affetto che tutti i marinai nutrono<br />

per la propria “barca”. Lo<br />

spazio a bordo è sempre limitato,<br />

per cui l’ordine diviene funzionale<br />

al vivere civile. Lo stesso<br />

dicasi per la pulizia, di cui non si<br />

sarà mai paghi. Un particolare<br />

discorso meritano, a questo proposito,<br />

i locali igienici che se so-<br />

no sempre, ovunque, il metro<br />

della civiltà di un gruppo sociale,<br />

a bordo lo sono anche… di<br />

più! Non a caso sui sommergibili,<br />

tradizionalmente, date le complicazioni<br />

dell’impianto e le… urgenze<br />

a cui si può andare incontro,<br />

è il primo apparato del<br />

quale ai novizi vengono spiegati<br />

i misteri del funzionamento.<br />

Poiché gli impianti di bordo presentano<br />

limiti e tolleranze diverse<br />

da quelli a terra è bene che tutti<br />

capiscano, da subito, a quali<br />

problemi ci si possa trovare di<br />

fronte a causa di un uso improprio<br />

degli stessi, su di una nave<br />

come su di una barca.<br />

Di pari passo va il discorso sullo<br />

stato di conservazione, sulla manutenzione<br />

dell’imbarcazione.<br />

Chi pensasse che la barca un<br />

po’ “vissuta” fa snob… si sbaglia<br />

di grosso; è vero il contrario! Sulle<br />

barche da lavoro, a volte, in<br />

considerazione del particolare<br />

tipo d’impiego, si può essere<br />

condiscendenti e accettare alcuni<br />

segni d’usura ma altrove<br />

no, nella maniera più assoluta.<br />

La barca deve essere sempre in<br />

uno stato perfetto, quello che<br />

66<br />

più mette al vento da possibili incidenti<br />

dovuti al cedimento dell’attrezzatura<br />

e allo stesso tempo<br />

esprime in maniera tangibile l’amore<br />

del proprietario per la sua<br />

barca. Ove poi la trasandatezza<br />

fosse dovuta al fatto che si possiede<br />

una barca di dimensioni<br />

superiori a quella che i propri<br />

mezzi consentono… la si cambi<br />

con una più piccola. Si fa migliore<br />

figura, nell’ambiente marinaro,<br />

a possedere una barca piccola<br />

ma in perfetto stato che<br />

una grossa ma il cui stato di<br />

conservazione lasci a desiderare.<br />

La consapevolezza ambientale<br />

sta rapidamente diventando un<br />

altro dei tratti caratteristici che<br />

distingue il navigante di oggi.<br />

Una volta, ciò era meno importante<br />

perché l’ambiente era<br />

meno minacciato e non c’era,<br />

in mare, l’“affollamento” odierno.<br />

Ora, il marinaio ha la possibilità<br />

di vedere meglio di altri i<br />

danni che la civiltà sta apportando<br />

agli ecosistemi marini e<br />

pertanto è più facile indurre in lui<br />

una sempre maggiore consapevolezza<br />

e ottenerne di conse-<br />

guenza comportamenti adeguati<br />

per quanto riguarda, innanzitutto,<br />

lo smaltimento dei<br />

vari tipi di rifiuti. A bordo di un’unità<br />

navale basterà seguire<br />

quelle che sono le procedure<br />

ormai standardizzate, mentre su<br />

di una piccola imbarcazione<br />

sarà opportuno prendere confidenza<br />

preliminarmente con la<br />

normativa in vigore. In base a<br />

questa, i rifiuti inorganici, quelli il<br />

cui smaltimento è lento o impossibile,<br />

vanno stivati in sacchi di<br />

plastica da affidare alle discariche,<br />

una volta a terra, quelli organici,<br />

rapidamente biodegradabili,<br />

potranno essere dispersi in<br />

mare ma solo durante la navigazione<br />

alturiera, mai in prossimità<br />

di costa. Una particolare<br />

attenzione va posta nei confronti<br />

di quelli altamente inquinanti,<br />

quali gli oli esausti o le batterie<br />

esaurite. Di questi, conservati in<br />

appositi contenitori, ci si potrà liberare<br />

solo in porto, utilizzando i<br />

recipienti ivi predisposti per accoglierli.<br />

Una nota di “Bon ton” riguarda<br />

poi l’uso dei parabordi. Chi mi<br />

legge sa certamente a cosa servono<br />

ma forse non tutti hanno<br />

presente il fatto che essi vanno<br />

riposti appena ci si accinge a lasciare<br />

l’ormeggio. Una barca<br />

che naviga con un festone di<br />

parabordi bene in evidenza è<br />

una delle scene meno marinare<br />

a cui possa capitare di assistere.<br />

Anche il modo in<br />

cui si ripongono<br />

le vele e le cime<br />

momentaneamente<br />

non utilizzate<br />

fa parte degli<br />

usi navali. A<br />

bordo esistono<br />

vari modi per farlo,<br />

che sono quelli<br />

giusti; gli altri sistemitestimoniano<br />

solo l’inadeguatezza<br />

di chi li<br />

adotta. Esiste poi,<br />

a bordo, tutta<br />

una serie di paglietti,<br />

tappetini<br />

ecc. che si distinguono<br />

da quelli<br />

che si userebbero<br />

in una villetta di<br />

campagna. Poiché<br />

non stiamo<br />

scrivendo un trattato<br />

di attrezzatura,<br />

mi limiterò a<br />

suggerire che in questo campo,<br />

ove non si sappia una cosa, è<br />

bene cercare l’aiuto degli anziani,<br />

degli esperti e umilmente,<br />

farsi spiegare come la cosa vada<br />

fatta. Si acquisirà l’informazione<br />

