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i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia

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forse nemmeno <strong>gli</strong> inquirenti - a dispetto della malafede loro attribuita da<strong>gli</strong> <strong>imputati</strong> - si aspettavano di<br />

trovarsi davanti.<br />

Ovviamente, non è questa la sede per dilungarsi nell'analisi dei <strong>rapporti</strong> finanziari <strong>tra</strong> <strong>gli</strong> <strong>imputati</strong>, che sono<br />

oggetto di specifica <strong>tra</strong>ttazione: basti qui rammentare l'entità del patrimonio gestito all'estero (e, al palesarsi<br />

dell'indagine, nascosto) da Renato Squillante per il <strong>tra</strong>mite di Attilio Pacifico; al ruolo svolto da quest'ultimo<br />

su incarico di Cesare Previti (come en<strong>tra</strong>mbi ammettono) per il rientro di somme at<strong>tra</strong>verso "spalloni" o con<br />

altre modalità; alla gestione - gratuita - da parte del solito Pacifico, del conto svizzero “Master 811”, facente<br />

capo a Filippo Verde, anch'e<strong>gli</strong> indicato dalla teste <strong>tra</strong> i frequentatori dei ricevimenti in casa Previti.<br />

Ciò che qui preme evidenziare riguarda le risultanze processuali relative alla gestione, da parte di Pacifico,<br />

di conti esteri facenti capo ad altri due magis<strong>tra</strong>ti all'epoca in servizio presso <strong>gli</strong> uffici giudiziari della<br />

capitale.<br />

Nel corso dell'esame dibattimentale, il teste Maresciallo Daniele Spello (cfr. udienze 15 e 26 gennaio 2001)<br />

ha riferito, a commento di documentazione bancaria acquisita a<strong>gli</strong> atti, che presso la SBS di Lugano era<br />

risultata l'esistenza di un conto corrente, denominato "ANATRA", facente capo al magis<strong>tra</strong>to Antonino<br />

Vinci, sul quale era delegato ad operare Attilio Pacifico; a detto conto risultano pervenuti numerosi bonifici,<br />

provenienti da conti riconducibili al medesimo Pacifico. All'udienza del 7 maggio 2002 veniva esaminato, ai<br />

sensi dell'ari. 210 c.p.p. Paolo Zucchini, all'epoca dei fatti giudice presso il Tribunale di Roma e componente<br />

del collegio giudicante che, nel 1986, decise in primo grado la controversia IMI-SIR, con sentenza parziale<br />

che pronunziò solamente sull’an debeatur. Zucchini ha dichiarato che, per il <strong>tra</strong>mite di Attilio Pacifico, che<br />

conosceva da sempre, essendo en<strong>tra</strong>mbi originari di Avellino, aveva aperto un conto corrente nel Principato<br />

di Monaco, avendo intenzione, poi non coltivata, di ivi acquistare un appartamento - sottoposto ad indagine<br />

in relazione ai fatti oggetto del presente processo, nei suoi confronti era infine stato pronunziato decreto di<br />

archiviazione, acquisito a<strong>gli</strong> atti preliminarmente all'esame dibattimentale. Dunque, è provato in atti che<br />

Pacifico gestiva, in via ovviamente riservata, conti correnti esteri nell'interesse - oltre che dei co<strong>imputati</strong><br />

Verde e Squillante - anche di altri due soggetti i quali, pur es<strong>tra</strong>nei ai fatti per i quali si procede, sono uniti ai<br />

primi da un comune denominatore: quello di essere magis<strong>tra</strong>ti in servizio nella sede giudiziaria di Roma.<br />

In un quadro probatorio quale quello sin qui descritto, laddove - sia consentito ribadirlo - l'iniziale ricerca di<br />

riscontri alle dichiarazioni della Ariosto ha portato alla scoperta di ben più sostanziosi elementi, di per sé ed<br />

autonomamente dimos<strong>tra</strong>tivi di fatti specifici, al di là del contesto appena <strong>tra</strong>tteggiato dalla donna, il<br />

Tribunale potrebbe fermarsi a questo punto della riflessione, senza inseguire detta<strong>gli</strong> (che ora possono a<br />

buon diritto definirsi oziosi) sulla descrizione dell'appartamento di via Cicerone, sull'arredamento, su<strong>gli</strong><br />

ornamenti, siano essi di buono o cattivo gusto (la teste ha però ricordato una statua di donna della quale<br />

Previti magnificava le "forme" e l'antiquario Gasparrini ha parlato di una Afrodite, mentre le sue minuziose<br />

descrizioni dei locali del Circolo Canottieri non risultano smentite in atti).<br />

Come pure pare ultroneo interrogarsi sulle circostanze - riferite in modo assai generico dalla Ariosto -<br />

relative all'acquisto, da parte dell'imputato, di gioielli di pregio, dei quali avrebbe fatto dono a mo<strong>gli</strong> di<br />

magis<strong>tra</strong>ti, posto che la circostanza, ove fosse vera, non sarebbe (e comprensibilmente) ammessa da<strong>gli</strong><br />

interessati.<br />

Comunque, sono stati esaminati in dibattimento (all'udienza del 20 aprile 2002, Carlo, all'udienza del 7<br />

maggio 2002, Egidio) i fratelli Eleuteri, noti commercianti in preziosi e oggetti d'antiquariato; en<strong>tra</strong>mbi<br />

hanno dichiarato esservi <strong>tra</strong> i loro clienti anche Silvio Berlusconi, che era solito acquistare anche dieci,<br />

dodici gioielli per volta. In particolare, Carlo Eleuteri ha negato che Previti abbia mai acquistato presso il<br />

suo negozio gioielli per farne dono ai magis<strong>tra</strong>ti. Anzi, Cesare Previti avrebbe effettuato un solo acquisto: si<br />

<strong>tra</strong>tterebbe della collana raffigurata nella riproduzione fotografica prodotta dalla difesa, acquistata dal Previti<br />

per farne dono alla mo<strong>gli</strong>e. A questa collana - ed a nessun altro gioiello - sarebbe riferita l'annotazione che<br />

compare sull'agenda di Stefania Ariosto alla data del 8 marzo 1991; il prezzo era dunque quello indicato<br />

dalla teste, pari a 220 milioni di lire. Eleuteri ha dichiarato di ricordare che Previti pagò la collana circa 150<br />

milioni di lire, con uno sconto sul prezzo di listino di 70 milioni; forse un po' troppo, se è vero che, come<br />

dice il teste, Previti non era un cliente abituale, ma fece solo quell'acquisto. A questa osservazione, Eleuteri<br />

ha risposto che l'entità dello sconto dipende da vari fattori, fra i quali quello della necessità di vendere<br />

comunque l'oggetto; ha fatto altresì presente che la Ariosto - sua amica - <strong>gli</strong> aveva introdotto Previti "con<br />

calore". Più specificamente interrogato sulle modalità di pagamento - all'estero - della collana, il teste ha<br />

rifiutato di rispondere; come pure ha rifiutato di rispondere circa suoi <strong>rapporti</strong> bancari all'estero, per<br />

operazioni "di compensazione" con l'imputato Previti. Questo complesso di elementi non può che pesare<br />

negativamente sulla attendibilità del teste Eleuteri, che risulta assai legato a Previti, e per di più da <strong>rapporti</strong>

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