i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia
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Pacifico) con la mo<strong>gli</strong>e. Ha aggiunto di non avere "mai" incon<strong>tra</strong>to a casa Previti Stefania Ariosto, peraltro<br />
conosciuta ne<strong>gli</strong> Stati Uniti quale compagna di Giorgio Casoli.<br />
Giorgio Santacroce (cfr. ud. 29 aprile 2002), nel precisare di avere conosciuto Previti oltre vent'anni or<br />
sono, ha affermato di essere stato invitato dall'imputato circa due o tre anni prima dell'ormai famoso viaggio<br />
NIAF; in quella occasione erano presenti certamente Renato Squillante, Carlo Izzo e Giorgio Casoli; non<br />
ricorda la presenza dell'Ariosto. Anche Carlo Izzo (esaminato all'udienza del 6 maggio 2002) ha dichiarato<br />
di conoscere da tempo Previti e di essere stato invitato una sola volta a casa sua, forse in via Cicerone; ha<br />
aggiunto di non ricordare se ciò sia avvenuto prima o dopo la <strong>tra</strong>sferta americana, ritenendo tuttavia più<br />
probabile che fosse dopo.<br />
Il Pubblico Ministero contestava al teste le dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari (in data 18<br />
aprile 1996), laddove aveva, senza esitazioni sul dove, né sul quando, così risposto alla medesima domanda:<br />
"Ricordo che una volta - e questo dopo il viaggio in America del 1988 - sono stato invitato a casa Previti in<br />
via Cicerone"; il teste rispondeva che, mentre all'epoca non aveva avuto dubbi, oggi <strong>gli</strong> sembrava di non<br />
essere così certo sia sulla casa di via Cicerone, sia sull'epoca successiva all'ottobre 1988. In quell'occasione<br />
non era presente Stefania Ariosto, che aveva conosciuto ne<strong>gli</strong> Stati Uniti.<br />
Anche al teste Claudio Vitalone è stata posta la medesima domanda (cfr. udienza 20 maggio 2002), e<br />
anch'e<strong>gli</strong> ha dichiarato di essere stato una sola volta invitato dall'imputato. Aveva conosciuto Stefania<br />
Ariosto tempo addietro, alla buvette del Senato, e, su domande relative alle numerose annotazioni che lo<br />
riguardano presenti sulle agende della teste, ha dichiarato che l’Ariosto aveva conosciuto anche sua mo<strong>gli</strong>e,<br />
con la quale aveva forse in<strong>tra</strong>ttenuto qualche rapporto per l'acquisto di oggetti d'antiquariato.<br />
Carlo Sammarco (cfr. udienza 16 giugno 2002) ha confermato la propria frequentazione di casa Previti,<br />
collocandola principalmente nel periodo successivo al pensionamento, avvenuto nel 1991; ha dichiarato di<br />
avere partecipato ad un ricevimento serale prima di quella data, nell'abitazione di via Cicerone.<br />
Dal verbale di dichiarazioni di Orazio Savia (acquisito ex art.238 c.p.p. con il consenso delle parti,<br />
all'udienza del 6 maggio 2002) risultano le seguenti affermazioni: il teste conosceva Cesare Previti da molti<br />
anni, ma il loro rapporto aveva acquisito caratteri di "maggiore intimità" (sono parole del teste) a partire dal<br />
1994, quando era stato nominato Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cassino. Ricordava di<br />
avere più volte incon<strong>tra</strong>to l'imputato allo stadio in occasione di partite di calcio, ed aggiungeva di essere<br />
stato una sola volta invitato a casa per una cena, nel 1994.<br />
Il Pubblico Ministero contestava una dichiarazione resa nel corso delle indagini preliminari (cfr. verbale in<br />
data 7 settembre 1996), dalla quale risultava che il motivo dell'invito a cena rivolto<strong>gli</strong> da Previti era che<br />
questi "voleva farmi vedere la nuova casa di piazza Farnese": tale precisazione, se si tiene conto del fatto<br />
che il <strong>tra</strong>sferimento dell'abitazione dell'imputato a quell'indirizzo risale al 1988, rende inconciliabile il<br />
riferimento all'anno 1994, nel quale la casa citata non poteva certo essere definita "nuova". Da ultimo. Savia<br />
aveva precisato che alla cena erano presenti anche Marvasi, con il fi<strong>gli</strong>o, ed il giudice Ivo Greco, Presidente<br />
della Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma.<br />
Infine Giorgio Casoli (la cui testimonianza sarà oggetto di maggiore approfondimento più avanti) nel<br />
confermare senza riserve il suo risalente rapporto di amicizia con Previti e di avere più volte partecipato a<br />
ricevimenti presso l'abitazione dell'imputato, ricordava di avervi incon<strong>tra</strong>to Sammarco, Verde, Squillante,<br />
Izzo, Santacroce e Vinci. Si era <strong>tra</strong>ttato di inviti presso l'abitazione di via Cicerone, al piano superiore<br />
rispetto a quello in cui era ubicato lo studio legale. Non ricordava occasioni specifiche in cui fosse presente<br />
anche la comune amica Ariosto, ma non lo escludeva ("... ma se lo dice lei, può essere pure...", cfr. verbale<br />
di dichiarazioni acquisito ex art.238 c.p.p. all'udienza del 20 maggio 2002), aggiungendo che, dati i <strong>rapporti</strong>,<br />
l'Arrosto a casa Previti poteva esserci andata anche da sola.<br />
In conclusione, tutti (ma proprio tutti) i magis<strong>tra</strong>ti menzionati dalla teste hanno confermato di essere stati,<br />
almeno una volta (solo Casoli e Sammarco parlano di più occasioni) ospiti in.casa di Cesare Previti, anche se<br />
alcuni di loro hanno ricordi un po' appannati sul tempo e sul luogo di tali inviti.<br />
Per la verità, dato che il teste Izzo ha dichiarato di esservi stato in una sola circostanza, mal si comprendono<br />
i suoi dubbi - affiorati solo in dibattimento - soprattutto sulla indicazione dell'indirizzo: ciò si può affermare<br />
non solo in via logica e generale (se una persona è stata invitata da un'al<strong>tra</strong> in una sola occasione, dovrebbe<br />
essere facile ricordare se nella "vecchia" casa ovvero nella "nuova"), ma anche nello specifico: lo stesso<br />
imputato ed alcuni testimoni hanno fatto riferimento alle particolarità delle soluzioni architettoniche e<br />
d'arredo della residenza "nuova" (per esempio, l'antiquario Gasparrini, sentito all'udienza del 14 giugno<br />
2002, ha parlato di grandi specchi che riproducevano nell'appartamento lo scenario della piazza) la quale,<br />
non foss'altro che per la sua prestigiosissima ubicazione, anche rispetto alla precedente, non può facilmente<br />
essere dimenticata o confusa con altre.