giusta, si farà la cosa più<br />

appropriata e magari si faranno<br />

anche delle nuove amicizie.<br />

Non mi soffermerò troppo su<br />

una norma di buon vicinato che<br />

trova altrettanta validità fra le<br />

persone educate anche a terra<br />

67<br />

ma è necessario almeno farne<br />

menzione: limitare sempre le<br />

emissioni acustiche anche della<br />

propria voce, in navigazione come<br />

in porto. Su di una<br />

barca/nave ci può sempre essere<br />

qualcuno che sta riposando,<br />

che magari è smontato di guardia<br />

o semplicemente ha fatto<br />

tardi la sera prima e gli spazi e le<br />

distanze non permettono un<br />

adeguato isolamento acustico.<br />

Lo stesso discorso si applica all’uso<br />

di attrezzi, strumenti elettronici,<br />

fino ai telefoni cellulari compresi.<br />

Buon senso e rispetto degli<br />

altri dettano le norme più ovvie<br />

per un loro educato impiego.<br />

Un’altra norma che affonda le<br />

sue radici nel più elementare<br />

buon senso è quella che detta il<br />

diritto di chi giunge successivamente<br />

ad altri in un porto di passare<br />

sulle barche già presenti, se<br />

ne ha bisogno per stendere un<br />

cavo o per giungere a terra;<br />

ugualmente, va da sé che chi<br />

primo arriva dia sempre una<br />

mano a chi giunge dopo di lui.<br />

Nell’aiutare e nell’aiutarsi, fra<br />

marinai, non c’è grado che tenga;<br />

ricordo come se fosse ieri un


giorno in cui da bordo della nave<br />

su cui, giovane Sottotenente<br />

di Vascello, ero allora imbarcato,<br />

assistetti ad una scena esemplare:<br />

una nave della Divisione<br />

era appena rientrata in porto e<br />

onde passare poi i cavi in banchina,<br />

aveva lanciato a terra i<br />

“sacchetti” (per chi fra i lettori<br />

non ha familiarità con l’operazione<br />

che sto descrivendo, dirò<br />

che sacchetto è definito quell’appesantimento<br />

terminale che<br />

permette di lanciare a una certa<br />

distanza sagole leggere; a tali<br />

sagole vengono poi fissati i cavi<br />

più grandi che possono così raggiungere<br />

terra, successivamente,<br />

a forza di braccia); l’Ammiraglio<br />

comandante la Divisione<br />

che stava passando in banchina,<br />

si venne a trovare vicino al<br />

punto in cui era caduto uno dei<br />

sacchetti; beh! Senza un momento<br />

di esitazione egli si lanciò<br />

sulla sagola e agguantatala cominciò<br />

ad alare con lena, tirando<br />

a terra il cavo…; prima che i<br />

marinai di comandata per assi-<br />

stere l’ormeggio dell’unità facessero<br />

a tempo a raggiungerlo,<br />

lui aveva già incappellato il<br />

cavo su di una bitta!...<br />

Solidarietà fra marinai<br />

Mi sembra opportuno inserire fra<br />

queste note che parlano essenzialmente<br />

dei comportamenti<br />

più corretti in mare, anche un<br />

breve richiamo agli obblighi di<br />

solidarietà esistenti fra la gente<br />

di mare. Va da sé che oltre che<br />

esistere l’obbligo, sancito dal<br />

Codice della Navigazione, di<br />

prestare soccorso a chi si trovi in<br />

pericolo, a meno che ne derivi<br />

grave rischio per i soccorritori,<br />

nella natura del marinaio è presente<br />

una sorta di tendenza<br />

spontanea ad adoperarsi per gli<br />

altri in difficoltà in maniera assolutamente<br />

altruistica. Solo quando<br />

si è certi che altri, in possesso<br />

delle stesse capacità di soccorso<br />

o di capacità superiori, stanno<br />

già intervenendo, ci si può<br />

considerare esentati da questo<br />

68<br />

che rimane un obbligo sia formale<br />

che sostanziale che morale.<br />

Il soccorso agli esseri umani<br />

sarà sempre e comunque un’operazione<br />

gratuita quanto dovuta;<br />

quando sono in gioco anche<br />

beni – quali un’imbarcazione<br />

che potrebbe altrimenti essere<br />

persa – e il proprietario non si<br />

oppone all’operazione di soccorso,<br />

esistono invece leggi che<br />

regolano i compensi che competono<br />

a chi effettua il salvataggio.<br />

Il buon marinaio, pertanto, specialmente<br />

in condizioni meteo<br />

avverse, presterà particolare attenzione<br />

ad eventuali altri natanti<br />

in difficoltà nella zona che<br />

lui sta attraversando. Ciò oltre<br />

che a vista può essere fatto<br />

stando sempre all’erta alle comunicazioni<br />

sui canali di soccorso<br />

(il canale 16 VHF e la frequenza<br />

2182 per l’HF). Per questo motivo<br />

è di comprensione immediata<br />

come sia necessario esercitare<br />

un certo autocontrollo<br />

nell’uso degli apparati radio. Le<br />

frequenze citate che comunque<br />

vanno lasciate libere ogni<br />

mezz’ora per tre minuti (significa<br />

ai minuti compresi fra 00 e 03 e<br />

fra 30 e 33), devono essere impiegate<br />

sempre il minimo indispensabile,<br />

proprio in quanto essendo<br />

sempre monitorate, sono<br />

quelle su cui ci si scambiano i<br />

messaggi urgenti volti, ad esempio,<br />

a chiarire un situazione cinematica<br />

pericolosa.<br />

Polizia marittima<br />

