RIVISTA 2/01 - Mare Nostrum

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20.05.2013 Views

Non è detto che una bella immersione debba essere condotta a grandi profondità. Già nei primi metri l’ambiente sottomarino offre numerosi motivi di interesse, specialmente a chi si dedica ad osservazioni di tipo naturalistico. che le guide, attuando scrupolosamente le procedure di immersione, li mettano in condizione di non rischiare di incorrere in incidenti di immersione. È noto che la miglior terapia consiste nella prevenzione e, da questo punto di vista, è importante sottolineare che se le immersioni vengono effettuate entro i 30 metri di profondità e nei limiti di tempo che non prevedano soste di decompressione prima dell’emersione, i rischi di malattia da decompressione diminuiscono drasticamente fino a manifestarsi in un caso su oltre 40.000 immersioni. In quel raro caso emergenza, praticare il primo soccorso e la terapia di ossigeno normobarico. Comodità e garanzia di belle immersioni quindi, ma anche e innanzitutto sicurezza. Ho definito i Centri Immersione come anelli di congiunzione fra Subacquei ricreativi e sesto continente. Ma c’è di più. Se consideriamo che la stragrande maggioranza delle immersioni vengono effettuate con la guida e l’ausilio di personale qualificato, emerge anche un’altra importante funzione svolta dai Diving, quella della protezione e salvaguardia dell’ambiente marino. Nessun operatore sano estremamente vari, flora e fauna marina ricca un po’ ovunque e un clima decisamente favorevole, è una delle zone più interessanti per praticare l’attività subacquea. Le strutture organizzate come Centro Immersioni sono una realtà relativamente recente, che io ricordi i pionieri sono stati la Scuola Immersioni Capo Testa di Joschi Kiesel, il Centro Sub Tavolata di Mario Romor ed Egidio Trainito, l’Adventure & Diving Club Alghero di Marco Busdraghi e Air Sub di Vincenzo Sicbaldi. Ma forse dimentico qualcuno e faccio anticipatamente un operatore serio da uno improvvisato fai da te, hanno premiato e sempre più premieranno quelle strutture in grado di garantire loro affidabilità, sicurezza, professionalità e varietà nei servizi. Oggi lungo le nostre coste operano 77 strutture distribuite in prevalenza al nord, area che vanta peraltro le maggiori presenze. Nel corso del 2000 si possono contare, con una certa approssimazione, oltre 40.000 presenze di subacquei per un totale di oltre 70.000 immersioni. Una ricaduta di oltre tre miliardi, senza considerare un indotto non certo trascurabile. Un numero sempre crescente di subacquei si dedica alle riprese fotografiche e video. quello che più conta è essere in grado di mente permetterebbe che i propri ammenda. Una volta aperta la strada Tutto rose e fiori quindi? Oggi forse di riconoscere la patologia come tale clienti rechino danno alla flora ed alla e visto il continuo aumento della potremo dire che la direzione è quella e dare immediatamente corso a terapie fauna, che portino via il solito souvenir domanda, negli ultimi 4 anni un incre- giusta ma fino ad alcuni anni fa la e soccorso adeguati. Oltre l’85% degli o peggio. Inoltre, la conoscenza appromento pari al 150%, molti hanno situazione era ben diversa. Il rapido incidenti di immersione da adito a sinfondita delle aree di immersione fa si seguito l’esempio degli apripista. E dal sviluppo di quest’attività, non accomtomatologie non preoccupanti che per che anche lievi o apparenti modifica- momento che la gestione di un Centro pagnato dalla promulgazione di leggi questo motivo vengono di sovente zioni dell’ ambiente vengano notate e Immersioni è cosa delicata e assai com- credibili ed al passo coi tempi che rego- ignorate generando il peggioramento magari segnalate a studiosi e ricercaplessa, c’è da aggiungere con alterne lamentassero il settore, aveva finito col dello stato generale del soggetto ed tori. Casi di questo tipo sono molto fre- fortune. Specializzazione e professio- creare negli operatori un crescente mal- aumentando i problemi di trattamento quenti.nalità nella fornitura di beni e servizi contento e la coscienza che fosse neces- da parte del personale medico specia- Veniamo ora alla situazione in Sarde- sono strategici per ogni azienda che sario unire i propri sforzi per giungere lizzato. Gli istruttori e le guide operanti gna che, con oltre 1850 chilometri di voglia avere successo nel mercato. La ad una soluzione dei problemi. Nel nei centri immersione sono di norma coste, aree marine protette, un mare subacquea non fa eccezione e gli utenti, 1995 è stata così costituita “ Sardegna 42 qualificati per far fronte a situazioni di con trasparenze mozzafiato, fondali perfettamente in grado di riconoscere Diving”, con lo scopo di rappresentare 43

