i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia

corrispondevano ad un autentico sentimento di amicizia e di gratitudine, bensì ad un adempimento formale e
di cortesia.
Il Tribunale non intende dilungarsi oltre per dimostrare la pochezza di tale giustificazione: le parole usate ed
il tono complessivo dello scritto - certamente di pugno dall'imputato - sono tali da non consentire alternativa
alcuna: nell'aprile 1987 - ossia proprio nel periodo in cui la teste colloca le proprie frequentazioni
dell'imputato - tra Cesare Previti e Stefania Ariosto esisteva un autentico e non certo superficiale rapporto di
amicizia. La circostanza, per la verità, è ulteriormente attestata proprio da uno dei testimoni dedotti dalla
difesa di Previti - ed ottimo amico dell'imputato - a confutazione delle dichiarazioni Ariosto: si tratta di
Aurelio Lai, direttore generale di EFIBANCA. Esaminato all'udienza del 20 aprile 2002, il teste, nel
confermare l'intervento dell'imputato in favore dell'Ariosto al fine di perorare, presso i vertici dell'istituto, la
richiesta della donna di un ingente finanziamento per la realizzazione di un ambizioso progetto di un campo
da golf alle porte di Milano, descriveva un atteggiamento dell'imputato tutt'altro che freddo o distaccato e di
mera cortesia.
Così si è espresso il teste: "mi disse essere sua amica e di ascoltarla perché mi doveva sottoporre un
interessante piano di investimento... era un'amica alla quale teneva, persona di riguardo...".
E quando Lai dice a Previti di dissuaderla dal progetto, perché prevedeva un esito non positivo della
preistruttoria della pratica, l'imputato non si rassegna, e lo fa oggetto di quelle che il teste definisce senza
mezzi termini "pressioni"; ed allora, "date le continue insistenze - mi dispiace dirlo, ma devo ricordarlo -
dell'avvocato Previti, sembrava che avesse una particolare premura nei confronti della signora, decidemmo
di dare corso ad un sopralluogo...".
Alla fine, quando Lai comunica a Previti che il finanziamento non avrà luogo, chiedendogli di informare
l'amica "mi pregò di farlo io, perché gli dispiaceva farlo personalmente".
Insomma, non solo parole particolarmente affettuose nella corrispondenza privata, bensì un fattivo e
rilevantissimo impegno, una manifestazione di amicizia, anche all'esterno.
Del resto, le agende della teste (acquisite in copia per gli anni dal 1985 al 1995; cfr. fal-done 2 prod. PM)
sono letteralmente costellate di annotazioni che riguardano l'imputato, soprattutto nel periodo precedente
all'ottobre 1988, anche in relazione all'affare del Golf, all'assessore Ricotti ed ai rapporti con Efìbanca sui
quali ci si intratterrà in seguito.
A meno di non voler sostenere che queste agende siano state "confezionate" ex post dalla teste allo scopo di
dare una parvenza di credibilità alle proprie calunnie (una tesi, questa, timidamente adombrata dalla difesa
nelle prime fasi del dibattimento, ed in seguito abbandonata) si tratta di altro elemento a conferma degli
stretti legami tra Previti e la teste, e, in generale, a chiarificazione dell'ambiente nella quale la donna era
all'epoca a pieno titolo inserita: scorrendo le pagine, ci rende conto di essere di fronte ad una persona con un
giro di amicizie di altissimo livello, legata al P.S.I. ed in rapporti di amicizia, oltre che con Enrico Manca,
con lo stesso Bettino Craxi (vi si trovano appuntamenti, auguri di compleanno, "prime" alla Scala con Anna
Craxi) ed altri membri di spicco del partito (sono frequenti i riferimenti a Pillitteri, De Michelis ed altri).
L'Ariosto risulta altresì in quegli anni inserita nell'entourage Fininvest, ben prima dell'inizio della sua
relazione con Vittorio Dotti: sono numerosi i richiami a Confalonieri, Dell'Utri, Silvio e Paolo Berlusconi,
Galliani e Veronica Berlusconi; sono annotati i numeri privati delle residenze di Berlusconi in Milano,
Roma, St. Moritz, Sardegna; risultano inviti a cene Fininvest e alla villa di Arcore per le feste di Natale.
Insomma: si trattava di una persona legata a Cesare Previti e, più in generale, ad ambienti politici ed
imprenditoriali, milanesi e romani, di primissimo piano; una persona "del giro", alla quale ben potevano
essere fatte determinate confidenze e della quale, evidentemente, ci si fidava. Nell'ambito di rapporti
personali di questo genere, è naturale pensare che alla Ariosto potessero essere rivolti inviti per cene o
colazioni, anche riservate ad una ristretta cerchia di persone: passando a quella parte di dichiarazioni
riguardante l'elenco dei magistrati che la teste ha ricordato quali presenti ai ricevimenti, si scopre che, in fin
dei conti, nessuno dei testimoni - ascoltati in dibattimento per iniziativa della difesa - ha negato radicalmente
la circostanza di avere partecipato a ricevimenti, cene o colazioni offerte dall'imputato.
Piuttosto, si sono riscontrate dichiarazioni comprensibilmente (dato il contesto) ispirate dall'esigenza di
circoscrivere e limitare la presenza in casa Previti e, altrettanto comprensibilmente, nessuno dei testimoni ha
ricordato di avere in quelle occasioni conosciuto Stefania Ariosto.
Analizziamole nel dettaglio.
Il teste Roberto Napoletano (cfr. udienza 29 aprile 2002) ha dichiarato di essere stato a casa Previti, in
piazza Farnese, una sola volta, dopo il viaggio NIAF, forse nel novembre 1988; era presente anche Antonino
Vinci (che, titolare del conto "Anatra ", risulterà poi legato da rapporti economici proprio con Previti e