Per concludere, un capitolo a<br />

parte nelle norme consuetudinarie<br />

che possono essere comprese<br />

nell’ambito dell’“Etichetta<br />

Navale” è quello relativo alle<br />

azioni di Polizia<br />

Marittima che<br />

possono essere<br />

esercitate dalle<br />

unità militari. Essenzialmente<br />

si<br />

distinguono diversi<br />

casi. Quelle<br />

di una nave<br />

da guerra di un<br />

Paese nei confronti<br />

delle navi<br />

mercantili o da<br />

diporto dello<br />

stesso Paese,<br />

ovvero battenti<br />

la stessa bandiera.<br />

In questo<br />

caso esse possono<br />

essere<br />

esercitate tanto<br />

nelle acque territoriali che in alto<br />

mare o nei porti esteri sprovvisti<br />

di un’autorità consolare nazionale.<br />

È obbligo del comandante<br />

dell’unità oggetto dell’azione<br />

l’esibire i documenti di bordo insieme<br />

alle notizie che gli venissero<br />

richieste e consentire la visita<br />

dell’unità.<br />

Nel caso di navi mercantili appartenenti<br />

a potenze amiche di<br />

quella da guerra esercitante l’azione<br />

di polizia, è previsto che<br />

esse possano essere sottoposte<br />

all’“inchiesta di bandiera”. In tal<br />

caso può venire impartito l’ordine<br />

di fermata. A tale ordine il<br />

comandante del mercantile, ol-<br />

tre che ottemperare, deve permettere<br />

il controllo della licenza<br />

di abilitazione alla navigazione<br />

che confermi la coincidenza<br />

della nazionalità affermata mediante<br />

l’esposizione della bandiera<br />

nazionale. In caso di guerra<br />

o di embargo, le navi militari<br />

hanno il diritto di fermare qualsiasi<br />

nave mercantile, sia essa<br />

amica o neutrale, per verificare<br />

tramite un’ispezione a bordo (la<br />

cosiddetta “visita”) che tale<br />

mercantile non stia operando in<br />

violazione del diritto marittimo di<br />

guerra o di quanto previsto dall’embargo.<br />

Queste attività sono<br />

ben lungi dal potersi considerare<br />

obsolete. I recenti conflitti<br />

hanno infatti visto numerose po-<br />

tenze e coalizioni ricorrere ad esse,<br />

per non parlare del, in alcune<br />

aree mai sopito, fenomeno<br />

della pirateria che l’attività di<br />

Polizia Marittima contribuisce a<br />

contrastare e prevenire.<br />

Conclusioni<br />

Si è voluto fare una rapida carrellata<br />

su buona parte di quei<br />

concetti che nel loro complesso<br />

costituiscono l’“Etichetta Navale”<br />

per vari motivi. Innanzitutto<br />

perché di essa era un po’ che<br />

non si sentiva parlare; poi perché<br />

soprattutto i giovani ma a<br />

volte anche coloro i quali non<br />

69<br />

sono più tali, stanno perdendo<br />

di vista quest’insieme di norme/consuetudini/tradizioni<br />

che<br />

hanno mostrato per secoli una<br />

notevole validità nel regolare i<br />

rapporti umani in mare e dintorni;<br />

infine perché si ritiene che esso<br />

mantenga anche oggi una<br />

sua utilità, oltre a contribuire a<br />

creare fra chi conosce le materie<br />

abbracciate da tale insieme<br />

quella sensazione di appartenenza<br />

ad una ristretta consorteria<br />

d’iniziati, di gente che “sa”.<br />

Quest’ultimo aspetto non va trascurato<br />

in quanto alimenta l’orgoglio<br />

di appartenenza che è<br />

essenziale perché in una organizzazione<br />

si possano perseguire<br />

obiettivi elevati.<br />

Sono ben cosciente<br />

dei limiti<br />

insiti in questo<br />

scritto, che ad<br />

alcuni apparirà<br />

prolisso mentre<br />

ad altri non riuscirà<br />

a fornire<br />

tutte le risposte….<br />

Ho cercato,<br />

nei limiti del<br />

possibile, di addentrarmiquanto<br />

potevo nel<br />

particolare, per<br />

fornire qualche<br />

concreto esempio<br />

di ciò di cui<br />

stavo parlando.<br />

Allo stesso tempo<br />

spero di essere<br />

riuscito a stimolare la curiosità<br />

per la materia, l’interesse<br />

per un campo che ai “terragnoli”<br />

appare quasi esoterico, così<br />

che almeno gli addetti ai lavori (<br />

e con essi intendo tutti coloro<br />

che vanno per mare non come<br />

semplici trasportati ) sentano la<br />

spinta a documentarsi meglio<br />

sui molti volumi esistenti sulla materia.<br />

Non ho assolutamente<br />

pensato ne ambito ad essere<br />

esaustivo. Ciò è possibile solo<br />

con un’opera di ben altro respiro.<br />

Paolo Bembo n


flash<br />

Gli studenti di Massafra a bordo di nave Etna<br />

on solo Unità ampia-<br />

Nmente impegnata in<br />

teatri operativi, ma anche<br />

interessata da stimolanti visite<br />

a bordo. Di certo,<br />

però, tutto l’equipaggio rimane<br />

colpito se a salire a<br />

bordo non sono massime<br />

autorità o alti esponenti di<br />

FF.AA., ma è una simpatica<br />

scolaresca. Il 2 dicembre,<br />

infatti, 72 alunni provenienti<br />

dalla Scuola media “Andria” e “Manzoni”<br />

di Massafra sono stati ospiti dell’equipaggio di<br />

i è svolta a Palermo, in occasione della ce-<br />

Slebrazione del 150° anniversario dell’Unità<br />