e tutelare gli operatori del settore. Rappresentare d’accordo, ma perché tutelare? Ad esempio perché nel 1988, l’allora Assessore alla Pubblica Istruzione, Informazione, Spettacolo e Sport (quante competenze!) bandì un concorso per l’abilitazione all’esercizio dell’attività professionale di Istruttore Nautico inserendo all’interno del bando una parte dedicata a “Istruttori di pratica Subacquea” e ponendo come prerequisiti indispensabili il possesso di: Certificato sub conseguito presso scuole o istituzioni giuridicamente abilitate; Attestazione da parte della Federazione Italiana Pesca Sportiva, di partecipazione con competenza e perizia a gare di pesca subacquea a carattere almeno regionale. Ora, cosa definisse “certificato sub” e quali fossero le scuole o strutture giuridicamente abilitate non era in realtà molto chiaro e in che modo poi, l’aver partecipato “con competenza e perizia” a gare di pesca subacquea potesse garantire la corretta gestione di un corso di immersione o di accompagnamenti subacquei, era ancora più oscuro. Dopo sollecitazioni, confronti e lunghe trattative si giunse infine alla definizione ed al riconoscimento da un punto di vista giuridico della figura professionale di Istruttore Subacqueo. Vi sembra poco? In un paese dove si fatica a far uscire l’attività di istruttore subacqueo dal ghetto del dilettantismo favorito e propagandato da associazioni che si trincerano dietro il ben noto “no profit” ? In un paese dove è stabilito che l’attività subacquea deve essere regolata dal CONI che in realtà ha come scopo di regolare la sola attività agonistica? A livello nazionale in realtà è quasi una rivoluzione. Da un punto di vista della legislazione la Sardegna in campo nazionale è oggi al primo posto e può essere considerata alla stregua di paesi come l’Australia dove già dal 1992 esiste un “Codice di comportamento sul luogo di lavoro per l’immersione ricreativa”. Tale codice, nato per regolamentare l’attività subacquea ricreativa Le didattiche provenienti da oltre oceano hanno introdotto un approccio totalmente nuovo ed una mutazione della subacquea che da “sportiva” è divenuta “ricreativa”, uno sport alla portata di un pubblico molto vasto. Per tutti i subacquei il primo incontro con un cavalluccio marino è un momento emozionante. Chi di noi da bambino non ha sognato di andare alla scoperta dei fondali marini cavalcando un ippocampo ? Un tempo non molto lontano se un subacqueo incontrava un’aragosta, chi dei due aveva le antenne era praticamente spacciato. Oggi una nuova coscienza e sensibilità fa si che questi incontri siano incruenti. Elenco organizzazioni riconosciute a livello regionale per la didattica (legge n.9 del 26 Febbraio 1999): CMAS (Confederazione mondiale delle attività Subacquee) e Federazioni affiliate (FIPSAS, FFESSM, ACUC, FEAS); PADI (Professional Association of Diving Instructors); NAUI (National Association of Undenwater Instructors); SSI (Scuba Schools International) IDEA (International Diving Educators Association); NASDS (National Association of Scuba Diving School); FIAS (Federazione Italiana Attività Subacquee); ANIS (Associazione Nazionale Istruttori Subacquei); UISP (Lega Nazionale Attività Subacquee); BSAC (British Sub Aqua Club); SNMP (Societé Nationale Moniteurs Plongée ); VDTL (Verband Deutscher Tagchlehrer); VDST (Verband Deutscher Sporttaucher); BARAKUDA; VIT (Verband International Tauchshulen); HSA (Associazione Nazionale Attività Subacquee e Natatorie per disabili); ASPLI (Associazione Subacquea Portatori di Handicap); in tutti i suoi aspetti, stabilisce quelli che sono i diritti ed i doveri degli operatori siano essi datori di lavoro o dipendenti, le qualifiche necessarie per svolgere l’attività, i parametri relativi alla qualità dell’aria immessa negli autorespiratori, le procedure di immersione e così via. La legge Regionale numero 9 del 26 Febbraio 1999 definisce in modo finalmente univoco le “Norme per la disciplina dell’attività degli operatori del turismo subacqueo”. Una buona legge che come ogni cosa potrebbe essere migliorata e potenziata. Oltre alla rappresentanza e tutela, “ Sardegna Diving” si proponeva di propagandare e favorire lo sviluppo di tutte le iniziative turistiche, didattiche e ricreative collegate alla subacquea. Alla data sembrerebbe che lo sviluppo di queste iniziative sia rimasto solo nelle intenzioni dell’organizzazione. Un vero e proprio peccato in considerazione del fatto che in questo settore le possibilità di crescita e miglioramento sono ancora notevoli. L’esistenza di un Network a livello regionale per offrire e garantire servizi subacquei di qualità nel rispetto e nella tutela del mondo sottomarino, una sorta di marchio di qualità, è ancora oggi una strada che varrebbe la pena seguire. L’esplorazione delle cavità sommerse richiede una preparazione molto specifica ed una programmazione dettagliata. All’interno di grotte ed anfratti è possibile osservare forme di vita tipiche di ambienti molto profondi.

