RIVISTA 2/01 - Mare Nostrum

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20.05.2013 Views

frequentare. Lo stesso armatore Fassio, restauro. Girammo a lungo per cantieri o Angelo un anziano maestro d’ascia da Nord a Sud dell’Italia, ma quando genovese che ha collaborato alla costru- entrammo in quel piccolo cantiere nella zione della barca o Francesco del darsena viareggina, forse per istinto, Carlo, l’anziano proprietario dell’omo- forse per quell’odore di fumo della nimo cantiere viareggino presso il caldaia sempre accesa per piegare le quale abbiamo effettuato i lavori di grandi tavole di quercia o forse per restauro. La scoperta di queste storie e la vista di quelle montagne di trucioli altro materiale interessante sono frutto e segatura, non ci furono più dubbi: di anni di ricerche che abbiamo gelo- quello era il nostro cantiere. Consapesamente conservato in attesa di essere voli della buona dose di fortuna di cui utilizzate per agevolare il nostro lavoro avevamo beneficiato, non ci volle molto in fase di restauro perché fosse il tempo a capire che eravamo finiti nelle più fedele possibile, nonostante i piani mani degli ultimi esemplari, ormai in originali fossero andati tristemente in via d’estinzione, di maestri d’ascia, tra fumo durante un incendio nei cantieri i migliori al mondo. “Finalmente nel di Sturla. Tutto sommato sono contento novembre 2000, appena sbarcati gli di aver dovuto attendere 10 lunghi ultimi clienti, abbiamo la prua per anni per vedere realizzato il sogno Viareggio con un bel grecale forza 7 del restauro di Dovesesto; innanzitutto che non ci da tregua sino all’imbocca- perché il tempo ha permesso che si tura del porto”. Optare per Viareggio consolidasse quel rapporto amorevole fu comunque la cosa più saggia da e di fiducia reciproca che si instaura farsi, perché prendemmo la decisione tra una barca e chi la vive, inoltre di assumere noi la direzione dei lavori, questi anni di lavoro - studio e ricerca, oltre che il compito di eseguire per- ci hanno dato la possibilità di accresonalmente tutti i disegni delle nuove scere il nostro bagaglio d’esperienze tughe, degli osteriggi, dei grandi oblò che specie nel nostro campo non hanno in bronzo, delle battagliole. Rimase ai mai fine, e di mettere da parte idee e carpentieri, ai meccanici e a tutti coloro 34 soluzioni che renderanno più agevole il che collaborarono, il compito di realiz- 35

zare con singolare maestria tutto ciò che veniva fuori dalla nostra matita o dalle foto del nostro grande archivio. Non basterebbero 100 di queste pagine per raccontare le difficoltà e i problemi che incontrammo in quei lunghi 9 mesi vissuti tra una casa trasformata in studio progettuale, sempre per fortuna frequentata da amici disposti a dare una mano, viaggi che ci portarono all’estero alla ricerca di particolari pezzi, e il cantiere, dove specialmente negli ultimi tempi lavorammo giorno e notte per rispettare i tempi e contenere i budget che via via si andavano vertiginosamente assottigliando. Non nego momenti di grande sconforto nel veder la barca dentro il capannone ridotta alle sole ordinate e a una parte di fascione, ma inutile descrivere l’emozione provata quando Dovesesto con i suoi 23 m. f.t. bianco candido, con gli alberi luccicanti di coppale è scivolato in mare ancora una volta. 36 37

frequentare. Lo stesso armatore Fassio,<br />

restauro. Girammo a lungo per cantieri<br />

o Angelo un anziano maestro d’ascia<br />

da Nord a Sud dell’Italia, ma quando<br />

genovese che ha collaborato alla costru-<br />

entrammo in quel piccolo cantiere nella<br />

zione della barca o Francesco del<br />

darsena viareggina, forse per istinto,<br />

Carlo, l’anziano proprietario dell’omo-<br />

forse per quell’odore di fumo della<br />

nimo cantiere viareggino presso il<br />

caldaia sempre accesa per piegare le<br />

quale abbiamo effettuato i lavori di<br />

grandi tavole di quercia o forse per<br />

restauro. La scoperta di queste storie e<br />

la vista di quelle montagne di trucioli<br />

altro materiale interessante sono frutto<br />

e segatura, non ci furono più dubbi:<br />

di anni di ricerche che abbiamo gelo-<br />

quello era il nostro cantiere. Consapesamente<br />

conservato in attesa di essere<br />

voli della buona dose di fortuna di cui<br />

utilizzate per agevolare il nostro lavoro<br />

avevamo beneficiato, non ci volle molto<br />

in fase di restauro perché fosse il<br />

tempo a capire che eravamo finiti nelle<br />

più fedele possibile, nonostante i piani<br />

mani degli ultimi esemplari, ormai in<br />

originali fossero andati tristemente in<br />

via d’estinzione, di maestri d’ascia, tra<br />

fumo durante un incendio nei cantieri<br />

i migliori al mondo. “Finalmente nel<br />

di Sturla. Tutto sommato sono contento<br />

novembre 2000, appena sbarcati gli<br />

di aver dovuto attendere 10 lunghi<br />

ultimi clienti, abbiamo la prua per<br />

anni per vedere realizzato il sogno<br />

Viareggio con un bel grecale forza 7<br />

del restauro di Dovesesto; innanzitutto<br />

che non ci da tregua sino all’imbocca-<br />

perché il tempo ha permesso che si<br />

tura del porto”. Optare per Viareggio<br />

consolidasse quel rapporto amorevole<br />

fu comunque la cosa più saggia da<br />

e di fiducia reciproca che si instaura<br />

farsi, perché prendemmo la decisione<br />

tra una barca e chi la vive, inoltre<br />

di assumere noi la direzione dei lavori,<br />

questi anni di lavoro - studio e ricerca,<br />

oltre che il compito di eseguire per-<br />

ci hanno dato la possibilità di accresonalmente<br />

tutti i disegni delle nuove<br />

scere il nostro bagaglio d’esperienze<br />

tughe, degli osteriggi, dei grandi oblò<br />

che specie nel nostro campo non hanno<br />

in bronzo, delle battagliole. Rimase ai<br />

mai fine, e di mettere da parte idee e<br />

carpentieri, ai meccanici e a tutti coloro<br />

34 soluzioni che renderanno più agevole il<br />

che collaborarono, il compito di realiz-<br />

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