Nazionale ed a conclusione delle attività correlate<br />

al “giorno dell’unità nazionale e giornata<br />

delle Forze Armate e del Decorato”, la manifestazione<br />

“Caserme in Piazza”, attività interforze<br />

che ha visto la partecipazione di Esercito, <strong>Marina</strong>,<br />

Aereonautica, Carabinieri e Guardia di Finanza,<br />

con la collaborazione della Prefettura di<br />

Palermo, del Comune di Palermo e della fondazione<br />

Teatro Massimo. Le celebrazioni si sono<br />

aperte con la cerimonia dell’Alzabandiera solenne<br />

in piazza Vittorio Veneto alla presenza<br />

delle massime autorità militari e civili; successivamente<br />

presso la Caserma “Euclide Turba”,<br />

sede del 46° Reggimento Trasmissioni, ha avuto<br />

inizio la mostra di materiali e mezzi delle telecomunicazioni<br />

militari dalle origini ai giorni nostri,<br />

con la partecipazione delle Forze Armate e dei<br />

Corpi dello Stato. Alla presenza del Prefetto di<br />

Palermo e delle massime autorità militari locali,<br />

si è aperta presso il foyer del Teatro Massimo la<br />

mostra rievocativa dedicata alle Forze Armate<br />

ed ai Corpi dello Stato. La <strong>Marina</strong> vi ha preso<br />

parte allestendo uno stand a cura dell’ Ufficio<br />

Stampa di Marisicilia, proponendo ai visitatori<br />

gli immancabili modelli in scala di alcune Unità<br />

navali, le divise storiche, attrezzature storiche e<br />

moderne da palombaro, materiale storico di<br />

Marifari Messina e dei reparti volo. Lo spazio<br />

espositivo ha destato molto interesse tra i numerosissimi<br />

partecipanti sopraggiunti da tutta<br />

la Sicilia, con grande coinvolgimento dei giovani<br />

molto interessati a conoscere le modalità<br />

di arruolamento in <strong>Marina</strong> e le possibilità profes-<br />

Caserme in piazza<br />

70<br />

Nave Etna. Una breve presentazione<br />

e poi pronti per un<br />

elettrizzante giro dell’Unità.<br />

Dalla plancia alla C.O.P., nessun<br />

locale è stato risparmiato<br />

e l’entusiasmo dei giovani di<br />

fronte ad una vera nave grigia<br />

è stato una piacevole ricompensa<br />

per quanti hanno<br />

illustrato strumenti e apparati,<br />

condividendo le proprie<br />

esperienze con i ragazzi.<br />

Francesca Longo n<br />

sionali ed occupazionali che la nostra Forza Armata<br />

offre. L’ultima giornata, le manifestazioni<br />

hanno avuto inizio con la cerimonia dell’Alzabandiera<br />

solenne in Piazza Ruggero Settimo;<br />

continuando la mostra presso il Teatro Massimo,<br />

lungo le vie principali della città le Forze Armate<br />

hanno inoltre esposto i propri mezzi da combattimento<br />

cui si sono uniti quelli della protezione<br />

civile, presso il porto mercantile le motovedette<br />

della Capitaneria di Porto hanno accolto<br />

la numerosa popolazione interessata alle visite<br />

a bordo. La folta ed interessata partecipazione<br />

della popolazione ha dimostrato ancora una<br />

volta l’attaccamento e il sentimento sincero<br />

che la lega alle Forze Armate, a maggior ragione<br />

nei giorni in cui si celebra il 150° anniversario<br />

dell’Unità Nazionale.<br />

Nicola Lombardo n<br />

l 17 novembre una delegazione di frequenta-<br />

Itori del 14° Corso Superiore di Stato Maggiore<br />

Inter forze accompagnata<br />

dal Generale<br />

Antonio BADALUCCO<br />

(Vicedirettore dell’IS-<br />

SMI) ha visitato la base<br />

di Comforpat ad Augusta<br />

ed è uscita in mare<br />

su 5 Unità Navali della<br />

Forza di Pattugliamento<br />

per la sorveglianza e la<br />

difesa costiera.<br />

La delegazione, composta<br />

da 23 Ufficiali Superiori<br />

dell’Esercito, 11 della <strong>Marina</strong>, 11 dell’Aeronautica,<br />

2 della Guardia di Finanza, uno dell’Arma<br />

dei Carabinieri, oltra a 6 Ufficiali appartenenti<br />

alle forze armate di Francia, Camerun, Sene-<br />

14° corso ISSMI<br />

Premiazione nazionale dei “Salvatori”<br />

ra il luglio del 1871, a Genova nasceva la<br />

E“Societa’ Nazionale di Salvamento. 140 anni<br />

dopo, il 18 novembre 2011, la Societa’ che<br />

vanta una gloriosa tradizione di salvataggi e<br />

soccorsi in mare ma anche tanta solidarieta’,<br />

nell’ambito del suo anniversario, ha celebrato<br />

a bordo della Nave MSC Orchestra, ormeggiata<br />

nel Porto di Genova, la solenne cerimonia<br />

nazionale di premiazione<br />

dei salvatori di vite<br />

umane in acqua, presenti<br />

Autorita’ Istituzionali<br />

militari e civili di vertice,<br />

nazionali e locali.<br />

si tratta di una antica<br />

tradizione, sospesa nel<br />

lontano 1964, ripresa per<br />

ricordare gesta compiute<br />

dai Soci brevettati<br />

nel salvataggio e per<br />

gratificarne l’operato.<br />

Un’atmosfera particolarmente<br />

commovente ha<br />

fatto da cornice al conferimento<br />

di 32 Medaglie<br />

al merito in oro, di<br />

cui 1 alla memoria, di 10<br />

Diplomi di benemerenza, di cui 2 alla memoria<br />

e di 2 medaglie commemorative.<br />

La Medaglia al merito in oro conferita al Cor-<br />

