i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia
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Giorgio Casoli (ex magis<strong>tra</strong>to, per anni Sindaco della città di Perugia, parlamentare dell'allora Partito<br />
Socialista Italiano e poi Sottosegretario alle Poste) ha spiegato di avere conosciuto Stefania Ariosto alla fine<br />
de<strong>gli</strong> anni Settanta, quando era giudice presso la Corte d'Assise di Milano. Aveva quasi subito istaurato con<br />
lei un rapporto intimo (il teste ha un po' esitato nel definirlo "sentimentale", ed anche qui l'eleganza non si<br />
spreca), che però era terminato ("per ragioni logistiche") non appena e<strong>gli</strong> aveva lasciato la sede milanese,<br />
per <strong>tra</strong>sferirsi a Perugia. Era però rimasto <strong>tra</strong> loro un rapporto di amicizia che, ormai, lo vedeva legato anche<br />
alla fami<strong>gli</strong>a della Ariosto: si sentivano spesso e si frequentavano, per lo più in quel di Roma; anche a<br />
seguito di insistenti domande dei difensori, il teste ha reiteratamente dichiarato che il rapporto<br />
"sentimentale" con la teste era terminato già nel 1981; fatto<strong>gli</strong> presente che qualche testimone aveva<br />
affermato come, nel "solito" viaggio NIAF del 1988, e<strong>gli</strong> la presentasse come la propria compagna, il teste<br />
confermava la propria dichiarazione, facendo altresì presente che la donna all'epoca, era forse legata a<br />
qualcun altro (per la precisione, Vittorio Dotti, conosciuto il mese precedente). Poiché i difensori hanno più<br />
volte fatto riferimento a questa circostanza come una (fra le tante) nelle quali l'Ariosto è stata smentita, il<br />
Tribunale chiarisce subito che, anche su questo punto, la testimonianza di Casoli conferma quella<br />
dell'Ariosto e, davvero, non v'è motivo alcuno per non creder<strong>gli</strong>.<br />
Stefania Ariosto, già nell'incidente probatorio, aveva dichiarato che in precedenza - forse ne<strong>gli</strong> 1988-1989 -<br />
aveva confidato a Casoli di essere a conoscenza di vicende penalmente rilevanti, che coinvolgevano<br />
magis<strong>tra</strong>ti romani (ed in particolare Squillante) e <strong>gli</strong> avvocati Previti e Pacifico. Il commento del Casoli era<br />
stato del tipo: "E' una schifezza... ". Deponendo davanti a questo Collegio, il teste così si esprimeva:<br />
"Effettivamente... ebbe a dirmi che aveva visto passaggio di denaro, di bustarelle, di una bustarella<br />
dall'avvocato Previti a Squillante... è vero che lei ebbe a dirmelo... "; "tanto è vero che io, lì per lì, le dissi<br />