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i rapporti tra gli imputati - Misteri d'Italia

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novità"; un dipendente della Corte d'Appello di Roma <strong>gli</strong> telefonava per informarlo che era intervenuta una<br />

sostituzione di un giudice in un altro collegio - e pronta ad en<strong>tra</strong>re in azione quando si palesava il "rischio"<br />

che qualche giudice si mettesse di <strong>tra</strong>verso sulla s<strong>tra</strong>da di Rovelli verso una vittoria giudiziaria che voleva "a<br />

tutti i costi", come è ac-caduto per Carlo Minniti, prontamente inviato ad una inesistente, ma inderogabile,<br />

riunione al Ministero di Grazia e Giustizia (allora si chiamava così) sol perché aveva manifestato qualche<br />

dubbio proprio su quella consulenza d'ufficio; come è accaduto per Mario Corda, pericolosissimo<br />

propugnatore di proposte giurisprudenziali innovative quando Felice Rovelli era convinto che la vittoria<br />

fosse ormai vicina, ed efficacemente indotto all'astensione da chi voleva assicurato un controllo capillare<br />

su<strong>gli</strong> orientamenti dei componenti del Collegio.<br />

E che dire poi del conclamato e provato, per via testimoniale, tentativo di "influenza" su di un giudice della<br />

Cassazione, dietro promessa del compenso di cinquecento milioni di lire al vecchio amico che l'avrebbe<br />

dovuta contattare?<br />

Tutto ciò mentre, sotterraneamente, correvano incessanti telefonate <strong>tra</strong> <strong>gli</strong> <strong>imputati</strong>, giudici ed avvocati,<br />

quasi ossessive quando si <strong>tra</strong>ttava di date importanti per la causa; tutto ciò mentre i giudici in contatto con<br />

<strong>gli</strong> avvocati ricevevano da questi somme estero su estero, come Squillante, ovvero, come Metta,<br />

depositavano con ragionieristica regolarità sui conti correnti decine e decine di milioni venuti dal nulla (cfr.<br />

capitoli " disponibilità di Metta " e " movimenti finanziari Imi-Sir e Monddaori ".<br />

Ed allora, per la causa IMI SIR s'è detto tutto: il defunto Rovelli, grazie ai buoni uffici de<strong>gli</strong> intermediari,<br />

aveva dapprima interferito sulle conclusioni dei periti nominati dal Tribunale e, in Corte d'Appello, era<br />

arrivato a comprarsi il giudice relatore, che mistificando, occultando, <strong>tra</strong>visando i dati processuali all'interno<br />

della discussione in Camera di Consi<strong>gli</strong>o, era riuscito ad assegnar<strong>gli</strong> un risarcimento da cifre di bilancio di<br />

uno Stato. Ecco "l'andare a Roma" che, veramente, aveva dato i suoi frutti.<br />

Improvvisamente, il grande corruttore muore e lascia alla vedova ed al primogenito una eredità composita,<br />

fatta di un enorme patrimonio familiare e di una altrettanto enorme "aspettativa" circa l'esito di una causa,<br />

per vincere la quale aveva veramente fatto di tutto, vieppiù impegnandosi per cifre importanti con i tre<br />

intermediari che, fino a quel momento, l'avevano con successo condotto per mano nelle stanze de<strong>gli</strong> uffici<br />

giudiziari romani. S<strong>tra</strong>no modo di onorare la memoria del defunto padre e marito, quello de<strong>gli</strong> attuali<br />

<strong>imputati</strong> Primarosa Battistella e Felice Rovelli: la prima, prona ai voleri del consorte, si impegna<br />

incondizionatamente (e solo lei poteva farlo, essendo l'unica erede) a sborsare ai tre legali l'illecito<br />

compenso promesso, anzi, inviandone quasi subito un anticipo.<br />

Il secondo - che, forse, vivente il padre, aveva espresso qualche perplessità sulla vicenda - si mette subito<br />

all'opera per proseguire degnamente l'attività corruttiva del genitore, e lo fa in maniera scomposta, assillante,<br />

poco prudente, perché lascia tante <strong>tra</strong>cce: prima, fra tutte, la testimonianza di Francesco Berlinguer.<br />

Come già si accennava nel corso del capitolo, per quanti sforzi abbiano fatto nel dibattimento, i tre<br />

intermediari non sono riusciti a dimos<strong>tra</strong>re l'autonomia del rapporto di ciascuno con Nino Rovelli prima, e<br />

con i suoi eredi poi.<br />

Ma questo fallimento della linea difensiva non deve essere addebitato ad insufficienze della difesa tecnica o<br />

ad una malaccorta gestione delle risultanze processuali: la verità è che si <strong>tra</strong>ttava di una dimos<strong>tra</strong>zione<br />

impossibile, perché erano troppi, e troppo pregnanti, <strong>gli</strong> elementi con<strong>tra</strong>ri.<br />

I tre compaiono sempre insieme sulla scena del processo: quando si presentano a<strong>gli</strong> eredi per rivendicare il<br />

credito; quando ne accettano, senza batter ci<strong>gli</strong>o e senza garanzie, il pagamento all'esito della causa (e come<br />

poteva essere diversamente?); quando sono in contatto <strong>tra</strong> loro e con i giudici; quando, infine, ricevono<br />

l'illecito compenso sui loro conti svizzeri.<br />

Ed il copione, lo si è già detto, si è ripetuto quando era ancora in corso la "stesura" (abbiamo visto con quali<br />

modalità) della sentenza IMI Rovelli, allorquando al Metta viene assegnata un'al<strong>tra</strong> causa di eccezionale<br />

importanza, ed alla quale Cesare Previti è fisiologicamente interessato, perché riguarda la Fininvest, e perché<br />

ha già svolto attività difensiva "occulta" allorquando la causa era approdata al Tribunale di Milano.<br />

Qui, rispetto all'altro processo civile, è tutto più semplice, perché non vi è un lungo iter da seguire e sul<br />

quale intervenire, controllandone tutte le possibili numerose "devianze". Qui non ci sono perizie d'ufficio, ne<br />

sdoppiamento di giudizi sull'an e sul quantum, con conseguente "proliferazione" dei collegi giudicanti da<br />

controllare.<br />

Qui siamo in sede di impugnazione di un lodo arbi<strong>tra</strong>le; qui basta che il giudice, già vendutosi la prima<br />

volta, si venda anche la seconda, e riesca a "guidare" (con i <strong>tra</strong>visamenti, <strong>gli</strong> occultamenti, le mistificazioni<br />

delle quali era già stato capace) il ragionamento dei colleghi in camera di consi<strong>gli</strong>o. Ed anche qui, le<br />

anomalie non si contano: <strong>tra</strong>visamenti e con<strong>tra</strong>ddittorietà nella motivazione, anticipazioni da fonti più che

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