gal, Stati uniti, Algeria e Tunisia, ha preso parte, in<br />

veste di osservatori, ad una giornata di addestramento<br />

di reparto in mare,<br />

che ha visto impegnate Nave<br />

Comandante Cigala Fulgosi,<br />

Nave Comandante Bettica,<br />

Nave Chimera, Nave Sibilla<br />

e Nave Cassiopea.<br />

Con vento forte e mare mosso,<br />

gli “ospiti” hanno potuto<br />

prendere parte, respirare ed<br />

assaporare la vita e l’organizzazione<br />

di bordo durante una<br />

giornata tipo in navigazione<br />

ed in fase addestrativa, nelle<br />

difficili acque invernali del mare nostrum.<br />

po delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera,<br />

in riconoscimento dell’attivita’ svolta<br />

per la salvaguardia della vita umana e per il<br />

soccorso dei pericolanti nelle acque marine<br />

nazionali, è stata consegnata all’amm. Ispettore<br />

Capo Marco Brusco Comandante Generale<br />

delle CC.PP. – G.C. ; mentre il Presidente<br />

della Repubblica Giorgio Napolitano ha donato<br />

alla storica Societa’,<br />

come premio,<br />

una propria targa di<br />

rappresentanza. Il Presidente<br />

della Societa’<br />

Nazionale di Salvamento<br />

dr. Giuseppe<br />

Marino, a conclusione<br />

della cerimonia, ha<br />

cosi’ motivato l’evento<br />

: “ la solennita’ del<br />

riconoscimento è stata<br />

ripresa per ridare rilievo<br />

e dignita’ al ruolo<br />

delicato ed insostituibile,<br />

talvolta determinante,<br />

del salvatore<br />

spesso ignorato e solitamente<br />

dimenticato<br />

dalle stesse persone salvate”.<br />

71<br />

Giuseppe Mantello n<br />

Giacomo Lo Presti n<br />

flash


flash<br />

ranco Mucchietto, presi-<br />

Fdente di “DSPM Telecomunicazioni”<br />

è tornato presso<br />

la Scuola Sottufficiali della<br />

<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> per installare<br />

un upgrade al Training<br />

kit di antenne TLC che aveva<br />

donato alla M.M. lo scorso<br />

giugno. Tale apparecchiatura<br />

consente di effettuare<br />

esperienze di radiopropagazione<br />

agevolando<br />

gli allievi nell’apprendimento dei concetti legati<br />

alla ricetrasmissione delle radiofrequenze.<br />

Il Sig. Mucchietto, prima di intraprendere con<br />

successo la carriera di imprenditore nel settore<br />

Il Vespucci in campo per gli<br />

alluvionati liguri<br />

ell’Arsenale di La Spezia, in una soleggia-<br />

Nta e quasi primaverile mattinata, la “ciurma”<br />

bianco nera dell’A.C. La Spezia, ha fatto<br />

visita all’antico<br />

Vascello,<br />

che di bianco<br />

nero ha l’imponente<br />

scafo.<br />

Il Comandante<br />

dell’Amerigo<br />

Vespucci, C.V.<br />

Domenico La<br />

Faia, con il suo<br />

equipaggio ha<br />

ospitato la squadra dello Spezia Calcio, per<br />

una nobile causa. Infatti la splendida cornice<br />

della “Nave più bella del Mondo” è stata<br />

scelta per la realizzazione di un calendario<br />

destinato a raccogliere fondi per le popolazioni<br />

liguri colpite dall’alluvione. L’equipaggio<br />

del Vespucci da subito si è mostrato entusiasta<br />

dell’iniziativa e come sempre ha<br />

messo in campo il suo grande cuore. La mattinata<br />

passata all’insegna del buonumore,<br />

spinta dalle ali dell’entusiasmo, ha visto impegnati<br />

giocatori e marinai in scatti che vogliono<br />

raccontare la vita di bordo e le mansioni<br />

vere e proprie che gli uomini del Vespucci<br />

svolgono quotidianamente. Ancora<br />

una volta il Vespucci è stato protagonista di<br />

una iniziativa che evidenzia come lo spirito<br />

marinaro e il mare stesso possono essere intesi<br />

come eccezionali vettori di comunicazione<br />

del costante impegno nella salvaguardia<br />

dei più deboli e dei meno fortunati.<br />

Il “primo amore” non si scorda mai<br />

Stefano Stuto n<br />

delle telecomunicazioni, ha<br />

frequentato nel 1960 il corso<br />

per volontari M.M.I. categoria<br />

ETE presso la Mariscuola e ha<br />

poi operato, quale tecnico<br />

elettronico, a bordo di Nave<br />

Garibaldi (fino al 1966). “Devo<br />

ringraziare la <strong>Marina</strong> che mi ha<br />

dato le conoscenze e l’esperienza<br />

per realizzare tutto<br />

quanto” ha dichiarato il Sig<br />

Mucchietto, accompagnato<br />

nell’occasione dal “frà” di corso C.C. (CS) ris<br />

Giovanni Greco.<br />

Cagliari e la <strong>Marina</strong><br />

Alessandro Vecchi n<br />

ell’ambito delle attività promozionali del-<br />

Nla <strong>Marina</strong>, l’Ufficio per la Comunicazione<br />

del Comando <strong>Militare</strong> Marittimo Autonomo<br />

della Sardegna, ha incontrato gli studenti<br />

delle ultime classi del Liceo Scientifico Statale<br />

“Pitagora” di Selargius, in provincia di Cagliari.<br />

La conferenza ha illustrato l’attività operativa<br />

della Forza Armata, la struttura organizzativa,<br />

i mezzi della Squadra Navale, la formazione<br />

del personale, e l’attività umanitaria<br />

condotta negli ultimi anni, riscuotendo grande<br />

interesse da parte dei giovani studenti ed<br />