e tutelare gli operatori del settore.<br />

Rappresentare d’accordo, ma perché<br />

tutelare? Ad esempio perché nel 1988,<br />

l’allora Assessore alla Pubblica Istruzione,<br />

Informazione, Spettacolo e Sport<br />

(quante competenze!) bandì un concorso<br />

per l’abilitazione all’esercizio<br />

dell’attività professionale di Istruttore<br />

Nautico inserendo all’interno del bando<br />

una parte dedicata a “Istruttori di<br />

pratica Subacquea” e ponendo come<br />

prerequisiti indispensabili il possesso<br />

di: Certificato sub conseguito presso<br />

scuole o istituzioni giuridicamente abilitate;<br />

Attestazione da parte della Federazione<br />

Italiana Pesca Sportiva, di<br />

partecipazione con competenza e perizia<br />

a gare di pesca subacquea a<br />

carattere almeno regionale. Ora, cosa<br />

definisse “certificato sub” e quali fossero<br />

le scuole o strutture giuridicamente<br />

abilitate non era in realtà molto<br />

chiaro e in che modo poi, l’aver partecipato<br />

“con competenza e perizia” a gare<br />

di pesca subacquea potesse garantire la<br />

corretta gestione di un corso di immersione<br />

o di accompagnamenti subacquei,<br />

era ancora più oscuro. Dopo sollecitazioni,<br />

confronti e lunghe trattative<br />

si giunse infine alla definizione ed al<br />

riconoscimento da un punto di vista<br />

giuridico della figura professionale di<br />

Istruttore Subacqueo. Vi sembra poco?<br />

In un paese dove si fatica a far uscire<br />

l’attività di istruttore subacqueo dal<br />

ghetto del dilettantismo favorito e propagandato<br />

da associazioni che si trincerano<br />

dietro il ben noto “no profit” ?<br />

In un paese dove è stabilito che l’attività<br />

subacquea deve essere regolata dal<br />

CONI che in realtà ha come scopo<br />

di regolare la sola attività agonistica?<br />

A livello nazionale in realtà è quasi<br />

una rivoluzione. Da un punto di vista<br />

della legislazione la Sardegna in campo<br />

nazionale è oggi al primo posto e può<br />

essere considerata alla stregua di paesi<br />

come l’Australia dove già dal 1992<br />

esiste un “Codice di comportamento<br />

sul luogo di lavoro per l’immersione<br />

ricreativa”. Tale codice, nato per regolamentare<br />

l’attività subacquea ricreativa<br />

Le didattiche provenienti da oltre oceano hanno introdotto<br />

un approccio totalmente nuovo ed una mutazione della<br />

subacquea che da “sportiva” è divenuta “ricreativa”, uno<br />

sport alla portata di un pubblico molto vasto.<br />

Per tutti i subacquei il primo incontro con un cavalluccio<br />

marino è un momento emozionante. Chi di noi da bambino<br />

non ha sognato di andare alla scoperta dei fondali marini<br />

cavalcando un ippocampo ?<br />

Un tempo non molto lontano se un subacqueo incontrava<br />

un’aragosta, chi dei due aveva le antenne era praticamente<br />

