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i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia

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finanziari all'estero di natura chiaramente illecita, to<strong>gli</strong>endo alla sua testimonianza quel valore di secco<br />

riscontro negativo, postulato dalle difese, alle dichiarazioni di Stefania Ariosto.<br />

Il Tribunale intende invece spendere qualche parola in più sulle circostanze, evocate in esordio e tanto care<br />

alle difese (che su di esse hanno ritenuto di impostare una vera e propria "batta<strong>gli</strong>a"), relative alla "genesi"<br />

della testimonianza, ovvero al periodo in cui la donna era confidente della Guardia di Finanza, ed era<br />

denominata in codice "fonte Olbia".<br />

All'udienza del 6 maggio 2002, su concorde richiesta delle parti, il Tribunale acquisiva, al solo scopo di<br />

documentare quella fase - precedente alla presentazione della teste alla Procura della Repubblica in data 21<br />

lu<strong>gli</strong>o 1995 - una nota datata 2 maggio 2002, a firma del Tenente Colonnello Mario Ortello, del seguente,<br />

testuale tenore: "Non risultano <strong>tra</strong>smessi ad Uffici di Codesta Procura note riguardanti rivelazioni della<br />

fonte informativa, identificata in Stefania Ariosto, relative al periodo febbraio-lu<strong>gli</strong>o 1995. All'interno del<br />

fascicolo di schedario... è stata comunque rinvenuta una busta contenente . Trattasi di mere annotazioni e appunti redatti dai predetti<br />

ufficiali concernenti i <strong>rapporti</strong> in<strong>tra</strong>ttenuti con la fonte confidenziale Olbia".<br />

La nota era stata inviata alla Procura della Repubblica a seguito di ben precisa richiesta formulata da<br />

quell'Ufficio, nella stessa data, e che si <strong>tra</strong>scrive integralmente: "Deponendo in qualità di teste in data 19<br />

febbraio 2002 davanti al Tribunale di Monza, il Ten. Col. Alessandro Falerni ha dichiarato di avere<br />

<strong>tra</strong>smesso a questa Procura, nel periodo febbraio-lu<strong>gli</strong>o 1995, più note riguardanti rivelazioni che fonte<br />

informativa, idenfiticata in Stefania Ariosto, avrebbe reso allo stesso Falerni nel periodo indicato. Poiché<br />

non risulta che tali note siano mai pervenute a questo Ufficio, la preghiamo di <strong>tra</strong>smettere, ove esistenti<br />

presso il Nucleo Regionale P.T., copia delle note predette, unitamente alla documentazione che dimostri la<br />

<strong>tra</strong>smissione delle medesime a questo Ufficio, ove effettivamente la <strong>tra</strong>smissione sia stata effettuata".<br />

Dunque, una missiva ufficiale dei vertici della Guardia di Finanza milanese smentisce le affermazioni fatte<br />

dal Col. Falerni nel corso della sua testimonianza in Monza (il verbale è stato acquisito, con il consenso<br />

delle parti, all'udienza del 25 marzo 2002): dato il tempo <strong>tra</strong>scorso, evidentemente l'Ufficiale aveva un<br />

cattivo ricordo dell'evolversi de<strong>gli</strong> avvenimenti.<br />

Avvenimenti che non presentano alcuna anomalia e che possono essere ricostruiti con linearità, alla luce dei<br />

documenti acquisiti, delle testimonianze de<strong>gli</strong> Ufficiali Martino e Falerni, della stessa Ariosto:<br />

- nel mese di febbraio del 1995, Stefania Ariosto en<strong>tra</strong>va in contatto con la Guardia di Finanza nell'ambito<br />

di indagini relative alla ricezione di somme provenienti da libretti al portatore riconducibili al gruppo<br />

Fininvest;<br />

- "a latere" di questo contatto, la donna aveva riferito a<strong>gli</strong> operanti di poter fornire notizie riguardanti<br />

ingenti movimentazioni di denaro dalla Confederazione Elvetica ad ambienti romani, riconducibili a<br />

studi professionali legati al mondo politico, ma di non voler apparire formalmente;<br />

- era stata così classificata come fonte confidenziale di polizia giudiziaria (e denominata OLBIA): in tale<br />

veste, e del tutto legittimamente - visto che il Ministero de<strong>gli</strong> Interni dispone di fondi che servono<br />

proprio a questo scopo - le era stata offerta, per la sua attività, una retribuzione, che la donna aveva<br />

rifiutato;<br />

- <strong>gli</strong> incontri con <strong>gli</strong> ufficiali di P.G. furono più d'uno, anche per la necessità di conoscere più<br />

approfonditamente la fonte, allo scopo di saggiarne l'attendibilità;<br />

- di tali colloqui (ma ciò è del tutto ovvio, <strong>tra</strong>ttandosi di attività di P.G. di natura riservata e non<br />

nell'ambito di indagini preliminari) non venne mai redatto alcun verbale, come ha giustamente riferito e<br />

ribadito il teste Falerni su insistenti domande della difesa Previti;<br />

- fino a giugno, sono parole del capitano Martino (cfr. dep. Martino avanti il Tribunale di Milano, I<br />

Sezione, e avanti il Tribunale di Cles, acquisite all'udienza del 25 marzo 2002) la collaborazione "non si<br />

sostanziò in un bel niente, perché le notizie che ci dava erano difficilmente riscon<strong>tra</strong>bili, ci parlava di<br />

contatti, amicizie <strong>tra</strong> l'onorevole Previti e alcuni giudici di Roma, però mai ci disse: "Ho visto... ho<br />

fatto...". Quando ci disse: "Ho visto, ho fatto" allora dissi: "questo è il momento di iniziare a dire:<br />

"Signora mettiamo in atti questi fatti";<br />

- "veniva riferito all'A.G. quello che ci veniva detto, l'Autorità Giudiziaria ne prendeva atto, ma non<br />

veniva <strong>tra</strong>smesso rapporto, veniva riferito verbalmente: "Abbiamo UNA FONTE che ci dice questo...",<br />

ma in realtà queste notizie NON POTEVANO ESSERE UTILIZZATE per avviare indagini più<br />

pene<strong>tra</strong>nti... la disponibilità a collaborare venne fuori solo a fine lu<strong>gli</strong>o, perché venne fuori un articolo<br />

di stampa che la turbò... lei disse: "A questo punto vo<strong>gli</strong>o mettere nero su bianco le accuse a questi<br />

signori..." (sono sempre parole del teste appena citato);

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