un generale apprezzamento. Successivamente<br />

hanno fatto sosta a Cagliari il Mimbelli,<br />

il San Marco, lo Scirocco, l’Aviere, il Vesuvio<br />

e il Tirso, impegnate nella “Mare Aperto<br />

2011”. La popolazione cagliaritana ha letteralmente<br />

“preso d’assalto” le navi durante le<br />

visite organizzate, rinnovando il legame della<br />

città verso la <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>.<br />

Andrea Loche n<br />

Il generale Roggio in visita a Mariscuola Taranto<br />

l Direttore Generale per il Personale <strong>Militare</strong>,<br />

IGenerale di Corpo d’Armata Mario Roggio,<br />

accompagnato dal Vice Direttore Generale,<br />

Ammiraglio di Divisione Pierluigi Rosatie da una<br />

delegazione del 1° Reparto della Direzione Generale,<br />

si è recato in visita presso la Scuola Sottufficiali<br />

M.M. di Taranto, nell’ambito del programma<br />

di visita agli Enti destinatari del personale<br />

vincitore dei concorsi indetti da Persomil.<br />

Dopo un briefing illustrativo delle attività della<br />

Scuola ed una visita alle infrastrutture didattiche<br />

e logistiche, il Generale Roggio si è intrattenuto<br />

con gli Allievi e i frequentatori dei corsi, ai quali<br />

ha rammentato i fondamenti etici della scelta di<br />

far parte delle Forze Armate e l’importanza della<br />

loro formazione quali futuri conduttori di uomini.<br />

XIV corso ISSMI su nave Mimbelli<br />

ave Mimbelli ha effettuato un’uscita in<br />

Nmare a favore di Ufficiali Superiori frequentatori<br />

del XIV Corso I.S.S.M.I. Nel corso<br />

dell’uscita, gli ospiti hanno potuto assistere<br />

ad alcune<br />

esercitazioni,<br />

quali una serie<br />

di tiro con<br />

tutte le batterie<br />

di bordo,all’inserzione<br />

a mezzo<br />

elicottero<br />

di un “boarding<br />

team”<br />

del Reggimento San Marco su Nave Vesuvio<br />

- simulante un mercantile da sottoporre ad<br />

ispezione - nonché ad una esercitazione interna<br />

di difesa passiva. L’efficacia delle attività<br />

svolte, il loro indubbio impatto scenografico<br />

e la loro attualità nello scenario reale,<br />

hanno consentito di delineare, nell’arco<br />

delle poche ore dell’uscita, un quadro chiaro<br />

ed esplicativo dell’ampio ventaglio di<br />

operazioni a cui gli assetti aeronavali della<br />

<strong>Marina</strong> sono chiamati ad operare quotidianamente.<br />

I frequentatori hanno mostrato interesse<br />

e consapevolezza sull’importanza e<br />

le specificità di quanto visto nel corso di<br />

questo loro battesimo del mare su una nave<br />

grigia. L’attività è poi continuata a bordo di<br />

Nave Cavour.<br />

Valerio Magliola n<br />

72 73<br />

Attualmente gli allievi e i frequentatori de vari<br />

corsi attivi presso la Scuola sono 977. n<br />

Il Luogotenente Vespo lascia il servizio<br />

opo oltre 41 anni di onorata carriera il Luo-<br />

Dgotenente Giovanni Vespo, in forza presso<br />

l’Ufficio per la Comunicazione della <strong>Marina</strong>, ha<br />

lasciato il servizio attivo. Apprezzato furiere segretario,<br />

Giovanni, nel corso degli anni, ha ricoperto<br />

numerosi incarichi a bordo e a terra.<br />

Fra le varie destinazioni ricordiamo nave Bafile,<br />

a bordo della quale ricevette la “Croce di Benemerenza<br />

<strong>Marina</strong>ra” per l’intervento a favore<br />

della popolazione di Ancona colpita dal bradisisma<br />

del 1973; nave Impavido e nave Alpino; le<br />

segreterie dei Direttori Generali dell’allora Maripers<br />

e di Geniodife; vari uffici dello Stato Maggiore<br />

Difesa e dello Stato Maggiore <strong>Marina</strong>.<br />

A coronamento della prestigiosa carriera il Luogotenente<br />

Vespo è stato insignito dell’onorificenza<br />

di “Cavaliere”.<br />

Estroverso “compagno d’avventura”, serio professionista<br />

ovunque apprezzato e stimato, lo ricordiamo<br />

come un “fratello maggiore” sempre<br />

attento a ogni esigenza e disponibile per tutti.<br />

“Ad Maiora!”. n<br />

flash


flash - passaggi di consegna<br />

CAGLIARI - Presso il Terminal Crociere di Cagliari<br />

si è svolta la cerimonia del passaggio di consegne<br />

della Direzione Marittima di Cagliari, tra il<br />

C.V. Giuseppe Mastroianni (cedente) e il C. V.<br />

Vincenzo De Marco (accettante). La cerimonia<br />

si è stata svolta alla presenza del Comandante<br />

Generale delle Capitanerie di Porto, Ammiraglio<br />

di Squadra Marco Brusco, il C.M.M.A. in Sardegna<br />

Ammiraglio di Divisione Gerald Talarico e<br />

autorità civili, militari e combattentistiche. n<br />

AUGUSTA - La cerimonia del passaggio delle<br />

consegne tra Comandanti del Comando <strong>Militare</strong><br />

Marittimo in Sicilia, svoltasi ad Augusta<br />

lo scorso 9 novembre tra l’Ammiraglio di Divi-<br />

sione Salvatore Ruzittu (cedente) e l’Ammiraglio<br />

di Divisione Raffaele Caruso (accettante),<br />

è stata l’occasione per una breve sosta<br />

del Capo di Stato Maggiore della <strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong>,<br />