spacciato. Oggi una nuova coscienza e sensibilità fa si che<br />

questi incontri siano incruenti.<br />

Elenco organizzazioni riconosciute a livello regionale<br />

per la didattica (legge n.9 del 26 Febbraio 1999):<br />

CMAS (Confederazione mondiale delle attività Subacquee) e<br />

Federazioni affiliate (FIPSAS, FFESSM, ACUC, FEAS);<br />

PADI (Professional Association of Diving Instructors);<br />

NAUI (National Association of Undenwater Instructors);<br />

SSI (Scuba Schools International)<br />

IDEA (International Diving Educators Association);<br />

NASDS (National Association of Scuba Diving School);<br />

FIAS (Federazione Italiana Attività Subacquee);<br />

ANIS (Associazione Nazionale Istruttori Subacquei);<br />

UISP (Lega Nazionale Attività Subacquee);<br />

BSAC (British Sub Aqua Club);<br />

SNMP (Societé Nationale Moniteurs Plongée );<br />

VDTL (Verband Deutscher Tagchlehrer);<br />

VDST (Verband Deutscher Sporttaucher);<br />

BARAKUDA;<br />

VIT (Verband International Tauchshulen);<br />

HSA (Associazione Nazionale Attività Subacquee e Natatorie<br />

per disabili);<br />

ASPLI (Associazione Subacquea Portatori di Handicap);<br />

in tutti i suoi aspetti, stabilisce quelli<br />

che sono i diritti ed i doveri degli<br />

operatori siano essi datori di lavoro<br />

o dipendenti, le qualifiche necessarie<br />

per svolgere l’attività, i parametri relativi<br />

alla qualità dell’aria immessa negli<br />

autorespiratori, le procedure di immersione<br />

e così via. La legge Regionale<br />

numero 9 del 26 Febbraio 1999 definisce<br />

in modo finalmente univoco le<br />

“Norme per la disciplina dell’attività<br />

degli operatori del turismo subacqueo”.<br />

Una buona legge che come ogni cosa<br />

potrebbe essere migliorata e potenziata.<br />

Oltre alla rappresentanza e tutela, “ Sardegna<br />

Diving” si proponeva di propagandare<br />

e favorire lo sviluppo di tutte le<br />

iniziative turistiche, didattiche e ricreative<br />

collegate alla subacquea. Alla data<br />

sembrerebbe che lo sviluppo di queste<br />

iniziative sia rimasto solo nelle intenzioni<br />

dell’organizzazione. Un vero e<br />

proprio peccato in considerazione del<br />

fatto che in questo settore le possibilità<br />

di crescita e miglioramento sono ancora<br />

notevoli. L’esistenza di un Network<br />

a livello regionale per offrire e garantire<br />

servizi subacquei di qualità nel<br />

rispetto e nella tutela del mondo sottomarino,<br />

una sorta di marchio di qualità,<br />

è ancora oggi una strada che varrebbe<br />

la pena seguire.<br />

L’esplorazione delle cavità sommerse<br />

richiede una preparazione molto specifica<br />

ed una programmazione dettagliata.<br />

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è possibile osservare forme di vita tipiche<br />

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