Ammiraglio di Squadra Bruno Branciforte,<br />

presso la Base Aeromobili della Guardia<br />

Costiera di Catania. L’Ammiraglio Branciforte<br />

è stato ricevuto dal Contrammiraglio Domenico<br />

De Michele, Direttore Marittimo della Sicilia<br />

Orientale e dal Capitano di Vascello Patrizio<br />

Zumbo, Comandante della Base Aeromobili.<br />

In tale occasione, all’Ammiraglio Branciforte<br />

è stato donato il crest della Direzione Marittima<br />

della Sicilia Orientale. n<br />

74<br />

ROMA - Il 15 novembre si è svolto presso l’Ufficio<br />

Generale del Centro<br />

di Responsabilità<br />

Amministrativa M.M.<br />

la cerimonia del<br />

passaggio di consegne<br />

tra Capi del<br />

Corpo di Commissariato<br />

<strong>Militare</strong> Marittimo.<br />

L’Ammiraglio Ispettore<br />

Capo Bruno Catozzi, Capo dell’Ufficio Generale<br />

del Centro di Responsabilità Amministrativa<br />

della <strong>Marina</strong> dal 27 maggio 2006 e Capo del<br />

Corpo di Commissariato M.M. è stato avvicendato<br />

negli incarichi dall’Ammiraglio Ispettore Capo<br />

Leonardo Natale, Capo dell’Ufficio Affari Giuridici<br />

e Contenzioso dello Stato Maggiore <strong>Marina</strong> da<br />

giugno 2005 ad ottobre 2011. Nel discorso di<br />

commiato l’ammiraglio Catozzi ha ricordato, tralaltro,<br />

alcuni mutamenti organizzativi che hanno<br />

rimodulato l’impiego degli Ufficiali Commissari<br />

nei vari elementi di organizzazione della Forza Armata<br />

nell’ultimo quinquennio, la costituzione dell’Ufficio<br />

Generale del CRA e del Reparto Logistica<br />

nell’ambito dello Stato Maggiore <strong>Marina</strong>.<br />

Nel corso del proprio intervento l’Ammiraglio<br />

Ispettore Capo Leonardo Natale ha sintetizzato<br />

le tappe più significative percorse dal Corpo dalla<br />

costituzione fino al presente attuale, sottolineando<br />

come nelle Forze Armate sia sempre più<br />

avvertita l’esigenza dell’expertise degli Ufficiali<br />

Commissari non solo negli ambiti di storica competenza<br />

(amministrativo/contrattuale e logistico),<br />

ma soprattutto nei settori nuovi quali quello<br />

finanziario e giuridico legale. L’Ammiraglio NATA-<br />

LE ha pertanto ribadito la necessità di affrontare<br />

con slancio le sfide future, coscienti della ineludibilità<br />

del cambiamento e consapevoli delle storiche<br />

tradizioni del Corpo.<br />

Presenti alla cerimonia diversi Ufficiali Ammiragli<br />

non più in servizio attivo ed i precedenti Capi di<br />

Corpo il cui impegno è stato ricordato nel corso<br />

delle allocuzioni unitamente ad un deferente<br />

omaggio per gli scomparsi. n<br />

Evoluzione del Potere Marittimo nella Storia<br />

Autori: Antonio Flamigni<br />

Editore: Ufficio Storico della<br />

<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong><br />

Pagine: 264<br />

Prezzo: 14 euro<br />

on il titolo Evoluzione del Potere<br />

CMarittimo nella Storia, simile al<br />

più noto Influenza del Potere Marittimo<br />

sulla Storia di A.T. Mahan,<br />

l’autore indica lo scopo del suo<br />

lavoro, che non è quello di dimostrare<br />

quanto il potere marittimo<br />

possa influenzare gli eventi storici<br />

ma, di contro, come la storia ci<br />

consenta di valutare i principi di riferimento<br />

della guerra in mare e,<br />

soprattutto, come essi si siano dovuti<br />

aggiornare seguendo l’evoluzione<br />

dei mezzi e delle conoscenze<br />

in campo tecnologico. In sintesi<br />

la storia rappresenta l’archivio<br />

da cui prelevare i concetti e far<br />

maturare le idee, mentre il mare<br />

rappresenta il laboratorio ove<br />

sperimentare le varie teorie che si<br />

sono individuate. Per Flamigni,<br />

quindi, quale conseguenza degli<br />

esempi storici studiati legati ad<br />

epoche e luoghi geografici diversi,<br />

«… non è possibile esporre una<br />

teoria strategica navale valida<br />

nel tempo …»; esistono, forse,<br />

principi che si possono ritenere<br />

temporalmente immutabili, ma<br />

ciò non consente di considerare<br />

chiusa la ricerca. Ogni passo del<br />

testo, tende alla radice dei problemi<br />

marittimi, mettendo in evidenza<br />

le linee guida da seguire<br />

sia per chi opera in mare, sia per<br />

chi deve prendere decisioni politi-<br />

Vita e morte di Nino Bixio<br />

Autore: Mino Milani<br />

Editore: Mursia<br />

Pagine: 197<br />

Prezzo: 16 euro<br />

ino Bixio è figura dalla<br />

Nspiccata personalità,<br />

dura e spigolosa. Mino Milani,<br />

nella ricostruzione di<br />

un personaggio che appartiene<br />

alla schiera dei<br />

cosiddetti “antipatici”, dimostra<br />

un autentico talento<br />

nel tenere assieme una<br />

narrazione avvincente arricchita<br />

da una solita base<br />

documentaria. L’uomo, il<br />

navigatore, il militare, il politico:<br />

Mino Milani racconta Nino Bixio in tutte le sue<br />

sfaccettature cominciando, a ritroso, dalla sua ultima<br />

avventura, quando, ormai cinquantenne, decide<br />

di lasciare moglie e figli, una carriera sicura,<br />

un seggio in Parlamento e di riprendere la via del<br />

mare per cercare fama e fortuna sulle rotte della<br />

sua giovinezza. Un ritratto che descrive il coraggio<br />

e l’attaccamento alla patria di uno dei personaggi<br />

più affiscinanti del nostro Risorgimento. n<br />

che attinenti il ruolo marittimo, in<br />

particolare del nostro Paese. Il libro<br />

è diviso in cinque parti: la prima<br />

comprende lo sviluppo della guerra<br />

navale al tempo della <strong>Marina</strong><br />

remica; la seconda tratta il medesimo<br />

argomento nella Marineria<br />

velica; la terza parte<br />

rappresenta una sintesi<br />

del pensiero marittimo,<br />

il cui sorgere<br />

si può far risalire al<br />

momento in cui le<br />

Marine modificarono<br />

la propulsione da velica<br />

a meccanica a<br />

vapore; la quarta<br />

prende in considerazione<br />

le due guerre<br />

mondiali del secolo<br />

scorso, con un attento<br />

esame sul ruolo<br />

avuto dalle Marine<br />

per la vittoria finale;<br />

la quinta e ultima parte offre indicazioni<br />

di strategia globale sull’eterno<br />

contrasto fra il potere terrestre<br />

e quello marittimo. La conclusione<br />

è che il potere marittimo,<br />

quale prodotto di fattori come la<br />

flotta, le basi, la <strong>Marina</strong> mercantile,<br />

l’industria cantieristica, ecc., rappresenta<br />

un’opzione governativa<br />

attraverso cui uno stato può puntare<br />

a raggiungere il dominio del<br />

mare, ovvero a ottenere il dominio<br />

commerciale e politico nei confronti<br />

dei concorrenti, un dominio<br />

che peraltro difficilmente può essere<br />

assoluto, tendendo normalmente<br />

ad essere limitato nel tem-<br />

Le Operazioni aeronavali nel Mar Ligure<br />

Autori: Gabriele Faggioni,<br />

Alberto Rosselli<br />

Editore: Ligurpress<br />

Pagine: 277<br />

Prezzo: 19.90 euro<br />

sessantasei anni dalla fine del-<br />

Ala Seconda Guerra Mondiale<br />

parrebbe non essere rimasto nulla<br />

da narrare sulla guerra nel Mediterraneo,<br />

alla quale sono stati dedicati<br />

numerosi libri. In realtà, il<br />

volume ricostruisce in modo organico<br />

e con una dovizia di particolari,<br />

le operazioni aeronavali condotte fra il 1940 e il<br />

1945 fra Livorno e il Golfo del Leone. La ricerca si basa<br />

su numerosi documenti, spesso inediti, conservati negli<br />

archivi britannici, francesi, italiani e tedeschi. Grazie al<br />

materiale consultato è stato possibile ricostruire cinque<br />

anni di guerra aeronavale, a partire dalla invasione<br />

della Francia da parte delle forze tedesche nel maggio<br />

1940 per arrivare alle operazioni di sminamento effettuate<br />

dal 1945 al 1947. Completano l’opera tre saggi<br />

su: l’ultima azione dei mezzi d'assalto della "Decima<br />

Mas "; i bombardamenti aerei su Genova e sui centri liguri;<br />

10 novembre: inferno di fuoco su Recco. Chiude il<br />

volume un indice analitico di tutti i mercantili e le navi<br />

militari citate nel testo. n<br />

75<br />

po e nello spazio. Il libro termina<br />

con la considerazione che troppe<br />

volte, nella storia, si è potuto<br />

notare come una cattiva interpretazione<br />

degli eventi o una<br />

non adeguata leadership abbia<br />

comportato una perdita per i<br />

paesi che non hanno saputo<br />

sfruttare il mare a loro vantaggio.<br />

In particolare in<br />

Italia, quali eredi di<br />

Roma e di Venezia<br />

– due Stati che,<br />

seppur molto diversi,<br />

seppero utilizzare<br />

il mare nella giusta<br />

maniera – è<br />

stata dispersa tale<br />

peculiarità, avendo<br />

tralasciato di<br />

studiare il mare e,<br />

soprattutto, avendo<br />

praticamente<br />

delegato alla sola<br />

<strong>Marina</strong> <strong>Militare</strong> la<br />

sua tradizione e la<br />

sua cultura. L’augurio è che il lavoro<br />

di Flamigni possa risvegliare<br />

le coscienze e aprire un nuovo<br />

corso in cui l’ambiente marittimo<br />

tutto possa trovare nuovi stimoli e<br />

spunti di discussione.<br />

Il volume è in vendita a € 14,00<br />

(10,00 € per gli aventi diritto) più<br />

spese postali, facendone richiesta<br />

all’Ufficio Storico della <strong>Marina</strong><br />

<strong>Militare</strong>, Via Taormina,4–00135<br />

ROMA e-mail: ufficiostorico.vendite@marina.difesa.it<br />

Sul sito www.marina.difesa.it alla<br />

pagina dedicata all’Ufficio Storico<br />

è possibile consultare le modalità<br />

per l’acquisto. n<br />

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